L'assetto da Appunti di Equitazione Italiana, pag. 13 - Equitando
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Comunque si lavora meglio su <strong>di</strong> un assetto un po’ scomposto, ma elastico, insieme al cavallo, nel<br />
ritmo, che su <strong>di</strong> uno elegantissimo, ma "duro" come un bacchetto, o sordo, <strong>di</strong> una persona che non<br />
ha allenato la sensibilità.<br />
Niente <strong>di</strong> tragico comunque: pure la sensibilità con lo stu<strong>di</strong>o, soprattutto con l' amore, può<br />
migliorare e progre<strong>di</strong>re: naturalmente andranno rimosse resistenze, <strong>di</strong>fese, blocchi mentali.<br />
Ovvio che prima si inizia meglio è.<br />
Gli allievi troppo rigi<strong>di</strong> dovranno sciogliersi stando seduti senza staffe, in equilibrio sugli ischii e la<br />
schiena non rigi<strong>da</strong> e proiettata ed arcuata in avanti.<br />
Con le gambe a penzoloni 6 , tenendosi pure all' arcione della sella con una mano, quelli<br />
"mollanciani" staranno in pie<strong>di</strong> sulle staffe, con il ginocchio spinto verso il basso ed il piede ben<br />
spinto sulla panca della staffa, esercizio che fa bene a tutti, comunque, per verificare la posizione<br />
della gamba, sotto il ginocchio, che sarà ben aderente alla sella e che <strong>da</strong> li non dovrà muoversi:<br />
esercizio fon<strong>da</strong>mentale per arrivare alla posizione centauro dove avremo la totale in<strong>di</strong>pendenza tra<br />
mani e gambe. Se già i pittori dell' antica Grecia rappresentarono nei loro <strong>di</strong>pinti questi<br />
"personaggi" metà uomo, metà cavallo, con arpe o frecce, in mano vuol <strong>di</strong>re che è … <strong>da</strong> tanto<br />
tempo che questa in<strong>di</strong>pendenza tra mani e gambe è importantissima…Trascurarla non mi sembra<br />
un'alzata <strong>di</strong> ingenio…<br />
Con la calma, con l'esperienza e la cognizione <strong>di</strong> causa, si arriverà alla capacità <strong>di</strong> passare<br />
rapi<strong>da</strong>mente <strong>da</strong> un assetto seduto comodo, ad un assetto in equilibrio con il piede ben appoggiato<br />
sulla panca della staffa ( ripeto, lo so, ripeterò tante volte).<br />
Come sapevamo fare e come ci hanno traman<strong>da</strong>to Bettoni, Lequio, Amalfi, Formigli, Bruni,<br />
Mangilli, i Cacciandra ed i fratelli Raimondo e Piero D'Inzeo.<br />
Solo per i "<strong>di</strong>stratti" <strong>di</strong>versi tra loro, perché sono, costituzionalmente fatti, costruiti <strong>di</strong>fferentemente,<br />
ma concettualmente e <strong>di</strong> scuola identica, infatti entrambi hanno, "per magia", i cavalli che spingono.<br />
A supporto <strong>di</strong> questa mia tesi consiglio <strong>di</strong> an<strong>da</strong>re a vedere le cassette dei percorsi del Colonnello<br />
Raimondo D' Inzeo ( come già detto nella nota a <strong>pag</strong>.11 ), non tanto su quei cavalli, <strong>di</strong> mezzi non<br />
certo eccelsi, con cui riusciva a vincere anche in campo internazionale come Talky ed Hermes, ma<br />
come montava Merano o A<strong>da</strong>ms il cavallo che poi passò a Moyerson, e su che baracche!!<br />
Se poi vogliamo an<strong>da</strong>re a vedere la storia, l 'origine dei due assetti: seduto e sull' inforcatura,<br />
ve<strong>di</strong>amo subito che uno era per i viaggi lunghi, il lavoro con il bestiame, l' altro per attività in cui<br />
era più importante rispettare l' equilibrio e la libertà del cavallo per vincere ( ve<strong>di</strong>: le corse, la<br />
guerra, il salto ).<br />
Quello seduto con le staffe lunghe e la punta del piede in avanti, anche in concorso ippico, viene <strong>da</strong><br />
paesi in cui il peso del cavaliere sulla schiena dei cavalli nativi <strong>di</strong> quei luoghi è cosa normale, si<br />
parla <strong>di</strong> cavalli gran<strong>di</strong>, grossi e potentissimi 7 .<br />
Trattasi <strong>di</strong> cavalli che hanno parenti che hanno tirato le carrozze, l' aratro, con la spalla magari<br />
dritta, con garetti potentissimi e problemi agli anteriori sui terreni duri 8 .<br />
Cavalli che poco hanno a che vedere con i purosangue od i nostri cavalli italiani arabeggianti, in cui<br />
si doveva e si deve, stare attenti alla loro schiena, dovendo trottare più leggero che seduto,<br />
soprattutto all' inizio del lavoro, come insiste a sostenere Raimondo D' Inzeo: nonché rispettarli in<br />
6 Un mio istruttore francese mi <strong>di</strong>mostrò togliendomi gli staffili per una passeggiata a trotto <strong>di</strong> due ore che con tale<br />
sistema mi sarei sciolta completamente: credetti, stra<strong>da</strong> facendo, <strong>di</strong> morire e <strong>di</strong> non farcela tanto ero rigi<strong>da</strong> in quel<br />
periodo, invece sono qui a raccontare che è vero.<br />
7 All' inizio del lavoro con Don Peppino un cavallo siciliano <strong>di</strong> origine normanna, alto 1,86 al garrese dovevo entrare in<br />
doppia gabbia con una posizione stile sci d' acqua, altro che caprilliana e se no, non stavamo dentro, ed erano<br />
"macelli"!!<br />
Poi siamo arrivati ad eleganti percorsi con giusti avvicinamenti, ma, all' inizio, Caprilli me lo sono proprio dovuto<br />
scor<strong>da</strong>re per sopravvivere. In certe occasioni il mio santo protettore era Paterni.<br />
8 Vogliamo mettere anche il nostro peso su quei pie<strong>di</strong>ni! Poi vorrei vedere in che con<strong>di</strong>zioni sono gli arcioni e le<br />
imbottiture delle selle dei sostenitori ad oltranza dell' assetto seduto.