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CONTROLLO DELLE PLACCATURE PER DEPOSITO ... - Centro Inox

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L<br />

<strong>CONTROLLO</strong> <strong>DELLE</strong> <strong>PLACCATURE</strong><br />

<strong>PER</strong> <strong>DEPOSITO</strong><br />

E <strong>DELLE</strong> SALDATURE<br />

DI ELEMENTI PLACCATI INOX<br />

Secco E., Canepari C.<br />

Relazione presentata a:<br />

"LA SALDATURA E GLI ACCIAI<br />

INOSSIDABILI"<br />

3° Incontro :<br />

II controllo e la qualità<br />

Milano, 27 novembre 1987<br />

Con il patrocinio del<br />

CENTRO INOX<br />

Piazza Velasca, 10 - 20122 Milano


Estratto dalla Rivista<br />

LA MECCANICA ITALIANA<br />

n. 211 - novembre 1987<br />

<strong>CONTROLLO</strong> <strong>DELLE</strong><br />

<strong>PLACCATURE</strong> <strong>PER</strong> <strong>DEPOSITO</strong><br />

E <strong>DELLE</strong> SALDATURE<br />

DI ELEMENTI PLACCATI INOX<br />

l<br />

ISPECTIONS <strong>PER</strong>FORMED ON WELD DEPOSITED AUSTENITIC CLADDING<br />

