Archivio tesi.fp5 - Dipartimento di Architettura
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Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
7<br />
1999<br />
Gian Luca Gianassi<br />
Relatore<br />
Marcaccini Pierluigi<br />
Riqualificazione <strong>di</strong> un’area urbana a Signa<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
TAVOLA 1 – Planimetria 1:5000 con<br />
sezioni 1:2000 e foto<br />
TAVOLA 2 – Planimetria 1:2000 con<br />
piante schematiche e foto<br />
TAVOLA 3 – Planimetria 1:500 con<br />
prospetto 1:500 e prospettive<br />
TAVOLA 4 – Pianta piano terreno e<br />
sezioni 1:200, prospettive<br />
TAVOLA 5 – Pianta piano primo e<br />
sezioni 1:200, prospettive<br />
TAVOLA 6 – Pianta piano secondo e<br />
Il primo documento in cui si parla <strong>di</strong> Signa risale al 964.<br />
La costruzione del ponte intorno al 1120 trasforma la citta<strong>di</strong>na<br />
in un punto nodale <strong>di</strong> collegamento tra varie ed importanti<br />
aree, i traffici che si svolgevano sul fiume, legati al nascente<br />
porto fluviale, erano una fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to notevole e già nel 1149<br />
Signa è sede <strong>di</strong> un mercato come testimonia un contratto<br />
fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> quell’anno “in mercato Signe kalen<strong>di</strong>s octobris”.<br />
Il castello <strong>di</strong> Signa fu dunque importantissimo per Firenze fin<br />
dall’epoca della sua conquista, nel 1124, anno in cui la strappò<br />
a Pistoia.<br />
Celebre il trasporto della colonna <strong>di</strong> Piazza Santa Trinita donata<br />
da Papa Paolo IV a Cosimo de’ Me<strong>di</strong>ci nel 1558: dal porto <strong>di</strong><br />
Ripa Grande alla foce del Tevere su un piccolo battello trainato<br />
da uno più grande, poi fino alla foce dell’Arno, <strong>di</strong> qui fino a Pisa<br />
e poi a Signa dove via terra arrivò a Firenze. Signa è stata<br />
inoltre teatro <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra nei secoli, a <strong>di</strong>mostrazione<br />
della sua importanza strategica: del 1325 l’occupazione da<br />
parte dell’esercito <strong>di</strong> Castruccio Castracani nelle sue<br />
scorribande contro Firenze, dei primi del ‘400 l’asse<strong>di</strong>o del<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Signa (Fi)<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
12<br />
1999<br />
Antonio Capestro<br />
Rossella Roversi<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Titolo Una <strong>di</strong>mensione metropolitana e locale per Calenzano: tra vocazione, ruolo<br />
Sezione e Arch. identita’ e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
TAV. 1: In<strong>di</strong>viduazione dei principali Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole sistemi teritoriali<br />
TAV.2: Confronto tra le due <strong>di</strong>verse<br />
anime <strong>di</strong> Calenzano: la zona<br />
collinare<br />
Ubicaz.<br />
Calenzano<br />
TAV.3: Confronto tra le due <strong>di</strong>verse<br />
anime <strong>di</strong> Calenzano: lo sviluppo<br />
recente<br />
TAV.4: Schizzi e schemi ; scala<br />
Immagine1<br />
Testo<br />
PARTE PRIMA<br />
1:25.000<br />
TAV.5: Schemi ed ideogrammi ;<br />
1.1 Il luogo del progetto<br />
1.1.1 Calenzano e le due anime del suo territorio<br />
1.1.2 Viabilità ed idrografia storiche della Val <strong>di</strong> Marina<br />
1.1.3 La costruzione del paesaggio<br />
1.2 L’industria a Calenzano<br />
1.2.1 Premessa: i processi produttivi <strong>di</strong> valorizzazione<br />
1.2.2 Calenzano nel comprensorio industriale<br />
1.2.3 Formazione, sviluppo e configurazione dell’assetto<br />
industriale a Calenzano<br />
1.2.4 La situazione attuale<br />
1.2.5 Il pendolarismo<br />
1.2.6 Rapporti con Prato<br />
1.2.7 Rapporti con Firenze<br />
Immagine2<br />
PARTE SECONDA<br />
2.1 Il progetto<br />
2.1.1 La ricerca <strong>di</strong> un ruolo per Calenzano<br />
2.1.2 Un parco per la produzione<br />
2.1.3 Il sistema del verde<br />
Immagine3<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
13<br />
1999<br />
Antonio Capestro<br />
Roberto Carrus<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Titolo Una nuova centralità per il territorio <strong>di</strong> Bagno a Ripoli: proposta per un<br />
Sezione sistema Arch. e Città ricettivo <strong>di</strong> promozione-informazione<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
1- PRESENTAZIONE GENERALE<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
breve descrizione del territorio e delle<br />
ElencoTavole intenzioni progettuali.<br />
Ubicaz.<br />
Bagno a Ripoli<br />
2-TAVOLE STORICHE<br />
sin<strong>tesi</strong> stotica del comune<br />
3- PRIMI IDEOGRAMMI<br />
4- CENTURIAZIONNE<br />
descrizione dell'organizzazione del<br />
territorio secondo la centuriazione<br />
5-PIEVE E MEZZADRIA<br />
Testo<br />
relazione fra mezzadria e l'azione<br />
della pieve <strong>di</strong> Ripoli come elementi<br />
Il territorio attualmente occupato dal Comune <strong>di</strong> Bagno a Ripoli<br />
si estende su una superficie pressochÈ triangolare <strong>di</strong> 7.409<br />
ettari, situata a est <strong>di</strong> Firenze. Il capoluogo ha una altitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
77 metri sul livello del mare.<br />
Negli ultimi cento anni si sono verificate tre vanazioni territoriali:<br />
all'attuale superficie si Ë giunti passando dai 7.819 ettari nel<br />
1861 ai 7.269 ettari nel 1867, attraverso altrettante rettifiche <strong>di</strong><br />
confine con il Comune <strong>di</strong> Firenze, l'ultima delle quali (novembre<br />
1928) a spese parzialmente sostenute dal soppresso Comune<br />
del Galluzzo.<br />
Fino al 1865 il limite del territorio <strong>di</strong> Bagno a Ripoli si spingeva<br />
quasi ad Arcetri, comprendendo il Piazzale Michelangelo e la<br />
collina <strong>di</strong> San Miniato per poi raggiungere il Pian de' Giullari e<br />
quin<strong>di</strong> la Piazza Calda e le Cinque Vie.<br />
Sei Comuni gli fanno da confine: Pontassieve, Fiesole, Firenze,<br />
Impruncta, Greve e ~Rignano sul l'Arno. L'ultimocËnsimËnto<br />
del 1981 ha registrato una popolazione <strong>di</strong> 25.575 abitanti<br />
(12.557 maschi e 13.018 femmine) con una densit‡ me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
345 persone per chilometro quadrato. Nel 1745~vi~si trovano<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
16<br />
1999<br />
Ramin Razani<br />
Arianna Pieri<br />
Relatore<br />
Galli Paolo<br />
HAMMAMET. La città de<strong>di</strong> luoghi ancora possibili<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
TAVOLE INTRODUTTIVE:<br />
1-GESTI INTIMI: nella città e nella<br />
casa un gesto intimo può essere<br />
rilevato per il forte valore <strong>di</strong> identità<br />
che genera;<br />
2- IL CORPO: il progetto rivitalizza il<br />
luogo (ex-Campolmi, Firenze)<br />
attraverso il movimento. Percezione<br />
del corpo e percezione dello spazio;<br />
3- LA VOLONTA’ DI PERCEPIRE<br />
L’AZIONE: rapporto <strong>di</strong>retto con gli<br />
Luogo familiare per eccellenza è la casa. Lì si trovano gli<br />
oggetti cui siamo affezionati e le persone care. Lì il corpo,<br />
come luogo delle nostre esperienze può riposare e compiere i<br />
gesti più istintivi. La sensazione <strong>di</strong> sicurezza, quasi sacrale, è<br />
propriamente data dalla ritualità dei gesti che costituiscono e<br />
nello stesso tempo identificano un in<strong>di</strong>viduo o un gruppo<br />
sociale.<br />
La sod<strong>di</strong>sfazione che nasce dal rapporto tra un’azione e una<br />
reazione nota è ritenuta insostituibile. Come un cane che si fa<br />
la cuccia, così l’uomo e la donna attraverso la propria poltrona<br />
istituiscono un luogo in cui il loro corpo può imprimere una<br />
parte <strong>di</strong> sé e – tutte le volte che può – andare a ritrovarsi: la<br />
poltrona <strong>di</strong>venta così l’emblema del grembo della madre che,<br />
nel suo accogliere senza quasi farsi sentire, permette la<br />
costituzione profonda della nostra identità.<br />
D’altronde il rito è inteso come l’unione <strong>di</strong> quei co<strong>di</strong>ci che<br />
nascono dal bisogno <strong>di</strong> stabilire rapporti e relazioni. In effetti i<br />
miti e i riti hanno in tutte le culture stabilito ruoli e compiti.<br />
Hanno aiutato a dare spiegazioni a fatti naturali e hanno in<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Hammamet<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
17<br />
1999<br />
Massimo Manconi<br />
Relatore<br />
Galli Paolo<br />
CAGLIARI: area dell’ex teatro <strong>di</strong> Castello<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
ESPOSIZIONE DEL CONTESTO<br />
Tav. 1 Foto aeree<br />
Tav. 2 Aerofotogrammetria<br />
Tav. 3 Planivolumetrico stato<br />
attuale, rapp.1/200<br />
Tav. 4 Sezione sul bastione e sulla<br />
via Università, rapp.1/200<br />
RIPRODUZIONE DEI VECCHI<br />
DISEGNI DI COMINOTTI E CIMA<br />
Tav. 5 Cominotti: Pianta generale<br />
1/50 del 1831<br />
Per trovare tutti gli elementi che dalla conoscenza delle vicende<br />
del luogo potessi anche trasfondere nel progetto, ho cercato<br />
innanzi tutto <strong>di</strong> capire quale fosse il significato del teatro nelle<br />
città italiane, per avvicinarmi all'idea <strong>di</strong> come esso possa oggi<br />
essere vissuto in una realtà periferica come quella<br />
cagliaritana, la quale, dopo la <strong>di</strong>struzione del Civico, ha risolto<br />
in epoca moderna il problema del teatro costruendone uno<br />
nuovo in una zona nuova della città, anche se questa<br />
risoluzione, per i mo<strong>di</strong> con cui fu a suo tempo affrontata,<br />
potrebbe essere abbondantemente <strong>di</strong>scussa.<br />
Non ho quin<strong>di</strong> deliberatamente esteso l'argomento sul<br />
significato che questo luogo può avere ai nostri giorni, perché il<br />
Teatro <strong>di</strong> Castello è ormai morto e, tra quell’evento ed il<br />
progetto rimane soprattutto questa lunga pausa: cinquantasei<br />
anni <strong>di</strong> vuoto, <strong>di</strong> silenzio, in cui l’area ha riposato, come il<br />
pane.Cibo per il corpo e simbolo del cibo per lo spirito in più<br />
d’una tra<strong>di</strong>zione religiosa, il pane, come il lievito che contiene<br />
al suo interno, è, per gli uomini, fermento <strong>di</strong> emancipazione,<br />
oltre che nutrimento. Sottintende un necessario, ineliminabile<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Cagliari<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
18<br />
1999<br />
Vincenzo Niutta<br />
Relatore<br />
Galli Paolo<br />
Ipo<strong>tesi</strong> progettuale pre la realizzazione <strong>di</strong> un (non)... lungomare<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1 – TAVOLE FOTOGRAFICHE (N. 2)<br />
La ricerca fotografica che ho<br />
compiuto e’ usata come strumento<br />
critico in grado <strong>di</strong> fornire<br />
suggerimenti alla progettazione.<br />
2 – PLASTICI (N. 5)<br />
Assemblaggi <strong>di</strong> materiali riciclati.<br />
Hanno avuto la funzione <strong>di</strong> taccuini<br />
<strong>di</strong> appunti sulle caratteristiche del<br />
territorio.<br />
3 – TAVOLE “CINEMATOGRAFICHE<br />
L’oggetto della mia <strong>tesi</strong> riguarda le modalità d’intervento per la<br />
sistemazione della Zona Mare <strong>di</strong> Caulonia Marina, citta<strong>di</strong>na<br />
costiera dell’Alto Ionio Reggino.<br />
Partendo da un’analisi territoriale ho cercato <strong>di</strong> proporre una<br />
soluzione progettuale alternativa al “solito lungomare”. Con<br />
questa definizione mi riferisco ai lungomari dei Paesi limitrofi<br />
in<strong>tesi</strong> come limite ultimo della saturazione urbana e a <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />
questa costruiti.<br />
Una fortificazione che preclude un rapporto <strong>di</strong>retto con quel<br />
mare <strong>di</strong> cui si e’ cercata la vicinanza.<br />
Vien quasi nostalgia per i tempi in cui gli inse<strong>di</strong>amenti urbani<br />
delle marine avevano ancora un sapore pionieristico, e<br />
l’andare al mare era fare qualcosa <strong>di</strong> realmente <strong>di</strong>verso, il<br />
litorale era ancora “selvatico” ed il mare si raggiungeva per<br />
campi e viottoli <strong>di</strong> fortuna. Era quasi una conquista e ognuno<br />
godeva dell’isolamento del luogo che si era scelto. Cosa<br />
questa, a ben vedere, attualmente ricercata da un turismo <strong>di</strong><br />
qualità che rifugge la massificazione del tempo libero.<br />
A riguardo della proposta progettuale in se’ <strong>di</strong>rò che ho operato<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Caulonia Marina (RC)<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
19<br />
1999<br />
Emanuele Andrenacci<br />
Relatore<br />
D'Auria Antonio<br />
Omologia e trasformazione urbana: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> town design. Recupero<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
- tavola N°01 Inquadramento<br />
territoriale<br />
- tavola N°02 Inquadramento<br />
territoriale<br />
- tavola N°03 Genesi progettuale<br />
- tavola N°04 Planivolumetrico 1:500<br />
- tavola N°05 Pianta piano terra<br />
1:200<br />
- tavola N°06 Pianta piano primo<br />
1:500<br />
- tavola N°07 Pianta piano secondo<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Porto Sant’Elpi<strong>di</strong>o<br />
ElencoTavole<br />
Cenni <strong>di</strong> storia dell’inse<strong>di</strong>amento<br />
1: Il periodo antico<br />
2: L’epoca romana<br />
3: Dal VI al IX sec. d.C.<br />
4: L’epoca me<strong>di</strong>oevale<br />
5: Dall’età moderna a quella contemporanea<br />
Analisi socio-economica<br />
1: I servizi<br />
2: Le attività produttive<br />
3: Il PRG ’95: adeguamento al PPAR<br />
4: Programma integrato <strong>di</strong> recupero dell’area FIM<br />
5: Un’ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> rilancio partendo da un “cuore nuovo<br />
