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Svezzare i suinetti su lettiera dà buoni risultati - Centro Ricerche ...

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TECNICA SPERIMENTATA IN AZIENDA<br />

<strong>Svezzare</strong> i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong><br />

<strong>dà</strong> <strong>buoni</strong> ri<strong>su</strong>ltati<br />

L’esperienza condotta dal Crpa ha portato a <strong>buoni</strong> ri<strong>su</strong>ltati:<br />

gli indici di accrescimento e conversione dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong><br />

sono paragonabili a quelli registrati con la classica tecnica<br />

di allevamento, con il vantaggio di garantire maggior benessere<br />

agli animali<br />

Matteo Barbari, Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo, Marzia Borciani<br />

L’emanazione da parte dell’Unione<br />

Europea di normative specifiche a tutela<br />

del benessere dei <strong>su</strong>ini ha portato<br />

all’abolizione o alla limitazione di taluni<br />

sistemi di allevamento fino a ieri<br />

impiegati, e di conseguenza alla sperimentazione<br />

di tecniche d’allevamento<br />

rispettose del benessere degli animali,<br />

alternative a quelle tradizionali.<br />

Per la fase di svezzamento sono state<br />

proposte soluzioni con box collettivi<br />

dotati di zone più o meno ampie a <strong>lettiera</strong>,<br />

che favoriscono il benessere degli<br />

animali e consentono la limitazione<br />

della produzione di liquami.<br />

Una tipologia di box per lo svezzamento,<br />

spesso inserita in edifici parzialmente<br />

aperti e non coibentati, è quella<br />

che prevede l’impiego della <strong>lettiera</strong> di<br />

paglia nella zona di riposo-esercizio,<br />

mentre la zona di alimentazione viene<br />

realizzata <strong>su</strong> pavimento pieno sopraelevato;<br />

le due aree sono collegate mediante<br />

una rampa o un gradino. In un<br />

settore dell’area a <strong>lettiera</strong> viene spesso<br />

previsto un pannello orizzontale sospeso,<br />

eventualmente regolabile in altezza<br />

mediante funi, che crea una nicchia<br />

Foto 1 - Porcilaia sperimentale<br />

dell’allevamento <strong>su</strong>inicolo «Campo Bo»<br />

di Montechiarugolo<br />

(<strong>su</strong>perficie disponibile senza <strong>lettiera</strong>)<br />

protetta nella quale gli animali, durante<br />

la stagione fredda, possono trovare<br />

un ambiente termicamente più confortevole<br />

rispetto a quello delle altre<br />

zone del box.<br />

Una diversa configurazione del box<br />

prevede la nicchia ad altezza regolabile<br />

nell’area di alimentazione-riposo a pavimentazione<br />

piena, con eventuali lampade<br />

per il riscaldamento localizzato.<br />

I sistemi di svezzamento <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong> si<br />

sono diffusi soprattutto in alcuni Paesi<br />

del <strong>Centro</strong> e Nord Europa, mentre in<br />

Italia si segnala un interesse crescente<br />

rispetto a tale tema in questi ultimi<br />

anni per gli aspetti del benessere animale,<br />

per le implicazioni ambientali e<br />

per la possibilità di convertire all’allevamento<br />

<strong>su</strong>inicolo strutture edilizie<br />

già esistenti.<br />

Per quanto riguarda le emissioni in<br />

atmosfera, non tutti i sistemi <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong><br />

sono da annoverare tra le Migliori<br />

tecniche disponibili (Mtd o Bat, Best<br />

available techniques, nella terminologia<br />

inglese). Il documento di riferimento<br />

dell’Unione Europea per l’individuazio-<br />

Foto 2 - Box per la fase di svezzamento<br />

con zona a <strong>lettiera</strong> di paglia e nicchia<br />

riscaldata<br />

Zootecnia<br />

ne delle migliori tecniche disponibili<br />

prevede che, nella fase di svezzamento<br />

dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong>, la soluzione di stabulazione<br />

con <strong>lettiera</strong> possa essere considerata<br />

Bat a condizione che la <strong>lettiera</strong> venga<br />

gestita secondo le buone pratiche, ossia<br />

con apporto <strong>su</strong>fficiente di materiale<br />

lignocellulosico e asportazione della<br />

<strong>lettiera</strong> bagnata.<br />

Lo svezzamento <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong> ha interessato<br />

