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Archivio tesi.fp5 - Dipartimento di Architettura

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Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

7<br />

1999<br />

Gian Luca Gianassi<br />

Relatore<br />

Marcaccini Pierluigi<br />

Riqualificazione <strong>di</strong> un’area urbana a Signa<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

ElencoTavole<br />

TAVOLA 1 – Planimetria 1:5000 con<br />

sezioni 1:2000 e foto<br />

TAVOLA 2 – Planimetria 1:2000 con<br />

piante schematiche e foto<br />

TAVOLA 3 – Planimetria 1:500 con<br />

prospetto 1:500 e prospettive<br />

TAVOLA 4 – Pianta piano terreno e<br />

sezioni 1:200, prospettive<br />

TAVOLA 5 – Pianta piano primo e<br />

sezioni 1:200, prospettive<br />

TAVOLA 6 – Pianta piano secondo e<br />

Il primo documento in cui si parla <strong>di</strong> Signa risale al 964.<br />

La costruzione del ponte intorno al 1120 trasforma la citta<strong>di</strong>na<br />

in un punto nodale <strong>di</strong> collegamento tra varie ed importanti<br />

aree, i traffici che si svolgevano sul fiume, legati al nascente<br />

porto fluviale, erano una fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to notevole e già nel 1149<br />

Signa è sede <strong>di</strong> un mercato come testimonia un contratto<br />

fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> quell’anno “in mercato Signe kalen<strong>di</strong>s octobris”.<br />

Il castello <strong>di</strong> Signa fu dunque importantissimo per Firenze fin<br />

dall’epoca della sua conquista, nel 1124, anno in cui la strappò<br />

a Pistoia.<br />

Celebre il trasporto della colonna <strong>di</strong> Piazza Santa Trinita donata<br />

da Papa Paolo IV a Cosimo de’ Me<strong>di</strong>ci nel 1558: dal porto <strong>di</strong><br />

Ripa Grande alla foce del Tevere su un piccolo battello trainato<br />

da uno più grande, poi fino alla foce dell’Arno, <strong>di</strong> qui fino a Pisa<br />

e poi a Signa dove via terra arrivò a Firenze. Signa è stata<br />

inoltre teatro <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra nei secoli, a <strong>di</strong>mostrazione<br />

della sua importanza strategica: del 1325 l’occupazione da<br />

parte dell’esercito <strong>di</strong> Castruccio Castracani nelle sue<br />

scorribande contro Firenze, dei primi del ‘400 l’asse<strong>di</strong>o del<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Signa (Fi)<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

12<br />

1999<br />

Antonio Capestro<br />

Rossella Roversi<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Titolo Una <strong>di</strong>mensione metropolitana e locale per Calenzano: tra vocazione, ruolo<br />

Sezione e Arch. identita’ e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

TAV. 1: In<strong>di</strong>viduazione dei principali Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole sistemi teritoriali<br />

TAV.2: Confronto tra le due <strong>di</strong>verse<br />

anime <strong>di</strong> Calenzano: la zona<br />

collinare<br />

Ubicaz.<br />

Calenzano<br />

TAV.3: Confronto tra le due <strong>di</strong>verse<br />

anime <strong>di</strong> Calenzano: lo sviluppo<br />

recente<br />

TAV.4: Schizzi e schemi ; scala<br />

Immagine1<br />

Testo<br />

PARTE PRIMA<br />

1:25.000<br />

TAV.5: Schemi ed ideogrammi ;<br />

1.1 Il luogo del progetto<br />

1.1.1 Calenzano e le due anime del suo territorio<br />

1.1.2 Viabilità ed idrografia storiche della Val <strong>di</strong> Marina<br />

1.1.3 La costruzione del paesaggio<br />

1.2 L’industria a Calenzano<br />

1.2.1 Premessa: i processi produttivi <strong>di</strong> valorizzazione<br />

1.2.2 Calenzano nel comprensorio industriale<br />

1.2.3 Formazione, sviluppo e configurazione dell’assetto<br />

industriale a Calenzano<br />

1.2.4 La situazione attuale<br />

1.2.5 Il pendolarismo<br />

1.2.6 Rapporti con Prato<br />

1.2.7 Rapporti con Firenze<br />

Immagine2<br />

PARTE SECONDA<br />

2.1 Il progetto<br />

2.1.1 La ricerca <strong>di</strong> un ruolo per Calenzano<br />

2.1.2 Un parco per la produzione<br />

2.1.3 Il sistema del verde<br />

Immagine3<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

13<br />

1999<br />

Antonio Capestro<br />

Roberto Carrus<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Titolo Una nuova centralità per il territorio <strong>di</strong> Bagno a Ripoli: proposta per un<br />

Sezione sistema Arch. e Città ricettivo <strong>di</strong> promozione-informazione<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

1- PRESENTAZIONE GENERALE<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

breve descrizione del territorio e delle<br />

ElencoTavole intenzioni progettuali.<br />

Ubicaz.<br />

Bagno a Ripoli<br />

2-TAVOLE STORICHE<br />

sin<strong>tesi</strong> stotica del comune<br />

3- PRIMI IDEOGRAMMI<br />

4- CENTURIAZIONNE<br />

descrizione dell'organizzazione del<br />

territorio secondo la centuriazione<br />

5-PIEVE E MEZZADRIA<br />

Testo<br />

relazione fra mezzadria e l'azione<br />

della pieve <strong>di</strong> Ripoli come elementi<br />

Il territorio attualmente occupato dal Comune <strong>di</strong> Bagno a Ripoli<br />

si estende su una superficie pressochÈ triangolare <strong>di</strong> 7.409<br />

ettari, situata a est <strong>di</strong> Firenze. Il capoluogo ha una altitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

77 metri sul livello del mare.<br />

Negli ultimi cento anni si sono verificate tre vanazioni territoriali:<br />

all'attuale superficie si Ë giunti passando dai 7.819 ettari nel<br />

1861 ai 7.269 ettari nel 1867, attraverso altrettante rettifiche <strong>di</strong><br />

confine con il Comune <strong>di</strong> Firenze, l'ultima delle quali (novembre<br />

1928) a spese parzialmente sostenute dal soppresso Comune<br />

del Galluzzo.<br />

Fino al 1865 il limite del territorio <strong>di</strong> Bagno a Ripoli si spingeva<br />

quasi ad Arcetri, comprendendo il Piazzale Michelangelo e la<br />

collina <strong>di</strong> San Miniato per poi raggiungere il Pian de' Giullari e<br />

quin<strong>di</strong> la Piazza Calda e le Cinque Vie.<br />

Sei Comuni gli fanno da confine: Pontassieve, Fiesole, Firenze,<br />

Impruncta, Greve e ~Rignano sul l'Arno. L'ultimocËnsimËnto<br />

del 1981 ha registrato una popolazione <strong>di</strong> 25.575 abitanti<br />

(12.557 maschi e 13.018 femmine) con una densit‡ me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

345 persone per chilometro quadrato. Nel 1745~vi~si trovano<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

16<br />

1999<br />

Ramin Razani<br />

Arianna Pieri<br />

Relatore<br />

Galli Paolo<br />

HAMMAMET. La città de<strong>di</strong> luoghi ancora possibili<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

TAVOLE INTRODUTTIVE:<br />

1-GESTI INTIMI: nella città e nella<br />

casa un gesto intimo può essere<br />

rilevato per il forte valore <strong>di</strong> identità<br />

che genera;<br />

2- IL CORPO: il progetto rivitalizza il<br />

luogo (ex-Campolmi, Firenze)<br />

attraverso il movimento. Percezione<br />

del corpo e percezione dello spazio;<br />

3- LA VOLONTA’ DI PERCEPIRE<br />

L’AZIONE: rapporto <strong>di</strong>retto con gli<br />

Luogo familiare per eccellenza è la casa. Lì si trovano gli<br />

oggetti cui siamo affezionati e le persone care. Lì il corpo,<br />

come luogo delle nostre esperienze può riposare e compiere i<br />

gesti più istintivi. La sensazione <strong>di</strong> sicurezza, quasi sacrale, è<br />

propriamente data dalla ritualità dei gesti che costituiscono e<br />

nello stesso tempo identificano un in<strong>di</strong>viduo o un gruppo<br />

sociale.<br />

La sod<strong>di</strong>sfazione che nasce dal rapporto tra un’azione e una<br />

reazione nota è ritenuta insostituibile. Come un cane che si fa<br />

la cuccia, così l’uomo e la donna attraverso la propria poltrona<br />

istituiscono un luogo in cui il loro corpo può imprimere una<br />

parte <strong>di</strong> sé e – tutte le volte che può – andare a ritrovarsi: la<br />

poltrona <strong>di</strong>venta così l’emblema del grembo della madre che,<br />

nel suo accogliere senza quasi farsi sentire, permette la<br />

costituzione profonda della nostra identità.<br />

D’altronde il rito è inteso come l’unione <strong>di</strong> quei co<strong>di</strong>ci che<br />

nascono dal bisogno <strong>di</strong> stabilire rapporti e relazioni. In effetti i<br />

miti e i riti hanno in tutte le culture stabilito ruoli e compiti.<br />

Hanno aiutato a dare spiegazioni a fatti naturali e hanno in<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Hammamet<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

17<br />

1999<br />

Massimo Manconi<br />

Relatore<br />

Galli Paolo<br />

CAGLIARI: area dell’ex teatro <strong>di</strong> Castello<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

ESPOSIZIONE DEL CONTESTO<br />

Tav. 1 Foto aeree<br />

Tav. 2 Aerofotogrammetria<br />

Tav. 3 Planivolumetrico stato<br />

attuale, rapp.1/200<br />

Tav. 4 Sezione sul bastione e sulla<br />

via Università, rapp.1/200<br />

RIPRODUZIONE DEI VECCHI<br />

DISEGNI DI COMINOTTI E CIMA<br />

Tav. 5 Cominotti: Pianta generale<br />

1/50 del 1831<br />

Per trovare tutti gli elementi che dalla conoscenza delle vicende<br />

del luogo potessi anche trasfondere nel progetto, ho cercato<br />

innanzi tutto <strong>di</strong> capire quale fosse il significato del teatro nelle<br />

città italiane, per avvicinarmi all'idea <strong>di</strong> come esso possa oggi<br />

essere vissuto in una realtà periferica come quella<br />

cagliaritana, la quale, dopo la <strong>di</strong>struzione del Civico, ha risolto<br />

in epoca moderna il problema del teatro costruendone uno<br />

nuovo in una zona nuova della città, anche se questa<br />

risoluzione, per i mo<strong>di</strong> con cui fu a suo tempo affrontata,<br />

potrebbe essere abbondantemente <strong>di</strong>scussa.<br />

Non ho quin<strong>di</strong> deliberatamente esteso l'argomento sul<br />

significato che questo luogo può avere ai nostri giorni, perché il<br />

Teatro <strong>di</strong> Castello è ormai morto e, tra quell’evento ed il<br />

progetto rimane soprattutto questa lunga pausa: cinquantasei<br />

anni <strong>di</strong> vuoto, <strong>di</strong> silenzio, in cui l’area ha riposato, come il<br />

pane.Cibo per il corpo e simbolo del cibo per lo spirito in più<br />

d’una tra<strong>di</strong>zione religiosa, il pane, come il lievito che contiene<br />

al suo interno, è, per gli uomini, fermento <strong>di</strong> emancipazione,<br />

oltre che nutrimento. Sottintende un necessario, ineliminabile<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Cagliari<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

18<br />

1999<br />

Vincenzo Niutta<br />

Relatore<br />

Galli Paolo<br />

Ipo<strong>tesi</strong> progettuale pre la realizzazione <strong>di</strong> un (non)... lungomare<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1 – TAVOLE FOTOGRAFICHE (N. 2)<br />

La ricerca fotografica che ho<br />

compiuto e’ usata come strumento<br />

critico in grado <strong>di</strong> fornire<br />

suggerimenti alla progettazione.<br />

2 – PLASTICI (N. 5)<br />

Assemblaggi <strong>di</strong> materiali riciclati.<br />

Hanno avuto la funzione <strong>di</strong> taccuini<br />

<strong>di</strong> appunti sulle caratteristiche del<br />

territorio.<br />

3 – TAVOLE “CINEMATOGRAFICHE<br />

L’oggetto della mia <strong>tesi</strong> riguarda le modalità d’intervento per la<br />

sistemazione della Zona Mare <strong>di</strong> Caulonia Marina, citta<strong>di</strong>na<br />

costiera dell’Alto Ionio Reggino.<br />

Partendo da un’analisi territoriale ho cercato <strong>di</strong> proporre una<br />

soluzione progettuale alternativa al “solito lungomare”. Con<br />

questa definizione mi riferisco ai lungomari dei Paesi limitrofi<br />

in<strong>tesi</strong> come limite ultimo della saturazione urbana e a <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />

questa costruiti.<br />

Una fortificazione che preclude un rapporto <strong>di</strong>retto con quel<br />

mare <strong>di</strong> cui si e’ cercata la vicinanza.<br />

Vien quasi nostalgia per i tempi in cui gli inse<strong>di</strong>amenti urbani<br />

delle marine avevano ancora un sapore pionieristico, e<br />

l’andare al mare era fare qualcosa <strong>di</strong> realmente <strong>di</strong>verso, il<br />

litorale era ancora “selvatico” ed il mare si raggiungeva per<br />

campi e viottoli <strong>di</strong> fortuna. Era quasi una conquista e ognuno<br />

godeva dell’isolamento del luogo che si era scelto. Cosa<br />

questa, a ben vedere, attualmente ricercata da un turismo <strong>di</strong><br />

qualità che rifugge la massificazione del tempo libero.<br />

A riguardo della proposta progettuale in se’ <strong>di</strong>rò che ho operato<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

Caulonia Marina (RC)<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

19<br />

1999<br />

Emanuele Andrenacci<br />

Relatore<br />

D'Auria Antonio<br />

Omologia e trasformazione urbana: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> town design. Recupero<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

- tavola N°01 Inquadramento<br />

territoriale<br />

- tavola N°02 Inquadramento<br />

territoriale<br />

- tavola N°03 Genesi progettuale<br />

- tavola N°04 Planivolumetrico 1:500<br />

- tavola N°05 Pianta piano terra<br />

1:200<br />

- tavola N°06 Pianta piano primo<br />

1:500<br />

- tavola N°07 Pianta piano secondo<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Porto Sant’Elpi<strong>di</strong>o<br />

ElencoTavole<br />

Cenni <strong>di</strong> storia dell’inse<strong>di</strong>amento<br />

1: Il periodo antico<br />

2: L’epoca romana<br />

3: Dal VI al IX sec. d.C.<br />

4: L’epoca me<strong>di</strong>oevale<br />

5: Dall’età moderna a quella contemporanea<br />

Analisi socio-economica<br />

1: I servizi<br />

2: Le attività produttive<br />

3: Il PRG ’95: adeguamento al PPAR<br />

4: Programma integrato <strong>di</strong> recupero dell’area FIM<br />

5: Un’ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> rilancio partendo da un “cuore nuovo<br />

Genesi proiettiva <strong>di</strong> una nuova forma urbana<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

20<br />

1999<br />

Paolo Vissani<br />

Relatore<br />

Baratelli Alberto<br />

Omologia e trasformazione urbana: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> town design. Recupero<br />

Sezione Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

- tavola N°01 Inquadramento<br />

territoriale<br />

- tavola N°02 Inquadramento<br />

territoriale<br />

- tavola N°03 Genesi progettuale<br />

- tavola N°04 Planivolumetrico 1:500<br />

- tavola N°05 Pianta piano terra<br />

1:200<br />

- tavola N°06 Pianta piano primo<br />

1:500<br />

- tavola N°07 Pianta piano secondo<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Porto Sant’Elpi<strong>di</strong>o<br />

ElencoTavole<br />

Cenni <strong>di</strong> storia dell’inse<strong>di</strong>amento<br />

1: Il periodo antico<br />

2: L’epoca romana<br />

3: Dal VI al IX sec. d.C.<br />

4: L’epoca me<strong>di</strong>oevale<br />

5: Dall’età moderna a quella contemporanea<br />

Analisi socio-economica<br />

1: I servizi<br />

2: Le attività produttive<br />

3: Il PRG ’95: adeguamento al PPAR<br />

4: Programma integrato <strong>di</strong> recupero dell’area FIM<br />

5: Un’ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> rilancio partendo da un “cuore nuovo<br />

Genesi proiettiva <strong>di</strong> una nuova forma urbana<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

24<br />

2007<br />

Nicoletta Novelli<br />

Cesare Campanini<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Titolo Riqualificazione area <strong>di</strong>smessa ex-macelli Firenze e connessione al nodo<br />

Sezione AV Arch. (Stazione e Città Foster)<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

TAV 1 Inquadramento<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole TAV 2 Concept<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

TAV 3 Funzioni<br />

TAV 4 Evoluzione del progetto<br />

TAV 5 Planivolumetrico piu'<br />

render<br />

TAV 6 Pianta piano -6 m piu'<br />

render<br />

TAV 7 Sezioni longitu<strong>di</strong>nali piu'<br />

Testo<br />

render<br />

Il progetto tende a creare sinergie tra chi abita la città e chi<br />

viaggia/consuma in città, tramite dei percorsi ipogei e delle<br />

funzioni localizzate frutto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namicità controllata.<br />

Di particolare importanza è il concetto della <strong>di</strong>visione fra bacino<br />

<strong>di</strong> utenza abitanti e bacino <strong>di</strong> utenza consumatori, non soltanto<br />

la <strong>di</strong>visione fisica, ma anche e soprattutto la <strong>di</strong>visione<br />

temporale fra essi (v. cap. "l'area degli ex macelli: bacino <strong>di</strong><br />

utenza consumatori") infatti con il passare delle ore nella<br />

giornata ci saranno <strong>di</strong>versi movimenti dei viaggiatori e l'energia<br />

dovuta al movimento delle persone varierà: durante la giornata<br />

ci sarà un addensamento <strong>di</strong> viaggiatori nelle uscite della<br />

stazione e nei punti <strong>di</strong> risalita, mentre nelle ore serali, quando il<br />

traffico dei treni <strong>di</strong>minuisce ci sarà un calo <strong>di</strong> viaggiatori e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> energia <strong>di</strong>namica del bacino consumatori che calerà<br />

e sarà rimpiazzata dall'energia <strong>di</strong>namica degli abitanti che<br />

nelle ore serali (es. dalle ore 20:00 alle 24:00) saranno attirati<br />

da funzioni ricreative (come cinema, pub, ristoro ecc..) così<br />

facendo non solo si sod<strong>di</strong>sfano le esigenze degli abitanti ma si<br />

evita anche che nelle ore serali il complesso multifunzionale e<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

27<br />

1999<br />

Antonio Capestro<br />

Christian Cangini<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Riqualificazione urbana dell’area “ex-Mangelli” <strong>di</strong> Forlì<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

TAV. 1<br />

FORMAZIONE DI RAPPORTI DI<br />

INTERDIPENDENZA FRA DIVERSI<br />

COMUNI LIMITROFI E<br />

COMPONENTI DELLA CITTA'<br />

SCALA 1:10.000<br />

TAV. 2<br />

SISTEMA DEI FLUSSI RELAZIONALI<br />

SCALA 1:5.000<br />

TAV. 3<br />

SISTEMA DEI FLUSSI DELLE<br />

La città <strong>di</strong> Forlì è potenzialmente matura per rendersi<br />

protagonista <strong>di</strong> un vero, qualificato rilancio culturale. Alcune<br />

sue specificità, se attentamente valutate e gestite, possono<br />

rivelarsi buone premesse per avviare un impegno <strong>di</strong><br />

valorizzazione tale da generare a breve o a me<strong>di</strong>o termine frutti<br />

duraturi.<br />

Il progetto culturale della nuova Amministrazione sarà così<br />

caratterizzato:<br />

- Ripensamento strategico della presenza e della funzione<br />

degli Istituti Culturali nella città: da una gestione conservativa,<br />

si deve pervenire ad un loro rilancio come contenitori, come<br />

funzione e come Centri <strong>di</strong> ricerca sulla cultura e la storia non<br />

solo locale;<br />

- Messa a punto <strong>di</strong> un progetto urgente <strong>di</strong> valorizzazione e <strong>di</strong><br />

pubblicazioni, a partire dalla collezione Piancastelli;<br />

- Raccordo con l'espansione dell'Università, dei suoi processi<br />

tecnologici, della sua popolazione studentesca;<br />

- Messa in rete del sistema bibliotecario universitario e <strong>di</strong><br />

quello comunale, creando un sistema informativo integrato,<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Disegno<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Forlì<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