Genesi proiettiva <strong>di</strong> una nuova forma urbana<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
20<br />
1999<br />
Paolo Vissani<br />
Relatore<br />
Baratelli Alberto<br />
Omologia e trasformazione urbana: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> town design. Recupero<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
- tavola N°01 Inquadramento<br />
territoriale<br />
- tavola N°02 Inquadramento<br />
territoriale<br />
- tavola N°03 Genesi progettuale<br />
- tavola N°04 Planivolumetrico 1:500<br />
- tavola N°05 Pianta piano terra<br />
1:200<br />
- tavola N°06 Pianta piano primo<br />
1:500<br />
- tavola N°07 Pianta piano secondo<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Porto Sant’Elpi<strong>di</strong>o<br />
ElencoTavole<br />
Cenni <strong>di</strong> storia dell’inse<strong>di</strong>amento<br />
1: Il periodo antico<br />
2: L’epoca romana<br />
3: Dal VI al IX sec. d.C.<br />
4: L’epoca me<strong>di</strong>oevale<br />
5: Dall’età moderna a quella contemporanea<br />
Analisi socio-economica<br />
1: I servizi<br />
2: Le attività produttive<br />
3: Il PRG ’95: adeguamento al PPAR<br />
4: Programma integrato <strong>di</strong> recupero dell’area FIM<br />
5: Un’ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> rilancio partendo da un “cuore nuovo<br />
Genesi proiettiva <strong>di</strong> una nuova forma urbana<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
24<br />
2007<br />
Nicoletta Novelli<br />
Cesare Campanini<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Titolo Riqualificazione area <strong>di</strong>smessa ex-macelli Firenze e connessione al nodo<br />
Sezione AV Arch. (Stazione e Città Foster)<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
TAV 1 Inquadramento<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole TAV 2 Concept<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
TAV 3 Funzioni<br />
TAV 4 Evoluzione del progetto<br />
TAV 5 Planivolumetrico piu'<br />
render<br />
TAV 6 Pianta piano -6 m piu'<br />
render<br />
TAV 7 Sezioni longitu<strong>di</strong>nali piu'<br />
Testo<br />
render<br />
Il progetto tende a creare sinergie tra chi abita la città e chi<br />
viaggia/consuma in città, tramite dei percorsi ipogei e delle<br />
funzioni localizzate frutto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namicità controllata.<br />
Di particolare importanza è il concetto della <strong>di</strong>visione fra bacino<br />
<strong>di</strong> utenza abitanti e bacino <strong>di</strong> utenza consumatori, non soltanto<br />
la <strong>di</strong>visione fisica, ma anche e soprattutto la <strong>di</strong>visione<br />
temporale fra essi (v. cap. "l'area degli ex macelli: bacino <strong>di</strong><br />
utenza consumatori") infatti con il passare delle ore nella<br />
giornata ci saranno <strong>di</strong>versi movimenti dei viaggiatori e l'energia<br />
dovuta al movimento delle persone varierà: durante la giornata<br />
ci sarà un addensamento <strong>di</strong> viaggiatori nelle uscite della<br />
stazione e nei punti <strong>di</strong> risalita, mentre nelle ore serali, quando il<br />
traffico dei treni <strong>di</strong>minuisce ci sarà un calo <strong>di</strong> viaggiatori e<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> energia <strong>di</strong>namica del bacino consumatori che calerà<br />
e sarà rimpiazzata dall'energia <strong>di</strong>namica degli abitanti che<br />
nelle ore serali (es. dalle ore 20:00 alle 24:00) saranno attirati<br />
da funzioni ricreative (come cinema, pub, ristoro ecc..) così<br />
facendo non solo si sod<strong>di</strong>sfano le esigenze degli abitanti ma si<br />
evita anche che nelle ore serali il complesso multifunzionale e<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
27<br />
1999<br />
Antonio Capestro<br />
Christian Cangini<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Riqualificazione urbana dell’area “ex-Mangelli” <strong>di</strong> Forlì<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
TAV. 1<br />
FORMAZIONE DI RAPPORTI DI<br />
INTERDIPENDENZA FRA DIVERSI<br />
COMUNI LIMITROFI E<br />
COMPONENTI DELLA CITTA'<br />
SCALA 1:10.000<br />
TAV. 2<br />
SISTEMA DEI FLUSSI RELAZIONALI<br />
SCALA 1:5.000<br />
TAV. 3<br />
SISTEMA DEI FLUSSI DELLE<br />
La città <strong>di</strong> Forlì è potenzialmente matura per rendersi<br />
protagonista <strong>di</strong> un vero, qualificato rilancio culturale. Alcune<br />
sue specificità, se attentamente valutate e gestite, possono<br />
rivelarsi buone premesse per avviare un impegno <strong>di</strong><br />
valorizzazione tale da generare a breve o a me<strong>di</strong>o termine frutti<br />
duraturi.<br />
Il progetto culturale della nuova Amministrazione sarà così<br />
caratterizzato:<br />
- Ripensamento strategico della presenza e della funzione<br />
degli Istituti Culturali nella città: da una gestione conservativa,<br />
si deve pervenire ad un loro rilancio come contenitori, come<br />
funzione e come Centri <strong>di</strong> ricerca sulla cultura e la storia non<br />
solo locale;<br />
- Messa a punto <strong>di</strong> un progetto urgente <strong>di</strong> valorizzazione e <strong>di</strong><br />
pubblicazioni, a partire dalla collezione Piancastelli;<br />
- Raccordo con l'espansione dell'Università, dei suoi processi<br />
tecnologici, della sua popolazione studentesca;<br />
- Messa in rete del sistema bibliotecario universitario e <strong>di</strong><br />
quello comunale, creando un sistema informativo integrato,<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Forlì<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
32<br />
1999<br />
Giovanni Santi<br />
Relatore<br />
Somigli Vinicio<br />
Titolo Progetto per un nuovo assetto urbano <strong>di</strong> un’area a<strong>di</strong>acente alla Stazione<br />
Sezione Ferroviaria -non afferente- <strong>di</strong> Pisa<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Gruppo A - Tavole sul rapporto<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
città-area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
ElencoTavole<br />
Ubicaz.<br />
Pisa<br />
(1/10000,1/5000,1/2000)<br />
Inquadramento storico urbanistico<br />
Analisi trama e tessuto della città<br />
Flussi relazioni (flussi territoriali,<br />
viabilità, flussi a carattere urbano,<br />
accesso all’area)<br />
Inserimento dell’area nel contesto<br />
citta<strong>di</strong>no<br />
Testo<br />
Gruppo B- Tavole sulla analisi delle<br />
La traccia fondamentale per l’in<strong>di</strong>viduazione del tema oggetto<br />
<strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è da ritrovarsi negli in<strong>di</strong>rizzi dati dal Consiglio Comunale<br />
per la redazione del nuovo Piano Regolatore con cui si afferma<br />
che il P.R.G deve essere “ un grande piano <strong>di</strong> recupero della<br />
città”, tra cui il recupero dei cosiddetti “ vuoti ” e della loro<br />
riqualificazione, in modo che da luoghi residuali <strong>di</strong>ventino parti<br />
strutturanti la forma della città.<br />
2- SCELTA DELL’AREA<br />
Il tema investe l’area a<strong>di</strong>acente alla stazione ferroviaria che,<br />
seguendo il fascio dei binari a Sud e via C. Battisti a Nord e<br />
includendo le strutture del dopolavoro ferroviario e quelle <strong>di</strong><br />
alcuni Enti<br />
Pubblici come l’AGES ( azienda gas energia servizi) e CPT<br />
(consorzio pisano trasporti),<br />
arriva fino a via Quarantola.<br />
Quest’area in gran parte <strong>di</strong> proprietà delle ferrovie, si colloca<br />
nel quadro <strong>di</strong> una futura risistemazione e <strong>di</strong>smissione <strong>di</strong> parte<br />
del parco ferroviario della città non utilizzato, <strong>di</strong> circa mq.65.000.<br />
E’ così che, seguendo le volontà urbanistiche <strong>di</strong> riqualificazione<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
34<br />
1999<br />
Alessandro Coppellotti<br />
Laura Modesti<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Progetto <strong>di</strong> recupero funzionale della Fortezza Orsini <strong>di</strong> Sorano<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
TAV.1 Inquadramento urbanistico<br />
scala 1:2000<br />
TAV.2 Analisi dell’intero complesso<br />
della Fortezza Orsini scala 1:500<br />
TAV.3 Pianta con i riferimenti<br />
fotografici e relative foto scala 1:500<br />
TAV.4 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />
pianta a quota 2300 m. scala 1:100<br />
TAV.5 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />
pianta a quota 2920 m. scala 1:100<br />
TAV.6 Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto:<br />
Il progetto si propone la rivalutazione del piccolo museo<br />
civico-territoriale esistente, con il trasferimento dei reperti e dei<br />
corre<strong>di</strong> museografici al piano superiore della fortezza<br />
me<strong>di</strong>oevale ed il recupero del piano terreno per altre attività<br />
correlate al museo che necessitano spazi più ampi.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un museo civico-territoriale comporta la<br />
conoscenza del territorio comunale. A tal fine la relazione<br />
inizierà con una parte de<strong>di</strong>cata al censimento <strong>di</strong> tutti quegli<br />
elementi salienti presenti nel comune <strong>di</strong> Sorano come per<br />
esempio i colombari, le abitazioni rupestri ipogee, le necropoli,<br />
ma anche il tipo <strong>di</strong> economia che ha prevalso nei secoli, la<br />
collocazione geografica, le frazioni minori, le presenze religiose<br />
ecc..<br />
Successivamente seguirà la descrizione della Fortezza Orsini e<br />
le sue vicende costruttive per poi arrivare alle conclusioni con<br />
le quali cercherò <strong>di</strong> spiegare come sono arrivata a determinate<br />
scelte progettuali.<br />
L’ultima parte della relazione riguarda la catalogazione degli<br />
elementi fisicamente presenti all’interno del museo, ad<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Sorano<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
38<br />
1999<br />
Ennio Di Benedetto<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
TRATALIAS: una memoria da recuperare<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
1 IL TERRITORIO<br />
2 LE CARTE STORICHE<br />
I.G.M. 1:25.000<br />
3 LE CARTE STORICHE<br />
I.G.M. 1:25.000<br />
4 LE CARTE STORICHE<br />
I.G.M. 1:25.000<br />
5 LE CARTE STORICHE<br />
I.G.M. 1:25.000<br />
6 LA DIGA<br />
1:25.000 + fotografie<br />
Tratalias era un paese abitato fino ad una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni<br />
orsono da circa 1300 abitanti, de<strong>di</strong>ti principalmente alla<br />
pastorizia e all’agricoltura. Nel 1954 viene realizzata a cura<br />
della Cassa per il Mezzogiorno, la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Monte Pranu, il cui<br />
bacino aveva lo scopo <strong>di</strong> alimentare il comprensorio irriguo del<br />
Basso Sulcis, e <strong>di</strong> approvvigionare le aree industriali <strong>di</strong><br />
Portovesme. Quest’opera <strong>di</strong> trasformazione ha determinato<br />
notevoli inconvenienti in termini <strong>di</strong> utilizzazione del patrimonio<br />
e<strong>di</strong>lizio esistente, provocando un forte degrado delle abitazioni,<br />
causato dalla persistente umi<strong>di</strong>tà proveniente dal bacino della<br />
<strong>di</strong>ga, e rendendo necessaria la ricostruzione e il trasferimento<br />
del paese su una zona poco <strong>di</strong>stante dal vecchio centro. Del<br />
vecchio centro <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>oevale rimane oggi la ex<br />
Cattedrale Romanica ed un piccolo gruppo <strong>di</strong> case intorno ad<br />
essa. L’abitato esistente è infatti costituito da abitazioni <strong>di</strong> tipo<br />
rurale (con murature tra<strong>di</strong>zionali in pietra legata con malte <strong>di</strong><br />
fango, o con murature in mattoni cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> fango detti la<strong>di</strong>zi)<br />
esso ha subito infiltrazioni <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà dal basso provocando un<br />
accelerato degrado, tanto da determinare gli organi pubblici a<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Tratalias<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
44<br />
1999<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Gianfranco Giordo - Tommaso Vernuccio<br />
Silvia Maraviglia<br />
Un progetto per Pescia<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tav.1: analisi tipologica, Storica,<br />
servizi e viabilità della città <strong>di</strong> Pescia<br />
con schizzi e schemi <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong>.<br />
Tav.2: plastici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o con<br />
planivolumetrico del progetto.<br />
Tav.3: schizzi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />
Tav.4: sezione <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />
progetto con relative piante e foto dei<br />
plastici.<br />
Tav.5: prospetto <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />
progetto con sezione parziale e<br />
1) Il luogo: Panoramica della città <strong>di</strong> Pescia sia dal punto <strong>di</strong><br />
vista morfologica ed abitativa e <strong>di</strong> come questi due aspetti<br />
cambiano allontanandosi dalla città e avvicinandosi all’area <strong>di</strong><br />
progetto.<br />
2) Il problema: La zona <strong>di</strong> progetto si trova nei pressi della loc.<br />
ALBERGHI. All’interno dell’area emergono:<br />
a) Il nuovo mercato dei fiori <strong>di</strong> Pescia<br />
b) Lo Sta<strong>di</strong>o<br />
c) La Stazione ferroviaria<br />
Queste tre preesistenze hanno portato ad una serie <strong>di</strong><br />
problemi affrontati successivamente nel progetto.<br />
d) Presenza <strong>di</strong> traffico con mezzi pesanti per il trasporto e<br />
commercio dei fiori.<br />
e) Presenza <strong>di</strong> un forte traffico automobilistico passante<br />
all’interno della loc. ALBERGHI.<br />
