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MATRIARCATO COME ASSENZA DI GERARCHIA - Le Voltapagina

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<strong>Le</strong> Erinni non hanno punito il delitto di Clitennestra: risulta evidente che esse ignorano il<br />

diritto del padre e del marito. Esse conoscono solo il diritto della madre, il diritto del<br />

sangue materno, e avanzano le loro pretese sul matricida in forza dell’antico diritto e<br />

dell’antico costume. Apollo, invece, ha imposto a Oreste il matricidio per vendicare il<br />

padre, perché questa è la volontà di Zeus, ed anche ora lo difende dalle Erinni,<br />

contrapponendo il diritto paterno al diritto materno ed affermando la preminenza del<br />

primo:<br />

“….Non è la madre la generatrice del figlio, bensì è la nutrice del feto in lei seminato.<br />

Generatore è chi getta il seme…..la madre è ospite che accoglie e custodisce<br />

ilgermoglio. Padre uno può essere anche senza madre. Qui stesso ne è testimone la<br />

figlia di Zeus Olimpio (Atena ) che non fu allevata nel buio di un grembo materno;<br />

è tale rampollo quale nessuna dea avrebbe potuto generare!…”<br />

<strong>Le</strong> Erinni protestano:<br />

“…..Tu hai distrutto gli antichi ordinamenti del mondo, ingannando col vino le vecchie<br />

dee……”<br />

Ma saranno sconfitte: i giudici votano, i voti sono pari ma Atena interviene:<br />

“…Io voto in favore di Oreste. Madre che mi abbia generato io non l’ho.<br />

Il mio cuore, esclusi i legami nuziali, è tutto per l’uomo.<br />

Io sono solamente del padre. Il destino di una donna omicida<br />

del proprio sposo non m’importa: lo sposo m’ importa custode del focolare domestico.<br />

La vittoria sarà di Oreste, anche se uguale il numero dei voti…”<br />

Oreste viene assolto dal tribunale. E’ questo il nuovo diritto dei nuovi dei.<br />

Apollo viene celebrato come “distruttore delle antiche Moire, distruttore delle antiche<br />

divinità”.<br />

Fremendo per l’ira, la schiera divina delle figlie senza prole della Notte vuole rifugiarsi<br />

nelle profondità della terra, isterilire i campi ed i frutti del corpo, ma Atena riesce a<br />

guadagnarle alla sua causa ed a riconciliarle con il nuovo diritto:<br />

“…..E tu, dalla gloriosa tua sede, presso la dimora di Eretteo, vedrai processioni di<br />

uomini, processioni di donne, venirti ad offrire onori e doni quanti da altre genti non<br />

potrai mai avere…….”<br />

A questo punto, finiscono con l’accettare di avere la propria sede e di svolgere la loro<br />

funzione accanto a Pallade; esse, le dee primigenie, trasformate in potenze propiziatrici<br />

della pace e della tranquillità e custodi dei legami familiari, d’ora in poi amate e<br />

venerate dalle fanciulle, prepareranno loro le gioie del matrimonio.<br />

Una schiera di fanciulle e anziane madri riconducono le riconquistate patrone del paese<br />

nel loro regno, giù nell’Ade. Moira e Zeus cooperano lietamente alle fortune del popolo<br />

ateniese. Si conclude così la lotta fra il diritto materno ed il nuovo diritto paterno;<br />

l’antico costume viene eliminato e un nuovo principio ne prende il posto. Il legame<br />

privilegiato fra il figlio e la madre viene spezzato –Gea e Crono / Rea e Giove, ma anche<br />

con la figlia:da Demetra e Persefone si passa a Zeus e Atena- e l’uomo si colloca accanto<br />

alla donna in posizione giuridicamente superiore.

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