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ANNO IV<br />
NUMERO 34<br />
LUCERA<br />
FEBBRAIO<br />
2012<br />
La voce<br />
del PASTORE<br />
QUARESIMA, TEMPO<br />
DI CORREZIONE<br />
FRATERNA!<br />
+ Domenico CORNACCHIA<br />
B<br />
enedetto XVI riassume il suo Messaggio<br />
per la Quaresima, nell’esortazione<br />
della Lettera agli Ebrei: ”Prestiamo<br />
attenzione gli uni agli altri, per stimolarci<br />
a vicenda nella carità e nelle<br />
buone opere” (10, 24)!<br />
Con le Ceneri siamo proiettati verso il<br />
traguardo interme<strong>di</strong>o della Pasqua e,<br />
quello definitivo, della Santità! La<br />
Quaresima è il tempo favorevole del<br />
grande esodo, del passaggio da uno<br />
stile <strong>di</strong> vita, ripiegato su se stesso,<br />
egocentrico, ad uno stile proiettato<br />
verso Dio e verso il prossimo.<br />
Occorre prestare attenzione (=ad-tendere=tendere<br />
verso…) e premura al<br />
prossimo, alle sue debolezze e alle<br />
sue risorse! Questa è la sfida quaresimale!<br />
Oltre alla classica trilogia dell’elemosina,<br />
del <strong>di</strong>giuno e della preghiera<br />
però, c’è un altro mezzo <strong>di</strong> perfezione:<br />
il superamento dell’in<strong>di</strong>fferenza<br />
celata, a volte, <strong>di</strong>etro una parvenza<br />
<strong>di</strong> rispetto per la “sfera privata”. Non<br />
<strong>di</strong> rado, ce ne usciamo con frasi come:<br />
non volevo importunare, temevo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sturbare, ecc. Ricor<strong>di</strong>amo la parabola<br />
del Buon Samaritano o del ricco<br />
epulone e il povero Lazzaro!? Bisogna<br />
vincere “una sorta <strong>di</strong> anestesia spirituale<br />
che rende ciechi alle sofferenze<br />
altrui”! Come? Risponde il Papa: non<br />
tacendo <strong>di</strong> fronte al male; riscoprendo<br />
l’importanza della correzione fraterna;<br />
riconoscendo come grande servizio<br />
aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con<br />
verità se stessi!<br />
“L’altro mi appartiene”! Dobbiamo<br />
manifestare perciò, un vero amore per<br />
il prossimo, non solo per il suo ambito<br />
materiale, ma soprattutto per quello<br />
morale e spirituale. Il mondo è malato<br />
- <strong>di</strong>ceva Paolo VI - <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> fraternità<br />
tra gli uomini e i popoli!<br />
Tutti possiamo guarire questa malattia,<br />
generando frutti <strong>di</strong> solidarietà, <strong>di</strong><br />
giustizia, <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> compassione<br />
e <strong>di</strong> gioiosa gratuità!<br />
“Gareggiamo nello stimarci a vicenda”!<br />
(Rm 12,10) e, aggiunge Benedetto<br />
XVI, sforziamoci <strong>di</strong>: non tacere <strong>di</strong><br />
fronte al male; <strong>di</strong> non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong><br />
essere noi stessi peccatori e bisognosi<br />
<strong>di</strong> carità nella verità. Questo è il deserto<br />
attraverso il quale intrave<strong>di</strong>amo già<br />
la Terra Promessa <strong>di</strong> Pasqua!<br />
Buon Cammino!<br />
PAG 2<br />
Con amore<br />
accanto<br />
a chi soffre<br />
I Vescovi <strong>di</strong> Puglia<br />
riuniti nella nostra <strong>Diocesi</strong><br />
La Chiesa impegnata sul ruolo del laicato<br />
Piergiorgio AQUILINO<br />
L<br />
a Chiesa chiamata, sempre, a interrogarsi<br />
sul ruolo del laico. Questi infatti<br />
- sappiamo bene - è interpellato, da cristiano,<br />
a vivere a fondo quella sua<br />
impeccabile missione <strong>di</strong> christifideles.<br />
A lui il Maestro non cessa mai <strong>di</strong> rivolgere<br />
il suo più suo accorato invito:<br />
“Vieni e seguimi”.<br />
Rispondere all’appello del Messia,<br />
oggi, alla luce delle sempre più incalzanti<br />
e accattivanti controtendenze proposte<br />
dalla società secolare, si sa, è<br />
impresa assai ardua: l’uomo, però, in<br />
virtù del suo essere fedele cristiano, è<br />
chiamato ovunque all’unione con Dio.<br />
L’instaurare un rapporto con Lui, tendere<br />
alla perfezione cristiana, ossia alla<br />
PAG 3<br />
Il dramma<br />
dell’incontro<br />
dell’uomo con Dio<br />
santità, invita il singolo ad aprirsi al<br />
prossimo, promuovendo quella relazione<br />
<strong>di</strong> fratellanza che solo la comunione<br />
può dare. Incarnare, infatti, nel quoti<strong>di</strong>ano<br />
la piena Rivelazione e la spiritualità<br />
forte che proviene dalla koinonia<br />
(comunione) con Cristo e con la Chiesa,<br />
praticando amore, è uno dei “sentieri”<br />
che, oggi, il laico deve testimoniare.<br />
Nel piano <strong>di</strong> sfida educativa che i<br />
Vescovi hanno voluto lanciare in questi<br />
anni e, in concomitanza con loro anche<br />
il nostro Pastore in “Sentieri <strong>di</strong> Comunione”,<br />
vi è la premura <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care piccoli<br />
germogli spirituali, atti a presentare,<br />
nelle realtà locali, il progetto della<br />
Chiesa o<strong>di</strong>erna. Una Chiesa che, “com-<br />
PAG 4<br />
Il febbraio<br />
religioso<br />
a <strong>Lucera</strong><br />
foto: G. Peter<br />
foto: P. Aquilino<br />
pagna <strong>di</strong> viaggio”, guida i laici alla corresponsabilità.<br />
Queste anche le prerogative dei<br />
Vescovi <strong>di</strong> Puglia che, in seguito al<br />
documento del terzo Convegno Ecclesiastico<br />
della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese dello scorso aprile dal titolo “I<br />
Laici nella Chiesa e nella Società<br />
Pugliese, oggi”, hanno basato le proposizioni<br />
finali sulla figura del laico<br />
impegnato che pone, all’apice del suo<br />
progetto educativo, “la cura delle relazioni”.<br />
Sì, relazionarsi.<br />
Proprio come hanno voluto fare tutti i<br />
Vescovi della Regione ecclesiastica <strong>di</strong><br />
Puglia che, per approfon<strong>di</strong>re e me<strong>di</strong>tare<br />
ancora sui testi <strong>di</strong> quel sempre<br />
attuale documento, da lunedì 30 gennaio<br />
a mercoledì 2 febbraio scorso, si<br />
sono riuniti presso il Centro <strong>di</strong> Spiritualità<br />
“Oasi Betania” della <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Lucera</strong>-<strong>Troia</strong>: “giorni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong><br />
continuità, aperti al <strong>di</strong>alogo e alla verifica<br />
delle situazioni pastorali e sociali <strong>di</strong><br />
ogni singola Chiesa locale; un evento<br />
senza dubbio importante – lo ha commentato<br />
il vescovo monsignor Domenico<br />
Cornacchia – poiché, per la prima<br />
volta nella storia della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>-troia,<br />
si è tenuta una sessione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
della C.E.P. proprio in queste terre<br />
daune”.<br />
Un’occasione sicuramente proficua<br />
anche per le intense, seppur brevi, visite<br />
alle citta<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>Troia</strong> e <strong>Lucera</strong>, programmate<br />
per il 31 gennaio. La seconda<br />
delle tre giornate, <strong>di</strong>fatti, è stata<br />
sfruttata per ammirare le bellezze artistico-religiose<br />
racchiuse all’interno delle<br />
due Cattedrali, monumenti non solo<br />
<strong>di</strong> arte, ma soprattutto <strong>di</strong> fede e storia<br />
<strong>di</strong> un popolo.<br />
I venti vescovi si sono mossi in mattinata<br />
presso la Città <strong>di</strong> <strong>Troia</strong>, ove hanno<br />
potuto respirare la fede e la devozione<br />
<strong>di</strong> un popolo celate all’interno <strong>di</strong> quella<br />
Basilica romanico-pugliese, per poi<br />
portarsi presso le sale del Tesoro Capitolare<br />
che custo<strong>di</strong>scono ori, argenti e i<br />
pregiatissimi Exultet. Nel pomeriggio,<br />
invece la visita a <strong>Lucera</strong>, con prima tappa<br />
