Piccarda Donati - Fondazione il Fiore
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crate vergini del Monasterio di Monticelli, infiammata dal divino Spirito, abandonò<br />
<strong>il</strong> padre et ogni mondana pompa nanzi che si celebrassimo le nozze et secretamente<br />
se fuggì al detto Monasterio et vestissi del abito di Santa Chiara».<br />
Michele Bongini 9 pubblicando nel 1861 La <strong>Piccarda</strong> <strong>Donati</strong>: racconto storico<br />
fiorentino scritto sulla scorta di ampia documentazione, descrive la cerimonia<br />
con la quale <strong>Piccarda</strong> sarebbe divenuta suor Costanza, alla presenza delle consorelle,<br />
fanciulle appartenenti alle famiglie più note della Firenze dell’epoca, come<br />
Caterina degli Alberti,Elia de’ Pulci, Margherita Cavalcanti, F<strong>il</strong>ippa de’ Medici,<br />
Caterina de’ Pazzi, F<strong>il</strong>ippa de’ Venturi: «La badessa, suor Chiara degli Ubaldini,<br />
cominciò col togliere dal capo a <strong>Piccarda</strong>, che le stava davanti in ginocchio, tutta<br />
vestita di bianco, “le f<strong>il</strong>ze di perle e le trecciere di f<strong>il</strong>o d’oro tempestate di smeraldi:<br />
le trasse di fronte una ricchissima coronella di fiori formata con diamanti, piropi,<br />
turchese, spinelli, agate diasprine, calcedonii brizzolati, lazzuli, lumachelle,<br />
pergmatiti, ofioliti e molte altre preziosissime pietre e con queste messe in perfetto<br />
disegno […] le tolse dalle orecchie i balasci insigni per gli aurei castoni e i lavori<br />
di f<strong>il</strong>ograna. Le trasse i mon<strong>il</strong>i dal collo, le arm<strong>il</strong>le dai polsi e finalmente le<br />
scinse dai fianchi un vago scheggiale di tocca di argento, fulgido tutto e grave di<br />
br<strong>il</strong>lanti e di gariandri” gioielli lasciati alla figlia dalla madre Bianca perché la giovane<br />
potesse indossarli <strong>il</strong> giorno delle nozze […]. La badessa procedette alla tonsura<br />
delle nere chiome di <strong>Piccarda</strong>, mentre le consorelle seguitavano a cantare, e<br />
le faceva indossare una tunica stretta da una ruvida cintura, poi le porse una candela<br />
accesa dicendo: “ecco <strong>il</strong> lume di Cristo, vera luce del mondo, che ti farà lucerna<br />
inestinguib<strong>il</strong>e”. Intanto una novizia le sostituiva i sandali preziosi, detti contigie,<br />
con un rozzo paio di suole e cominciò ad adornare l’immagine della Vergine<br />
con i gioielli di lei raccolti in un bac<strong>il</strong>e».<br />
Tutto questo avveniva in quel Convento di Monticelli di Porta Romana che padre<br />
Zeffirino Lazzeri chiama “<strong>il</strong> secondo Monticelli” in cui le monache si erano trasferite<br />
nel luglio del 1277.<br />
Lazzeri racconta fra l’altro che <strong>il</strong> padre spirituale di <strong>Piccarda</strong> era Frate Masseo<br />
di Santa Croce che tanta parte ha nei racconti della vita di Francesco; ed elenca<br />
altresì i nomi delle fanciulle consorelle di <strong>Piccarda</strong> a Monticelli, fra i più noti e notab<strong>il</strong>i<br />
dell’epoca.<br />
Ancora sul rapimento di <strong>Piccarda</strong>, Fra Mariano riporta che Corso, informato<br />
della monacazione della sorella da lui promessa a Rossellino della Tosa, partendo<br />
da Bologna, dove era podestà, provò per tre volte, con un gruppo di giovani al suo<br />
seguito, a dare l’assalto al monastero, non riuscendoci per l’altezza delle mura che<br />
lo circondavano.<br />
«Allora Messer Corso si consigliò con un ladro scellerato chiamato Farinata e<br />
con altri dodici compagni e quando la terza volta nella notte di sancto Melchiade<br />
Papa [10 dicembre] ritornorono al Monasterio, et come in prima introrono nella<br />
clausura. Et pieni di furore, come diavoli schatenati, fortemente gridando Picarda,<br />
Picarda, dove se’, correvano per el Monasterio». Non la trovarono e, «final-<br />
La famiglia <strong>Donati</strong> nella storia fiorentina 35