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93-Beshalach - Pensieri di Torà

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IN FAMIGLIA<br />

VINCERE LA BATTAGLIA, MA PERDERE LA GUERRA<br />

“A<br />

lla fine ce l’ho fatta” mi <strong>di</strong>sse significa che siamo talmente sottomes-<br />

fieramente un mio amico si al nostro ego e alle nostre opinioni,<br />

dopo aver battuto in una che spesso <strong>di</strong>mentichiamo i valori più<br />

<strong>di</strong>scussione un nostro amico comune. importanti, e finiamo così per perdere<br />

“Non ci proverà più con me”, aggiunse. più <strong>di</strong> quanto guadagniamo.<br />

“Non sei felice anche tu per me?”<br />

“Cosa avrei<br />

Visto che non sapevo bene <strong>di</strong> cosa<br />

dovuto<br />

stesse parlando, gli chiesi maggiori<br />

fare?” mi<br />

dettagli. Mi apparve quin<strong>di</strong> chiaro che,<br />

chiese il<br />

nonostante avesse vinto la battaglia, il<br />

mio amico.<br />

mio amico aveva perso la guerra. In<br />

“Non mi<br />

questo caso specifico, aveva vinto la<br />

sembrava<br />

<strong>di</strong>sputa ma aveva anche perso un ami-<br />

che fosse<br />

co.<br />

una questione<br />

<strong>di</strong><br />

Gli riferii il seguente proverbio: “È la<br />

egocentri-<br />

nostra rabbia che ci fa entrare in una<br />

smo, ero<br />

<strong>di</strong>scussione, ed è il nostro ego che ci<br />

convinto<br />

tiene lì”. Gli in<strong>di</strong>vidui sono portati a<br />

che mi sta-<br />

continuare a <strong>di</strong>scutere su certi argovo<br />

battendo per una questione <strong>di</strong> prinmenti<br />

anche quando questi hanno oracipio!”<br />

Gli <strong>di</strong>e<strong>di</strong> quin<strong>di</strong> il seguente conmai<br />

già perso importanza. Lo fanno<br />

siglio: “Quando hai una <strong>di</strong>sputa con<br />

per il gusto <strong>di</strong> avvalorare le proprie<br />

qualcuno, è cosa saggia interpellare<br />

teorie, e per <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> essere i vin-<br />

almeno tre fra i tuoi amici”.<br />

citori della <strong>di</strong>scussione, più che per<br />

<strong>di</strong>mostrare che l’altro aveva torto. Ma Ovviamente, le persone a cui ti rivolgi<br />

<strong>di</strong> solito quello che perde <strong>di</strong> più, è pro- dovrebbero essere ben informate della<br />

prio colui che pensa <strong>di</strong> essere il questione; del resto, non andresti mai<br />

