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L'assetto da Appunti di Equitazione Italiana, pag. 13 - Equitando

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<strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Equitazione</strong> <strong>Italiana</strong><br />

<strong>di</strong> Giovanna Binetti<br />

Pag <strong>13</strong><br />

Dell'Assetto<br />

Oggi le <strong>di</strong>scussioni sull' assetto sono in essere fra gli addetti ai lavori, ( quando le cose vanno male<br />

si chiacchera tanto ) figuriamoci tra gli allievi !!<br />

Francia, Germania, Italia ……….che confusione !!<br />

Ed allora esaminiamo bene che cos' è quest' assetto, ricor<strong>da</strong>ndoci sempre che in <strong>Equitazione</strong> 1 ,<br />

siamo nell' ambito delle funzioni e non delle stime e che la parola assetto null' altro vuol <strong>di</strong>re che<br />

posizione.<br />

Posizione che si avrà a cavallo a secon<strong>da</strong> <strong>di</strong> quello che si vuole o si deve fare.<br />

Quin<strong>di</strong> nella <strong>di</strong>namica e non nella statica.<br />

Come Carla Fracci continua tutta la vita a fare esercizi <strong>di</strong> sbarra per allenarsi, così noi cavalieri<br />

dobbiamo sempre, <strong>di</strong>co sempre, verificare, curare, correggere il nostro assetto. Un tempo, l' assetto,<br />

era il frutto del lavoro <strong>di</strong> quegli ottimi istruttori militari <strong>di</strong> cui parlavo prima. Se si cadeva <strong>da</strong><br />

cavallo, in guerra, si era persi. Ecco forse l' origine <strong>di</strong> tanta cura nello stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche.<br />

Quando Dovadola, Bembo, Chianta, Murtas <strong>di</strong>rigevano le scuole <strong>di</strong> <strong>Equitazione</strong> Italiane non era<br />

necessario soffermarsi più <strong>di</strong> tanto su questo argomento perchè, chiunque uscisse <strong>da</strong> quelle scuole,<br />

era a posto a cavallo. Non esisteva un cavaliere che si affacciasse ai concorsi ippici senza saper<br />

battere il trotto elegantemente, non c' era nessuno che trottasse con la "pancia", che fosse<br />

scomposto sul salto. Nessuno che non sapesse affrontare un percorso <strong>di</strong> cross in cam<strong>pag</strong>na, che non<br />

sapesse fare un lavoro in rettangolo. Penso a tanti cavalieri della mia età o poco più giovani o più<br />

vecchi, che hanno smesso <strong>di</strong> montare, i quali, se allora non erano eccelsi, oggigiorno farebbero dei<br />

figuroni.<br />

Mi viene <strong>da</strong> ridere, rendendomi conto che sto assumendo il ruolo della severa zia bacchettona, ma<br />

evidentemente, è il mio turno !<br />

Solo persone altamente specializzate e con cultura inter<strong>di</strong>sciplinare e che abbiamo praticato a livello<br />

agonistico altri sport, possono <strong>di</strong>squisire su tale argomento. Mi "arrabbio" quando ignorantoni <strong>da</strong><br />

sette leghe o persone che a cavallo non hanno combinato mai niente si permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere o<br />

contestare. E con che arroganza e sicurezza !! Naturalmente saranno pure "istruttori <strong>di</strong>plomati" <strong>da</strong>lla<br />

nostra F.I.S.E. come minimo ! Ma! Mala tempora currunt!<br />

Dicevo che mi arrabbio, ma solo un po’, soprattutto con i giovani, perché gli allievi che chiedono,<br />

protestano, contestano mi <strong>di</strong>vertono tanto e se si mettono in competizione con me, ancora meglio,<br />

perché le competizioni sono sempre <strong>di</strong>vertenti, se c'è del sano stile sportivo <strong>di</strong> base.<br />

Tornando a parlare <strong>di</strong> assetto, ricor<strong>di</strong>amoci che nel nostro sporti si è in due: lui, l' animale, l' atleta<br />

che, tra parentesi, non può parlare, e noi cavalieri, esseri intelligenti, che cerchiamo bene o male <strong>di</strong><br />

utilizzarlo.<br />

Costruire l' insieme cavallo-cavaliere in astratto, in teoria non è tanto <strong>di</strong>fficile; in passato l' hanno<br />

già fatto in molti ed oggi le riviste <strong>di</strong> equitazione pullulano <strong>di</strong> consigli vari.<br />