f) Forte cesura determinata dalla ferrovia, posta a Nord<br />
dell’area, tra la vecchia Pescia e la zona d’esame.<br />
g) Lo sta<strong>di</strong>o necessita <strong>di</strong> un ampliamento e <strong>di</strong> una serie<br />
d’attrezzature <strong>di</strong> supporto<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Pescia<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
45<br />
1999<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Gianfranco Giordo - Tommaso Vernuccio<br />
Raffaella Villani<br />
Un progetto per Pescia<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tav.1: analisi tipologica, Storica,<br />
servizi e viabilità della città <strong>di</strong> Pescia<br />
con schizzi e schemi <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong>.<br />
Tav.2: plastici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o con<br />
planivolumetrico del progetto.<br />
Tav.3: schizzi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />
Tav.4: sezione <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />
progetto con relative piante e foto dei<br />
plastici.<br />
Tav.5: prospetto <strong>di</strong> un’ampia zona <strong>di</strong><br />
progetto con sezione parziale e<br />
1) Il luogo: Panoramica della città <strong>di</strong> Pescia sia dal punto <strong>di</strong><br />
vista morfologica ed abitativa e <strong>di</strong> come questi due aspetti<br />
cambiano allontanandosi dalla città e avvicinandosi all’area <strong>di</strong><br />
progetto.<br />
2) Il problema: La zona <strong>di</strong> progetto si trova nei pressi della loc.<br />
ALBERGHI. All’interno dell’area emergono:<br />
a) Il nuovo mercato dei fiori <strong>di</strong> Pescia<br />
b) Lo Sta<strong>di</strong>o<br />
c) La Stazione ferroviaria<br />
Queste tre preesistenze hanno portato ad una serie <strong>di</strong><br />
problemi affrontati successivamente nel progetto.<br />
d) Presenza <strong>di</strong> traffico con mezzi pesanti per il trasporto e<br />
commercio dei fiori.<br />
e) Presenza <strong>di</strong> un forte traffico automobilistico passante<br />
all’interno della loc. ALBERGHI.<br />
f) Forte cesura determinata dalla ferrovia, posta a Nord<br />
dell’area, tra la vecchia Pescia e la zona d’esame.<br />
g) Lo sta<strong>di</strong>o necessita <strong>di</strong> un ampliamento e <strong>di</strong> una serie<br />
d’attrezzature <strong>di</strong> supporto<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Pescia<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
61<br />
1999<br />
Marata Alessandro<br />
Silvia baroni<br />
Relatore<br />
Gemignani Bruno<br />
Progetto <strong>di</strong> riqualificazione del centro urbano <strong>di</strong> Zola Predosa<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Le prime 5 tavole mettono in<br />
evidenza le planimetrie generali <strong>di</strong><br />
progetto analizzandone, tramite i<br />
segni ed i colori, le funzioni delle<br />
<strong>di</strong>verse aree nello stato <strong>di</strong> fatto e nel<br />
progetto.<br />
1. STATO DI FATTO –<br />
PLANIVOLUMETRIA GENERALE<br />
2. STATO DI FATTO –<br />
PLANIMETRIA ZONALE<br />
3. PROGETTO –<br />
La relazione è un approfon<strong>di</strong>mento delle tematiche affrontate<br />
durante la progettazione del Centro Urbano <strong>di</strong> Zola Predosa, un<br />
comune <strong>di</strong> 16.000 abitanti situato nella prima periferia<br />
bolognese. Il progetto riguarda, in particolare, il tema del<br />
“CONCORSO DI IDEE per la ristrutturazione del Centro del<br />
Capoluogo e la sua qualificazione urbanistica”, voluto<br />
dall’Amministrazione Comunale nel marzo 1998.<br />
Zola Predosa non vanta una storia artistica e architettonica <strong>di</strong><br />
grande pregio e solo oggi l’Amministrazione Comunale ne<br />
mette in luce la volontà <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> riflessione sul<br />
recente passato “sconvolto” da un rapido e caotico sviluppo<br />
urbano. Il territorio preso in esame è da sempre carente <strong>di</strong><br />
strutture e infrastrutture adeguate alle esigenze del citta<strong>di</strong>no.<br />
Per questi motivi, durante gli anni Ottanta, si è resa necessaria<br />
la costruzione <strong>di</strong> una nuova sede municipale che<br />
comprendesse tutti gli apparati dell’amministrazione e della<br />
vita sociale e culturale del paese. E’ stato così realizzato un<br />
imponente e<strong>di</strong>ficio, completato solo parzialmente, in stile<br />
post-modern e assolutamente inadatto al contesto nel quale è<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
ZOLA PREDOSA (BO)<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
62<br />
1999<br />
Marata Alessandro<br />
Monica Regazzi<br />
Relatore<br />
Gemignani Bruno<br />
Progetto <strong>di</strong> riqualificazione del centro urbano <strong>di</strong> Zola Predosa<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Le prime 5 tavole mettono in<br />
evidenza le planimetrie generali <strong>di</strong><br />
progetto analizzandone, tramite i<br />
segni ed i colori, le funzioni delle<br />
<strong>di</strong>verse aree nello stato <strong>di</strong> fatto e nel<br />
progetto.<br />
1. STATO DI FATTO –<br />
PLANIVOLUMETRIA GENERALE<br />
2. STATO DI FATTO –<br />
PLANIMETRIA ZONALE<br />
3. PROGETTO –<br />
La relazione è un approfon<strong>di</strong>mento delle tematiche affrontate<br />
durante la progettazione del Centro Urbano <strong>di</strong> Zola Predosa, un<br />
comune <strong>di</strong> 16.000 abitanti situato nella prima periferia<br />
bolognese. Il progetto riguarda, in particolare, il tema del<br />
“CONCORSO DI IDEE per la ristrutturazione del Centro del<br />
Capoluogo e la sua qualificazione urbanistica”, voluto<br />
dall’Amministrazione Comunale nel marzo 1998.<br />
Zola Predosa non vanta una storia artistica e architettonica <strong>di</strong><br />
grande pregio e solo oggi l’Amministrazione Comunale ne<br />
mette in luce la volontà <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> riflessione sul<br />
recente passato “sconvolto” da un rapido e caotico sviluppo<br />
urbano. Il territorio preso in esame è da sempre carente <strong>di</strong><br />
strutture e infrastrutture adeguate alle esigenze del citta<strong>di</strong>no.<br />
Per questi motivi, durante gli anni Ottanta, si è resa necessaria<br />
la costruzione <strong>di</strong> una nuova sede municipale che<br />
comprendesse tutti gli apparati dell’amministrazione e della<br />
vita sociale e culturale del paese. E’ stato così realizzato un<br />
imponente e<strong>di</strong>ficio, completato solo parzialmente, in stile<br />
post-modern e assolutamente inadatto al contesto nel quale è<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
ZOLA PREDOSA (BO)<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
65<br />
2002<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
E. Baroni - L. Gambi - T. Rossi Fioravanti<br />
Alessandro Barbalich<br />
WALKING in SANTA CRUZ: un piano <strong>di</strong> riqualificazione per il Downtown<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1 - Inquadramento territoriale e<br />
climatico dell'area<br />
2 - Indagine fotografica<br />
3 - Piano <strong>di</strong> massima<br />
dell'Amministrazione <strong>di</strong> S. Cruz e<br />
Masterplan<br />
4 - Planivolumetria del complesso<br />
turistico-residenziale scala 1:1000<br />
5 - Piante del complesso<br />
turistico-residenziale, viste<br />
prospettiche, render<br />
La scelta della progettazione negli Stati Uniti, ed in California in<br />
particolare, deriva dalla nostra permanenza per alcuni mesi in<br />
questo stato.<br />
Stiamo parlando dell'ultima frontiera americana, lo stato<br />
sognato a lungo da milioni <strong>di</strong> emigranti dal momento della sua<br />
scoperta, il più ricco dell'intera unione, quello in continua<br />
evoluzione e che rappresenta l'avanguar<strong>di</strong>a non solo per il<br />
mondo americano. Ma anche quello della crescita smisurata e<br />
non sempre coerente; della più grossa concentrazione <strong>di</strong><br />
cervelli applicati all'informatica della Sylicon Valley come dei<br />
milioni <strong>di</strong> lavoratori semianalfabeti delle zone agricole<br />
dell'interno; dei quartieri <strong>di</strong> Beverly Hills come dei ghetti più<br />
pericolosi; <strong>di</strong> città che presentano un or<strong>di</strong>ne fin troppo rigoroso<br />
come <strong>di</strong> altre in preda al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne più in<strong>di</strong>scriminato: e Santa<br />
Cruz è un microcosmo all'interno della California, ove è<br />
possibile trovare molte delle tipologie sopra elencate. E'<br />
necessario considerare poi la presenza <strong>di</strong> un fiume, il San<br />
Lorenzo, che non ha mai avuto con la città un rapporto i<strong>di</strong>lliaco:<br />
da sempre, a causa delle sue continue e devastanti<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
America<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
66<br />
2002<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
E. Baroni - L. Gambi - T. Rossi Fioravanti<br />
Luca <strong>di</strong> Bartolo<br />
WALKING in SANTA CRUZ: un piano <strong>di</strong> riqualificazione per il Downtown<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1 - Inquadramento territoriale e<br />
climatico dell'area<br />
2 - Indagine fotografica<br />
3 - Piano <strong>di</strong> massima<br />
dell'Amministrazione <strong>di</strong> S. Cruz e<br />
Masterplan<br />
4 - Planivolumetria del complesso<br />
turistico-residenziale scala 1:1000<br />
5 - Piante del complesso<br />
turistico-residenziale, viste<br />
prospettiche, render<br />
La scelta della progettazione negli Stati Uniti, ed in California in<br />
particolare, deriva dalla nostra permanenza per alcuni mesi in<br />
questo stato.<br />
Stiamo parlando dell'ultima frontiera americana, lo stato<br />
sognato a lungo da milioni <strong>di</strong> emigranti dal momento della sua<br />
scoperta, il più ricco dell'intera unione, quello in continua<br />
evoluzione e che rappresenta l'avanguar<strong>di</strong>a non solo per il<br />
mondo americano. Ma anche quello della crescita smisurata e<br />
non sempre coerente; della più grossa concentrazione <strong>di</strong><br />
cervelli applicati all'informatica della Sylicon Valley come dei<br />
milioni <strong>di</strong> lavoratori semianalfabeti delle zone agricole<br />
dell'interno; dei quartieri <strong>di</strong> Beverly Hills come dei ghetti più<br />
pericolosi; <strong>di</strong> città che presentano un or<strong>di</strong>ne fin troppo rigoroso<br />
come <strong>di</strong> altre in preda al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne più in<strong>di</strong>scriminato: e Santa<br />
Cruz è un microcosmo all'interno della California, ove è<br />
possibile trovare molte delle tipologie sopra elencate. E'<br />
necessario considerare poi la presenza <strong>di</strong> un fiume, il San<br />
Lorenzo, che non ha mai avuto con la città un rapporto i<strong>di</strong>lliaco:<br />
da sempre, a causa delle sue continue e devastanti<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
America<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
67<br />
2002<br />
PAOLO VACCARO<br />
Andrea Maglio<br />
“Un progetto per Arezzo”<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
Relatore<br />
Stefanelli Virginia<br />
La ricerca storica, che precede la trattazione del progetto, è un<br />
passaggio fondamentale per il metodo adottato in questo<br />
stu<strong>di</strong>o. La storia e le vicende politiche con le loro ripercussioni<br />
hanno influenzato le scelte, in<strong>di</strong>rizzato le decisioni, guidando,<br />
nel corso dei secoli, le trasformazioni urbane fino a giungere<br />
alla complessità attuale. Il metodo che ci accingiamo ad<br />
applicare ha lo scopo <strong>di</strong> arrivare alla definizione delle scelte<br />
progettuali solo dopo un attento percorso che legga ed<br />
interpreti criticamente tutto ciò che sta a monte della situazione<br />
presente per trarne elementi utili alle scelte future. Questa<br />
rilettura critica del passato costituirà la piattaforma su cui, in<br />
base alle esigenze ed alle necessità attuali, elaboreremo<br />
risposte progettuali ai vari problemi con un occhio vigile ed<br />
attento verso le esigenze dello sviluppo futuro.<br />
Non si ha la presunzione <strong>di</strong> arrivare a risultati definitivi ed<br />
assoluti, si vuole solo <strong>di</strong>mostrare la capacità <strong>di</strong> saper applicare<br />
correttamente un metodo che, se seguito sistematicamente,<br />
non può portarci a compiere passi sbagliati.<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Arezzo<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
79<br />
1999<br />
Antonio Capestro<br />
Aristide Bravaccio<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Titolo LA CITTA’ DEL 2000 Riqualificazione urbana <strong>di</strong> Rovezzano e Sant’Andrea<br />
Sezione Rovezzano Arch. e Città:<br />
la porta est <strong>di</strong> Firenze<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Tav.1 Presentazione dell’area <strong>di</strong><br />
intervento: analisi in scala 1:10000,<br />
1:5000<br />
Tav .2 Struttura telaio: modello<br />
ideogrammatico planovolumetrico<br />
delle intenzioni in scala 1:5000<br />
Tav .3 Inserimento nel territorio:<br />
inquadramento in scala 1:2000<br />
Tav. 4 Analisi organica e<br />
planovolumetrico in scala 1:500<br />
Tav.5 Pianta del Piano Terra e<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
FIRENZE<br />
ElencoTavole<br />
La citta del 2000<br />
La città fisica non esiste più<br />
La rivoluzione sociale della città<br />
La mutazione genetica della città<br />
Tendenze: verso una città informatizzata<br />
Parte I<br />
Firenze: città contemporanea<br />
Evoluzione forzata della città storica<br />
Emergenze isolate e <strong>di</strong> quartiere<br />
Flussi <strong>di</strong> scorrimento incontrollati soffocano la città<br />
Arno eterno separatore<br />
