L'OSSERVATORE ROMANO - La Santa Sede
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domenica 23 settembre 2012 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />
pagina 7<br />
Ai democratici cristiani il Papa richiama il fondamento etico della politica e dell’economia<br />
Tutela internazionale<br />
per matrimonio e famiglia<br />
Benedetto XVI chiede rispetto per la vita dal concepimento fino al suo esito naturale<br />
Protezione internazionale per famiglia,<br />
vita e matrimonio; fiducia e niente<br />
rassegnazione nella ricerca di un solido<br />
fondamento etico per assicurare il bene<br />
comune, rettamente inteso, al di là<br />
delle logiche di mercato. Le ha chieste<br />
il Papa durante l’udienza concessa<br />
sabato mattina, 22 settembre,<br />
al comitato esecutivo dell’Internazionale<br />
democratico-cristiana, ricevuto<br />
nella Sala degli Svizzeri del Palazzo<br />
Apostolico di Castel Gandolfo.<br />
Signor Presidente,<br />
onorevoli Parlamentari,<br />
distinti Signore e Signori!<br />
Sono lieto di ricevervi durante i lavori<br />
del Comitato Esecutivo dell’Internazionale<br />
Democratico-Cristiana,<br />
e desidero, anzitutto, rivolgere un<br />
cordiale saluto alle numerose Delegazioni,<br />
provenienti da tante nazioni<br />
del mondo. Saluto in particolare il<br />
Presidente, On. Pier Ferdinando Casini,<br />
che ringrazio per le cortesi parole<br />
che mi ha rivolto a vostro nome.<br />
È trascorso un lustro dal nostro<br />
precedente incontro ed in questo<br />
tempo l’impegno dei cristiani nella<br />
società non ha cessato di essere vivace<br />
fermento per un miglioramento<br />
delle relazioni umane e delle condizioni<br />
di vita. Questo impegno non<br />
deve conoscere flessioni o ripiegamenti,<br />
ma al contrario va profuso<br />
con rinnovata vitalità, in considerazione<br />
del persistere e, per alcuni versi,<br />
dell’aggravarsi delle problematiche<br />
che abbiamo dinanzi.<br />
Un rilievo crescente assume l’attuale<br />
situazione economica, la cui<br />
complessità e gravità giustamente<br />
preoccupa, ma dinanzi alla quale il<br />
cristiano è chiamato ad agire e ad<br />
esprimersi con spirito profetico, ca-<br />
pace cioè di cogliere nelle trasformazioni<br />
in atto l’incessante quanto misteriosa<br />
presenza di Dio nella storia,<br />
assumendo così con realismo, fiducia<br />
e speranza le nuove emergenti responsabilità.<br />
«<strong>La</strong> crisi ci obbliga a<br />
riprogettare il nostro cammino, a<br />
darci nuove regole e a trovare nuove<br />
forme di impegno, diventando così<br />
occasione di discernimento e di nuova<br />
progettualità» (Enciclica Caritas<br />
in veritate, 21).<br />
È in questa chiave, fiduciosa e<br />
non rassegnata, che l’impegno civile<br />
e politico può ricevere nuovo stimolo<br />
ed impulso nella ricerca di un solido<br />
fondamento etico, la cui assenza<br />
in campo economico ha contribuito<br />
a creare l’attuale crisi finanziaria globale<br />
(Discorso alla Westminster Hall,<br />
Londra, 17 settembre 2010). Il contributo<br />
politico ed istituzionale di cui<br />
voi siete portatori non potrà quindi<br />
limitarsi a rispondere alle urgenze di<br />
una logica di mercato, ma dovrà<br />
continuare ad assumere come centrale<br />
ed imprescindibile la ricerca del<br />
bene comune, rettamente inteso, come<br />
pure la promozione e la tutela<br />
della inalienabile dignità della persona<br />
umana. Oggi risuona quanto mai<br />