Io consiglio a tutti <strong>di</strong> leggersi bene: il manuale della federazione italiana, il manuale della<br />

federazione francese. Gente <strong>di</strong> cavalli <strong>di</strong> Cossilla ed un testo <strong>di</strong> ippologia e soprattutto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la<br />

fisica. Così, tanto per allargare un po’ le basi <strong>di</strong> partenza per una costruzione <strong>di</strong> una corretta<br />

conoscenza…"equina".<br />

1 Solo in equitazione?


Amo molto gli scritti <strong>di</strong> Cossilla perché ottimi tecnicamente e poi perché ci traman<strong>da</strong>no la cultura e<br />

la classe <strong>di</strong> un gran Signore italiano che amava i cavalli.<br />

Parlare <strong>di</strong> assetto sarebbe ancora più semplice se tutti i cavalli fossero uguali e gli allievi idem,<br />

oppure fossero paragonabili sempre a tanti bravi sol<strong>da</strong>tini pronti per il sacrificio, la patria, la<br />

battaglia.<br />

Comunque, come per la <strong>da</strong>nza classica, lo sci, ci sono ostacoli, <strong>di</strong>fficoltà, passi che si possono<br />

imparare e superare, solo muovendosi in una precisa maniera, dopo determinati allenamenti<br />

propedeutici, con tanti esercizi <strong>di</strong> sbarra o <strong>di</strong> campetto, così a cavallo ci sono posizioni che bisogna<br />

mantenere in situazioni <strong>di</strong>fficili ed ottenere con tempestività, grazie ad una educazione muscolare<br />

che esula <strong>da</strong>lla istintualità, ma che anzi le è contraria.<br />

Se in motocicletta o in sci, sbaglio la posizione del peso del corpo esco <strong>di</strong> stra<strong>da</strong> o <strong>di</strong> pista, se in una<br />

curva in <strong>di</strong>scesa in bicicletta mi attacco al manubrio <strong>da</strong>lla parte interna e tiro, sai che volo!<br />

I cavalli sopportano <strong>da</strong> tanto tempo le nostre male azioni ! Caprilli è an<strong>da</strong>to loro incontro. Ve<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> non <strong>di</strong>struggere quello che <strong>di</strong> prezioso ci ha traman<strong>da</strong>to insieme ai suoi <strong>di</strong>scepoli.<br />

Nel concorso ippico, nel salto a cavallo ci si può "arrangiare" un po’ <strong>di</strong> più che nello sci o nella<br />

<strong>da</strong>nza 2 allungando od accorciando le staffe per esempio.<br />

Con l' aiuto dell' istruttore che, in funzione <strong>di</strong> come si è fatti e <strong>di</strong> cosa si deve fare, saprà vedere i<br />

punti su cui abbandonare l' ortodossia <strong>di</strong> un manuale, sempre in funzione <strong>di</strong> determinati momenti e<br />

per particolari esercizi.<br />

Il cavallo è un animale erbivoro, non ha interessi per la carne umana ( anche se ne avrebbe <strong>di</strong>ritto ),<br />

essendo un erbivoro è sempre stato pre<strong>da</strong> dei carnivori, non ultimo l' uomo.<br />

Dalla posizione degli occhi sappiamo subito che le sue armi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa sono molto poche, deve<br />

sempre sapere <strong>da</strong> dove viene il pericolo ed infatti oltre alla vista ha molto buono l' olfatto e l' u<strong>di</strong>to;<br />

non ha zamponi od artigli, ma arti leggeri in confronto alla sua corporatura, per permettergli <strong>di</strong><br />

superare ostacoli nel correre il più lontano possibile <strong>da</strong>l suo assalitore.<br />

Caprilli stu<strong>di</strong>ò questi movimenti per scoprire l' equitazione naturale e quin<strong>di</strong> inventare l 'assetto<br />

Italiano-Caprilliano.<br />

Il sistema simpatico del cavallo ( quello che esula <strong>da</strong>l raziocinio ) è molto più sensibile del nostro,<br />

per cui i suoi scatti <strong>di</strong> paura non sono dovuti ad attività raziocinanti, ma ad istinti naturali.<br />

Un cavallo ( a meno che non sia completamente "rinscemito" ed a<strong>da</strong>ttato ) è sempre pronto a<br />

scappare <strong>da</strong> qualsiasi cosa gli procuri paura o dolore, non ultima la mano, la gamba, la frusta, la<br />

voce, il sedere del suo cavaliere.<br />

E qui cominciano i guai e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> misura, perché questi sono pure i soli strumenti che<br />

abbiamo per metterci in contatto con lui e permettergli <strong>di</strong> gua<strong>da</strong>gnarsi la <strong>pag</strong>notta lavorando.<br />

