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Interrogazione sulle società partecipate del Comune ... - FeedJournal

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6 <strong>FeedJournal</strong> Basic<br />

Di Pietro inizia la discesa<br />

by ilcircolo (Il Circolo)<br />

Submitted at 1/8/2010 11:46:49 AM<br />

Italia dei Vapori, potrebbero<br />

chiamarla. Già, perché non passa una<br />

settimana senza che ne vada in fumo<br />

una parte. Scissioni locali, abbandoni<br />

parlamentari, singoli addii: la lista dei<br />

fuoriusciti dalla lotta dipietresca si<br />

allunga continuamente. E <strong>sulle</strong><br />

regionali, tra i tanti partiti nel caos,<br />

finisce per pesare sempre più<br />

l’incognita IdV. Il movimento di Di<br />

Pietro, che aveva visto lievitare le<br />

preferenze dal 4,4 per cento <strong>del</strong>le<br />

politiche <strong>del</strong> 2008 all’8 per cento <strong>del</strong><br />

2009, legge in controluce i segnali di<br />

una crisi imminente, che le divisioni<br />

interne amplificano e rimarcano. La<br />

crisi è però oggettiva, scritta nero su<br />

bianco in un sondaggio Crespi che<br />

riserva amare sorprese per l’ex pm di<br />

Mani Pulite: la flessione elettorale si<br />

accompagna ad uno sfarinamento<br />

generale, ad una libera uscita dei<br />

simpatizzanti verso altre formazioni,<br />

persino in campo avverso. Possibile?<br />

Pare di sì. Ha un bel dire, Di Pietro,<br />

che va tutto a gonfie vele. “L’Italia<br />

dei Valori non sta vivendo nessuna<br />

scissione, ne’ è affetta da<br />

’correntismo’, per quanto ci sperino i<br />

giornali ed i nostri avversari. E’<br />

invece vero che è finita la ’fase<br />

fluida’ dove ognuno, nonostante il<br />

pensiero <strong>del</strong> partito fosse più che<br />

noto, votava ora per l’acqua pubblica<br />

ora per quella privata”, ha dichiarato<br />

il Tonino nazionale. Tra tante acque il<br />

mulino è uno solo, par di capire, ed il<br />

mugnaio sempre lo stesso: lui in<br />

persona. Le seconde file non ci<br />

stanno e la guerra l’hanno dichiarata<br />

da un pezzo. Ma anche la prima fila<br />

traballa da un po’. Il caso di Pino<br />

Pisicchio, che ha abbandonato Idv per<br />

andare con Rutelli, non è che uno tra i<br />

più eclatanti, ma la serie è lunga. Il<br />

senatore Astore ha lasciato il<br />

Gabbiano per iscriversi al gruppo<br />

misto, a Palazzo Madama. Una<br />

“pupilla” <strong>del</strong> leader di Idv, la<br />

candidata alle europee Erminia Gatti,<br />

ha sbattuto la porta <strong>del</strong> partito in<br />

faccia al suo dominus con queste<br />

parole: “Se l’Idv è nata per<br />

combattere un certo modo di fare<br />

politica, arrivistico, opportunistico,<br />

clientelare, autoreferenziale, e poi<br />

giubilando apre le porte ai più illustri<br />

esponenti di quel tipo di politica che<br />

abbiamo avversato, io non ho il<br />

coraggio di tornare tra la gente e<br />

raccontare che cambieremo l’Italia”.<br />

Il diretto interessato, manco a dirlo, fa<br />

spallucce. “Ora il partito ha un<br />

programma chiaro che traccia una<br />

linea di demarcazione tra chi vuole<br />

seguire un pensiero politico e chi<br />

cerca una ’casacca per coltivare il<br />

proprio orticello”, si limita a dire. Ma<br />

la fotografia a colori di quel partito –<br />

che di ’colore’ ne produce sempre, e<br />

molto – mostra almeno quattro<br />

anime: una cabina di regia centrale, in<br />

mano a Di Pietro e quindi a Silvana<br />

Mura e Massimo Donadi.<br />

Un’ala sinistra, egregiamente<br />

rappresentata da Barbato che dialoga<br />

con Beppe Grillo (a Bologna la<br />

sinistra di Italia dei Valori ha<br />

valutato, in un’assemblea pubblica, la<br />

separazione dal resto <strong>del</strong> partito);<br />