alla cella e al Santuario <strong>di</strong> San Francesco<br />
Antonio Fasani, luogo in cui alle<br />
ore 19 è stata presieduta la Celebrazione<br />
Eucaristica dal presidente della<br />
C.E.P., Mons. Francesco Cacucci, per<br />
poi proseguire laddove riposano le<br />
spoglie del beato Agostino Kazotic,<br />
presso il gotico Duomo.<br />
INSERTO<br />
speciale<br />
IL CARDINALE<br />
PIETRO<br />
PARENTE
pagina 2 febbraio 2012 anno IV n. 34<br />
FORMAZIONEeCULTURA<br />
TESTIMONI CREDIBILI PER<br />
L’EMERGENZA EDUCATIVA<br />
EDUCAZIONE<br />
A GUARDARE OLTRE<br />
ETTY HILLESUM<br />
È<br />
Chi<br />
AMA<br />
educa<br />
tra le macerie <strong>di</strong> una giovane anima<br />
ebrea che fiorisce una tra le relazioni più<br />
autentiche tra Dio e la propria creatura “e se<br />
Dio smetterà <strong>di</strong> aiutarmi, toccherà a me aiutare<br />
Dio”, queste le parole che la creatura<br />
viveva attimo dopo attimo quando il buio del<br />
terrore e del male trionfavano apparentemente.<br />
Ester (Etty) Hillesum ha 27 anni quando<br />
7 novembre del ‘43 viene deportata nei<br />
campi <strong>di</strong> concentramento <strong>di</strong> Westerbok-<br />
Auschwitz un viaggio che la porterà a giungere<br />
nella pienezza dell’amore <strong>di</strong> un Dio che<br />
si fa avanti in un silenzio quasi assente ma<br />
che attira a sé, per trasformare ogni attimo<br />
dell’esistenza in sublime preghiera.<br />
“Cercherò <strong>di</strong> aiutarti affinchè tu non venga<br />
<strong>di</strong>strutto dentro <strong>di</strong> me, ma che a priori non<br />
posso prometterti nulla. L’unica cosa che<br />
possiamo salvare <strong>di</strong> questi tempi è un piccolo<br />
pezzo <strong>di</strong> te in noi stessi, mio Dio. E forse<br />
possiamo anche contribuire a <strong>di</strong>sseppellirti<br />
dai cuori devastati <strong>di</strong> altri uomini”, la giovane<br />
ebrea scrive cercando <strong>di</strong> strappare dalla sua<br />
anima la paura, la solitu<strong>di</strong>ne, le crisi che hanno<br />
un contrappeso nella sua attività giuri<strong>di</strong>ca<br />
e nel suo corpo.<br />
L’orrore della deportazione la porterà attraverso<br />
un lavoro profondo della sua anima a<br />
riconoscere che Dio esiste in lei e in tutto ciò<br />
che la circonda con una convinzione: “Il minimo<br />
atto <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o aggiunto a questo mondo lo<br />
rende più inospitale <strong>di</strong> quanto non sia già e il<br />
nostro unico dovere morale è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssodare<br />
in noi stessi vaste aree <strong>di</strong> tranquillità, fintanto<br />
che si sia in grado d’irraggiarla anche<br />
sugli altri. E più pace c’è nelle persone, più<br />
pace ci sarà in questo mondo agitato”. Nello<br />
squallore del campo guarda la realtà. E in<br />
effetti l’educazione del cuore passa da quella<br />
dello sguardo. E che cosa vede Etty? Ciò<br />
che vede, al <strong>di</strong> là del male, è il cielo. Il cielo,<br />
pezzo <strong>di</strong> aria libera, che si stende tutto intero<br />
sopra lei. I pie<strong>di</strong> sono nel fango, ma il cuore<br />
rivolto al cielo, tra questi due poli opposti<br />
della realtà rimane in pie<strong>di</strong>, in una tensione<br />
da cui rifiuta <strong>di</strong> fuggire. La libertà <strong>di</strong> Etty: non<br />
avvelenare il cuore da tutto ciò che lo tormenta.<br />
Le ultime parole del suo <strong>di</strong>ario prima <strong>di</strong> morire<br />
nella camera a gas: “Ho spezzato il mio<br />
corpo come se fosse pane e l’ho <strong>di</strong>stribuito<br />
agli uomini”.<br />
Enza BRUNO<br />
F<br />
Il messaggio del Papa per la giornata mon<strong>di</strong>ale del malato<br />
CON AMORE ACCANTO A CHI SOFFRE<br />
L’ 11 febbraio, memoria liturgica delle<br />
apparizioni della Beata Vergine<br />
Maria a Lourdes, è stata celebrata la<br />
XX Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Malato, istituita<br />
dal beato Giovanni Paolo II. Lo<br />
scopo è <strong>di</strong> sensibilizzare la società a<br />
“donare” all’infermo una adeguata ed<br />
efficiente assistenza e i cristiani a stare<br />
sempre “vicino” a chi soffre; <strong>di</strong><br />
valorizzare sul piano umano e soprannaturale<br />
la sofferenza; <strong>di</strong> far comprendere<br />
sempre meglio l’importanza dell’assistenza<br />
religiosa ai malati da parte<br />
dei sacerdoti.<br />
Per questa “giornata” il Santo Padre<br />
ha scritto un messaggio dal titolo<br />
“Alzati e và, la tua fede ti ha salvato!”<br />
In questo messaggio Benedetto XVI,<br />
ha posto l'accento sui «Sacramenti <strong>di</strong><br />
guarigione», cioè sul Sacramento della<br />
Penitenza e della Riconciliazione e<br />
su quello dell'Unzione degli Infermi,<br />
che hanno il loro naturale compimento<br />
nella Comunione Eucaristica.<br />
Sacramenti che mettono in luce "il<br />
binomio tra salute fisica e rinnova-<br />
Uomo<br />
interiore<br />
LA PERSONA UMANA E I SUOI MOLTI PROFILI<br />
acendo tesoro del mirabile messaggio<br />
biblico, la dottrina sociale della<br />
Chiesa si sofferma anzitutto sulle<br />
principali ed inscin<strong>di</strong>bili <strong>di</strong>mensioni<br />
della persona umana, così da cogliere<br />
le più rilevanti sfaccettature del suo<br />
mistero e della sua <strong>di</strong>gnità. Non sono<br />
infatti mancate in passato, e si affacciano<br />
ancora drammaticamente sullo<br />
scenario della storia attuale, molteplici<br />
concezioni riduttive, <strong>di</strong> carattere<br />
ideologico o dovute semplicemente a<br />
forme <strong>di</strong>ffuse del costume e del pensiero,<br />
riguardanti la considerazione<br />
dell'uomo, della sua vita e dei suoi<br />
destini, accomunate dal tentativo <strong>di</strong><br />
offuscarne l'immagine me<strong>di</strong>ante la<br />
sottolineatura <strong>di</strong> una sola delle sue<br />
caratteristiche, a scapito <strong>di</strong> tutte le<br />
altre.<br />
La persona non può mai essere pensata<br />
unicamente come assoluta in<strong>di</strong>vi-<br />
mento dalle lacerazioni dell'anima"...<br />
Si tratta <strong>di</strong> mezzi preziosi della Grazia<br />
<strong>di</strong> Dio, che aiutano il malato a conformarsi<br />
sempre più pienamente al<br />
Mistero della Morte e Risurrezione <strong>di</strong><br />
Cristo. “Chi, nella propria sofferenza e<br />
malattia - scrive il Papa - invoca il<br />
Signore è certo che il Suo amore non<br />
lo abbandona mai, e che anche l’amore<br />
della Chiesa (…) non viene mai<br />
meno”.<br />
“L’intera comunità ecclesiale - continua<br />
il Papa - e le comunità parrocchiali<br />
in particolare, prestino attenzione<br />
nell’assicurare la possibilità <strong>di</strong> accostarsi<br />
con frequenza alla Comunione<br />
sacramentale a coloro che, per motivi<br />
<strong>di</strong> salute o <strong>di</strong> età, non possono recarsi<br />
nei luoghi <strong>di</strong> culto”. Il Papa, ricorda<br />
come ogni sacramento esprime ed<br />
attua la prossimità <strong>di</strong> Dio Stesso. Il<br />
compito della Chiesa, è certamente<br />
l’annuncio del Regno <strong>di</strong> Dio, “ma proprio<br />
questo stesso annuncio deve<br />
essere un processo <strong>di</strong> guarigione:<br />
"...fasciare le piaghe dei cuori spezza-<br />
dualità, e<strong>di</strong>ficata da se stessa e su se<br />
stessa, quasi che le sue caratteristiche<br />
proprie non <strong>di</strong>pendessero da altri che<br />
da sé. Né può essere pensata come<br />
pura cellula <strong>di</strong> un organismo <strong>di</strong>sposto<br />
a riconoscerle, tutt'al più, un ruolo<br />
funzionale all'interno <strong>di</strong> un sistema. Le<br />
concezioni riduttive della piena verità<br />
dell'uomo sono state già più volte<br />
oggetto della sollecitu<strong>di</strong>ne sociale<br />
della Chiesa, che non ha mancato <strong>di</strong><br />
levare la sua voce nei confronti <strong>di</strong> queste<br />