attuale l’insegnamento conciliare secondo<br />
cui «nell’ordinare le cose ci si<br />
deve adeguare all’ordine delle persone<br />
e non il contrario» (Gaudium et<br />
spes, 26). Un ordine, questo della<br />
persona, che «ha come fondamento<br />
la verità, si edifica nella giustizia» ed<br />
«è vivificato dall’amore» (Catechismo<br />
della Chiesa Cattolica, 1912) ed il cui<br />
discernimento non può procedere<br />
senza una costante attenzione alla<br />
Parola di Dio ed al Magistero della<br />
Chiesa, particolarmente da parte di<br />
coloro che, come voi, ispirano la<br />
propria attività ai principi ed ai valori<br />
cristiani.<br />
Sono purtroppo molte e rumorose<br />
le offerte di risposte sbrigative, superficiali<br />
e di breve respiro ai bisogni<br />
più fondamentali e profondi della<br />
persona. Ciò fa considerare tristemente<br />
attuale il monito dell’Ap ostolo,<br />
quando mette in guardia il discepolo<br />
Timoteo dal giorno «in cui<br />
non si sopporterà più la sana dottrina,<br />
ma, pur di udire qualcosa, gli<br />
uomini si circonderanno di maestri<br />
secondo i propri capricci, rifiutando<br />
di dare ascolto alla verità per perdersi<br />
dietro alle favole» (2 Tm 4, 3).<br />
Gli ambiti nei quali si esercita<br />
questo decisivo discernimento sono<br />
proprio quelli concernenti gli interessi<br />
più vitali e delicati della persona,<br />
lì dove hanno luogo le scelte<br />
fondamentali inerenti il senso della<br />
vita e la ricerca della felicità. Tali<br />
ambiti peraltro non sono separati,<br />
ma profondamente collegati, sussistendo<br />
tra di essi un evidente continuum<br />
costituito dal rispetto della dignità<br />
trascendente della persona<br />
umana (cfr. Catechismo della Chiesa<br />
Cattolica, 1929), radicata nel suo essere<br />
immagine del Creatore e fine<br />
ultimo di ogni giustizia sociale autenticamente<br />
umana. Il rispetto della<br />
vita in tutte le sue fasi, dal concepimento<br />
fino al suo esito naturale —<br />
con conseguente rifiuto dell’ab orto<br />
procurato, dell’eutanasia e di ogni<br />
pratica eugenetica — è un impegno<br />
che si intreccia infatti con quello del<br />
rispetto del matrimonio, come unione<br />
indissolubile tra un uomo e una<br />
donna e come fondamento a sua<br />
volta della comunità di vita familiare.<br />
È nella famiglia, «fondata sul<br />
matrimonio e aperta alla vita» (Discorso<br />
alle Autorità, Milano, 2 giugno<br />
2012), che la persona sperimenta la<br />
condivisione, il rispetto e l’a m o re<br />
gratuito, ricevendo al tempo stesso<br />
— dal bambino al malato, all’anziano<br />
— la solidarietà che gli occorre. Ed è<br />
ancora la famiglia a costituire il<br />
principale e più incisivo luogo educativo<br />
della persona, attraverso i genitori<br />
che si mettono al servizio dei<br />
figli per aiutarli a trarre fuori («e-duc<br />
e re ») il meglio di sé. <strong>La</strong> famiglia,<br />
cellula originaria della società, è pertanto<br />
radice che alimenta non solo<br />
Il decano del Collegio Cardinalizio presiede le esequie del cardinale Fortunato Baldelli<br />
Operatore di pace alla scuola di Assisi<br />
Un «operatore di pace» che lascia<br />
come preziosa «eredità» la sua stessa<br />
vita, «tutta ispirata alle beatitudini<br />
evangeliche», in uno stile di servizio<br />
e di fedeltà alla <strong>Sede</strong> Apostolica.<br />
È il profilo del cardinale Fortunato<br />
Baldelli, morto il 20 settembre<br />