La vita e la salute del cavallo <strong>di</strong>pendono completamente e solo <strong>da</strong>l grado <strong>di</strong> civiltà, <strong>di</strong> stile, <strong>di</strong><br />

cultura e <strong>di</strong> intelligenza delle persone che si occupano <strong>di</strong> lui; quello che raccomando a tutti è lo<br />

stu<strong>di</strong>o, il coraggio della ricerca, la serenità e poi, passando alla pratica, l' elasticità, l' elasticità nel<br />

movimento.<br />

Saper alternare con rapi<strong>di</strong>tà movimenti <strong>di</strong> mollezza e rilassamento totale con movimenti, minimi nel<br />

tempo, <strong>di</strong> estrema forza e durezza, per arrivare sempre e solo all' equilibrio: bando, pertanto a<br />

sacrifici e torture.<br />

Un giusto assetto a cavallo prevede economia, valore aggiunto: si, economia <strong>di</strong> sforzi perché è<br />

stu<strong>di</strong>ato per far coincidere il nostro baricentro con il baricentro del cavallo e tutto ciò nella <strong>di</strong>namica<br />

e non nella statica.<br />

A volte è <strong>di</strong>fficile, per via <strong>di</strong> rigidezza o paure antiche che portano ad una mancanza <strong>di</strong> rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

riflessi, perché si ha paura <strong>di</strong> agire e <strong>di</strong> scegliere. A cavallo, in concorso ippico e nel suo<br />

allenamento propedeutico, ci vuole una certa dose <strong>di</strong> coraggio. Nulla a che vedere con quello<br />

necessario per le gare <strong>di</strong> sci; ripeto, se non lo si ha, meglio <strong>da</strong>rsi al dressage o alle passeggiate.<br />

2 Io a tre<strong>di</strong>ci anni scelsi l' equitazione, come sport abbandonando lo sci perché dopo un paio <strong>di</strong> incidenti ebbi "fifa" <strong>di</strong><br />

fare gli allenamenti e le gare <strong>di</strong> <strong>di</strong>scesa libera, smisi <strong>di</strong> fare la <strong>da</strong>nza classica perché an<strong>da</strong>i a vivere fuori Torino e così<br />

lasciai i corsi della Bella Hutter ed i balletti al Carignano.


Comunque la rigidezza è un <strong>di</strong>fetto correggibilissimo con un sano lavoro, infatti può <strong>di</strong>pendere<br />

anche <strong>da</strong>: troppo…coraggio! O <strong>da</strong>l suo uso fuori tempo.<br />

E' <strong>di</strong>fficile arrivare ad una como<strong>di</strong>tà in equilibrio: il corpo umano non è fatto per stare seduto a<br />

cavalcioni <strong>di</strong> un grosso tubo, ma per stare eretto o seduto su una se<strong>di</strong>a.<br />

Su questo argomento torneremo a fondo quando parleremo dell' uso delle gambe: comunque le<br />

mani, le gambe e ciascuna piccolissima parte del nostro corpo è parte dell' assetto; ricor<strong>da</strong>ndo<br />

sempre questa fon<strong>da</strong>mentale necessità <strong>di</strong> tornare ad un concetto armonioso dell' unità del corpo<br />

umano possiamo scendere nei particolari e parlarne separatamente.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o delle posizioni in funzione dei tempi e della loro successione ci porteranno ad esaminare<br />

autonomamente i così detti "aiuti" 3 , ma la tempestività dell' intervento <strong>di</strong>penderà sempre e solo <strong>da</strong><br />

un corretto stu<strong>di</strong>o dell' insieme dell' assetto e <strong>da</strong>lla capità <strong>di</strong> passare <strong>da</strong>l <strong>di</strong>re al fare. Lo so, ho detto<br />

un "prospero"!!<br />

Comunque amare e rispettare i cavalli è possibile se amiamo e stimiamo la nostra persona…ed ogni<br />

sua piccola parte…<br />

Se poi esistono persone che usano i cavalli solo come mezzo e non come com<strong>pag</strong>ni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong><br />

lavoro e li sfruttano con droghe, trucchi feroci, pensiamo a cosa si fanno certi atleti con il doping<br />

per una gara, un campionato.<br />

Tornando a parlar <strong>di</strong> cose belle e <strong>di</strong> quanto avviene a cavallo ed a capire i perché, notiamo che<br />

generalmente nel pericolo, per <strong>di</strong>fesa, siamo portati ad usare le mani e non le gambe.<br />

Solo il convincimento e l' allenamento ci permettono <strong>di</strong> utilizzare, quasi istintivamente i muscoli<br />

delle gambe prima ed in<strong>di</strong>pendentemente <strong>da</strong> quelli delle braccia.<br />