Secco E., Canepari C.<br />

Beiteli S.p.A. - Maritava<br />

Sommario<br />

La relazione descrive i controlli e le<br />

prove effettuate sui depositi e placcature<br />

austenitiche di apparecchi a<br />

pressione costruiti dalla Beiteli S.p.A.<br />

- Stabilimento di Mantova.<br />

Vengono indicate tutte le azioni intraprese<br />

per garantire la qualità richiesta<br />

dalla progettazione della qualità<br />

sino ai controlli finali.<br />

I metodi e le tecniche di C.N.D. impiegate<br />

ed i difetti caratteristici delle<br />

placcature sono ampiamente descritti<br />

e valutati.<br />

Summary<br />

The document outlines thè inspections<br />

and examinations performed on<br />

weld deposited austenitic ctadding of<br />

pressure vessels fabricated at Beiteli<br />

S.p.A. - Mantova Shop.<br />

AH activities involving quality of<br />

weld overlays are then mentioned and<br />

commented on.<br />

Furthermore main N.D.T. methods<br />

and techniques including detected<br />

defects are listed and evaluted.<br />

1. Parte prima: placcatura<br />

mediante deposito e suoi<br />

relativi controlli<br />

1.1. Tipi di placcatura per deposito<br />

Per eseguire un deposito in acciaio<br />

inossidabile si hanno a disposizione<br />

PROCEDIMENTO<br />

1. Elettrodo rivestito<br />

2. MIG<br />

3. Arco sommerso a filo<br />

4. Arco sommerso a nastro<br />

5. Elettroscoria a nastro<br />

6. Plasma MIG<br />

7. Plasma a filo caldo<br />

DILUIZIONE<br />

%<br />

svariati procedimenti, la scelta dei<br />

quali dipende dalla qualità e dalla<br />

quantità del deposito che si vuole ottenere,<br />

dalle geometrie dei pezzi da<br />

placcare e dalle attrezzature a disposizione.<br />

Nella tabella sottostante riassumiamo<br />

i principali procedimenti a disposizione<br />

degli utilizzatori.<br />

Questa tabella presenta naturalmente<br />

una situazione molto schematica,<br />

dato che per ogni procedimento<br />

citato esistono importanti variabili<br />

25-30<br />

10-15 '<br />

25-30<br />

15-25<br />

10-15<br />

20-25 i<br />

7-8<br />

VELOCITÀ DI <strong>DEPOSITO</strong><br />

Valori medi Kg/h<br />

44 LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211 J<br />

1.5<br />

2.0<br />

5.0<br />

12<br />

22<br />

12<br />

14


(diametro dell'elettrodo nel caso del<br />

punto 1, arco pulsato-spray-arc nel<br />

caso 2, l'uso di uno o più fili nel caso<br />

3, larghezza del nastro nel caso 4 e 5<br />

e così via) che influenzano oltre ai<br />

consueti parametri elettrici i risultati<br />

sia qualitativi che quantitativi.<br />

1.2. Tipi di placcatura presi<br />

in considerazione<br />

In questa memoria si tratterà esclusivamente<br />

dei due procedimenti<br />

maggiormente da noi usati quando le<br />

condizioni operative lo consentono. I<br />

concetti espressi possono essere però<br />

estrapolati generalmente ad altri<br />

metodi.<br />

Si parlerà pertanto di:<br />

1) Placcatura effettuata con arco<br />

sommerso a nastro (SAW) (figura<br />

1)-<br />

2) Placcatura effettuata sotto scoria<br />

elettroconduttrice a nastro (ESW)<br />

(figura 2).<br />

Il procedimento SAW funziona a<br />

mezzo di un arco elettrico che scocca<br />

tra il nastro ed il pezzo facendo fondere<br />

il nastro sotto un flusso di protezione.<br />

Il procedimento ESW funziona per<br />

effetto Joule, innescando il processo<br />

con un arco che scocca tra nastro e<br />

pezzo, arco subito spento della scoria<br />

liquida che date le sue caratteristi-<br />

Fig. 1 • Esecuzione di una placcatura di una<br />

piastra tubiera in S.A.W.<br />

Fig. 2 - Esecuzione di una placcatura di un fondo<br />

in E.S.W.<br />

che di conduttività porta in fusione il<br />

nastro per resistenza.<br />

1.3. Progettazione della qualità<br />

del deposito e controlli<br />

preliminari precedenti l'inizio<br />

delle lavorazioni<br />

In funzione dei dati di esercizio,<br />

delle richieste fornite dal Cliente e<br />

delle normative applicabili, debbono<br />

essere stabilite la qualità del deposito<br />

(analisi chimica, livello di difettosità<br />

ammessa, ecc.) ed i controlli per la<br />

verifica di questa qualità, con la loro<br />

pianificazione.<br />

Le azioni principali a questo punto<br />

risultano essere:<br />

45 | LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211


a) Scelta del procedimento<br />

di saldatura<br />

La scelta del procedimento, intendendo<br />

per «procedimento» l'insieme<br />

del metodo di saldatura, il tipo di materiale<br />

da depositare, il numero degli<br />

strati (spessore da ottenere), la sequenza<br />

di deposizione dei medesimi,<br />

l'eventuale T.T., dipendono come<br />

detto sopra dai risultati che si vogliono<br />

ottenere.<br />

Tali risultati si possono esprimere<br />

generalmente in:<br />

— analisi chimica dello strato superficiale<br />

del deposito;<br />

— spessore interessato da questa<br />

analisi chimica;<br />

— stato superficiale del deposito (in<br />

funzione di eventuali lavorazioni<br />

successive);<br />

— assenza di difetti o limitazioni alla<br />

presenza degli stessi (scorie, porosità,<br />

mancanza di aderenza,<br />