l’attività di sperimentazione che il<br />

Crpa ha condotto in collaborazione con<br />

il Dipartimento di ingegneria agraria<br />

e forestale (Diaf) dell’Università di Firenze<br />

nell’ambito di un progetto di ricerca<br />

triennale (1999-2001) finanziato<br />

dalla Regione Emilia-Romagna, dal titolo<br />

«Effetti di tecniche di allevamento<br />

tradizionali e innovative <strong>su</strong>l benessere<br />

degli animali da reddito»; il principale<br />

obiettivo del progetto era quello<br />

di definire delle relazioni fra tecniche<br />

d’allevamento e livello di benessere,<br />

nell’ambito dei due comparti zootecnici<br />

più rilevanti nella regione Emilia-<br />

Romagna: il comparto <strong>su</strong>ino e il comparto<br />

bovino da latte.<br />

In questo articolo vengono riportati<br />

i ri<strong>su</strong>ltati delle prove sperimentali relative<br />

alla verifica tecnico-gestionale<br />

dell’applicabilità della stabulazione in<br />

ricovero provvisto di box a <strong>lettiera</strong> per<br />

i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in svezzamento, in alternativa<br />

alle tecniche di tipo tradizionale normalmente<br />

praticate negli allevamenti<br />

intensivi.<br />

Recentemente, per valutare la situazione<br />

a distanza di tempo dalla fine<br />

della ricerca, è stata fatta una verifica<br />

nell’allevamento utilizzato per la sperimentazione.<br />

Porcilaia sperimentale<br />

Il ricovero individuato per le prove è<br />

di proprietà dell’allevamento <strong>su</strong>inicolo<br />

«Campo Bo» (foto 1), sito nel comune<br />

di Montechiarugolo (Parma); si tratta<br />

di una stalla a stabulazione libera a <strong>lettiera</strong><br />

permanente per vacche da latte<br />

che è stata riconvertita in una porcilaia<br />

sperimentale destinata all’allevamento<br />

di <strong>su</strong>ini nella fase di svezzamento.<br />

Il progetto di ristrutturazione è stato<br />

realizzato dal Crpa.<br />

La porcilaia prevede 15 box di ampie<br />

dimensioni (foto 2) <strong>su</strong>ddivisi in due zone<br />

funzionali:<br />

L’INFORMATORE AGRARIO 16/2005<br />

39


Zootecnia<br />

Figura 1 - Sezione del box da svezzamento della<br />

porcilaia sperimentale<br />

Fonte: (Rossi et al., 2004).<br />

0,30<br />

Nicchia<br />

◾ la zona a <strong>lettiera</strong> di paglia, comprensiva<br />

di una porzione a pavimento piano<br />

e di una porzione con pavimento<br />

in pendenza per il collegamento con<br />

l’altra zona posta a un livello <strong>su</strong>periore.<br />

In questa zona è collocata anche<br />

l’area di abbeverata con 3 abbeveratoi<br />

a <strong>su</strong>cchiotto;<br />

◾ la nicchia a pavimento piano privo<br />

di <strong>lettiera</strong>, dotata di copertura in pannelli<br />

orizzontali di materiale plastico e<br />

riscaldamento localizzato con 2 lampade<br />

a raggi infrarossi. In quest’area è<br />

collocata la zona di alimentazione con<br />

2 mangiatoie a tramoggia.<br />

La figura 1 mostra la sezione della<br />

stalla dopo l’intervento di ristrutturazione.<br />

Protocollo sperimentale<br />

Le prove sperimentali, realizzate<br />

in concomitanza dei periodi climatici<br />

estremi (inverno ed estate 2001), hanno<br />

previsto il rilievo dei seguenti dati:<br />

◾ parametri produttivi: incrementi ponderali,<br />

indice di conversione alimentare,<br />

mortalità;<br />

◾ parametri tecnico-gestionali: con<strong>su</strong>mo<br />

di paglia, con<strong>su</strong>mo di mangime e<br />

di acqua di bevanda e fabbisogno di<br />

manodopera;<br />

◾ parametri microclimatici: temperatura<br />

e umidità relativa interna ed esterna,<br />

temperatura e umidità relativa nelle<br />

diverse zone del box, velocità dell’aria<br />

e gas nocivi;<br />

◾ parametri comportamentali: tempi<br />

medi di riposo e di attività, riconoscimento<br />

delle diverse aree funzionali,<br />

atteggiamenti aggressivi.<br />

Le prove sono state eseguite in 2 box,<br />