32<br />

1999<br />

Giovanni Santi<br />

Relatore<br />

Somigli Vinicio<br />

Titolo Progetto per un nuovo assetto urbano <strong>di</strong> un’area a<strong>di</strong>acente alla Stazione<br />

Sezione Ferroviaria -non afferente- <strong>di</strong> Pisa<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Gruppo A - Tavole sul rapporto<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

città-area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

ElencoTavole<br />

Ubicaz.<br />

Pisa<br />

(1/10000,1/5000,1/2000)<br />

Inquadramento storico urbanistico<br />

Analisi trama e tessuto della città<br />

Flussi relazioni (flussi territoriali,<br />

viabilità, flussi a carattere urbano,<br />

accesso all’area)<br />

Inserimento dell’area nel contesto<br />

citta<strong>di</strong>no<br />

Testo<br />

Gruppo B- Tavole sulla analisi delle<br />

La traccia fondamentale per l’in<strong>di</strong>viduazione del tema oggetto<br />

<strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è da ritrovarsi negli in<strong>di</strong>rizzi dati dal Consiglio Comunale<br />

per la redazione del nuovo Piano Regolatore con cui si afferma<br />

che il P.R.G deve essere “ un grande piano <strong>di</strong> recupero della<br />

città”, tra cui il recupero dei cosiddetti “ vuoti ” e della loro<br />

riqualificazione, in modo che da luoghi residuali <strong>di</strong>ventino parti<br />

strutturanti la forma della città.<br />

2- SCELTA DELL’AREA<br />

Il tema investe l’area a<strong>di</strong>acente alla stazione ferroviaria che,<br />

seguendo il fascio dei binari a Sud e via C. Battisti a Nord e<br />

includendo le strutture del dopolavoro ferroviario e quelle <strong>di</strong><br />

alcuni Enti<br />

Pubblici come l’AGES ( azienda gas energia servizi) e CPT<br />

(consorzio pisano trasporti),<br />

arriva fino a via Quarantola.<br />

Quest’area in gran parte <strong>di</strong> proprietà delle ferrovie, si colloca<br />

nel quadro <strong>di</strong> una futura risistemazione e <strong>di</strong>smissione <strong>di</strong> parte<br />

del parco ferroviario della città non utilizzato, <strong>di</strong> circa mq.65.000.<br />

E’ così che, seguendo le volontà urbanistiche <strong>di</strong> riqualificazione<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

34<br />

1999<br />

Alessandro Coppellotti<br />

Laura Modesti<br />

Relatore<br />

Bini Marco<br />

Progetto <strong>di</strong> recupero funzionale della Fortezza Orsini <strong>di</strong> Sorano<br />

Sezione Arch. e Disegno<br />

ElencoTavole<br />

TAV.1 Inquadramento urbanistico<br />

scala 1:2000<br />

TAV.2 Analisi dell’intero complesso<br />

della Fortezza Orsini scala 1:500<br />

TAV.3 Pianta con i riferimenti<br />

fotografici e relative foto scala 1:500<br />

TAV.4 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />

pianta a quota 2300 m. scala 1:100<br />

TAV.5 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />

pianta a quota 2920 m. scala 1:100<br />

TAV.6 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />

Il progetto si propone la rivalutazione del piccolo museo<br />

civico-territoriale esistente, con il trasferimento dei reperti e dei<br />

corre<strong>di</strong> museografici al piano superiore della fortezza<br />

me<strong>di</strong>oevale ed il recupero del piano terreno per altre attività<br />

correlate al museo che necessitano spazi più ampi.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un museo civico-territoriale comporta la<br />

conoscenza del territorio comunale. A tal fine la relazione<br />

inizierà con una parte de<strong>di</strong>cata al censimento <strong>di</strong> tutti quegli<br />

elementi salienti presenti nel comune <strong>di</strong> Sorano come per<br />

esempio i colombari, le abitazioni rupestri ipogee, le necropoli,<br />

ma anche il tipo <strong>di</strong> economia che ha prevalso nei secoli, la<br />

collocazione geografica, le frazioni minori, le presenze religiose<br />

ecc..<br />

Successivamente seguirà la descrizione della Fortezza Orsini e<br />

le sue vicende costruttive per poi arrivare alle conclusioni con<br />

le quali cercherò <strong>di</strong> spiegare come sono arrivata a determinate<br />

scelte progettuali.<br />

L’ultima parte della relazione riguarda la catalogazione degli<br />

elementi fisicamente presenti all’interno del museo, ad<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Sorano<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

38<br />

1999<br />

Ennio Di Benedetto<br />

Relatore<br />

Bini Marco<br />

TRATALIAS: una memoria da recuperare<br />

Sezione Arch. e Disegno<br />

ElencoTavole<br />

1 IL TERRITORIO<br />

2 LE CARTE STORICHE<br />

I.G.M. 1:25.000<br />

3 LE CARTE STORICHE<br />

I.G.M. 1:25.000<br />

4 LE CARTE STORICHE<br />

I.G.M. 1:25.000<br />

5 LE CARTE STORICHE<br />

I.G.M. 1:25.000<br />

6 LA DIGA<br />

1:25.000 + fotografie<br />

Tratalias era un paese abitato fino ad una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni<br />

orsono da circa 1300 abitanti, de<strong>di</strong>ti principalmente alla<br />

pastorizia e all’agricoltura. Nel 1954 viene realizzata a cura<br />

della Cassa per il Mezzogiorno, la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Monte Pranu, il cui<br />

bacino aveva lo scopo <strong>di</strong> alimentare il comprensorio irriguo del<br />

Basso Sulcis, e <strong>di</strong> approvvigionare le aree industriali <strong>di</strong><br />

Portovesme. Quest’opera <strong>di</strong> trasformazione ha determinato<br />

notevoli inconvenienti in termini <strong>di</strong> utilizzazione del patrimonio<br />

e<strong>di</strong>lizio esistente, provocando un forte degrado delle abitazioni,<br />

causato dalla persistente umi<strong>di</strong>tà proveniente dal bacino della<br />

<strong>di</strong>ga, e rendendo necessaria la ricostruzione e il trasferimento<br />

del paese su una zona poco <strong>di</strong>stante dal vecchio centro. Del<br />

vecchio centro <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>oevale rimane oggi la ex<br />

Cattedrale Romanica ed un piccolo gruppo <strong>di</strong> case intorno ad<br />

essa. L’abitato esistente è infatti costituito da abitazioni <strong>di</strong> tipo<br />

rurale (con murature tra<strong>di</strong>zionali in pietra legata con malte <strong>di</strong><br />

fango, o con murature in mattoni cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> fango detti la<strong>di</strong>zi)<br />

esso ha subito infiltrazioni <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà dal basso provocando un<br />

accelerato degrado, tanto da determinare gli organi pubblici a<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Disegno<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Tratalias<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

44<br />

1999<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Gianfranco Giordo - Tommaso Vernuccio<br />

Silvia Maraviglia<br />

Un progetto per Pescia<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Tav.1: analisi tipologica, Storica,<br />

servizi e viabilità della città <strong>di</strong> Pescia<br />

con schizzi e schemi <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong>.<br />

Tav.2: plastici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o con<br />

planivolumetrico del progetto.<br />

Tav.3: schizzi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Tav.4: sezione <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />

progetto con relative piante e foto dei<br />

plastici.<br />

Tav.5: prospetto <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />

progetto con sezione parziale e<br />

1) Il luogo: Panoramica della città <strong>di</strong> Pescia sia dal punto <strong>di</strong><br />

vista morfologica ed abitativa e <strong>di</strong> come questi due aspetti<br />

cambiano allontanandosi dalla città e avvicinandosi all’area <strong>di</strong><br />

progetto.<br />

2) Il problema: La zona <strong>di</strong> progetto si trova nei pressi della loc.<br />

ALBERGHI. All’interno dell’area emergono:<br />

a) Il nuovo mercato dei fiori <strong>di</strong> Pescia<br />

b) Lo Sta<strong>di</strong>o<br />

c) La Stazione ferroviaria<br />

Queste tre preesistenze hanno portato ad una serie <strong>di</strong><br />

problemi affrontati successivamente nel progetto.<br />

d) Presenza <strong>di</strong> traffico con mezzi pesanti per il trasporto e<br />

commercio dei fiori.<br />

e) Presenza <strong>di</strong> un forte traffico automobilistico passante<br />

all’interno della loc. ALBERGHI.<br />

f) Forte cesura determinata dalla ferrovia, posta a Nord<br />

dell’area, tra la vecchia Pescia e la zona d’esame.<br />

g) Lo sta<strong>di</strong>o necessita <strong>di</strong> un ampliamento e <strong>di</strong> una serie<br />

d’attrezzature <strong>di</strong> supporto<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Pescia<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

45<br />

1999<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Gianfranco Giordo - Tommaso Vernuccio<br />

Raffaella Villani<br />

Un progetto per Pescia<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Tav.1: analisi tipologica, Storica,<br />

servizi e viabilità della città <strong>di</strong> Pescia<br />

con schizzi e schemi <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong>.<br />

Tav.2: plastici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o con<br />

planivolumetrico del progetto.<br />

Tav.3: schizzi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Tav.4: sezione <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />

progetto con relative piante e foto dei<br />

plastici.<br />

Tav.5: prospetto <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />

progetto con sezione parziale e<br />

1) Il luogo: Panoramica della città <strong>di</strong> Pescia sia dal punto <strong>di</strong><br />

vista morfologica ed abitativa e <strong>di</strong> come questi due aspetti<br />

cambiano allontanandosi dalla città e avvicinandosi all’area <strong>di</strong><br />

progetto.<br />

2) Il problema: La zona <strong>di</strong> progetto si trova nei pressi della loc.<br />

ALBERGHI. All’interno dell’area emergono:<br />

a) Il nuovo mercato dei fiori <strong>di</strong> Pescia<br />

b) Lo Sta<strong>di</strong>o<br />

c) La Stazione ferroviaria<br />

Queste tre preesistenze hanno portato ad una serie <strong>di</strong><br />

problemi affrontati successivamente nel progetto.<br />

d) Presenza <strong>di</strong> traffico con mezzi pesanti per il trasporto e<br />

commercio dei fiori.<br />

e) Presenza <strong>di</strong> un forte traffico automobilistico passante<br />

all’interno della loc. ALBERGHI.<br />

f) Forte cesura determinata dalla ferrovia, posta a Nord<br />

dell’area, tra la vecchia Pescia e la zona d’esame.<br />

g) Lo sta<strong>di</strong>o necessita <strong>di</strong> un ampliamento e <strong>di</strong> una serie<br />

d’attrezzature <strong>di</strong> supporto<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Pescia<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

61<br />

1999<br />

Marata Alessandro<br />

Silvia baroni<br />

Relatore<br />

Gemignani Bruno<br />

Progetto <strong>di</strong> riqualificazione del centro urbano <strong>di</strong> Zola Predosa<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Le prime 5 tavole mettono in<br />

evidenza le planimetrie generali <strong>di</strong><br />

progetto analizzandone, tramite i<br />

segni ed i colori, le funzioni delle<br />

<strong>di</strong>verse aree nello stato <strong>di</strong> fatto e nel<br />

progetto.<br />

1. STATO DI FATTO –<br />

PLANIVOLUMETRIA GENERALE<br />

2. STATO DI FATTO –<br />

PLANIMETRIA ZONALE<br />

3. PROGETTO –<br />

La relazione è un approfon<strong>di</strong>mento delle tematiche affrontate<br />

durante la progettazione del Centro Urbano <strong>di</strong> Zola Predosa, un<br />

comune <strong>di</strong> 16.000 abitanti situato nella prima periferia<br />

bolognese. Il progetto riguarda, in particolare, il tema del<br />

“CONCORSO DI IDEE per la ristrutturazione del Centro del<br />

Capoluogo e la sua qualificazione urbanistica”, voluto<br />

dall’Amministrazione Comunale nel marzo 1998.<br />

Zola Predosa non vanta una storia artistica e architettonica <strong>di</strong><br />

grande pregio e solo oggi l’Amministrazione Comunale ne<br />

mette in luce la volontà <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> riflessione sul<br />

recente passato “sconvolto” da un rapido e caotico sviluppo<br />

urbano. Il territorio preso in esame è da sempre carente <strong>di</strong><br />

strutture e infrastrutture adeguate alle esigenze del citta<strong>di</strong>no.<br />

Per questi motivi, durante gli anni Ottanta, si è resa necessaria<br />

la costruzione <strong>di</strong> una nuova sede municipale che<br />

comprendesse tutti gli apparati dell’amministrazione e della<br />

vita sociale e culturale del paese. E’ stato così realizzato un<br />

imponente e<strong>di</strong>ficio, completato solo parzialmente, in stile<br />

post-modern e assolutamente inadatto al contesto nel quale è<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

ZOLA PREDOSA (BO)<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

62<br />

1999<br />

Marata Alessandro<br />

Monica Regazzi<br />

Relatore<br />

Gemignani Bruno<br />

Progetto <strong>di</strong> riqualificazione del centro urbano <strong>di</strong> Zola Predosa<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Le prime 5 tavole mettono in<br />

evidenza le planimetrie generali <strong>di</strong><br />

progetto analizzandone, tramite i<br />

segni ed i colori, le funzioni delle<br />

<strong>di</strong>verse aree nello stato <strong>di</strong> fatto e nel<br />

progetto.<br />

1. STATO DI FATTO –<br />

PLANIVOLUMETRIA GENERALE<br />

2. STATO DI FATTO –<br />

PLANIMETRIA ZONALE<br />

3. PROGETTO –<br />

La relazione è un approfon<strong>di</strong>mento delle tematiche affrontate<br />

durante la progettazione del Centro Urbano <strong>di</strong> Zola Predosa, un<br />

comune <strong>di</strong> 16.000 abitanti situato nella prima periferia<br />

bolognese. Il progetto riguarda, in particolare, il tema del<br />

“CONCORSO DI IDEE per la ristrutturazione del Centro del<br />

Capoluogo e la sua qualificazione urbanistica”, voluto<br />

dall’Amministrazione Comunale nel marzo 1998.<br />

Zola Predosa non vanta una storia artistica e architettonica <strong>di</strong><br />

grande pregio e solo oggi l’Amministrazione Comunale ne<br />

mette in luce la volontà <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> riflessione sul<br />

recente passato “sconvolto” da un rapido e caotico sviluppo<br />

urbano. Il territorio preso in esame è da sempre carente <strong>di</strong><br />

strutture e infrastrutture adeguate alle esigenze del citta<strong>di</strong>no.<br />

Per questi motivi, durante gli anni Ottanta, si è resa necessaria<br />

la costruzione <strong>di</strong> una nuova sede municipale che<br />

comprendesse tutti gli apparati dell’amministrazione e della<br />

vita sociale e culturale del paese. E’ stato così realizzato un<br />

imponente e<strong>di</strong>ficio, completato solo parzialmente, in stile<br />

post-modern e assolutamente inadatto al contesto nel quale è<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

ZOLA PREDOSA (BO)<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

65<br />

2002<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

E. Baroni - L. Gambi - T. Rossi Fioravanti<br />

Alessandro Barbalich<br />

WALKING in SANTA CRUZ: un piano <strong>di</strong> riqualificazione per il Downtown<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1 - Inquadramento territoriale e<br />

climatico dell'area<br />

2 - Indagine fotografica<br />

3 - Piano <strong>di</strong> massima<br />

dell'Amministrazione <strong>di</strong> S. Cruz e<br />

Masterplan<br />

4 - Planivolumetria del complesso<br />

turistico-residenziale scala 1:1000<br />

5 - Piante del complesso<br />

turistico-residenziale, viste<br />

prospettiche, render<br />

La scelta della progettazione negli Stati Uniti, ed in California in<br />

particolare, deriva dalla nostra permanenza per alcuni mesi in<br />

questo stato.<br />

Stiamo parlando dell'ultima frontiera americana, lo stato<br />

sognato a lungo da milioni <strong>di</strong> emigranti dal momento della sua<br />

scoperta, il più ricco dell'intera unione, quello in continua<br />

evoluzione e che rappresenta l'avanguar<strong>di</strong>a non solo per il<br />

mondo americano. Ma anche quello della crescita smisurata e<br />

non sempre coerente; della più grossa concentrazione <strong>di</strong><br />

cervelli applicati all'informatica della Sylicon Valley come dei<br />

milioni <strong>di</strong> lavoratori semianalfabeti delle zone agricole<br />

dell'interno; dei quartieri <strong>di</strong> Beverly Hills come dei ghetti più<br />

pericolosi; <strong>di</strong> città che presentano un or<strong>di</strong>ne fin troppo rigoroso<br />

come <strong>di</strong> altre in preda al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne più in<strong>di</strong>scriminato: e Santa<br />

Cruz è un microcosmo all'interno della California, ove è<br />

possibile trovare molte delle tipologie sopra elencate. E'<br />

necessario considerare poi la presenza <strong>di</strong> un fiume, il San<br />

Lorenzo, che non ha mai avuto con la città un rapporto i<strong>di</strong>lliaco:<br />

da sempre, a causa delle sue continue e devastanti<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

America<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

66<br />

2002<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

E. Baroni - L. Gambi - T. Rossi Fioravanti<br />

Luca <strong>di</strong> Bartolo<br />

WALKING in SANTA CRUZ: un piano <strong>di</strong> riqualificazione per il Downtown<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1 - Inquadramento territoriale e<br />

climatico dell'area<br />

2 - Indagine fotografica<br />

3 - Piano <strong>di</strong> massima<br />

dell'Amministrazione <strong>di</strong> S. Cruz e<br />

Masterplan<br />

4 - Planivolumetria del complesso<br />

turistico-residenziale scala 1:1000<br />

5 - Piante del complesso<br />

turistico-residenziale, viste<br />

prospettiche, render<br />

La scelta della progettazione negli Stati Uniti, ed in California in<br />

particolare, deriva dalla nostra permanenza per alcuni mesi in<br />

questo stato.<br />

Stiamo parlando dell'ultima frontiera americana, lo stato<br />

sognato a lungo da milioni <strong>di</strong> emigranti dal momento della sua<br />

scoperta, il più ricco dell'intera unione, quello in continua<br />

evoluzione e che rappresenta l'avanguar<strong>di</strong>a non solo per il<br />

mondo americano. Ma anche quello della crescita smisurata e<br />

non sempre coerente; della più grossa concentrazione <strong>di</strong><br />

cervelli applicati all'informatica della Sylicon Valley come dei<br />

milioni <strong>di</strong> lavoratori semianalfabeti delle zone agricole<br />

dell'interno; dei quartieri <strong>di</strong> Beverly Hills come dei ghetti più<br />

pericolosi; <strong>di</strong> città che presentano un or<strong>di</strong>ne fin troppo rigoroso<br />

come <strong>di</strong> altre in preda al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne più in<strong>di</strong>scriminato: e Santa<br />

Cruz è un microcosmo all'interno della California, ove è<br />

possibile trovare molte delle tipologie sopra elencate. E'<br />

necessario considerare poi la presenza <strong>di</strong> un fiume, il San<br />

Lorenzo, che non ha mai avuto con la città un rapporto i<strong>di</strong>lliaco:<br />

da sempre, a causa delle sue continue e devastanti<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