come <strong>di</strong> altre prospettive, drasticamente<br />
riduttive, preoccupandosi <strong>di</strong><br />
annunciare invece «che gli in<strong>di</strong>vidui<br />
non ci appaiono slegati tra loro quali<br />
granelli <strong>di</strong> sabbia; ma bensì uniti in<br />
organiche, armoniche e mutue relazioni»<br />
e che l'uomo non può essere<br />
inteso come «un semplice elemento e<br />
una molecola dell'organismo sociale»,<br />
curando quin<strong>di</strong> che all'affermazione<br />
ti" (Is 61,1)» (ibid.), secondo l'incarico<br />
affidato da Gesù ai suoi <strong>di</strong>scepoli (cfr<br />
Lc 9,1-2; Mt 10,1.5-14; Mc 6,7-13).<br />
Avviandosi al termine Benedetto XVI<br />
sottolinea come il “messaggio per la<br />
XX Giornata Mon<strong>di</strong>ale del malato<br />
“Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!”<br />
guarda anche al prossimo “anno della<br />
fede” occasione propizia e preziosa<br />
per scoprire la forza e la bellezza della<br />
fede, approfon<strong>di</strong>re i contenuti e per<br />
testimoniarla nella vita <strong>di</strong> ogni giorno”.<br />
Il Papa incoraggia i malati e i sofferenti<br />
a “trovare sempre un’ancora<br />
sicura nella fede, alimentata dall’ascolto<br />
della Parola <strong>di</strong> Dio, dalla preghiera<br />
personale e dai sacramenti”,<br />
ed esorta i sacerdoti ad “essere sempre<br />
più <strong>di</strong>sponibili alla loro celebrazione<br />
per gli infermi, pieni <strong>di</strong> gioia, premurosi<br />
verso i più deboli, i semplici, i<br />
peccatori, manifestando l’infinita<br />
misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> con le parole rassicuranti<br />
della speranza”.<br />
Donato COPPOLELLA<br />
del primato della persona non corrispondesse<br />
una visione in<strong>di</strong>vidualistica<br />
o massificata.<br />
La fede cristiana, mentre invita a ricercare<br />
ovunque ciò che è buono e<br />
degno dell'uomo, «si pone al <strong>di</strong> sopra<br />
e talvolta all'opposto delle ideologie<br />
in quanto riconosce Dio, trascendente<br />
e Creatore, che interpella, a tutti i<br />
livelli della creazione, l'uomo quale<br />
essere responsabilmente libero».<br />
La dottrina sociale si fa carico delle<br />
<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>mensioni del mistero dell'uomo,<br />
che richiede <strong>di</strong> essere accostato<br />
«nella piena verità della sua esistenza,<br />
del suo essere personale ed<br />
insieme del suo essere comunitario e<br />
sociale», con un'attenzione specifica,<br />
così da consentirne la valutazione più<br />
puntuale.<br />
Compen<strong>di</strong>o della Dottrina Sociale della Chiesa
SPECIALE n. 6<br />
Car<strong>di</strong>nale<br />
Pietro Parente<br />
ANNO IV<br />
NUMERO 34<br />
LUCERA<br />
FEBBRAIO<br />
2012<br />
CENNI BIOGRAFICI<br />
Dino DE CESARE<br />
N<br />
asce a Casalnuovo Monterotaro il 18<br />
febbraio 1891, da padre muratore e<br />
madre casalinga. Nel 1906 entra nel<br />
Seminario Arcivescovile <strong>di</strong> Benevento,<br />
dove rimane fino alla prima classe liceale.<br />
Nel 1909 entra nel Seminario Pio in<br />
Roma, fondato da Pio IX. A Roma consegue<br />
le lauree in Filosofia e Teologia a<br />
sant' Apollinare e al Laterano.<br />
Viene or<strong>di</strong>nato sacerdote il 18 marzo<br />
1916 a Roma. Nel novembre dello stesso<br />
anno il car<strong>di</strong>nale Alessio Ascalesi lo<br />
chiama a Benevento quale rettore del<br />
Seminario, incarico che ricopre fino al<br />
1926. In quegli anni è anche canonico<br />
del Capitolo Metropolitano <strong>di</strong> Benevento,<br />
conseguendo la laurea in Lettere e<br />
Filosofia presso la Regia Università <strong>di</strong><br />
Napoli. Richiamato a Roma, dal 1926 al<br />
1938 insegna Teologia dogmatica nella<br />
Pontificia Università Lateranense e dal<br />
1930 al 1955 nella Pontificia Università<br />
Urbaniana. Dal 1934 al 1938 è Rettore<br />
del Collegio Urbano <strong>di</strong> Propaganda<br />
Fide. Nel 1938 è inviato a Napoli per<br />
rifondare la Facoltà <strong>di</strong> Teologia e Diritto<br />
canonico presso l’Ateneo Arcivescovile.<br />
Nel 1939 ritorna a Roma per riprendere<br />
l’insegnamento teologico negli Atenei<br />
Urbaniano <strong>di</strong> Propaganda Fide e del<br />
Laterano. È consultore delle Sacre Congregazioni<br />
vaticane del Santo Ufficio del<br />
Concilio, <strong>di</strong> Propaganda Fide e dei Seminari<br />
e delle Università degli stu<strong>di</strong>.<br />
Il 6 agosto 1952 è inviato dal Papa Pio XII<br />
a Quebec (Canada) quale suo rappresentante<br />
per il Centenario dell’Università<br />
Laval.<br />
Il 14 giugno 1953 è nominato Canonico<br />
della Basilica <strong>di</strong> San Pietro. Dal 1929 è<br />
Esaminatore Apostolico del Clero romano;<br />
dal 1953 Socio della Pontificia Accademia<br />
<strong>di</strong> san Tommaso e dal 1954<br />
Segretario della Pontificia Accademia<br />
Teologica. Il 15 settembre 1955 Pio XII lo<br />
nomina arcivescovo <strong>di</strong> Perugia, incarico<br />
che ricopre fino al 1959. Nello stesso<br />
anno Giovanni XXIII lo richiama a Roma<br />
nominandolo Assessore della Suprema<br />
Sacra Congregazione del Santo Uffizio.<br />
In tale veste partecipa al Concilio Vaticano<br />
II ed è presidente della commissione<br />
che tratta il tema della “collegialità episcopale”,<br />
con vari interventi orali e scritti<br />
sulla Rivelazione, sulla Chiesa, sulla libertà<br />
religiosa, sui problemi morali oggetto<br />
dello schema XIII (“Gau<strong>di</strong>um et spes”) e<br />
soprattutto sulla Mariologia.<br />
Il 26 giugno 1967 il Papa Paolo VI lo eleva<br />
alla porpora car<strong>di</strong>nalizia assegnandogli<br />
il titolo <strong>di</strong> San Lorenzo in Lucina.<br />
Il 31 maggio 1978 in rappresentanza del<br />
Pontefice torna per l’ultima volta a Foggia<br />
per pronunciare la “bolla papale” in<br />
occasione della cerimonia per l’elevazione<br />
a Basilica del santuario dell’Incoronata<br />
Si spegne a Roma il 29 <strong>di</strong>cembre del<br />
1986, all’età <strong>di</strong> 95 anni e 10 mesi. Le sue<br />
spoglie sono custo<strong>di</strong>te, per suo stesso<br />
volere, nell’antica abbazia <strong>di</strong> Maria santissima<br />
della Rocca a Casalnuovo Monterotaro.<br />
SANTA MESSA PER LE ESEQUIE DEL CARD. PIETRO PARENTE<br />
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II<br />
Mercoledì, 31 <strong>di</strong>cembre 1986<br />
“O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti<br />
cerco, <strong>di</strong> te ha sete l’anima mia . . .”.<br />
Signori car<strong>di</strong>nali, fratelli e sorelle!<br />
1. Le parole che abbiamo pronunziato,<br />
recitando il Salmo responsoriale, penso<br />
si ad<strong>di</strong>cano particolarmente al card. Pietro<br />
Parente, che ci ha lasciati alla veneranda<br />
età <strong>di</strong> novantasei anni, dopo<br />
un’intensa vita tutta spesa al servizio <strong>di</strong><br />
Dio e della Chiesa, nell’amore e nell’insegnamento<br />
della Verità.<br />
“Nel santuario ti ho cercato - continua il<br />
Salmo - per contemplare la tua potenza e<br />
la tua gloria. A te si stringe l’anima mia, e<br />
la forza della tua destra mi sostiene” (Sal<br />
62). Davvero, fin dalla sua prima giovinezza,<br />
il card. Parente ha stretto a Dio la<br />
sua anima, a lui, verità assoluta, conosciuta<br />
dalla ragione, rivelata da Cristo e insegnata<br />
dalla Chiesa; e dalla sua forza<br />
invincibile si è sentito sempre sostenuto.<br />
Oggi siamo qui, con la mestizia che umanamente<br />
la realtà della morte non può<br />
non portare nei nostri animi, per celebrare<br />
le esequie <strong>di</strong> un grande teologo, che<br />
è stato maestro e guida, e che ha onorato<br />
la Chiesa e il collegio car<strong>di</strong>nalizio.<br />
2. Riandare la sua lunga vita, significa<br />
spingerci a ritroso nella storia <strong>di</strong> questo<br />