all’età di settantasette anni, così come<br />
lo traccia il cardinale Angelo<br />
Sodano, decano del Collegio Cardinalizio,<br />
che sabato pomeriggio, 22<br />
settembre, celebra le esequie all’altare<br />
della Cattedra della basilica Vaticana.<br />
Il cardinale Baldelli — per oltre<br />
quarant’anni nel servizio diplomatica<br />
della <strong>Santa</strong> <strong>Sede</strong> e poi penitenziere<br />
maggiore dal 2 giugno 2009 al<br />
5 gennaio 2012 — «fu povero di spirito,<br />
ebbe cioè un cuore da povero,<br />
e fu provato poi da molte afflizioni»<br />
ma «ha sempre sperato nelle<br />
consolazioni del Signore». Il cardinale<br />
Sodano lo ricorda innanzitutto<br />
come un «pastore misericordioso»<br />
che «ha sempre confidato nella misericordia<br />
del Padre. Ci ha insegnato<br />
che questa è la via per essere veramente<br />
chiamati figli di Dio». E ripete<br />
le parole di Benedetto XVI —<br />
nel telegramma di cordoglio subito<br />
inviato al fratello Piero Baldelli —<br />
che ne ha rimarcato l’«esemplare testimonianza<br />
di vita cristiana e sacerdotale»<br />
mostrata attraverso il suo<br />
«solerte e fedele servizio» che ha<br />
suscitato «ovunque apprezzamento<br />
per il suo fervoroso zelo apostolico<br />
e per la fedeltà evangelica».<br />
«Noi oggi siamo qui riuniti in<br />
preghiera — dice il cardinale decano<br />
— per ringraziare il Signore per<br />
averci dato il cardinale Baldelli. <strong>La</strong><br />
vita è un dono di Dio ed è quindi<br />
giusto che, nel prendere congedo<br />
dal nostro cardinale, noi eleviamo a<br />
Lui il nostro Te Deum per la vita e<br />
la testimonianza cristiana che ci ha<br />
lasciato». Una testimonianza sacerdotale<br />
che è stata «dono e mistero».<br />
E, del resto, «dono e mistero è ogni<br />
vita sacerdotale, come scrisse Giovanni<br />
Paolo II in occasione del cinquantesimo<br />
del suo sacerdozio».<br />
«Fin da giovane, il Buon Pastore<br />
— prosegue il cardinale Sodano<br />
nell’omelia — aveva fatto sentire al<br />
cardinale Baldelli la sua voce, dicendogli<br />
“vieni e seguimi” ed egli<br />
aveva risposto generosamente al suo<br />
invito, divenendo ministro di Cristo<br />
nella sua cara Umbria, nella diocesi<br />
di Assisi». Proprio ad Assisi Baldelli<br />
era entrato in seminario nel 1947 e<br />
lì aveva voluto ricevere l’o rd i n a z i o -<br />
ne sacerdotale nel 1961, poi quella<br />
episcopale nel 1983. E «alla scuola<br />
di san Francesco d’Assisi — r i c o rd a<br />
il decano — egli si distinse subito<br />
per le grandi doti di umiltà, di semplicità,<br />
di fraternità che furono poi<br />
una caratteristica costante nel corso<br />
della sua vita». Lo si è potuto toccare<br />
con mano, sono le parole del<br />
cardinale Sodano, nel lavoro che<br />
Fortunato Baldelli ha svolto prima<br />
«in diocesi, poi nel servizio della<br />
<strong>Santa</strong> <strong>Sede</strong> specialmente come nunzio<br />
apostolico in Angola e São Tomé<br />
e Príncipe, nella Repubblica<br />
Dominicana, in Perú e in Francia; e<br />
ultimamente in Curia come penitenziere<br />
maggiore». <strong>La</strong> porpora cardinalizia<br />
l’aveva ricevuta nel concistoro<br />
del 20 novembre 2010 e Benedet-<br />
Fortezza, fede e carità. Sono le tre<br />
virtù che hanno caratterizzato la vita<br />
e la figura di Louis Brisson (1817-<br />
1908) sottolineate dal cardinale Angelo<br />
Amato, prefetto della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi, durante<br />