America<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

67<br />

2002<br />

PAOLO VACCARO<br />

Andrea Maglio<br />

“Un progetto per Arezzo”<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

Relatore<br />

Stefanelli Virginia<br />

La ricerca storica, che precede la trattazione del progetto, è un<br />

passaggio fondamentale per il metodo adottato in questo<br />

stu<strong>di</strong>o. La storia e le vicende politiche con le loro ripercussioni<br />

hanno influenzato le scelte, in<strong>di</strong>rizzato le decisioni, guidando,<br />

nel corso dei secoli, le trasformazioni urbane fino a giungere<br />

alla complessità attuale. Il metodo che ci accingiamo ad<br />

applicare ha lo scopo <strong>di</strong> arrivare alla definizione delle scelte<br />

progettuali solo dopo un attento percorso che legga ed<br />

interpreti criticamente tutto ciò che sta a monte della situazione<br />

presente per trarne elementi utili alle scelte future. Questa<br />

rilettura critica del passato costituirà la piattaforma su cui, in<br />

base alle esigenze ed alle necessità attuali, elaboreremo<br />

risposte progettuali ai vari problemi con un occhio vigile ed<br />

attento verso le esigenze dello sviluppo futuro.<br />

Non si ha la presunzione <strong>di</strong> arrivare a risultati definitivi ed<br />

assoluti, si vuole solo <strong>di</strong>mostrare la capacità <strong>di</strong> saper applicare<br />

correttamente un metodo che, se seguito sistematicamente,<br />

non può portarci a compiere passi sbagliati.<br />

Note<br />

manca l’elenco delle tavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Arezzo<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

79<br />

1999<br />

Antonio Capestro<br />

Aristide Bravaccio<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Titolo LA CITTA’ DEL 2000 Riqualificazione urbana <strong>di</strong> Rovezzano e Sant’Andrea<br />

Sezione Rovezzano Arch. e Città:<br />

la porta est <strong>di</strong> Firenze<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Tav.1 Presentazione dell’area <strong>di</strong><br />

intervento: analisi in scala 1:10000,<br />

1:5000<br />

Tav .2 Struttura telaio: modello<br />

ideogrammatico planovolumetrico<br />

delle intenzioni in scala 1:5000<br />

Tav .3 Inserimento nel territorio:<br />

inquadramento in scala 1:2000<br />

Tav. 4 Analisi organica e<br />

planovolumetrico in scala 1:500<br />

Tav.5 Pianta del Piano Terra e<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

FIRENZE<br />

ElencoTavole<br />

La citta del 2000<br />

La città fisica non esiste più<br />

La rivoluzione sociale della città<br />

La mutazione genetica della città<br />

Tendenze: verso una città informatizzata<br />

Parte I<br />

Firenze: città contemporanea<br />

Evoluzione forzata della città storica<br />

Emergenze isolate e <strong>di</strong> quartiere<br />

Flussi <strong>di</strong> scorrimento incontrollati soffocano la città<br />

Arno eterno separatore<br />

Il riscatto <strong>di</strong> Firenze nella continuità trovata attorno al suo fiume:<br />

il progetto del percorso-navetta dall’ In<strong>di</strong>ano a Varlungo<br />

La testa In<strong>di</strong>ana e la testa Varlungo:porta Ovest e porta Est<br />

della città<br />

Parte II<br />

La porta Est <strong>di</strong> Firenze<br />

Analisi del territorio: flussi relazionali e vocazione possibile<br />

dell’area<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

102<br />

1998<br />

Luciano Mazza<br />

Relatore<br />

Breschi Alberto<br />

Mutazione dell’ex Fabbrica Campolmi il nuova accasso a Firenze<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

I) Tavola dell'ubicazione della<br />

fabbrica<br />

II) e III) Tavole del rilievo, con<br />

documentazione prima e dopo<br />

l'incen<strong>di</strong>o<br />

IV) Tavole fotografiche rappresentanti<br />

la fabbrica e l'incen<strong>di</strong>o<br />

V) e VI) Tavole <strong>di</strong> riferimento<br />

culturale<br />

VII) Sviluppo del progetto<br />

PROGETTO<br />

1. QUADRO CONOSCITIVO<br />

1.1. Ubicazione<br />

1.2. Analisi dell'area<br />

1.3. Destinazione d'uso dell'ultimo P.R.G.<br />

1.4. Viabilità<br />

2. GENESI: SUCCESSIVE TRASFORMAZIONI<br />

2.1. Sviluppo storico<br />

2.2. Ex Campolmi prima dell'incen<strong>di</strong>o<br />

2.3. Ex Campolmi dopo l'incen<strong>di</strong>o<br />

3. TEMATICHE<br />

3.1. Dall'Informale al Concettuale e loro influenze negli anni '90<br />

3.2. Nuovo Modernismo<br />

3.3. La complessit‡ della citt‡<br />

3.4. Archeologia industriale<br />

3.5. L'architettura come abito me<strong>di</strong>ale<br />

4. IL PROGETTO<br />

4.1. Potenzialit‡ dell'area<br />

4.2. Nuova destinazione d'uso<br />

4.3. Le <strong>di</strong>verse scale del progetto<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

103<br />

1998<br />

Paolo Fiori<br />

Marco Leonetti<br />

Ritrovare Fontebranda<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

ElencoTavole<br />

- TAV. 1 Carte storiche<br />

Offre una serie <strong>di</strong> immagini<br />

sull’evoluzione storica del Piano <strong>di</strong><br />

Fontebranda.<br />

- TAV. 2 Rilievo pianta piano terra<br />

- TAV. 3 Rilievo pianta piano primo<br />

- TAV. 4 Rilievo prospetti<br />

- TAV. 5 Rilievo sezioni<br />

- TAV. 6 Rilievo sezioni<br />

Le tavole, dalla n. 2 alla n. 6,<br />

rappresentano il rilievo del Piano <strong>di</strong><br />

Relatore<br />

Maggiora Giuliano<br />

La valle <strong>di</strong> Fontebranda prende il nome dalla locale<br />

fonte <strong>di</strong> origine romana, resa famosa dalle citazioni <strong>di</strong><br />

illustri poeti per la bontà e la copiosità dell’acqua.<br />

Questa abbondanza, accresciuta nel tempo con la<br />

costruzioni <strong>di</strong> nuovi condotti (cosiddetti bottini) per la<br />

raccolta dell’acqua <strong>di</strong> altre vene, è stata peraltro il<br />

fattore che, dall’antichità sino ad epoca recente, ha<br />

reso tale zona un centro economico importante per la<br />

comunità senese. Nel piano, nei costoni e nel<br />

fondovalle si svilupparono, infatti, varie attività che<br />

necessitavano <strong>di</strong> acqua per l’effettuazione delle<br />

lavorazioni.<br />

La principale e più remota attività era la macellazione<br />

delle carni, <strong>di</strong>sciplinata da rigide <strong>di</strong>sposizioni comunali<br />

per il trattamento delle carni destinate al consumo, ma,<br />

accanto a questa, sorsero le “fabbriche” <strong>di</strong> lana,<br />

cartapecora, concia delle pelli, tintorie nonché lavatoi<br />

e mulini.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Valle <strong>di</strong> Fontebranda<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

128<br />

1998<br />

Ruggero Molinaro<br />

Relatore<br />

Bini Marco<br />

“L’abitato <strong>di</strong> Bilancino” rilievo e proposta <strong>di</strong> recupero<br />

Sezione Arch. e Disegno<br />

ElencoTavole<br />

Tav. 1 - Inquadramento generale,<br />

indagine storica dell’abitato e del suo<br />

territorio.<br />

Tav. 2 - Stato attuale. Analisi delle<br />

recente trasformazione del territorio.<br />

Tav. 3 - Progetto delle sistemazioni<br />

<strong>di</strong> bordo lago e <strong>di</strong> recupero<br />

ambientale ad opera della regione<br />

Toscana.<br />

Tav. 4 - Rilievo : Pianta del piano<br />

terra<br />

L’ipo<strong>tesi</strong> che questa <strong>tesi</strong> ha intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare è la<br />

proposto <strong>di</strong> un possibile recupero dell’abitato <strong>di</strong> Bilancino ; un<br />

aggregato <strong>di</strong> case a sviluppo lineare che ha origine su una<br />

delle principali strade <strong>di</strong> valico appenniniche del Mugello che<br />

collegano Firenze con la Romagna. Il progetto <strong>di</strong> recupero e<br />

riuso architettonico è con<strong>di</strong>zionato e relazionato strettamente<br />

ad una identificazione corretta dei caratteri dell’uomo, per cui la<br />

prima parte degli elaborati comprendente tre tavole è stata<br />

de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o sull’origine formazione e processi <strong>di</strong><br />

trasformazione del territorio. Una seconda parte dedeicata al<br />

rilievo metrico strumentale è stata quella che ha fornito una<br />

conoscenza minuziosa dell’oggetto <strong>di</strong> indagine ed ha<br />

permesso <strong>di</strong> formulare le appropriate considerazioni per quello<br />

che riguarda lo stato <strong>di</strong> degrado e conservazione delle<br />

strutture. La terza parte consiste in una proposta <strong>di</strong> recupero<br />

dell’abitato e del suo imme<strong>di</strong>ato territorio ; proposta che si<br />

concreti9zza con la ristrutturazione interna delle vecchie<br />

abitazioni da a<strong>di</strong>bire a nuove funzioni, la progettazione <strong>di</strong> spazi<br />

all’aperto e la sistemazione urbana. Le nuove funzioni sono :<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Disegno<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

129<br />

1998<br />

Vincenzo Caravetta<br />

Relatore<br />

Bini Marco<br />

“L’abitato <strong>di</strong> Bilancino” rilievo e proposta <strong>di</strong> recupero<br />

Sezione Arch. e Disegno<br />

ElencoTavole<br />

Tav. 1 - Inquadramento generale,<br />

indagine storica dell’abitato e del suo<br />

territorio.<br />

Tav. 2 - Stato attuale. Analisi delle<br />

recente trasformazione del territorio.<br />

Tav. 3 - Progetto delle sistemazioni<br />

<strong>di</strong> bordo lago e <strong>di</strong> recupero<br />

ambientale ad opera della regione<br />

Toscana.<br />

Tav. 4 - Rilievo : Pianta del piano<br />

terra<br />

L’ipo<strong>tesi</strong> che questa <strong>tesi</strong> ha intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare è la<br />

proposto <strong>di</strong> un possibile recupero dell’abitato <strong>di</strong> Bilancino ; un<br />

aggregato <strong>di</strong> case a sviluppo lineare che ha origine su una<br />

delle principali strade <strong>di</strong> valico appenniniche del Mugello che<br />

collegano Firenze con la Romagna. Il progetto <strong>di</strong> recupero e<br />

riuso architettonico è con<strong>di</strong>zionato e relazionato strettamente<br />

ad una identificazione corretta dei caratteri dell’uomo, per cui la<br />

prima parte degli elaborati comprendente tre tavole è stata<br />

de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o sull’origine formazione e processi <strong>di</strong><br />

trasformazione del territorio. Una seconda parte dedeicata al<br />

rilievo metrico strumentale è stata quella che ha fornito una<br />

conoscenza minuziosa dell’oggetto <strong>di</strong> indagine ed ha<br />

permesso <strong>di</strong> formulare le appropriate considerazioni per quello<br />

che riguarda lo stato <strong>di</strong> degrado e conservazione delle<br />

strutture. La terza parte consiste in una proposta <strong>di</strong> recupero<br />

dell’abitato e del suo imme<strong>di</strong>ato territorio ; proposta che si<br />

concreti9zza con la ristrutturazione interna delle vecchie<br />

abitazioni da a<strong>di</strong>bire a nuove funzioni, la progettazione <strong>di</strong> spazi<br />

all’aperto e la sistemazione urbana. Le nuove funzioni sono :<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Disegno<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

130<br />

2007<br />

Nicoletta Novelli<br />

Alessandro Moschillo<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

MIS: nuovi spazi per la musica a Firenze<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Tav 1: Inquadramento territoriale<br />

- Analisi storica<br />

Tav 2: Masterplan <strong>di</strong> progetto -<br />

Concept progettuale<br />

Tav 3: Planivolumetrico scala<br />

1:2000 - Sezioni prospettiche<br />

urbane<br />

Tav 4: Planivolumetrico scala<br />

1:500 - Viste prospettiche<br />

Tav 5: Pianta quota +0.00 -<br />

L'impianto progettuale<br />

L'intervento nell'area ex Macelli si colloca come un nuovo<br />

spazio per la città de<strong>di</strong>cato e concepito su una serie <strong>di</strong> attività <strong>di</strong><br />

intrattenimento e <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica legate alla musica e allo<br />

spettacolo.<br />

La riqualificazione dell'area degli ex macelli, attraverso un<br />

progetto <strong>di</strong> forte attrazione urbana ed extraurbana, si pone sulla<br />

scia <strong>di</strong> importanti esempi europei (Rotterdam, Colonia e<br />

Londra) che proprio con strutture museali o per lo spettacolo<br />

sono riuscite a recuperare aree che da anni erano ai margini<br />

del tessuto urbano.<br />

I luoghi della cultura, d'altronde, come quelli della musica,<br />

hanno la naturale funzione <strong>di</strong> fecondare il tessuto urbano e<br />

restituirle qualità ad intere aree a rischio <strong>di</strong> degrado.<br />

In una prima fase del lavoro la redazione del Master-Plan ha<br />

permesso <strong>di</strong> strutturare delle linee guida che legano gli<br />

interventi ipotizzati con la nuova stazione dell'alta velocità <strong>di</strong><br />

Foster e le altre aree <strong>di</strong> recupero della zona. Le geometrie che<br />

hanno generato il progetto sono state desunte dalle<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

144<br />

1999<br />

Massimo Gennari<br />

Stefano Borsi<br />

Relatore<br />

Natalini Adolfo<br />

"Un progetto per l'area dell'ex ospedale a San Giovanni Valdarno”<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

TAV. 1 CARTOGRAFIA DELLA<br />

ZONA<br />

TAV. 2 PLANIVOLUMETRIA<br />

DELL'INTERVENTO<br />

TAV. 3 PIANTA PRIMO LIVELLO<br />

TAV. 4 PIANTA PRIMO LIVELLO<br />

INTERRATO E PROSPETTO<br />

TAV. 5 PIANTA SECONDO<br />

LIVELLO E PROSPETTO<br />

TAV. 6 PIANTA TERZO LIVELLO E<br />

SEZIONE<br />

Con la decisione <strong>di</strong> riunire in un unico grande e<strong>di</strong>ficio,<br />

attualmente in costruzione, i vari ospedali del Valdarno aretino,<br />

sorge il problema del riuso delle aree e dei fabbricati che<br />

attualmente contengono le strutture sanitarie.<br />

L'ospedale <strong>di</strong> S.Giovanni V.no è situato a ridosso dell'originaria<br />

maglia urbana trecentesca, e dall'anno della sua fondazione<br />

avvenuta nel 1864, è cresciuto nel tempo per rispondere ai<br />

bisogni <strong>di</strong> una popolazione moltiplicatasi <strong>di</strong> numero in poco più<br />

<strong>di</strong> un secolo. Il risultato <strong>di</strong> questa espansione è un<br />

agglomerato <strong>di</strong> costruzioni assemblate in modo inorganico in<br />

funzione delle necessità <strong>di</strong> spazio del momento, che ha portato<br />

alla completa saturazione dell'area compresa tra l'e<strong>di</strong>ficato<br />

esistente, il vicino Borro alla Madonna, Corso Italia, su cui si<br />

affaccia il vecchio ospedale Alberti, e la retrostante linea<br />

ferroviaria che corre parallela al tracciato <strong>di</strong> Arnolfo.<br />

L'analisi dello stato attuale ha evidenziato la necessità <strong>di</strong> un<br />

riassetto urbanistico dell'isolato. Nel progetto l'area viene<br />

sud<strong>di</strong>visa in isolati più piccoli tenendo conto del preesistente<br />

sistema <strong>di</strong> percorsi, in particolare quelli uscenti dalla città<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

San Giovanni<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

149<br />

1996<br />

Damiano Pica<br />

Marcello Simonetti<br />

Relatore<br />

Natalini Adolfo<br />

Progetto per la ricostruzione <strong>di</strong> Borgo S. Jacopo<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

1a Inquadramento storico 1: 1000<br />

1b Pianivolumetrico 1 : 200<br />

2a Pianta Piano Terra 1 : 200<br />

2b Pianta Piano Primo e prospetto<br />

Borgo S. Jacopo 1 : 200<br />

3a Pianta Piano Secondo e prospetto<br />

sul fiume 1 : 200<br />

3b Pianta Piano Terzo e sezioni<br />

1:200<br />

4a Pianta Piano Quarto e sezioni 1 :<br />

200<br />

L'intervento nasce dalla necessità <strong>di</strong> stabilire un rapporto tra la<br />

parte <strong>di</strong> città dell'Oltrarno ed il fiume conservandone il carattere<br />

chiuso delle prospicienti il fiume.<br />

Si organizza rispetto al sistema principale, costituito dall'asse<br />

Via Por. Ponte Vecchio raggiunge, a conclusione del nostro<br />

intervento, la nuova piazza-mercato all'altezza delle torri de'<br />

Ramaglianti e Barbadori.<br />

In particolare il progetto tiene presente della riorganizzazione<br />

dell'isolato compreso tra Via Guicciar<strong>di</strong>ni, Via Maggio e Borgo<br />

S. Jacopo inserendosi in una ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o del tessuto<br />

urbano a scala maggiore.<br />

Il progetto a cui si fa riferimento propone la realizzazione <strong>di</strong> una<br />

nuova piazza e l'apertura <strong>di</strong> un nuovo chiasso perpen<strong>di</strong>colare a<br />

Borgo S. Jacopo cercando <strong>di</strong> ipotizzare la prosecuzione <strong>di</strong> una<br />

evoluzione avutasi nella zona, creando un nuovo percorso<br />

parallelo per gli altri già esistenti.<br />

La viabilità è stata organizzata in modo che il traffico sia<br />

pubblico che privato si svolga esclusivamente in Via<br />

Guicciar<strong>di</strong>ni ed in Via dello Sprone con questa soluzione <strong>di</strong><br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

186<br />

1997<br />

Andrea Bianchi<br />

Relatore<br />

Natalini Adolfo<br />

Titolo "Costruire in prossimità: e<strong>di</strong>ficio per negozi, uffici ed abitazioni a Firenze,<br />

Sezione all'angolo Arch. e Contesto fra il Lungarno del Tempio e il Viale G. Amendola"<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

1) pianta piano interrato, scala<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

1:100, china su lucido<br />

Ubicaz.<br />

2) pianta piano terra con<br />

Firenze<br />

pavimentazione delle zone comuni,<br />

scala 1: 100, china su lucido<br />

3) pianta piano primo con<br />

pavimentazione delle zone comuni,<br />

scala 1: 100, china su lucido<br />

4) pianta piano terzo, quarto e<br />

quinto con ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> arredamento,<br />

scala 1. 100, china su lucido<br />

ElencoTavole<br />

L'area, posta all'angolo fra il viale Giovanni Amendola e il<br />

Lungarno del Tempio, è stata definita dal progetto <strong>di</strong><br />

ampliamento <strong>di</strong> Firenze stilato da Giuseppe Poggi nel 1865.<br />

Nell'area del lotto interessato dal progetto esistevano,<br />

confinanti, il teatro all'aperto chiamato "Le Follie Estive" e la<br />

collinetta artificiale detta "Montecarlo", creata con il pietrame<br />

delle mura demolite. Sulla minuscola altura si levava una<br />

statua equestre fatta eseguire dal Conte Paszkowski, titolare<br />

dell'omonima fabbrica <strong>di</strong> birra che occupava la rimanente parte<br />

dell'area fino a via Arnolfo.<br />

Sulla sinistra del Lungarno del Tempio venivano realizzati nel<br />

1955 i giar<strong>di</strong>ni attorno al Ponte San Niccolò. Pochi anni più<br />

tar<strong>di</strong> veniva costruito l'e<strong>di</strong>ficio per abitazioni e uffici progettato<br />

da Giovanni Michelucci in collaborazione con Ivo Tagliaventi. Fu<br />

terminato nel 1961 dopo una lunga e sofferta messa a punto<br />

progettuale, sia sotto il profilo tecnico che tipologico, come<br />

documentano i verbali delle innumerevoli riunioni tra i<br />

progettisti, i tecnici dell'INA (committente dell'incarico) e quelli<br />

dell'impresa Fioravanti <strong>di</strong> Siena.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

188<br />

1999<br />

Francesca Mosconi<br />

Relatore<br />

Catal<strong>di</strong> Giancarlo<br />

Titolo Il complesso parrocchiale nel quartiere <strong>di</strong> San Sisto a Perugia: lettura<br />

Sezione tipologica Arch. e Contesto e proposta progettuale<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