un’ala De Magistris in contiguità con<br />

Marco Travaglio e Michele Santoro,<br />

stilisticamente infastiditi da Di Pietro;<br />

infine un’ultima corrente di<br />

sottobosco, chiamiamola<br />

“provinciale”, che annovera esponenti<br />

locali finiti chissà perché in<br />

Il PD crolla nei sondaggi<br />

by ilcircolo (Il Circolo)<br />

Submitted at 1/21/2010 5:12:20 AM<br />

Sono stati pubblicati ieri su ‘La<br />

Repubblica’, testata non certo filo-<br />

PDL, i risultati di un sondaggio di Ipr<br />

Marketing sul consenso ai partiti<br />

italiani. Il Partito Democratico è in<br />

caduta libera di consensi: quattro<br />

punti in meno rispetto a dicembre.<br />

Male anche l’alleato-nemico Italia dei<br />

Valori. Prosegue quindi la perenne<br />

crisi <strong>del</strong> centro sinistra che è evidente<br />

a prescindere dai sondaggi: diritti<br />

civili, questione morale, la lotta al<br />

razzismo, laicità, ecc. ecc. non sono<br />

più questioni <strong>sulle</strong> quali discutere.<br />

Ora si pensa esclusivamente a tattiche<br />

compagnia di Di Pietro, ex socialisti,<br />

ex leghisti, ex missini e democratici<br />

cristiani che hanno “colto l’attimo”,<br />

consci che gli attimi cambiano<br />

fulmineamente. Il loro elenco sarebbe<br />

lunghissimo, ma ai più sconosciuto.<br />

A confortare chi, tra i sondaggisti,<br />

prevede la destrutturazione completa<br />

<strong>del</strong> movimento giustizialista, un<br />

accurato rilevamento eseguito su un<br />

campione di elettori a Genova, che<br />

rivela vizi e virtù <strong>del</strong> popolo<br />

dipietrista non <strong>del</strong> tutto scontati. in un<br />

sondaggio curato dalla <strong>società</strong> di<br />

comunicazione “Ferrari Nasi &<br />

associati” emerge che per il 76,9 per<br />

cento degli elettori <strong>del</strong> partito “l’Italia<br />

dovrebbe impedire la costruzione di<br />

moschee, fino a quando non si potrà<br />

professare liberamente la religione<br />

cristiana anche nei paesi musulmani”.<br />

Nessuno dei dipietristi intervistati è<br />

indeciso, il restante 23,1 ritiene<br />

invece che bisognerebbe concedere<br />

comunque qualcosa agli islamici. Per<br />

avere percentuali leggermente più alte<br />

bisogna cercare tra i leghisti, per<br />

ed alleanze numeriche in vista <strong>del</strong>le<br />

prossime elezioni regionali, allo<br />

l’81,8 per cento dei quali il “no” deve<br />

essere secco in assenza di reciprocità.<br />

I dipietristi sono, ad esempio, sono<br />

ben più radicali degli elettori de “La<br />

Destra”, che solo per il 68,7 per cento<br />

non vorrebbero la moschea. Si scende<br />

al 60,5 per cento nel Pdl. E’ un dato<br />

marginale? E’ solo la provincia di<br />

Genova? Non consola: lo stesso<br />

Donadi ebbe a dichiarare di non poter<br />

iscrivere Italia dei Valori nel novero<br />

dei partiti di sinistra. E gli elettori,<br />

stando ai rilevamenti, uscirebbero<br />

infatti in direzioni diverse: andando a<br />

votare ora per La Destra, ora per la<br />

Lega, ora per i Radicali. Movimenti<br />

di protesta, si dirà, seppur distinti tra<br />

loro. E sia, ma non di elettori di<br />

sinistra si tratta. Forse ne è<br />

consapevole il senatore campano<br />

Giacinto Russo, che ha abbandonato<br />

Idv per transitare, via Rutelli, verso<br />

un futuribile approdo nel Popolo <strong>del</strong>le<br />

Libertà. (Fonte: L’Opinione – Autore:<br />

Aldo Torchiaro)<br />

scopo di mantenere in piedi quel po’<br />

di potere che resta qua e là per la<br />

penisola. Il partito di Bersani<br />

corteggia Casini solo nelle regioni in<br />

cui potrebbe anche fare a meno<br />

<strong>del</strong>l’accordo con l’UDC, senza tra<br />

l’altro risolvere il nodo candidature.<br />

(red)

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