“vincitore”.<br />

a chiedere un consiglio finanziario a un<br />

commerciante che è appena andato in<br />

Come <strong>di</strong>sse il più saggio tra gli uomini,<br />

fallimento, oppure a sollecitare<br />

re Salomone: “Senza strategie una na-<br />

un parere su relazioni interpersonali a<br />

zione è destinata a cadere, ma la sal-<br />

un conoscente asociale.<br />

vezza sta nel buon consiglio dei molti”<br />

(Proverbi 11,14). Secondo me, ciò Inoltre, dovrebbero essere amici il cui<br />

LA PENNA DELL’ANIMA<br />

La lingua è la penna del cuore, il<br />

canto quella dell’anima.<br />

DAL POZZO PIÙ PROFONDO<br />

SCINTILLE IL CANTO<br />

Il canto ha la forza <strong>di</strong> estrarre<br />

l’uomo dal pozzo più profondo.<br />

TRE TIPI DI CANTI<br />

Esistono tre tipi <strong>di</strong> canti:<br />

Un canto stupido<br />

quello che non ha alcun significato.<br />

Un canto <strong>di</strong> preghiera<br />

quello che esce dalla me<strong>di</strong>tazione.<br />

Un canto chassi<strong>di</strong>co<br />

Quello che porta alla me<strong>di</strong>tazione.<br />

L MASTER DEI CUORI<br />

Ogni serratura ha la sua chiave.<br />

Esiste però quella che le<br />

apre tutte. Questa è il canto<br />

(che apre tutti i cuori).<br />

LEGAME MELODIOSO<br />

Quando si ascolta o si canta<br />

una melo<strong>di</strong>a, ci si lega a colui<br />

che l’ha composta.<br />

ELEVA L’ANIMA<br />

Nel mondo chassi<strong>di</strong>co, il nigun<br />

(melo<strong>di</strong>a chassi<strong>di</strong>ca) è<br />

uno strumento basilare nel<br />

servizio <strong>di</strong> D-o, si canta nel<br />

mezzo della preghiera, o si<br />

può vedere un chassid che<br />

canta seduto a riflettere. Il<br />

nigun eleva l’anima.<br />

L’ANGOLO DELL’ HALACHÀ<br />

ego non sia coinvolto nella questione<br />

e che non abbiano avuto precedenti<br />

<strong>di</strong>verbi con la persona con cui stai <strong>di</strong>scutendo,<br />

altrimenti in questa situazione<br />

il loro giu<strong>di</strong>zio sarebbe parziale.<br />

Non meno importante è il fatto che<br />

debbano essere amici sinceri, che ti<br />

vogliano bene al punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti ciò<br />

che tu hai bisogno <strong>di</strong> sentire, invece <strong>di</strong><br />

ciò che tu vuoi sentire.<br />

Ricorda che chiedere un consiglio non<br />

è un segno <strong>di</strong> debolezza da parte tua<br />

ma, al contrario, in<strong>di</strong>ca che sei abbastanza<br />

forte per capire che non sei prefetto<br />

e che, proprio perché sei così coinvolto<br />

emotivamente, hai bisogno <strong>di</strong><br />

un suggerimento obiettivo e imparziale.<br />

Sebbene inizialmente sembri piacevole<br />

avere la meglio in un <strong>di</strong>battito, in<br />

verità questo lascia sempre un retrogusto<br />

amaro: colui che “vince” è contemporaneamente<br />

la persona che ne esce<br />

con più per<strong>di</strong>te. Il mio amico dovrebbe<br />

me<strong>di</strong>tare se è pronto a pagare il prezzo<br />

<strong>di</strong> perdere un amico per il frivolo e breve<br />

piacere <strong>di</strong> vincere la battaglia.<br />

Traduzione <strong>di</strong> Daniel Raccah<br />

Di Rav Yaakov Lieder,<br />

Www.Chabad.org<br />

REGOLE DI TU BISHVAT (9 Febbraio)<br />

Tu bishvat è il capodanno degli alberi non<br />

si <strong>di</strong>ce il tachanun (suppliche <strong>di</strong> perdono) poiché<br />

“l’uomo è come l’albero del campo” e<br />

quin<strong>di</strong> la festa degli alberi porta gioia anche<br />

all’uomo.<br />

Si usa mangiare dei frutti dell’albero su cui<br />

si recita la bene<strong>di</strong>zione “borè perì haetz” in<br />

particolare le sette specie d’Israele (grano,<br />

orzo, uva, fichi, melagrane, olive e datteri).<br />

Questi sette frutti vengono riportati nella<br />

<strong>Torà</strong> secondo un or<strong>di</strong>ne d’importanza. Questo<br />

or<strong>di</strong>ne va quin<strong>di</strong> seguito anche nella loro consumazione.<br />

1. Grano (pane e torte)<br />

2. Olive<br />

3. Orzo<br />

4. Datteri<br />

5. Uva<br />

6. Fichi<br />

7. Melagrane<br />

Sul resto della frutta si dà la priorità al frutto<br />

che piace <strong>di</strong> più.<br />

Responsabile: Rav Ronnie Canarutto. Hanno collaborato: P. Bahbout, M. Bentolila, G. Nemni, D. Cohenca, S. Canarutto

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