Tav. 1 :Localizzazione delle chiese<br />

stu<strong>di</strong>ate su mappa storica della città<br />

<strong>di</strong> Perugia (ingegner Gambini,1822)<br />

Tavv.2-19 : Lettura grafica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto<br />

chiese del centro storico <strong>di</strong> Perugia<br />

Tav.20 : Tabellone riassuntivo delle<br />

chiese <strong>di</strong> Perugia or<strong>di</strong>nate secondo i<br />

filoni tipologici<br />

Il progetto<br />

Tav.21 :Inquadramento territoriale<br />

del quartiere <strong>di</strong> S. Sisto (1/10000) _<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Perugia<br />

ElencoTavole<br />

Il presente lavoro trae origine da un interesse, a lungo coltivato,<br />

nei confronti dell'e<strong>di</strong>lizia speciale: in particolare, all'interno <strong>di</strong><br />

quest'ampia categoria l'attenzione si è presto focalizzata<br />

sull'e<strong>di</strong>lizia per il culto, più <strong>di</strong> altre tipologie ricca <strong>di</strong> attrattiva,<br />

tema progettuale stimolante per ogni architetto, seppure<br />

estremamente complesso.<br />

L'obiettivo fondamentale della ricerca era inizialmente quello <strong>di</strong><br />

intraprendere una lettura _ applicando il metodo <strong>di</strong> analisi<br />

tipologica <strong>di</strong> Saverio Muratori _ <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> chiese<br />

presenti in un territorio chiaramente strutturato, un ambito<br />

urbano storicizzato quale è la città storica <strong>di</strong> Perugia.<br />

Era peraltro chiaro che il lavoro cui ci si apprestava non<br />

intendeva avere un fine storico, cioé porsi come un'analisi<br />

critica dell' e<strong>di</strong>lizia ecclesiale perugina, condotta secondo un<br />

or<strong>di</strong>ne cronologico. Piuttosto l'intento a cui si mirava era<br />

essenzialmente progettuale, partendo dal postulato che una<br />

corretta lettura dell'esistente costituisce una base<br />

in<strong>di</strong>spensabile per una corretta progettazione <strong>di</strong> organismi<br />

futuri.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

190<br />

1999<br />

Angelo Bruno<br />

Relatore<br />

Marcaccini Pierluigi<br />

"Archeologia industriale e futuro della città. Verona".<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

ElencoTavole<br />

Tavola 1 “Evoluzione storica<br />

della città <strong>di</strong> Verona”<br />

Tavola 2 “Evoluzione del<br />

quartiere”<br />

Tavola 3 “Tavola concorso”<br />

Tavola 4 “Tavola concorso”<br />

Tavola 5 “Tavola concorso<br />

Tavola 6 “Analisi strutturale”<br />

Tavola 7 “Pianta parcheggio”<br />

Tavola 8 “Pianta piano terra”<br />

Tavola 9 “Pianta primo piano”<br />

Il progetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è l’approfon<strong>di</strong>mento del concorso promosso<br />

da USA INSTITUTE: “Subversive Insertions: Archeologia<br />

industriale e futuro della città <strong>di</strong> Verona, progetto per l’area<br />

degli ex Magazzini Generali”, conclusosi nel settembre 1999. Il<br />

programma <strong>di</strong> tale concorso è stato affrontato nell’intento <strong>di</strong><br />

ricostruire uno spazio urbano a <strong>di</strong>mensione umana, attraverso<br />

un intervento che prevede la conservazione <strong>di</strong> quasi tutti gli<br />

e<strong>di</strong>fici esistenti convertiti a nuove funzioni capaci <strong>di</strong> attrarre e<br />

sod<strong>di</strong>sfare i vari interessi <strong>di</strong> quanti più citta<strong>di</strong>ni possibile.<br />

L’interramento del Viale del Lavoro offre spunto alla creazione<br />

<strong>di</strong> un percorso pedonale <strong>di</strong> superficie su cui si affacciano da un<br />

lato le attività commerciali e dall’altro una “striscia” verde<br />

attrezzata definendo un corso urbano che termina nel punto in<br />

cui il viale sotterraneo <strong>di</strong>viene in trincea dove è posizionato il<br />

nuovo ingresso dell'area per chi arriva con i mezzi pubblici.<br />

L’antico ingresso dell'area, utilizzato per i vagoni merci, è stato<br />

recuperato per uno spazio <strong>di</strong> sosta breve dei veicoli da cui si<br />

<strong>di</strong>parte un percorso, in luogo del vecchio tracciato principale,<br />

che è una sorta <strong>di</strong> promenade con la quale si è avvicinata<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Verona<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

191<br />

1999<br />

Relatore<br />

Marcaccini Pierluigi<br />

Paolo Cogotti<br />

"Archeologia industriale e futuro della città. Verona".<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

ElencoTavole<br />

Tavola 1 “Evoluzione storica<br />

della città <strong>di</strong> Verona”<br />

Tavola 2 “Evoluzione del<br />

quartiere”<br />

Tavola 3 “Tavola concorso”<br />

Tavola 4 “Tavola concorso”<br />

Tavola 5 “Tavola concorso<br />

Tavola 6 “Analisi strutturale”<br />

Tavola 7 “Pianta parcheggio”<br />

Tavola 8 “Pianta piano terra”<br />

Tavola 9 “Pianta primo piano”<br />

Il progetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è l’approfon<strong>di</strong>mento del concorso promosso<br />

da USA INSTITUTE: “Subversive Insertions: Archeologia<br />

industriale e futuro della città <strong>di</strong> Verona, progetto per l’area<br />

degli ex Magazzini Generali”, conclusosi nel settembre 1999. Il<br />

programma <strong>di</strong> tale concorso è stato affrontato nell’intento <strong>di</strong><br />

ricostruire uno spazio urbano a <strong>di</strong>mensione umana, attraverso<br />

un intervento che prevede la conservazione <strong>di</strong> quasi tutti gli<br />

e<strong>di</strong>fici esistenti convertiti a nuove funzioni capaci <strong>di</strong> attrarre e<br />

sod<strong>di</strong>sfare i vari interessi <strong>di</strong> quanti più citta<strong>di</strong>ni possibile.<br />

L’interramento del Viale del Lavoro offre spunto alla creazione<br />

<strong>di</strong> un percorso pedonale <strong>di</strong> superficie su cui si affacciano da un<br />

lato le attività commerciali e dall’altro una “striscia” verde<br />

attrezzata definendo un corso urbano che termina nel punto in<br />

cui il viale sotterraneo <strong>di</strong>viene in trincea dove è posizionato il<br />

nuovo ingresso dell'area per chi arriva con i mezzi pubblici.<br />

L’antico ingresso dell'area, utilizzato per i vagoni merci, è stato<br />

recuperato per uno spazio <strong>di</strong> sosta breve dei veicoli da cui si<br />

<strong>di</strong>parte un percorso, in luogo del vecchio tracciato principale,<br />

che è una sorta <strong>di</strong> promenade con la quale si è avvicinata<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Verona<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

194<br />

1999<br />

Luca Gravili<br />

Relatore<br />

Maestro Roberto<br />

Titolo OLTRE LE MURA: Un progetto per l’area ex-Istituto Bramante a<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

ElencoTavole<br />

1. ELEMENTI per un CONCORSO;<br />

spiegazione del concorso che era<br />

stato ipotizzato per l’area <strong>di</strong> progetto.<br />

2. ANALISI PROGETTUALE;<br />

memoria, informazioni e riferimenti.<br />

3. SVILUPPO del PROGETTO;<br />

evoluzione dell’iter progettuale.<br />

4. PIANTA PIANO TERRA, in scala<br />

1:200.<br />

5. PIANTA PRIMO PIANO e<br />

PROSPETTI, in scala 1:200.<br />

La possibilità <strong>di</strong> svolgere un Concorso Internazionale e, allo<br />

stesso tempo una Tesi <strong>di</strong> laurea, in un area della mia città a<br />

ridosso del centro storico è stata una proposta molto<br />

allettante per non essere accettata. Infatti il luogo del<br />

progetto si trova proprio sul Decumano della Pesaro romana,<br />

a due passi dal Duomo e dalla Piazza principale (Piazza del<br />

Popolo), sede dei maggiori organi amministrativi del Comune<br />

e della Provincia.<br />

Anche il tema del Concorso è molto interessante perché si<br />

tratta <strong>di</strong> progettare una nuova sede per uffici pubblici e<br />

privati che già in parte sono ubicati nel e<strong>di</strong>ficio dell’Ex<br />

Istituto Bramante nato dopo l’unificazione d’Italia e<br />

successivamente ristrutturato ed ampliato dopo la Seconda<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Non si prevede comunque il mantenimento<br />

del vecchio e<strong>di</strong>ficio ormai inadatto alla moderne esigenze<br />

gestionali, organizzative nonché tecnologiche degli uffici, ma<br />

una intera riprogettazione dell’area comprendente sia<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Pesaro<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

200<br />

1999<br />

Luca Rivalta<br />

Roberto Di Maio<br />

Città del Corallo e del Cammeo<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Relatore<br />

Tramonti Ulisse<br />

Il problema che ci si pone quando si interviene su complessi<br />

come quello dei Molini Marzoli è proprio su come intervenire. Ci<br />

si rende conto che qualsiasi demolizione contribuisce a<br />

cancellare l’identità del luogo ma d’altra parte l’intervento<br />

non-intervento che forza in spazi esistenti nuove funzioni,<br />

genera con il tempo <strong>di</strong>sagi che comunque si ripercuotono sulla<br />

struttura e su chi la vive.<br />

Il mio progetto parte dal considerare l’e<strong>di</strong>ficio un qualcosa <strong>di</strong><br />

vivo che negli anni non deve essere soltanto conservato<br />

attraverso lavori <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria manutenzione ma deve saper<br />

evolversi in funzione <strong>di</strong> chi lo vive. Per questo più che <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>fica è corretto parlare <strong>di</strong> sviluppo dove il rispetto del<br />

persistente <strong>di</strong>venta punto <strong>di</strong> partenza per una crescita futura<br />

che rispecchia le esigenze della nuova funzione attribuita.<br />

Operazione certamente non facile ma sicuramente l’unica nel<br />

suo genere perché aree <strong>di</strong>smesse come queste possano<br />

ritornare ad essere vitali come un tempo.<br />

Su questi presupposti, la prima fase dei progetto ha mirato a<br />

ricercare i caratteri che contrad<strong>di</strong>stinguono questo luogo da<br />

Note<br />

manca l’elenco delle tavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Napoli<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

48<br />

2007<br />

SILVIA BRICCOLI BATI<br />

GABRIELE LA ROSA<br />

Relatore<br />

Del Bono Andrea<br />

Titolo LA CITTA' FRA NATURA E SPAZIO URBANO- RIQUALIFICAZIONE AREA EX<br />

Sezione CAMPO Arch. e Città DI CONTENTRAMENTO PER PRIGIONIERI DI GUERRA A VITTORIA<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

TAVOLA 1: ANALISI DEL<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole TERRITORIO<br />

Ubicaz.<br />

Ragusa<br />

TAVOLA 2: ANALISI<br />

DELL'AMBIENTE URBANO<br />

TAVOLA 3: IQNUADRAMENTO<br />

SCALA 1:200 CON SCHEMI<br />

PROGETTUALI<br />

TAVOLA 4: PIANTA PIANO<br />

TERRA SCALA 1:1000 CON<br />

Testo<br />

DISTRIBUZIONE DEGLI EDIFICI<br />

La scelta dell'area ex campo <strong>di</strong> concentramento nasce<br />

principalmente dall'idea <strong>di</strong> porre un limite all'espansione della<br />

città verso l'area stessa.<br />

L'abusivismo degli anni '60 che ha provocato la rottura della<br />

maglia a scacchiera su cui è basato l'assetto urbanistico del<br />

600 rischia <strong>di</strong> intaccare non solo l'area presa in esame, ma<br />

anche la modalità con la quale si dovrà operare la nuova<br />

espansione urbana .<br />

La posizione strategica dell'area rappresenta l'inizio delle<br />

analisi effettuate affinché si possa operare un riqualificazione<br />

urbana mirata principalmente a non intaccare gli equilibri<br />

naturali della riserva naturale pino d'Aleppo.<br />

L'area, che si sviluppa per una superficie <strong>di</strong> 18 Ha, è<br />

attraversata dall'asse stradale <strong>di</strong> via Garibal<strong>di</strong> e, nella parte<br />

opposta, lambita dalla Riserva Naturale Pino D'Aleppo.<br />

L'asse <strong>di</strong> Via Garibal<strong>di</strong> attraversa tutta la città passando per<br />

piazza del popolo che rappresenta da oltre 2 secoli , il centro<br />

economico e sociale della città.<br />

L'area attualmente è occupata da strutture sportive, dal museo<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

209<br />

Relatore<br />

Zermani Paolo<br />

Au tore<br />

Giacomo Pirazzoli<br />

Andrea Cesaretti<br />

Matricola<br />

Titolo Intervento <strong>di</strong> riutilizzo dell’area degli ex pubblici macelli in Lucca<br />

Sezione Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Correlatori<br />

ElencoTavole<br />

1999<br />

tavola n° 1 : pianta planivolumetrica in<br />

scala 1 :500 dello stato <strong>di</strong> fatto,<br />

tavola n° 2 : pianta piano terra in scala 1<br />

:200 dello stato <strong>di</strong> fatto,<br />

due sezioni in scala 1 :500,<br />

tavola n° 3 : prospetti del complesso in<br />

scala 1 :200,<br />

tavola n° 4 : : pianta planivolumetrica in<br />

scala 1 :500 dello stato <strong>di</strong> progetto,<br />

tavola n° 5 : : pianta piano terra in scala 1<br />

:500 dello stato <strong>di</strong> progetto, due sezioni in<br />

scala 1 :500,<br />

Il processo <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> questa area parte da elementi,<br />

precedentemente progettati, che sono il blocco dei macelli e<br />

l’asse viario <strong>di</strong> collegamento con la circonvallazione.<br />

Inoltre possiamo sfruttare la presenza <strong>di</strong> due aree una libera,<br />

ad ovest, l’altra e<strong>di</strong>ficata, ad est, dove troviamo la presenza<br />

<strong>di</strong> stabili <strong>di</strong>smessi e in pieno abbandono, me<strong>di</strong>ante la totale<br />

demolizione possiamo sfruttare le potenzialità <strong>di</strong> questa area e<br />

inserirla nel contesto <strong>di</strong> un progetto unitario <strong>di</strong> valorizzazione<br />

della zona.<br />

Imme<strong>di</strong>atamente consequenziale è stato in<strong>di</strong>viduare la forza e<br />

il valore del tema della composizione progettuale basata<br />

sull’utilizzo <strong>di</strong> un asse ; l’impianto generale deve reggersi<br />

sull’equilibrio <strong>di</strong> una “linea “ che metta la strada, gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong><br />

nuova progettazione, gli stabili dei macelli, gli spazi <strong>di</strong> filtro e<br />

gli spazi aperti in rapporto tra loro e or<strong>di</strong>narne la sequenza.<br />

La centralità del progetto è e resta l’area dei Macelli.<br />

Delineati i due elementi <strong>di</strong> partenza sui quali impostare le<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Lucca<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

218<br />

Au tore<br />

Clau<strong>di</strong>o DINI<br />

Simona FINOCCHIARO<br />

Titolo VIAGGI DISSOLTI<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

Correlatori<br />

ElencoTavole<br />

1999<br />

TAV.1 INTENTI DI PROGETTO<br />

(collage <strong>di</strong> immagini come unione tra<br />

spazi portuali e citta’)<br />

TAV.2 INQUADRAMENTO<br />

URBANISTICO (aereofotogrammetrici<br />

con inserimento del progetto nell’are<br />

<strong>di</strong> intervento)<br />

TAV.3 STUDI PRELIMINARI<br />

TAV.4 PLANIVOLUMETRICO 1:500<br />

TAV.5 PROSPETTI SEZIONE 1:200<br />

TAV.6 PIANTE CONO SCALA 1:200<br />

Relatore<br />

La scelta <strong>di</strong> un area <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> confine è legata<br />

alla possibilità che essa offre <strong>di</strong> allargare la fascia <strong>di</strong><br />

relazione tra città e zona <strong>di</strong> porto turistico, oggi in<br />

opposizione tra loro quasi che questo non fosse parte<br />

integrante della città,opposizione che si concretizza già<br />

fisicamente nella barriera doganale che impe<strong>di</strong>sce la<br />

libera fruizione delle aree <strong>di</strong> pertinenza del porto e che<br />

contribuiscono a fare <strong>di</strong> Livorno una città <strong>di</strong> passaggio<br />

e non <strong>di</strong> sosta,città che nasconde invece una realtà<br />

fatta <strong>di</strong> colori,attrezzi,oggetti appena scoperti in un<br />

mondo che apparentemente sembra chiuso.<br />

Il progetto si pone in promo luogo come tentativo <strong>di</strong><br />

ricucitura del tessuto urbanistico <strong>di</strong> questa parte <strong>di</strong><br />

città che ha come elemento unificatore l’acqua ma<br />

anche <strong>di</strong> unire mon<strong>di</strong> ed esperienze <strong>di</strong>verse :quelle del<br />

citta<strong>di</strong>no e quelle del viaggiatore appena arrivato<br />

contribuendo a fare <strong>di</strong> questa zona non più un<br />

passaggio funzionale ma un filtro comunicativo.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Cremonini Lorenzino<br />

Genere<br />

Teoria dell'architettura<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

219<br />

Au tore<br />

Clau<strong>di</strong>o DINI<br />

Michele Parenti<br />

Titolo VIAGGI DISSOLTI<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

Correlatori<br />

ElencoTavole<br />

1999<br />

TAV.1 INTENTI DI PROGETTO<br />

(collage <strong>di</strong> immagini come unione tra<br />

spazi portuali e citta’)<br />

TAV.2 INQUADRAMENTO<br />

URBANISTICO (aereofotogrammetrici<br />

con inserimento del progetto nell’are<br />

<strong>di</strong> intervento)<br />

TAV.3 STUDI PRELIMINARI<br />

TAV.4 PLANIVOLUMETRICO 1:500<br />

TAV.5 PROSPETTI SEZIONE 1:200<br />

TAV.6 PIANTE CONO SCALA 1:200<br />

Relatore<br />

La scelta <strong>di</strong> un area <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> confine è legata<br />

alla possibilità che essa offre <strong>di</strong> allargare la fascia <strong>di</strong><br />

relazione tra città e zona <strong>di</strong> porto turistico, oggi in<br />

opposizione tra loro quasi che questo non fosse parte<br />

integrante della città,opposizione che si concretizza già<br />

fisicamente nella barriera doganale che impe<strong>di</strong>sce la<br />

libera fruizione delle aree <strong>di</strong> pertinenza del porto e che<br />

contribuiscono a fare <strong>di</strong> Livorno una città <strong>di</strong> passaggio<br />

e non <strong>di</strong> sosta,città che nasconde invece una realtà<br />

fatta <strong>di</strong> colori,attrezzi,oggetti appena scoperti in un<br />

mondo che apparentemente sembra chiuso.<br />

Il progetto si pone in promo luogo come tentativo <strong>di</strong><br />

ricucitura del tessuto urbanistico <strong>di</strong> questa parte <strong>di</strong><br />

città che ha come elemento unificatore l’acqua ma<br />

anche <strong>di</strong> unire mon<strong>di</strong> ed esperienze <strong>di</strong>verse :quelle del<br />

citta<strong>di</strong>no e quelle del viaggiatore appena arrivato<br />

contribuendo a fare <strong>di</strong> questa zona non più un<br />

passaggio funzionale ma un filtro comunicativo.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Cremonini Lorenzino<br />

Genere<br />

Teoria dell'architettura<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

225<br />

1999<br />

Relatore<br />

Pannocchia Vittorio<br />

Au tore Francesco Mosciatti<br />

Matricola<br />

Titolo Scansioni temporali: Concorso Europan 5, Ancona, Italia<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