secolo, esaltato da mirabili conquiste<br />
della scienza e della tecnica, ma anche<br />
oppresso da crisi dei valori cristiani; contrassegnato<br />
da un meraviglioso progresso,<br />
ma anche insi<strong>di</strong>ato dal relativismo<br />
morale e dalla violenza. In questo immane<br />
processo <strong>di</strong> contrasti e <strong>di</strong> nuove<br />
espressioni del pensiero e del costume,<br />
il card. Parente non è stato soltanto spettatore,<br />
ma persona autorevole e impegnata,<br />
e, in certo modo, anche protagonista.<br />
Nato in Casalnuovo Monterotaro, della<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>, fu or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />
nel marzo del 1916. Dopo aver <strong>di</strong>retto<br />
per <strong>di</strong>eci anni il seminario arcivescovile <strong>di</strong><br />
Benevento, assunse la cattedra <strong>di</strong> teologia<br />
dogmatica all’Ateneo Lateranense e<br />
poi, nel 1950, la cattedra <strong>di</strong> teologia<br />
dogmatica all’Ateneo <strong>di</strong> “Propaganda<br />
Fide”.<br />
Nel 1955 Papa Pio XII volle che all’intensa<br />
attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> docente, il card.<br />
Parente unisse anche l’esperienza della<br />
<strong>di</strong>retta responsabilità pastorale e lo<br />
nominò arcivescovo <strong>di</strong> Perugia. Quattro<br />
anni dopo Papa Giovanni XXIII lo richiamava<br />
a Roma per nominarlo assessore<br />
dell’allora Congregazione del Santo Uffizio,<br />
della quale poi fu segretario. Nel<br />
1967 Paolo VI lo elesse car<strong>di</strong>nale<br />
3. Il 18 marzo <strong>di</strong> quest’anno, in occasione<br />
del settantesimo anniversario della<br />
sua or<strong>di</strong>nazione sacerdotale, il card.<br />
Parente così scriveva: “Grande dono <strong>di</strong><br />
Dio il sacerdozio, che crea però l’esigenza<br />
della nostra corrispondenza alla grazia<br />
<strong>di</strong>vina. Secondo la dottrina della Chiesa<br />
il sacerdote si definisce «alter Christus» e<br />
«testis Christi»; il sacerdote deve riprodurre<br />
in sé Cristo per irra<strong>di</strong>arlo nel mondo<br />
con le parole e con l’esempio, rendendo<br />
testimonianza a lui fino al sangue.<br />
L’itinerario sacerdotale è una «Via crucis»<br />
. . . Posso <strong>di</strong>re che ho avuto la mia «Via<br />
crucis», soffrendo abbastanza per la<br />
Chiesa” (L’Osservatore Romano, 9 marzo<br />
1986). Sono parole emblematiche,<br />
che sintetizzano la sua lunga esistenza <strong>di</strong><br />
sacerdote e <strong>di</strong> teologo; egli ha amato la<br />
Verità e per la Verità ha anche sofferto;<br />
ha camminato nella fede - come scriveva<br />
san Paolo ai Corinzi nella seconda lettura<br />
della Messa o<strong>di</strong>erna -, sempre pieno<br />
<strong>di</strong> fiducia, ra<strong>di</strong>cando la sua vita cristiana<br />
e sacerdotale totalmente su Cristo e<br />
orientandola totalmente verso la Gerusalemme<br />
celeste, la vera e definitiva<br />
<strong>di</strong>mora <strong>di</strong> Dio con gli uomini, convinto<br />
del valore decisivo delle consolanti parole<br />
del <strong>di</strong>vin Maestro: “Non sia turbato il<br />
vostro cuore! . . . Io vado a prepararvi un<br />
posto . . . perché siate anche voi dove<br />
sono io . . .” (Gv 14, 3-6).<br />
Egli ci è <strong>di</strong> esempio e <strong>di</strong> stimolo; e noi,<br />
mentre preghiamo per lui, lo ringraziamo!<br />
4. In una intervista concessa lo scorso<br />
anno a un quoti<strong>di</strong>ano egli esprimeva la<br />
sua piena fedeltà al Concilio Vaticano II e<br />
la sua fiducia per l’avvenire della Chiesa:<br />
“Il Concilio si è aperto sotto il segno <strong>di</strong><br />
un «aggiornamento» che non è stroncatura<br />
e condanna - così egli <strong>di</strong>ceva - ma<br />
piuttosto proposito della Chiesa <strong>di</strong> ripresentarsi<br />
al mondo moderno in una nuova<br />
veste . . . Il Concilio affronta la crisi e<br />
cerca <strong>di</strong> superarla con metodo positivo,<br />
affermando la Verità che esclude l’errore.<br />
In questo atteggiamento c’è del nuovo,<br />
che è sano sviluppo, ma non travisamento<br />
. . . È mia ferma convinzione che<br />
il Concilio è stato provvidenziale, per<br />
arrestare gli errori e per suscitare nella<br />
Chiesa un salutare rinnovamento teoretico<br />
e pratico che darà i suoi frutti”.<br />
Il card. Parente, che tanto scrisse a <strong>di</strong>fesa<br />
della verità contro le deviazioni dottrinali,<br />
ci ha dato una lezione <strong>di</strong> sano e<br />
costruttivo ottimismo. Ben aggiornato<br />
circa le varie correnti della cultura<br />
moderna e cosciente dei rischi che talune<br />
<strong>di</strong> esse possono comportare per le<br />
coscienze cristiane, egli ha sempre <strong>di</strong>feso<br />
apertamente il valore della ragione<br />
nella conoscenza della realtà, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Dio, della Verità annunziata da Cristo, il<br />
Verbo Incarnato, e affidata alla Chiesa. Il<br />
cristianesimo infatti non è solamente<br />
“cultura” e “civiltà”; è essenzialmente<br />
“rivelazione” e perciò “dogma” e<br />
“mistero”. Egli ha sempre appassionatamente<br />
sottolineato che il vero teologo è<br />
colui che insegna ad accettare il Mistero,<br />
e quin<strong>di</strong> insegna a pregare, ad adorare,<br />
ad amare con pazienza e sacrificio, a<br />
obbe<strong>di</strong>re alla legge <strong>di</strong> Dio e alle <strong>di</strong>sposizioni<br />
della Chiesa, ad attendere con<br />
ansia gioiosa l’eterna ricompensa del<br />
cielo. La vera teologia deve rendere più<br />
buoni; deve invogliare ad essere santi<br />
con l’aiuto della preghiera e dei sacramenti.<br />
In questo modo egli visse la teologia<br />
che credeva e che insegnava.<br />
Con una certa amarezza così scriveva nel<br />
suo ultimo articolo pubblicato nell’aprile<br />
<strong>di</strong> quest’anno: “La crisi <strong>di</strong> oggi è soprattutto<br />
crisi religiosa e, in concreto, è<br />
<strong>di</strong>stacco da Cristo” (Palestra del clero,<br />
15 aprile 1986).<br />
Oggi il mondo contemporaneo ha bisogno<br />
<strong>di</strong> certezze circa il senso della vita, e<br />
in questa prospettiva il card. Parente è<br />
stato maestro, ricordando ciò che scriveva<br />
san Paolo: “È Cristo che noi annunziamo,<br />
ammonendo e istruendo ogni<br />
uomo con sapienza, per rendere ciascuno<br />
perfetto in Cristo” (Col 1, 28).<br />
La Verità ricercata, amata, <strong>di</strong>fesa e vissuta;<br />
la Verità che è Dio rivelante; la Verità<br />
che è Cristo, vivente nell’Eucaristia; questa<br />
si può definire la vita del nostro amato<br />
fratello card. Pietro Parente!<br />
5. Pur con tutti i suoi meriti e la sua de<strong>di</strong>zione<br />
al servizio della Chiesa, il card.<br />
Parente attendeva con timore l’incontro<br />
con Dio: “Pensando ormai al mio prossimo<br />
giu<strong>di</strong>zio finale - così scriveva nel già<br />
citato articolo per il settantesimo dell’or<strong>di</strong>nazione<br />
sacerdotale - io tremo per le<br />
mie formidabili responsabilità”, ma soggiungeva:<br />
“Ma mi attacco alla Vergine<br />
santissima, Madre <strong>di</strong> Dio, e Madre mia,<br />
che ho sempre teneramente amato,<br />
invocandola con la Chiesa Madre della<br />
grazia <strong>di</strong>vina e della misericor<strong>di</strong>a. E questo<br />
può cambiare il tremito del mio timore<br />
in fremito <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> speranza per<br />
la mia salvezza eterna”.<br />
Noi ringraziamo il Signore per aver dato<br />
alla Chiesa del nostro tempo questa<br />
testimonianza della personalità del card.<br />
Parente; e mentre preghiamo per lui,<br />
invochiamo Maria, Madre nostra, con le<br />
sue stesse commoventi parole: “O<br />
Maria, nel tuo cuore materno - chiu<strong>di</strong> i<br />
cuori che sperano in te!”.