ognuno dei quali di <strong>su</strong>perficie totale pari<br />

a 29,76 m 2 , dei quali 22,22 nella zona a<br />

<strong>lettiera</strong> e i restanti 7,54 nella nicchia.<br />

Durante le prove invernali in ognuno<br />

dei box sono stati inseriti 73 capi<br />

con un peso medio unitario iniziale di<br />

7,12 kg/capo; la <strong>su</strong>perficie unitaria di<br />

stabulazione (mangiatoie comprese) è<br />

stata di 0,41 m 2 /capo, dei quali 0,31 nel-<br />

40 L’INFORMATORE AGRARIO 16/2005<br />

Mangiatoia<br />

la zona a <strong>lettiera</strong> e 0,10 nella nicchia.<br />

Durante le prove estive sono stati inseriti<br />

66 <strong><strong>su</strong>inetti</strong> del peso vivo medio<br />

di 6,89 kg/capo in ognuno dei box;<br />

la <strong>su</strong>perficie unitaria di stabulazione<br />

(mangiatoie comprese) è stata di<br />

0,45 m 2 /capo, dei quali 0,34 nella zona<br />

a <strong>lettiera</strong> e 0,11 nella nicchia.<br />

Parametri produttivi<br />

e tecnico-gestionali<br />

Durante le prove invernali sono stati<br />

registrati i con<strong>su</strong>mi di mangime e i<br />

pesi individuali a inizio e fine ciclo, per<br />

la determinazione dell’accrescimento<br />

medio giornaliero (amg) e dell’indice<br />

di conversione dell’alimento (ica).<br />

Le performance d’allevamento rilevate<br />

durante le prove invernali (tabella 1)<br />

rientrano nella norma, sia per quanto riguarda<br />

l’accrescimento medio giornaliero<br />

(335 g/giorno per capo come media<br />

dei 141 <strong><strong>su</strong>inetti</strong> giunti a fine ciclo nei 2<br />

box di prova), sia per quanto concerne<br />

l’indice di conversione alimentare (media<br />

di 1,728 kg di alimento per kg di peso<br />

vivo). La mortalità in svezzamento è<br />

ri<strong>su</strong>ltata mediamente pari al 3,42%.<br />

Il con<strong>su</strong>mo medio giornaliero di acqua<br />

di bevanda, rilevato nella prova invernale<br />

nel box della prova, è ri<strong>su</strong>ltato<br />

più basso dei valori di riferimento (0,38<br />

contro 2-2,5 L/capo). Bisogna però considerare<br />

che il ciclo d’allevamento si è<br />

svolto con temperature medie interne<br />

inferiori a 14 °C.<br />

La corretta distribuzione della paglia<br />

ha un’importanza fondamentale per il<br />

buon esito del sistema di allevamento<br />

<strong>su</strong> <strong>lettiera</strong>; infatti, i numerosi vantaggi<br />

ottenibili con questo tipo di stabulazione<br />

sono strettamente legati all’esigenza di<br />

garantire agli animali un giaciglio <strong>su</strong>fficientemente<br />

asciutto e pulito.<br />

Il con<strong>su</strong>mo medio di paglia nella porcilaia<br />

sperimentale è ri<strong>su</strong>ltato pari a<br />

0,25 kg/giorno per <strong>su</strong>inetto, uguale a<br />

quanto consigliato dal Crpa all’avvio della<br />

nuova struttura d’allevamento. Tale<br />

apporto ha garantito buone condizioni<br />

Tabella 1 - Dati tecnici della sessione invernale<br />

delle prove sperimentali<br />

Dati Box A Box B<br />

Data inizio prova 14-2-2001 14-2-2001<br />

Capi inizio prova (n.) 73 73<br />

Peso medio inizio prova (kg/capo) 7,12 6,57<br />

Data fine prova 10-3-2001 10-3-2001<br />

Capi fine prova (n.) 70 71<br />

Peso medio fine prova (kg/capo) 16,71 13,10<br />

Durata prova (giorni) 24 24<br />

Con<strong>su</strong>mo di mangime (kg/giorno per capo) 0,670 0,490<br />

Accrescimento medio (kg/giorno per capo) 0,400 0,272<br />

Indice di conversione dell’alimento 1,678 1,800<br />

Con<strong>su</strong>mo di acqua di bevanda (L/capo/giorno) 0,38 –<br />

d’igiene dei box, sia in estate sia in inverno,<br />

e la cosa è confermata indirettamente<br />

dalle basse concentrazioni di ammoniaca<br />

rilevate nell’ambiente, oltreché,<br />

a livello visivo, dal buon livello di pulizia<br />

dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong>.<br />

Considerando che la quotazione media<br />

<strong>su</strong> base annua della paglia <strong>su</strong>i principali<br />