Il riscatto <strong>di</strong> Firenze nella continuità trovata attorno al suo fiume:<br />
il progetto del percorso-navetta dall’ In<strong>di</strong>ano a Varlungo<br />
La testa In<strong>di</strong>ana e la testa Varlungo:porta Ovest e porta Est<br />
della città<br />
Parte II<br />
La porta Est <strong>di</strong> Firenze<br />
Analisi del territorio: flussi relazionali e vocazione possibile<br />
dell’area<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
102<br />
1998<br />
Luciano Mazza<br />
Relatore<br />
Breschi Alberto<br />
Mutazione dell’ex Fabbrica Campolmi il nuova accasso a Firenze<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
I) Tavola dell'ubicazione della<br />
fabbrica<br />
II) e III) Tavole del rilievo, con<br />
documentazione prima e dopo<br />
l'incen<strong>di</strong>o<br />
IV) Tavole fotografiche rappresentanti<br />
la fabbrica e l'incen<strong>di</strong>o<br />
V) e VI) Tavole <strong>di</strong> riferimento<br />
culturale<br />
VII) Sviluppo del progetto<br />
PROGETTO<br />
1. QUADRO CONOSCITIVO<br />
1.1. Ubicazione<br />
1.2. Analisi dell'area<br />
1.3. Destinazione d'uso dell'ultimo P.R.G.<br />
1.4. Viabilità<br />
2. GENESI: SUCCESSIVE TRASFORMAZIONI<br />
2.1. Sviluppo storico<br />
2.2. Ex Campolmi prima dell'incen<strong>di</strong>o<br />
2.3. Ex Campolmi dopo l'incen<strong>di</strong>o<br />
3. TEMATICHE<br />
3.1. Dall'Informale al Concettuale e loro influenze negli anni '90<br />
3.2. Nuovo Modernismo<br />
3.3. La complessit‡ della citt‡<br />
3.4. Archeologia industriale<br />
3.5. L'architettura come abito me<strong>di</strong>ale<br />
4. IL PROGETTO<br />
4.1. Potenzialit‡ dell'area<br />
4.2. Nuova destinazione d'uso<br />
4.3. Le <strong>di</strong>verse scale del progetto<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
103<br />
1998<br />
Paolo Fiori<br />
Marco Leonetti<br />
Ritrovare Fontebranda<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
- TAV. 1 Carte storiche<br />
Offre una serie <strong>di</strong> immagini<br />
sull’evoluzione storica del Piano <strong>di</strong><br />
Fontebranda.<br />
- TAV. 2 Rilievo pianta piano terra<br />
- TAV. 3 Rilievo pianta piano primo<br />
- TAV. 4 Rilievo prospetti<br />
- TAV. 5 Rilievo sezioni<br />
- TAV. 6 Rilievo sezioni<br />
Le tavole, dalla n. 2 alla n. 6,<br />
rappresentano il rilievo del Piano <strong>di</strong><br />
Relatore<br />
Maggiora Giuliano<br />
La valle <strong>di</strong> Fontebranda prende il nome dalla locale<br />
fonte <strong>di</strong> origine romana, resa famosa dalle citazioni <strong>di</strong><br />
illustri poeti per la bontà e la copiosità dell’acqua.<br />
Questa abbondanza, accresciuta nel tempo con la<br />
costruzioni <strong>di</strong> nuovi condotti (cosiddetti bottini) per la<br />
raccolta dell’acqua <strong>di</strong> altre vene, è stata peraltro il<br />
fattore che, dall’antichità sino ad epoca recente, ha<br />
reso tale zona un centro economico importante per la<br />
comunità senese. Nel piano, nei costoni e nel<br />
fondovalle si svilupparono, infatti, varie attività che<br />
necessitavano <strong>di</strong> acqua per l’effettuazione delle<br />
lavorazioni.<br />
La principale e più remota attività era la macellazione<br />
delle carni, <strong>di</strong>sciplinata da rigide <strong>di</strong>sposizioni comunali<br />
per il trattamento delle carni destinate al consumo, ma,<br />
accanto a questa, sorsero le “fabbriche” <strong>di</strong> lana,<br />
cartapecora, concia delle pelli, tintorie nonché lavatoi<br />
e mulini.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Valle <strong>di</strong> Fontebranda<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
128<br />
1998<br />
Ruggero Molinaro<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
“L’abitato <strong>di</strong> Bilancino” rilievo e proposta <strong>di</strong> recupero<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
Tav. 1 - Inquadramento generale,<br />
indagine storica dell’abitato e del suo<br />
territorio.<br />
Tav. 2 - Stato attuale. Analisi delle<br />
recente trasformazione del territorio.<br />
Tav. 3 - Progetto delle sistemazioni<br />
<strong>di</strong> bordo lago e <strong>di</strong> recupero<br />
ambientale ad opera della regione<br />
Toscana.<br />
Tav. 4 - Rilievo : Pianta del piano<br />
terra<br />
L’ipo<strong>tesi</strong> che questa <strong>tesi</strong> ha intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare è la<br />
proposto <strong>di</strong> un possibile recupero dell’abitato <strong>di</strong> Bilancino ; un<br />
aggregato <strong>di</strong> case a sviluppo lineare che ha origine su una<br />
delle principali strade <strong>di</strong> valico appenniniche del Mugello che<br />
collegano Firenze con la Romagna. Il progetto <strong>di</strong> recupero e<br />
riuso architettonico è con<strong>di</strong>zionato e relazionato strettamente<br />
ad una identificazione corretta dei caratteri dell’uomo, per cui la<br />
prima parte degli elaborati comprendente tre tavole è stata<br />
de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o sull’origine formazione e processi <strong>di</strong><br />
trasformazione del territorio. Una seconda parte dedeicata al<br />
rilievo metrico strumentale è stata quella che ha fornito una<br />
conoscenza minuziosa dell’oggetto <strong>di</strong> indagine ed ha<br />
permesso <strong>di</strong> formulare le appropriate considerazioni per quello<br />
che riguarda lo stato <strong>di</strong> degrado e conservazione delle<br />
strutture. La terza parte consiste in una proposta <strong>di</strong> recupero<br />
dell’abitato e del suo imme<strong>di</strong>ato territorio ; proposta che si<br />
concreti9zza con la ristrutturazione interna delle vecchie<br />
abitazioni da a<strong>di</strong>bire a nuove funzioni, la progettazione <strong>di</strong> spazi<br />
all’aperto e la sistemazione urbana. Le nuove funzioni sono :<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
129<br />
1998<br />
Vincenzo Caravetta<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
“L’abitato <strong>di</strong> Bilancino” rilievo e proposta <strong>di</strong> recupero<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
Tav. 1 - Inquadramento generale,<br />
indagine storica dell’abitato e del suo<br />
territorio.<br />
Tav. 2 - Stato attuale. Analisi delle<br />
recente trasformazione del territorio.<br />
Tav. 3 - Progetto delle sistemazioni<br />
<strong>di</strong> bordo lago e <strong>di</strong> recupero<br />
ambientale ad opera della regione<br />
Toscana.<br />
Tav. 4 - Rilievo : Pianta del piano<br />
terra<br />
L’ipo<strong>tesi</strong> che questa <strong>tesi</strong> ha intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare è la<br />
proposto <strong>di</strong> un possibile recupero dell’abitato <strong>di</strong> Bilancino ; un<br />
aggregato <strong>di</strong> case a sviluppo lineare che ha origine su una<br />
delle principali strade <strong>di</strong> valico appenniniche del Mugello che<br />
collegano Firenze con la Romagna. Il progetto <strong>di</strong> recupero e<br />
riuso architettonico è con<strong>di</strong>zionato e relazionato strettamente<br />
ad una identificazione corretta dei caratteri dell’uomo, per cui la<br />
prima parte degli elaborati comprendente tre tavole è stata<br />
de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o sull’origine formazione e processi <strong>di</strong><br />
trasformazione del territorio. Una seconda parte dedeicata al<br />
rilievo metrico strumentale è stata quella che ha fornito una<br />
conoscenza minuziosa dell’oggetto <strong>di</strong> indagine ed ha<br />
permesso <strong>di</strong> formulare le appropriate considerazioni per quello<br />
che riguarda lo stato <strong>di</strong> degrado e conservazione delle<br />
strutture. La terza parte consiste in una proposta <strong>di</strong> recupero<br />
dell’abitato e del suo imme<strong>di</strong>ato territorio ; proposta che si<br />
concreti9zza con la ristrutturazione interna delle vecchie<br />
abitazioni da a<strong>di</strong>bire a nuove funzioni, la progettazione <strong>di</strong> spazi<br />
all’aperto e la sistemazione urbana. Le nuove funzioni sono :<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
130<br />
2007<br />
Nicoletta Novelli<br />
Alessandro Moschillo<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
MIS: nuovi spazi per la musica a Firenze<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tav 1: Inquadramento territoriale<br />
- Analisi storica<br />
Tav 2: Masterplan <strong>di</strong> progetto -<br />
Concept progettuale<br />
Tav 3: Planivolumetrico scala<br />
1:2000 - Sezioni prospettiche<br />
urbane<br />
Tav 4: Planivolumetrico scala<br />
1:500 - Viste prospettiche<br />
Tav 5: Pianta quota +0.00 -<br />
L'impianto progettuale<br />
L'intervento nell'area ex Macelli si colloca come un nuovo<br />
spazio per la città de<strong>di</strong>cato e concepito su una serie <strong>di</strong> attività <strong>di</strong><br />
intrattenimento e <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica legate alla musica e allo<br />
spettacolo.<br />
La riqualificazione dell'area degli ex macelli, attraverso un<br />
progetto <strong>di</strong> forte attrazione urbana ed extraurbana, si pone sulla<br />
scia <strong>di</strong> importanti esempi europei (Rotterdam, Colonia e<br />
Londra) che proprio con strutture museali o per lo spettacolo<br />
sono riuscite a recuperare aree che da anni erano ai margini<br />
del tessuto urbano.<br />
I luoghi della cultura, d'altronde, come quelli della musica,<br />
hanno la naturale funzione <strong>di</strong> fecondare il tessuto urbano e<br />
restituirle qualità ad intere aree a rischio <strong>di</strong> degrado.<br />
In una prima fase del lavoro la redazione del Master-Plan ha<br />
permesso <strong>di</strong> strutturare delle linee guida che legano gli<br />
interventi ipotizzati con la nuova stazione dell'alta velocità <strong>di</strong><br />
Foster e le altre aree <strong>di</strong> recupero della zona. Le geometrie che<br />
hanno generato il progetto sono state desunte dalle<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
144<br />
1999<br />
Massimo Gennari<br />
Stefano Borsi<br />
Relatore<br />
Natalini Adolfo<br />
"Un progetto per l'area dell'ex ospedale a San Giovanni Valdarno”<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
TAV. 1 CARTOGRAFIA DELLA<br />
ZONA<br />
TAV. 2 PLANIVOLUMETRIA<br />
DELL'INTERVENTO<br />
TAV. 3 PIANTA PRIMO LIVELLO<br />
TAV. 4 PIANTA PRIMO LIVELLO<br />
INTERRATO E PROSPETTO<br />
TAV. 5 PIANTA SECONDO<br />
LIVELLO E PROSPETTO<br />
TAV. 6 PIANTA TERZO LIVELLO E<br />
SEZIONE<br />
Con la decisione <strong>di</strong> riunire in un unico grande e<strong>di</strong>ficio,<br />
attualmente in costruzione, i vari ospedali del Valdarno aretino,<br />
sorge il problema del riuso delle aree e dei fabbricati che<br />
attualmente contengono le strutture sanitarie.<br />
L'ospedale <strong>di</strong> S.Giovanni V.no è situato a ridosso dell'originaria<br />
maglia urbana trecentesca, e dall'anno della sua fondazione<br />
avvenuta nel 1864, è cresciuto nel tempo per rispondere ai<br />
bisogni <strong>di</strong> una popolazione moltiplicatasi <strong>di</strong> numero in poco più<br />
<strong>di</strong> un secolo. Il risultato <strong>di</strong> questa espansione è un<br />
agglomerato <strong>di</strong> costruzioni assemblate in modo inorganico in<br />
funzione delle necessità <strong>di</strong> spazio del momento, che ha portato<br />
alla completa saturazione dell'area compresa tra l'e<strong>di</strong>ficato<br />
esistente, il vicino Borro alla Madonna, Corso Italia, su cui si<br />
affaccia il vecchio ospedale Alberti, e la retrostante linea<br />
ferroviaria che corre parallela al tracciato <strong>di</strong> Arnolfo.<br />
L'analisi dello stato attuale ha evidenziato la necessità <strong>di</strong> un<br />
riassetto urbanistico dell'isolato. Nel progetto l'area viene<br />
sud<strong>di</strong>visa in isolati più piccoli tenendo conto del preesistente<br />
sistema <strong>di</strong> percorsi, in particolare quelli uscenti dalla città<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
San Giovanni<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
149<br />
1996<br />
Damiano Pica<br />
Marcello Simonetti<br />
Relatore<br />
Natalini Adolfo<br />
Progetto per la ricostruzione <strong>di</strong> Borgo S. Jacopo<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
1a Inquadramento storico 1: 1000<br />
1b Pianivolumetrico 1 : 200<br />
2a Pianta Piano Terra 1 : 200<br />
2b Pianta Piano Primo e prospetto<br />
Borgo S. Jacopo 1 : 200<br />
3a Pianta Piano Secondo e prospetto<br />
sul fiume 1 : 200<br />
3b Pianta Piano Terzo e sezioni<br />
1:200<br />
4a Pianta Piano Quarto e sezioni 1 :<br />
200<br />
L'intervento nasce dalla necessità <strong>di</strong> stabilire un rapporto tra la<br />
parte <strong>di</strong> città dell'Oltrarno ed il fiume conservandone il carattere<br />
chiuso delle prospicienti il fiume.<br />
Si organizza rispetto al sistema principale, costituito dall'asse<br />
Via Por. Ponte Vecchio raggiunge, a conclusione del nostro<br />
intervento, la nuova piazza-mercato all'altezza delle torri de'<br />
Ramaglianti e Barbadori.<br />
In particolare il progetto tiene presente della riorganizzazione<br />
dell'isolato compreso tra Via Guicciar<strong>di</strong>ni, Via Maggio e Borgo<br />
S. Jacopo inserendosi in una ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o del tessuto<br />
urbano a scala maggiore.<br />
Il progetto a cui si fa riferimento propone la realizzazione <strong>di</strong> una<br />
nuova piazza e l'apertura <strong>di</strong> un nuovo chiasso perpen<strong>di</strong>colare a<br />
Borgo S. Jacopo cercando <strong>di</strong> ipotizzare la prosecuzione <strong>di</strong> una<br />
evoluzione avutasi nella zona, creando un nuovo percorso<br />
parallelo per gli altri già esistenti.<br />
La viabilità è stata organizzata in modo che il traffico sia<br />
pubblico che privato si svolga esclusivamente in Via<br />
