Piccarda Donati - Fondazione il Fiore
Piccarda Donati - Fondazione il Fiore
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L’attuale località San Vito faceva parte appunto di quel colle che fu poi detto di<br />
Monticelli ed era chiamato, nell’alto Medio Evo, del Santo Sepolcro: in tal modo<br />
infatti la zona compare citata nei primi documenti pervenutici, forse proprio perché<br />
per gran parte divenuta, attraverso le donazioni, proprietà dei Cavalieri del<br />
Santo Sepolcro e presumib<strong>il</strong>mente attraversata da una delle tante direttrici della<br />
via Francigena.<br />
Preposti nel 1099 da Goffredo di Buglione alla tutela e salvaguardia della chiesa<br />
che custodiva <strong>il</strong> luogo della sepoltura di Cristo trovato nel più completo abbandono,<br />
i Cavalieri, allorché nel 1291 lasciarono Gerusalemme in seguito al sopravvento<br />
musulmano, tornando in Europa si dedicarono, come è ben noto, anche<br />
a opere di carità e di diffusione della fede 3 .<br />
A Monticelli dedicarono al Santo Sepolcro una piccola costruzione le cui tracce<br />
sono ancora visib<strong>il</strong>i nell’attuale chiesa di San Vito e Modesto: così infatti la<br />
chiesa fu ridedicata a partire dalla seconda metà del Trecento, quando gli Ordini<br />
equestri avevano già perso in parte <strong>il</strong> loro potere 4 .<br />
Vicino alla chiesa «ad Sanctum Sepulcrum in Monticello» fu fondato nel 1217<br />
“<strong>il</strong> nostro” monastero, quello di Santa Maria, che fu <strong>il</strong> primo delle povere Clarisse<br />
dopo quello di San Damiano in Assisi 5 .<br />
NOTE AL CAPITOLO I<br />
1 Domenico Moreni (Notizie istoriche dei contorni di Firenze, II, Firenze, per Gaetano<br />
Cambiagi, 1791, p. 69) sostiene che <strong>il</strong> nome derivi da “parvo monte”, piccolo monte, sulla<br />
scorta di trattati di agricoltura antichi. Aggiunge che, senza la testimonianza di questi<br />
documenti, avrebbe ipotizzato una etimologia legata a mons Coelii, monte di Celio, che<br />
della zona sarebbe stato <strong>il</strong> proprietario. Padre Zeffirino Lazzeri (Il Monastero di <strong>Piccarda</strong>,<br />
ossia le Clarisse di Monticelli nella Storia di Firenze, estratto da «La Verna»,<br />
Arezzo, Cooperativa Tipografica, 1912, cap. II), interpreta <strong>il</strong> toponimo come allusivo a<br />
“colline, piccoli monti”oppure anche derivante da Mons Coeli, monte del Cielo, ipotesi<br />
però più poetica che realisticamente etimologica.<br />
2 Con la dinastia imperiale germanica di Ottone I e <strong>il</strong> governo di Ugo di Toscana (953-<br />
1001), figlio di Uberto e nipote di Ugo di Arles, re d’Italia e di W<strong>il</strong>la figlia di Bonifacio,<br />
duca di Spoleto e marchese di Camerino (la quale fondò nel 978 la Badia fiorentina dove<br />
Ugo, «<strong>il</strong> gran barone» – Paradiso, XVI, 127-132 – fu sepolto nel 1001), Firenze si era avviata<br />
a divenire la città più importante di Toscana e ancora avrebbe accresciuto <strong>il</strong> suo potere<br />
sotto <strong>il</strong> governo dei marchesi di Canossa Bonifazio e Mat<strong>il</strong>de sua figlia. Fu proprio<br />
quest’ultima (morta nel 1115) che favorì in Firenze una grande rinascita religiosa, secondo<br />
l’intenzione del monaco Ildebrando di Soana (Gregorio VII): fare di Firenze la<br />
“nuova Betlemme” sede di un rinnovato spirito religioso, come auspicato da san Pier Damiani.<br />
Mat<strong>il</strong>de, nel 1075, promosse altresì la costruzione della quarta cerchia di mura,<br />
quella che Dante definisce “cerchia antica” e consentì alla città di costituirsi in libero Comune.<br />
3 Non bisogna confondere l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme – la cui esistenza è<br />
testimoniata dal 1103 in un diploma di Baldovino I che autorizza <strong>il</strong> patriarca di Gerusalemme<br />
a creare i cavalieri, e che nel 1114 fu inquadrato in un Ordine monastico, i cui<br />
Il sito del Monastero di Santa Maria a Monticelli 7