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versione integrale p.. - Azienda per i Servizi Sanitari n.2 Isontina

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ENTE<br />

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI<br />

1) Ente proponente il progetto:<br />

IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA<br />

ASS 2 - <strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong> n. 2 <strong>Isontina</strong><br />

2) Codice di accreditamento: NZ 03477<br />

3) Classe di iscrizione all’albo: 4^ Classe<br />

CARATTERISTICHE PROGETTO<br />

4) Titolo del progetto:<br />

Animatori della salute – Interventi di welfare sul territorio<br />

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):<br />

Assistenza – Salute 16<br />

6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con<br />

riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:<br />

L’<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong> n. 2 “<strong>Isontina</strong>” corrisponde territorialmente alla Provincia di Gorizia del Friuli Venezia<br />

Giulia e si estende, <strong>per</strong> una su<strong>per</strong>ficie di 46.602 ettari, su un territorio prevalentemente pianeggiante - che rappresenta<br />

l’estrema propaggine orientale della pianura padano-veneta - e parzialmente collinare: Collio e Carso Isontino occupano<br />

il 15 % circa della su<strong>per</strong>ficie. La provincia è delimitata a sud dall’alto Adriatico, ad est dalla Slovenia – la città di Gorizia<br />

mantiene la rara caratteristica di essere attraversata dal confine che la separa dal comune di Nova Gorica; sempre ad<br />

est confina con la provincia di Trieste ed a nord-ovest con la provincia di Udine.<br />

La densità abitativa corrisponde a 298 residenti/Kmq ed è su<strong>per</strong>iore alla media regionale e nazionale (fonte Istat 2000).<br />

La provincia è composta da 25 comuni, il più popoloso è il capoluogo di provincia, con 35.667 abitanti, seguito da<br />

Monfalcone con 26.393 abitanti, e quindi da Ronchi dei Legionari, 11.121 abitanti; tutti gli altri comuni non raggiungono<br />

i 10.000 residenti ed il paese meno popolato è Dolegna del Collio con solo 435 abitanti (i dati si riferiscono al censimento<br />

del 2001). I principali comuni rientrano nel sistema urbano triestino-isontino, che rappresenta uno dei principali<br />

sistemi urbani regionali ed è caratterizzato da una sostanziale tendenza a produrre un continuo urbanizzato.<br />

La popolazione<br />

I residenti del territorio di competenza dell’<strong>Azienda</strong> “<strong>Isontina</strong>” contano 140.788 abitanti, così suddivisi a seconda del<br />

distretto sanitario di appartenenza: 71.011 nel Distretto Alto Isontino e 69.777 nel Distretto Basso Isontino (i dati si riferiscono<br />

al 2004). Nel complesso i bambini con meno di 14 anni rappresentano l’11,50% della popolazione totale, con<br />

una tendenza ad un progressivo aumento negli ultimi anni ed una <strong>per</strong>centuale leggermente su<strong>per</strong>iore nel DBI (11,97)<br />

rispetto al DAI (11,03). La popolazione adulta rappresenta il 65,28% del totale, con un trend in diminuzione negli anni<br />

più recenti. La popolazione anziana con più di 65 anni rappresenta il 23,23% del totale, con valori leggermente più ele-<br />

1


vati nel DAI, ed un andamento in continua crescita nell’ultimo decennio. Per quanto riguarda gli anziani con più di 74<br />

anni, questi rappresentano il 11,77 % della popolazione nell’Alto Isontino contro il 10,79 nel Basso Isontino.<br />

Gli indici demografici più descrittivi della struttura della popolazione residente ed il loro trend negli ultimi anni, evidenziano<br />

problematiche che potranno acuirsi nei prossimi anni: l’indice di vecchiaia è pari a 202,01 ciò significa che vi<br />

sono 2 anziani <strong>per</strong> ogni bambino, ma la differenza tra i due distretti è notevole passando da 190,52 <strong>per</strong> il DBI a 214,26<br />

<strong>per</strong> il DAI mentre il valore regionale è 186,45 e quello nazionale si abbassa a 135,87 (popolazione nazionale 2003);<br />

l’indice di dipendenza è pari a 53,19 <strong>per</strong> l’<strong>Azienda</strong>, più alto <strong>per</strong> il DBI che <strong>per</strong> il DAI (53,31 vs 53,8) e con una tendenza<br />

verso una continua crescita dovuta all’aumento tendenziale delle fasce d’età estreme ed a una contrazione della popolazione<br />

in età produttiva.<br />

Nel complesso la popolazione dell’<strong>Azienda</strong> “<strong>Isontina</strong>” è aumentata di 2527 unità a partire dal 1993, e questo aumento è<br />

avvenuto totalmente a carico del DBI il quale si distingue dal DAI <strong>per</strong> una popolazione relativamente più giovane; ciò è<br />

dovuto verosimilmente alla diffusione del fenomeno dell’immigrazione a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 legata<br />

a diverse caratteristiche nei macrosettori economici dei due territori (Popolazione Anagrafe Comunale)).<br />

Il fenomeno migratorio<br />

Negli ultimi anni la struttura della popolazione si è caratterizzata <strong>per</strong> un progressivo incremento dei residenti stranieri,<br />

che nel 2000 assommavano a 3.490 <strong>per</strong>sone (pari al 2,5 % del totale), di cui 504 minori. Tale fenomeno ha fatto sì che<br />

negli ultimi anni solo il saldo migratorio determinasse incrementi di residenti, diversamente dal saldo naturale, divenuto<br />

da anni negativo. Nello stesso anno la popolazione immigrata ha fatto registrare un tasso di natalità molto elevato (13,5<br />

%) rispetto a quello medio regionale (8%). Oltre ai dati relativi al quadro demografico “ufficiale” è da segnalare il rilevante<br />

fenomeno dell’immigrazione clandestina, che ha portato alla presenza nel territorio regionale di circa un migliaio<br />

di adolescenti stranieri non accompagnati dai genitori, la cui presenza richiede una presa in carico sociale e sanitaria.<br />

Gli aspetti sociali<br />

Il livello di istruzione della popolazione provinciale è mediamente su<strong>per</strong>iore a quello regionale e nazionale, con un<br />

maggior numero di diplomati alle scuole su<strong>per</strong>iori. Il buon livello culturale viene confermato anche dal numero di quotidiani<br />

diffusi, quasi doppio del valore nazionale, e dal numero di sale cinematografiche, decisamente su<strong>per</strong>iore ai valori<br />

regionali e nazionali.<br />

In linea di massima il tasso di occupazione corrisponde a quello del Friuli Venezia Giulia e si discosta in positivo dal<br />

valore nazionale, <strong>per</strong>ò nel 2002, a differenza del contesto regionale, la provincia di Gorizia ha evidenziato una lieve diminuzione<br />

del tasso di attività e di occupazione. Nel 2000 il reddito disponibile pro capite si è attestato su valori leggermente<br />

inferiori a quelli regionali. Il numero di vetture circolanti/1000 abitanti è stato nel 2000 di 606 unità (592 in<br />

regione e 562 in Italia).<br />

La “vocazione turistica” del territorio si esprime con il numero di arrivi turistici/100 abitanti, quasi doppia in provincia<br />

rispetto alla media regionale e nazionale, motivata dalla presenza della stazione turistica balneare di Grado. Per quanto<br />

riguarda il numero di imprese presenti, il commercio è l’attività più rappresentata, seguita da agricoltura ed industria.<br />

Gli occupati nell’industria rappresentano circa il 29% del totale, nell’agricoltura il 4%, il resto degli occupati trova collocazione<br />

nel commercio, costruzioni, servizi ed altre attività, con una discreta differenza <strong>per</strong>ò negli ambiti territoriali<br />

dell’Alto e Basso Isontino dovuta alla presenza di industrie rilevanti nel Basso Isontino. Monfalcone comprende una<br />

delle più grandi zone industriali programmatiche della regione con 6.700 ettari a disposizione ed un elevato numero di<br />

occupati; la stessa rappresenta un forte richiamo di forze lavoro come immigrati e trasferisti.<br />

Dal punto di vista della sicurezza sociale, il numero di delitti denunciati (290/1000 ab. >14 a. nel 1998) è decisamente<br />

su<strong>per</strong>iore al livello regionale (141) e italiano (152), in particolare il dato si riferisce a delitti con lesioni dolose ed allo<br />

spaccio di stupefacenti, con un numero relativamente elevato di minori coinvolti nei reati. I tentativi di suicidio, indicatori<br />

di disagio sociale, sono stati nel 2000 più del doppio del valore nazionale (14,4/100.000 ab.)<br />

L’epidemiologia<br />

Nel contesto di una regione dove si fuma mediamente di meno rispetto alla media nazionale e che vanta il maggior numero<br />

di ex-fumatori, <strong>per</strong> quanto riguarda la fascia d’età dell’adolescenza, la provincia conta una <strong>per</strong>centuale di fumatrici<br />

più elevato rispetto alla media nazionale, come anche un consumo medio di sigarette più elevato <strong>per</strong> i fumatori adolescenti<br />

di entrambi i sessi. Inoltre nella provincia la mortalità attribuibile al fumo dopo anni in cui è stata leggermente<br />

più elevata rispetto al numero di decessi attesi nel contesto regionale, ha evidenziato un trend negativo dal 2002, <strong>per</strong><br />

scendere sotto alla media nel 2004.<br />

Per quanto riguarda il consumo di alcolici la provincia si colloca in una regione dove i consumatori di birra e vino sono<br />

più numerosi rispetto alla media nazionale, ma si tratta <strong>per</strong>lopiù di bevitori moderati. Riguardo invece il consumo di su<strong>per</strong>alcolici<br />

fuori pasto il Friuli si colloca su valori sensibilmente più alti rispetto al resto d’Italia. Gli adolescenti isontini<br />

dichiarano un’iniziazione all’alcol precoce (in prevalenza tra i 13 ed i 14 anni) ed un consumo, abituale ed eccessivo, in<br />

<strong>per</strong>centuale sensibilmente su<strong>per</strong>iore rispetto agli altri centri presi in considerazione a livello nazionale. Nel 2001 i decessi<br />

attribuibili all’alcol sono stati leggermente su<strong>per</strong>iori alla media regionale, ma non in maniera significativa, nel<br />

2002 sono rientrati nella media, <strong>per</strong> scendere al di sotto della media in maniera significativa nel 2004.<br />

Da quanto emerge dal Registro Tumori regionale 1995-2000, <strong>per</strong> quanto riguarda i maschi, la provincia di Gorizia registra<br />

un tasso di incidenza dei tumori <strong>per</strong> tutte le sedi (escl. 173) su<strong>per</strong>iore all’incidenza media regionale (ASRW 405,6<br />

vs 390,5) – tasso standardizzato su popolazione mondiale <strong>per</strong> 100.000; i maggiori scostamenti si rilevano <strong>per</strong>: bronchipolmone,<br />

prostata, rene, vescica, mesotelioma, melanoma, testicolo e colon. Di particolare rilievo l’incidenza del meso-<br />

2


telioma della pleura che, anche se non si manifesta in grandi numeri, incide in maniera sensibilmente su<strong>per</strong>iore al resto<br />

della regione, trovando una specifica causa nella esposizione professionale all’amianto avvenuta in anni relativamente<br />

recenti nei cantieri navali di Monfalcone.<br />

Il sesso femminile invece si attesta su un tasso di incidenza totale di 271,9, leggermente inferiore ai valori regionali<br />

(272,7) - tasso standardizzato su popolazione mondiale <strong>per</strong> 100.000. Si distingue invece <strong>per</strong> un tasso di incidenza leggermente<br />

su<strong>per</strong>iore <strong>per</strong> quanto riguarda: melanoma, rene, pancreas, mesotelioma, colon-retto e mammella. La mortalità<br />

<strong>per</strong> tumori - tasso standardizzato su popolazione mondiale <strong>per</strong> 100.000 - prendendo in considerazione il 2004 risulta su<strong>per</strong>iore<br />

alla media regionale <strong>per</strong> il carcinoma della mammella femminile (31,7 vs. 24,5), del rene (10,3 vs. 6,4), della<br />

vescica (14,8 vs. 10,3) e del mesotelioma della pleura, solo <strong>per</strong> quest’ultimo la differenza risulta statisticamente significativa<br />

(7,1 vs. 3,5).<br />

Per quanto riguarda invece la mortalità generale <strong>per</strong> tutte le cause il tasso standardizzato - su popolazione regionale<br />

(censimento 2001) <strong>per</strong> 100.000 - a livello provinciale, dopo anni in cui appariva su<strong>per</strong>iore alla media regionale, nel<br />

2004 è rientrata su valori conformi alla media regionale (1.108,4 vs. 1.144,6); se si scompone la mortalità generale nelle<br />

fasce d’età inferiore e su<strong>per</strong>iore ai 75 anni appare evidente come negli anni l’eccesso di mortalità si sia concentrato nelle<br />

fasce d’età più anziane della popolazione, mentre nell’età compresa tra 1 e 74 anni sia risultata <strong>per</strong>fettamente in linea<br />

con la media regionale. Le principali cause di morte, suddivise in grandi gruppi ed in ordine decrescente risultano essere<br />

a carico di: sistema cardiovascolare, tumori, apparato respiratorio, apparato digerente, traumatismi ed avvelenamenti,<br />

sistema nervoso, endocrine e metabolismo, apparato genitourinario, disturbi psichici, altre cause. Scomponendo <strong>per</strong> fascia<br />

d’età appare evidente come negli anziani le cause <strong>per</strong>centualmente prevalenti siano: apparato circolatorio, tumori,<br />

apparato respiratorio, mentre negli adulti le cause prevalenti sono rappresentate da tumori, apparato circolatorio e traumatismi-avvelenamenti.<br />