ElencoTavole<br />

cONCETTO / I<br />

Stu<strong>di</strong>o delle relazioni urbane del sito<br />

<strong>di</strong> progetto con il suo contesto e<br />

spiegazione del percorso concettuale.<br />

PROGRAMMA 1<br />

Planivolumetrico (scala 1:1000) e<br />

schemi progettuali <strong>di</strong> inserimento del<br />

progetto, montaggi <strong>di</strong> immagini che<br />

rappresentano le relazione tra le<br />

funzioni, la luce ed i materiali.<br />

URBANO 1<br />

Il tema della <strong>tesi</strong>, il concorso Europan, arrivato alla quinta<br />

e<strong>di</strong>zione, ha come oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o le aree che si trovano ai<br />

limiti dei sistemi viari delle città.<br />

L’area <strong>di</strong> progetto ,situata in Ancona, acquista una “forma”,<br />

facilmente riconoscibile, verso la metà del 1800 perché<br />

accoglie la prima “espansione” del nucleo storico oltre la zona<br />

del porto. Il tema principe della progettazione architettonica<br />

ottocentesca e cioè l’isolato, anche in questa occasione lascia<br />

un segno “forte”; infatti, ancora oggi, appare delimitato da due<br />

viali, che solcano il territorio in modo evidente. Si tratta però <strong>di</strong><br />

una “compattezza” utopica, vera solo per la rappresentazione<br />

della planimetria.<br />

La realtà fisica del sito è ben altra. L’area è stata soggetta, nel<br />

corso del tempo, a numerose demolizioni e ricostruzioni, molto<br />

spesso avvenute senza regole <strong>di</strong> pianificazione. La<br />

contemporanea presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti funzioni come ad<br />

esempio una chiesa, una piccola fabbrica ancora funzionante,<br />

un cinema ed un magazzino a<strong>di</strong>bito a deposito comunale, è<br />

in<strong>di</strong>ce uno sviluppo veloce e non programmato. Il risultato può<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Ancona<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

241<br />

1997<br />

Cosimo Protopapa<br />

Relatore<br />

Degl'Innocenti Piero<br />

Un progetto per il quartiere delle ceramiche a Grottaglie<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

Tavola n°1 :INQUADRAMENTO<br />

TERRITORIALE<br />

infrastrutture, confini, orografia, del<br />

territorio comunale <strong>di</strong> Grottaglie<br />

Tavola n°2 : IL CENTRO STORICO<br />

pianta del 1600, confronto con le<br />

città <strong>di</strong> influenze islamiche<br />

del me<strong>di</strong>terraneo<br />

pianta del 1881 scala 1 :2000,<br />

analisi ambientale funzionale del<br />

centro storico<br />

Come dare un volto a un luogo, sia che si tratti delle nostre<br />

case, oppure <strong>di</strong> aggregati <strong>di</strong> luoghi come l'intera città o la<br />

regione che lo contiene? Non possiamo farlo senza ammettere<br />

che l'or<strong>di</strong>ne seguito dalla nostra descrizione è frutto <strong>di</strong> una<br />

procedura selettiva - classificatoria: una cornice immobile<br />

fissata su una scena in perenne movimento. La vita della città<br />

è pervasa da incertezze e inquietu<strong>di</strong>ni: progettare vuol <strong>di</strong>re<br />

conoscerle, comprenderle e dare un senso al tempo, non<br />

considerarlo perennemente stabile, bensì inequivocabilmente<br />

transitorio.<br />

I segni <strong>di</strong> tale cornice, appartenenti al luogo, determinano il<br />

linguaggio e la ratione loci che lo qualifica. Per il momento il<br />

mio stu<strong>di</strong>o non potrà parlare con suoni nuovi, ma tenterà <strong>di</strong><br />

tracciare i lineamenti <strong>di</strong> alcune analisi possibili: nessuna ci<br />

<strong>di</strong>ce chi è Grottaglie, ma tutte consentono <strong>di</strong> coglierne gli<br />

aspetti più significativi in<strong>di</strong>spensabili per operare con<br />

oculatezza in quel processo <strong>di</strong> manipolazione dello spazio<br />

urbano, che può realisticamente concretizzarsi nella pratica<br />

progettuale attraverso la conoscenza <strong>di</strong> tutti gli aspetti che lo<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Grottaglie<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

242<br />

1998<br />

Enrico Baroni<br />

Luca Podrini<br />

Relatore<br />

Tramonti Ulisse<br />

Titolo Un segno nella città “Sistemazione dell’area ex Istituto Bramante <strong>di</strong><br />

Sezione Pesaro” Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Tav.1 Inquadramento storico<br />

dell’area<br />

Tav.2 Planivolumetrico scala 1:200<br />

Tav.3 Pianta piano interrato scala<br />

1:200<br />

Tav.4 Pianta piano terra scala 1:200<br />

Tav.5 Pianta piano primo scala 1:200<br />

Tav.6 Pianta piano secondo scala<br />

1:200<br />

Tav.7 Pianta piano terzo scala 1:200<br />

Tav.8 Pianta piano quarto scala<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Pesaro<br />

ElencoTavole<br />

Sito nell’asse del decumano, presso l’ex Barriera Rossini e sul<br />

tracciato delle vecchie mura citta<strong>di</strong>ne il lotto si pone come zona<br />

<strong>di</strong> cerniera tra una realtà planimetricamente irregolare del<br />

Centro Storico ed un impianto a scacchiera regolare <strong>di</strong> lotti con<br />

villini che, parallelamente al viale Della repubblica conduce al<br />

mare.<br />

Il progetto, che segue e reinterpreta le idee del bando <strong>di</strong><br />

concorso, interessa tutta l’area dell’e<strong>di</strong>ficio ex Bramante, il<br />

Lago Aldo Moro che già storicamente interrompeva l’asse del<br />

decumano all’imbocco con viale Della Repubblica e parte<br />

dell’area contrapposta all’e<strong>di</strong>ficio in questione.<br />

Le attività inserite nell’area <strong>di</strong> mq. ( ?) sono quelle previste dal<br />

bando <strong>di</strong> concorso (nuova sede uffici comunali, uffici privati,<br />

terziario e residenza) con l’interessante e quanto mai<br />

necessario inserimento <strong>di</strong> una biblioteca con spazi accessori,<br />

e <strong>di</strong> una sala convegni.<br />

Lo schema planimetrico reinterpreta alcuni interessanti segni<br />

storici della città:<br />

1) una cortina muraria (quinta) ricalca il preciso tracciato delle<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

243<br />

1998<br />

Enrico Baroni<br />

Relatore<br />

Tramonti Ulisse<br />

Alessandro Salvatori<br />

Matricola<br />

Titolo Un segno nella città “Sistemazione dell’area ex Istituto Bramante <strong>di</strong><br />

Sezione Pesaro” Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Tav.1 Inquadramento storico<br />

dell’area<br />

Tav.2 Planivolumetrico scala 1:200<br />

Tav.3 Pianta piano interrato scala<br />

1:200<br />

Tav.4 Pianta piano terra scala 1:200<br />

Tav.5 Pianta piano primo scala 1:200<br />

Tav.6 Pianta piano secondo scala<br />

1:200<br />

Tav.7 Pianta piano terzo scala 1:200<br />

Tav.8 Pianta piano quarto scala<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Pesaro<br />

ElencoTavole<br />

Sito nell’asse del decumano, presso l’ex Barriera Rossini e sul<br />

tracciato delle vecchie mura citta<strong>di</strong>ne il lotto si pone come zona<br />

<strong>di</strong> cerniera tra una realtà planimetricamente irregolare del<br />

Centro Storico ed un impianto a scacchiera regolare <strong>di</strong> lotti con<br />

villini che, parallelamente al viale Della repubblica conduce al<br />

mare.<br />

Il progetto, che segue e reinterpreta le idee del bando <strong>di</strong><br />

concorso, interessa tutta l’area dell’e<strong>di</strong>ficio ex Bramante, il<br />

Lago Aldo Moro che già storicamente interrompeva l’asse del<br />

decumano all’imbocco con viale Della Repubblica e parte<br />

dell’area contrapposta all’e<strong>di</strong>ficio in questione.<br />

Le attività inserite nell’area <strong>di</strong> mq. ( ?) sono quelle previste dal<br />

bando <strong>di</strong> concorso (nuova sede uffici comunali, uffici privati,<br />

terziario e residenza) con l’interessante e quanto mai<br />

necessario inserimento <strong>di</strong> una biblioteca con spazi accessori,<br />

e <strong>di</strong> una sala convegni.<br />

Lo schema planimetrico reinterpreta alcuni interessanti segni<br />

storici della città:<br />

1) una cortina muraria (quinta) ricalca il preciso tracciato delle<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

255<br />

2002<br />

Nicoletta Novelli<br />

Giuseppe De Gianni<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

San Giovanni V.no nel sistema metropolitani fiorentino<br />

Sezione Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Accelerazione + movimento+<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole sosta = metropoli.<br />

Ubicaz.<br />

San Giovanni<br />

Infrastrutture (tavola fotografica)<br />

San Givanni Valdarno a 360°<br />

(tavola fotografica)<br />

Il sistema urbano<br />

Ideogrammi<br />

Planivolumetrico (1/1000)<br />

Piante-sezioni livello -5m<br />

Testo<br />

ferriera (1/500)<br />

La storia della città.<br />

L'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> San Giovanni è frutto <strong>di</strong> una volontà precisa, che risale<br />

alla fine del tre<strong>di</strong>cesimo secolo, quando Firenze deliberò la costruzione<br />

<strong>di</strong> un castello nella pianura dell'Arno a metà strada tra i centri <strong>di</strong> Figline<br />

V.no (oggi provincia <strong>di</strong> Firenze) e Montevarchi (oggi provincia <strong>di</strong><br />

arezzo).<br />

San Giovanni non nacque però semplicemente come presi<strong>di</strong>o militare,<br />

ma come cuore <strong>di</strong> un nuovo centro legato alle necessità <strong>di</strong> uno sviluppo<br />

agricolo e commerciale del capoluogo fiorentino.<br />

Non è mai stato in<strong>di</strong>viduato l'anno preciso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Castel San<br />

Giovanni: secondo Giovanni Villani la nascita è collocabile intorno al<br />

1296, qualche anno più tar<strong>di</strong> secondo gli storici contemporanei.<br />

Sicuramente comunque, i lavori <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione continuarono sotto la<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arnolfo <strong>di</strong> Cambio al quale viene attribuita la paternità del<br />

progetto urbanistico e del Palazzo Pretorio.<br />

La cinta muraria <strong>di</strong> Castel San Giovanni fu realizzata in fretta e per<br />

prima; già nel 1342 essa respinse l'aggressione <strong>di</strong> Umbertini, Ubal<strong>di</strong>ni e<br />

Pazzi. Tre anni più tar<strong>di</strong> resistette ai Tarlati <strong>di</strong> Arezzo e alle truppe del<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

256<br />

2002<br />

Nicoletta Novelli<br />

Daniele Del Cucina<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

San Giovanni V.no nel sistema metropolitani fiorentino<br />

Sezione Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Accelerazione + movimento+<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole sosta = metropoli.<br />

Ubicaz.<br />

San Giovanni<br />

Infrastrutture (tavola fotografica)<br />

San Givanni Valdarno a 360°<br />

(tavola fotografica)<br />

Il sistema urbano<br />

Ideogrammi<br />

Planivolumetrico (1/1000)<br />

Piante-sezioni livello -5m<br />

Testo<br />

ferriera (1/500)<br />

La storia della città.<br />

L'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> San Giovanni è frutto <strong>di</strong> una volontà precisa, che risale<br />

alla fine del tre<strong>di</strong>cesimo secolo, quando Firenze deliberò la costruzione<br />

<strong>di</strong> un castello nella pianura dell'Arno a metà strada tra i centri <strong>di</strong> Figline<br />

V.no (oggi provincia <strong>di</strong> Firenze) e Montevarchi (oggi provincia <strong>di</strong><br />

arezzo).<br />

San Giovanni non nacque però semplicemente come presi<strong>di</strong>o militare,<br />

ma come cuore <strong>di</strong> un nuovo centro legato alle necessità <strong>di</strong> uno sviluppo<br />

agricolo e commerciale del capoluogo fiorentino.<br />

Non è mai stato in<strong>di</strong>viduato l'anno preciso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Castel San<br />

Giovanni: secondo Giovanni Villani la nascita è collocabile intorno al<br />

1296, qualche anno più tar<strong>di</strong> secondo gli storici contemporanei.<br />

Sicuramente comunque, i lavori <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione continuarono sotto la<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arnolfo <strong>di</strong> Cambio al quale viene attribuita la paternità del<br />

progetto urbanistico e del Palazzo Pretorio.<br />

La cinta muraria <strong>di</strong> Castel San Giovanni fu realizzata in fretta e per<br />

prima; già nel 1342 essa respinse l'aggressione <strong>di</strong> Umbertini, Ubal<strong>di</strong>ni e<br />

Pazzi. Tre anni più tar<strong>di</strong> resistette ai Tarlati <strong>di</strong> Arezzo e alle truppe del<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

259<br />

1998<br />

AlessandroTinacci<br />

Relatore<br />

Bini Marco<br />

Titolo L’effetto della pianificazione urbanistica <strong>di</strong> San Giovanni Valdarno<br />

Sezione sull’immagine Arch. e Disegnodella<br />

città dal dopoguerra in poi<br />

Genere Disegno<br />

Tavola n. 1 – In<strong>di</strong>viduazione<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

territoriale ed ambiente geografico.<br />

Ubicaz.<br />

Tavola n. 2 – La fondazione <strong>di</strong><br />

Firenze<br />

San Giovanni Valdarno.<br />

Tavola n. 3 – Situazione e<br />

variazione del tessuto urbano tra ‘800<br />

e primi del ‘900.<br />

Tavola n. 4 – I complessi <strong>di</strong><br />

archeologia industriale.<br />

Tavola n. 5 – L’espansione e la<br />

scena urbana al 1950.<br />

ElencoTavole<br />

Nel lavoro <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> da noi presentato ci siamo voluti<br />

confrontare con una realtà citta<strong>di</strong>na, quella <strong>di</strong> San<br />

Giovanni Valdarno, certamente vasta e complessa.<br />

L’antica colonia fiorentina - fondata ex novo su basi<br />

geometriche - si è mantenuta a lungo come tanti altri<br />

centri storici circoscritta e delimitata da quel confine fisico<br />

e mentale costituito dalle mura, e connesso al<br />

circondario dalle quattro porte <strong>di</strong> accesso. Solo a<br />

seguito <strong>di</strong> quello che fu lo sviluppo industriale si è<br />

innescato il processo <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia ed<br />

inglobamento <strong>di</strong> quei villaggi che gravitavano nell’orbita<br />

del centro maggiore.<br />

Il lavoro della nostra ricerca parte dal secondo dopoguerra,<br />

momento in cui la crescita urbana si avvia in maniera<br />

assai rapida, senza ovviamente trascurare quei<br />

mutamenti antecedenti che hanno inciso nelle<br />

trasformazioni urbane e architettoniche. Si è analizzato,<br />

come era nei nostri propositi, il processo evolutivo e le<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

270<br />

1998<br />

Giuseppe Scarpino<br />

Relatore<br />

Bellini Alessandro<br />

Titolo Luoghi produttivi per il terzo millennio: la riconversione dell’ area Gover alle<br />

Sezione Piagge Arch. e Disegno<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

1 - PRODUZIONE<br />

2 - Evoluzione Storica<br />

3 - Immagini Storiche<br />

4 - Il Luogo<br />

5 - Lettura del Territorio<br />

6 - La Fabbrica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

7 - Quadro Urbano<br />

8 - Proposte<br />

9 - Lettura Segnica<br />

10 - Metaprogetto<br />

11 - L’ approccio al Territorio<br />

Immagine1<br />

ElencoTavole<br />

L’ipo<strong>tesi</strong> progettuale nasce da una visione della città non come<br />

“unità globale”, ma come “unione <strong>di</strong> elmenti” molto <strong>di</strong>versi tra<br />

loro e concentra l’attenzione sul piano dell’ intervento puntuale,<br />

a cui si delega il ruolo sgnificante del progetto urbano.<br />

Esso nasce dall’ esigenza <strong>di</strong> ricucire tre insiemi <strong>di</strong> città molto<br />

<strong>di</strong>versi tra loro e separati da forti barriere naturali ( il fiume ) ed<br />

artificiali ( l’ asse viario e ferroviario<br />

).<br />

Tre pezzi <strong>di</strong> città, i borghi storici <strong>di</strong> Quaracchi e Brozzi da una<br />

parte, con una loro ben precisa identità urbana, la fascia<br />

dequalificata delle Piagge dall’ altra, infine la sponda sud<br />

<strong>di</strong>etro i quartieri dell’ Argingrosso, un vero e proprio<br />

“non-luogo”; tre realtà urbane confinanti ma incre<strong>di</strong>bilmente<br />

<strong>di</strong>verse e incomunicanti tra loro.<br />

L’ intervento nella sua globalità si sviluppa in lunghezza, una<br />

tensione orizzontale che si colloca <strong>di</strong>acronicamente tra<br />

passato presente e futuro.<br />

E’ l’ espressione <strong>di</strong> un gesto naturale, istintivo, venuto fuori<br />

inevitabilmente dal primo approccio <strong>di</strong> lettura del territorio, un<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

271<br />

1998<br />

Paolo Silverj<br />

Relatore<br />

Bellini Alessandro<br />

Titolo Luoghi produttivi per il terzo millennio: la riconversione dell’ area Gover alle<br />

Sezione Piagge Arch. e Disegno<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

1 - PRODUZIONE<br />

2 - Evoluzione Storica<br />

3 - Immagini Storiche<br />

4 - Il Luogo<br />

5 - Lettura del Territorio<br />

6 - La Fabbrica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

7 - Quadro Urbano<br />

8 - Proposte<br />

9 - Lettura Segnica<br />

10 - Metaprogetto<br />

11 - L’ approccio al Territorio<br />

Immagine1<br />

ElencoTavole<br />

L’ipo<strong>tesi</strong> progettuale nasce da una visione della città non come<br />

“unità globale”, ma come “unione <strong>di</strong> elmenti” molto <strong>di</strong>versi tra<br />

loro e concentra l’attenzione sul piano dell’ intervento puntuale,<br />

a cui si delega il ruolo sgnificante del progetto urbano.<br />

Esso nasce dall’ esigenza <strong>di</strong> ricucire tre insiemi <strong>di</strong> città molto<br />

<strong>di</strong>versi tra loro e separati da forti barriere naturali ( il fiume ) ed<br />

artificiali ( l’ asse viario e ferroviario<br />

).<br />

Tre pezzi <strong>di</strong> città, i borghi storici <strong>di</strong> Quaracchi e Brozzi da una<br />

parte, con una loro ben precisa identità urbana, la fascia<br />

dequalificata delle Piagge dall’ altra, infine la sponda sud<br />

<strong>di</strong>etro i quartieri dell’ Argingrosso, un vero e proprio<br />

“non-luogo”; tre realtà urbane confinanti ma incre<strong>di</strong>bilmente<br />

<strong>di</strong>verse e incomunicanti tra loro.<br />

L’ intervento nella sua globalità si sviluppa in lunghezza, una<br />

tensione orizzontale che si colloca <strong>di</strong>acronicamente tra<br />

passato presente e futuro.<br />

E’ l’ espressione <strong>di</strong> un gesto naturale, istintivo, venuto fuori<br />

inevitabilmente dal primo approccio <strong>di</strong> lettura del territorio, un<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

282<br />

2000<br />

Antonio Capestro<br />

Tommaso Bellucci<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Una nuova immagine per il territorio <strong>di</strong> Fano il polo artigianale per la città<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1. IL SISTEMA VALLIVO<br />

MARCHIGIANO<br />

Il sistema delle infrastrutture<br />

Corpi territoriali regionali<br />

Scala 1:100.000<br />

2. FASI DELL’EVOLUZIONE URBANA<br />

sin<strong>tesi</strong> dei piani urbani<br />

Scala 1:25.000<br />

3. SISTEMA RELAZIONALE<br />

SISTEMA DEGLI INTERESSI<br />

SISTEMA DEI VUOTI E DEI MARGINI<br />

Scala 1:25.000<br />

Il “modo <strong>di</strong> fare la città che ha caratterizzato gli ultimi<br />

decenni, segmentato nei <strong>di</strong>versi momenti del pensare il Piano<br />

e del realizzarlo attraverso singoli interventi architettonici,<br />

non può risolvere i problemi della città attuale” ; si avverte la<br />

necessità <strong>di</strong> ulteriori strumenti e a tal fine “il <strong>di</strong>segno urbano<br />