Come per l' automobile, un po’.<br />

Gli assetti su cui <strong>di</strong>scutono <strong>di</strong> più gli "esperti" sono due: sto seduto o sto inforcato?<br />

Problemi <strong>di</strong> lana caprina.<br />

Bisogna imparare a fare tutte e due le cose, anche per il concorso ippico: una azione decisa,<br />

tempestiva ed energica della gamba, volendo pure con la punta in fuori, vicino alla cinghia del<br />

sottopancia, dove ci sono terminazioni nervose sensibili, non è possibile se non si è belli seduti, con<br />

il sedere appicicato alla sella.<br />

Non si può <strong>da</strong>re la gamba esterna con alternanza e tempestività se non la si muove, staccando sia il<br />

ginocchio, sia il polpaccio 4 e, se non basta, sedendosi pure como<strong>di</strong>.<br />

Questi movimenti andranno minimizzati col tempo, e potranno sfuggire ad osservatori<br />

incompetenti, ma la sottoscritta si accorge subito se il cavaliere in ballo è un bluff oppure se è uno<br />

valido, proprio <strong>da</strong>lla soli<strong>di</strong>tà che avrà acquisito in sella, <strong>da</strong>lla serenità della sua cavalcatura e <strong>da</strong>ll'<br />

uso tempestivo delle gambe prima <strong>di</strong> ogni altra cosa 5 .<br />

Ma seduto ( come a volte devo stare trasgredendo i nostri manuali in avvicinamento ) non posso<br />

stare insieme al cavallo nell' apice dello sforzo del salto o mentre si stacca e si riceve e qui dovrò<br />

essere sull' inforcatura, con il ginocchio che spinge verso il basso ed il tallone sotto il sedere<br />

( avete mai pensato ad alzarvi <strong>da</strong> uno sgabello con le gambe in avanti ? Impossibile <strong>da</strong> una se<strong>di</strong>a,<br />

figuriamoci i pasticci che succedono a cavallo… ).<br />

Il <strong>di</strong>fficile sta nel grado <strong>di</strong> elasticità, nella velocità con cui riusciamo a scattare e cambiare queste<br />

posizioni, questi "assetti": una questione <strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> allenamento, <strong>di</strong> grado <strong>di</strong> bravura, <strong>di</strong> età ( nel<br />

nostro complesso e <strong>di</strong>vertente sport comunque un campione vero dura tanto, il sangue non è acqua!<br />

Pensare ai vecchi cavalli campioni, ce ne fosse uno brutto con il minimo <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> appiombi!). Una<br />

questione <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> istruttori che ve lo sappiano spiegare, magari toccandovi, i muscoli che dovete<br />

usare o rilassare in ciascuna situazione e ve lo sappiano comunicare con termini appropriati,<br />

altruismo e generosità.<br />

Sto pensando a tutti i miei maestri ed a quanto mi hanno sempre <strong>da</strong>to con tanta pazienza e simpatia.<br />

3<br />

"Aiuti": non ho ben capito perché tutti i testi definiscono così le mani e le gambe come se non facessero parte del<br />

corpo umano.<br />

4<br />

Pensiamo a cosa fanno i bambini quando liberi e sciolti riescono a fare an<strong>da</strong>re avanti ponies capricciosi e pigri.<br />

5<br />

Dimenticavo, una cosa che non manca mai ad un "bravo" è lo sguardo, l' occhio furbetto che guar<strong>da</strong> lontano.


Comunque si lavora meglio su <strong>di</strong> un assetto un po’ scomposto, ma elastico, insieme al cavallo, nel<br />

ritmo, che su <strong>di</strong> uno elegantissimo, ma "duro" come un bacchetto, o sordo, <strong>di</strong> una persona che non<br />

ha allenato la sensibilità.<br />

Niente <strong>di</strong> tragico comunque: pure la sensibilità con lo stu<strong>di</strong>o, soprattutto con l' amore, può<br />

migliorare e progre<strong>di</strong>re: naturalmente andranno rimosse resistenze, <strong>di</strong>fese, blocchi mentali.<br />

Ovvio che prima si inizia meglio è.<br />

Gli allievi troppo rigi<strong>di</strong> dovranno sciogliersi stando seduti senza staffe, in equilibrio sugli ischii e la<br />

schiena non rigi<strong>da</strong> e proiettata ed arcuata in avanti.<br />

Con le gambe a penzoloni 6 , tenendosi pure all' arcione della sella con una mano, quelli<br />