mercati padani (annata 2000-2001) è stata<br />

di circa 71 euro/t, possiamo calcolare<br />

in circa 6,48 euro/anno per posto porcilaia<br />

l’incidenza del costo di approvvigionamento<br />

del lettime.<br />

Per le operazioni di svuotamento della<br />

<strong>lettiera</strong> esausta e di distribuzione della<br />

paglia fresca, eseguite ogni settimana,<br />

sono necessarie 2 unità lavorative, per<br />

un fabbisogno medio complessivo di manodopera<br />

di circa 1 ora/giorno. Considerando<br />

che la porcilaia ha una capienza<br />

complessiva di 1.096 posti e stimando<br />

un costo del lavoro di 13,00 euro/ora,<br />

possiamo attribuire a queste operazioni<br />

un onere di manodopera pari a circa<br />

3,92 euro/anno per posto porcilaia.<br />

In pratica, il costo complessivo per la<br />

gestione della <strong>lettiera</strong> ammonta a circa<br />

10,40 euro/anno per posto porcilaia, pari<br />

a circa 0,86 euro per ogni <strong>su</strong>inetto di 15<br />

kg di peso vivo prodotto all’anno, ovvero<br />

a circa 5,75 euro per 100 kg di peso<br />

vivo prodotti all’anno.<br />

Parametri microclimatici<br />

Durante le prove invernali (grafico 1)<br />

si sono evidenziate temperature medie<br />

interne particolarmente basse, ben al<br />

di sotto delle temperature consigliate<br />

per <strong>su</strong>ini di questa categoria in porcilaie<br />

da svezzamento tradizionali con gabbie<br />

flat-deck. Ovviamente, la presenza della<br />

paglia e la possibilità per i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> di riscaldarsi<br />

al di sotto della nicchia fanno sì<br />

che il livello termico non sia un fattore<br />

limitante per gli animali, e questo è confermato<br />

dalle performance dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong><br />

e dal loro stato sanitario generale.<br />

La velocità dell’aria è stata mi<strong>su</strong>rata<br />

in diversi punti di uno solo dei box oggetto<br />

della sperimentazione. Si sono ot-


Grafico 1 - Andamento medie giornaliere di temperatura<br />

e umidità relativa durante le prove invernali<br />

18<br />

100<br />

16<br />

95<br />

14<br />

90<br />

12<br />

85<br />

80<br />

10<br />

75<br />

8<br />

70<br />

6<br />

65<br />

4<br />

60<br />

2<br />

55<br />

0<br />

50<br />

Temperatura (°C)<br />

15-2<br />

16-2<br />

17-2<br />

18-2<br />

19-2<br />

20-2<br />

21-2<br />

22-2<br />

23-2<br />

24-2<br />

25-2<br />

26-2<br />

27-2<br />

28-2<br />

1-3<br />

2-3<br />

3-3<br />

4-3<br />

5-3<br />

Temperatura della zona a <strong>lettiera</strong><br />

Temperatura della nicchia riscaldata<br />

Umidità relativa della zona a <strong>lettiera</strong><br />

Umidità relativa della nicchia riscaldata<br />

Temperatura esterna Umidità relativa esterna<br />

Tabella 2 - Distribuzione % del numero<br />

di soggetti per area funzionale<br />

e tipo di comportamento ( 1)<br />

Comportamento<br />

Zona<br />

a <strong>lettiera</strong> (%)<br />

Nicchia<br />

(%)<br />

Totale<br />

(%)<br />

Riposo 65 7,5 72,5<br />

Attività 16 11,5 ( 2) 27,5<br />

Totale 81 19 100,0<br />

( 1) Durante la prima sessione di prove sperimentali (inverno<br />

2001). ( 2) Di cui il 7,7% in mangiatoia e il 3,8% in attività.<br />

Tabella 3 - Distribuzione % del numero<br />

di soggetti per area funzionale<br />

e tipo di comportamento ( 1)<br />

Comportamento<br />

Zona<br />

a <strong>lettiera</strong> (%)<br />

Nicchia<br />

(%)<br />

Totale<br />

(%)<br />

Riposo 43,9 2,92 73,1<br />

Attività 14,3 12,6 ( 2) 26,9<br />

Totale 58,2 41,8 100,0<br />

( 1) Durante la seconda sessione di prove sperimentali (estate<br />

2001). ( 2) Di cui l’8,4% in mangiatoia e il 4,2% in attività.<br />

tenute le seguenti indicazioni:<br />

◾ nella nicchia si sono riscontrate velocità<br />

medie di 0,11-0,12 m/s (importante<br />

è la presenza di protezioni laterali<br />

piene);<br />

◾ nella zona a <strong>lettiera</strong> si sono riscontrate<br />

velocità medie di 0,17-0,18 m/s.<br />

L’analisi dei dati raccolti ha evidenziato<br />

come i valori di velocità dell’aria rilevati<br />

nella zona a <strong>lettiera</strong> siano molto vicini a<br />

0,2 m/s, valore che, in situazione invernale,<br />

può essere considerato appena accettabile<br />

e prossimo al limite massimo<br />

consigliabile. Ma è altrettanto vero che<br />

l’effetto negativo della velocità dell’aria<br />

è meno evidente in una tipologia di stabulazione<br />

come quella in oggetto, nella<br />

quale i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> possono «avvolgersi» nella<br />