cricche sotto placcato, ecc);<br />

— assenza di suscettibilità a danneggiamene<br />

futuri durante l'esercizio<br />

(disbonding per attacco da H2).<br />

Nell'ambito di un procedimento la<br />

tecnica di saldatura viene recordizzata<br />

in tutte le sue variabili nella cosiddetta<br />

WPS (welding procedure specification)<br />

che riporta tutte le indicazioni<br />

per l'effettuazione del riporto in<br />

tempi successivi.<br />

Esempi di situazioni in esercizio<br />

che possono orientare nella scelta<br />

del procedimento dal punto di vista<br />

qualitativo possono essere:<br />

— Esercizio in impianti che trattano<br />

Urea e derivati: - in tal caso è importante<br />

ridurre al minimo se non<br />

a zero la percentuale di ferrite presente<br />

nel deposito; di conseguenza<br />

bisogna orientarsi su di un nastro<br />

con una composizione chimica<br />

tale che, dopo deposito e conseguente<br />

diluizione con il materiale<br />

sottostante abbia un basso contenuto<br />

di ferrite (1° strato 309 +<br />

316 mod. per Urea o simile).<br />

— Esercizio in presenza d'idrogeno<br />

ad alte temperature: - in tal caso bisogna<br />

adottare un procedimento<br />

che limiti l'apporto termico e le velocità<br />

di avanzamento; bisogna<br />

usare un materiale base con basso<br />

contenuto di carbonio.<br />

Tutto ciò per evitare il fenomeno<br />

detto di «disbonding».<br />

b) Qualifica del procedimento<br />

Definite le scelte progettuali si procede<br />

con la qualifica del procedimento<br />

di saldatura preparando un tallone<br />

di prova ed utilizzando materiali di<br />

qualità analoga a quella del materiale<br />

che verrà usato in produzione: ciò vale<br />

sia per il materiale base sia per il<br />

materiale di apporto.<br />

Il tallone, una volta placcato secondo<br />

le indicazioni della WPS, viene<br />

sottoposto a:<br />

a) trattamento termico, se previsto;<br />

b) controlli non distruttivi (in genere<br />

UT e LP);<br />

e) macrografia;<br />

d) analisi chimiche (a diverse profondità<br />

se richiesto);<br />

e) prove meccaniche Hd e prova di<br />

piega. Particolarmente importante<br />

la prova di piega laterale per rilevare<br />

la fragilità (figura 3);<br />

f) prove di corrosione (se richieste).<br />

Bisogna sottolineare l'importanza<br />

dei punti e) d) e).<br />

Generalmente durante la qualifica<br />

del procedimento vengono qualificati<br />

anche gli operatori.<br />

e) Controllo dei materiali base<br />

e di apporto<br />

Parallelamente all'esecuzione delle<br />

qualifiche dei procedimenti si procede<br />

alla verifica dei certificati di ori-<br />

Fig, 3 - Particolare provetta di piega laterale dopo<br />

piegatura.<br />

gine dei materiali di base e d'apporto<br />

che verranno usati in produzione. Ciò<br />

allo scopo di controllare la congruenza<br />

con le caratteristiche richieste in<br />

fase di progetto e riportate sull'ordine<br />

di acquisto dei materiali.<br />

Una caratteristica molto importante<br />

che viene spesso ricontrollata in fase<br />

di ricevimento dei materiali è la percentuale<br />

di carbonio del materiale<br />

base. .<br />

d) Taratura degli impianti<br />

di saldatura<br />

Dato che il risultato di un'operazione<br />

di saldatura dipende in buona parte<br />

dalla! correttezza e dalla costanza<br />

dei parametri elettrici impostati, è importante<br />

che gli impianti di saldatura<br />

siano sottoposto a periodiche operazioni<br />

di taratura. Operazioni condotte<br />

sulla base di istruzioni/procedure generalmente<br />

facenti parte integrante<br />

del programma di G.Q. di una Società.<br />

A questo punto si può procedere<br />

con le operazioni di Produzione.<br />

Tutte le varie operazioni sopradescritte<br />

e quelle che verranno presentate<br />

più innanzi vengono pianificate<br />

sui vari «piani di fabbricazione e controllo»<br />

ó documenti similari previsti<br />

dal Sistema di Controllo o Garanzia<br />

Qualità del Produttore.<br />

Si deve infatti sottolineare l'importanza<br />

che riveste nel campo della saldatura,<br />

ed in particolare della placcatura,<br />

un approccio in un Sistema di<br />

qualità. Tale approccio comporta la<br />

pianificazione delle attività ed il coinvolgimento,<br />

sin dall'inizio, di tutte le<br />

funzioni aziendali interessate.<br />

Questo permette di valutare da tutti<br />

i punti di vista la saldatura in programma<br />

e di generare la consapevolezza<br />

di tutti quegli aspetti, centrali e<br />

di contorno, che possono risultare<br />

decisivi nel determinare la qualità di<br />

una saldatura.<br />

46 | LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211


1.4. Controlli indiretti durante<br />

la fabbricazione<br />

Appare evidente che, data per<br />

scontata l'importanza dei collaudi intermedi<br />

e finali sul placcato, sono<br />

egualmente importanti i controlli che<br />

vengono eseguiti in fase di produzione<br />

su quei parametri che possono influire<br />

indirettamente sulla qualità del<br />

placcato. Questi controlli infatti possono<br />

permettere di evidenziare e correggere<br />

in tempo utile eventuali problemi<br />