"mollanciani" staranno in pie<strong>di</strong> sulle staffe, con il ginocchio spinto verso il basso ed il piede ben<br />

spinto sulla panca della staffa, esercizio che fa bene a tutti, comunque, per verificare la posizione<br />

della gamba, sotto il ginocchio, che sarà ben aderente alla sella e che <strong>da</strong> li non dovrà muoversi:<br />

esercizio fon<strong>da</strong>mentale per arrivare alla posizione centauro dove avremo la totale in<strong>di</strong>pendenza tra<br />

mani e gambe. Se già i pittori dell' antica Grecia rappresentarono nei loro <strong>di</strong>pinti questi<br />

"personaggi" metà uomo, metà cavallo, con arpe o frecce, in mano vuol <strong>di</strong>re che è … <strong>da</strong> tanto<br />

tempo che questa in<strong>di</strong>pendenza tra mani e gambe è importantissima…Trascurarla non mi sembra<br />

un'alzata <strong>di</strong> ingenio…<br />

Con la calma, con l'esperienza e la cognizione <strong>di</strong> causa, si arriverà alla capacità <strong>di</strong> passare<br />

rapi<strong>da</strong>mente <strong>da</strong> un assetto seduto comodo, ad un assetto in equilibrio con il piede ben appoggiato<br />

sulla panca della staffa ( ripeto, lo so, ripeterò tante volte).<br />

Come sapevamo fare e come ci hanno traman<strong>da</strong>to Bettoni, Lequio, Amalfi, Formigli, Bruni,<br />

Mangilli, i Cacciandra ed i fratelli Raimondo e Piero D'Inzeo.<br />

Solo per i "<strong>di</strong>stratti" <strong>di</strong>versi tra loro, perché sono, costituzionalmente fatti, costruiti <strong>di</strong>fferentemente,<br />

ma concettualmente e <strong>di</strong> scuola identica, infatti entrambi hanno, "per magia", i cavalli che spingono.<br />

A supporto <strong>di</strong> questa mia tesi consiglio <strong>di</strong> an<strong>da</strong>re a vedere le cassette dei percorsi del Colonnello<br />

Raimondo D' Inzeo ( come già detto nella nota a <strong>pag</strong>.11 ), non tanto su quei cavalli, <strong>di</strong> mezzi non<br />

certo eccelsi, con cui riusciva a vincere anche in campo internazionale come Talky ed Hermes, ma<br />

come montava Merano o A<strong>da</strong>ms il cavallo che poi passò a Moyerson, e su che baracche!!<br />

Se poi vogliamo an<strong>da</strong>re a vedere la storia, l 'origine dei due assetti: seduto e sull' inforcatura,<br />

ve<strong>di</strong>amo subito che uno era per i viaggi lunghi, il lavoro con il bestiame, l' altro per attività in cui<br />

era più importante rispettare l' equilibrio e la libertà del cavallo per vincere ( ve<strong>di</strong>: le corse, la<br />

guerra, il salto ).<br />

Quello seduto con le staffe lunghe e la punta del piede in avanti, anche in concorso ippico, viene <strong>da</strong><br />

paesi in cui il peso del cavaliere sulla schiena dei cavalli nativi <strong>di</strong> quei luoghi è cosa normale, si<br />

parla <strong>di</strong> cavalli gran<strong>di</strong>, grossi e potentissimi 7 .<br />

Trattasi <strong>di</strong> cavalli che hanno parenti che hanno tirato le carrozze, l' aratro, con la spalla magari<br />

dritta, con garetti potentissimi e problemi agli anteriori sui terreni duri 8 .<br />

Cavalli che poco hanno a che vedere con i purosangue od i nostri cavalli italiani arabeggianti, in cui<br />

si doveva e si deve, stare attenti alla loro schiena, dovendo trottare più leggero che seduto,<br />

soprattutto all' inizio del lavoro, come insiste a sostenere Raimondo D' Inzeo: nonché rispettarli in<br />

6 Un mio istruttore francese mi <strong>di</strong>mostrò togliendomi gli staffili per una passeggiata a trotto <strong>di</strong> due ore che con tale<br />

sistema mi sarei sciolta completamente: credetti, stra<strong>da</strong> facendo, <strong>di</strong> morire e <strong>di</strong> non farcela tanto ero rigi<strong>da</strong> in quel<br />

periodo, invece sono qui a raccontare che è vero.<br />

7 All' inizio del lavoro con Don Peppino un cavallo siciliano <strong>di</strong> origine normanna, alto 1,86 al garrese dovevo entrare in<br />

doppia gabbia con una posizione stile sci d' acqua, altro che caprilliana e se no, non stavamo dentro, ed erano<br />