paglia, limitando molto la dispersione<br />

termica dovuta ai movimenti dell’aria.<br />

Umidità relativa (%)<br />

Temperatura (°C)<br />

32<br />

31<br />

30<br />

29<br />

28<br />

27<br />

26<br />

25<br />

24<br />

23<br />

24-7<br />

25-7<br />

26-7<br />

La qualità dell’aria dell’ambiente d’allevamento,<br />

valutata con la mi<strong>su</strong>ra della<br />

concentrazione di ammoniaca, dev’essere<br />

giudicata positivamente, in quanto<br />

i valori rilevati si sono mantenuti nettamente<br />

al di sotto della soglia di pericolosità<br />

di 10 ppm durante l’intero svolgimento<br />

della prova invernale. Durante il<br />

periodo estivo la copertura della nicchia<br />

dei vari box viene sollevata per permettere<br />

un’adeguata ventilazione; per questo<br />

motivo nella prova estiva non sono<br />

stati monitorati i relativi parametri di<br />

temperatura e umidità relativa.<br />

Per quanto riguarda la temperatura<br />

esterna si evidenziano valori medi piuttosto<br />

alti, intorno ai 29-30 °C, soprattutto<br />

dopo il 28 luglio. L’andamento della<br />

temperatura ambientale segue in modo<br />

preciso l’andamento della temperatura<br />

esterna, collocandosi <strong>su</strong> valori<br />

medi assoluti molto simili, con un differenziale<br />

di circa mezzo grado in più<br />

(grafico 2).<br />

L’andamento della temperatura ambientale<br />

è molto regolare, con massime<br />

che si attestano <strong>su</strong>i 32-35 °C e con minime<br />

di 24-26 °C, per un’escursione termica<br />

giornaliera di 8-10 °C. Le curve delle<br />

due umidità relative hanno andamenti<br />

sovrapponibili, con valori medi sempre<br />

abbastanza bassi e con le punte massime,<br />

di poco <strong>su</strong>periori al 60%, poste in<br />

corrispondenza degli abbassamenti più<br />

evidenti della temperatura media. L’umidità<br />

relativa ambientale si mantiene <strong>su</strong><br />

valori leggermente più bassi dell’umidità<br />

esterna nella seconda metà del periodo di<br />

prova, mentre nei primi giorni avviene il<br />

contrario. Di fatto i valori medio-bassi di<br />

umidità sono sinonimo di buona ventilazione<br />

dell’ambiente e di <strong>lettiera</strong> <strong>su</strong>fficientemente<br />

asciutta, fatto evidenziato anche<br />

dai riscontri diretti in porcilaia.<br />

27-7<br />

28-7<br />

29-7<br />

30-7<br />

31-7<br />

Parametri<br />

comportamentali<br />

Zootecnia<br />

Grafico 2 - Andamento medie giornaliere di temperatura<br />

e umidità relativa durante le prove estive<br />

1-8<br />

2-8<br />

Temperatura della zona a <strong>lettiera</strong><br />

Temperatura esterna<br />

Umidità relativa della zona a <strong>lettiera</strong><br />

Umidità relativa esterna<br />

3-8<br />

62<br />

60<br />

58<br />

56<br />

54<br />

52<br />

50<br />

Relativamente al comportamento<br />

degli animali, durante la stagione invernale<br />

sono state eseguite due riprese<br />

video della durata rispettivamente<br />

di 19 giorni per la zona a <strong>lettiera</strong><br />

e di 8 giorni per la nicchia, mentre<br />

durante la stagione estiva sono state<br />

effettuate due riprese video della<br />

durata rispettivamente di 6 giorni per<br />

la zona a <strong>lettiera</strong> e di 4 giorni per la<br />

nicchia.<br />

Dalla serie completa di osservazioni,<br />

effettuate a intervalli di 20 minuti,<br />

sono stati ricavati i valori medi orari<br />

per ogni giornata di prova, sia della<br />

nicchia sia della zona a <strong>lettiera</strong>; quindi<br />

sono state calcolate le giornate medie<br />

per le diverse zone osservate e per i<br />

diversi comportamenti riscontrati.<br />

Il tempo trascorso dal <strong>su</strong>inetto in posizione<br />

di decubito (laterale o sternale)<br />

viene considerato come periodo di riposo;<br />

il tempo durante il quale l’animale<br />

rimane in stazione eretta (as<strong>su</strong>nzione<br />

del cibo, abbeverata, defecazione, attività<br />

motoria, esplorazione) viene considerato<br />

come periodo di attività.<br />

Un altro parametro comportamentale<br />

rilevato riguarda la frequentazione<br />

della zona di abbeverata nell’arco<br />

della giornata; l’accesso agli abbeveratoi<br />

è stato monitorato in modo continuativo.<br />

Infine, per concludere l’analisi dei dati<br />

comportamentali, sono stati rilevati<br />

eventuali atteggiamenti aggressivi.<br />

Tempi di riposo e attività<br />

Nei riguardi della frequentazione<br />

delle aree, i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> mostrano un comportamento<br />