non rilevati in fase di qualifica<br />

o, più spesso, problemi contingenti.<br />

Questo tipo di sorveglianza si esplica<br />

con:<br />

— Verifica della preparazione della<br />

pulizia delle superfici da placcare.<br />

— Verifica delle temperature di preriscaldo<br />

ed interpass nel corso dell'esecuzione<br />

della saldatura, allo<br />

scopo di controllare che tali temperature<br />

siano quelle previste.<br />

— Verifica dei parametri elettrici nel<br />

corso della saldatura, allo scopo di<br />

controllare (al di fuori delle operazioni<br />

periodiche di taratura) l'affidabilità<br />

delle indicazioni della strumentazione<br />

dell'impianto.<br />

— Verifica della buona conservazione<br />

dei materiali d'apporto, soprattutto<br />

per quanto riguarda l'essiccamento<br />

ed il mantenimento a<br />

temperature adeguate, del flusso.<br />

1.5. Controlli diretti durante ed alla<br />

fine della fabbricazione<br />

Indipendentemente dal processo di<br />

saldatura adottato, generalmente la<br />

placcatura viene sottoposta dopo il<br />

suo completamento ad una serie di<br />

controlli e verifiche allo scopo di:<br />

— accertare la sua conformità dimensionale<br />

(spessore) e dello stato<br />

superficiale mediante esame visivo;<br />

— accertare la sua integrità fisica intesa<br />

come l'assenza di imperfezioni<br />

interne o nella zona sottostante<br />

il deposito le quali, per tipologia od<br />

estensione, possono pregiudicare<br />

le prestazioni o l'affidabilità del<br />

manufatto durante l'esercizio;<br />

— accertare che le caratteristiche<br />

chimico-fisiche del deposito siano<br />

conformi alle richieste.<br />

a) Controlli dimensionali e visivi<br />

Esami visivi.<br />

L'esame visivo della placcature destinate<br />

all'impiego allo stato grezzo<br />

(in condizioni di come saldato) assume<br />

una importanza rilevante in quanto,<br />

oltre ad accertare la continuità del<br />

deposito (assenza di vacanze nel ricoprimento<br />

del metallo base) ed il<br />

suo grado di pulizia (assenza di ossidi<br />

o scorie residue del processo di<br />

saldatura) consente di individuare<br />

quelle anomalie superficiali (incisioni<br />

profonde, avvallamenti pronunciati<br />

tra le passate di saldatura e brusche<br />

variazioni di profilo) che costituiscono<br />

una riduzione localizzata dello spessore<br />

od un potenziale innesco per fenomeni<br />

accelerati di tipo corrosivo<br />

durante l'esercizio.<br />

Nei casi particolari la valutazione<br />

accurata dello stato superficiale del<br />

deposito viene condotta esaminando<br />

impronte ottenute dal placcato con<br />

resine termoindurenti esenti da ritiro.<br />

Controlli spessimetrici.<br />

La determinazione dello spessore<br />

di placcatura può essere effettuata<br />

con mezzi non distruttivi utilizzando<br />

vari metodi di misurazione tra cui:<br />

— la correlazione di rilievi dimensionali<br />

eseguiti prima e dopo l'esecuzione<br />

del deposito;<br />

— it rilievo per trasparenza con ultrasuoni;<br />

— la misurazione con mezzi magnetici;<br />

II rilievo dello spessore di placcatura<br />

con tecnica dimensionale si effettua<br />

confrontando misurazioni eseguite<br />

sul componente prima e dopo la<br />

deposizione della placcatura per<br />

mezzo di strumenti di misura lineare<br />

di tipo tradizionale (calibri, micrometri)<br />

oppure per mezzo di misuratori di<br />

spessore ad ultrasuoni.<br />

Questo metodo comporta generalmente<br />

la sottostima dello spessore<br />

effettivo del placcato non essendo<br />

computata la reale penetrazione del<br />

deposito nel materiale base di supporto<br />

(diluizione); al contrario, i rilievi<br />

effettuati con mezzi magnetici od ultrasuoni<br />

comprendono la diluizione<br />

nella misura e quindi consentono la<br />

determinazione dello spessore effettivo<br />

del deposito.<br />

Il controllo dello spessore mediante<br />

ultrasuoni si effettua con trasduttori<br />

diritti ad onde longitudinali e metodo<br />

dell'eco-impulso il quale com'è<br />

noto, consente di introdurre e ricevere<br />

energia ultrasonora in modo ciclico<br />

per mezzo di un unico trasduttore.<br />

Il principio sul quale si basano le<br />

misure è la rivelazione del tempo di<br />

percorrenza, proporzionale al percorso<br />

degli ultrasuoni nel metallo, dell'energia<br />

riflessa sull'interfaccia<br />

placcato-materiale di supporto.<br />

Questi sono notoriamente caratterizzati<br />

da proprietà acustiche dissimili<br />

(impedenze acustiche differenziate)<br />

per cui l'interfaccia, in accordo alla<br />

legge di Snell, è sede di parziale riflessione<br />

del fascio.<br />

Quando la linea di fusione tra deposito<br />

e supporto risulta particolarmente<br />

irregolare, come nel caso della<br />

placcatura manuale con elettrodi rivestiti,<br />

la riflessione sulla linea di fusione<br />

perde direzionalità; l'energia ricevuta<br />

dal trasduttore può risultare<br />

così esigua da impedire l'effettuazione<br />

delle misure con il metodo ultrasonoro.<br />

La determinazione dello spessore<br />

del deposito può essere condotta con<br />