(…) può essere riconosciuto come nuovo possibile<br />

strumento <strong>di</strong> progettazione della città. Non certo alternativo<br />

all’Urbanistica ed alla Progettazione Architettonica, bensì ad<br />

esse complementare.”<br />

Partendo da tali presupposti questo lavoro cerca <strong>di</strong> definire il<br />

proprio intervento progettuale all’interno <strong>di</strong> un più ampio<br />

sistema <strong>di</strong> riorganizzazione della struttura urbano-territoriale.<br />

La Valle del Metauro, in cui si situa la città <strong>di</strong> Fano, <strong>di</strong>venta<br />

quin<strong>di</strong> il primo elemento analizzato, cercando <strong>di</strong> chiarire la<br />

logica <strong>di</strong> organizzazione del sistema vallivo e <strong>di</strong> come questo<br />

si inserisce all’interno del sistema infrastrutturale ed<br />

ambientale marchigiano.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Fano<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

290<br />

2000<br />

Silvia Fabi<br />

Simone Coletti<br />

Relatore<br />

-Casamonti Marco<br />

Titolo Progetto <strong>di</strong> qualificazione urbana in località Tavernuzze, Comune<br />

Sezione D’Impruneta<br />

-non afferente-<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Tavola 1 (planimetria generale)<br />

Tavola 2 (planivolumetrico area<br />

parcheggio)<br />

Tavola 3 (pianta piano terra,<br />

prospetti parcheggio)<br />

Tavola 4 (pianta piano tipo,<br />

sezioni parcheggio)<br />

Tavola 5 (pianta, prospetto,<br />

sezione attraversamento pedonale)<br />

Tavola 6 (planivolumetrico area<br />

piazza, planivolumetrico ara ex<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Impruneta<br />

ElencoTavole<br />

La realizzazione <strong>di</strong> un nuovo piano regolatore, per l'area <strong>di</strong><br />

Tavarnuzze (comune d'Impruneta), è <strong>di</strong>venuta una realtà dopo<br />

gli interventi <strong>di</strong> viabilità proposti dalla società autostradale per il<br />

tratto dell' A1 in prossimità del casello Firenze Certosa.<br />

L'intervento prevede la costruzione della terza corsia<br />

autostradale, la progettazione dello svincolo autostradale<br />

(rotatoria), e la realizzazione della variante a quattro corsie che<br />

collegherà <strong>di</strong>rettamente Firenze con il casello dell'A1.<br />

Approfittando <strong>di</strong> questa situazione il comune d'Impruneta ha<br />

allargato la zona d intervento che dal casello, attraverso il<br />

centro <strong>di</strong> Tavarnuzze arriva fino all'area delle ex cave.<br />

Il piano proposto dal comune prevede alcuni interventi <strong>di</strong><br />

carattere viario ed altri a carattere e<strong>di</strong>lizio.<br />

In prossimità dell'autostrada sarà realizzato un parcheggio<br />

definito " scambiatore" che raccoglierà il traffico privato per<br />

convogliarlo su quello pubblico.<br />

Arrivando al centro <strong>di</strong> Tavarnuzze l'intervento richiesto prevede<br />

la riqualificazione della piazza centrale, con l’inserimento <strong>di</strong> un<br />

parcheggio interrato, e la realizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

292<br />

1997<br />

Francesco Bertolini<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Una “porta” per Firenze. Area F.lli Franchi, Varlungo<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

TAV.1 Planimetria in scala 1:2000 e<br />

fotografie dell'area <strong>di</strong> progetto.<br />

TAV.2 Schizzi <strong>di</strong> progetto<br />

TAV.3 Planivolumetria in scala<br />

1:500 dell'intervento progettuale.<br />

TAV.4 Profili in scala 1:500<br />

dell'intervento progettuale e delle<br />

zone circostanti.<br />

TAV.5 Pianta piano terra in scala<br />

1:200 dell'e<strong>di</strong>ficio principale.<br />

TAV.6 Pianta piano primo in scala<br />

Premessa<br />

Nel 1992 si stabiliscono i contenuti essenziali del nuovo PRG<br />

<strong>di</strong> Vittorini. Tra questi troviamo delle in<strong>di</strong>cazioni riguardanti<br />

interventi per la definizione dei nuovi limiti della città, in quanto<br />

si ritiene che "uno dei fondamentali fattori <strong>di</strong> qualificazione e <strong>di</strong><br />

riconoscibilità della città è costituito dalla sua delimitazione<br />

fisica, naturale e costruita". Accanto a questi si prevede la<br />

costruzione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> "porte" citta<strong>di</strong>ne; si tratta cioè <strong>di</strong><br />

interventi che mirano, oltre che a creare una <strong>di</strong>stinzione fisica<br />

fra interno ed esterno della città, a fornire <strong>di</strong> adeguati servizi le<br />

aree destinate ad accogliere chi entra in città.<br />

L' area Fratelli Franchi è situata al limite sud-est <strong>di</strong> Firenze, in<br />

un punto in riva all'Arno in cui si incontrano le strade che<br />

provengono da Pontassieve, ad est, e dal casello autostradale,<br />

a sud, e da cui dovrebbe partire una nuova strada <strong>di</strong><br />

circonvallazione citta<strong>di</strong>na, già prevista dal Piano Detti nel 1962.<br />

E' inoltre una zona limite della città in cui si percepisce<br />

facilmente la <strong>di</strong>stinzione fra città e campagna. In base a queste<br />

semplici considerazioni credo che si possa considerare l'area<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

302<br />

2000<br />

Relatore<br />

Natalini Adolfo<br />

Antonio Scopacasa<br />

Un progetto sulla Friedrichstrasse a Berlino<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

-Tavola planivolumetrica con<br />

inquadramento dell’area alla scala 1:2000 e<br />

vista generale del progetto alla scala 1:500;<br />

-Tavola contenente le piante del pregetto in<br />

scala 1:500 del piano terreno e delle<br />

autorimesse al primo piano sottostrada;<br />

-Tavola (scala 1:500) contenente la pianta<br />

al piano me<strong>di</strong>o e prospetti;<br />

-Tavola composita <strong>di</strong> prospetto sulla<br />

Friedrichstrsse (scala 1:200), assonometria<br />

dal basso<br />

del blocco affacciato su tale strada Scala<br />

L’area del progetto, si affaccia nella parte più a nord, quasi terminale,<br />

della Friedrichstrasse (quartiere Mitte), ovvero in quella sua parte del<br />

tracciato successiva al primo tracciamento settecentesco e, nel secolo<br />

successivo, protesa oltre il fiume Sprea verso quei nuovi quartieri che,<br />

con una vocazione maggiormente residenziale e popolana, andavano<br />

saturandosi intorno alla città murata seguendo un impianto viario più<br />

spontaneo. Attualmente, e in questa parte, la Friedrichstrasse vede<br />

<strong>di</strong>ssolvere il suo ruolo <strong>di</strong> strada rappresentativa, commerciale e<br />

burocratica, che comunque aveva vissuto prima della guerra, verso un<br />

utilizzo più promiscuo e una scarsa qualità degli e<strong>di</strong>fici che vi si<br />

affacciano, molti dei quali <strong>di</strong> ricostruzione post-bellica o recente.<br />

L’affaccio del lotto, attualmente vacante, sulla famosa strada berlinese<br />

non è l’unico, anzi ne è il minore, quasi una bocca per un’area che si<br />

estende per circa 22.000 mq , da lato a lato, all’interno <strong>di</strong> un isolato <strong>di</strong><br />

forma triangolare tra le altre strade Oranienburgerstrasse,<br />

frequentatissima <strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte per i numerosi locali e bar, la Neue<br />

Sinagogue, il Tacheles, e la Johannisstrasse, strada secondaria, con molti<br />

e<strong>di</strong>fici non utilizzati e mancanze post-belliche e il retro del teatro <strong>di</strong><br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Berlino<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

304<br />

2000<br />

Tatiana Mori<br />

Relatore<br />

Spezza Guido<br />

Prato e lo sviluppo tipologico delle sue industrie tessili<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

TAVOLA 1 Il ciclo produttivo<br />

TAVOLA 2 Schema dei flussi<br />

inse<strong>di</strong>ativi del ciclo tessile all'interno<br />

della città<br />

TAVOLA 3 Schemi dell'evoluzione<br />

delle superfici industriali sul territorio<br />

comunale<br />

Elenco delle industrie fuori e dentro il<br />

centro della città<br />

TAVOLA 4 Carta della struttura<br />

inse<strong>di</strong>ativa: il centro antico<br />

Nella relazione è interessante cogliere una specie <strong>di</strong> rapporti:<br />

precisamente i rapporti fra l’industria e la società pratese, in quanto<br />

hanno implicazioni sociali; i rapporti fra l’industria e il territorio <strong>di</strong><br />

Prato, in quanto hanno implicazioni territoriali. L’industria è l’attività<br />

per eccellenza della società pratese, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>re rapporto industria<br />

territorio, significa, più precisamente, rapporto fra la società pratese ed<br />

il territorio su cui si è inse<strong>di</strong>ata; cioè, fra la società pratese e l’ambiente:<br />

lo spazio; così siamo nel campo dell’architettura e dell’urbanistica,<br />

prima <strong>di</strong> questa, poi <strong>di</strong> quella; siamo nel campo della sociologia, ed<br />

anche della antropologia culturale. Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>venta qui un <strong>di</strong>scorso<br />

sulla <strong>di</strong> Prato. In esso si vuol comprendere, anche secondo<br />

l’interpretazione <strong>di</strong>namica che ne da l’antropologia culturale, la tendenza<br />

degli in<strong>di</strong>vidui ad inserirsi, integrarsi e riconorscersi in una determinata<br />

società. E’ una realtà che è fatta <strong>di</strong> chiese, del palazzo del potere<br />

pubblico e anche <strong>di</strong> zone dove si svolgono operazioni artigianali, le quali<br />

stanno alla base <strong>di</strong> operazioni che saranno poi quelle industriali.<br />

La città me<strong>di</strong>oevale è un organismo che finisce con le mura, e all’interno<br />

delle mura è tutta viva, serve tutta, funziona tutta. Su quella struttura<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Prato<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

313<br />

2000<br />

Tiziano Ungherese<br />

Relatore<br />

Gemignani Bruno<br />

Titolo Dall’e<strong>di</strong>ficio - mondo all’e<strong>di</strong>ficio - strada: la riqualificazione urbana dell’area<br />

Sezione delle Arch. e ex Città carceri <strong>di</strong> Salerno<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

1. Planimetria generale della città <strong>di</strong><br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Salerno, cenni sul P.R.G. del 1994 e<br />

sul concorso internazionale <strong>di</strong> idee:<br />

“E<strong>di</strong>fici mondo: concorso per il<br />

recupero del centro antico <strong>di</strong><br />

Ubicaz.<br />

Salerno<br />

Salerno”.<br />

2. L’area delle ex carceri: analisi del<br />

sistema viario, stato <strong>di</strong> degrado degli<br />

e<strong>di</strong>fici, destinazioni d’uso e stima del<br />

<strong>di</strong>slivello.<br />

Immagine1<br />

ElencoTavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Gli argomenti esposti in questa <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea rappresentano l’ideale<br />

prosecuzione <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> ricerca e stu<strong>di</strong>o svolto da un gruppo <strong>di</strong><br />

architetti e studenti universitari coor<strong>di</strong>nato dal prof. Giuliano Gresleri,<br />

or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia dell’<strong>Architettura</strong> presso la facoltà <strong>di</strong> ingegneria<br />

dell’Ateneo bolognese, e composto, fra gli altri, dal laureando Tiziano<br />

Ungherese e dall’architetto Fabio Fornasari, correlatore <strong>di</strong> questa <strong>tesi</strong> e<br />

collaboratore del prof. Bruno Gemignani, relatore della stessa.<br />

Il gruppo si è formato in occasione del concorso internazionale <strong>di</strong> idee<br />

“E<strong>di</strong>fici mondo: concorso per il recupero del centro antico <strong>di</strong> Salerno”<br />

indetto nel settembre del 1997 dal Comune <strong>di</strong> Salerno, ideato dall’urbanista<br />

Bernardo Secchi nell’ambito dell’attuazione del nuovo Piano Regolatore<br />

Generale della città redatto dall’architetto catalano Oriol Bohigas.<br />

Ipo<strong>tesi</strong> d’intervento<br />

La proposta progettuale si pone come imprescin<strong>di</strong>bili obiettivi la<br />

definizione <strong>di</strong> una strategia generale <strong>di</strong> intervento per la riqualificazione<br />

urbana <strong>di</strong> aree degradate dei centri storici e la sua applicazione al caso<br />

specifico dell’area delle ex carceri <strong>di</strong> Salerno.<br />

Un’analisi storica, morfologica e strutturale della città, del quartiere da<br />

risanare e dei suoi e<strong>di</strong>fici più rappresentativi, precede qualunque ipo<strong>tesi</strong><br />

progettuale.<br />

Note<br />

Matricola<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

319<br />

2000<br />

Antonio Capestro - Cinzia Palumbo<br />

Provvidenzio Messina<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Titolo Una nuova centralità tra Giarre e Riposto. Nuovi spazi e vocazioni tra città e<br />

Sezione territorio Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

N. 1- INQUADRAMENTO<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

TERRITORIALE<br />

N. 2- SISTEMA DEI FLUSSI<br />

N. 3- SISTEMA DEGLI INTERESSI<br />

N. 4- IDEOGRAMMA PROGETTUALE<br />

Ubicaz.<br />

Catania<br />

N. 5- MORFOLOGIA DELLA<br />

STRUTTURA SPAZIALE<br />

N. 6- VERIFICA DEL SISTEMA DI<br />

PROGETTO<br />

N. 7- PIANTA LIVELLO -450<br />

Immagine1<br />

ElencoTavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Cap.1 - IL LUOGO DEL PROGETTO<br />

1.1 .- NOTIZIE STORICHE<br />

1.1.1. - La Contea <strong>di</strong> Mascali<br />

1.2. - LA VIA CONSOLARE<br />

1.2.1. - Comune <strong>di</strong> Giarre. Notizie storiche<br />

1.3. - I MAGAZZINI A MARE<br />

1.3.1. - Comune <strong>di</strong> Riposto. Notizie storiche<br />

1.4. - LA BIPOLARITA'<br />

1.4.1. - lo sviluppo parallelo<br />

1.5. - IL TERRITORIO E LE SUE CARATTERISTICHE<br />

1.5.1. - caratteristiche geografiche<br />

1.5.2. - relazioni territoriali<br />

Cap. 2 - IL BIPOLO URBANO GIARRE E RIPOSTO<br />

2.1. - ANALISI LEGISLATIVA<br />

2.1.1. -P d F del 1989 <strong>di</strong> Giarre - PRG del 1991 <strong>di</strong> Riposto<br />

2.2. - CONCLUSIONI DELL'ANALISI<br />

2.2.1. - i fattori <strong>di</strong> crisi<br />

Cap. 3 - IL PROGETTO<br />

3.1. -NUOVA STRATEGIA TERRITORIALE<br />

3.1.1. - la porta telematica e del turismo<br />

3.1.2. - sistema culturale, formativo e <strong>di</strong> ricerca applicata<br />

Note<br />

Matricola<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

322<br />

2001<br />

Alberto Baratelli - Alberto Bove<br />

Giovanna Taddei<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Firenze l'ex cinema Apollo:una nuova porta per l'alta velocità<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Firenze l'ex cinema Apollo:una<br />

nuova porta per l'A.V.<br />

-tavola 1 la storia-evoluzione storica<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio oggetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> e delle<br />

zone limitrofe<br />

-tavola 2 la rassegna<br />

stampa-raccolta <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani dove vi<br />

siano articoli sull'ex cinema<br />

-tavola 3 il rilievo- rilievo dell'e<strong>di</strong>ficio<br />

e fotografie<br />

-tavole 4 l'idea <strong>di</strong> progetto-il<br />

Analizzando il problema dell'alta velocità a Firenze,argomento<br />

trattato durante il laboratorio <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong> finale, abbiamo<br />

constatato che la città subirà, nei prossimi anni, gran<strong>di</strong><br />

trasformazioni <strong>di</strong> carattere urbanistico. Tutto il sistema -<br />

spostamento sarà alterato dalla costruzione della nuova<br />

stazione per l'alta velocità che inizialmente porterà una<br />

rivalutazione dei quartieri limitrofi ad essa, ma che causerà<br />

anche cambiamenti per quanto riguarda le infrastrutture; oltre<br />

alla creazione <strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> strade principali che la<br />

collegheranno con i principali no<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, sarà infatti, unita<br />

<strong>di</strong>rettamente alla stazione centrale sia con la creazione <strong>di</strong> una<br />

tramvia che potrà trasportare il viaggiatore da una stazione<br />

all'altra, sia con un percorso pedonale.<br />

La posizione in cui è posto l'ex cinema Apollo,argomento della<br />

nostra <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea, secondo noi, è strategica e potrebbe<br />

<strong>di</strong>ventare fulcro <strong>di</strong> tutto il nuovo sistema.<br />

Oggi, il viaggiatore, per lo più il turista, che arriva in stazione<br />

entra in città e non ha un punto informazioni valido; né per<br />

avere un panorama generale dei luoghi <strong>di</strong> interesse della città,<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

323<br />

2002<br />

Alberto Baratelli - Alberto Bove<br />

Luigi Rizzi<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Firenze l'ex cinema Apollo:una nuova porta per l'alta velocità<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Firenze l'ex cinema Apollo:una<br />

nuova porta per l'A.V.<br />

-tavola 1 la storia-evoluzione storica<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio oggetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> e delle<br />

zone limitrofe<br />

-tavola 2 la rassegna<br />

stampa-raccolta <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani dove vi<br />

siano articoli sull'ex cinema<br />

-tavola 3 il rilievo- rilievo dell'e<strong>di</strong>ficio<br />

e fotografie<br />

-tavole 4 l'idea <strong>di</strong> progetto-il<br />

Analizzando il problema dell'alta velocità a Firenze,argomento<br />

trattato durante il laboratorio <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong> finale, abbiamo<br />

constatato che la città subirà, nei prossimi anni, gran<strong>di</strong><br />

trasformazioni <strong>di</strong> carattere urbanistico. Tutto il sistema -<br />

spostamento sarà alterato dalla costruzione della nuova<br />

stazione per l'alta velocità che inizialmente porterà una<br />

rivalutazione dei quartieri limitrofi ad essa, ma che causerà<br />

anche cambiamenti per quanto riguarda le infrastrutture; oltre<br />

alla creazione <strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> strade principali che la<br />

collegheranno con i principali no<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, sarà infatti, unita<br />

<strong>di</strong>rettamente alla stazione centrale sia con la creazione <strong>di</strong> una<br />

tramvia che potrà trasportare il viaggiatore da una stazione<br />

all'altra, sia con un percorso pedonale.<br />

La posizione in cui è posto l'ex cinema Apollo,argomento della<br />

nostra <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea, secondo noi, è strategica e potrebbe<br />

<strong>di</strong>ventare fulcro <strong>di</strong> tutto il nuovo sistema.<br />

Oggi, il viaggiatore, per lo più il turista, che arriva in stazione<br />

entra in città e non ha un punto informazioni valido; né per<br />

avere un panorama generale dei luoghi <strong>di</strong> interesse della città,<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

324<br />

2000<br />

Alessandra Abbondanza<br />

Luca Silvia Ferrari Fabbri<br />

Relatore<br />

Tramonti Ulisse<br />

Miramare <strong>di</strong> Rimini: riqualificazione della colonia novarese<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1. Tavola storica<br />

2. Inquadramento generale scala<br />

1:2000<br />

3. Ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> progetto scala 1:2000<br />