la messa per la beatificazione<br />
del sacerdote francese, fondatore degli<br />
oblati e delle oblate di san Francesco<br />
di Sales, celebrata sabato pomeriggio,<br />
22 settembre, a Troyes a<br />
nome di Benedetto XVI.<br />
Il porporato ha ricordato Brisson<br />
uomo forte, come dimostrano alcuni<br />
episodi della sua vita, a cominciare<br />
fin da quando era un giovane seminarista,<br />
che «si propose di superare<br />
la ribellione per le punizioni ingiuste,<br />
accettando senza lamentarsi<br />
quanto gli capitava». Questa sua<br />
fermezza d’animo, ha continuato «la<br />
esercitò, in seguito, nella fondazione,<br />
nello sviluppo e nella difesa dei<br />
diritti delle sue congregazioni. Prove<br />
e contrarietà furono numerose<br />
nella sua vita. Gli fu sottratto, ad<br />
esempio, l’ufficio di cappellano della<br />
Visitazione, incarico che deteneva<br />
da più di quarant’anni e al quale era<br />
molto legato. Soffrì la perdita delle<br />
sue opere, la dispersione e l’esilio<br />
dei suoi figli, la solitudine totale dei<br />
suoi ultimi giorni». Il beato non<br />
perse mai il coraggio, pur immerso<br />
to XVI gli aveva assegnato la diaconia<br />
di Sant’Anselmo all’Aventino.<br />
«<strong>La</strong> vita è un dono — spiega il<br />
cardinale decano — ma è anche una<br />
missione. Per un ministro di Cristo<br />
è poi una missione molto esigente e<br />
alta è la responsabilità che egli assume<br />
di fronte a Dio e agli uomini.<br />
Purtroppo ognuno di noi può anche<br />
mancare di fedeltà alla missione<br />
ricevuta. Per questo il sacrificio eucaristico<br />
che offriamo al Padre vuole<br />
anche essere una preghiera di suffragio<br />
per il nostro caro confratello,<br />
perché Dio lo accolga subito nelle<br />
sue braccia misericordiose».<br />
Il cardinale Sodano, al momento<br />
dell’ultimo saluto a Baldelli, fa anche<br />
ricorso al sostegno della parola<br />
di Dio. «Sono consolanti le parole<br />
del libro della Sapienza — “le anime<br />
dei giusti sono nelle mani di Dio”<br />
— che rendono meno duro il distacco<br />
da chi ci ha lasciato e contribuiscono<br />
al nostro fiducioso abbandono<br />
alla volontà del Signore». E si<br />
dice certo che il compianto porporato<br />
«avrebbe ben potuto ripetere<br />
con le parole dell’apostolo Paolo<br />
nella seconda lettera a Timoteo:<br />
“Ho combattuto una buona battaglia,<br />
ho terminato la corsa, ho conservato<br />
la fede”». È ancora alla testimonianza<br />
del compianto porporato<br />
che si richiama il cardinale decano<br />
nel ripetere le parole dell’Ap ocalisse:<br />
«Beati fin d’ora coloro che<br />
muoiono nel Signore, le loro opere<br />
infatti li seguiranno». Infine l’ultimo<br />
affidamento alla Vergine «sempre<br />
venerata con amore» dal cardinale<br />
Baldelli.<br />
la singola persona, ma anche le stesse<br />
basi della convivenza sociale.<br />
Correttamente quindi il Beato Giovanni<br />
Paolo II aveva incluso tra i diritti<br />
umani il «diritto a vivere in una<br />
famiglia unita e in un ambiente morale,<br />
favorevole allo sviluppo della<br />
propria personalità» (Enciclica Centesimus<br />
annus, 44).<br />
Un autentico progresso della società<br />
umana non potrà dunque prescindere<br />
da politiche di tutela e promozione<br />
del matrimonio e della comunità<br />
che ne deriva, politiche che<br />
spetterà non solo agli Stati ma alla<br />