"macelli"!!<br />

Poi siamo arrivati ad eleganti percorsi con giusti avvicinamenti, ma, all' inizio, Caprilli me lo sono proprio dovuto<br />

scor<strong>da</strong>re per sopravvivere. In certe occasioni il mio santo protettore era Paterni.<br />

8 Vogliamo mettere anche il nostro peso su quei pie<strong>di</strong>ni! Poi vorrei vedere in che con<strong>di</strong>zioni sono gli arcioni e le<br />

imbottiture delle selle dei sostenitori ad oltranza dell' assetto seduto.


occa, perché altrimenti, col piffero che saltano: sai le piantate! Cavalli che sopportano meno il<br />

nostro mal garbo, le nostre ignoranze. Altri muscoli, altre scelte, altre richieste, altro stile.<br />

Se il "tempo" in gara non avesse ripreso l 'importanza che ha oggigiorno, se il Dio dello sport non<br />

volesse che campioni con assetto e mentalità fon<strong>da</strong>mentalmente Caprilliane vincano le gare più<br />

importanti in campo internazionale, non avrebbero ragione i sostenitori dell' assetto con inforcatura<br />

a pretendere <strong>di</strong> essere rispettati. Vorrà <strong>di</strong>re che per il lavoro in piano anche al fine della<br />

preparazione al salto made in Italy, staremo in certi casi, un pochino meno sulle staffe 9 rilassandoci<br />

<strong>di</strong> più, soprattutto, se abbiamo problemi <strong>di</strong> rigidezza.<br />

Comunque se ci interessa vincere gare con l' ultimo giu<strong>di</strong>ce il tempo, se non <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> un<br />

parco cavalli megagalattico, se ci interessa <strong>di</strong>ventare bravi ed in grado <strong>di</strong> montare qualsiasi cavallo,<br />

dobbiamo, per esercizio, saper battere il trotto senza staffe, col tallone basso come se le avessimo e<br />

saltare senza staffe come se le avessimo, e ba<strong>da</strong> bene, stringendo le ginocchia, spingendo il tallone<br />

verso il basso ed usando i muscoli interni delle coscie, il polpaccio, la gamba tutta 10 .<br />

Tutto quello che è necessario per far bene l' esercizio <strong>di</strong> battere il trotto senza staffe; completare<br />

l'esercizio senza staffe con transizioni in cui sono previsti l' alt e le mezze fermate. Solo con questo<br />

allenamento si facilita lo scatto in avanti delle reni nel momento del salto. Solo così facendo le<br />

braccia possono poi <strong>di</strong>stendersi, libere <strong>da</strong>l resto del corpo.<br />

Provare per credere! I ragazzi che hanno lavorato con me si ricorderanno benissimo i giorni in cui<br />

toglievo loro completamente gli staffili per la lezione intera, salti ( non eccelsi ) compresi.<br />

Cos'è questa storia che circola <strong>di</strong> stringere solo i polpacci e non le ginocchia?<br />

Le fonti non mi convincono per niente. Per <strong>di</strong> più sbagliano, fisicamente parlando, su questioni non<br />

opinabili 11 . Ci si siede con il sedere ben appiccicato e si stringono i polpacci, staccando le ginocchia<br />

anche con lo sperone ben vicino e se occorre la punta in fuori, con cavalli che hanno<br />

problemi…<strong>di</strong>ciamo <strong>di</strong> volontà…con i <strong>di</strong>scoli, le "carognette".<br />

Dal momento che i cavalli capiscono subito, cosa conviene loro fare per economizzare stress e<br />

fatiche, sanno benissimo che se mi siedo debbono stare all' erta e che non è aria <strong>di</strong> … "fare i cretini"<br />

… perché sono libera <strong>di</strong> usare le gambe essendo seduta. Due volte che si prendono quattro<br />

sgambate o "strettine" in avvicinamento, capiscono subito, non è "miracolo", è comunicazione<br />

giusta.<br />

Quando vanno bene e sono convinti lascio perdere, se no cosa devo inventarmi per punizione, o <strong>di</strong><br />

fronte ad enormi <strong>di</strong>fficoltà: la scossa elettrica? E' posizione che potrò tenere in passeggiata se le<br />

ginocchia fanno male, ma qui, in questa sede, stiamo stu<strong>di</strong>ando equilibri e posizioni ottimali per<br />

vincere e per durare in gara, non a passeggio.<br />

"Ab ovo" bisogna comunque patire sempre <strong>da</strong>ll' equitazione naturale <strong>di</strong> cam<strong>pag</strong>na, <strong>di</strong> cui il<br />

concorso ippico deve essere una specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>stillato.<br />