L’offerta sanitaria<br />

L’offerta sanitaria dell’<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong> n. 2 “<strong>Isontina</strong>” si articola nei servizi offerti dai due Presidi Ospedalieri<br />

di Gorizia e Monfalcone (249 e 187 posti letto rispettivamente), dai due Distretti <strong>Sanitari</strong> Alto e Basso Isontino,<br />

dai Dipartimenti territoriali di Prevenzione, Salute Mentale e Dipendenze, nelle loro varie articolazioni organizzative. In<br />

totale il <strong>per</strong>sonale dipendente dell’azienda consiste in 2.015 <strong>per</strong>sone (di cui 1.385 sanitari, 480 tecnici, 148 amministrativi);<br />

i medici di medicina generale sono 129, i pediatri di libera scelta 14 (al 31 dicembre 2001).<br />

Per quanto riguarda i dati relativi all’ospedalizzazione si sottolinea come il tasso di ospedalizzazione sia costantemente<br />

diminuito dal 1996 ad oggi, <strong>per</strong> raggiungere un valore di 158,6 (vs. 165.0 del Friuli Venezia Giulia). Anche altri valori<br />

di efficienza ospedaliera dimostrano un trend favorevole: la degenza media aziendale risulta inferiore a quella regionale<br />

come anche il tasso di occupazione <strong>per</strong> i ricoveri ordinari, mentre il day hospital risulta ancora significativamente inferiore<br />

rispetto al valore medio regionale. L’attività ambulatoriale invece si colloca ad un livello decisamente su<strong>per</strong>iore<br />

rispetto alla media regionale <strong>per</strong> quanto riguarda le prestazioni erogate (laboratorio, radiologia ecc.) evidenziando un<br />

diverso atteggiamento prescrittivo nei due distretti.<br />

Rispetto al consumo di farmaci l’azienda si distingue dal contesto regionale <strong>per</strong> un maggior consumo di prodotti <strong>per</strong> il<br />

sistema cardiovascolare, <strong>per</strong> il sistema nervoso, <strong>per</strong> il diabete e dermatologici; mentre si scosta dalla media in maniera<br />

negativa <strong>per</strong> i farmaci antimicrobici, gli antibiotici ed i farmaci <strong>per</strong> il sistema respiratorio.<br />

Rispetto alla prevenzione l’azienda è ai vertici in regione <strong>per</strong> la co<strong>per</strong>tura vaccinale non obbligatoria, <strong>per</strong> la co<strong>per</strong>tura<br />

della popolazione femminile di 25-64 anni con il pap-test e <strong>per</strong> il numero di mammografie eseguite.<br />

Gli utenti dei servizi distrettuali di assistenza domiciliare rappresentavano – nel 2001 – il 6,2% degli ultrasessantacinquenni<br />

(vs. 10,5 regionale), <strong>per</strong> un totale di 2.213 utenti. Le RSA offrivano 154 posti letto, che consistono in 4,9<br />

p.l./1.000 anziani. In totale i posti letto di tutte le strutture residenziali <strong>per</strong> anziani erano 1.137, e cioè 36,6/1.000 anziani<br />

(contro il 38,2 regionale).<br />

La situazione demografica<br />

La prima base conoscitiva <strong>per</strong> analizzare i bisogni di una popolazione è rappresentata dall’andamento demografico della<br />

popolazione stessa: questa analisi consente di evidenziare le esigenze e le risorse di carattere sociale presenti nel territorio<br />

considerato. Per una rappresentazione sintetica della struttura della popolazione si è fatto ricorso agli indicatori forniti<br />

dal SIE. Essi, se da un lato <strong>per</strong>mettono delle comparazioni a livello regionale, dall’altro presentano alcuni limiti rispetto<br />

all’analisi dei bisogni sociali.<br />

INDICATORI ASS. N. 2 <strong>Isontina</strong> Friuli - Venezia Giulia<br />

Ind. dip. giovanile (%) 17.61 17.95<br />

Ind. dip. senile (%) 35.58 33.47<br />

Ind. popol. attiva (%) 116.48 114.41<br />

Indice di carico (%) 22.47 21.92<br />

Indice di dipendenza (%) 53.19 51.42<br />

Indice di fecondita (%) 4.36 4.39<br />

Indice di vecchiaia (%) 202.01 186.45<br />

Indice sostituzione (%) 49.77 56.64<br />

3


Fonte SIE 2004<br />

I determinanti demografici dei bisogni<br />

La struttura demografica della popolazione dell’ASS “<strong>Isontina</strong>” si caratterizza <strong>per</strong> un notevole “peso” della <strong>per</strong>centuale<br />

anziana (ultrasessantacinquenne) rispetto alla composizione <strong>per</strong> età in un confronto sia nazionale, sia regionale (seconda<br />

solo alla ASS “Triestina”). In particolare negli ultimi anni essa ha risentito soprattutto dell’aumento della frazione più<br />

anziana della popolazione (>75 anni).<br />

La conseguenza di questo fenomeno, accompagnata dalla – seppur modesta – diminuzione della popolazione in età lavorativa<br />

(15-65 anni) e ad un leggero incremento della fascia d’età 0-14 anni, ha determinato una contrazione della popolazione<br />

che dovrebbe prendersi carico delle età non produttive: bambini ed anziani. Questo è ben evidenziato dagli<br />

indici demografici più significativi in tal senso: l’indice di vecchiaia, l’indice di dipendenza e di dipendenza senile. Il<br />

tutto in un contesto dove il saldo naturale della popolazione è costantemente negativo, mitigato solo dall’incremento<br />

migratorio degli ultimi anni. Se da un lato le previsioni a breve/medio termine <strong>per</strong>mettono di stimare <strong>per</strong> il 2010 una<br />

popolazione pressoché stabile nella numerosità, l’incremento più consistente si può prevedere <strong>per</strong> la popolazione anziana<br />

(circa 1800-2000 unità in più di >65 enni).<br />

Un’attenta analisi della piramide di età <strong>per</strong>mette di osservare che, soprattutto <strong>per</strong> il sesso femminile, le generazioni del<br />

“baby-boom” nate attorno agli anni ’60 determineranno una massima diffusione dei problemi assistenziali legati all’età<br />

avanzata fra circa un trentennio, dopo un <strong>per</strong>iodo di relativa stabilità dovuto all’arrivo nelle classi di età più avanzata<br />

delle coorti relativamente scarse nate negli anni intorno alla seconda guerra mondiale.<br />

Si delinea quindi un fenomeno diffuso di invecchiamento della popolazione a lungo termine che, se associato alle modificazioni<br />

della struttura della famiglia (2,3 componenti <strong>per</strong> nucleo), suggerisce un quadro sempre più preoccupante in un<br />

paese dove tradizionalmente il modello di welfare si è basato sulla disponibilità della famiglia a sostenere i soggetti più<br />

fragili.<br />

L’invecchiamento ed il progressivo affermarsi di malattie cronico-degenerative impongono una valutazione anche qualitativa<br />

della sopravvivenza (Indicatore di Sullivan basato sulla determinazione della s<strong>per</strong>anza di vita in buona salute e<br />

libera da disabilità). Effettivamente l’auto<strong>per</strong>cezione di salute comincia a deteriorarsi, soprattutto <strong>per</strong> le donne, dopo i<br />

45 anni d’età, quando diventa progressivamente più frequente tutta una serie di disturbi e di patologie non letali a lento<br />

decorso. In termini qualitativi le differenze di sopravvivenza tra i sessi si ridimensionano in quanto la maggiore longevità<br />

delle donne non si traduce in una migliore qualità della sopravvivenza. Le donne, infatti, sono afflitte più precocemente<br />

degli uomini da malattie meno letali ma con un decorso che nel lungo <strong>per</strong>iodo degenera in situazioni invalidanti<br />

quali l’artrite, l’artrosi, l’osteoporosi, l’i<strong>per</strong>tensione arteriosa, il diabete, la depressione. Gli uomini al contrario sviluppano<br />

con maggiore probabilità patologie croniche letali, come tumori maligni e malattie legate al sistema cardiocircolatorio.<br />

Con l’aumentare dell’età inoltre assume sempre maggiore rilievo il fenomeno della comorbilità: a 65 anni una donna<br />

può aspettarsi di vivere mediamente ancora 20 anni e di questi 15 in autosufficienza, un uomo invece, rispetto ai 16 anni<br />

di vita attesi, ha davanti a sé 14 anni liberi da disabilità. Il vantaggio delle donne <strong>per</strong>ò va riducendosi con il crescere<br />

dell’età. Dal ’90 al ’99 la proporzione di soggetti che presenta una <strong>per</strong>dita di autonomia è, comunque, progressivamente<br />

diminuita.<br />

Anziani<br />

Dopo anni in cui la mortalità generale <strong>per</strong> tutte le cause <strong>per</strong> età su<strong>per</strong>iore ai 75 anni si attestava su livelli su<strong>per</strong>iori ai valori<br />

medi regionali, negli ultimi due anni mortalità anche nelle fasce di popolazione anziana ha subito un’in<strong>versione</strong> di<br />

tendenza, scendendo al di sotto della media regionale. La mortalità <strong>per</strong> grandi gruppi di cause risente in maniera significativa<br />

dell’influsso dell’età avanzata: nell’età adulta la prima causa di morte è rappresentata dalle neoplasie, seguite dalle<br />

malattie cardiovascolari e dai traumatismi; <strong>per</strong> l’età più avanzata le malattie cardiovascolari sono le più rappresentate,<br />

seguite dai tumori e quindi dalle patologie dell’apparato respiratorio.<br />

I dati di incidenza del Registro Tumori Regionale ci <strong>per</strong>mettono di stimare tutti i nuovi casi di malattia insorti nel <strong>per</strong>iodo<br />

considerato, risulta evidente come la somma dei casi insorti dopo i 65 anni rappresenti <strong>per</strong> numerosità quasi il doppio<br />

di tutti i tumori insorti prima dei 65 anni. Ciò avviene non tanto <strong>per</strong>ché l’età costituisca un importante determinante<br />

del cancro, piuttosto essa evidenzia il risultato di una prolungata esposizione ai cancerogeni, considerato anche che il<br />

tempo di latenza medio dall’inizio dell’esposizione alla diagnosi è, <strong>per</strong> la maggior parte dei tumori solidi, di almeno 20-<br />

30 anni. Le sedi maggiormente colpite <strong>per</strong> i maschi anziani sono rappresentate da bronchi e polmoni, prostata e colon;<br />

<strong>per</strong> le femmine mammelle, colon, utero, bronchi e polmoni.<br />

Lo studio longitudinale sull’invecchiamento ILSA coordinato dal CNR e dall’ISS a partire dal 1995, rappresenta la<br />

prima iniziativa nazionale in grado di fornire tassi di prevalenza e di incidenza delle patologie più gravi dell’anziano<br />

(demenza, parkinsonismo, ictus, sintomatologia depressiva, polineuropatia <strong>per</strong>iferica, cardiopatia ischemica, scompenso<br />

cardiaco, aritmia, arteriopatia <strong>per</strong>iferica, i<strong>per</strong>tensione, diabete, artrosi e broncopneumopatia cronica).<br />

Si tratta di uno studio multicentrico condotto in un campione casuale di oltre 5.000 individui di 65-84 anni d’età, il cui<br />

unico limite è rappresentato dalla assenza nel campione di soggetti ultra 84enni. Tra i risultati ottenuti va segnalata<br />

l’alta prevalenza di i<strong>per</strong>tensione arteriosa, presente in più del 60% degli anziani italiani. L’i<strong>per</strong>tensione è uno dei più<br />

importanti fattori di rischio <strong>per</strong> le patologie vascolari, che rappresentano la principale causa di morte e importanti cause<br />

di disabilità. Pure elevata è la prevalenza di osteoartrosi, che va dal 50,7% nei maschi al 68% nelle femmine. La prevalenza<br />

di cardiopatia ischemica è, invece, inferiore a quella riportata in studi analoghi in altri paesi anglosassoni. I dati<br />

4


elativi all’ictus cerebrale mostrano un’elevata prevalenza di questa patologia: 7,4% negli uomini e 5,9% nelle donne.<br />

La prevalenza della demenza è del 5,3% negli uomini e del 7,2% nelle donne, con punte intorno al 20% nei soggetti più<br />

anziani. La prevalenza delle neuropatie degli arti inferiori interessa circa il 6,5% dei soggetti anziani, comportando importanti<br />

problemi nella deambulazione. Le neuropatie infatti, sono ai primi posti quali cause di disturbi della marcia<br />

dell’anziano e possono essere causa di cadute e fratture di femore, una delle maggiori cause di disabilità dell’anziano.<br />

In base ai dati dello studio ILSA, circa il 25% dei maschi ed il 34% delle femmine ultra65enni risulta affetto da qualche<br />

forma di disabilità nelle attività quotidiane: la <strong>per</strong>centuale di totalmente autosufficienti nella popolazione tra i 65 e gli<br />

84 anni è del 70%, circa il 23% ha una disabilità lieve, mentre circa il 3% non è autosufficiente.<br />

Tab. 1 - S<strong>per</strong>anza di vita alla nascita ed a 65 anni: numero medio di anni di vita <strong>per</strong> un neonato e <strong>per</strong> un sessantacinquenne –<br />