4. Planivolumetrico scala 1:1000<br />

5. Pianta scala 1:500<br />

6. Pianta cantieri scala 1:200<br />

7. Pianta colonia scala 1:200<br />

8. Prospetto cantieri lato mare scala<br />

1:200<br />

9. Prospetto colonia scala 1:200<br />

A cento anni dal primo ospizio marino sulla costa<br />

riminese, sono così sorte cento colonie <strong>di</strong> cui la metà<br />

sono solo una variante povera della pensione: decine<br />

sono ormai isolate, oppure accechiate, le altre da<br />

Miramare al Marano sembrano gran<strong>di</strong> cetacei<br />

spiaggiati sull’ultimo tratto <strong>di</strong> costa non ancora<br />

cementificato. Ed è proprio l’ambiente della costa che<br />

deve essere meglio salvaguardato e ripristinato negli<br />

spazi ancora miracolosamente liberi. Le 246 colonie<br />

superstiti sono in uno stato <strong>di</strong> assoluto abbandono e<br />

deperimento. Sono state esposte <strong>di</strong>verse proposte <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> recupero, <strong>di</strong> riuso intelligente degli<br />

e<strong>di</strong>fici che ritroviamo tra Cattolica e Cervia, ma<br />

purtroppo l’atteggiamento della Regione e dei Comuni<br />

interessati non dà molta strada alle speranze, almeno<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato. Infatti nei piani urbanistici vengono<br />

previste altre aree <strong>di</strong> espansione turistico albcrghiero,<br />

come se la grande macchina del <strong>di</strong>vertimento non<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Rimini<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

328<br />

1997<br />

Antonio Capestro<br />

Carla Bonaria Zedda<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Riorganizzazione Urbana dell'area portuale <strong>di</strong> Cagliari<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Tav 0 Presentazione<br />

Tav 1 Lettura del sistema territoriale<br />

Tav 2 Lettura del sistema urbano in<br />

rapporto al territorio<br />

Tav 3 Foto relative ai temi enunciati<br />

Tav 4 Evoluzione della città<br />

Tav 5 Rapporto centro storico - porto<br />

Tav 6 Struttura funzionale del porto<br />

Tav 7 Progetto urbanistico / scelte<br />

generali<br />

Tav 8 Struttura relazionale generale<br />

Cagliari è localizzata allo sbocco della pianura meri<strong>di</strong>onale sarda (il<br />

Campidano), sul golfo omonimo, ed ha sempre avuto una vocazione<br />

commerciale come luogo <strong>di</strong> traffico e scambio dei prodotti agricoli e del<br />

sale <strong>di</strong> produzione locale.<br />

Il porto della città è sempre stato quin<strong>di</strong> il momento <strong>di</strong> scambio, <strong>di</strong><br />

rapporti e relazioni fra cose e persone, mentre attualmente ha perso<br />

queste caratteristiche in riferimento al coinvolgimento della città e dei<br />

suoi abitanti che soffrono dell'impiego puramente tecnico della zona<br />

portuale.<br />

Il motivo della incomunicabilità fra il mare e la città è da ricercarsi nello<br />

sviluppo in<strong>di</strong>scriminato delle vie <strong>di</strong> comunicazione, soprattutto su<br />

gomma, che invadono gli ambiti portuali degradando quella che un<br />

tempo era una vera piazza per Cagliari, densa <strong>di</strong> avvenimenti e incontri<br />

che ne sottolineavano la natura <strong>di</strong> città <strong>di</strong> mare.<br />

Dapprima il progetto offre una risposta alle problematiche che hanno<br />

origine a livello territoriale, risolvendo quin<strong>di</strong> la questione delle<br />

infrastrutture quali strade, ferrovie, porto, aeroporto e i riflessi nel<br />

punto <strong>di</strong> contatto comune con la città. In tale punto si creano i<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Cagliari<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

346<br />

2000<br />

C. Gonnella<br />

Giuliano Passini<br />

Relatore<br />

Taddei Domenico<br />

Titolo Riuso e riqualificazione della rocca sforzesca <strong>di</strong> Dozza imdese: un museo<br />

Sezione della -non afferente- fiaba<br />

Genere Disegno<br />

TAV 1 Planimetria geometrica e<br />

materica Scala 1:200<br />

TAV 2 Pianta Piano<br />

sotto-seminterrato (Quote<br />

variabili)Scala 1:50<br />

TAV 3 Pianta Piano seminterrato<br />

(Quota +0.50) Scala 1:50<br />

TAV 4 Pianta Piano terra (Quota<br />

+3.50) Scala 1:50<br />

TAV 5 Pianta Piano primo (Quota<br />

+8.00) Scala 1:50<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

ElencoTavole<br />

La fiaba affonda le ra<strong>di</strong>ci nell'esistenza umana, nell'esperienza<br />

vissuta <strong>di</strong> tutti gli uomini, trasferisce energia in forma <strong>di</strong><br />

conoscenza, svela trame sepolte <strong>di</strong> un passato collettivo<br />

facendole emergere in forma <strong>di</strong> racconto. Castello e fiaba sono<br />

intrecciati in un percorso che sembra un destino comune:<br />

entrambi rispondono alle leggi delle trasformazioni naturali e<br />

culturali, entrambi si sono mo<strong>di</strong>ficati nella struttura e adattati<br />

alle mutevoli esigenze della vita dell'uomo. Il museo della<br />

Rocca Sforzesca <strong>di</strong> Dozza imolese cerca <strong>di</strong> offrire un rifugio alla<br />

fiaba, modellando spazi nei quali essa possa vivere ed essere<br />

vissuta con l'inseparabile incan<strong>tesi</strong>mo che l'accompagna.<br />

Forse, se si sentirà a suo agio, la fiaba ricambierà la cor<strong>tesi</strong>a<br />

dell'ospitalità, lasciandosi raccontare attorno ad un albero in<br />

cima ad una montagna, forse mostrandosi appiattita su uno<br />

schermo davanti ad una marmaglia <strong>di</strong> bambini vocianti seduti<br />

su funghetti, forse sparpagliandosi in giro in forma <strong>di</strong> piccole<br />

briciole pronte per essere raccolte e in<strong>di</strong>care una via, o forse<br />

ancora stropicciandosi fra le pagine <strong>di</strong> vecchi libri e nuovi<br />

supporti or<strong>di</strong>nati e puliti.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

347<br />

2000<br />

Reza Ansari<br />

Andrea Necor<br />

Relatore<br />

Breschi Alberto<br />

Una porta per Livorno, riqualificazione del molo cosimo<br />

Sezione Arch. e Innovazione<br />

ElencoTavole<br />

Tav.1<br />

La prima tavola che presentiamo<br />

fornisce l'inquadramento della nostra<br />

zona <strong>di</strong> intervento rispetto alla città <strong>di</strong><br />

Livorno, nonché l'inserimento della<br />

stessa rispetto al territorio circostante.<br />

Nella composizione della tavola<br />

viene evidenziata inoltre l'evoluzione<br />

della città, tramite tutta una serie <strong>di</strong><br />

immagini fra le quali troviamo anche<br />

carte del Buontalenti. Inizialmente la<br />

Le ragioni per cui abbiamo deciso <strong>di</strong> affrontare il tema della<br />

riqualificazione del molo Cosimo, facente parte del Porto<br />

Me<strong>di</strong>ceo della città <strong>di</strong> Livorno, vanno ricercate nella passione<br />

verso il mare, elemento misterioso dal fascino ammaliante e<br />

nei temi affrontati dal corso tenuto dal professor A. Breschi.<br />

Lo spunto per questo lavoro è nato dalla lettura della<br />

pubblicazione fatta dal comune <strong>di</strong> Livorno del Nuovo Piano<br />

Strutturale per la città, redatto dallo stu<strong>di</strong>o Gregotti; in esso<br />

vengono affrontati tre temi a scala urbana, la Porta a Mare, La<br />

Porta a Terra e il Nuovo Centro.<br />

La nostra scelta è caduta sulla Porta a Mare, in quanto il luogo<br />

deputato a tale intervento, risulta fornire intense emozioni e al<br />

contempo essere pregnante <strong>di</strong> significato. Per spiegare ciò<br />

basta trovarsi sulla punta estrema del molo stesso, nella parte<br />

detta dei "Piloti", dove si può avere la percezione <strong>di</strong> un<br />

qualcosa che è già ma non ancora, ovvero del mare aperto, la<br />

cui vista tuttavia è preclusa dalla presenza della <strong>di</strong>ga curvilinea.<br />

Il Nuovo Piano Strutturale, senza l'approvazione del<br />

regolamento e<strong>di</strong>lizio da parte del comune, risulta fornire<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Livorno<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

367<br />

2003<br />

Fabio Fabbrizzi<br />

Filippo Cavalli<br />

Relatore<br />

Gioli Alessandro<br />

Titolo Ipo<strong>tesi</strong> per il recupero <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> relazioni urbane nell'area del<br />

Sezione Castello Arch. e Contesto dell'Imperatore a Prato<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

Tav N. 1 Tavola storico introduttiva<br />

Contenuti: inquadramento<br />

territoriale, presentazione del tema<br />

attraverso materiale fotografico,<br />

riferimenti storico culturali.<br />

Tav N. 2 Prato : il Castello Svevo,<br />

ricognizione storica.<br />

Contenuti: Planimetrie storiche della<br />

città <strong>di</strong> prato a partire dal IX sec.;<br />

progetto per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> Viale Piave,<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Prato<br />

ElencoTavole<br />

L'oggetto <strong>di</strong> questo lavoro consiste nella proposta <strong>di</strong> un<br />

"intervento <strong>di</strong> rianimazione" concernente un episo<strong>di</strong>o<br />

"eccezionale" della città <strong>di</strong> Prato: la permanenza storica del<br />

Castello Svevo, monumento attualmente ridotto ad inerte ed<br />

offesa testimonianza <strong>di</strong> sé stesso. Questa struttura , voluta da<br />

Federico II intorno al 1247 all'interno <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong><br />

riorganizzazione dell'impero, costituisce un evento unico nel<br />

suo genere in Toscana e più in generale nell' Italia del centro<br />

nord.<br />

La sensazione <strong>di</strong> cesura che pervade attualmente il fruitore, fra<br />

lo straor<strong>di</strong>nario involucro murario della fortezza, corpo estraneo<br />

nella città , e l'ambiente circostante nel suo complesso è<br />

nettissima. Da lontano il castello emerge come qualcosa <strong>di</strong><br />

fiabesco, sorprendente, ma via via che ci si avvicina è<br />

impossibile non avvertire una sensazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio nel<br />

riscontrare, lo stridore, la <strong>di</strong>ssonanza determinata dalle<br />

con<strong>di</strong>zioni attuali <strong>di</strong> esistenza <strong>di</strong> questo monumento, esempio<br />

<strong>di</strong> tensione ad una perfezione estetica asse<strong>di</strong>ata dai<br />

problemi tipici delle città attuali. Ma <strong>di</strong>ssonanza in campo<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

387<br />

1998<br />

Vittorio Moreni<br />

Cristina Antonelli<br />

Relatore<br />

Preti Mario<br />

Titolo “Qualità urbana e inquinamento ambientale. Situazione attuale a La Spezia<br />

Sezione e Arch. P.U.T. e Città soluzioni alternative<br />

Genere Estimo<br />

Cenni <strong>di</strong> storia urbanistica: i primi<br />

documenti cartografici.<br />

Progetto iniziale dell' Arsenale<br />

Militare (1851-59) e piano regolatore<br />

per le quote ampliamento della città<br />

nella pianura <strong>di</strong> Migliarina (1908)<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

La Spezia<br />

ElencoTavole<br />

Analisi degli assi ra<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> accesso<br />

alla città<br />

Viabilità primaria, secondaria e<br />

La città della Spezia si sviluppa in una stretta striscia <strong>di</strong> terra<br />

serrata tra la linea <strong>di</strong> costa e le colline che ne hanno vincolato<br />

le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo favorendone uno sviluppo a maglia<br />

quadrata.<br />

La struttura della rete viaria, rispetto all' Area Centrale della<br />

Città, è <strong>di</strong> tipo ra<strong>di</strong>ale, con una serie <strong>di</strong> assi provenienti da aree<br />

esterne che penetrano fino al centro della città attestandosi sui<br />

due assi importanti della rete urbana: Viale Italia - Viale<br />

Amendola e Galleria Spallanzani, che porta traffici elevati ed<br />

impropri sulle strade limitrofe dotate <strong>di</strong> una capacità<br />

ambientale molto bassa.<br />

Attraverso uno stu<strong>di</strong>o del sistema infrastrutturale urbano, la<br />

capacità delle strade, dei flussi <strong>di</strong> traffico nelle varie fasce<br />

orarie della giornata, la composizione <strong>di</strong> quest' ultimo lungo le<br />

ra<strong>di</strong>ali, le origini, le destinazioni e la <strong>di</strong>stribuzione del traffico<br />

specifico dell' Area Centrale, si evidenziano le necessità e le<br />

carenze della situazione viaria attuale.<br />

Dall' indagine sull' inquinamento acustico ed atmosferico<br />

emergono valori molto elevati nelle aree limitrofe la Galleria<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

390<br />

1998<br />

Raffaele Moschillo<br />

Relatore<br />

Car<strong>di</strong>ni Marco<br />

Titolo PROGETTO PER UN MUSEO ARCHEOLOGICO NEL CASTELLO DI<br />

Sezione CASALBORE Arch. e Disegno (AV)<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

LA STRUTTURA GEOGRAFICA E<br />

ANTROPICA DEL TERRITORIO<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Lamezia Terme (Cz)<br />

ElencoTavole<br />

PLANIMETRIE<br />

scala 1:25000 - 1:10000<br />

I SITI ARCHEOLOGICI<br />

PLANIMETRIE<br />

scala 1:25000 - 1:10000<br />

"Da qualche parte deve pur esistere, credo, una regione<br />

protetta nella quale il nuovo, deponendo le armi e issando la<br />

ban<strong>di</strong>era bianca della pace, possa penetrare senza fare troppi<br />

danni. Non tutte queste regioni hanno una connotazione fisica<br />

ben precisa, ma alcune possono essere chiaramente in<strong>di</strong>cate<br />

sulla carta geografica. Tra queste c'è il Sud dell'Europa. Qui ho<br />

imparato che sopravvive attraverso i secoli solo ciò che<br />

rappresenta una continuazione , sia pur inverosimile, <strong>di</strong><br />

qualche cosa. [...] Non esiste l'illuminato e puro "avvenire" così<br />

come non esiste niente che vada definitivamente perduto.<br />

Nell'avvenire c'è il passato. L'antichità può sparire dai nostri<br />

occhi, ma non dal nostro sangue.<br />

Joseph Roth<br />

E' stato bello per me ritrovare una parte delle mie sensazioni in<br />

queste frasi lette qualche tempo fa, in concomitanza della<br />

scelta del mio tema <strong>di</strong> <strong>tesi</strong>. In quel momento avevo intrapreso<br />

la ricerca <strong>di</strong> un luogo costruito che potesse ospitare una delle<br />

più importanti collezioni archeologiche del Sud dell'Italia. Quel<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

398<br />

1997<br />

Relatore<br />

Macci Loris<br />

Tommaso Bertini - Cristiano Toraldo <strong>di</strong> Francia<br />

Elisabetta Maria Agostini<br />

Ascoli Piceno: Architetture del Territorio. I nuovi luoghi urbani.<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

- Prima fase:<br />

Tavole <strong>di</strong> analisi della forma urbana,<br />

<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'area,<br />

avvicinamento e precisazione del<br />

tema attraverso il <strong>di</strong>segno, modelli<br />

tri<strong>di</strong>mensionali.<br />

- Seconda fase:<br />

Tavola 1:<br />

Rapporto con la città storica in scala<br />

1:5000, planivolumetrico dell'intera<br />

"Dove le forme esauriscono le loro<br />

variazioni e si <strong>di</strong>sfano,<br />

comincia la fine della città"<br />

Italo Calvino<br />

Dall'analisi urbana al progetto.<br />

L'analisi della forma urbana, il tentativo <strong>di</strong> rintracciare i<br />

segni in cui si é "raffreddata", il <strong>di</strong>segno paziente della struttura<br />

urbana attraverso l'in<strong>di</strong>viduazione dei margini ancora<br />

riconoscibili e delle idee <strong>di</strong> spazio che, rinnovandosi nella<br />

funzione, hanno accompagnato l'evolversi della città, sono le<br />

operazioni che hanno informato i primi mesi <strong>di</strong> lavoro.<br />

Il progetto doveva derivare i propri segni dalla città<br />

consolidata imparando a conoscerne, tramite il <strong>di</strong>segno, i<br />

rapporti strutturali e <strong>di</strong>mensionali al fine <strong>di</strong> tradurli in nuove<br />

figure ancora riconoscibili. La città storica, confinata all'interno<br />

dei suoi limiti naturali, non ha fatto altro che ricalcarne il segno<br />

con le mura, opera <strong>di</strong> appropriazione e <strong>di</strong>fesa dello spazio<br />

costruito. Ma un altro segno emerge con la stessa forza<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Matricola<br />

Ascoli Piceno<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

402<br />

1998<br />

Niccola Cuconato<br />

Relatore<br />

Paoli Piero<br />

Recupero urbano del cantiera navale "Luigi Orlando" a Livorno<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

1. Analisi dei tracciati urbani scala 1<br />

:10.000<br />

2. Sistema delle relazioni (1) scala 1<br />

:5000<br />

3. Sistema delle relazioni (2) scala 1<br />

:5000<br />

4. Il sistema dei villaggi, connessioni,<br />

potenzialità scala 1 :5000<br />

5. Il borgo, la città, la porta a mare<br />

scala 1 :5000<br />

6. Il rapporto tra città e mare scala 1<br />

Nella scelta del sito per lo sviluppo <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> recupero<br />

urbano ubicato nella citta' <strong>di</strong> Livorno, ho tenuto conto <strong>di</strong> tre<br />

fattori prioritari : 1) il carattere <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento industriale<br />

all'interno <strong>di</strong> un tessuto urbano consolidato e<br />

morfologicamente già saturo ; 2) la necessità <strong>di</strong> destinare il<br />

luogo a funzioni legate al tessuto circostante ma anche ad<br />

attrezzature <strong>di</strong> carattere più generale, come polo <strong>di</strong> riferimento<br />

citta<strong>di</strong>no e complementare alla "città dei servizi" esistente nel<br />

centro <strong>di</strong> Livorno ; 3) la sua matrice storica ed economica<br />

nonché la proiezione nel futuro dell'in<strong>di</strong>rizzo che la comunità<br />

intende perseguire.<br />

L'obiettivo si è focalizzato così sulla zona dei cantieri navali<br />

"Luigi Orlando" seguendo anche le linee generali che<br />

l'amministrazione comunale intende seguire a riguardo della<br />

riqualificazione della costa, delle attrezzature marittime e delle<br />

attività ad esse collegate.<br />

Il lungo affaccio sul mare della città, la riconversione <strong>di</strong> certe<br />

attività marittime, hanno animato gli amministratori nella<br />

stesura del Piano Strutturale curato dallo stu<strong>di</strong>o Gregotti, che<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Livorno<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

414<br />

1997<br />

Carlo Pignatti Morano<br />

Relatore<br />

Cremonini Lorenzino<br />

Titolo Area antistante palazzo Bentivoglio a Bologna: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> una<br />

Sezione zona Arch. fortemente e Innovazione degradata<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

TAVOLA N. 1 : ZONA DI STUDIO :<br />

STORIA ( immagini e planimetrie<br />

storiche).<br />

TAVOLA. N. 2 : ZONA DI STUDIO :<br />

STATO DI FATTO ( immagini ,<br />

planimetrie della zona)<br />

TAVOLA N. 3 : SITUAZIONE DI<br />

DEGRADO ALL'ORDINE (<br />

rappresentazioni dello stato <strong>di</strong> fatto<br />

nel degrado e stato <strong>di</strong> progetto<br />

nell'or<strong>di</strong>ne)<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Bologna<br />