U<br />
pagina 2 febbraio 2012 anno IV n. 34 Numero speciale<br />
n paese, Casalnuovo Monterotaro,<br />
che come altri del Preappennino dauno<br />
si caratterizza sempre più per l’invecchiamento<br />
della sua popolazione a causa,<br />
oltre che dell’emigrazione delle forze<br />
giovani e intellettuali, anche delle nascite<br />
sempre più scarse che fanno pendere<br />
la bilancia a favore della popolazione<br />
anziana.<br />
Attualmente il paese fa registrare una<br />
popolazione <strong>di</strong> circa 500 anziani su<br />
1.671 abitanti complessivi, il che presuppone<br />
seri bisogni socio-assistenziali<br />
della fascia anziana e quin<strong>di</strong> concreti e<br />
mirati interventi nel settore.<br />
È il caso <strong>di</strong> evidenziare che proprio a<br />
favore degli anziani e, in genere, delle<br />
persone meno abbienti e più bisognose,<br />
la chiesa locale negli ultimi anni, grazie<br />
all’incisiva azione pastorale dell’ex parroco<br />
don Domenico D’Avella, <strong>di</strong> quello<br />
attuale don Mario De Crescenzo, <strong>di</strong><br />
padre Giovanni Salerno, della Congregazione<br />
degli Oblati, che ha realizzato<br />
un’accogliente Casa <strong>di</strong> riposo, del Consiglio<br />
parrocchiale, ha fatto e sta facendo<br />
molto portando loro sempre una<br />
parola <strong>di</strong> conforto, oltre che un concreto<br />
aiuto materiale, per non farli sentire trascurati<br />
ed emarginati.<br />
A<br />
IL PAESE DEL CARDINALE PIETRO PARENTE<br />
25 anni dalla scomparsa, l’Osservatore<br />
Romano ha de<strong>di</strong>cato un’intera<br />
pagina al car<strong>di</strong>nale Pietro Parente, curata<br />
dal professore Antonio Pitta, della<br />
Pontificia Università Lateranense, il quale<br />
ha concluso la sua dotta e articolata<br />
<strong>di</strong>ssertazione affermando: «Senza temere<br />
<strong>di</strong> peccare <strong>di</strong> riduzionismo il termine<br />
“mistero” attraversa l’intera produzione<br />
teologica <strong>di</strong> Parente: dal e nel mistero <strong>di</strong><br />
Cristo quello della Chiesa, perché il cristianesimo<br />
non si riduce a movimento<br />
culturale, bensì è anzitutto espressione<br />
del mistero <strong>di</strong> Dio e dell’uomo in Gesù<br />
Cristo. E, anticipando le urgenze per la<br />
nuova evangelizzazione e per la fede del<br />
nostro tempo, poco prima <strong>di</strong> morire nel<br />
1986 non esitò a <strong>di</strong>chiarare: “La crisi <strong>di</strong><br />
oggi è soprattutto crisi religiosa e, in<br />
concreto, è <strong>di</strong>stacco da Cristo”».<br />
Era il 29 <strong>di</strong>cembre del 1986 quando,<br />
all’età <strong>di</strong> 96 anni, il car<strong>di</strong>nal Parente<br />
lasciava la vita terrena, inducendo il<br />
papa Giovanni Paolo II ad affermare,<br />
Un’attenzione, questa, verso le problematiche<br />
sociali e religiose della comunità<br />
locale, che il nuovo parroco don<br />
Mario De Crescenzo vuole fortemente<br />
perseguire «per rinnovare nei cuori <strong>di</strong><br />
tutti i Casalnovesi lo spirito della fede e<br />
il valore della pace e della riconciliazione<br />
cristiana tra tutti». Basta un nome per<br />
tutti, quello del car<strong>di</strong>nale Pietro Parente,<br />
grande educatore <strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong><br />
sacerdoti ed illustre teologo che ha avuto<br />
un ruolo preponderante nel Concilio<br />
Vaticano II, per <strong>di</strong>re come e quanto<br />
(sacerdoti, padri oblati e rogazionisti,<br />
suore) Casalnuovo ha dato alla Chiesa e<br />
vuole ancora dare nel solco della tra<strong>di</strong>zione<br />
religiosa.<br />
Da queste considerazioni emergono<br />
alcuni essenziali punti <strong>di</strong> riferimento per<br />
“leggere” in prospettiva il futuro religioso<br />
e sociale della comunità casalnovese.<br />
Certamente occorre maggiore e più<br />
qualificato impegno cristiano da parte <strong>di</strong><br />
tutti. Spesso si è solo “spettatori” e non<br />
“attori” della vita cristiana quoti<strong>di</strong>ana,<br />
sul lavoro, nei rapporti con gli altri,<br />
rispetto ai sacramenti, limitandosi ad<br />
“andare a messa” o a sottoporsi a qualche<br />
pratica pia <strong>di</strong> rito, <strong>di</strong> fronte agli<br />
“appelli” del parroco e dei sacerdoti a<br />
durante le esequie svoltesi in Vaticano:<br />
«É morto un patriarca! Un grande teologo<br />
che è stato maestro e guida e che ha<br />
onorato la Chiesa e il Collegio car<strong>di</strong>nalizio».<br />
Una scomparsa che ha lasciato il<br />
vuoto, non solo in tutto il mondo ecclesiastico,<br />
ma soprattutto nella piccola<br />
comunità che il 16 febbraio del 1891 gli<br />
dette i natali, Casalnuovo Monterotaro,<br />
e che il 16 maggio del 1988 gli ha intitolato<br />
la via principale del paese, oggi<br />
appunto Corso Car<strong>di</strong>nale Pietro Parente<br />
(ex Corso Vittorio Emanuele II), inaugurata<br />
tra il tripu<strong>di</strong>o dell’intera popolazione<br />
dal car<strong>di</strong>nale Pietro Palazzini, ed il 12<br />
agosto del 1998 gli eresse un busto<br />
bronzeo in piazza Plebiscito alla presenza<br />
del car<strong>di</strong>nale Salvatore De Giorgi,<br />
allora arcivescovo <strong>di</strong> Palermo.<br />
«La vita del Parente fu un autentico servizio<br />
alla Chiesa e ai Pontefici che si<br />
sono succeduti sulla cattedra <strong>di</strong> Pietro» -<br />
dare più linfa propulsiva alle tante iniziative<br />
e attività parrocchiali che la chiesa<br />
locale intraprende per l’elevazione<br />
morale e cristiana dei ragazzi, dei giovani<br />
e delle famiglie.<br />
Un impegno che, se profuso con passione<br />
e senso cristiano, contribuirà senza<br />
dubbio a sconfiggere i mali che frenano<br />
da decenni la crescita socio-economica<br />
del paese, come la <strong>di</strong>soccupazione e il<br />
progressivo abbandono dell’attività primaria<br />
locale, che è l’agricoltura.<br />
Un impegno essenziale, questo, riba<strong>di</strong>to<br />
anche dal giovane sindaco Pasquale De<br />
Vita, perché «il paese deve guardare<br />
con fiducia al futuro senza però <strong>di</strong>menticare<br />
il passato, valorizzando le sue risorse<br />
endemiche. La nostra Comunità deve<br />
credere nella propria volontà <strong>di</strong> riscatto<br />
e <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> nuove opportunità<br />
per i propri figli». È una “sfida” che la<br />
Comunità casalnovese deve volere fortemente<br />
vincere, abbattendo le barriere<br />
dell'in<strong>di</strong>vidualismo, dell’antagonismo e<br />