1995/2004<br />

Neonato Maschi Femmine<br />

FVG 2004 78,12 83,06<br />

FVG 1995 74,69 76,48<br />

65enne Maschi Femmine<br />

FVG 2004 16,99 20,66<br />

FVG 1995 15,35 19,68<br />

Sempre nel campione analizzato, circa il 23% degli uomini ed il 25% delle donne che vivono soli presentano qualche<br />

grado di disabilità nelle comuni attività quotidiane. Il 40% dei maschi ed il 32% delle donne vivono con un’altra <strong>per</strong>sona<br />

ultra65enne e, tra questi, circa il 30% ha limitazioni funzionali che ne condizionano l’autonomia.<br />

Importante sottolineare comunque che – in base ai risultati del follow-up – la disabilità fisica non è necessariamente una<br />

condizione che porta ad un progressivo declino, ma in una certa <strong>per</strong>centuale ci può essere un recu<strong>per</strong>o importante della<br />

funzionalità fisica, se adeguatamente assistita con programmi di riabilitazione (dal 20 al 40% a seconda del grado di disabilità).<br />

I dati locali sull’esenzione del ticket <strong>per</strong> patologia e sulle principali cause di ospedalizzazione non fanno che confermare le<br />

stime dello studio ILSA. Per quanto riguarda le ospedalizzazioni si rileva come, <strong>per</strong> questa fascia d’età, (ultra 65-enni), il numero<br />

di ricoveri ospedalieri è inferiore all’atteso sulla base dei dati regionali (-1053 <strong>per</strong> il 2004) e che i DRG più numerosi<br />

sono quelli di tipo medico; inoltre i ricoveri <strong>per</strong> alcune patologie croniche (insuff. cardiaca e shock, polmonite e pleurite,<br />

BPCO) quando inferiori all’atteso, possono deporre <strong>per</strong> una elevata efficacia delle cure extraospedaliere.<br />

Rispetto alla frequenza di incidenti domestici l’indagine multiscopo ISTAT del 2001 evidenzia come fra gli anziani questo<br />

tipo di incidenti siano molto più frequenti rispetto alle altre età della vita, anche ad un confronto di tipo territoriale la nostra<br />

regione appare più soggetta a questo tipo di eventi rispetto alla media nazionale. Lo stesso studio <strong>per</strong>mette anche di evidenziare<br />

come il consumo di farmaci negli anziani sia direttamente correlato all’età (come anche la presenza di una o più malattie<br />

croniche). A livello regionale il consumo di farmaci <strong>per</strong> tutte le età inoltre risulta su<strong>per</strong>iore alla media nazionale.<br />

Tab. 2 - Stima dei casi prevalenti delle principali patologie croniche dell’anziano nella ASS 2 valutata sulla base dello studio Ilsa<br />

(Cnr-Istisan)<br />

Patologie DAI DBI<br />

M F M F<br />

I<strong>per</strong>tensione 3.291 5.701 3.206 5.222<br />

Osteoartrosi 2.809 5.820 2.736 5.330<br />

Aritmia 1.390 1.720 1.355 1.575<br />

Bpco 1.590 1.279 1.549 1.171<br />

Diabete 714 1.135 696 1.039<br />

Angina pectoris 432 584 421 535<br />

Infarto miocardio 592 406 577 372<br />

Scompenso cardiaco 299 618 291 566<br />

Neuropatia <strong>per</strong>. 360 550 351 504<br />

Ictus 410 500 399 457<br />

Demenza 293 610 286 558<br />

Arteriopatia <strong>per</strong>. 448 440 437 403<br />

Parkinsonismo 166 254 162 232<br />

Tab. 3 - Incidenza dei tumori in provincia di Gorizia <strong>per</strong> classe d’età (escl. ICD 9 n. 173) (N assoluto)<br />

Classe di età N<br />

M F<br />

Totale > 65 2225 1.776<br />

Totale < 65 1087 980<br />

Registro Tumori Regionale – dati di incidenza 1995-2000<br />

5


Tab. 4 - Rischio cumulativo di insorgenza di tumore a 64 e 74 anni in provincia di Gorizia (escl. ICD 9 n. 173) (e confronto regionale)<br />

Rischio cumulativo N (dato regionale)<br />

M F<br />

CR64 19,67 (19,03) 17,34 (17,39)<br />

CR74 48,45 (46,57) 29,82 (30,11)<br />

Registro Tumori Regionale – tassi di incidenza 1995-2000<br />

Tab. 5 - Ospedalizzazione: principali DRG di dimissione <strong>per</strong> età >65 a. ASS2 – 1° semestre 2004 – Con i più rilevanti scostamenti<br />

dal valore atteso sulla base dei dati regionali<br />

DRG DAI DBI ASS2 Delta atteso<br />

Totale 4806 4731 9537 -867<br />

Insufficienza cardiaca e shock 339 371 710 +9<br />

Interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inf. 196 177 373 +32<br />

Malattie cerebrovascolari specifiche eccetto attacco ischemico 176 173 349 +51<br />

Interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 154 157 311 -58<br />

Polmonite semplice e pleurite, eta > 17 con cc 111 102 213 -8<br />

Angina pectoris 46 116 162 +26<br />

Interventi <strong>per</strong> ernia inguinale e femorale, eta > 17 senza cc 76 78 154 +5<br />

Neoplasie dellapparato respiratorio 64 75 139 -1<br />

Interventi <strong>per</strong> via transuretrale, senza cc 51 81 132 +43<br />

Malattia polmonare cronica ostruttiva 43 83 126 -106<br />

Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca, senza cc 61 56 117 0<br />

Emorragia gastrointestinale, con cc 39 70 109 +27<br />

Insufficienza renale 56 50 106 -4<br />

Neoplasie maligne dellapparato epatobiliare o del pancreas 61 41 102 -19<br />

Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca, con cc 69 28 97 +3<br />

Altri interventi <strong>per</strong> impianto di pacemaker cardiaco <strong>per</strong>manente 51 45 96 +10<br />

Interventi sul sistema cardiovascolare <strong>per</strong> via <strong>per</strong>cutanea 35 59 94 -12<br />

Chemioterapia non associata a diagnasi secondaria di leucemia 70 23 93 -29<br />

Legatura e stripping di vene 49 42 91 -3<br />

Malattie dell’osso e artropatie specifiche, senza cc 81 9 90 +53<br />

Malattie cardiovascolari eccetto IMA, con cateterismo cardiaco e<br />

diagnosi complicata<br />

48 41 89 +14<br />

Interventi su anca e femore, eccetto articolazioni maggiori 39 49 88 +1<br />

Interventi sul ginocchio senza cc 50 38 88 +3<br />

Interventi maggiori su intestino crasso e tenue, senza cc 48 38 86 +31<br />

Malattie cardiovascolari con IMA e compl. Cardiov. 47 37 84 +20<br />

Malattie cardiovascolari con IMA senza compl. Cardiov. 30 54 84 +12<br />

Infanzia e adolescenza<br />

I minori nella fascia d’età 0-14 sono l’11,50% dell’intera popolazione, con una distribuzione abbastanza omogenea nei<br />

due distretti (11,97% nel Basso Isontino e 11,03% nell’Alto Isontino). La previsione Istat dei residenti con età inferiore<br />

a 15 anni <strong>per</strong> il 2010 prevede un incremento relativo dal 5 al 15% a seconda della previsione “alta” o “centrale”. Si tratta<br />

in ogni modo di una <strong>per</strong>centuale di minori nella popolazione residente tra le più basse a livello nazionale.<br />

Le previsioni sulla popolazione potrebbero essere modificate dall’eventuale incremento dell’immigrazione, fenomeno<br />

che attualmente dà ragione dell’incremento di natalità provinciale passato dal 6,7% nel 1995 all’8,0% del 2004. Nella<br />

provincia di Gorizia, al 31 dicembre 2000 il numero di immigrati era di 3.490 <strong>per</strong>sone di cui il 14% minori con incrementi<br />

progressivi annuali intorno alle 500 unità. All’interno del relativo incremento di natalità, è evidente il contributo<br />

della popolazione immigrata che fa registrare un tasso di natalità molto elevato (13,5% nel 2000). Occorre segnalare la<br />

numerosità della comunità bengalese a Monfalcone: si tratta di 45 nuclei familiari pari a 500 <strong>per</strong>sone, in aumento con<br />

contatti frequenti con il Dipartimento materno-infantile.<br />

Nel 2004 sono nati 1.123 residenti nella ASS 2, di cui l’84,1% negli ospedali della <strong>Azienda</strong> (Gorizia e Monfalcone) e il<br />

16,9% in ospedali della Regione (la media regionale di nati fuori dall’<strong>Azienda</strong> di residenza è del 20%). Complessivamente<br />

nel 2001, negli ospedali dell’ASS 2 sono nati 1.125 bambini (404 a Gorizia e 721 a Monfalcone).<br />

Tab. 6 - Nati <strong>per</strong> distretto e <strong>per</strong> ospedale (2001)<br />

2001 Gorizia % Monfalcone % Totale<br />

DAI 333 82,4 88 12,2 421<br />

6


DBI 34 8,4 449 62,3 483<br />

Extra ASS 2 33 8,2 166 23,0 199<br />

Extra Regione 4 1,0 18 2,5 22<br />

Totale 404 100,0 721 100,0 1.125<br />

Nel 2002 il numeri di parti è stato di 1.117, di cui 407 a Gorizia e 710 a Monfalcone. Complessivamente il servizio <strong>per</strong><br />

la nascita svolto dagli ospedali dell’ASS 2 <strong>per</strong> la popolazione residente è soddisfacente con una <strong>per</strong>centuale di fuga inferiore<br />

a quella regionale <strong>per</strong> i parti (16% contro il 20% regionale). Il riferimento dei residenti nei due ospedali e<br />

l’attrazione svolta nei riguardi dei parti provenienti da altre Aziende sono prevalenti <strong>per</strong> l’ospedale di Monfalcone.<br />

Il tasso di mortalità infantile (x1000 nati), tradizionalmente molto basso nella nostra regione, è ulteriormente sceso negli<br />

ultimi anni a livello aziendale, passando dal 2,2 nel 1995, allo 0,9 nel 2004.<br />

Negli ultimi 3 anni, negli ospedali dell’ASS 2 non è nato alcun bambino con peso inferiore ai 1.500 grammi e solamente<br />

un neonato con età gestazionale inferiore alle 32 settimane. La <strong>per</strong>centuale di neonati residenti con peso inferiore ai<br />

2.500 grammi è del 5,6% nella ASS 2 (in regione è del 6,5%) e quella dei neonati pretermine inferiori a 32 settimane è<br />

del 2,4% nel 2001 (in regione è l’1,5) con <strong>per</strong>centuali oscillanti fra lo 0,4% (1997) e l’1,3% (2000). Tali dati non fanno<br />

ipotizzare l’intervento di fattori di rischio possibili concause di prematurità o basso peso nell’area isontino.<br />

Il dato delle malformazioni congenite segnalate è del 5,18 <strong>per</strong> mille, a fronte del 4,16 <strong>per</strong> mille (media regionale), dato<br />

influenzato dalle modalità di registrazione, solo recentemente rese omogenee da un protocollo triveneto.<br />

Alla rilevazione 2004 della prevalenza dell’allattamento al seno alla dimissione dall’ospedale, i neonati allattati esclusivamente<br />

al seno sono il 80,63% a Gorizia e il 78,89% a Monfalcone, mentre i neonati in allattamento predominante<br />

sono il 5,7% a Gorizia e il 8% a Monfalcone. Alla seconda rilevazione degli stessi dati (alla seconda vaccinazione) i<br />

bambini allattati al seno esclusivamente sono il 22,68% nel DAI e il 38,91% nel DBI, mentre i bambini in allattamento<br />

predominante sono il 9,3% a Gorizia e lo 0,42% a Monfalcone. La <strong>per</strong>centuale media regionale di allattamento al seno<br />

alla dimissione è il 73,28%, mentre alla seconda vaccinazione è pari al 38,41%.<br />

Il tasso di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) della ASS 2 nel 2000 è stato del 9,4 <strong>per</strong> mille (in regione è il 7,6<br />

e in Italia il 9,5). Per quanto riguarda la distribuzione delle Ivg nelle diverse classi di età, essa corrisponde<br />

all’andamento regionale, con massima <strong>per</strong>centuale nelle classi di età tra 25 e 39 anni. Tale dato andrebbe riferito ai residenti<br />

e rapportato alla popolazione della stessa classe di età, ma non esiste una registrazione con questo ordine.<br />

Nel 2001, nella Provincia di Gorizia le interruzioni volontarie di gravidanza nella fascia d’età 15-19 anni sono state 16<br />

su un totale di 268 donne, pari al 5,8% del totale delle Ivg sulle residenti di tutte le età, con un valore che risulta in linea<br />

con la media regionale (5,8%). Il dato appare anche in linea con il dato atteso nazionale. In 10 casi individuati durante<br />

la gravidanza o alla nascita, è stato attivato un supporto da parte di o<strong>per</strong>atori sanitari (infermiere pediatrico, ostetrica,<br />

assistente sociale, psicologo) del consultorio familiare, con intervento anche domiciliare.<br />

I tassi di co<strong>per</strong>tura vaccinale dell’ASS 2 sono tradizionalmente tra i più elevati della regione (ad esempio, relativamente<br />

al 2001: <strong>per</strong> il morbillo è il 96,5%, in regione è del 92,8, <strong>per</strong> la <strong>per</strong>tosse è il 96,4, in regione è il 95%).<br />