Seguendo il percorso del Campionato delle Scuole che si tiene ai Protoni del Vivaro ho notato che i<br />

progressi nelle <strong>di</strong>fficoltà delle gare <strong>di</strong> cam<strong>pag</strong>na sono stati più pronunciati che nel Concorso ippico.<br />

La mia iniziazione nel mondo dell' equitazione, le mie basi hanno avuto molta cam<strong>pag</strong>na. Tutta l'<br />

equitazione <strong>di</strong> cam<strong>pag</strong>na, dove si impara a stare insieme al cavallo ed a saltare non solo in piano, è<br />

fon<strong>da</strong>mentale e propedeutica per l' equitazione naturale nel Concorso Ippico.<br />

Avevo 9 anni alla mia prima caccia alla volpe a Pinerolo con Gery Honorati che faceva la volpe. Ho<br />

montato in Inghilterra <strong>da</strong> bambina dove ho fatto gimcane ed ho ottenuto con la Società Ippica<br />

Torinese un 1°, un 2°, un 3° posto nel Campionato delle Scuole che "ai miei tempi" si chiamava<br />

Saggio delle Scuole. Allora partecipare a Cross e Completi era normalissimo e faceva parte del<br />

9<br />

Però, chissà come mai nel <strong>di</strong>re comune c'è il detto: "attenzione a non perdere le staffe" oppure si <strong>di</strong>ce che uno che<br />

perde il controllo ha perso le staffe!<br />

10<br />

Quelli alti, con le gambe lunghissime, stringono principalmente le coscie, a loro basta, ve<strong>di</strong> Slotag per esempio.<br />

11<br />

Se un ingegnere sbaglia i calcoli del cemento armato, ed il suo ponte, la sua creatura, casca, perché gli equilibri fisici<br />

non avevano avuto il giusto rispetto, non può <strong>di</strong>re che è caduto solo un po’, è caduto e basta! I cavalli sopportano i<br />

nostri errori, causa <strong>di</strong> ignoranza, e non parlano.


tutto. I miei allievi della Farnesina erano felicissimi quando organizzavo un van e li portavo a fare<br />

un po’ <strong>di</strong> lavoro in cam<strong>pag</strong>na, oppure all' ippodromo <strong>di</strong> Tor <strong>di</strong> Quinto.<br />

Sono convinta che passeggiate e lavoro in cam<strong>pag</strong>na siano fon<strong>da</strong>mentali per portare i cavalli al<br />

concorso ippico: i cavalli che non escono mai a fare una passeggiata mi fanno pena, un po’ come i<br />

polli in batteria, i cani grossi tenuti in piccoli appartamenti, le tigri nelle gabbiette degli zoo <strong>di</strong> una<br />

volta. L' appoggio in cam<strong>pag</strong>na è sempre stato più deciso; ricordo che la posizione seduta (quella<br />

che io chiamo a "scossa elettrica") con lo sperone vicino alla cinghia ed il ginocchio pertanto non<br />

vicino, l' ho imparata proprio in cam<strong>pag</strong>na.<br />

Quin<strong>di</strong> per il concorso ippico torniamo all' allenamento <strong>di</strong> trottare senza staffe battendo il trotto ed a<br />

fare transizioni ed alt sempre senza staffe; con questo tipo <strong>di</strong> esercizio, si risolvono il 90% dei<br />

problemi <strong>di</strong> assetto; pertanto con la soli<strong>di</strong>tà in sella si abbandoneranno più facilmente compromessi<br />

e trucchetti vari, raggiungendo l' in<strong>di</strong>pendenza tra mani e gambe 12 .<br />

Se avremo imparato a trovare ed usare la posizione <strong>di</strong> equilibrio useremo bene anche le re<strong>di</strong>ni,<br />

perché non le confonderemo neanche istintivamente con un punto <strong>di</strong> sostegno. Per il corretto uso<br />

delle re<strong>di</strong>ni proviamo a paragonarci ad una scimmia con le braccia lunghissime e le mani che<br />

arrivano fino alla bocca del cavallo, perché le re<strong>di</strong>ni null'altro sono che il prolungamento delle<br />

braccia, uno strumento, un mezzo ( <strong>di</strong> stoffa o <strong>di</strong> cuoio ) per comunicare con la bocca del cavallo.<br />

