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MATRIARCATO COME ASSENZA DI GERARCHIA - Le Voltapagina

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l’incarnazione del maschio dominatore, della virilità, della forza. Dunque, si tratta<br />

proprio di un patriarcato.<br />

STORIA <strong>DI</strong> ISIDE<br />

“…Inizialmente Iside non era una dea ma solo la serva del più grande dei Faraoni,<br />

Rà, l’uomo-dio. Ogni mattina, Rà saliva sulla barca solare che, a mezzogiorno, lo<br />

portava ad un’altra imbarcazione che, a sua volta, al crepuscolo lo portava alla Regione<br />

degli Inferi. Lungo la strada si vedeva sbarrare il cammino da Apopi, il grande serpente<br />

che provoca le eclissi di sole e allora bisognava battere le mani, dire le preghiere e<br />

suonare una musica assordante come per spaventare i coccodrilli del Nilo. E Apopi,<br />

ferito dai raggi del dio dorato, si coricava di nuovo in fondo agli abissi. Questo avveniva<br />

quando Rà abitava ancora sulla terra ed era sottoposto alle leggi dell’invecchiamento,<br />

come ogni forma vivente.<br />

E quando giunse al declino, carico del peso degli anni, Iside, che aspettava la sua ora, si<br />

alzò nell’ombra. Con la saliva che colava dalla bocca del vecchio dio, impastò un po’ di<br />

terra a immagine della Serpe Sacra, l’animò con il suo soffio e recitò la formula magica<br />

che dà la vita. Quindi, le fece mordere Rà al tallone.<br />

Qualche tempo dopo, venne a guarirlo con tutta la sua scienza di dottoressa sapiente.<br />

Ma per riuscirci bisognava, secondo le alte leggi della Conoscenza, pronunciare il nome<br />

del malato. E Rà, che porta tanti nomi, in realtà ne ha uno solo, onnipotente e segreto,<br />

che contiene l’essenza stessa del suo Essere.<br />

Saperlo e dirlo equivale a possedere il suo potere (…non pronunciare il nome di Dio<br />

invano!….) Rà, vinto, lo rivelò a Iside che gli diede, sì, la salute ma divenne, con questo<br />

stratagemma, dea ed onnipotente…”<br />

In questo mito si ritrovano parecchie eredità che, dall’Egitto, passeranno al Mosaismo<br />

giudaico: la perfidia femminile, la serpe sua complice ed il segreto sacro del nome<br />

divino che non deve essere pronunciato.<br />

Il dato significativo che emerge, a questo punto, sembra questo: il patriarcato nascente<br />

cerca di screditare il Diritto delle Madri, cioè il vecchio potere di Neith e della grande<br />

dea agraria Iside. In seguito, l’invenzione della marra e dell’aratro saranno una<br />

prerogativa di Osiride,che lascia alla Moglie-Sorella il solo dominio delle erbe<br />

medicinali.* L’identificazione di Apopi con Pitone, il serpente matriarcale, e di Rà con<br />

l’Apollo asiatico, il dio della vendetta che vince Apopi senza poterla distruggere, è pure<br />

fuori dubbio. Quando, poi, Rà diventa definitivamente dio, lascia la terra e stabilisce la<br />

sua residenza, contemporaneamente, in due domini, gli stessi che rappresentano i due<br />

poli della ginocrazia: il Campo delle Erbe( fertilità ) e il Campo del Riposo (morte ) ….!<br />

Sebbene il suo pantheon sia andato rapidamente maschilizzandosi, il culto della Dea-<br />

Madre è rimasto, più a lungo che in qualsiasi altra cultura, il perno della civiltà egiziana<br />

ed il suo fascino si protrae per tutto il periodo del semi-patriarcato, esercitando una<br />

interazione continua con la struttura economica e sociale di origine agraria dell’Egitto.<br />

,Iside, in particolare, godette di una straordinaria devozione: essa può essere assimilata<br />

a tutte le dee egiziane, come è chiaro dall’appellativo di “dea dagli innumerevoli<br />

nomi”. E’ la personalità di Iside che viene onorata e celebrata a preferenza delle<br />

divinità maschili, in Egitto ed in tutti i paesi che subiscono l’influenza culturale egiziana,<br />

sino a Roma.<br />

“….La vittoria senza precedenti del culto isiaco sull’opposizione ufficiale e il suo<br />

persistere nei primi tre secoli dell’era cristiana, testimoniano la profonda e sincera<br />

emozione religiosa che tale devozione suscitava nei fedeli”.

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