È stato valutato il tasso di prescrizione di betastimolanti in rapporto alla popolazione 0-14 anni <strong>per</strong> valutare, in modo<br />

indiretto, l’evoluzione della prevalenza e la necessità di cura dell’asma negli ultimi anni. Nella popolazione in età 0-14,<br />

la prevalenza di prescrizioni di più di 2 confezioni di corticosteroidi e di più di 2 confezioni di betastimolanti riguardano<br />

un totale di 29 e 31 pazienti nel 2001 e 2002, dei quali 23 riguardano nominativi che si ripetono nei due anni considerati<br />

e costituiscono probabilmente i casi di asma <strong>per</strong>sistente o cronico residenti nel territorio dell’<strong>Azienda</strong>. Tale dato<br />

rappresenta lo 0,15% della fascia di popolazione considerata.<br />

Non ci sono invece dati attendibili sulla prevalenza di sovrappeso e obesità in età evolutiva nella ASS2. L’obesità vera<br />

(peso su<strong>per</strong>iore alle 2 deviazione standard <strong>per</strong> l’altezza) non appare essere un problema prioritario in quest’area e gli<br />

interventi dimostrati efficaci riguardano di più la modificazione degli stili di vita delle famiglie che l’intervento dietetico<br />

o educativo in bambini e adolescenti.<br />

Su un campione di 654 studenti raccolto nel 2001 nelle scuole medie su<strong>per</strong>iori, viene riferita una <strong>per</strong>cezione individuale<br />

di “eccesso ponderale” nel 28% dei maschi e nel 43% delle femmine, mentre l’indice di massa corporea calcolato rapportando<br />

i valori medi di peso ed altezza dichiarati rientra nell’ambito della normalità. Molto elevata la <strong>per</strong>centuale di<br />

adolescenti che ha messo in atto strategie <strong>per</strong> <strong>per</strong>dere peso: 25,8% dei maschi e il 56% delle femmine, tra le quali il<br />

10,5% ha vomitato nel mese precedente all’indagine al fine di dimagrire. La patologia del comportamento alimentare<br />

negli adolescenti rappresenta un fenomeno il cui incremento è segnalato da molti contributi della letteratura accreditata,<br />

anche se in misura meno rilevante di quanto osservato nell’indagine delle scuole su<strong>per</strong>iori della Provincia di Gorizia.<br />

I comportamenti a rischio degli adolescenti richiamano la necessità di investire con maggiore intensità nell’area della<br />

prevenzione, individuando modalità appropriate al target che, come noto, manifesta fisiologiche resistenze nei confronti<br />

delle istituzioni, vissute come distanti e strumenti di controllo generazionale. È <strong>per</strong>tanto opportuno consolidare le es<strong>per</strong>ienze<br />

messe in atto sul territorio a partire dalla Legge 285/1997, finalizzate a integrare culture e metodologie utili a<br />

progettare con gli adolescenti, coerentemente correlate alle iniziative di promozione della salute attivate dall’azienda.<br />

A tal fine, inoltre, appare necessario realizzare uno spazio di confronto tra gli o<strong>per</strong>atori sanitari e sociali sui temi<br />

dell’adolescenza e dei significati che i comportamenti a rischio assumono in questa fase evolutiva.<br />

I tassi di ospedalizzazione nei minori 0-14 anni dei residenti sono in costante diminuzione, ma restano su<strong>per</strong>iori alla<br />

media regionale anche se non in maniera statisticamente significativa (nel 2004 il tasso standardizzato di ospedalizzazione<br />

<strong>per</strong> pazienti di età 0-14 è di 139,8 <strong>per</strong> mille abitanti contro un tasso regionale di 136,3) .I traumi e gli avvelena-<br />

7


menti vengono registrati <strong>per</strong> la fascia d’età 0-25 e con tassi che non sono significativi sulla popolazione provinciale (18<br />

casi).<br />

Nessun decesso è stato registrato <strong>per</strong> traumatismi ed avvelenamenti nella fascia d’età 0-14 anni nella popolazione provinciale<br />

durante il 2004.<br />

La frequenza di comunità (asili nido e scuole materne) appare <strong>per</strong>centualmente rilevante e sembra essere un ottima occasione<br />

di interventi di interazione tra l’<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i servizi sanitari e i comuni con obiettivi molteplici:<br />

- consulenza pediatrica sull’organizzazione,<br />

- formazione professionale degli o<strong>per</strong>atori su temi sanitari,<br />

- coordinamento dei rapporti tra comunità e pediatri di famiglia,<br />

- omogeneità di informazioni ed educazione sanitaria in materia pediatrica.<br />

È stata avviata una collaborazione con i Comuni <strong>per</strong> la conoscenza pediatrica negli asili nido e scuole materne (Gorizia),<br />

<strong>per</strong> la formazione professionale in temi sanitari del <strong>per</strong>sonale di scuole materne (Cormons) e incontri con la popolazione<br />

(Gradisca).<br />

Al consultorio familiare si sono rivolti 142 adolescenti <strong>per</strong> un totale di 575 prestazioni (in media, 4 <strong>per</strong> ogni utente).<br />

Occorre confermare la difficoltà di contatto della struttura consultoriale <strong>per</strong> gli adolescenti (nel 2002 si è rivolto al consultorio<br />

circa il 3% della popolazione della fascia di età 15-19).<br />

La definizione di multiproblematicità, secondo quanto indicato da una ricerca svolta in collaborazione con le Province<br />

del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Zancan (2000), è il risultato di una analisi multiprofessionale integrata dove<br />

sono evidenziati i collegamenti tra interventi, risorse e responsabilità. In provincia di Gorizia sono stati raccolti i dati<br />

relativi a 2.153 minori: di questi 195 sono stati valutati come multiproblematici. Essi rappresentano poco più dell'1%<br />

della popolazione minorile presente nella Provincia.<br />

Tab. 7 - Minori multiproblematici <strong>per</strong> sesso ed età (validi = 180)<br />

Fasce età Maschi % Femmine % Totale %<br />

0-2 7 7,1 4 4,9 11 6,1<br />

3-5 8 8,1 9 11,1 17 9,4<br />

6-10 28 28,3 24 29,6 52 28,9<br />

11-13 23 23,2 16 19,8 39 21,7<br />

14-18 33 33,3 28 34,6 61 33,9<br />

Totale 99 100,0 81 100,0 180 100,0<br />

Prendendo in considerazione i problemi del minore, si è notato come, nel 28,2% (pari a 55 casi) è stata indicata un'unica<br />

area problematica, nel 27,7% sono state indicate due aree problematiche (54 casi) e nel 19,5% tre aree (38 casi).<br />

Il problema prioritario è legato alle questioni relazionali (108 segnalazioni), seguito dai disturbi comportamentali (97<br />

segnalazioni). Viceversa, poco significativi, i casi nei quali i minori presentano disturbi psichici o problemi neuromotori.<br />

Per quanto riguarda i problemi della famiglia, nel 31,3% (61 casi) sono state indicate tre aree problematiche e nel<br />

30,8% (60 casi) due aree problematiche. La combinazione più frequente in assoluto è data dalla compresenza di problemi<br />

legati a disturbi nei rapporti affettivi intrafamiliari e a condizioni socioeconomiche precarie (20 casi).<br />

Dipendenze<br />

Il fumo di sigarette rappresenta oggi la principale causa di malattia e di morte in Italia, come nella maggior parte dei<br />

paesi sviluppati. La comunità scientifica è unanime nel considerare il fumo di tabacco come la principale causa di morbosità<br />

e mortalità prevenibile. Il rischio relativo di sviluppare un tumore del polmone nei fumatori maschi aumenta mediamente<br />

di 23 volte rispetto ai non fumatori, proporzionalmente al numero di sigarette fumate, lo stesso avviene anche<br />

<strong>per</strong> le femmine, anche se con valori assoluti del rischio molto minori. Complessivamente in Italia, dopo una fase di<br />

grossa ascesa nel consumo di sigarette nel <strong>per</strong>iodo che va dagli anni ’50-’60 agli anni ’80, si è verificata una diminuzione<br />

e quindi una stabilizzazione dei consumi confermata da diversi studi.<br />

L’indagine multiscopo Istat, condotta nel 2001 su <strong>per</strong>sone di 14 anni e più, attribuisce alla popolazione nazionale una<br />

<strong>per</strong>centuale di fumatori del 23,8%, con un numero medio di sigarette fumate di 16,5 <strong>per</strong> i maschi e 11,9 <strong>per</strong> le femmine.<br />

L’indagine <strong>per</strong>mette anche di confrontare la regione con il resto dell’Italia: si evidenzia come il Friuli Venezia Giulia<br />

conti il più alto numero di ex-fumatori e come, nel complesso, il numero di sigarette fumate sia inferiore rispetto alla<br />

media nazionale. I primi risultati dello studio “PASSI <strong>per</strong> l’Italia” condotto dal CNESPS dell’Istituto Su<strong>per</strong>iore di Sanità<br />

nel 2004 (dati non pubblicati) che ha indagato i comportamenti della popolazione adulta italiana (18-69 anni) stima<br />

una <strong>per</strong>centuale di 26,9 fumatori nel Friuli Venezia Giulia (31,7% maschi e 22,7% femmine), contro un 26,5 nazionale.<br />

Viene confermata la <strong>per</strong>centuale più elevata di ex-fumatori (23,4 vs. 19,6 nazionale), la gran parte dei quali (98,3%) dichiara<br />

di aver smesso di fumare da solo e senza l’aiuto del medico.<br />

Tab. 8 - Persone di 18-69 anni <strong>per</strong> abitudine al fumo (<strong>per</strong> 100 <strong>per</strong>sone della stessa zona) – anno 2004<br />

Fumatori Maschi Femmine Ex-fumatori Non fumatori<br />

FVG 26,9 31,7 22,7 23,4 49,7<br />

Italia 26,5 31,5 21,7 19,6 53,9<br />

8


Studio PASSI, Istituto Su<strong>per</strong>iore di Sanità – 2004 (dati non pubblicati)<br />

Una indagine multicentrica effettuata nel 2001 sugli adolescenti scolarizzati (15-19 anni) della provincia di Gorizia, che<br />

li mette a confronto con analoghi campioni di adolescenti di altre sei aziende sanitarie italiane, evidenzia che sia il consumo<br />

quotidiano di sigarette – <strong>per</strong> le femmine – sia il consumo medio rilevante (più di 10 sigarette/die), rappresenta fra<br />

gli isontini un fenomeno consistente e <strong>per</strong>centualmente su<strong>per</strong>iore a quello rilevato nelle altre aree considerate. Secondo<br />

tale indagine il 17,5% dei maschi e il 22,2% delle femmine fumano quotidianamente. La <strong>per</strong>centuale in Italia è del 18,5<br />

<strong>per</strong> i maschi e del 19,7 <strong>per</strong> le femmine. Il consumo medio su<strong>per</strong>iore alle 10 sigarette al giorno è di 11,2% <strong>per</strong> i maschi<br />

(in Italia l’8,7%) e il 10,8% <strong>per</strong> le femmine (in Italia il 6,4%).<br />

Per quanto riguarda la mortalità attribuibile al fumo nella ASS 2, il tasso standardizzato su 100.000 abitanti (su popolazione<br />

regionale) <strong>per</strong> il 2004 è di 248,1 nell’ASS2 (decessi osservati 232) contro un valore medio regionale di 266,3.<br />

L’indicatore utilizzato correntemente <strong>per</strong> valutare i consumi alcolici nella popolazione è rappresentato dal consumo procapite<br />

di alcol anidro, calcolato annualmente sulla base delle vendite, esportazione e importazione di bevande alcoliche,<br />

che riferisce il consumo medio in un anno della popolazione di età su<strong>per</strong>iore ai 15 anni, senza tener conto degli astemi.<br />

Per quanto riguarda il consumo pro-capite di alcol, l’Italia è il primo dei 51 paesi afferenti alla regione europea<br />

dell’Oms ad aver raggiunto l’obiettivo di una diminuzione del 25% del consumo pro-capite di alcol nel <strong>per</strong>iodo prefissato<br />

1981-2000. Al decremento complessivo del consumo di alcol hanno contribuito in maniera preponderante il calo<br />

del consumo di vino e su<strong>per</strong>alcolici, mentre la birra mostra un andamento crescente.<br />

Il numero di consumatori di vino nel <strong>per</strong>iodo 1995-2000 è aumentato consistentemente <strong>per</strong> le fasce di d’età più giovani<br />

(dai 14 ai 24 anni), soprattutto donne, ed è leggermente diminuito <strong>per</strong> i bevitori adulti e anziani. Mentre risulta diminuito<br />

notevolmente il numero dei maschi che bevono più di mezzo litro al giorno, il numero di consumatrici di tale categoria<br />

è aumentato. Anche il numero di eccedenti un litro al giorno, pur trattandosi di <strong>per</strong>centuali minime, è diminuito <strong>per</strong> i<br />

maschi e aumentato <strong>per</strong> le femmine.<br />

Nel complesso il numero di consumatori di bevande alcoliche è cresciuto dal 71% nel 1998 al 75% nell’anno 2000. In<br />

particolare, nel 2000, l’87% della popolazione maschile e il 63% di quella femminile ha dichiarato di consumare bevande<br />

alcoliche con un incremento dei valori del 1998 (86,1 e 61,4 rispettivamente). Parallelamente, nel <strong>per</strong>iodo 1998-<br />