della contrapposizione a tutti i costi.<br />
E così un “viaggio” dentro la cronaca<br />
delle problematiche locali si conclude<br />
con un anelito <strong>di</strong> speranza.<br />
L'ATTUALITÀ DELL’INSEGNAMENTO UMANO E TEOLOGICO<br />
DEL CARDINALE PIETRO PARENTE<br />
D. D. C.<br />
afferma ancora Pitta sull’Osservatore<br />
Romano - «Un servizio fedele e innervato<br />
sull’amore alla Verità che è Gesù Cristo<br />
e, per questo, non esente da sofferenze».<br />
Nel 1996, nell’anniversario del<br />
decennale della morte dell’illustre Porporato,<br />
sempre sull’Osservatore Romano,<br />
Luigi Bugliolo scriveva: «L’insegnamento<br />
del card. Parente continua tuttora<br />
ad irra<strong>di</strong>are, nella parola <strong>di</strong> tanti professori<br />
e pastori d’anime da lui egregiamente<br />
preparati con la dottrina e con<br />
l’esempio in ogni parte del mondo, la<br />
luce per mezzo <strong>di</strong> quei fortunati che<br />
l’ebbero come maestro e modello <strong>di</strong> vita<br />
sacerdotale».<br />
Per anni suo intimo e prezioso collaboratore,<br />
nonché segretario particolare e<br />
biografo, monsignor Michele Di Ruberto,<br />
originario <strong>di</strong> Pietramontecorvino, nel<br />
1991 ha raccolto in un volume (“Bibliografia<br />
del card. Pietro Parente”) la<br />
copiosa opera del porporato casalnovese<br />
e dauno, ricca <strong>di</strong> ben 427 titoli, tra<br />
monografie, opuscoli, articoli e volumi<br />
in materia prevalentemente filosofica e<br />
teologica, tra i quali “L’Io <strong>di</strong> Cristo”, tra<br />
le sue opere fondamentali, fino ad uno<br />
dei suoi ultimi libri, “La crisi della Verità<br />
e il Concilio Vaticano II”.<br />
«Anche nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> profonda crisi teologica,<br />
il card. Parente ha sempre conservato<br />
la sua linea» - puntualizza Di<br />
Ruberto - «che ha rispettato il patrimonio<br />
della tra<strong>di</strong>zione nella sua trama<br />
sostanziale, ma sempre sensibile e aper-<br />
to alla cultura moderna, selezionandone<br />
e adottandone il meglio. Questo criterio<br />
<strong>di</strong> equilibrio egli lo ha <strong>di</strong>mostrato nel<br />
Concilio Vaticano II e nelle pubblicazioni<br />
più vivaci».<br />
Pietro Parente scelse come motto e programma<br />
per il suo ministero episcopale<br />
l’asserzione paolina “Veritatem facientes<br />
in caritate”.<br />
D. D. C.
CRONACHEedESPERIENZE<br />
VI anniversario <strong>di</strong> don Divo Barsotti<br />
IL DRAMMA DELL’INCONTRO DELL’UOMO CON DIO<br />
D<br />
omenica 19 febbraio alle 8,30 nel<br />
Santuario Madre <strong>di</strong> Dio Incoronata <strong>di</strong><br />
Foggia, padre Damiano Silva, monaco<br />
della “Comunità dei figli <strong>di</strong> Dio”, e<br />
l’Assistente generale Vito Di Ciaula<br />
commemoreranno il 6° anniversario<br />
della morte del Fondatore don Divo<br />
Barsotti, trattando il tema “Il dramma<br />
dell’incontro dell’uomo con Dio”,<br />
commentando pagine del suo <strong>di</strong>ario<br />
La lotta con l’Angelo.<br />
Don Divo, oggi riconosciuto come<br />
mistico del 900 e come uno degli<br />
scrittori <strong>di</strong> spiritualità più importanti<br />
del secolo, innamorato <strong>di</strong> Dio, appassionato<br />
ricercatore della verità a tutti<br />
comunicava, attraverso i ritiri spirituali<br />
e i suoi oltre 150 libri, il suo carisma<br />
speciale che Dio gli aveva donato;<br />
(nel 1972 fu chiamato a pre<strong>di</strong>care in<br />
Vaticano gli esercizi spirituali per il<br />
Papa Paolo VI). La “Comunità dei figli<br />
<strong>di</strong> Dio” è una famiglia religiosa che si<br />
ispira alla spiritualità monastica orien-<br />
S<br />
Veglia per la pace<br />
Educare i giovani<br />
abato 21 gennaio nella cattedrale <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong> si è tenuta la<br />
veglia <strong>di</strong> preghiera per la pace presieduta dal vescovo<br />
Domenico Cornacchia. Alla veglia, oltre alla partecipazione<br />
<strong>di</strong> molti giovani e adulti <strong>di</strong> Azione Cattolica, sono stati presenti<br />
i sindaci <strong>di</strong> <strong>Troia</strong> Domenico Beccia, <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong> Pasquale<br />
Dotoli e <strong>di</strong> Volturino Donato Dotoli. Durante la veglia sono<br />
stati letti alcuni messaggi <strong>di</strong> Benedetto XVI. In uno il Papa<br />
rivolge una domanda: quali sono i luoghi dove matura una<br />
vera educazione alla pace e alla giustizia? La risposta che egli<br />
ci dà è: la famiglia. I ragazzi spesso sottovalutano quanto sia<br />
importante la famiglia per ciascuno e quanto sia <strong>di</strong>fficile per<br />
i genitori educare un figlio. Per gli assistenti <strong>di</strong> Azione Cattolica<br />
il mese <strong>di</strong> gennaio è de<strong>di</strong>cato alla pace. Ogni giorno tutti<br />
parlano <strong>di</strong> pace spesso anche senza conoscerne il valore.<br />
Pace, parola così corta ma con un significato immenso. Pace<br />
è un fermarsi a guardare ciò che ci circonda, è un tempo privilegiato<br />
per rialzare lo sguardo, riconoscere l’altro ed è<br />
anche un’occasione per guardare l’altro negli occhi. Anche il<br />
Papa parla della pace <strong>di</strong>cendo che è dono <strong>di</strong> Dio e che per<br />
i cristiani Cristo è la loro vera pace. La pace nasce dalla giustizia<br />
<strong>di</strong> ciascuno e nessuno può eludere questo impegno<br />
essenziale <strong>di</strong> promuovere la giustizia, secondo le proprie<br />
competenze e responsabilità.<br />
Ilaria LOMBANI<br />
La Voce del DIRETTORE<br />
F<br />
erruccio Ulivi nel romanzo<br />
“Come il tragitto <strong>di</strong> una stella” scandaglia<br />
la figura <strong>di</strong> Giuseppe <strong>di</strong> Nazareth.<br />
Egli vive la misteriosa lotta interiore<br />
col Mistero che viaggia sul<br />
binario fatto dalle umane ragioni del<br />
cuore e dalla fiducia in Dio. Ed è un<br />
problema <strong>di</strong> fede.<br />
È l’arduo approdo della fede <strong>di</strong> fronte<br />
all’umanamente incomprensibile,<br />
specchio <strong>di</strong> quanto in vari momenti il<br />
credente sperimenta; e che Giuseppe<br />
ha incarnato esemplarmente ed<br />
emblematicamente, e che ha trovato<br />
spiegazione nelle parole della sua<br />
amata Maria: “Non siamo noi che<br />
tale e impegna i suoi membri a vivere<br />
santamente le virtù teologali. Don<br />
Divo organizzò la sua Comunità in<br />
quattro rami, con laici e sacerdoti consacrati,<br />
che vivono nel mondo, e religiosi<br />