Guicciar<strong>di</strong>ni ed in Via dello Sprone con questa soluzione <strong>di</strong><br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
186<br />
1997<br />
Andrea Bianchi<br />
Relatore<br />
Natalini Adolfo<br />
Titolo "Costruire in prossimità: e<strong>di</strong>ficio per negozi, uffici ed abitazioni a Firenze,<br />
Sezione all'angolo Arch. e Contesto fra il Lungarno del Tempio e il Viale G. Amendola"<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
1) pianta piano interrato, scala<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
1:100, china su lucido<br />
Ubicaz.<br />
2) pianta piano terra con<br />
Firenze<br />
pavimentazione delle zone comuni,<br />
scala 1: 100, china su lucido<br />
3) pianta piano primo con<br />
pavimentazione delle zone comuni,<br />
scala 1: 100, china su lucido<br />
4) pianta piano terzo, quarto e<br />
quinto con ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> arredamento,<br />
scala 1. 100, china su lucido<br />
ElencoTavole<br />
L'area, posta all'angolo fra il viale Giovanni Amendola e il<br />
Lungarno del Tempio, è stata definita dal progetto <strong>di</strong><br />
ampliamento <strong>di</strong> Firenze stilato da Giuseppe Poggi nel 1865.<br />
Nell'area del lotto interessato dal progetto esistevano,<br />
confinanti, il teatro all'aperto chiamato "Le Follie Estive" e la<br />
collinetta artificiale detta "Montecarlo", creata con il pietrame<br />
delle mura demolite. Sulla minuscola altura si levava una<br />
statua equestre fatta eseguire dal Conte Paszkowski, titolare<br />
dell'omonima fabbrica <strong>di</strong> birra che occupava la rimanente parte<br />
dell'area fino a via Arnolfo.<br />
Sulla sinistra del Lungarno del Tempio venivano realizzati nel<br />
1955 i giar<strong>di</strong>ni attorno al Ponte San Niccolò. Pochi anni più<br />
tar<strong>di</strong> veniva costruito l'e<strong>di</strong>ficio per abitazioni e uffici progettato<br />
da Giovanni Michelucci in collaborazione con Ivo Tagliaventi. Fu<br />
terminato nel 1961 dopo una lunga e sofferta messa a punto<br />
progettuale, sia sotto il profilo tecnico che tipologico, come<br />
documentano i verbali delle innumerevoli riunioni tra i<br />
progettisti, i tecnici dell'INA (committente dell'incarico) e quelli<br />
dell'impresa Fioravanti <strong>di</strong> Siena.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
188<br />
1999<br />
Francesca Mosconi<br />
Relatore<br />
Catal<strong>di</strong> Giancarlo<br />
Titolo Il complesso parrocchiale nel quartiere <strong>di</strong> San Sisto a Perugia: lettura<br />
Sezione tipologica Arch. e Contesto e proposta progettuale<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
Tav. 1 :Localizzazione delle chiese<br />
stu<strong>di</strong>ate su mappa storica della città<br />
<strong>di</strong> Perugia (ingegner Gambini,1822)<br />
Tavv.2-19 : Lettura grafica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto<br />
chiese del centro storico <strong>di</strong> Perugia<br />
Tav.20 : Tabellone riassuntivo delle<br />
chiese <strong>di</strong> Perugia or<strong>di</strong>nate secondo i<br />
filoni tipologici<br />
Il progetto<br />
Tav.21 :Inquadramento territoriale<br />
del quartiere <strong>di</strong> S. Sisto (1/10000) _<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Perugia<br />
ElencoTavole<br />
Il presente lavoro trae origine da un interesse, a lungo coltivato,<br />
nei confronti dell'e<strong>di</strong>lizia speciale: in particolare, all'interno <strong>di</strong><br />
quest'ampia categoria l'attenzione si è presto focalizzata<br />
sull'e<strong>di</strong>lizia per il culto, più <strong>di</strong> altre tipologie ricca <strong>di</strong> attrattiva,<br />
tema progettuale stimolante per ogni architetto, seppure<br />
estremamente complesso.<br />
L'obiettivo fondamentale della ricerca era inizialmente quello <strong>di</strong><br />
intraprendere una lettura _ applicando il metodo <strong>di</strong> analisi<br />
tipologica <strong>di</strong> Saverio Muratori _ <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> chiese<br />
presenti in un territorio chiaramente strutturato, un ambito<br />
urbano storicizzato quale è la città storica <strong>di</strong> Perugia.<br />
Era peraltro chiaro che il lavoro cui ci si apprestava non<br />
intendeva avere un fine storico, cioé porsi come un'analisi<br />
critica dell' e<strong>di</strong>lizia ecclesiale perugina, condotta secondo un<br />
or<strong>di</strong>ne cronologico. Piuttosto l'intento a cui si mirava era<br />
essenzialmente progettuale, partendo dal postulato che una<br />
corretta lettura dell'esistente costituisce una base<br />
in<strong>di</strong>spensabile per una corretta progettazione <strong>di</strong> organismi<br />
futuri.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
190<br />
1999<br />
Angelo Bruno<br />
Relatore<br />
Marcaccini Pierluigi<br />
"Archeologia industriale e futuro della città. Verona".<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
Tavola 1 “Evoluzione storica<br />
della città <strong>di</strong> Verona”<br />
Tavola 2 “Evoluzione del<br />
quartiere”<br />
Tavola 3 “Tavola concorso”<br />
Tavola 4 “Tavola concorso”<br />
Tavola 5 “Tavola concorso<br />
Tavola 6 “Analisi strutturale”<br />
Tavola 7 “Pianta parcheggio”<br />
Tavola 8 “Pianta piano terra”<br />
Tavola 9 “Pianta primo piano”<br />
Il progetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è l’approfon<strong>di</strong>mento del concorso promosso<br />
da USA INSTITUTE: “Subversive Insertions: Archeologia<br />
industriale e futuro della città <strong>di</strong> Verona, progetto per l’area<br />
degli ex Magazzini Generali”, conclusosi nel settembre 1999. Il<br />
programma <strong>di</strong> tale concorso è stato affrontato nell’intento <strong>di</strong><br />
ricostruire uno spazio urbano a <strong>di</strong>mensione umana, attraverso<br />
un intervento che prevede la conservazione <strong>di</strong> quasi tutti gli<br />
e<strong>di</strong>fici esistenti convertiti a nuove funzioni capaci <strong>di</strong> attrarre e<br />
sod<strong>di</strong>sfare i vari interessi <strong>di</strong> quanti più citta<strong>di</strong>ni possibile.<br />
L’interramento del Viale del Lavoro offre spunto alla creazione<br />
<strong>di</strong> un percorso pedonale <strong>di</strong> superficie su cui si affacciano da un<br />
lato le attività commerciali e dall’altro una “striscia” verde<br />
attrezzata definendo un corso urbano che termina nel punto in<br />
cui il viale sotterraneo <strong>di</strong>viene in trincea dove è posizionato il<br />
nuovo ingresso dell'area per chi arriva con i mezzi pubblici.<br />
L’antico ingresso dell'area, utilizzato per i vagoni merci, è stato<br />
recuperato per uno spazio <strong>di</strong> sosta breve dei veicoli da cui si<br />
<strong>di</strong>parte un percorso, in luogo del vecchio tracciato principale,<br />
che è una sorta <strong>di</strong> promenade con la quale si è avvicinata<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Verona<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
191<br />
1999<br />
Relatore<br />
Marcaccini Pierluigi<br />
Paolo Cogotti<br />
"Archeologia industriale e futuro della città. Verona".<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
Tavola 1 “Evoluzione storica<br />
della città <strong>di</strong> Verona”<br />
Tavola 2 “Evoluzione del<br />
quartiere”<br />
Tavola 3 “Tavola concorso”<br />
Tavola 4 “Tavola concorso”<br />
Tavola 5 “Tavola concorso<br />
Tavola 6 “Analisi strutturale”<br />
Tavola 7 “Pianta parcheggio”<br />
Tavola 8 “Pianta piano terra”<br />
Tavola 9 “Pianta primo piano”<br />
Il progetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> è l’approfon<strong>di</strong>mento del concorso promosso<br />
da USA INSTITUTE: “Subversive Insertions: Archeologia<br />
industriale e futuro della città <strong>di</strong> Verona, progetto per l’area<br />
degli ex Magazzini Generali”, conclusosi nel settembre 1999. Il<br />
programma <strong>di</strong> tale concorso è stato affrontato nell’intento <strong>di</strong><br />
ricostruire uno spazio urbano a <strong>di</strong>mensione umana, attraverso<br />
un intervento che prevede la conservazione <strong>di</strong> quasi tutti gli<br />
e<strong>di</strong>fici esistenti convertiti a nuove funzioni capaci <strong>di</strong> attrarre e<br />
sod<strong>di</strong>sfare i vari interessi <strong>di</strong> quanti più citta<strong>di</strong>ni possibile.<br />
L’interramento del Viale del Lavoro offre spunto alla creazione<br />
<strong>di</strong> un percorso pedonale <strong>di</strong> superficie su cui si affacciano da un<br />
lato le attività commerciali e dall’altro una “striscia” verde<br />
attrezzata definendo un corso urbano che termina nel punto in<br />
cui il viale sotterraneo <strong>di</strong>viene in trincea dove è posizionato il<br />
nuovo ingresso dell'area per chi arriva con i mezzi pubblici.<br />
L’antico ingresso dell'area, utilizzato per i vagoni merci, è stato<br />
recuperato per uno spazio <strong>di</strong> sosta breve dei veicoli da cui si<br />
<strong>di</strong>parte un percorso, in luogo del vecchio tracciato principale,<br />
che è una sorta <strong>di</strong> promenade con la quale si è avvicinata<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Verona<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
194<br />
1999<br />
Luca Gravili<br />
Relatore<br />
Maestro Roberto<br />
Titolo OLTRE LE MURA: Un progetto per l’area ex-Istituto Bramante a<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
ElencoTavole<br />
1. ELEMENTI per un CONCORSO;<br />
spiegazione del concorso che era<br />
stato ipotizzato per l’area <strong>di</strong> progetto.<br />
2. ANALISI PROGETTUALE;<br />
memoria, informazioni e riferimenti.<br />
3. SVILUPPO del PROGETTO;<br />
evoluzione dell’iter progettuale.<br />
4. PIANTA PIANO TERRA, in scala<br />
1:200.<br />
5. PIANTA PRIMO PIANO e<br />
PROSPETTI, in scala 1:200.<br />
La possibilità <strong>di</strong> svolgere un Concorso Internazionale e, allo<br />
stesso tempo una Tesi <strong>di</strong> laurea, in un area della mia città a<br />
ridosso del centro storico è stata una proposta molto<br />
allettante per non essere accettata. Infatti il luogo del<br />
progetto si trova proprio sul Decumano della Pesaro romana,<br />
a due passi dal Duomo e dalla Piazza principale (Piazza del<br />
Popolo), sede dei maggiori organi amministrativi del Comune<br />
e della Provincia.<br />
Anche il tema del Concorso è molto interessante perché si<br />
tratta <strong>di</strong> progettare una nuova sede per uffici pubblici e<br />
privati che già in parte sono ubicati nel e<strong>di</strong>ficio dell’Ex<br />
Istituto Bramante nato dopo l’unificazione d’Italia e<br />
successivamente ristrutturato ed ampliato dopo la Seconda<br />
Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Non si prevede comunque il mantenimento<br />
del vecchio e<strong>di</strong>ficio ormai inadatto alla moderne esigenze<br />
gestionali, organizzative nonché tecnologiche degli uffici, ma<br />
una intera riprogettazione dell’area comprendente sia<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Pesaro<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
200<br />
1999<br />
Luca Rivalta<br />
Roberto Di Maio<br />
Città del Corallo e del Cammeo<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Relatore<br />
Tramonti Ulisse<br />
Il problema che ci si pone quando si interviene su complessi<br />
come quello dei Molini Marzoli è proprio su come intervenire. Ci<br />
si rende conto che qualsiasi demolizione contribuisce a<br />
cancellare l’identità del luogo ma d’altra parte l’intervento<br />
non-intervento che forza in spazi esistenti nuove funzioni,<br />
genera con il tempo <strong>di</strong>sagi che comunque si ripercuotono sulla<br />
struttura e su chi la vive.<br />
Il mio progetto parte dal considerare l’e<strong>di</strong>ficio un qualcosa <strong>di</strong><br />
vivo che negli anni non deve essere soltanto conservato<br />
attraverso lavori <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria manutenzione ma deve saper<br />
evolversi in funzione <strong>di</strong> chi lo vive. Per questo più che <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>fica è corretto parlare <strong>di</strong> sviluppo dove il rispetto del<br />
persistente <strong>di</strong>venta punto <strong>di</strong> partenza per una crescita futura<br />
che rispecchia le esigenze della nuova funzione attribuita.<br />
Operazione certamente non facile ma sicuramente l’unica nel<br />
suo genere perché aree <strong>di</strong>smesse come queste possano<br />
ritornare ad essere vitali come un tempo.<br />
Su questi presupposti, la prima fase dei progetto ha mirato a<br />
ricercare i caratteri che contrad<strong>di</strong>stinguono questo luogo da<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Napoli<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
48<br />
2007<br />
SILVIA BRICCOLI BATI<br />
GABRIELE LA ROSA<br />
Relatore<br />
Del Bono Andrea<br />
Titolo LA CITTA' FRA NATURA E SPAZIO URBANO- RIQUALIFICAZIONE AREA EX<br />
Sezione CAMPO Arch. e Città DI CONTENTRAMENTO PER PRIGIONIERI DI GUERRA A VITTORIA<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
TAVOLA 1: ANALISI DEL<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole TERRITORIO<br />
Ubicaz.<br />
Ragusa<br />
TAVOLA 2: ANALISI<br />
DELL'AMBIENTE URBANO<br />
TAVOLA 3: IQNUADRAMENTO<br />
SCALA 1:200 CON SCHEMI<br />
PROGETTUALI<br />
TAVOLA 4: PIANTA PIANO<br />
TERRA SCALA 1:1000 CON<br />
Testo<br />
DISTRIBUZIONE DEGLI EDIFICI<br />
La scelta dell'area ex campo <strong>di</strong> concentramento nasce<br />
principalmente dall'idea <strong>di</strong> porre un limite all'espansione della<br />
città verso l'area stessa.<br />
L'abusivismo degli anni '60 che ha provocato la rottura della<br />
maglia a scacchiera su cui è basato l'assetto urbanistico del<br />
600 rischia <strong>di</strong> intaccare non solo l'area presa in esame, ma<br />
anche la modalità con la quale si dovrà operare la nuova<br />
espansione urbana .<br />