2000, si è assistito ad una riduzione nel numero di astemi dal 26,7 al 25% della popolazione con una quota maggiore di<br />

astemi tra le donne (36,4%) rispetto agli uomini (12,8%).<br />

Si può concludere che, nonostante la riduzione sostanziale del consumo di alcol in Italia, il numero di consumatori di<br />

bevande alcoliche è aumentato; l’incremento è evidente tra i giovani e <strong>per</strong> la birra; anche la <strong>per</strong>centuale di consumatori<br />

eccedenti il mezzo litro di vino o birra è aumentato <strong>per</strong> i giovani, soprattutto femmine; è notevolmente aumentato il<br />

consumo di alcolici fuori pasto tra i giovani, soprattutto femmine.<br />

Il già citato studio “PASSI” ha evidenziato, <strong>per</strong> il 2004, un numero di bevitori nella nostra regione su<strong>per</strong>iore a quello<br />

nazionale (75,6% vs. 63,7% hanno bevuto alcol nell’ultimo mese); una <strong>per</strong>centuale di bevitori fuoripasto più elevata<br />

(24,4% vs. 12,4%); una <strong>per</strong>centuale di forti bevitori su<strong>per</strong>iore (6,2% vs. 5,5%) ed infine una frequenza di bevitori eccessivi<br />

su<strong>per</strong>iore alla media (10,4% vs. 8,0% hanno consumato nell’ultimo mese 6 o più bevande alcoliche in una sola<br />

occasione).<br />

L’indagine multicentrica condotta nel 2001 sugli adolescenti scolarizzati della provincia, ha evidenziato tra gli studenti<br />

isontini un’iniziazione precoce (in prevalenza 13-14 anni: 37% <strong>per</strong> i maschi e il 34% <strong>per</strong> le femmine) e un consumo abituale<br />

(un giorno su tre) ed eccessivo in <strong>per</strong>centuale sensibilmente su<strong>per</strong>iore rispetto ai ragazzi delle altre aree appartenenti<br />

alla ricerca. In particolare, il 21,8% dei maschi (Italia 13,4) e l’11,5% delle femmine (Italia 5,1) fanno un consumo<br />

abituale (un giorno su tre); il 28,7% dei maschi (Italia 16,2) e il 12,9% delle femmine ne fanno abuso (5 bevande in<br />

2 ore).<br />

Tab. 9 - Persone di 18-69 anni <strong>per</strong> consumo di alcol (<strong>per</strong> 100 <strong>per</strong>sone della stessa zona) – anno 2004<br />

FVG Italia<br />

consuma alcol 75,6 63,7<br />

fuoripasto 24,4 12,4<br />

più di 2/3 unità giorno 6,2 5,5<br />

bevitori binge* 10,4 8,0<br />

* nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità in una sola occasione - Studio PASSI, Istituto<br />

Su<strong>per</strong>iore di Sanità – 2004 (dati non pubblicati)<br />

Nell’ASS 2 il tasso di mortalità attribuibile all’alcol è 103,3 (con 141 decessi osservati), in Friuli Venezia Giulia è<br />

122,5 (tasso standardizzato/100.000 su popolazione regionale 2004).<br />

Dalla Relazione annuale sull’evoluzione del fenomeno “droga” nell’Unione Europea 2001, si evidenzia che il consumo<br />

illecito di sostanze stupefacenti si concentra in alcuni gruppi della popolazione, in particolare tra gli adolescenti e i giovani<br />

adulti, nella popolazione prevalentemente maschile e urbana. I giovani adulti (di età compresa tra 15 e 34 anni, secondo<br />

gli standard dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) presentano, rispetto alla maggior<br />

parte degli stupefacenti, delle <strong>per</strong>centuali che sono il doppio di quelle riferite a tutta la popolazione adulta. Le stime nazionali<br />

di prevalenza del consumo problematico di stupefacenti <strong>per</strong> il biennio 1996-1998 danno <strong>per</strong> l’Italia un valore di<br />

7,1-7,8 <strong>per</strong> mille abitanti (assieme ai dati della Gran Bretagna sono i numeri più elevati in Europa).<br />

9


Dalla Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia <strong>per</strong> il 2000, si rilevano i seguenti dati<br />

significativi:<br />

− numero di Sert o<strong>per</strong>anti in Italia: 556,<br />

− numero medio di utenti <strong>per</strong> Sert: 269 (<strong>per</strong> il Dipartimento Dipendenze di Gorizia: 269),<br />

− rapporto maschi/femmine: 6,1 (4,6 a Gorizia),<br />

− fascia d’età maggiormente colpita tra i 25-34 anni: 51,1% (49% a Gorizia),<br />

− sostanza primaria maggiormente usata: eroina nell’82,8% dei casi (74,7% a Gorizia).<br />

Tab. 10 - Distribuzione regionale e provinciale dei decessi <strong>per</strong> età – 2000<br />

FVG 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 ≥ 40 Tot<br />

M F M F M F M F M F M F<br />

TS 1 2 2 1 2 8<br />

GO 1 1 2 4<br />

PN 1 1<br />

UD 1 2 1 4<br />

Tot 1 1 1 5 2 1 5 1 17<br />

Dipartimento Pubblica sicurezza “Decessi <strong>per</strong> abuso di sostanze stupefacenti” anno 2000<br />

Tab. 11 - Indagine multicentrica sui comportamenti a rischio negli adolescenti ASS 2 (2001) e confronto con la popolazione italiana<br />

Marijuana (%) Ecstasy (%) Sostanze endovena (%)<br />

ASS2 Italia ASS2 Italia ASS2 Italia<br />

M F M F M F M F M F M F<br />

Inizio prima 15a 18,5 14,4 14,9 10,9<br />

Già provata 47,3 35,3 34,0 27,6 7,6 9,0 7,0 4,6 1,0 1,8 1,6 0,4<br />

Uso quotidiano 5,2 0,9 3,8 0,9<br />

Salute mentale<br />

I disturbi mentali costituiscono un importante problema di sanità pubblica <strong>per</strong> vari motivi:<br />

- essi presentano un elevata frequenza nella popolazione generale, in tutte le classi d’età;<br />

- sono associati a significativi livelli di menomazione del funzionamento psicosociale ( cioè, di difficoltà nelle attività<br />

della vita quotidiana, nel lavoro, nei rapporti inter<strong>per</strong>sonali e familiari, ecc. );<br />

- sono all’origine di elevati costi sia sociali che economici, <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone colpite e le loro famiglie.<br />

La schizofrenia, che rappresenta senza dubbio uno dei più gravi disturbi mentali, presenta un’incidenza annuale (numero<br />

dei nuovi casi <strong>per</strong> anno) molto omogenea nei diversi paesi e contesti socio culturali, come è stato chiaramente dimostrato<br />

dagli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): essa oscilla tra 16 e 42 casi <strong>per</strong> 100.000 abitanti (<br />

in età compresa tra 18 e 54 anni).<br />

Anche <strong>per</strong> quanto riguarda la prevalenza (numero dei casi presenti in un determinato momento nella popolazione), dai<br />

numerosi studi emerge una sostanziale omogeneità tra i vari paesi: circa lo 0.5% della popolazione è affetto da un disturbo<br />

di tipo schizofrenico, con una frequenza simile tra i due sessi, di essi, la maggior parte sono o sono stati in cura<br />

presso i servizi psichiatrici. Per la popolazione isontina si può stimare quindi la presenza di circa 700 casi di schizofrenia.<br />

Tab. 12 - Consumo di farmaci nella provincia (2002)<br />

Farmaci Antipsicotici (N05A) Farmaci Antidepressivi (N06A )<br />

Numero <strong>per</strong>sone trattate:<br />

2.318 Numero <strong>per</strong>sone trattate:<br />

Giornate di terapie prescritte <strong>per</strong><br />

Giornate di terapia prescritte <strong>per</strong><br />

paziente in un anno:<br />

64 paziente in un anno:<br />

Dai dati sopraesposti emerge – in conformità con i dati di letteratura - come i casi intercettati dal DSM in un anno – circa<br />

2000 – potrebbero rappresentare una bassa <strong>per</strong>centuale delle <strong>per</strong>sone affette da disturbi psichici, probabilmente la<br />

frazione di popolazione affetta da disturbi più gravi o con problemi concomitanti (sociali, relazionali,ecc.) che ne aggravano<br />

le condizioni di vita.<br />

Disabilità<br />

Tab. 13 - Minori portatori di handicap – anno 2001<br />

0-2 3-5 6-10 11-13 14-17 Totale<br />

M F M F M F M F M F MF<br />

2.1 Amb. Gorizia 2 4 4 1 31 15 25 13 10 10 115<br />

10<br />

7.415<br />

126


2.2 Amb. Monfalcone<br />

5 1 9 2 38 22 19 21 27 15 159<br />

Provincia di Gorizia 7 5 13 3 69 37 44 34 37 25 274<br />

FVG 15 9 68 24 339 186 279 182 273 197 1.572<br />

Fonte: Equipe Multidisciplinare <strong>per</strong> l'Handicap - A.S.S., dati al 31.12.2001<br />

Tab. 14 - Alunni portatori di handicap <strong>per</strong> regione e <strong>per</strong> area geografica (anno scolastico 1998/99)<br />

Alunni portatori di handicap % alunni portatori H su totale alunni<br />

Materna Elem. Sec. I Sec. II Materna Elem. Sec. I Sec. II<br />

FVG 148 791 744 262 1,06 1,88 2,40 0,08<br />

Nord Ovest 2.028 11.04<br />

1<br />

8.960 2.333 1,22 1,92 2,57 0,48<br />

Nord Est 1.090 7.022 5.807 2.149 1,28 1,90 2,59 0,64<br />

Centro 1.932 8.878 7.354 3.092 1,10 1,98 2,50 0,67<br />

Sud 3.348 16.11 13.42 4.702 0,97 1,98 2,43 0,64<br />

6 8<br />

Isole 1.614 7.419 6.620 1.818 1,12 1,93 2,51 0,56<br />

Totale Naz. 10.012 50.47 42.16 14.09 1,09 1,95 2,50 0,60<br />

6 9 4<br />

(non sono compresi gli alunni delle scuole secondarie su<strong>per</strong>iori)<br />

Tab. 15 - Scuole e alunni in situazione di handicap <strong>per</strong> ordine di scuola, Italia, anno scolastico 1999-2000<br />

Scuole Alunni in situazione di handicap<br />

totale<br />

di cui speciali<br />

<strong>per</strong> ciechi/ sordomuti<br />

di cui di tipo<br />

posto speciale<br />

totale<br />

di cui in scuole<br />

speciali o di tipo<br />

speciale<br />

Materna 24.097 2 13 13.023 234<br />

Elementare 19.462 3 60 54.561 1.735<br />

Media Inf. 8.578 8 0 43.709 508<br />

Media Sup. 6.647 5 0 21.736 406<br />

Totale 58.784 18 73 133.029 2.883<br />

Limitandosi all’handicap individuato dalla certificazione scolastica, dai dati disponibili emerge un discreto aumento<br />

delle certificazioni negli ultimi anni e una decisa differenza nella prevalenza, all’interno della scuola dell’obbligo, fra<br />

scuole elementari e medie, a segnalare probabilmente il dato non positivo di una “intercettazione” tardiva del problema.<br />

Si conferma inoltre la marcata variabilità regionale nelle <strong>per</strong>centuali di alunni disabili sul totale e nelle <strong>per</strong>centuali relative<br />

sulla natura del deficit certificato.<br />

Anche dai dati del Friuli Venezia Giulia spicca la scarsa confrontabilità dei dati, visto il numero sproporzionalmente<br />

alto degli iscritti alla scuola materna di Gorizia rispetto a Trieste e Pordenone, ove evidentemente c’è minor offerta totale<br />

e, proporzionalmente, una maggiore presenza di scuole private.<br />

Tab. 16 - Alunni totali e alunni con handicap – Friuli Venezia Giulia (a.s. 2003-2004)<br />

A B C D<br />

Totale alunni<br />

(31.3.03)<br />

N alunni disabili<br />

11<br />

Distribuzione<br />

%<br />

% sulla popolazione<br />

scolastica<br />

(B/A)<br />

Gorizia 15.597 263 11,45 1,69<br />

Pordenone 32.858 526 22,91 1,60<br />

Trieste 22.514 401 17,47 1,78<br />

Udine 59.277 1.106 48,17 1,87<br />

Totale 130.246 2.296 100,00 1,76<br />

Tab. 17 - Totale alunni <strong>per</strong> tipologia scuola e provincia (a.s. 2003-2004)<br />

Gorizia Pordenone Trieste Udine<br />

Materna 2.713 3.377 1.676 8.262<br />

Elementare 4.930 11.843 7.546 19.084<br />

Media 1 3.146 7.167 5.319 12.220<br />

Media 2 4.808 10.471 7.973 19.711<br />

Totale 15.597 32.858 22.514 59.277


Possono essere considerati dati omogenei solo quelli relativi alla scuola dell’obbligo (elementari e medie). Di seguito<br />

sono illustrati i dati assoluti e <strong>per</strong>centuali <strong>per</strong> queste scuole in Regione.<br />

Tab. 18 - Certificazione scolastica Regione Friuli Venezia Giulia (a.s. 2003-2004)<br />

Alunni totali/alunni disabili Alunni disabili %<br />

Elementari Media Inf. Elementari Media Inf.<br />

Gorizia 4.930/113 3.146/66 2,29 2,09<br />

Pordenone 11.843/217 7.167/174 1,83 2,42<br />

Trieste 7.549/153 5.319/134 2,02 2,51<br />

Udine 19.085/438 12.214/367 2,29 3,00<br />

Totale Regione 43.407/921 27.846/741 2,12 2,66<br />

Pur con le limitazioni imposte dalla frammentarietà e disomogeneità dei dati disponibili (le fonti nazionali sono ferme<br />

all’anno scolastico 1999/2000), sono possibili alcune considerazioni:<br />

- il numero di bambini certificati tende a crescere negli anni; questo è probabilmente il frutto di fattori diversi, primo<br />

fra tutti il crescere dell’attenzione verso questo tipo di problemi;<br />

- la <strong>per</strong>centuale di alunni certificati nella scuola dell’obbligo varia discretamente da regione a Regione (fino a un intero<br />

punto <strong>per</strong>centuale), a significare una non omogeneità dei criteri;<br />