ElencoTavole<br />

L'area <strong>di</strong> cui mi occupo è situata nel quartiere Nord-Est del<br />

centro storico della città <strong>di</strong> Bologna, un tempo zona "nobile"<br />

della città ed oggi il fulcro culturale della stessa.<br />

In essa infatti, si trovano il Teatro Comunale, il Conservatorio,<br />

la maggior parte degli Istituti e librerie Universitarie e i più bei<br />

palazzi signorili.<br />

Purtroppo da svariato tempo, essa è al centro <strong>di</strong> forti<br />

polemiche, in quanto è stata rilevata una situazione <strong>di</strong> grave<br />

degrado e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, causati dalla massiccia frequenza <strong>di</strong><br />

balor<strong>di</strong> che, soprattutto <strong>di</strong> sera e nei perio<strong>di</strong> estivi, ne fanno un<br />

punto <strong>di</strong> riferimento per lo spaccio <strong>di</strong> droga, per il commercio <strong>di</strong><br />

biciclette e materiali rubati e, sotto i portici che fiancheggiano<br />

soprattutto Via Zamboni, un luogo "dormitorio" per sè stessi e<br />

per i vari barboni.<br />

Tutto ciò è causato principalmente dalla grande desolazione e<br />

mancata affluenza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, essendo appunto solamente<br />

luogo <strong>di</strong> grande afflusso giornaliero <strong>di</strong> studenti e null'altro.<br />

La mia area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, situata <strong>di</strong> fronte a Palazza Bentivoglio,<br />

uno degli e<strong>di</strong>fici più splendenti<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

419<br />

1997<br />

Marco Matteini<br />

Fabio Alderotti<br />

Relatore<br />

Natalini Adolfo<br />

Un progetto per piazza Alberti a Firenze<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

Tav. 1 Prospettiva aerea<br />

dell'intervento - Planimetria dello<br />

stato <strong>di</strong> fatto scala 1:2000 -<br />

planimetria con gli interventi scala<br />

1:2000<br />

Tav. 2 Foto aerea generale<br />

dell'intervento - Planimetrie storiche:<br />

ricostruzione storica dell'area <strong>di</strong><br />

intervento<br />

Subito fuori dalle vecchie mura <strong>di</strong> Firenze, si estende, tra Arno e<br />

Colline, un breve tratto <strong>di</strong> Pianura, che si è venuta formando<br />

con il passare dei tempi grazie ai depositi del fiume.<br />

Dominano a Nord i poggi <strong>di</strong> Fiesole e Settignano ed oltr'Arno le<br />

alture dei monti Pilli e dell'Incontro.<br />

E' una pianura aperta, incorniciata nel più classico paesaggio<br />

fiorentino, fertile, ma anche preda delle inondazioni del fiume<br />

che più volte l'ha trasformata in palude.<br />

Pianura occupata da gente che coltivava la terra e che subì il<br />

susseguirsi delle vicende storiche che interessarono la<br />

Firenze racchiusa nelle mura trecentesche.<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altre parti <strong>di</strong> Firenze, qui essere stati vicini ad<br />

una tale città non portò a gran<strong>di</strong> giovamenti: arte, cultura,<br />

ricchezza poco arrivavano fra questi campi, dove invece<br />

tracimava l'Arno e le soldataglie rubavano a piacimento.<br />

Successivamente la nascita <strong>di</strong> Firenze capitale d'Italia, si<br />

registrò una espansione della città anche al <strong>di</strong> fuori delle<br />

vecchie mura abbattute.<br />

Il cuore dell'intervento è costituito da una piazza <strong>di</strong> questo<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

427<br />

1997<br />

Bianca Maria Bergonzi<br />

Patrizia Alberini<br />

Relatore<br />

Zermani Paolo<br />

"Tra paesaggio e città': un progetto per Colorno"<br />

Sezione Luoghi dell'Arch.<br />

ElencoTavole<br />

Tavola 1: Localizzazione <strong>di</strong> Colorno<br />

nel territorio e viabilità<br />

Tavola 2: Il luogo<br />

Tavola 3: E<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> interesse storico<br />

Tavola 4: In<strong>di</strong>viduazione delle aree<br />

<strong>di</strong> intervento<br />

Tavola 5: Evoluzione storica del<br />

tessuto urbano<br />

Tavola 6: Gerarchia dei percorsi<br />

FASE DI PROGETTO<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del centro storico <strong>di</strong> Colorno è nato dalla volontà <strong>di</strong><br />

proporre un piano complessivo <strong>di</strong> intervento all'interno del<br />

quale potessero rientrare gli elementi caratterizzanti il paese;<br />

vale a <strong>di</strong>re la Piazza, il cuore del centro storico, l'asse che<br />

tramite essa congiunge gli e<strong>di</strong>fici storici dell'Aranciaia e della<br />

Veneria e l'asse, perpen<strong>di</strong>colare al precedente, rappresentato<br />

dagli argini sul torrente Parma, che congiunge l'e<strong>di</strong>ficio della<br />

Torre delle Acque con il complesso <strong>di</strong> San Liborio, oltre che i<br />

tre ponti principali del paese.<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong> intervento, a scala urbana,<br />

che tenta una ricucitura del centro storico attraverso il suo<br />

fulcro ed i suoi assi principali soffermando l'attenzione sulla<br />

Piazza, il percorso lungo gli argini, il Ponte sul Lorno e l'asse<br />

centrale <strong>di</strong> collegamento.<br />

Il centro storico <strong>di</strong> Colorno presenta, ancora in gran parte, un<br />

aspetto settecentesco - ottocentesco, fatta eccezione per<br />

l'e<strong>di</strong>ficio municipale ed altre, poche, case <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia<br />

contemporanea.<br />

La forma del paese è ben definita e se<strong>di</strong>mentata dal tempo<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Colorno<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

463<br />

2003<br />

Mauro Alpini<br />

Filippo Butti<br />

Relatore<br />

Zermani Paolo<br />

Titolo Sansepolcro: Santa Maria dei Minori Osservanti. Un Progetto nella Città <strong>di</strong><br />

Sezione Piero Luoghi Della dell'Arch. Francesca.<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

TAV.1 Il Borgo e la sua valle.<br />

Inquadramento generale dell'area<br />

oggetto della <strong>tesi</strong>. Il contesto<br />

ambientale. La Valle Alto Tiberina<br />

Toscana e la città <strong>di</strong> Borgo<br />

Sansepolcro.<br />

TAV.2 Il luogo del progetto.<br />

Descrizione fotografica della zona del<br />

progetto.<br />

TAV.3 La città della mente. Piero<br />

della Francesca ed il Borgo. La Valle<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Sansepolcro<br />

ElencoTavole<br />

L'area oggetto dello stu<strong>di</strong>o della <strong>tesi</strong> si trova all'interno della<br />

cinta muraria della città ed è occupata attualmente dalla ex<br />

chiesa <strong>di</strong> Santa Maria dei Minori Osservanti, da tutti gli e<strong>di</strong>fici<br />

dell'Ente Tabacchi Italiani e dalle scuole elementari e me<strong>di</strong>e"<br />

Luca Pacioli ". La scelta <strong>di</strong> tale area come oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

nasce dall'esigenza espressa dall'Amministrazione Comunale<br />

<strong>di</strong> Sansepolcro <strong>di</strong> recuperare questa parte della città che ha<br />

subito negli ultimi centocinquanta anni una serie <strong>di</strong><br />

manomissioni importanti che, in vista della totale <strong>di</strong>smissione<br />

dell'Ente Tabacchi Italiani, rimarrebbe inutilizzata . Anche l'area<br />

su cui insiste il complesso scolastico, costruito negli anni<br />

settanta, occupa uno spazio che era stato ine<strong>di</strong>ficato per<br />

cinquecento anni, In parole povere è prevista la demolizione<br />

del complesso scolastico (già prevista dal P.R.G.), da<br />

ricostruire altrove e <strong>di</strong> tutti gli e<strong>di</strong>fici dell'E.T.I. eccezion fatta per<br />

ciò che resta della chiesa.<br />

Estremamente singolare è la vicenda che ha riguardato questa<br />

parte della città e merita <strong>di</strong> essere brevemente accennata. Il<br />

complesso scolastico comprende una zona pressoché<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

465<br />

2003<br />

Fabio Fabbrizzi<br />

Riccardo Cherubini<br />

Relatore<br />

Gioli Alessandro<br />

Titolo Tra informazione e cultura. Riqualificazione dell’area ospedaliera del<br />

Sezione Comune Arch. e Contesto <strong>di</strong> Prato<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

TAV. 1 _ ANALISI STORICA<br />

TAV. 2 _ANALISI DELLA STORIA<br />

DI INTERVENTO<br />

TAV.3 _GENESI DI PROGETTO<br />

TAV. 4a- TAV.4b<br />

_PLANIVOLUMETRICO - SCALA<br />

1:500<br />

TAV. 5a, TAV. 5b, TAV.5c_ PIANTA<br />

LIVELLO +1,50 M _SCALA 1:100<br />

TAV. 6 _ UNIVERSITÀ:<br />

PROSPETTI, SEZIONI_ SCALA<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Prato<br />

ElencoTavole<br />

E' all'interno dell' operazione <strong>di</strong> trasferimento delle strutture<br />

attualmente ospitanti il Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero che si inserisce il<br />

progetto, oggetto <strong>di</strong> questa <strong>tesi</strong>.<br />

L'area, libera in seguito all'ipotetico spostamento dei fabbricati<br />

ai margini dell'e<strong>di</strong>ficato, lasciando, chiaramente, solamente le<br />

strutture <strong>di</strong> interesse storico, risulta un potenziale<br />

incre<strong>di</strong>bilmente ricco <strong>di</strong> qualità urbana, destinata a funzioni<br />

privilegiate.<br />

E' uno spazio, delimitato dal segno evidente delle mura<br />

urbane, complesso, ma parziale, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione molto<br />

vasta, caratterizzato da un'identità vaga, legata più ad una<br />

casualità dello spazio fatto <strong>di</strong> retri, piuttosto che <strong>di</strong> vere e<br />

proprie relazioni urbane.<br />

L'area in questione confina con punti strategici della città.<br />

Verso sud, la cinta muraria ne definisce il perimetro,<br />

ulteriormente sottolineato dall'esterno dalla volumetria<br />

longitu<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong>smessa. Fuori le mura, sempre<br />

a sud, si in<strong>di</strong>vidua la polarità del vecchio Macello comunale<br />

attualmente restaurato e rifunzionalizzato a fini ricreativi e<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

469<br />

2003<br />

Silvia Briccoli Bati<br />

Filippo Maria Conti<br />

Relatore<br />

Del Bono Andrea<br />

Titolo Il Piano "PACO": una proposta per la riqualificazione del Fiera District <strong>di</strong><br />

Sezione Bologna Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. urbana<br />

Tav 01: Vista aerea dell'area presa in<br />

esame ed inserimento <strong>di</strong> varie<br />

vedute.<br />

Tav 02:Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto<br />

(1:5000) con evidenziazione delle<br />

zone critiche, <strong>di</strong> interesse, analisi dei<br />

fabbricati, in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong><br />

pertinenza.<br />

Tav 03: Stato <strong>di</strong> progetto (1:5000)<br />

con in<strong>di</strong>cazione dellenuove<br />

connessioni su gomma, su rotaia e<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Bologna<br />

ElencoTavole<br />

Mai come in questo momento si avverte la necessità <strong>di</strong><br />

innovazione urbana per rispondere al <strong>di</strong>namismo evolutivo<br />

delle esigenze sociali.<br />

In quest'ottica, il "Piano Paco" vuole inserirsi come un Piano<br />

pilota, con l'intento esplicito <strong>di</strong> superare l'empasse ere<strong>di</strong>tato da<br />

un'organizzazione irrazionale degli spazi e dei collegamenti,<br />

cercando <strong>di</strong> trovare delle soluzioni mirate a ricucire le relazioni<br />

<strong>di</strong> tipo urbano che sono state sacrificate col tempo a beneficio<br />

<strong>di</strong> una logica essenzialmente speculativa.<br />

L'area oggetto della <strong>tesi</strong>, si trova in una zona posta tra due<br />

elementi antitetici fra loro: infatti, se da una parte c'è un<br />

Quartiere residenziale ( il Quartiere Navile), dall'altra c'è il<br />

Quartiere Fieristico, ovvero due realtà che, prive <strong>di</strong> una cerniera<br />

che faccia da collante, non hanno modo <strong>di</strong> interfacciarsi tra <strong>di</strong><br />

loro entrando in armonia.<br />

Questo è stato il motivo per il quale ho scelto <strong>di</strong> trattare<br />

quest'area, con lo scopo <strong>di</strong> riqualificare e <strong>di</strong> dare un'immagine<br />

<strong>di</strong> rinnovamento urbano che per troppe volte è stato<br />

subor<strong>di</strong>nato ad esigenze <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne.<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

477<br />

2003<br />

Andrea Ricci<br />

Sara Fattori<br />

Relatore<br />

Leoncilli Massi Gian Carlo<br />

"Prati Virgiliani:natura e artificio sugli argini del Mincio"<br />

Sezione Arch. e Città<br />

Genere Progettaz. architettonica<br />

Tavola 1: prospettiva a volo<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

ElencoTavole d'uccello e prospettiva <strong>di</strong> uno dei Ubicaz.<br />

Mantova<br />

due spazi per la<br />

rappresentazione<br />

Tavola 2: planivolumetrico in<br />

scala 1:1000 , piante del primo<br />

teatro in scala 1:100 e prospetto<br />

sul porto in scala 1:100<br />

Tavola 3: sezione trasversale in<br />

Testo<br />

scala 1:50, sezione<br />

Nella pianura del nord , Mantova si presenta come luogo<br />

sospeso in una con<strong>di</strong>zione liminare,non finita, depositaria <strong>di</strong><br />

una "bellezza più antica delle istituzioni, come se essa, latina<br />

per eccellenza, ignorasse Roma". A. Rossi<br />

E' paesaggio visto da lontano.<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> liminarità è impronta e matrice del tessuto<br />

urbano che si fonda sulla contrapposizione fra solido e non<br />

solido, naturale e costruito, interno ed esterno, in un ideale<br />

clima atmosferico che è con<strong>di</strong>zione dell'architettura mantovana.<br />

Così il Palazzo Ducale, città nella città, mondo nel<br />

mondo,successione <strong>di</strong> corti e spazi chiusi, e il S. Andrea,<br />

insieme foro e Piazza coperta, interno ed esterno, quasi<br />

indefinito nel suo preciso <strong>di</strong>segno.<br />

Limite sfrangiato della città storica <strong>di</strong> cui costituisce ormai un<br />

obliato frammento, il Porto della Catena è stato il più attivo e<br />

fiorente dei porti mantovani.<br />

"Le figure del comporre sono conoscenza fantastica. Il<br />

conoscere compositivo è fantasia, o gioco, me<strong>di</strong>azione tra<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

478<br />

2003<br />

Andrea Ricci<br />

Rita Lasagni<br />

Relatore<br />

Leoncilli Massi Gian Carlo<br />

"Prati Virgiliani:natura e artificio sugli argini del Mincio"<br />

Sezione Arch. e Città<br />

ElencoTavole<br />

Tavola 1: prospettiva a volo<br />

d'uccello e prospettiva <strong>di</strong> uno dei<br />

due spazi per la<br />

rappresentazione<br />

Tavola 2: planivolumetrico in<br />

scala 1:1000 , piante del primo<br />

teatro in scala 1:100 e prospetto<br />

sul porto in scala 1:100<br />

Tavola 3: sezione trasversale in<br />

scala 1:50, sezione<br />

Nella pianura del nord , Mantova si presenta come luogo<br />

sospeso in una con<strong>di</strong>zione liminare,non finita, depositaria <strong>di</strong><br />

una "bellezza più antica delle istituzioni, come se essa, latina<br />

per eccellenza, ignorasse Roma". A. Rossi<br />

E' paesaggio visto da lontano.<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> liminarità è impronta e matrice del tessuto<br />

urbano che si fonda sulla contrapposizione fra solido e non<br />

solido, naturale e costruito, interno ed esterno, in un ideale<br />

clima atmosferico che è con<strong>di</strong>zione dell'architettura mantovana.<br />

Così il Palazzo Ducale, città nella città, mondo nel<br />

mondo,successione <strong>di</strong> corti e spazi chiusi, e il S. Andrea,<br />

insieme foro e Piazza coperta, interno ed esterno, quasi<br />

indefinito nel suo preciso <strong>di</strong>segno.<br />

Limite sfrangiato della città storica <strong>di</strong> cui costituisce ormai un<br />

obliato frammento, il Porto della Catena è stato il più attivo e<br />

fiorente dei porti mantovani.<br />

"Le figure del comporre sono conoscenza fantastica. Il<br />

conoscere compositivo è fantasia, o gioco, me<strong>di</strong>azione tra<br />

Note<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. architettonica<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Mantova<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

491<br />

2003<br />

Augusto Bar<strong>di</strong>n<br />

Relatore<br />

Cavallina Gianni<br />

Torrenti fiorentini: il Terzolle, un segno.<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

L'Arno, che nasce dal monte Falterona, fino al pliocene era un<br />

fiume breve (fiumicello) che si gettava subito in mare dove oggi<br />

sorge Arezzo nel Casentino. Nel corso <strong>di</strong> molto tempo si è<br />

dovuto pian piano conquistare il proprio letto fino a <strong>di</strong>venire<br />

quel nastro che, oggi, lega insieme <strong>di</strong>fferenti luoghi per tipi <strong>di</strong><br />

vegetazione, clima e soprattutto per il carattere della gente.<br />

Solo alla fine del quaternario nel Valdarno superiore (la<br />

maledetta e sventurata fossa) si è formato infatti un nuovo<br />

compartimento idrografico vista già l'antica Sieve che verso sud<br />

trovava la sua foce anch'essa presso Arezzo (la città dei botoli)<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal fiume del Casentino. L'Arno <strong>di</strong>venuto in<br />

un primo momento tributario del Tevere, attraverso la Val <strong>di</strong><br />

Chiana, generò successivamente una barriera a sud me<strong>di</strong>ante<br />

i suoi stessi depositi creandosi così la possibilità (drizza prima<br />

il suo povero calle e … torce il muso) <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>mensione<br />

(Vassi caggendo). La Val d'Arno si era trasformata in<br />

quell'epoca in un lago grazie al sollevamento <strong>di</strong> terre che<br />

respinse il mare per qualche chilometro oltre i monti del<br />

Chianti alzando il livello del suolo ai livelli del Pratomagno; il<br />

Note<br />

manca l’elenco delle tavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3


Testo<br />

Rif<br />

An no<br />

Correlatori<br />

Au tore<br />

Titolo<br />

497<br />

2003<br />

Mssimo Bocconi<br />

Relatore<br />

Cavallina Gianni<br />

Torrenti fiorentini: il Terzolle, un segno.<br />

Sezione Arch. e Contesto<br />

ElencoTavole<br />

L'Arno, che nasce dal monte Falterona, fino al pliocene era un<br />

fiume breve (fiumicello) che si gettava subito in mare dove oggi<br />

sorge Arezzo nel Casentino. Nel corso <strong>di</strong> molto tempo si è<br />

dovuto pian piano conquistare il proprio letto fino a <strong>di</strong>venire<br />

quel nastro che, oggi, lega insieme <strong>di</strong>fferenti luoghi per tipi <strong>di</strong><br />

vegetazione, clima e soprattutto per il carattere della gente.<br />

Solo alla fine del quaternario nel Valdarno superiore (la<br />

maledetta e sventurata fossa) si è formato infatti un nuovo<br />

compartimento idrografico vista già l'antica Sieve che verso sud<br />

trovava la sua foce anch'essa presso Arezzo (la città dei botoli)<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal fiume del Casentino. L'Arno <strong>di</strong>venuto in<br />

un primo momento tributario del Tevere, attraverso la Val <strong>di</strong><br />

Chiana, generò successivamente una barriera a sud me<strong>di</strong>ante<br />

i suoi stessi depositi creandosi così la possibilità (drizza prima<br />

il suo povero calle e … torce il muso) <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>mensione<br />

(Vassi caggendo). La Val d'Arno si era trasformata in<br />

quell'epoca in un lago grazie al sollevamento <strong>di</strong> terre che<br />

respinse il mare per qualche chilometro oltre i monti del<br />

Chianti alzando il livello del suolo ai livelli del Pratomagno; il<br />

Note<br />

manca l’elenco delle tavole<br />

Invernale<br />

Estiva<br />

Autunnale<br />

Genere<br />

Progettaz. urbana<br />

Tema Riqualificazione urbana<br />

Ubicaz.<br />

Firenze<br />

Matricola<br />

Immagine1<br />

Immagine2<br />

Immagine3

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