e religiose, che vivono in case <strong>di</strong><br />
vita comune. I giovani monaci, <strong>di</strong>scepoli<br />
del Fondatore, continuano oggi il<br />
suo apostolato. Le ‘famiglie’, nelle<br />
quali è strutturata la Comunità, sono<br />
oggi numerose in Italia (a Foggia è<br />
presente una comunità <strong>di</strong> 50 consa-<br />
foto: S. Checchia<br />
B<br />
Il mistero <strong>di</strong> Giuseppe<br />
scegliamo la strada da percorrere.<br />
C’è chi lo fa in vece nostra infinitamente<br />
meglio. L’uomo, o la donna,<br />
si domanda perché l’abbia fatto.<br />
Ma la risposta non ci compete; la<br />
coscienza deve seguire sicura, anche<br />
se ignora il cammino. Una mano è<br />
pronta a sostenerci nei punti facili e<br />
in quelli scabrosi. È come il tragitto<br />
<strong>di</strong> una stella. Le profon<strong>di</strong>tà del firmamento,<br />
o mio amato, non ci sgomentano:<br />
sgomentano chi crede<br />
solo nelle tenebre. Il dubbio non sta<br />
nelle cose, ma nei nostri animi; per<br />
questo vedo con chiarezza in te, e so<br />
<strong>di</strong> poterti parlare così”. E continua<br />
crati) e nel mondo, Africa, Australia,<br />
Sri Lanka e Columbia. Anche in molte<br />
città della Puglia è presente la<br />
“Comunità”. La sede centrale è Casa<br />
‘San Sergio’ a Settignano, Firenze,<br />
eremo dove don Divo visse fino alla<br />
morte avvenuta il 15 febbraio 2006.<br />
“Vivere la FEDE in Dio è credere in un<br />
infinito che mi ama e vuole vivere un<br />
rapporto con me” (don Divo Barsotti)<br />
Nunzia DI TOMMASO<br />
Mons. Luigi Novarese<br />
Presto Beato<br />
enedetto XVI, lunedì 19 <strong>di</strong>cembre scorso, ha firmato il<br />
Decreto in cui si riconosce il miracolo ottenuto per intercessione<br />
<strong>di</strong> monsignori Luigi Novarese. Il Centro Volontari per la<br />
Sofferenza <strong>di</strong>ocesano ha celebrato il 10 <strong>di</strong>cembre la festa<br />
dell’adesione nella cattedrale <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>, con la messa presieduta<br />
dal vicario generale monsignor Ciro Fanelli.<br />
L’Anno Novaresiano in preparazione alla Beatificazione si è<br />
aperto ufficialmente a Roma il 17 <strong>di</strong>cembre nella Chiesa <strong>di</strong><br />
Santa Maria del Suffragio in cui riposano le spoglie mortali<br />
del fondatore. Nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>-<strong>Troia</strong> l’Anno è stato<br />
aperto proponendo vari appuntamenti mensili <strong>di</strong> spiritualità<br />
e <strong>di</strong> formazione coinvolgendo le parrocchie. L’iniziativa<br />
denominata “Sui passi del Venerabile Luigi Novarese” è stata<br />
avviata il 21 gennaio scorso nella parrocchia <strong>di</strong> San Giacomo<br />
dove è stato ricordato anche don Franco D’Apollonio nel<br />
quarto anniversario della nascita al cielo. Il prossimo<br />
appuntamento sarà sabato 25 febbraio alle ore 18 nella parrocchia<br />
<strong>di</strong> San Francesco Antonio Fasani, a <strong>Lucera</strong> 2. La spiritualità<br />
<strong>di</strong> monsignor Novarese e il carisma del CVS ritengono<br />
l’ammalato non come oggetto ma come soggetto. È nato<br />
un blog <strong>di</strong>ocesano su cui poter acquisire tutte le informazioni<br />
utili: www.cvsluceratroia.blogspot.com<br />
Arturo DI SABATO<br />
più in là: “«No» ribatté lei, «sta a te<br />
<strong>di</strong>re sì o no». La voce era decisa: «La<br />
tua non è stata rassegnazione, ma<br />
consenso. Virtù. E non ti resta che<br />
continuare come hai fatto: obbe<strong>di</strong>re».<br />
«D’accordo. Ma fino a quando?».<br />
«Non lo so. Nessuno ha mai<br />
contato le stelle <strong>di</strong> una notte. Le<br />
stelle sono come gli anni della<br />
nostra vita. Ma l’infinito, l’incomputabile,<br />
sta ancora più in là»”.<br />
An<strong>di</strong>amo avanti senza perdere l’essenziale,<br />
la fede.<br />
Leonardo CATALANO<br />
anno IV n. 34 febbraio 2012 pagina 3<br />
UNA DONAZIONE<br />
SPECIALE PER LA<br />
BIBLIOTECA DIOCESANA<br />
Marco TORINELLO<br />
N<br />
ata nel corso del XVIII secolo con<br />
l’istituzione del Seminario Vescovile,<br />
la Biblioteca Diocesana <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong> è<br />
riuscita a raggiungere ed oltrepassare<br />
la soglia dei ventimila volumi, grazie<br />
ad un percorso <strong>di</strong> crescita del patrimonio<br />
librario caratterizzato soprattutto<br />
da lasciti e donazioni.<br />
Proprio in questi ultimi anni un nuovo<br />
cospicuo fondo (oltre millecinquecento<br />
volumi) è stato donato da mons.<br />
Michele Di Ruberto, arcivescovo titolare<br />
<strong>di</strong> Biccari e segretario emerito<br />
della Congregazione delle Cause dei<br />
Santi. Al <strong>di</strong> là della consistenza numerica<br />
della donazione, è da segnalare al<br />
suo interno la presenza <strong>di</strong> una collana<br />
<strong>di</strong> volumi più unica che rara. Si tratta<br />
della collezione delle “Positiones<br />
super virtutibus vel super martyrio”,<br />
ovvero gli atti dei processi <strong>di</strong> beatificazione<br />
e canonizzazione compiuti a<br />
partire dal pontificato <strong>di</strong> Giovanni<br />
Paolo II. Mons. Di Ruberto è entrato a<br />
far parte nel 1969 della Congregazione,<br />
<strong>di</strong> cui <strong>di</strong>venne successivamente<br />
sotto-segretario (1993) e segretario<br />
(2007). A conclusione del suo mandato<br />
ha voluto arricchire e rendere speciale<br />
la biblioteca della sua <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong><br />
origine con la donazione <strong>di</strong> quasi<br />
novecento Positiones, dando così la<br />
possibilità a studenti, ricercatori e<br />
appassionati <strong>di</strong> agiografia, <strong>di</strong> poter<br />
consultare dei documenti preziosi sulle<br />
vite e i miracoli dei Santi.<br />
PREGHIERA PER<br />
L’UNITÀ DEI CRISTIANI<br />
“T<br />
utti saremo trasformati dalla vittoria<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo, nostro Signore”:<br />
su questo passo della prima Lettera ai<br />
Corinzi, l’intera Chiesa Cristiana si è<br />
ritrovata a pregare, dal 18 al 25 gennaio<br />
scorso, promuovendo il <strong>di</strong>alogo<br />
interreligioso per l’unità dei cristiani.<br />
Anche nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>-<strong>Troia</strong> si<br />
è voluta una Celebrazione Ecumenica,<br />
fissata per martedì 24 gennaio, ai<br />
pie<strong>di</strong> della Madonna Me<strong>di</strong>atrice presso<br />
il Santuario omonimo <strong>di</strong> <strong>Troia</strong>, presieduta<br />