due diverse modalità, accoppiando il<br />

trasduttore sulla superficie della placcatura<br />

oppure sulla superficie opposta<br />

a quest'ultima. In entrambi i casi<br />

le misurazioni sono possibili quando<br />

la superficie del deposito e la linea di<br />

fusione sul metallo base sono essenzialmente<br />

parallele; per le misure<br />

condotte dal metallo base questo requisito<br />

si estende anche alla superficie<br />

di quest'ultimo.<br />

Per la taratura della apparecchiatura<br />

di controllo si richiede l'uso di un<br />

blocco di riferimento costituito da una<br />

provetta placcata realizzata con materiale<br />

di supporto e placcatura identici<br />

a quelli da sottoporre a misura; il<br />

blocco dovrà essere lavorato come<br />

indicato in figura 4 in modo da realizzare<br />

spessori residui di placcatura<br />

differenziati e con valore noto, determinato<br />

con mezzi meccanici sulla sezione<br />

trasversale del blocco stesso.<br />

Per le misure dal lato placcato si<br />

impiegano trasduttori a cristallo doppio<br />

con emittente e ricevente separati<br />

opportunamente orientati (fecalizzati)<br />

47 I LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211


SPESSORI ni PUCCHTUKA con u.<br />

L_| r^i'Tsio"^^'!<br />

dal lato netaMo bas<br />

in modo da ottenere la massima sensibilità<br />

nella zona di interfaccia<br />

placcato-materiale base.<br />

La determinazione dello spessore<br />

dal lato metallo base si effettua invece<br />

con trasduttori a cristallo singolo.<br />

Per entrambe le tecniche di misura è<br />

necessario utilizzare trasduttori ad alta<br />

frequenza che emettono fasci con<br />

divergenza contenuta e caratterizzati<br />

da elevato potere risolutore.<br />

Per il controllo si richiede t'uso di<br />

apparecchiature ultrasonore di tipo<br />

convenzionale, al contrario i misuratori<br />

di spessore ad ultrasuoni in formato<br />

tascabile non sono idonei poiché<br />

la potenza dell'impulso di eccitazione<br />

del trasduttore ed il guadagno<br />

del ricevitore sono carenti e senza<br />

possibilità di regolazione.<br />

Alcuni esempi di oscillogrammi re-<br />

S0X —<br />

6o:-'. —<br />

20/: —<br />

eco d i<br />

i n t e r f ac e i a<br />

\<br />

Eco^rsniia o t tenu to<br />

dal Iato pI aerato<br />

lativi alle due modalità di taratura e di<br />

esecuzione dei rilievi (dal lato placcato<br />

e dal lato opposto) sono indicati in<br />

figura 5; si fa rilevare come nelle misure<br />

effettuate dal lato metallo base<br />

le variazioni di spessore di quest'ultimo<br />

inducano sullo schermo una traslazione<br />

dell'eco di interfaccia che<br />

peraltro non influisce sulla validità<br />

della misura.<br />

La determinazione dello spessore<br />

con mezzi magnetici si effettua generalmente<br />

con strumenti rilevatori della,<br />

permeabilità magnetica che trasformano<br />

il valore della permeabilità<br />

magnetica misurata dalla seconda<br />

stessa nella zona di placcato sottoposta<br />

ad esame in distanza fra sonda e<br />

metallo base (spessore).<br />

Questo tipo di apparecchiatura è<br />

idonea per misure di spessore di<br />

placcati amagnetici realizzati su supporto<br />

ferromagnetico; l'uso su placcati<br />

parzialmente magnetici è possibile<br />

a condizione che il contenuto di<br />

ferrite del deposito sia noto e costante<br />

e che lo strumento sia accuratamente<br />

calibrato prima dell'uso utilizzando<br />

blocchi campione significativi.<br />

b) Controllo dell'integrità<br />

del deposito<br />

RILIEVO SPESSORI DI FIACCATURA CON U.S.<br />

eco d i 1<br />

fondo '<br />

L'integrità del deposito viene verificata<br />

per mezzo di metodi di esame<br />

non distruttivo; i metodi di prova più<br />

comunemente applicati sono l'esame<br />

con liquidi penetranti e l'esame utrasonoro.<br />

eco d i<br />

fondo<br />

i n terf«cci a<br />

K<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

Ecosr-èiMf"is o t tenuto<br />

dal lato netallo base<br />

Fig. 4 • Blocco di taratura per la misurazione<br />

degli spessori di placcatura con U.S.<br />

Fig. 5<br />

Esame con liquidi penetranti.<br />

Lo scopo dell'esame è quello di rilevare<br />

la presenza di discontinuità di<br />

tipo fisico determinate dal processo<br />

di saldatura quali porosità soffiature e<br />

cricche eventualmente presenti sulla<br />

superficie del placcato; la rivelazione<br />

dei difetti superficiali è ottenuta grazie<br />

all'applicazione di particolari liquidi<br />

colorati o fluorescenti caratterizzati<br />

da effetto capillare molto spinto che<br />

consente a questi di penetrare e successivamente,<br />

dopo completa rimozione<br />

dalla superficie in esame, di<br />

fuoriuscire da piccolissimi interstizi<br />

sotto l'azione di un agente sviluppatore.<br />

'<br />

La tecnica di esame pur risultando<br />

relativamente semplice garantisce<br />

una elevata sensibilità; questa è tale<br />

da consentire la rivelazione delle più<br />

piccole '• discontinuità a condizione<br />

che tutte le operazioni critiche del ciclo<br />

di controllo, ed in particolare l'asportazione<br />

dell'eccesso di penetrante,<br />