praticamente costante<br />

L’INFORMATORE AGRARIO 16/2005<br />

Umidità relativa (%)<br />

41


Zootecnia<br />

Grafico 3 - Presenze percentuali medie di <strong><strong>su</strong>inetti</strong><br />

in riposo e attività nella nicchia e nella zona a<br />

<strong>lettiera</strong> durante le prove invernali<br />

Capi (%)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

23<br />

Ore<br />

Riposo in <strong>lettiera</strong> Riposo nelle nicchie<br />

Attività <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong> Attività nelle nicchie<br />

Alla mangiatoia nelle nicchie<br />

Grafico 5 - Frequentazione percentuale media della<br />

zona di abbeverata (*) durante le prove invernali<br />

Capi (%)<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

23<br />

Ore<br />

(*) Sommatoria oraria dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong> che si recano all’abbeverata.<br />

nell’arco dell’intera giornata; in altre<br />

parole, non si rilevano variazioni<br />

apprezzabili nella scelta dell’area<br />

di stabulazione in base al momento<br />

della giornata e questo sia d’estate,<br />

sia d’inverno. Quello che cambia in<br />

base alla stagione sono le percentuali<br />

di distribuzione nelle due aree principali:<br />

in estate abbiamo il 58% dei capi<br />

nella zona a <strong>lettiera</strong> e il 42% nella<br />

zona senza <strong>lettiera</strong>, mentre in inverno<br />

abbiamo l’81% dei capi nella zona<br />

a <strong>lettiera</strong> e il 19% nella nicchia (zona<br />

senza <strong>lettiera</strong>) (tabelle 2 e 3).<br />

I tempi medi giornalieri di riposo<br />

e di attività appaiono completamente<br />

indipendenti dalla stagione: in estate<br />

e in inverno le medie ri<strong>su</strong>ltano perfettamente<br />

identiche e pari al 73% per il<br />

riposo e al 27% per l’attività.<br />

I <strong><strong>su</strong>inetti</strong> tendono a concentrare il loro<br />

riposo in un periodo compreso fra<br />

42 L’INFORMATORE AGRARIO 16/2005<br />

Grafico 4 - Presenze percentuali medie di <strong><strong>su</strong>inetti</strong><br />

in riposo e attività nella nicchia e nella zona a<br />

<strong>lettiera</strong> durante le prove estive<br />

Capi (%)<br />

Capi (%)<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

le 19 e le 7 della mattina seguente; ciò<br />

è molto evidente in inverno, mentre in<br />

estate le ore della sera, soprattutto dalle<br />

19 alle 20, appaiono più movimentate.<br />

Inoltre, in entrambe le stagioni si evidenzia<br />

un ulteriore periodo di riposo,<br />

più breve, dalle ore 12 alle 13.<br />

Esiste però una differenza sostanziale<br />

fra estate e inverno ed è la diversa<br />

preferenza attribuita dai <strong><strong>su</strong>inetti</strong> all’area<br />

destinata al riposo; infatti, mentre in inverno<br />

la preferenza è attribuita in modo<br />

netto alla <strong>lettiera</strong> (90% dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong><br />

in riposo), in estate i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> si distribuiscono<br />

più equamente nelle due aree<br />

(60% nella <strong>lettiera</strong> e 40% nella zona priva<br />

di <strong>lettiera</strong>).<br />

I grafici 3 e 4 mostrano una visione<br />

d’insieme del riposo e dell’attività <strong>su</strong>ddivisi<br />

nelle diverse aree funzionali del<br />

box, confermando quanto già detto<br />

precedentemente.<br />

0<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

23<br />

Ore<br />

Riposo in <strong>lettiera</strong> Riposo nelle nicchie<br />

Attività <strong>su</strong> <strong>lettiera</strong> Attività nelle nicchie<br />

Alla mangiatoia nelle nicchie<br />

Grafico 6 - Frequentazione percentuale media della<br />

zona di abbeverata (*) durante le prove estive<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

23<br />

Ore<br />

(*) Sommatoria oraria dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong> che si recano all’abbeverata.<br />

La zona di abbeverata<br />

La frequentazione della zona di abbeverata,<br />

monitorata in continuo, mostra<br />

una presenza media oraria del 27% dei<br />

<strong><strong>su</strong>inetti</strong> in inverno e del 33% in estate.<br />

I grafici 5 e 6, relativi alla frequentazione<br />

media della zona di abbeverata<br />

nell’arco della giornata, evidenziano<br />

come l’abbeverata si concentra durante<br />

il giorno, più o meno dalle ore 7 alle<br />

ore 20. È interessante notare come,<br />

sia in estate sia in inverno, il periodo<br />

a minore frequentazione degli abbeveratoi<br />

è quello compreso fra le 2 e le<br />

5 del mattino, che è anche quello di<br />

massimo riposo; ciò può far pensare<br />

che i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> siano condizionati nei<br />

loro comportamenti più da un orologio<br />

biologico interno, che li induce a<br />

riposare in certi orari, piuttosto che<br />

da condizioni ambientali d’allevamento<br />

mutevoli con la stagione.