- la scuola e i servizi sembrano prendere atto con ritardo della necessità di certificazione;<br />

- il Friuli Venezia Giulia presenta <strong>per</strong>centuali di alunni certificati che, <strong>per</strong> la scuola dell’obbligo, sono lievemente<br />

maggiori della media nazionale; media che, <strong>per</strong>altro, data la marcata variabilità dei numeri fra una regione e<br />

l’altra, ha un significato relativo;<br />

- su base provinciale, Gorizia è l’unica realtà in Regione che vede diminuire le certificazioni in <strong>per</strong>centuale nel passaggio<br />

fra le elementari e le medie inferiori; ciò indicherebbe una più precoce presa d’atto dei problemi e che questo<br />

in qualche misura consenta miglior prognosi.<br />

7. Obiettivi del progetto<br />

Da un punto di vista generale gli interventi previsti nel presente progetto si inseriscono<br />

nell’approccio del “progetto WIN (Welfare Innovation)” già in corso di realizzazione nella Regione<br />

Fiuli Venezia Giulia. WIN è un progetto pilota di s<strong>per</strong>imentazione teorico/pratica, svolto in collaborazione<br />

con le Nazioni Unite, che ha come obiettivo quello di offrire un contributo o<strong>per</strong>ativoprogettuale<br />

<strong>per</strong> sostenere lo sviluppo integrato dei sistemi sociosanitari e <strong>per</strong> la cittadinanza sociale.<br />

Attraverso la condivisione di s<strong>per</strong>imentazioni pratiche, ricerca e formazione (che si realizzano in<br />

ambito regionale ed internazionale) WIN si propone di: s<strong>per</strong>imentare forme concrete di partecipazione<br />

e responsabilizzazione della cittadinanza, delle comunità locali e di quartiere <strong>per</strong> il potenziamento<br />

della democrazia partecipativa e delle reti locali; contribuire alla pianificazione integrata in<br />

termini di politiche sociali e di sviluppo locale; proporre una definizione appropriata e sostenibile di<br />

Welfare di Comunità; contribuire, nel campo specifico, a colmare il divario tra le dichiarazioni di<br />

principio internazionali e le realtà locali e nazionali; sviluppare un know-how innovativo ed esportare<br />

le best practices locali in ambito internazionale ed interregionale. Attraverso azioni di ricercaintervento<br />

vengono s<strong>per</strong>imentate modalità innovative di applicazione dei seguenti obiettivi:<br />

• integrazione delle politiche e degli interventi di assistenza sociale e sanitaria, delle politiche di<br />

inclusione sociale, delle politiche <strong>per</strong> rendere remunerativo il lavoro, delle politiche della casa e<br />

dell’habitat sociale;<br />

• s<strong>per</strong>imentazione in microaree regionali (MICROWIN) di modalità di partecipazione interistituzionale<br />

e della cittadinanza <strong>per</strong> la realizzazione di piani di sviluppo di welfare locale;<br />

• esportazione della modalità innovativa in campo internazionale e scambi di assistenza tecnica;<br />

• costruzione di <strong>per</strong>corsi locali ed internazionali di formazione;<br />

• scambi e sinergie tra regioni italiane ed europee.<br />

In questo quadro le principali finalità specifiche del progetto si fondano sul presupposto che il grado<br />

di disabilità, nelle diverse forme, condizioni ed età, rappresenta un carico umano e assistenziale<br />

importante e continuo nel tempo. A fronte di questa situazione è dimostrato come la valutazione dei<br />

12


isogni riabilitativi e la pianificazione degli interventi dedicati tendono a garantire il buon esito dei<br />

processi di inserimento socio-ambientale delle <strong>per</strong>sone.<br />

La riabilitazione dei disabili e degli anziani con pluripatologie trova il suo setting tanto nelle sedi di<br />

destinazione (quali le degenze <strong>per</strong> acuti, quelle <strong>per</strong> post-acuti a breve termine, le degenze <strong>per</strong> post-<br />

acuti a durata non programmabile, le residenze assistenziali assistite, le case di riposo, i centri diurni)<br />

quanto presso il domicilio del soggetto.<br />

In questo quadro ben si inserisce la figura del Volontario del <strong>Servizi</strong>o Civile al fine di contribuite<br />

all’accompagnamento delle <strong>per</strong>sone nel <strong>per</strong>corso riabilitativo di reinserimento in modo particolare<br />

quando le tipologie degli interventi da affidare agli o<strong>per</strong>atori del servizio civile sono indirizzate al<br />

ripristino e al mantenimento delle ADL (abilità funzionali della vita quotidiana). Naturalmente<br />

l’acquisizione delle necessarie e corrette competenze vengono garantite da un offerta formativa adeguata<br />

in cui è compreso un <strong>per</strong>corso di tirocinio con tutor professionisti (fisioterapisti) che o<strong>per</strong>ano<br />

nelle strutture sanitarie ospedaliere, RSA, case di riposo, centri diurni, secondo un protocollo definito.<br />

Macrobiettivi - realizzare un progetto che offra al volontario l’opportunità di:<br />

1. collaborare allo sviluppo di un lavoro di rete svolto dagli o<strong>per</strong>atori dei servizi sanitari, sociosanitari,<br />

sociali e assistenziali;<br />

2. partecipare ad interventi tesi ad aumentare il coinvolgimento della comunità negli interventi di<br />

welfare che vengono effettuati sul suo territorio ed a migliorare il livello di community care;<br />

3. contribuire ad aumentare il grado di empowerment dei cittadini coinvolti;<br />

4. esprimere le proprie capacità ed inclinazioni in un’attività altamente coinvolgente dal punto di<br />

vista relazionale e civile;<br />

5. apprendere a valutare gli interventi effettuati;<br />

6. collaborare alla ri-progettazione degli interventi con i correttivi necessari.<br />

Obiettivi specifici:<br />

a. incrementare e/o mantenere le attività di assistenza agli anziani nel settore sanitario, sociosanitario,<br />

sociale e assistenziale (ad es. accompagnamento, compagnia, socializzazione, ecc.); ai<br />

disabili (ad es. accompagnamento, aiuto nel pranzo, compagnia, ecc.); ai minori (ad es. socializzazione,<br />

crescita psico-affettiva, ecc.);<br />

b. attivare nuove forme di welfare, integrate sul territorio;<br />

c. sviluppare una consapevolezza sociale nella cittadinanza, <strong>per</strong> contribuire a cambiare gli stereotipi<br />

relativi alle <strong>per</strong>sone con disabilità e agli anziani;<br />

d. aiutare concretamente figure a rischio di emarginazione sociale, anche senza che esse siano necessariamente<br />

“extracomunitari” o “disagiati”;<br />

e. sostenere le funzioni di supporto e di solidarietà sociale della famiglia;<br />

f. offrire l’opportunità ai volontari del servizio civile di una formazione all’interno di rilevanti<br />

servizi alla <strong>per</strong>sona e dei servizi sociali, attraverso l’acquisizione di competenze tecniche e di<br />

una conoscenza delle realtà territoriali e socio-culturali svolgendo, allo stesso tempo, una es<strong>per</strong>ienza<br />

volontaria e di partecipazione alla vita comunitaria;<br />

g. consentire ai volontari di mettere a disposizione le proprie conoscenze nell’ambito della progettazione<br />

e realizzazione di servizi in favore di categorie svantaggiate e di mettere in luce le proprie<br />

predisposizioni caratteriali al contatto umano.<br />

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo<br />

che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al<br />

ruolo dei volontari in servizio civile:<br />

8.1 Piani di attuazione previsti <strong>per</strong> il raggiungimento degli obiettivi<br />

Fase I - Nel corso del primo <strong>per</strong>iodo (4/5 settimane) di frequenza, i Volontari parteci<strong>per</strong>anno al<br />

programma di formazione generale e specifico indicato oltre. L’attività complessiva verrà su<strong>per</strong>-<br />

13


visionata sia attraverso momenti di valutazione ad hoc che tramite <strong>per</strong>iodici incontri dei Volontari<br />

con tutti i loro referenti.<br />

All’incirca a partire dal secondo mese i Volontari effettueranno un <strong>per</strong>iodo di tirocinio in situazione<br />

(RSA, servizi <strong>per</strong> i minori) di 7/10 giorni al termine del quale verranno assegnati alle sedi di<br />

servizio dove potranno espletare le attività previste.<br />

Fase II – Implementazione delle attività previste (vedi infra) che verranno individuate e concordate<br />

attraverso le Equipe multiprofessionale (composte da o<strong>per</strong>atori del Distretto sociosanitario,<br />

ivi incluso il medico di medicina generale e/o il pediatra di libera scelta, e da o<strong>per</strong>atori<br />

degli Ambiti).<br />

Fase III – Nel corso della realizzazione del progetto, nei modi e con le scadenze stabilite nel piano<br />

<strong>per</strong> il monitoraggio, verranno effettuate le o<strong>per</strong>azioni (incontri, rilevazioni, ecc.) necessarie alla<br />

valutazione.<br />

8.2 Complesso delle attività previste <strong>per</strong> la realizzazione dei piani di attuazione.<br />

• individuazione dei docenti e organizzazione dei corsi;<br />

• formazione generale e specifica dei volontari;<br />

• affiancamenti <strong>per</strong> formazione pratica, tirocini e definizione calendario incontri con gli o<strong>per</strong>atori<br />

locali di progetto;<br />

• presentazione dei volontari al <strong>per</strong>sonale tecnico che o<strong>per</strong>a nei diversi enti e inserimento nelle<br />

strutture <strong>per</strong> i tirocini in situazione;<br />

• assegnazione alle sedi di servizio e articolazione condivisa di uno schema dei compiti che<br />

ciascun volontario svolgerà;<br />

• definizione del calendario di massima delle attività da implementare secondo le priorità indicate<br />

dalle Equipe multiprofessionali;<br />

• incontri di monitoraggio del progetto.<br />

8.3 Risorse umane complessive necessarie <strong>per</strong> l’espletamento delle attività specificando se volontari<br />

o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.<br />

<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> sanitari n. 2 <strong>Isontina</strong> 12 dipendenti dell’ente<br />

Comune di Monfalcone 1 dipendenti dell’ente<br />

Altri Comuni dell’Ambito 1 dipendenti dell’ente<br />

8.4 Ruolo ed attività previste <strong>per</strong> i volontari nell’ambito del progetto.<br />

Le possibili azioni svolte dai volontari riguardano un ampio spettro di interventi: la valutazione in<br />

ordine alle priorità (così come l’attribuzione a ciascun volontario dei relativi interventi quando questi<br />

facciano riferimento a singoli pazienti) vengono effettuate dalle Equipe multiprofessionali secondo i<br />

<strong>per</strong>corsi di assistenza da queste stabiliti ovvero dai referenti di progetto. In linea generale di tratterà<br />

di interventi di:<br />

- accompagnamento anziani, disabili e minori presso strutture ospedaliere, centri riabilitazione<br />

ed altro;<br />

- animazione di strada;<br />

- assistenza (non qualificata) di tipo infermieristico, supporto e accompagnamento a favore di<br />

<strong>per</strong>sone disabili, anziani e minori;<br />

- assistenza (non qualificata) e piccoli interventi di riabilitazione psico-fisica;<br />

- assistenza e sostegno a domicilio di <strong>per</strong>sone anziane sole;<br />

- assistenza e sostegno domiciliare a favore degli anziani e disabili, con particolare riguardo al<br />

desiderio di maggiore compagnia e socializzazione;<br />

- assistenza ed accompagnamento a <strong>per</strong>sone in difficoltà <strong>per</strong> attività <strong>per</strong>sonali;<br />

14


- assistenza nella compilazione delle richieste di diverse prestazioni erogate dai <strong>Servizi</strong> alla<br />

<strong>per</strong>sona (es. riconoscimento invalidità, interventi economici straordinari od eccezionali, assegno<br />

di sollievo, progetto di vita indipendente ecc.);<br />

- attività mirate all’integrazione dei bambini stranieri, nel rispetto delle loro culture di origine;<br />

- collaborazione alle attività finalizzate all’inserimento scolastico di ragazzi stranieri;<br />

- collaborazione e rapporti con le associazioni no-profit convenzionate;<br />

- collaborazione inserimento ragazzi stranieri nel mondo della scuola;<br />

- collaborazione nel documentare gli interventi attraverso stesura di relazioni e verbali;<br />

- collaborazione nell’organizzazione e realizzazione di iniziative di carattere socioassistenziale;<br />

- collaborazione nell’organizzazione, nella gestione e nella realizzazione di attività ricreative<br />

durante l’estate;<br />

- collaborazione nella gestione di banche dati (con uso del computer);<br />

- collaborazione nella progettazione e realizzazione di spazi di integrazione di extracomunitari;<br />

- compagnia a anziani, disabili e <strong>per</strong>sone in situazione di disagio durante il tempo libero;<br />