siano condotte in modo corretto.<br />

Generalmente i prodotti più utilizzati<br />

sonò del tipo a contrasto di colore<br />

con penetrante di colore rosso ed<br />

agente sviluppatore bianco. Un ulteriore<br />

incremento della sensibilità del<br />

metodo può essere ottenuta utilizzando<br />

penetranti fluorescenti; questi prodotti<br />

durante la fase di rilevazione<br />

emettono luce visibile sotto l'azione<br />

di una speciale lampada a raggi ultravioletti<br />

e ciò favorisce il rilevamento'<br />

delle più piccole imperfezioni.<br />

Spesso l'esame con liquidi penetranti<br />

viene prescritto in qualità di<br />

controllo intermedio dopo ogni strato<br />

e prima di procedere alla deposizione<br />

di quello successivo.<br />

Recentemente sono stati messi a<br />

punto penetranti che consentono l'esame<br />

intermedio su superfici alle<br />

condizioni di preriscaldo. Per le superfici<br />

placcate a contatto con il flui-<br />

48 LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211


do di processo le Normative non tollerano<br />

indicazioni a carattere allungato<br />

di tipo cricca; per quelle a carattere<br />

tondeggiante sono previsti criteri di<br />

accettabilità sulla base delle dimensioni<br />

e della frequenza delle indicazioni<br />

rilevate.<br />

Controlli con ultrasuoni.<br />

Il controllo con ultrasuoni delle<br />

placcature inox viene effettuato con<br />

tecniche e modalità diverse in relazione<br />

al tipo ed alte dimensioni dei difetti<br />

da ricercare ed al grado di qualità<br />

richiesto per il componente placcato.<br />

La tecnica di esame più tradizionale<br />

viene applicata per il controllo di<br />

placcati senza particolari requisiti<br />

qualitativi con lo scopo di verificare<br />

l'integrità dell'adesione del deposito<br />

sul metallo base, intesa come assenza<br />

di discontinuità di tipo cricca, fusione<br />

incompleta o inclusione di scoria<br />

di una certa entità, localizzata in<br />

prossimità della linea di fusione.<br />

L'esame viene condotto preferibilmente<br />

dal lato materiale base (lato<br />

non placcato) utilizzando trasduttori<br />

diritti ad ondi longitudinali con frequenza<br />

compresa tra 2 e 4 MHz; se<br />

le condizioni superficiali e geometriche<br />

lo consentono, il controllo può<br />

essere effettuato dalla superficie del<br />

deposito utilizzando trasduttori dello<br />

stesso tipo con emittente e ricevente<br />

separate; analogamente alle misure<br />

di spessore, quest'ultimo tipo di<br />

esplorazione diventa obbligatoria in<br />

assenza di parallelismo tra le superfici<br />

del deposito e del metallo base.<br />

La taratura della sensibilità di controllo<br />

si effettua su blocchi placcati<br />

contenenti un foro piatto realizzato<br />

sull'interfaccia placcato-metallo base<br />

mediante lavorazione meccanica (figura<br />

6).<br />

L'apparecchiatura ultrasonora viene<br />

regolata per ottenere dalla superficie<br />

di fondo del foro, (orientata naturalmente<br />

verso il lato da cui si codurrà<br />

l'esame), una riflessione (eco) di riferimento<br />

alla quale confrontare quelle<br />

rilevate nel corso dell'esame. Di<br />

norma il placcato è accettabile quando<br />

non presenta riflessioni da discontinuità<br />

superiori a quella di riferimento;<br />

si può quindi idealmente ritenere<br />

che il diametro scelto per il foro cam-<br />

pione costituisca quello massimo tollerabile<br />

per i difetti di adesione.<br />

Come riferimento, le normative più<br />

riconosciute (codice ASME) prevedono<br />

il diametro del foro a fondo piatto<br />

pari a 10 mm.<br />

Per applicazione più severa l'esame<br />

viene condotto con taratura della<br />

sensibilità di controllo eseguita su<br />

blocchi contenenti riflettori artificiali<br />

(fori clinici o a fondo piatto) con dimensioni<br />

più ridotte, dell'ordine di<br />

1,5 - 2 mm (figura 7).<br />

Per incrementare le probabilità di<br />

rilevamento delle discontinuità sfavorevolmente<br />

orientate alla direzione di<br />

irraggiamento, (quali ad esempio incollature<br />

tra le passate con andamento<br />

verticale) spesso l'esame con sonda<br />

diritta viene integrato con l'esplorazione<br />

dal lato placcato con sonda<br />

angolata doppia ad onde longitudinali;<br />

utilizzando questi trasduttori per la<br />

ricerca di difetti che si estendono nel-<br />

<strong>CONTROLLO</strong> COtl 1>.S. DEL PLQ^O^TO<br />

1 - for-o a fondo Emtlo 0 IO Mf.<br />

T h<br />

JJL<br />

w<br />

la direzione di saldatura è necessario<br />

effettuare un movimento di scansione<br />

perpendicolare ai cordoni.<br />

La taratura della sensibilità di controllo<br />

viene eseguita utilizzando le riflessioni<br />

ottenute da fori cilindrici relaizzati<br />

a varie profondità nel deposito<br />

del blocco di taratura (figura 8).<br />

Quando sussiste il rischio di cricche<br />

sotto placcato è buona norma effettuare<br />

un esame dal lato deposito<br />

con trasduttori angolati doppi ad onde<br />

longitudinali aventi punto di fuoco<br />

(zona di maggiore sensibilità del trasduttore)<br />

in corrispondenza della zo-<br />