Con riferimento alla situazione estiva,<br />

più critica, è possibile valutare in<br />

circa 20 min/capo per giorno il tempo<br />

medio teorico disponibile per l’abbeverata,<br />

più che <strong>su</strong>fficiente per soddisfare<br />

le esigenze idriche di questa fase d’accrescimento,<br />

anche in considerazione<br />

del fatto che la zona di abbeverata è<br />

dotata di 3 abbeveratoi a <strong>su</strong>cchiotto,<br />

ovvero di un abbeveratoio ogni 22-24<br />

<strong><strong>su</strong>inetti</strong>.<br />

Atteggiamenti aggressivi<br />

Per concludere l’analisi dei dati comportamentali,<br />

resta da dire che non si<br />

sono evidenziati comportamenti cannibalistici<br />

ai danni di soggetti del gruppo<br />

o comportamenti fortemente aggressivi,<br />

oltre i normali limiti di interazioni<br />

fra animali allevati in gruppo. In generale,<br />

il clima sociale del box monitorato<br />

appare tranquillo, con animali vivaci e<br />

curiosi, ma ben integrati, che tendono<br />

a formare frequentemente un gruppo<br />

numeroso al centro dell’area a <strong>lettiera</strong> in<br />

fase di riposo. Anche gli atteggiamenti<br />

aggressivi in prossimità delle mangiatoie<br />

o degli abbeveratoi rientrano nella<br />

norma e non sono mai particolarmente<br />

violenti.<br />

Conclusioni<br />

L’esperienza condotta nella porcilaia<br />

per <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in svezzamento allestita<br />

nell’allevamento Campo Bo a partire<br />

da un ricovero dismesso si può dire<br />

pienamente riuscita, e questo indipendentemente<br />

dai ri<strong>su</strong>ltati delle prove<br />

sperimentali.<br />

Infatti, il ri<strong>su</strong>ltato più importante è il<br />

fatto che l’azienda continua ancora oggi<br />

a utilizzare la porcilaia con grande<br />

soddisfazione, con la stessa tipologia<br />

di stabulazione adottata all’inizio a livello<br />

sperimentale; recentemente sono<br />

state apportate migliorie al fabbricato<br />

per rendere possibile l’esecuzione del<br />

vuoto sanitario.<br />

Ovviamente un tale ri<strong>su</strong>ltato va oltre<br />

le aspettative degli allevatori e dello<br />

stesso gruppo di lavoro che ha impostato<br />

e seguito le prove, soprattutto se<br />

si considera che non si è allestito un<br />

semplice box sperimentale, ma un’intera<br />

porcilaia capace di stabulare circa<br />

1.100 capi e in grado di produrre circa<br />

13.000 <strong><strong>su</strong>inetti</strong> all’anno.<br />

È interessante verificare il rapporto fra<br />

la <strong>su</strong>perficie disponibile senza <strong>lettiera</strong><br />

(nicchia) e il numero di <strong><strong>su</strong>inetti</strong> mediamente<br />

presenti in estate: tale rapporto<br />

è pari a 0,273 m 2 /capo. Se si stimano,<br />

mediante opportune relazioni matematiche<br />

(Baxter, 1990), le <strong>su</strong>perfici occupate<br />

dai <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in decubito e da quelli<br />

in stazione eretta, si può giungere alla<br />

stima della <strong>su</strong>perficie complessivamente<br />

occupata. Un <strong>su</strong>inetto del peso medio<br />

Figura 2 - Box da svezzamento a<br />

<strong>lettiera</strong> con nicchia riscaldata e<br />

mangiatoie collocate nella zona di<br />

passaggio fra <strong>lettiera</strong> e nicchia<br />

4,30<br />

3,10<br />

2,80<br />

Mangiatoie<br />

Fonte: Rossi et al., 2004.<br />

Zona<br />

a <strong>lettiera</strong><br />

Nicchia<br />

riscaldata<br />

3,00<br />

di 15 kg abbisogna di una <strong>su</strong>perficie<br />

minima di 0,28 m 2 per il decubito laterale<br />

(atteggiamento tipico dei periodi<br />

caldi) e di 0,12 m 2 per il decubito sternale;<br />

quest’ultimo valore è valido anche<br />

per la stazione eretta. Considerando le<br />

percentuali medie di occupazione della<br />

nicchia in riposo e in attività, otteniamo<br />

una <strong>su</strong>perficie totale occupata di 6,4 m 2<br />

(5,4 m 2 dai <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in decubito e 1 m 2<br />