- distribuzione, raccolta e gestione di materiale informativo;<br />

- fornire informazioni in materia di prestazioni sanitarie o sociali agevolate o sull’accesso a<br />

servizi agevolati di pubblica utilità;<br />

- informazioni e supporto alle famiglie immigrate;<br />

- informazioni ed educazione alla salute;<br />

- mappatura e monitoraggio dei bisogni e delle problematiche emergenti;<br />

- mappatura, monitoraggio e informazione sull’utilizzo dei farmaci;<br />

- monitoraggio sull’utilizzo dei medicinali da parte di anziani soli o in difficoltà;<br />

- partecipazione ad incontri di programmazione e verifica;<br />

- partecipazione ad iniziative finalizzate alla socializzazione di <strong>per</strong>sone in condizione di<br />

svantaggio;<br />

- sostegno educativo domiciliare ai minori;<br />

- supporto alle attività di animazione-socializzazione presso il centro anziani;<br />

- supporto centro anziani;<br />

- supporto e affiancamento del <strong>per</strong>sonale adibito ai servizi assistenziali;<br />

- trasporto sociale con veicolo dell’<strong>Azienda</strong>.<br />

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:<br />

16 su 4 sedi di attuazione<br />

10) Numero posti con vitto e alloggio: 0<br />

11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0<br />

12) Numero posti con solo vitto (pranzo):<br />

16 Mense aziendali presso gli Ospedali di Gorizia e Monfalcone ed il Distretto socio-sanitario di Cormons<br />

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:<br />

15


30 ore settimanali<br />

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):<br />

6 giorni<br />

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il <strong>per</strong>iodo di servizio:<br />

- disponibilità ad interagire con <strong>per</strong>sone anziane e con minori, disabili o svantaggiate;<br />

- flessibilità oraria;<br />

- impiego saltuario e circoscritto in giorni festivi;<br />

- utilizzo a rotazione delle giornate di riposo<br />

- disponibilità alle trasferte all’interno del territorio provinciale<br />

- ottem<strong>per</strong>anza alle disposizioni legislative vigenti in materia di trattamento dei dati <strong>per</strong>sonali,<br />

di riservatezza, di segreto d’ufficio;<br />

- rispetto del codice di comportamento dei dipendenti della pubblica amministrazione<br />

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE<br />

16) Sede/i di attuazione del progetto ed O<strong>per</strong>atori Locali di Progetto:<br />

Ente presso il quale si realizza il progetto ed a cui indirizzare le domande:<br />

<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> sanitari n. 2 <strong>Isontina</strong> - Coordinamento socio-sanitario, via V. Veneto, 174 – 34170 GORIZIA<br />

tel. 0481 592625 – fax 0481 592536 – email <br />

codice identificativo sede 61545<br />

Sedi di attuazione del progetto:<br />

n.<br />

1 URP Ufficio Relazioni<br />

con il Pubblico<br />

cod. 61592<br />

2 URP Ufficio Relazioni<br />

con il Pubblico<br />

cod. 61605<br />

3 Distretto Alto Isontino<br />

cod. 61612<br />

4 Distretto Basso Isontino<br />

cod. 61614<br />

Comune<br />

Indirizzo<br />

Gorizia Via V. Veneto,<br />

171<br />

Monfalcone<br />

N. vol.<br />

<strong>per</strong><br />

sede<br />

16<br />

Tel sede<br />

4 0481<br />

592083<br />

Via Galvani, 1 4 0481<br />

487711<br />

Cormons Via Venezia<br />

Giulia, 74<br />

Monfalcone<br />

17) Altre figure impiegate nel Progetto:<br />

No<br />

4 0481<br />

629200<br />

Via Galvani, 1 4 0481<br />

487554<br />

18) Strumenti e modalità di pubblicizzazione del progetto:<br />

Fax sede<br />

0481<br />

592536<br />

0481<br />

487582<br />

0481<br />

629220<br />

0481<br />

487677<br />

Nominativi O<strong>per</strong>atori Locali di<br />

Progetto<br />

Cognome e Data di C.F.<br />

nome nascita<br />

Rosella 23.12.53 PRMRL<br />

Primosi<br />

L53T63<br />

Z614H<br />

Daniela 22.7.54 PSTDN<br />

Pasutto<br />

L54L62<br />

F356D<br />

Maria 8.12.53 STCMR<br />

Stocco<br />

A53T58<br />

G381B<br />

Paolo 3.10.59 FRTPL<br />

Frittitta<br />

A59R03<br />

F356C<br />

Nella pagina web dedicata al <strong>Servizi</strong>o Civile Nazionale, allestita nel sito internet<br />

http://portale.ass2.sanita.fvg.it dell’<strong>Azienda</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong> n. 2 <strong>Isontina</strong>, saranno pubblicate


tutte le notizie utili sui progetti, i progetti stessi, i bandi. Il sito principale dell’<strong>Azienda</strong> evidenzierà<br />

la pagina dedicata al SCN particolarmente in prossimità di bandi o news di rilevanza (prevista 1 ora<br />

/ mese <strong>per</strong> un tot. di 12 ore/anno).<br />

L’<strong>Azienda</strong> chiederà all’Università di Udine ed a quella di Trieste (nonché alle rispettive sedi di Gorizia<br />

e Pordenone), ai Comuni della Provincia, agli Uffici ed alle sedi dei progetti giovani, ai comprensori<br />

scolastici ed altri siti visitati da utenza giovanile della zona, di installare relativi link nei loro<br />

portali (previste 2 ore).<br />

Notizie inerente il SCN saranno diffuse su quotidiani, radio e tv locali e provinciali attraverso<br />

l’Ufficio Stampa dell’ASS2 (previste 2 ore / mese <strong>per</strong> un tot. di 24 ore/anno).<br />

In prossimità di bandi di selezione sarà data diffusione capillare nei ambiti territoriali ristretti di<br />

attuazione dei progetti, tenendo conto in particolare di ambienti giovanili, organizzati e non<br />

(previste 2 ore/anno).<br />

Durante l’attuazione dei progetti, i volontari potranno usufruire di una password di accesso alla<br />

sezione del sito web aziendale, ove comunicare lo stato di avanzamento dei progetti stessi; si<br />

valuterà l’opportunità di mettere a disposizione un forum e/o un Blog ove i volontari possano<br />

comunicare con i loro coetanei o comunque con i giovani, anche al fine di promuovere l’immagine<br />

del SCN (prevista 1 ora / mese <strong>per</strong> un tot. di 12 ore/anno).<br />

Nel corso del progetto verrà inviata una comunicazione ai dirigenti scolastici di tutti gli Istituti Medi<br />

Su<strong>per</strong>iori dell’Isontino, proponendo un breve intervento formativo da parte di <strong>per</strong>sonale<br />

dell’ASS2 e dei volontari del SCN, al fine di pubblicizzare le attività in corso e il ruolo dei volontari<br />

del SCN al loro interno (previste 6 ore/anno).<br />

Totale ore previste: 58 ore / anno<br />

19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:<br />

Attraverso colloquio con <strong>per</strong>sonale es<strong>per</strong>to verranno verificate le conoscenze in merito a :<br />

- elementi di demografia (criterio si-no)<br />

- elementi di comunicazione sociale (criterio si-no)<br />

- conoscenze di base sull’organizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari (criterio si-no)<br />

- conoscenze di base di informatica (criterio si-no)<br />

Attraverso colloquio con <strong>per</strong>sonale es<strong>per</strong>to verranno verificate le capacità in merito a:<br />

- capacità relazionali (criterio si-no)<br />

- capacità comunicative (criterio si-no)<br />

- attitudini all’intervento di comunità (criterio si-no)<br />

- competenza culturale (criterio si-no)<br />

Ne risulta una scala 1-10 sulla quale verrà articolata l’eventuale graduatoria dei candidati, qualora il<br />

numero delle richieste eccedesse i posti a disposizione, e fermi restando i requisiti di cui al punto 23<br />

20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione<br />

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):<br />

UNSC - Determinazione del Direttore Generale 30.5.2002<br />

21) Piano di monitoraggio interno <strong>per</strong> la valutazione dei risultati del progetto:<br />

Nel momento di start del progetto verrà predisposto un piano di monitoraggio dettagliato, che si baserà<br />

su di un’articolazione strutturale (diagramma di flusso del progetto, monitoraggio mensile dello<br />

stato di avanzamento del progetto) e su una articolazione temporizzata a scadenza fissa (riunione<br />

quindicinale di tutto il <strong>per</strong>sonale impiegato nel progetto).<br />

17


La valutazione conclusiva sarà attuata secondo 4 modalità, che verranno poi confrontate anche con<br />

metodologie quantitative:<br />

• qualità organizzativa (realizzazione delle attività previste – valutazione a breve termine);<br />

• qualità auto<strong>per</strong>cepita (debriefing degli o<strong>per</strong>atori che hanno partecipato al progetto – a breve<br />

termine) ;<br />

• qualità etero<strong>per</strong>cepita (da parte degli stakeholders interni ed esterni- a breve termine) ;<br />

• qualità tecnica (modifica degli indicatori sociali, socio-culturali ed epidemiologici – verosimilmente<br />

a medio e lungo termine).<br />

22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione<br />

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):<br />

No<br />

23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati <strong>per</strong> la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti<br />

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:<br />

• possesso del Diploma di Maturità su<strong>per</strong>iore;<br />

• la conoscenza – parlata – di almeno una delle lingue ammesse a tutela nel territorio dell’ASS 2<br />

<strong>Isontina</strong> ai sensi della L. 482/99 (friulano o sloveno) costituirà titolo preferenziale; la valutazione<br />

avverrà tramite colloquio con <strong>per</strong>sonale traduttore- interprete, utilizzando i criteri docimologici<br />

di valutazione della conoscenza linguistica. In caso di conoscenza di due o più lingue i punteggi<br />

riportati in ogni singola prova di conoscenza verranno sommati.<br />

24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:<br />

Il finanziamento aggiuntivo dell’Ass2 al progetto descritto può essere quantificata in circa 20.000<br />

Euro, comprendenti le spese <strong>per</strong> le ore aggiuntive richieste al <strong>per</strong>sonale che affianca i volontari del<br />

SNC, le spese <strong>per</strong> i trasporti necessari agli accessi ai vari Comuni ed alle varie sedi aziendali, le<br />

spese <strong>per</strong> il materiale di uso corrente destinato al progetto (cancelleria, stampati, materiale di consumo<br />

<strong>per</strong> l’informatica), le spese di tipografia e redazionali, i costi relativi al webmaster del sito Internet<br />

istituzionale, i costi delle attrezzature informatiche che verranno destinate ai volontari,.<br />

25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli<br />

stessi all’interno del progetto:<br />

Comune di Monfalcone (segue lettera di partnership)<br />

Il Comune di Monfalcone, ente accreditato del SCN, parteci<strong>per</strong>à direttamente al progetto attraverso<br />

il proprio “<strong>Servizi</strong>o sociale” e indirettamente in quanto Ente gestore dell’Ambito distrettuale 2.2<br />

Basso Isontino. La partnership si realizzerà:<br />

• in sede di formazione dei volontari;<br />

• nelle fasi di programmazione degli interventi, in particolare nei momenti decisionali relativi alla<br />

tipologia delle prestazioni socio-sanitarie e socio-assistenziali da erogare a ciascun cittadino,<br />

decisioni assunte attraverso le Equipe multiprofessionali che vedono la partecipazione congiunta<br />

di o<strong>per</strong>atori dell’<strong>Azienda</strong> e degli Ambiti; nonché<br />

• all’atto delle valutazioni <strong>per</strong>iodiche sull’andamento del progetto e sui risultati raggiunti.<br />

26) Risorse tecniche e strumentali necessarie <strong>per</strong> l’attuazione del progetto:<br />

Riferite ai volontari del SCN:<br />

18


<strong>per</strong> ogni sede di attuazione verrà messo a disposizione un locale nel quale i volontari disporranno di<br />

una postazione, comprendente un PC dotato di hardware e software adeguato (compreso accesso Internet<br />

e posta elettronica) nonché il materiale informativo, di cancelleria e stampati; i volontari potranno<br />

usufruire di un’automezzo aziendale <strong>per</strong> gli eventuali spostamenti (prevista co<strong>per</strong>tura assicurativa<br />

adeguata) e, ove necessario, di un cellulare <strong>per</strong> le comunicazioni d’ufficio.<br />

Riferite al gruppo di progetto (risorse umane):<br />

n. 1 o<strong>per</strong>atore tempo pieno equivalente dedicato (36 ore settimanali x 46 settimane)<br />

supporto del <strong>per</strong>sonale del Distretto socio-sanitario<br />

supporto del <strong>per</strong>sonale dell’Ambito socio-assistenziale<br />

supporto del <strong>per</strong>sonale dell’area Ufficio Relazioni con il Pubblico<br />

supporto del <strong>per</strong>sonale dell’area Formazione<br />

supporto del <strong>per</strong>sonale dell’area Direzione <strong>Sanitari</strong>a dei Presidi ospedalieri<br />

Riferite al progetto (risorse strumentali):<br />

sito web aziendale (piattaforma e web master)<br />

stampante laser color<br />

video-proiettori, monitor, PC portatili, cellulari.<br />

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI<br />

27) Eventuali crediti formativi riconosciuti:<br />

Il tirocinio viene accreditato dall’ASS2 quale formazione sul campo, ai fini dell’accreditamento<br />

ECM (Educazione Continua in Medicina) di cui è provider. La definizione precisa dei crediti avverrà<br />

nel momento in cui saranno definiti i numeri effettivi e le caratteristiche (scolarità, competenze)<br />

dei volontari del SCN partecipanti al progetto; sulla base dell’es<strong>per</strong>ienza maturata e dei criteri deliberati<br />

dalla giunta regionale, saranno concessi ai volontari in media 1 credito ogni 10 ore di attività,<br />

e ai formatori, accompagnatori, o<strong>per</strong>atori circa 0,4 crediti ogni ora di attività.<br />