stessa Comunità internazionale adottare,<br />
al fine di invertire la tendenza<br />
di un crescente isolamento dell’individuo,<br />
fonte di sofferenza e di inaridimento<br />
sia per il singolo sia per la<br />
stessa comunità.<br />
Onorevoli Signore e Signori, se è<br />
vero che della difesa e della promozione<br />
della dignità della persona<br />
umana «sono rigorosamente e responsabilmente<br />
debitori gli uomini e<br />
le donne in ogni congiuntura della<br />
storia» (Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
1929), è altrettanto vero che<br />
tale responsabilità concerne in modo<br />
particolare quanti sono chiamati a ricoprire<br />
un ruolo di rappresentanza.<br />
Essi, specialmente se animati dalla<br />
fede cristiana, devono essere «capaci<br />
di trasmettere alle generazioni di domani<br />
ragioni di vita e di speranza»<br />
(Gaudium et spes, 31). Utilmente risuona<br />
in questo senso il monito del<br />
libro della Sapienza, secondo cui «il<br />
giudizio è severo contro coloro che<br />
stanno in alto» (Sap 6, 5); monito<br />
dato però non per spaventare, ma<br />
per spronare e incoraggiare i governanti,<br />
ad ogni livello, a realizzare<br />
tutte le possibilità di bene di cui sono<br />
capaci, secondo la misura e la<br />
missione che il Signore affida a ciascuno.<br />
Auguro quindi ad ognuno di voi<br />
di proseguire con entusiasmo e decisione<br />
nell’impegno personale e<br />
pubblico, e assicuro il ricordo nella<br />
preghiera affinché Dio benedica voi<br />
e i vostri familiari. Grazie per l’attenzione.<br />
A Troyes il cardinale Angelo Amato beatifica il sacerdote francese Louis Brissons<br />
Dalla fede alla carità operosa<br />
nelle prove, perché aveva ancorato<br />
«la sua speranza all’amore di Cristo.<br />
Per lui la prova era la garanzia del<br />
successo apostolico». D’altra parte,<br />
quel coraggio non veniva solo dalla<br />
sua indole, ma «era radicato nel suo<br />
spirito di fede».<br />
A proposito di fede, che alimentava<br />
dall’Eucaristia, il beato le attri-<br />
buita un’importanza fondamentale.<br />
Esortava, infatti, a «educare i giovani»<br />
a questa virtù, perché era convinto<br />
che solo chi la possiede «può<br />
trasmetterla agli altri». Era proprio<br />
la fede viva che sosteneva «il suo<br />
zelo per la diffusione del regno di<br />
Dio e per l’unità della Chiesa. Così<br />
si adoperava per la conversione di<br />
tutti coloro che erano separati o che<br />
non conoscevano ancora il Vangelo,<br />
inviando, ad esempio, i suoi religiosi<br />
in Inghilterra, negli Stati Uniti, in<br />
Grecia e nelle missioni in Sud Africa».<br />
Questa fede, ha spiegato il cardinale,<br />
«si manifestava in una carità<br />
discreta e generosa, attinta al cuore<br />
misericordioso di Gesù». Da questa<br />
carità, «sbocciavano, come fiori a<br />
primavera, la sua pazienza nel ministero<br />
della confessione e della direzione<br />
dei giovani; la sua disponibilità<br />
di accoglienza e di ascolto del<br />
prossimo, anche del più molesto; la<br />
sua proverbiale bontà e magnanimità».<br />
Numerosi sono gli episodi di<br />
questa sua carità generosa verso il<br />
prossimo. «Nel 1904 — ha ricordato<br />
— si adoperò per alleviare il più<br />
possibile le difficoltà dei poveri<br />
operai in sciopero. Mostrò magnanimità<br />
verso un ex-seminarista, di nome<br />
France, divenuto vagabondo e<br />
ridotto nella più nera miseria. Gli<br />
assicurò un pasto quotidiano presso<br />