dai <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in piedi).<br />

La differenza fra <strong>su</strong>perficie disponibile<br />

e <strong>su</strong>perficie teoricamente occupata<br />

è pari a poco più di 1 m 2 , ma 0,6 m 2<br />

sono occupati dalle due mangiatoie a<br />

tramoggia e quindi la <strong>su</strong>perficie rimasta<br />

libera si riduce ad appena 0,4 m 2 ;<br />

questo dato conferma l’ipotesi che il<br />

numero di <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in riposo nella zona<br />

priva di <strong>lettiera</strong> durante l’estate è<br />

stato condizionato dalla modesta <strong>su</strong>perficie<br />

disponibile. Un’indicazione<br />

pratica a livello gestionale è quella di<br />

limitare, nel periodo estivo, la zona a<br />

<strong>lettiera</strong> alla sola area a pavimento piano,<br />

lasciando senza <strong>lettiera</strong> la rampa di<br />

collegamento e la zona della nicchia; in<br />

questo modo tutti i <strong><strong>su</strong>inetti</strong> potrebbero<br />

riposare contemporaneamente <strong>su</strong>l<br />

Zootecnia<br />

pavimento privo di <strong>lettiera</strong>. Partendo<br />

da queste considerazioni e soprattutto<br />

dall’osservazione che in inverno i<br />

<strong><strong>su</strong>inetti</strong> non vanno a dormire sotto la<br />

nicchia, è possibile ipotizzare una modifica<br />

alla tipologia di box impostata.<br />

In particolare, uno dei motivi che può<br />

disincentivare gli animali a riposare<br />

nella nicchia è il fatto che quest’area<br />

è anche la zona di alimentazione del<br />

box e questo comporta un movimento<br />

continuo di <strong><strong>su</strong>inetti</strong> che da questa<br />

zona si spostano in quella a <strong>lettiera</strong> e<br />

viceversa. Ciò è confermato dal fatto<br />

che in inverno il 60% dei capi presenti<br />

nella nicchia è in attività.<br />

Un modo per eliminare questo problema<br />

può essere quello di spostare<br />

le mangiatoie collocandole nella zona<br />

della rampa, disponendole contro<br />

i divisori laterali; questo pre<strong>su</strong>ppone,<br />

ovviamente, la meccanizzazione della<br />

distribuzione del mangime, perché le<br />

mangiatoie si allontanano dal corridoio<br />

di servizio. Un miglioramento ulteriore<br />

potrebbe essere quello di sostituire le<br />

attuali tramogge con nuove mangiatoie<br />

del tipo ad libitum secco-liquido, con<br />

piatto di caduta del mangime secco e<br />

vaschette per l’inumidimento dell’alimento<br />

a mezzo di abbeveratoi a bottone<br />

incorporati. Anche queste mangiatoie<br />

potrebbero essere installate nella<br />

zona della rampa, ponendole in corrispondenza<br />

del divisorio, in modo da<br />

essere fruibili dai <strong><strong>su</strong>inetti</strong> dei due box<br />

contigui (figura 2).<br />

In conclusione, si ritiene del tutto proponibile<br />

l’adozione di questa tecnica di<br />

stabulazione dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong> in svezzamento,<br />

rispettosa del benessere animale,<br />

con impiego di box a elevata capienza<br />

che permettono il rimescolamento<br />

precoce dei <strong><strong>su</strong>inetti</strong> e prevedono la <strong>lettiera</strong><br />

di paglia. Come già detto, inoltre,<br />

tale tecnica è considerata una Bat (Best<br />

available technique) ai sensi della direttiva<br />

96/61/Ce recepita in Italia con il<br />

decreto legislativo 372/99.<br />

La tecnica è particolarmente indicata<br />

laddove siano disponibili ricoveri dismessi<br />

in buono stato di conservazione<br />

da ristrutturare, perché in questo<br />

modo si limita il costo d’investimento<br />

delle strutture e si compensa il maggior<br />

costo di gestione imputabile alla<br />

manodopera e alla paglia.<br />

Matteo Barbari<br />

Dipartimento di ingegneria agraria e forestale<br />

Università di Firenze<br />

barbari@unifi.it<br />

Paolo Rossi<br />

Alessandro Gastaldo<br />

Marzia Borciani<br />

<strong>Centro</strong> ricerche produzioni animali<br />

Reggio Emilia<br />

info@crpa.it<br />

L’INFORMATORE AGRARIO 16/2005<br />

43

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