Fig. 6 - Blocco con sonde per esame placcato<br />

(tecnica meno sensibile).<br />

Fig. 7 - Blocco di taratura per esame con alta<br />

sensibilità.<br />

Fig. 8 - Blocco di taratura per ricerca discondinuità<br />

con orientamento verticale.<br />

na termicamente alterata del metallo<br />

base ed angolo di irraggiamento molto<br />

elevato (70 gradi o maggiore).<br />

È noto infatti che le cricche sotto<br />

placcato sono localizzate nella Z.T.A.<br />

del metallo base e sono particolarmente<br />

concentrate nella porzione di<br />

metallo sottostante alla zona di sovrapposizione<br />

delle passate di placcatura<br />

ove il fenomeno dell'ingrossamento<br />

del grano da parte del ciclo<br />

termico di saldatura è più accentuato;<br />

il loro orientamento risulta essenzialmente<br />

perpendicolare alla direzione<br />

di saldatura.<br />

<strong>CONTROLLO</strong> CON U.S. tCL PLACCATO<br />

•1<br />

islsì<br />

49 | LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211<br />


:ori« di sijvra<br />

de I le passate<br />

<strong>CONTROLLO</strong> CON U.S. DEL PLACCATO<br />

o: i : ione<br />

placcatura<br />

ter i al e<br />

base<br />

*a con angolo<br />

rrsgg i amento<br />

e levato<br />

a. sezione trasversale b. sez ione 1ongitud i naI e<br />

T •<br />

R •<br />

Le caratteristiche di questo tipo di<br />

difetto unitamente alle sue ridotte dimensioni,<br />

contenute entro pochi mm<br />

di lunghezza, obbligano ad effettuare<br />

l'esplorazione imprimendo al trasduttore<br />

movimenti prestabiliti e molto accurati<br />

(figura 9).<br />

*<br />

e. v i s t a in p i ari I a<br />

Essendo il tipo di difetto non classificabile<br />

tra quelli di tipo operatorio e<br />

manifestandosi di norma in modo sistematico,<br />

il controllo viene limitato a<br />

ridotte porzioni di deposito comunque<br />

significative per accertare la qualità<br />

del procedimento di placcatura,<br />

adottato per la fabbricazione di componente.<br />

È buona norma ripetere l'esame<br />

dopo tutti i T.T. termici previsti<br />

C


mi di Shaeffler il contenuto di ferrite.<br />

Le analisi possono essere condotte<br />

con varie modalità (quantometrica,<br />

per via umida ecc.) ed in numero variabile<br />

in relazione alle richieste specifiche<br />

delle normative o del Committente.<br />

Un importante mezzo non distruttivo<br />

per verificare rapidamente la<br />

concentrazione dei metalli in lega è<br />

costituito dalla analisi per fluorescenza<br />

a raggi X con apparecchiature portatili;<br />

quelle dell'ultima generazione<br />

sono dotate di sistema di controllo a<br />

microprocessore che consente tarature<br />

e letture estremamente rapide<br />

ed affidabili.<br />

1.6. Difetti riscontrabili<br />

I principali difetti riscontrabili in<br />

una placcatura, possono essere:<br />

1) Cricche all'interno del deposito (figura<br />

11);<br />

2) Cricche sulla linea di fusione;<br />

3) Cricche sotto placcatura;<br />

4) Inclusioni di scoria (figura 12);<br />

5) Mancanza di adesione.<br />

Le cricche nel deposito (punto 1)<br />

sono in genere microcricche che<br />

possono essere causate da vari<br />

fattori; il più frequente è rappresentato<br />

dallo scarso contenuto di<br />

ferrite che spesso il costruttore è<br />

obbligato ad ottenere nel placcato<br />

per garantire a questo una sufficiente<br />

resistenza alla corrosione.<br />

Date le loro dimensioni sono in difficile<br />

rilevazione con esami volumetrici.<br />

Sono rilevabili invece con<br />

liquidi penetranti quando sono affioranti<br />

sulla superficie.<br />

Le cricche sulla linea di fusione sono<br />

dovute in genere ad una cattiva<br />

diluizione tra materiale base e acciaio<br />

depositato che porta alla presenza<br />

di martensite (analisi chimica,<br />

deposito e parametri di saldatura).<br />

Possono essere rilevate mediante<br />

esame UT.<br />

Le cricche sotto placcato sono attribuibili<br />

a vari fattori in genere<br />

concomitanti che portano ad un infragilimento<br />

della ZTA del materiale<br />

base. Sollecitazioni meccanice<br />

esterne (ritiri, T.T., esercizio) danno<br />

origine a questo tipo di difetto.<br />

Si possono rilevare mediante UT.<br />

Le inclusioni di scoria e incollature<br />

si trovano più facilmente nelle zone<br />

di sovrapposizione tra una nastrata<br />

e l'altra. Possono essere rilevate<br />

mediante esame UT.<br />

La mancata adesione del materiale<br />

depositato al materiale base avviene<br />

in genere quando nel tentativo<br />

di ridurre al minimo la diluizione<br />

del materiale depositato ci si pone<br />

nelle condizioni di mancata o im-<br />

Fig. 11 - Cricca nella zona fusa (micrografia<br />

100x).<br />

Fig. 12 - Sezione trasversale del placcato con<br />

inclusione di scoria (micrografia 50x).<br />

Fig. 13 - Configurazione di giunti saldati tra elementi<br />

placcati.<br />

perfetta fusione di alcune zone di<br />

materiale. La rilevazione è abbastanza<br />

facile e viene eseguita con<br />

UT.<br />

2. Parte seconda:<br />

giunzione mediante<br />

saldatura di elementi<br />

placcati<br />

2.1. Definizione e qualificazione<br />

del procedimento<br />