le oblate e ogni mercoledì lo invitava<br />
a pranzo con lui. France era felice<br />
di aver trovato calore umano e<br />
una sistemazione decente. Un giorno,<br />
però, non si presentò a pranzo.<br />
Allarmato, il nostro beato lo mandò<br />
a cercare. Lo trovarono in fin di vita.<br />
Confortato dai sacramenti della<br />
L’omaggio del presidente<br />
Non c’è sana laicità<br />
senza Dio<br />
Il costante impegno a contrastare<br />
le politiche che minacciano l’uomo<br />
è stato confermato dal presidente<br />
dell’Internazionale democratico-cristiana,<br />
(Idc), Pier Ferdinando<br />
Casini, all’inizio dell’incontro<br />
di questa mattina con il<br />
Papa. Confortati e «incoraggiati<br />
dalla testimonianza della Chiesa<br />
— ha detto tra l’altro Casini — e<br />
soprattutto dal suo insegnamento»,<br />
quanti aderiscono all’Idc<br />
continueranno nella loro opera in<br />
difesa della libertà, della dignità<br />
dell’uomo, dell’intangibilità della<br />
vita, per l’affermazione dei diritti<br />
dei più deboli e contro sopraffazione<br />
e violenza. L’orizzonte di<br />
quest’azione si apre su diversi<br />
Paesi del mondo, ovunque la negazione<br />
di ogni istanza morale<br />
provoca una tale «espansione del<br />
concetto di libertà che finisce con<br />
il distruggere la libertà stessa». E<br />
ha fatto alcuni esempi pratici di<br />
questo impegno: «In Asia combattendo<br />
l’integralismo religioso<br />
che limita libertà personali. In<br />
Medio Oriente ove, a Beirut, una<br />
impressionante moltitudine le ha<br />
testimoniato, nei giorni scorsi, la<br />
vitalità e le aspettative di quelle<br />
popolazioni. In Africa lottando<br />
contro diverse forme di povertà<br />
che umiliano la dignità della persona.<br />
In America <strong>La</strong>tina per debellare<br />
lo sfruttamento dei più<br />
deboli e contrastare il populismo<br />
e in Europa per andare oltre il<br />
relativismo e il laicismo estremo<br />
che soffocano l’anelito alla vera<br />
lib ertà».<br />
Infine a proposito della laicità<br />
dello Stato il presidente ha ricordato<br />
che «non c’è sana laicità<br />
senza Dio e senza la religione».<br />
Chiesa e dalla vicinanza fraterna dei<br />
religiosi, France morì serenamente».<br />
Sostenuto dalla fede e dalla carità,<br />
il beato «realizzò alla lettera la<br />
parola di Gesù, che invita tutti ad<br />
accogliere i piccoli, i poveri, i bisognosi,<br />
perché accogliendo gli indigenti<br />
si accoglie Gesù stesso».<br />
L’amore a Cristo era accompagnato<br />
«dalla convinzione della presenza<br />
viva del Signore nel suo vicario in<br />
terra, il Papa. Aveva una devozione<br />
filiale verso il Papa, da lui considerato<br />
come il “perno della fede”».<br />
Il cardinale ha poi concluso sottolineando<br />
come «se tutto attorno a<br />
noi cambia, dentro di noi, però, rimane<br />
un nucleo di valori, come<br />
l’amore, la bontà, l’amicizia, la giustizia».<br />
I santi, ha detto, «sono interpreti<br />
di questa umanità buona,<br />
educata dal Vangelo. Con le loro<br />
virtù fanno risplendere non solo la<br />
Chiesa, ma anche la società, che ha<br />
tanto bisogno di persone buone e<br />
sagge». Infatti, i santi, come il beato<br />
Brisson, «non sono esseri marginali<br />
alla società, ma persone anche<br />
socialmente utili, perché immettono<br />
nella comunità umana energie e<br />
comportamenti positivi, che la fanno<br />
crescere nella comunione e nella<br />
fraternità».