La posizione strategica dell'area rappresenta l'inizio delle<br />
analisi effettuate affinché si possa operare un riqualificazione<br />
urbana mirata principalmente a non intaccare gli equilibri<br />
naturali della riserva naturale pino d'Aleppo.<br />
L'area, che si sviluppa per una superficie <strong>di</strong> 18 Ha, è<br />
attraversata dall'asse stradale <strong>di</strong> via Garibal<strong>di</strong> e, nella parte<br />
opposta, lambita dalla Riserva Naturale Pino D'Aleppo.<br />
L'asse <strong>di</strong> Via Garibal<strong>di</strong> attraversa tutta la città passando per<br />
piazza del popolo che rappresenta da oltre 2 secoli , il centro<br />
economico e sociale della città.<br />
L'area attualmente è occupata da strutture sportive, dal museo<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
209<br />
Relatore<br />
Zermani Paolo<br />
Au tore<br />
Giacomo Pirazzoli<br />
Andrea Cesaretti<br />
Matricola<br />
Titolo Intervento <strong>di</strong> riutilizzo dell’area degli ex pubblici macelli in Lucca<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Correlatori<br />
ElencoTavole<br />
1999<br />
tavola n° 1 : pianta planivolumetrica in<br />
scala 1 :500 dello stato <strong>di</strong> fatto,<br />
tavola n° 2 : pianta piano terra in scala 1<br />
:200 dello stato <strong>di</strong> fatto,<br />
due sezioni in scala 1 :500,<br />
tavola n° 3 : prospetti del complesso in<br />
scala 1 :200,<br />
tavola n° 4 : : pianta planivolumetrica in<br />
scala 1 :500 dello stato <strong>di</strong> progetto,<br />
tavola n° 5 : : pianta piano terra in scala 1<br />
:500 dello stato <strong>di</strong> progetto, due sezioni in<br />
scala 1 :500,<br />
Il processo <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> questa area parte da elementi,<br />
precedentemente progettati, che sono il blocco dei macelli e<br />
l’asse viario <strong>di</strong> collegamento con la circonvallazione.<br />
Inoltre possiamo sfruttare la presenza <strong>di</strong> due aree una libera,<br />
ad ovest, l’altra e<strong>di</strong>ficata, ad est, dove troviamo la presenza<br />
<strong>di</strong> stabili <strong>di</strong>smessi e in pieno abbandono, me<strong>di</strong>ante la totale<br />
demolizione possiamo sfruttare le potenzialità <strong>di</strong> questa area e<br />
inserirla nel contesto <strong>di</strong> un progetto unitario <strong>di</strong> valorizzazione<br />
della zona.<br />
Imme<strong>di</strong>atamente consequenziale è stato in<strong>di</strong>viduare la forza e<br />
il valore del tema della composizione progettuale basata<br />
sull’utilizzo <strong>di</strong> un asse ; l’impianto generale deve reggersi<br />
sull’equilibrio <strong>di</strong> una “linea “ che metta la strada, gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong><br />
nuova progettazione, gli stabili dei macelli, gli spazi <strong>di</strong> filtro e<br />
gli spazi aperti in rapporto tra loro e or<strong>di</strong>narne la sequenza.<br />
La centralità del progetto è e resta l’area dei Macelli.<br />
Delineati i due elementi <strong>di</strong> partenza sui quali impostare le<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Lucca<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
218<br />
Au tore<br />
Clau<strong>di</strong>o DINI<br />
Simona FINOCCHIARO<br />
Titolo VIAGGI DISSOLTI<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
Correlatori<br />
ElencoTavole<br />
1999<br />
TAV.1 INTENTI DI PROGETTO<br />
(collage <strong>di</strong> immagini come unione tra<br />
spazi portuali e citta’)<br />
TAV.2 INQUADRAMENTO<br />
URBANISTICO (aereofotogrammetrici<br />
con inserimento del progetto nell’are<br />
<strong>di</strong> intervento)<br />
TAV.3 STUDI PRELIMINARI<br />
TAV.4 PLANIVOLUMETRICO 1:500<br />
TAV.5 PROSPETTI SEZIONE 1:200<br />
TAV.6 PIANTE CONO SCALA 1:200<br />
Relatore<br />
La scelta <strong>di</strong> un area <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> confine è legata<br />
alla possibilità che essa offre <strong>di</strong> allargare la fascia <strong>di</strong><br />
relazione tra città e zona <strong>di</strong> porto turistico, oggi in<br />
opposizione tra loro quasi che questo non fosse parte<br />
integrante della città,opposizione che si concretizza già<br />
fisicamente nella barriera doganale che impe<strong>di</strong>sce la<br />
libera fruizione delle aree <strong>di</strong> pertinenza del porto e che<br />
contribuiscono a fare <strong>di</strong> Livorno una città <strong>di</strong> passaggio<br />
e non <strong>di</strong> sosta,città che nasconde invece una realtà<br />
fatta <strong>di</strong> colori,attrezzi,oggetti appena scoperti in un<br />
mondo che apparentemente sembra chiuso.<br />
Il progetto si pone in promo luogo come tentativo <strong>di</strong><br />
ricucitura del tessuto urbanistico <strong>di</strong> questa parte <strong>di</strong><br />
città che ha come elemento unificatore l’acqua ma<br />
anche <strong>di</strong> unire mon<strong>di</strong> ed esperienze <strong>di</strong>verse :quelle del<br />
citta<strong>di</strong>no e quelle del viaggiatore appena arrivato<br />
contribuendo a fare <strong>di</strong> questa zona non più un<br />
passaggio funzionale ma un filtro comunicativo.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Cremonini Lorenzino<br />
Genere<br />
Teoria dell'architettura<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
219<br />
Au tore<br />
Clau<strong>di</strong>o DINI<br />
Michele Parenti<br />
Titolo VIAGGI DISSOLTI<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
Correlatori<br />
ElencoTavole<br />
1999<br />
TAV.1 INTENTI DI PROGETTO<br />
(collage <strong>di</strong> immagini come unione tra<br />
spazi portuali e citta’)<br />
TAV.2 INQUADRAMENTO<br />
URBANISTICO (aereofotogrammetrici<br />
con inserimento del progetto nell’are<br />
<strong>di</strong> intervento)<br />
TAV.3 STUDI PRELIMINARI<br />
TAV.4 PLANIVOLUMETRICO 1:500<br />
TAV.5 PROSPETTI SEZIONE 1:200<br />
TAV.6 PIANTE CONO SCALA 1:200<br />
Relatore<br />
La scelta <strong>di</strong> un area <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> confine è legata<br />
alla possibilità che essa offre <strong>di</strong> allargare la fascia <strong>di</strong><br />
relazione tra città e zona <strong>di</strong> porto turistico, oggi in<br />
opposizione tra loro quasi che questo non fosse parte<br />
integrante della città,opposizione che si concretizza già<br />
fisicamente nella barriera doganale che impe<strong>di</strong>sce la<br />
libera fruizione delle aree <strong>di</strong> pertinenza del porto e che<br />
contribuiscono a fare <strong>di</strong> Livorno una città <strong>di</strong> passaggio<br />
e non <strong>di</strong> sosta,città che nasconde invece una realtà<br />
fatta <strong>di</strong> colori,attrezzi,oggetti appena scoperti in un<br />
mondo che apparentemente sembra chiuso.<br />
Il progetto si pone in promo luogo come tentativo <strong>di</strong><br />
ricucitura del tessuto urbanistico <strong>di</strong> questa parte <strong>di</strong><br />
città che ha come elemento unificatore l’acqua ma<br />
anche <strong>di</strong> unire mon<strong>di</strong> ed esperienze <strong>di</strong>verse :quelle del<br />
citta<strong>di</strong>no e quelle del viaggiatore appena arrivato<br />
contribuendo a fare <strong>di</strong> questa zona non più un<br />
passaggio funzionale ma un filtro comunicativo.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Cremonini Lorenzino<br />
Genere<br />
Teoria dell'architettura<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
225<br />
1999<br />
Relatore<br />
Pannocchia Vittorio<br />
Au tore Francesco Mosciatti<br />
Matricola<br />
Titolo Scansioni temporali: Concorso Europan 5, Ancona, Italia<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
ElencoTavole<br />
cONCETTO / I<br />
Stu<strong>di</strong>o delle relazioni urbane del sito<br />
<strong>di</strong> progetto con il suo contesto e<br />
spiegazione del percorso concettuale.<br />
PROGRAMMA 1<br />
Planivolumetrico (scala 1:1000) e<br />
schemi progettuali <strong>di</strong> inserimento del<br />
progetto, montaggi <strong>di</strong> immagini che<br />
rappresentano le relazione tra le<br />
funzioni, la luce ed i materiali.<br />
URBANO 1<br />
Il tema della <strong>tesi</strong>, il concorso Europan, arrivato alla quinta<br />
e<strong>di</strong>zione, ha come oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o le aree che si trovano ai<br />
limiti dei sistemi viari delle città.<br />
L’area <strong>di</strong> progetto ,situata in Ancona, acquista una “forma”,<br />
facilmente riconoscibile, verso la metà del 1800 perché<br />
accoglie la prima “espansione” del nucleo storico oltre la zona<br />
del porto. Il tema principe della progettazione architettonica<br />
ottocentesca e cioè l’isolato, anche in questa occasione lascia<br />
un segno “forte”; infatti, ancora oggi, appare delimitato da due<br />
viali, che solcano il territorio in modo evidente. Si tratta però <strong>di</strong><br />
una “compattezza” utopica, vera solo per la rappresentazione<br />
della planimetria.<br />
La realtà fisica del sito è ben altra. L’area è stata soggetta, nel<br />
corso del tempo, a numerose demolizioni e ricostruzioni, molto<br />
spesso avvenute senza regole <strong>di</strong> pianificazione. La<br />
contemporanea presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti funzioni come ad<br />
esempio una chiesa, una piccola fabbrica ancora funzionante,<br />
un cinema ed un magazzino a<strong>di</strong>bito a deposito comunale, è<br />
in<strong>di</strong>ce uno sviluppo veloce e non programmato. Il risultato può<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Ancona<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
241<br />
1997<br />
Cosimo Protopapa<br />
Relatore<br />
Degl'Innocenti Piero<br />
Un progetto per il quartiere delle ceramiche a Grottaglie<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
Tavola n°1 :INQUADRAMENTO<br />
TERRITORIALE<br />
infrastrutture, confini, orografia, del<br />
territorio comunale <strong>di</strong> Grottaglie<br />
Tavola n°2 : IL CENTRO STORICO<br />
pianta del 1600, confronto con le<br />
città <strong>di</strong> influenze islamiche<br />
del me<strong>di</strong>terraneo<br />
pianta del 1881 scala 1 :2000,<br />
analisi ambientale funzionale del<br />
centro storico<br />
Come dare un volto a un luogo, sia che si tratti delle nostre<br />
case, oppure <strong>di</strong> aggregati <strong>di</strong> luoghi come l'intera città o la<br />
regione che lo contiene? Non possiamo farlo senza ammettere<br />
che l'or<strong>di</strong>ne seguito dalla nostra descrizione è frutto <strong>di</strong> una<br />
procedura selettiva - classificatoria: una cornice immobile<br />
fissata su una scena in perenne movimento. La vita della città<br />
è pervasa da incertezze e inquietu<strong>di</strong>ni: progettare vuol <strong>di</strong>re<br />
conoscerle, comprenderle e dare un senso al tempo, non<br />
considerarlo perennemente stabile, bensì inequivocabilmente<br />
transitorio.<br />
I segni <strong>di</strong> tale cornice, appartenenti al luogo, determinano il<br />
linguaggio e la ratione loci che lo qualifica. Per il momento il<br />
mio stu<strong>di</strong>o non potrà parlare con suoni nuovi, ma tenterà <strong>di</strong><br />
tracciare i lineamenti <strong>di</strong> alcune analisi possibili: nessuna ci<br />
<strong>di</strong>ce chi è Grottaglie, ma tutte consentono <strong>di</strong> coglierne gli<br />
aspetti più significativi in<strong>di</strong>spensabili per operare con<br />
oculatezza in quel processo <strong>di</strong> manipolazione dello spazio<br />
urbano, che può realisticamente concretizzarsi nella pratica<br />
progettuale attraverso la conoscenza <strong>di</strong> tutti gli aspetti che lo<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Grottaglie<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
242<br />
1998<br />
Enrico Baroni<br />
Luca Podrini<br />
Relatore<br />
Tramonti Ulisse<br />
Titolo Un segno nella città “Sistemazione dell’area ex Istituto Bramante <strong>di</strong><br />
Sezione Pesaro” Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Tav.1 Inquadramento storico<br />
dell’area<br />
Tav.2 Planivolumetrico scala 1:200<br />
Tav.3 Pianta piano interrato scala<br />
1:200<br />
Tav.4 Pianta piano terra scala 1:200<br />
Tav.5 Pianta piano primo scala 1:200<br />
Tav.6 Pianta piano secondo scala<br />
1:200<br />
Tav.7 Pianta piano terzo scala 1:200<br />
Tav.8 Pianta piano quarto scala<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Pesaro<br />
ElencoTavole<br />
Sito nell’asse del decumano, presso l’ex Barriera Rossini e sul<br />
tracciato delle vecchie mura citta<strong>di</strong>ne il lotto si pone come zona<br />
<strong>di</strong> cerniera tra una realtà planimetricamente irregolare del<br />
Centro Storico ed un impianto a scacchiera regolare <strong>di</strong> lotti con<br />
villini che, parallelamente al viale Della repubblica conduce al<br />
mare.<br />
Il progetto, che segue e reinterpreta le idee del bando <strong>di</strong><br />
concorso, interessa tutta l’area dell’e<strong>di</strong>ficio ex Bramante, il<br />
Lago Aldo Moro che già storicamente interrompeva l’asse del<br />
decumano all’imbocco con viale Della Repubblica e parte<br />
dell’area contrapposta all’e<strong>di</strong>ficio in questione.<br />
Le attività inserite nell’area <strong>di</strong> mq. ( ?) sono quelle previste dal<br />
bando <strong>di</strong> concorso (nuova sede uffici comunali, uffici privati,<br />
terziario e residenza) con l’interessante e quanto mai<br />
necessario inserimento <strong>di</strong> una biblioteca con spazi accessori,<br />
e <strong>di</strong> una sala convegni.<br />
Lo schema planimetrico reinterpreta alcuni interessanti segni<br />
storici della città:<br />
1) una cortina muraria (quinta) ricalca il preciso tracciato delle<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
243<br />
1998<br />
Enrico Baroni<br />
Relatore<br />
Tramonti Ulisse<br />
Alessandro Salvatori<br />
Matricola<br />