La maggior parte delle Università su cui insistono i giovani dell’Isontino riconosce crediti formativi<br />

<strong>per</strong> lo svolgimento del <strong>Servizi</strong>o Civile. Di volta in volta si assegneranno i crediti, riferiti alla sede<br />

Universitaria eventualmente frequentata.<br />

28) Eventuali tirocini riconosciuti:<br />

Il tirocinio viene accreditato dall’ASS2 quale formazione sul campo, ai fini dell’accreditamento<br />

ECM (Educazione Continua in Medicina) di cui è provider. La definizione precisa dei crediti avverrà<br />

nel momento in cui saranno definiti i numeri effettivi e le caratteristiche (scolarità, competenze)<br />

dei volontari del SCN partecipanti al progetto; sulla base dell’es<strong>per</strong>ienza maturata e dei criteri deliberati<br />

dalla giunta regionale, saranno concessi ai volontari in media 1 credito ogni 10 ore di attività,<br />

e ai formatori, accompagnatori, o<strong>per</strong>atori circa 0,4 crediti ogni ora di attività.<br />

L’ASS2 ha già in atto convenzioni con le Università di Udine, Trieste e Padova <strong>per</strong> lo svolgimento<br />

di tirocini che, ove i volontari posseggano i requisiti specifici richiesti da ciascun ente, potranno<br />

quindi essere ricondotti alle singole fattispecie e riconosciuti.<br />

Le ore di tirocinio verranno altresì certificate dall’ASS2, come frequenza presso struttura pubblica<br />

accreditata.<br />

29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili<br />

e validi ai fini del curriculum vitae:<br />

19


Le competenze e professionalità acquisite saranno certificate dal Centro di Formazione <strong>Azienda</strong>le<br />

dell’ASS2 (Provider Nazionale e Regionale <strong>per</strong> l’Educazione Continua in Medicina). Oltre<br />

all’aspetto sopraccitato, relativo alle convenzioni <strong>per</strong> tirocini in atto con le Università di Udine,<br />

Trieste e Padova, all’interno dell’ASS2 sono presenti numerose professionalità (psicologi, sociologi,<br />

pedagogisti, riabilitatori, assistenti sociali, infermieri, terapisti della riabilitazione, medici,…)<br />

accreditate a fungere da tutor dei tirocini: nella maggior parte dei casi le certificazioni rilasciate ai<br />

volontari sono valide ai fini del CV anche nei confronti di Enti terzi.<br />

In particolare potranno essere certificati:<br />

- acquisizione di competenze informatiche di base<br />

- acquisizione di competenze informatiche avanzate<br />

- acquisizione di conoscenze giuridiche (area della legislazione sociale e sanitaria)<br />

- acquisizione di conoscenze e competenze nell’ambito della comunicazione sociale.<br />

- acquisizione di una approfondita conoscenza del sistema socio-sanitario nazionale e locale.<br />

Formazione generale dei volontari<br />

30) Sedi di realizzazione:<br />

Centro di Formazione dell’ASS2 <strong>Isontina</strong> – Via V. Veneto 174 – Gorizia<br />

Centro di Formazione dell’ASS2 <strong>Isontina</strong> – Via Galvani, 1 – San Polo, Monfalcone<br />

31) Modalità di attuazione:<br />

In proprio: corso propedeutico organizzato dal Centro di Formazione <strong>Azienda</strong>le che si avvarrà di<br />

formatori es<strong>per</strong>ti nelle differenti problematiche e discipline.<br />

Docenti: Giurista es<strong>per</strong>to Legge 64/2001<br />

Personale dirigente dell’ASS<br />

Personale dirigente del Comune di Monfalcone<br />

Docenti universitari<br />

32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione<br />

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:<br />

No<br />

33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:<br />

Per raggiungere gli obiettivi formativi previsti dalla formazione generale dei volontari del <strong>Servizi</strong>o<br />

civile, si intende fornire dapprima informazioni e conoscenze di base propedeutiche, sviluppando<br />

poi abilità o<strong>per</strong>ative e metodologiche.<br />

Le metodologie utilizzate saranno: lezioni magistrali, lezioni frontali, dibattiti condotti da es<strong>per</strong>ti,<br />

lavori di gruppo guidati, esercitazioni individuali, situazioni es<strong>per</strong>ienziali con affiancamento, tutorship<br />

e coaching.<br />

Gli strumenti didattici saranno: lavagna luminosa, videoregistratore, strumenti informatici (pc e videoproiettore).<br />

La formazione all’informatica sarà effettuata in aula specificamente attrezzata.<br />

Supporti alla formazione: dispense, bibliografia mirata, sitografia<br />

20


34) Contenuti della formazione:<br />

La formazione generale dei volontari del <strong>Servizi</strong>o civile, propedeutica alla formazione specifica ed<br />

al successivo inserimento nei singoli progetti della <strong>Azienda</strong> <strong>Sanitari</strong>a, vuole sviluppare competenze<br />

caratteristiche a cui fa riferimento l’ordinamento del <strong>Servizi</strong>o Civile Nazionale (Circolare 4-9-2003,<br />

prot. N. UNSC 807/II/I), caratteristiche fondamentali <strong>per</strong> le diverse forme di partecipazione attiva<br />

alla vita della società civile.<br />

• Il SCN: caratteristiche, ordinamento, significati.<br />

• Lo Stato italiano: ordinamento, principi fondanti, Carta Costituzionale<br />

• Internazionalità, globalizzazione: riflessioni sugli intrecci della moderna società civile; ruolo del<br />

SCN.<br />

• Aspetti giuridici, economici, sociali ed etici dal punto di vista degli o<strong>per</strong>atori sociosanitarie e<br />

dal punto di vista delle istituzioni (ivi compreso il SCN)<br />

• Elementi di organizzazione sanitaria: SSN- SSR- Aziende territoriali, aziende Ospedaliere<br />

• L’attuale programmazione ed organizzazione sanitaria e sociale della Regione Friuli Venezia<br />

Giulia. Organigrammi e funzionigrammi delle aziende <strong>Sanitari</strong>e.<br />

• I servizi sociali dei Comuni; i servizi delegati.<br />

• Concetti e logiche alla base del lavoro integrato. La legge 328/2000 sull’integrazione sociosanitaria<br />

• Legislazione essenziale: privacy, riservatezza, responsabilità, segreto d’ufficio.<br />

• La Provincia di Gorizia: caratteristiche territoriali, demografiche, epidemiologiche, sociali, culturali.<br />

35) Durata:<br />

In totale sono previste 48 ore di formazione suddivise su 8 giornate di formazione di 6 ore ciascuna<br />

(da realizzarsi prima della formazione specifica e prima dell’inserimento dei volontari nel <strong>per</strong>corso<br />

di attuazione del progetto).<br />

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari<br />

36) Sedi di realizzazione:<br />

Centro di Formazione dell’ASS2 <strong>Isontina</strong> – Via V. Veneto 174 – Gorizia<br />

Centro di Formazione dell’ASS2 <strong>Isontina</strong> – Via Galvani, 1 – San Polo, Monfalcone<br />

37) Modalità di attuazione:<br />

In proprio, con formatori dell’<strong>Azienda</strong> e con ricorso a es<strong>per</strong>ti della materia di cui di volta in volta<br />

trattasi.<br />

Il Centro di Formazione <strong>Azienda</strong>le ha costruito un progetto didattico (ulteriormente <strong>per</strong>sonalizzabile<br />

in base alle caratteristiche specifiche dei discenti) che si avvarrà di formatori es<strong>per</strong>ti nelle differenti<br />

tematiche e discipline. Il pool di formatori è composto da <strong>per</strong>sonale particolarmente qualificato<br />

appartenente al <strong>Servizi</strong>o <strong>Sanitari</strong>o regionale, da es<strong>per</strong>ti esterni e da docenti universitari.<br />

38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:<br />

1. Claudio Albiero ………… dati …………<br />

2. Marcella Bernardi ………… dati …………<br />

3. Giovanni Bladelli ………… dati …………<br />

21


4. Maura Clementi ………… dati …………<br />

5. Marilena Francioso ………… dati …………<br />

6. Lucio Luison ………… dati …………<br />

7. Patrizia Ongaro ………… dati …………<br />

8. Pierlorenzo Papanti ………… dati …………<br />

9. Michele Picogna ………… dati …………<br />

10. Paolo Platania ………… dati …………<br />

11. Paolo Scaramella ………… dati …………<br />

12. Antonia Sorbello ………… dati …………<br />

39) Competenze specifiche del/i formatore/i: vedi punto 41<br />

1. ………… dati …………<br />

2. ………… dati …………<br />

3. ………… dati …………<br />

4, ………… dati …………<br />

5. ………… dati …………<br />

6. ………… dati …………<br />

7. ………… dati …………<br />

8. ………… dati …………<br />

9. ………… dati …………<br />

10. ………… dati …………<br />

11. ………… dati …………<br />

12. ………… dati …………<br />

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:<br />

Dopo le conoscenze di base fornite dal <strong>per</strong>corso di formazione generale e <strong>per</strong> raggiungere gli obiettivi<br />

specifici del presente progetto, è necessario <strong>per</strong> i volontari di SCN:<br />

• approfondire le conoscenze relative alle finalità ed alle attività specifiche del progetto;<br />

• acquisire le abilità specifiche necessarie alla realizzazione del progetto;<br />

• sviluppare abilità o<strong>per</strong>ative e metodologiche <strong>per</strong> un ruolo attivo negli interventi previsti<br />

Verranno privilegiate le metodologie pedagogiche più adatte e, in particolare, le metodologie di apprendimento<br />

attivo. In termini generali verranno utilizzate: lezioni magistrali, lezioni frontali, dibattiti<br />

condotti da es<strong>per</strong>to, lavori di gruppo guidati, esercitazioni individuali, situazioni es<strong>per</strong>ienziali<br />

con affiancamento, tutorship, coaching, visualizzazione di materiali multimediali, ricerche mirate.<br />

Gli strumenti didattici saranno: lavagna luminosa, videoregistratore, strumenti informatici (pc e videoproiettore).<br />

La formazione all’informatica sarà effettuata in aula specificamente attrezzata.<br />

Supporti alla formazione: dispense, bibliografia mirata, sitografia.<br />

41) Contenuti della formazione:<br />

1. competenze legate all’area cognitiva (sa<strong>per</strong>e):<br />

1.1 L’intervento di rete<br />

1.2 L’assistenza all’anziano<br />

1.3 L’assistenza al minore<br />

1.4 Il monitoraggio e la valutazione degli interventi<br />

1.5 Tecniche <strong>per</strong> la comunicazione sociale<br />

2. competenze legate all’area o<strong>per</strong>ativa (sa<strong>per</strong> fare):<br />

2.1 Organizzazione dell’assistenza integrata socio-sanitario-assistenziale - base<br />

22


2.2 Elementi di assistenza infermieristica<br />

2.3 Elementi della riabilitazione psico-fisica<br />

2.4 Tecniche di mobilizzazione del paziente<br />

2.5 Organizzazione dell’assistenza integrata socio-sanitario-assistenziale - avanzato<br />

2.6 Tecniche di problem solving, di team building, di time management<br />

3. competenze legate all’area affettivo-relazionale (sa<strong>per</strong> essere):<br />

3.1 Elementi di psicologia e comunicazione inter<strong>per</strong>sonale<br />

3.2 Etica della relazione o<strong>per</strong>atore-paziente<br />

3.3 Sociologia della famiglia<br />

3.4 Mediazione sociale, intervento sociale e gestione del conflitto<br />

42) Durata:<br />

1. competenze legate all’area cognitiva (sa<strong>per</strong>e): 30 ore<br />

2. competenze legate all’area o<strong>per</strong>ativa (sa<strong>per</strong> fare): 48 ore<br />

3. competenze legate all’area affettivo-relazionale (sa<strong>per</strong> essere): 18 ore<br />

In totale sono previste 96 ore di formazione specifica suddivise su 16 giornate di formazione di 6<br />

ore ciascuna (da svolgersi dopo la formazione specifica e prima dell’inserimento dei volontari nel<br />

<strong>per</strong>corso di attuazione del progetto).<br />

Altri elementi della formazione<br />

43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:<br />

Il progetto formativo complessivo viene strutturato in unità didattiche, al termine di ognuna delle<br />

quali è prevista una verifica oggettiva dell’apprendimento. Utilizzando gli ormai validati e consolidati<br />

sistemi ECM, la valutazione di ogni unità didattica comprenderà 3 elementi:<br />

1. la verifica formativa, attraverso test, questionari, elaborati, produzione di relazioni e similari;<br />

2. la verifica sommativa, attraverso la su<strong>per</strong>visione degli affiancatori nell’attività del progetto;<br />

3. la valutazione della formazione da parte del discente, comprendente la valutazione di contenuti,<br />

metodologie, docenti.<br />

Si prevede anche un lavoro di gruppo finale che, attraverso un’elaborazione collettiva, partendo da<br />

spunti ed osservazioni individuali, possa rilanciare indicazioni <strong>per</strong> il lavoro pratico del progetto.<br />

Gorizia, 27 ottobre 2005<br />

Il Progettista<br />

dott. Lucio Luison<br />

23<br />

Il Responsabile legale dell’ente<br />

dott.ssa Manuela Baccarin

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