dal vescovo monsignor<br />
Domenico Cornacchia e da Giovanni<br />
Magnifico, Pastore della Comunità<br />
dei Valdesi <strong>di</strong> Orsara.<br />
“Preghiamo per una sola unità, come<br />
un <strong>di</strong>stintivo da esibire della vera<br />
fede, dal quale tutti capiranno <strong>di</strong> chi ci<br />
facciamo testimoni: Gesù Cristo. Mettiamo<br />
da parte ciò che ci <strong>di</strong>vide, come<br />
ci ricordava Papa Roncalli, anzi, pren<strong>di</strong>amo<br />
ciò che ci unisce”: sono state<br />
queste parole <strong>di</strong> mons. Cornacchia<br />
che possono riassumere in sintesi tutta<br />
la preghiera ecumenica che dalla<br />
nostra <strong>Diocesi</strong> si è innalzata per l’unità<br />
all’interno della Chiesa.<br />
P. A.
pagina 4 febbraio 2012 anno IV n. 34<br />
QUARTAPAGINA<br />
Il febbraio religioso nella chiesa dei Sacramentini <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong><br />
È<br />
davvero un percorso <strong>di</strong> intensa, fervida<br />
fede mariana quello che si fa nella chiesa<br />
dei Sacramentini con la novena in onore<br />
della Madonna <strong>di</strong> Lourdes, un cammino<br />
<strong>di</strong> preghiera. Un programma <strong>di</strong> forte partecipazione<br />
popolare, posto che qui giungono<br />
fedeli da tutte le parti della città, non<br />
curanti del freddo polare che solitamente<br />
fa da cornice atmosferica alla festività<br />
dell’11 febbraio, che coincide anche con la<br />
giornata dell’ammalato. E a proposito <strong>di</strong><br />
quest’ultima ricorrenza, è davvero commovente<br />
vedere sfilare lungo le vie della città<br />
la statua della Madonna, al centro <strong>di</strong> un<br />
corteo illuminato, nella penombra del<br />
pomeriggio e poi della sera, dalla luce<br />
suggestiva dei flambeaux: proprio come a<br />
Lourdes. E il finale della processione non<br />
può che avere come destinazione la Cattedrale,<br />
dove sono schierati in prima fila tanti<br />
ammalati che chiedono la bene<strong>di</strong>zione<br />
della Vergine Santissima, che da qualche<br />
anno viene impartita dal vescovo monsignor<br />
Domenico Cornacchia.<br />
È straor<strong>di</strong>nario il destino <strong>di</strong> questa piccola<br />
chiesa, che è <strong>di</strong>ventata una sorta <strong>di</strong> piccolo<br />
santuario, dopo che era stata abbandonata<br />
e ignorata per tanti anni, benché<br />
avesse un passato prestigioso. È questo<br />
forse un miracolo della Madonna <strong>di</strong> Lourdes,<br />
che in questo luogo ha inteso far<br />
vibrare forte il sentimento <strong>di</strong> intensa partecipazione<br />
alla storia straor<strong>di</strong>naria e rivoluzionaria<br />
della venuta del Cristo in terra. Il<br />
recupero <strong>di</strong> questa chiesa non ha soltanto<br />
ha un valore religioso per la città. Infatti,<br />
essa ha pure una valenza culturale e architettonica<br />
che interessa la parte più antica<br />
dell’abitato e ci riporta a tra<strong>di</strong>zioni illuminanti<br />
della vita monastica della città, che è<br />
stata un tempo culla <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> religiosi,<br />
come appunto quello dei “Sacramentini”,<br />
il cui e<strong>di</strong>ficio rinviene da una antichissima<br />
casa fatta erigere all’inizio del ‘500 dal<br />
nobile Falcone. Nel 1700 fu restaurato dal<br />
Parlamento lucerino e ceduto ai Padri<br />
Sacramentisti. Questi erano chierici secolari<br />
missionari, veneratori del SS. Sacramento.<br />
Appartenevano ad una Congregazione<br />
fondata a <strong>Lucera</strong> (1745) dal P. Reden-<br />
IL VANGELO DI MATTEO<br />
torista Mannarino, perciò erano anche<br />
chiamati Padri Mannarini. Tra i Rettori<br />
Maggiori si ricorda il concitta<strong>di</strong>no Francesco<br />
Zunica, nominato poi Arcivescovo <strong>di</strong><br />
Matera e <strong>di</strong> Acerenza da Papa Pio VI<br />
(1776). L’attuale chiesa, dunque, non era<br />
altro che la cappella del convento, dove si<br />
praticava uno speciale culto al SS. Sacramento,<br />
con il contributo della Arciconfraternita<br />
dei “Bianchi”, i cui aderenti, vestiti<br />
<strong>di</strong> sacco e <strong>di</strong> cappuccio, erano obbligati a<br />
prestare opera <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a a favore dei<br />
condannati a morte, come ci ricorda il<br />
canonico don Vincenzo Di Sabato nella sua<br />
“Storia ed arte nelle Chiese e nei Conventi<br />
<strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>”.<br />
Con la riapertura del tempio (1985) è stato<br />
anche possibile riprendere il culto per<br />
San Biagio, che aveva avuto un momento<br />
<strong>di</strong> stasi a causa della chiusura della chiesa<br />
CONVEGNO SU<br />
BACHELET<br />
L'Azione Cattolica Diocesana<br />
- Settore Adulti - ha organizzato<br />
per venerdì 24 febbraio<br />
presso l’au<strong>di</strong>torium del Seminario<br />
Vescovile <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong> alle<br />
ore 17,30 un convegno su<br />
Vittorio Bachelet. Interverrà<br />
Fabio Zavattaro giornalista<br />
vaticanista del TG1 della RAI.<br />
Per l'occasione sarà allestita<br />
anche una mostra su Bachelet.<br />
della “Madonna delle Grazie” in via San<br />
Domenico, <strong>di</strong>chiarata inagibile a seguito<br />
delle profonde crepe apertesi nelle strutture<br />
portanti. Tuttora tale chiesa è in fase <strong>di</strong><br />
abbandono. San Biagio così, trovò ricovero<br />
nei locali dei “Sacramentini” e qui ogni<br />
anno, il 3 febbraio, continua in qualche<br />
maniera a fare da battistrada alla festività<br />
della Vergine <strong>di</strong> Lourdes, continua a riattualizzare<br />
la sua fervida testimonianza <strong>di</strong><br />
Pastore (era Vescovo) al servizio della chiesa<br />
e a non far <strong>di</strong>sperdere una tra<strong>di</strong>zione<br />
devozionale che a <strong>Lucera</strong> ha ra<strong>di</strong>ci molto<br />
lontane e ra<strong>di</strong>cata nell’animo della popolo<br />
religioso. Parallelamente al culto <strong>di</strong> San<br />
Biagio si muove la devozione per la sue<br />
reliquia (un pezzo <strong>di</strong> lingua), a cui si attribuisce<br />
un effetto taumaturgico.<br />
ROSARIO FASANI<br />
Q<br />
SOLUZIONI VANGELO DI MARCO<br />
Mensile <strong>di</strong> informazione<br />
della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>-<strong>Troia</strong><br />
E<strong>di</strong>tore<br />
<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong>-<strong>Troia</strong><br />
Direttore responsabile<br />
Matteo Francavilla<br />
Direttore e<strong>di</strong>toriale<br />
Leonardo Catalano<br />
Redazione<br />
Donato Coppolella<br />
Rocco Coppolella<br />
Enza Gagliar<strong>di</strong><br />
Riccardo Zingaro<br />
Antonio DI MURO<br />
uanti rosari avrà recitato nella sua vita San<br />
Francesco Antonio Fasani? Un numero infinito,<br />
e comunque <strong>di</strong>rettamente proporzionale<br />
all’amore e alla devozione che il Padre Maestro<br />
<strong>di</strong> <strong>Lucera</strong> nutriva per la Vergine, in particolare<br />
per l’Immacolata. L’Anno fasaniano si è<br />
concluso da poco, ma nel 25esimo anniversario<br />
della sua canonizzazione sono fioccate<br />
<strong>di</strong>verse e meritorie iniziative legate al culto<br />
del santo lucerino. L’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo<br />
è l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un Rosario me<strong>di</strong>tato con alcuni<br />
passi del Mariale del Fasani. L’iniziativa è<br />
stata dei coniugi Luigia Maria e Donato Coppolella<br />
che hanno finanziato l’opera <strong>di</strong>sponibile<br />
nel santuario <strong>di</strong> Piazza Tribunali.<br />
R. Z.<br />
Sede<br />
piazza Duomo, 13 - 71036 <strong>Lucera</strong> - Foggia<br />
Tel/Fax 0881 520882<br />
e-mail: redazioneilsentiero@gmail.com<br />
Stampa<br />
Ennio Cappetta & C. srl - Foggia<br />
Anno IV, numero 34, febbraio 2012<br />
Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Lucera</strong><br />
n. 139 del 27 gennaio 2009.