Titolo Un segno nella città “Sistemazione dell’area ex Istituto Bramante <strong>di</strong><br />
Sezione Pesaro” Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Tav.1 Inquadramento storico<br />
dell’area<br />
Tav.2 Planivolumetrico scala 1:200<br />
Tav.3 Pianta piano interrato scala<br />
1:200<br />
Tav.4 Pianta piano terra scala 1:200<br />
Tav.5 Pianta piano primo scala 1:200<br />
Tav.6 Pianta piano secondo scala<br />
1:200<br />
Tav.7 Pianta piano terzo scala 1:200<br />
Tav.8 Pianta piano quarto scala<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Pesaro<br />
ElencoTavole<br />
Sito nell’asse del decumano, presso l’ex Barriera Rossini e sul<br />
tracciato delle vecchie mura citta<strong>di</strong>ne il lotto si pone come zona<br />
<strong>di</strong> cerniera tra una realtà planimetricamente irregolare del<br />
Centro Storico ed un impianto a scacchiera regolare <strong>di</strong> lotti con<br />
villini che, parallelamente al viale Della repubblica conduce al<br />
mare.<br />
Il progetto, che segue e reinterpreta le idee del bando <strong>di</strong><br />
concorso, interessa tutta l’area dell’e<strong>di</strong>ficio ex Bramante, il<br />
Lago Aldo Moro che già storicamente interrompeva l’asse del<br />
decumano all’imbocco con viale Della Repubblica e parte<br />
dell’area contrapposta all’e<strong>di</strong>ficio in questione.<br />
Le attività inserite nell’area <strong>di</strong> mq. ( ?) sono quelle previste dal<br />
bando <strong>di</strong> concorso (nuova sede uffici comunali, uffici privati,<br />
terziario e residenza) con l’interessante e quanto mai<br />
necessario inserimento <strong>di</strong> una biblioteca con spazi accessori,<br />
e <strong>di</strong> una sala convegni.<br />
Lo schema planimetrico reinterpreta alcuni interessanti segni<br />
storici della città:<br />
1) una cortina muraria (quinta) ricalca il preciso tracciato delle<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
255<br />
2002<br />
Nicoletta Novelli<br />
Giuseppe De Gianni<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
San Giovanni V.no nel sistema metropolitani fiorentino<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Accelerazione + movimento+<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole sosta = metropoli.<br />
Ubicaz.<br />
San Giovanni<br />
Infrastrutture (tavola fotografica)<br />
San Givanni Valdarno a 360°<br />
(tavola fotografica)<br />
Il sistema urbano<br />
Ideogrammi<br />
Planivolumetrico (1/1000)<br />
Piante-sezioni livello -5m<br />
Testo<br />
ferriera (1/500)<br />
La storia della città.<br />
L'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> San Giovanni è frutto <strong>di</strong> una volontà precisa, che risale<br />
alla fine del tre<strong>di</strong>cesimo secolo, quando Firenze deliberò la costruzione<br />
<strong>di</strong> un castello nella pianura dell'Arno a metà strada tra i centri <strong>di</strong> Figline<br />
V.no (oggi provincia <strong>di</strong> Firenze) e Montevarchi (oggi provincia <strong>di</strong><br />
arezzo).<br />
San Giovanni non nacque però semplicemente come presi<strong>di</strong>o militare,<br />
ma come cuore <strong>di</strong> un nuovo centro legato alle necessità <strong>di</strong> uno sviluppo<br />
agricolo e commerciale del capoluogo fiorentino.<br />
Non è mai stato in<strong>di</strong>viduato l'anno preciso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Castel San<br />
Giovanni: secondo Giovanni Villani la nascita è collocabile intorno al<br />
1296, qualche anno più tar<strong>di</strong> secondo gli storici contemporanei.<br />
Sicuramente comunque, i lavori <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione continuarono sotto la<br />
<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arnolfo <strong>di</strong> Cambio al quale viene attribuita la paternità del<br />
progetto urbanistico e del Palazzo Pretorio.<br />
La cinta muraria <strong>di</strong> Castel San Giovanni fu realizzata in fretta e per<br />
prima; già nel 1342 essa respinse l'aggressione <strong>di</strong> Umbertini, Ubal<strong>di</strong>ni e<br />
Pazzi. Tre anni più tar<strong>di</strong> resistette ai Tarlati <strong>di</strong> Arezzo e alle truppe del<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
256<br />
2002<br />
Nicoletta Novelli<br />
Daniele Del Cucina<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
San Giovanni V.no nel sistema metropolitani fiorentino<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Accelerazione + movimento+<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole sosta = metropoli.<br />
Ubicaz.<br />
San Giovanni<br />
Infrastrutture (tavola fotografica)<br />
San Givanni Valdarno a 360°<br />
(tavola fotografica)<br />
Il sistema urbano<br />
Ideogrammi<br />
Planivolumetrico (1/1000)<br />
Piante-sezioni livello -5m<br />
Testo<br />
ferriera (1/500)<br />
La storia della città.<br />
L'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> San Giovanni è frutto <strong>di</strong> una volontà precisa, che risale<br />
alla fine del tre<strong>di</strong>cesimo secolo, quando Firenze deliberò la costruzione<br />
<strong>di</strong> un castello nella pianura dell'Arno a metà strada tra i centri <strong>di</strong> Figline<br />
V.no (oggi provincia <strong>di</strong> Firenze) e Montevarchi (oggi provincia <strong>di</strong><br />
arezzo).<br />
San Giovanni non nacque però semplicemente come presi<strong>di</strong>o militare,<br />
ma come cuore <strong>di</strong> un nuovo centro legato alle necessità <strong>di</strong> uno sviluppo<br />
agricolo e commerciale del capoluogo fiorentino.<br />
Non è mai stato in<strong>di</strong>viduato l'anno preciso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Castel San<br />
Giovanni: secondo Giovanni Villani la nascita è collocabile intorno al<br />
1296, qualche anno più tar<strong>di</strong> secondo gli storici contemporanei.<br />
Sicuramente comunque, i lavori <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione continuarono sotto la<br />
<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arnolfo <strong>di</strong> Cambio al quale viene attribuita la paternità del<br />
progetto urbanistico e del Palazzo Pretorio.<br />
La cinta muraria <strong>di</strong> Castel San Giovanni fu realizzata in fretta e per<br />
prima; già nel 1342 essa respinse l'aggressione <strong>di</strong> Umbertini, Ubal<strong>di</strong>ni e<br />
Pazzi. Tre anni più tar<strong>di</strong> resistette ai Tarlati <strong>di</strong> Arezzo e alle truppe del<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
259<br />
1998<br />
AlessandroTinacci<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Titolo L’effetto della pianificazione urbanistica <strong>di</strong> San Giovanni Valdarno<br />
Sezione sull’immagine Arch. e Disegnodella<br />
città dal dopoguerra in poi<br />
Genere Disegno<br />
Tavola n. 1 – In<strong>di</strong>viduazione<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
territoriale ed ambiente geografico.<br />
Ubicaz.<br />
Tavola n. 2 – La fondazione <strong>di</strong><br />
Firenze<br />
San Giovanni Valdarno.<br />
Tavola n. 3 – Situazione e<br />
variazione del tessuto urbano tra ‘800<br />
e primi del ‘900.<br />
Tavola n. 4 – I complessi <strong>di</strong><br />
archeologia industriale.<br />
Tavola n. 5 – L’espansione e la<br />
scena urbana al 1950.<br />
ElencoTavole<br />
Nel lavoro <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> da noi presentato ci siamo voluti<br />
confrontare con una realtà citta<strong>di</strong>na, quella <strong>di</strong> San<br />
Giovanni Valdarno, certamente vasta e complessa.<br />
L’antica colonia fiorentina - fondata ex novo su basi<br />
geometriche - si è mantenuta a lungo come tanti altri<br />
centri storici circoscritta e delimitata da quel confine fisico<br />
e mentale costituito dalle mura, e connesso al<br />
circondario dalle quattro porte <strong>di</strong> accesso. Solo a<br />
seguito <strong>di</strong> quello che fu lo sviluppo industriale si è<br />
innescato il processo <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia ed<br />
inglobamento <strong>di</strong> quei villaggi che gravitavano nell’orbita<br />
del centro maggiore.<br />
Il lavoro della nostra ricerca parte dal secondo dopoguerra,<br />
momento in cui la crescita urbana si avvia in maniera<br />
assai rapida, senza ovviamente trascurare quei<br />
mutamenti antecedenti che hanno inciso nelle<br />
trasformazioni urbane e architettoniche. Si è analizzato,<br />
come era nei nostri propositi, il processo evolutivo e le<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
270<br />
1998<br />
Giuseppe Scarpino<br />
Relatore<br />
Bellini Alessandro<br />
Titolo Luoghi produttivi per il terzo millennio: la riconversione dell’ area Gover alle<br />
Sezione Piagge Arch. e Disegno<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
1 - PRODUZIONE<br />
2 - Evoluzione Storica<br />
3 - Immagini Storiche<br />
4 - Il Luogo<br />
5 - Lettura del Territorio<br />
6 - La Fabbrica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
7 - Quadro Urbano<br />
8 - Proposte<br />
9 - Lettura Segnica<br />
10 - Metaprogetto<br />
11 - L’ approccio al Territorio<br />
Immagine1<br />
ElencoTavole<br />
L’ipo<strong>tesi</strong> progettuale nasce da una visione della città non come<br />
“unità globale”, ma come “unione <strong>di</strong> elmenti” molto <strong>di</strong>versi tra<br />
loro e concentra l’attenzione sul piano dell’ intervento puntuale,<br />
a cui si delega il ruolo sgnificante del progetto urbano.<br />
Esso nasce dall’ esigenza <strong>di</strong> ricucire tre insiemi <strong>di</strong> città molto<br />
<strong>di</strong>versi tra loro e separati da forti barriere naturali ( il fiume ) ed<br />
artificiali ( l’ asse viario e ferroviario<br />
).<br />
Tre pezzi <strong>di</strong> città, i borghi storici <strong>di</strong> Quaracchi e Brozzi da una<br />
parte, con una loro ben precisa identità urbana, la fascia<br />
dequalificata delle Piagge dall’ altra, infine la sponda sud<br />
<strong>di</strong>etro i quartieri dell’ Argingrosso, un vero e proprio<br />
“non-luogo”; tre realtà urbane confinanti ma incre<strong>di</strong>bilmente<br />
<strong>di</strong>verse e incomunicanti tra loro.<br />
L’ intervento nella sua globalità si sviluppa in lunghezza, una<br />
tensione orizzontale che si colloca <strong>di</strong>acronicamente tra<br />
passato presente e futuro.<br />
E’ l’ espressione <strong>di</strong> un gesto naturale, istintivo, venuto fuori<br />
inevitabilmente dal primo approccio <strong>di</strong> lettura del territorio, un<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
271<br />
1998<br />
Paolo Silverj<br />
Relatore<br />
Bellini Alessandro<br />
Titolo Luoghi produttivi per il terzo millennio: la riconversione dell’ area Gover alle<br />
Sezione Piagge Arch. e Disegno<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
1 - PRODUZIONE<br />
2 - Evoluzione Storica<br />
3 - Immagini Storiche<br />
4 - Il Luogo<br />
5 - Lettura del Territorio<br />
6 - La Fabbrica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
7 - Quadro Urbano<br />
8 - Proposte<br />
9 - Lettura Segnica<br />
10 - Metaprogetto<br />
11 - L’ approccio al Territorio<br />
Immagine1<br />
ElencoTavole<br />
L’ipo<strong>tesi</strong> progettuale nasce da una visione della città non come<br />
“unità globale”, ma come “unione <strong>di</strong> elmenti” molto <strong>di</strong>versi tra<br />
loro e concentra l’attenzione sul piano dell’ intervento puntuale,<br />
a cui si delega il ruolo sgnificante del progetto urbano.<br />
Esso nasce dall’ esigenza <strong>di</strong> ricucire tre insiemi <strong>di</strong> città molto<br />
<strong>di</strong>versi tra loro e separati da forti barriere naturali ( il fiume ) ed<br />
artificiali ( l’ asse viario e ferroviario<br />
).<br />
Tre pezzi <strong>di</strong> città, i borghi storici <strong>di</strong> Quaracchi e Brozzi da una<br />
parte, con una loro ben precisa identità urbana, la fascia<br />
dequalificata delle Piagge dall’ altra, infine la sponda sud<br />
<strong>di</strong>etro i quartieri dell’ Argingrosso, un vero e proprio<br />
“non-luogo”; tre realtà urbane confinanti ma incre<strong>di</strong>bilmente<br />
<strong>di</strong>verse e incomunicanti tra loro.<br />
L’ intervento nella sua globalità si sviluppa in lunghezza, una<br />
tensione orizzontale che si colloca <strong>di</strong>acronicamente tra<br />
passato presente e futuro.<br />
E’ l’ espressione <strong>di</strong> un gesto naturale, istintivo, venuto fuori<br />
inevitabilmente dal primo approccio <strong>di</strong> lettura del territorio, un<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
282<br />
2000<br />
Antonio Capestro<br />
Tommaso Bellucci<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Una nuova immagine per il territorio <strong>di</strong> Fano il polo artigianale per la città<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1. IL SISTEMA VALLIVO<br />
MARCHIGIANO<br />
Il sistema delle infrastrutture<br />
Corpi territoriali regionali<br />
Scala 1:100.000<br />
2. FASI DELL’EVOLUZIONE URBANA<br />
sin<strong>tesi</strong> dei piani urbani<br />
Scala 1:25.000<br />
3. SISTEMA RELAZIONALE<br />
SISTEMA DEGLI INTERESSI<br />
SISTEMA DEI VUOTI E DEI MARGINI<br />
Scala 1:25.000<br />
Il “modo <strong>di</strong> fare la città che ha caratterizzato gli ultimi<br />
decenni, segmentato nei <strong>di</strong>versi momenti del pensare il Piano<br />
e del realizzarlo attraverso singoli interventi architettonici,<br />
non può risolvere i problemi della città attuale” ; si avverte la<br />
necessità <strong>di</strong> ulteriori strumenti e a tal fine “il <strong>di</strong>segno urbano<br />
(…) può essere riconosciuto come nuovo possibile<br />
strumento <strong>di</strong> progettazione della città. Non certo alternativo<br />
all’Urbanistica ed alla Progettazione Architettonica, bensì ad<br />
esse complementare.”<br />
Partendo da tali presupposti questo lavoro cerca <strong>di</strong> definire il<br />
proprio intervento progettuale all’interno <strong>di</strong> un più ampio<br />