Quin<strong>di</strong> dovranno essere: a volte molli ed a penzoloni ( stato <strong>di</strong> riposo ), il più delle volte tese nel<br />

giusto "appoggio", raramente tirate. Nella maggior parte dei casi ed è questo il motivo per cui ne<br />

tratto già nel capitolo dell' assetto, ricor<strong>da</strong>ndo l' unicità della persona umana e l' inter<strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong><br />

tutte le parti del nostro corpo, il loro cattivo uso non è un problema <strong>di</strong> re<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> mani, ma <strong>di</strong><br />

muscoli del collo, delle spalle , delle braccia del cavaliere, troppo tesi che non permettono alle fasce<br />

muscolari <strong>di</strong> seguire i movimenti <strong>di</strong> escursione del collo del cavallo a passo ed a galoppo. Per avere<br />

un giusto appoggio dopo che ci siamo seduti como<strong>di</strong> e rilassati a passo, teniamo le re<strong>di</strong>ni con una<br />

mano sola <strong>13</strong> , come i cow-boys, i butteri: impossessiamoci della sensazione che si ottiene,<br />

chiu<strong>di</strong>amo 14 gli occhi, trasferiamola e manteniamola con una re<strong>di</strong>ne per mano, ripetere la cosa al<br />

galoppo, dove la maggior parte delle persone <strong>di</strong>venta più rigi<strong>da</strong> perché più emozionata e con un po’<br />

<strong>di</strong> "fifa". A trotto tenere le mani ferme a <strong>di</strong>eci centimetri <strong>da</strong>l garrese: se le mani si muovono su e giù<br />

rispetto al cavallo vuol <strong>di</strong>re che siamo rigi<strong>di</strong> 15 e non abbiamo raggiunto la richiesta in<strong>di</strong>pendenza tra<br />

il corpo e le mani. Non è cosa grave se, ( e ripeto quanto accennato nella nota a piè <strong>di</strong> <strong>pag</strong>ina ) in un<br />

momento <strong>di</strong> stress o <strong>di</strong> stanchezza, appoggiamo le mani al collo a trotto: consigliabile anzi<br />

attaccarsi bene ad un ciuffo della criniera a metà collo se vogliamo ripassare ( e non solo mentre<br />

stiamo trottando, ma anche alle altre an<strong>da</strong>ture, lasciando però le re<strong>di</strong>ni lunghe ) la posizione corretta<br />

dell' assetto <strong>da</strong>lla vita in giù. Sarà più facile comprendere il motivo della <strong>di</strong>fferenza della posizione<br />

delle mani in relazione all' an<strong>da</strong>tura, dopo lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>namica delle suddette.<br />

12 A questo punto non dobbiamo <strong>di</strong>menticare anche il concetto <strong>di</strong> <strong>da</strong>nza ( che prevede musica, ritmo, orecchio ); a tutti<br />

sarà capitato <strong>di</strong> ballare con un partner "imbranato", sordo, fuori tempo: una noia, una cosa veramente spiacevole, ma<br />

perché certa gente non frequenta un po’ le scuole <strong>di</strong> ballo? La presunzione umana parte lancia in resta quando si tratta <strong>di</strong><br />

cavalli e quin<strong>di</strong> per l'assetto presta poca attenzione, non è <strong>di</strong> mo<strong>da</strong> allenarsi per stare composti e muoversi in sintonia. E<br />

poi circolano degli esempi così strani che per i giovani è <strong>di</strong>fficile trovare la stra<strong>da</strong> giusta, fintanto che, anche in Italia,<br />

come in Francia o in Inghilterra, mamma fattoressa non si intenderà <strong>di</strong> ferrature, tanto per cominciare, vedo tutto molto<br />

<strong>di</strong>fficile e complicato.<br />

Meglio <strong>da</strong>re tutta la colpa al cavallo, romperlo, cambiarlo. Imparare? Non si usa più.<br />

"Basta pre<strong>di</strong>che", mi <strong>di</strong>rebbe Marco Nanni annoiato, "an<strong>di</strong>amo alla tecnica!"<br />

<strong>13</strong> Con questo esercizio si abbandona la forza, la rigi<strong>di</strong>tà.<br />

14 Onde imparare a sentire i movimenti del cavallo e sviluppare il senso del tatto che è <strong>di</strong>stribuito in ogni nostra parte<br />

del corpo e non è soltanto concentrato nei polpastrelli delle <strong>di</strong>ta e nelle mani.<br />

A tal proposito mi viene in mente l'esercizio che il grande Sergio Albanese sovente mette in pratica girando la testa e<br />

non guar<strong>da</strong>ndo l' ostacolo, dopo aver messo il cavallo perfetto nell' impulso e nell' equilibrio a tre tempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, per<br />

non <strong>di</strong>sturbare.<br />

15 Stessa cosa se abbiamo bisogno <strong>di</strong> appoggiarle al collo per tenerle ferme, esercizio comunque utile ai principianti.

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