In linea generale la giunzione per<br />

saldatura di elementi preventivamente<br />

placcati comporta la qualificazione<br />

distinta dei processi di saldatura e di<br />

esecuzione della placcatura (ripristino)<br />

in corrispondenza del giunto saldato.<br />

L'eccezione a tale regola si realizza<br />

per i giunti a piena penetrazione<br />

accessibili da un solo lato; in tale caso<br />

poiché le prime passate al vertice<br />

costituiscono anche il ripristino di<br />

placcatura, la qualificazione del procedimento<br />

è comune ad entrambi i<br />

processi con effettuazione combinata<br />

delle prove tecnologiche richieste.<br />

In questo caso molto particolare è<br />

opportuno, dopo aver effettuato «il ripristino<br />

di vertice» per lo spessore richiesto,<br />

completare il giunto evitando<br />

materiali di apporto in acciaio nero ed<br />

utilizzare materiali austenitici o ad alto<br />

tenore di nickel allo scopo di evitare<br />

strutture fragili in prossimità del<br />

vertice stesso.<br />

Nei casi più generali (giunzioni accessibili<br />

da entrambi i lati) la configurazione<br />

tipica dello smusso è quella<br />

indicata in figura 13; in corrispondenza<br />

del vertice è ricavata sull'interno<br />

del componente la sede per il ripristino;<br />

l'esecuzione di questa comporta<br />

la completa asportazione del placcato<br />

per una certa fascia allo scopo di<br />

prevenire inquinamenti durante la<br />

saldatura della zona del vertice.<br />

51 I LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211


Per lo stesso motivo lo smusso di<br />

saldatura del metallo base è configurato<br />

per contenere o addirittura eliminare,<br />

effettuando la prima passata a<br />

piena penetrazione, lo scavo di ripresa.<br />

2.2. Sequenza di saldatura<br />

e di controllo<br />

La sequenza di saldatura tipica per<br />

un giungo di testa tra elementi placcati<br />

prevede:<br />

— la completa esecuzione del giunto<br />

saldato;<br />

— la molatura a paro del cordone di<br />

penetrazione o della ripresa allo<br />

scopo di poter depositare successivamente<br />

il ripristino con spessore<br />

richiesto;<br />

— l'effettuazione dei controlli non distruttivi<br />

previsti per il giunto saldato<br />

(esame con particene magnetiche,<br />

esame radiografico e/o ultrasonoro);<br />

— l'esecuzione del ripristino di placcatura;<br />

— l'esecuzione dei controlli non distruttivi<br />

previsti per il ripristino effettuati<br />

con modalità già indicate<br />

in precedenza.<br />

Spesso sono adottate sequenze diverse<br />

che sono dettate principalmente<br />

dall'esigenza di non interrompere<br />

con l'effettuazione gli esami non distruttivi<br />

per il giunto il ciclo di saldatura<br />

e ripristino; in tali casi il ripristino<br />

deve essere sottoposto agli esami volumetrici<br />

previsti per il giunto saldato<br />

e valutato in termini di accettabilità<br />

difetti come tale.<br />

3. Parte terza: esempio di<br />

costruzione di reattori<br />

per urea placcati in<br />

X2 Cr Ni Mo 25.22.2<br />

Trattasi di uno stripper, di un condenser<br />

e di uno scrubber apparte-<br />

nenti a un impianto di Urea destinato<br />

in Alaska (figura 14).<br />

Il materiale base era un acciaio al<br />

carbonio (tipo SA 516 G 70/ SA 266<br />

C1 2) mentre la placcatura era prevista<br />

con due strati in X 2 Cr Ni Mo 25-<br />

22-2 sia in SAW che in ESW.<br />

Era previsto un T.T. di distensione<br />

dopo la deposizione del primo strato<br />

di placcatura e nessun T.T. per il successivo<br />

per preservare a questo le<br />

massime proprietà antocorrosive.<br />

Per lo stesso motivo le superfici del<br />

placcato non dovevano subire alcuna<br />

lavorazione meccanica.<br />

Era richiesta una costanza di analisi<br />

per 3 mm di profondità.<br />

Prove eseguite in fase di qualifica<br />

del procedimento di placcatura:<br />

a) Prove meccaniche.<br />

a) trazione (del placcato)<br />

b) piega.<br />

b) Esami micro e macrografici.<br />

Ricerca cricche su: deposito manuale;<br />

nastratura; sovrapposizione<br />

nastratura.<br />

Fig. 14 - Scrubber per impianto di produzione di<br />

urea.<br />

e) Prove di corrosione.<br />

Prove di Huey su: deposito manuale;<br />

nastratura; sovrapposizione<br />

nastratura; trazione deposito<br />

manuale/nastratura.<br />

d) Analisi chimica.<br />

In superficie e a —3 mm di profondità.<br />

e) Determinazione della percentuale<br />

di ferrite.<br />

i<br />

f) Controlli non distruttivi: UT - PT<br />

Controlli eseguiti sul materiale<br />

placcato in produzione:<br />

a) Controlli non distruttivi.<br />

Controllo UT dopo il 1 ° strato e dopo<br />

il 2° strato.<br />

Esame con liquidi penetranti dopo<br />

il 1 ° è 2° strato, dopo prova idraulica.<br />

b) Determinazione percentuale di<br />

ferrite.<br />

Dopo 1 deposizione del 2° strato<br />

{massimo 0,6% di ferrite).<br />

Da notare che le prove di corrosione<br />

sono state eseguite in doppio dal<br />

Committente nei proprio laboratori in<br />

Olanda.<br />

52 | LA MECCANICA ITALIANA novembre 1987 n° 211

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