sistema <strong>di</strong> riorganizzazione della struttura urbano-territoriale.<br />
La Valle del Metauro, in cui si situa la città <strong>di</strong> Fano, <strong>di</strong>venta<br />
quin<strong>di</strong> il primo elemento analizzato, cercando <strong>di</strong> chiarire la<br />
logica <strong>di</strong> organizzazione del sistema vallivo e <strong>di</strong> come questo<br />
si inserisce all’interno del sistema infrastrutturale ed<br />
ambientale marchigiano.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Fano<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
290<br />
2000<br />
Silvia Fabi<br />
Simone Coletti<br />
Relatore<br />
-Casamonti Marco<br />
Titolo Progetto <strong>di</strong> qualificazione urbana in località Tavernuzze, Comune<br />
Sezione D’Impruneta<br />
-non afferente-<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Tavola 1 (planimetria generale)<br />
Tavola 2 (planivolumetrico area<br />
parcheggio)<br />
Tavola 3 (pianta piano terra,<br />
prospetti parcheggio)<br />
Tavola 4 (pianta piano tipo,<br />
sezioni parcheggio)<br />
Tavola 5 (pianta, prospetto,<br />
sezione attraversamento pedonale)<br />
Tavola 6 (planivolumetrico area<br />
piazza, planivolumetrico ara ex<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Impruneta<br />
ElencoTavole<br />
La realizzazione <strong>di</strong> un nuovo piano regolatore, per l'area <strong>di</strong><br />
Tavarnuzze (comune d'Impruneta), è <strong>di</strong>venuta una realtà dopo<br />
gli interventi <strong>di</strong> viabilità proposti dalla società autostradale per il<br />
tratto dell' A1 in prossimità del casello Firenze Certosa.<br />
L'intervento prevede la costruzione della terza corsia<br />
autostradale, la progettazione dello svincolo autostradale<br />
(rotatoria), e la realizzazione della variante a quattro corsie che<br />
collegherà <strong>di</strong>rettamente Firenze con il casello dell'A1.<br />
Approfittando <strong>di</strong> questa situazione il comune d'Impruneta ha<br />
allargato la zona d intervento che dal casello, attraverso il<br />
centro <strong>di</strong> Tavarnuzze arriva fino all'area delle ex cave.<br />
Il piano proposto dal comune prevede alcuni interventi <strong>di</strong><br />
carattere viario ed altri a carattere e<strong>di</strong>lizio.<br />
In prossimità dell'autostrada sarà realizzato un parcheggio<br />
definito " scambiatore" che raccoglierà il traffico privato per<br />
convogliarlo su quello pubblico.<br />
Arrivando al centro <strong>di</strong> Tavarnuzze l'intervento richiesto prevede<br />
la riqualificazione della piazza centrale, con l’inserimento <strong>di</strong> un<br />
parcheggio interrato, e la realizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
292<br />
1997<br />
Francesco Bertolini<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Una “porta” per Firenze. Area F.lli Franchi, Varlungo<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
TAV.1 Planimetria in scala 1:2000 e<br />
fotografie dell'area <strong>di</strong> progetto.<br />
TAV.2 Schizzi <strong>di</strong> progetto<br />
TAV.3 Planivolumetria in scala<br />
1:500 dell'intervento progettuale.<br />
TAV.4 Profili in scala 1:500<br />
dell'intervento progettuale e delle<br />
zone circostanti.<br />
TAV.5 Pianta piano terra in scala<br />
1:200 dell'e<strong>di</strong>ficio principale.<br />
TAV.6 Pianta piano primo in scala<br />
Premessa<br />
Nel 1992 si stabiliscono i contenuti essenziali del nuovo PRG<br />
<strong>di</strong> Vittorini. Tra questi troviamo delle in<strong>di</strong>cazioni riguardanti<br />
interventi per la definizione dei nuovi limiti della città, in quanto<br />
si ritiene che "uno dei fondamentali fattori <strong>di</strong> qualificazione e <strong>di</strong><br />
riconoscibilità della città è costituito dalla sua delimitazione<br />
fisica, naturale e costruita". Accanto a questi si prevede la<br />
costruzione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> "porte" citta<strong>di</strong>ne; si tratta cioè <strong>di</strong><br />
interventi che mirano, oltre che a creare una <strong>di</strong>stinzione fisica<br />
fra interno ed esterno della città, a fornire <strong>di</strong> adeguati servizi le<br />
aree destinate ad accogliere chi entra in città.<br />
L' area Fratelli Franchi è situata al limite sud-est <strong>di</strong> Firenze, in<br />
un punto in riva all'Arno in cui si incontrano le strade che<br />
provengono da Pontassieve, ad est, e dal casello autostradale,<br />
a sud, e da cui dovrebbe partire una nuova strada <strong>di</strong><br />
circonvallazione citta<strong>di</strong>na, già prevista dal Piano Detti nel 1962.<br />
E' inoltre una zona limite della città in cui si percepisce<br />
facilmente la <strong>di</strong>stinzione fra città e campagna. In base a queste<br />
semplici considerazioni credo che si possa considerare l'area<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
302<br />
2000<br />
Relatore<br />
Natalini Adolfo<br />
Antonio Scopacasa<br />
Un progetto sulla Friedrichstrasse a Berlino<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
-Tavola planivolumetrica con<br />
inquadramento dell’area alla scala 1:2000 e<br />
vista generale del progetto alla scala 1:500;<br />
-Tavola contenente le piante del pregetto in<br />
scala 1:500 del piano terreno e delle<br />
autorimesse al primo piano sottostrada;<br />
-Tavola (scala 1:500) contenente la pianta<br />
al piano me<strong>di</strong>o e prospetti;<br />
-Tavola composita <strong>di</strong> prospetto sulla<br />
Friedrichstrsse (scala 1:200), assonometria<br />
dal basso<br />
del blocco affacciato su tale strada Scala<br />
L’area del progetto, si affaccia nella parte più a nord, quasi terminale,<br />
della Friedrichstrasse (quartiere Mitte), ovvero in quella sua parte del<br />
tracciato successiva al primo tracciamento settecentesco e, nel secolo<br />
successivo, protesa oltre il fiume Sprea verso quei nuovi quartieri che,<br />
con una vocazione maggiormente residenziale e popolana, andavano<br />
saturandosi intorno alla città murata seguendo un impianto viario più<br />
spontaneo. Attualmente, e in questa parte, la Friedrichstrasse vede<br />
<strong>di</strong>ssolvere il suo ruolo <strong>di</strong> strada rappresentativa, commerciale e<br />
burocratica, che comunque aveva vissuto prima della guerra, verso un<br />
utilizzo più promiscuo e una scarsa qualità degli e<strong>di</strong>fici che vi si<br />
affacciano, molti dei quali <strong>di</strong> ricostruzione post-bellica o recente.<br />
L’affaccio del lotto, attualmente vacante, sulla famosa strada berlinese<br />
non è l’unico, anzi ne è il minore, quasi una bocca per un’area che si<br />
estende per circa 22.000 mq , da lato a lato, all’interno <strong>di</strong> un isolato <strong>di</strong><br />
forma triangolare tra le altre strade Oranienburgerstrasse,<br />
frequentatissima <strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte per i numerosi locali e bar, la Neue<br />
Sinagogue, il Tacheles, e la Johannisstrasse, strada secondaria, con molti<br />
e<strong>di</strong>fici non utilizzati e mancanze post-belliche e il retro del teatro <strong>di</strong><br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Berlino<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
304<br />
2000<br />
Tatiana Mori<br />
Relatore<br />
Spezza Guido<br />
Prato e lo sviluppo tipologico delle sue industrie tessili<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
TAVOLA 1 Il ciclo produttivo<br />
TAVOLA 2 Schema dei flussi<br />
inse<strong>di</strong>ativi del ciclo tessile all'interno<br />
della città<br />
TAVOLA 3 Schemi dell'evoluzione<br />
delle superfici industriali sul territorio<br />
comunale<br />
Elenco delle industrie fuori e dentro il<br />
centro della città<br />
TAVOLA 4 Carta della struttura<br />
inse<strong>di</strong>ativa: il centro antico<br />
Nella relazione è interessante cogliere una specie <strong>di</strong> rapporti:<br />
precisamente i rapporti fra l’industria e la società pratese, in quanto<br />
hanno implicazioni sociali; i rapporti fra l’industria e il territorio <strong>di</strong><br />
Prato, in quanto hanno implicazioni territoriali. L’industria è l’attività<br />
per eccellenza della società pratese, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>re rapporto industria<br />
territorio, significa, più precisamente, rapporto fra la società pratese ed<br />
il territorio su cui si è inse<strong>di</strong>ata; cioè, fra la società pratese e l’ambiente:<br />
lo spazio; così siamo nel campo dell’architettura e dell’urbanistica,<br />
prima <strong>di</strong> questa, poi <strong>di</strong> quella; siamo nel campo della sociologia, ed<br />
anche della antropologia culturale. Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>venta qui un <strong>di</strong>scorso<br />
sulla <strong>di</strong> Prato. In esso si vuol comprendere, anche secondo<br />
l’interpretazione <strong>di</strong>namica che ne da l’antropologia culturale, la tendenza<br />
degli in<strong>di</strong>vidui ad inserirsi, integrarsi e riconorscersi in una determinata<br />
società. E’ una realtà che è fatta <strong>di</strong> chiese, del palazzo del potere<br />
pubblico e anche <strong>di</strong> zone dove si svolgono operazioni artigianali, le quali<br />
stanno alla base <strong>di</strong> operazioni che saranno poi quelle industriali.<br />
La città me<strong>di</strong>oevale è un organismo che finisce con le mura, e all’interno<br />
delle mura è tutta viva, serve tutta, funziona tutta. Su quella struttura<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Prato<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
313<br />
2000<br />
Tiziano Ungherese<br />
Relatore<br />
Gemignani Bruno<br />
Titolo Dall’e<strong>di</strong>ficio - mondo all’e<strong>di</strong>ficio - strada: la riqualificazione urbana dell’area<br />
Sezione delle Arch. e ex Città carceri <strong>di</strong> Salerno<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
1. Planimetria generale della città <strong>di</strong><br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Salerno, cenni sul P.R.G. del 1994 e<br />
sul concorso internazionale <strong>di</strong> idee:<br />
“E<strong>di</strong>fici mondo: concorso per il<br />
recupero del centro antico <strong>di</strong><br />
Ubicaz.<br />
Salerno<br />
Salerno”.<br />
2. L’area delle ex carceri: analisi del<br />
sistema viario, stato <strong>di</strong> degrado degli<br />
e<strong>di</strong>fici, destinazioni d’uso e stima del<br />
<strong>di</strong>slivello.<br />
Immagine1<br />
ElencoTavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Gli argomenti esposti in questa <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea rappresentano l’ideale<br />
prosecuzione <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> ricerca e stu<strong>di</strong>o svolto da un gruppo <strong>di</strong><br />
architetti e studenti universitari coor<strong>di</strong>nato dal prof. Giuliano Gresleri,<br />
or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia dell’<strong>Architettura</strong> presso la facoltà <strong>di</strong> ingegneria<br />
dell’Ateneo bolognese, e composto, fra gli altri, dal laureando Tiziano<br />
Ungherese e dall’architetto Fabio Fornasari, correlatore <strong>di</strong> questa <strong>tesi</strong> e<br />
collaboratore del prof. Bruno Gemignani, relatore della stessa.<br />
Il gruppo si è formato in occasione del concorso internazionale <strong>di</strong> idee<br />
“E<strong>di</strong>fici mondo: concorso per il recupero del centro antico <strong>di</strong> Salerno”<br />
indetto nel settembre del 1997 dal Comune <strong>di</strong> Salerno, ideato dall’urbanista<br />
Bernardo Secchi nell’ambito dell’attuazione del nuovo Piano Regolatore<br />
Generale della città redatto dall’architetto catalano Oriol Bohigas.<br />
Ipo<strong>tesi</strong> d’intervento<br />
La proposta progettuale si pone come imprescin<strong>di</strong>bili obiettivi la<br />
definizione <strong>di</strong> una strategia generale <strong>di</strong> intervento per la riqualificazione<br />
urbana <strong>di</strong> aree degradate dei centri storici e la sua applicazione al caso<br />
specifico dell’area delle ex carceri <strong>di</strong> Salerno.<br />
Un’analisi storica, morfologica e strutturale della città, del quartiere da<br />
risanare e dei suoi e<strong>di</strong>fici più rappresentativi, precede qualunque ipo<strong>tesi</strong><br />
progettuale.<br />
Note<br />
Matricola<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
319<br />
2000<br />
Antonio Capestro - Cinzia Palumbo<br />
Provvidenzio Messina<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Titolo Una nuova centralità tra Giarre e Riposto. Nuovi spazi e vocazioni tra città e<br />
Sezione territorio Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
N. 1- INQUADRAMENTO<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
TERRITORIALE<br />
N. 2- SISTEMA DEI FLUSSI<br />
N. 3- SISTEMA DEGLI INTERESSI<br />
N. 4- IDEOGRAMMA PROGETTUALE<br />
Ubicaz.<br />
Catania<br />
N. 5- MORFOLOGIA DELLA<br />
STRUTTURA SPAZIALE<br />
N. 6- VERIFICA DEL SISTEMA DI<br />
PROGETTO<br />
N. 7- PIANTA LIVELLO -450<br />
Immagine1<br />
ElencoTavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Cap.1 - IL LUOGO DEL PROGETTO<br />
1.1 .- NOTIZIE STORICHE<br />
1.1.1. - La Contea <strong>di</strong> Mascali<br />
1.2. - LA VIA CONSOLARE<br />
1.2.1. - Comune <strong>di</strong> Giarre. Notizie storiche<br />
1.3. - I MAGAZZINI A MARE<br />
1.3.1. - Comune <strong>di</strong> Riposto. Notizie storiche<br />
1.4. - LA BIPOLARITA'<br />
1.4.1. - lo sviluppo parallelo<br />
1.5. - IL TERRITORIO E LE SUE CARATTERISTICHE<br />
1.5.1. - caratteristiche geografiche<br />
1.5.2. - relazioni territoriali<br />
Cap. 2 - IL BIPOLO URBANO GIARRE E RIPOSTO<br />
2.1. - ANALISI LEGISLATIVA<br />
2.1.1. -P d F del 1989 <strong>di</strong> Giarre - PRG del 1991 <strong>di</strong> Riposto<br />
2.2. - CONCLUSIONI DELL'ANALISI<br />
2.2.1. - i fattori <strong>di</strong> crisi<br />
Cap. 3 - IL PROGETTO<br />
3.1. -NUOVA STRATEGIA TERRITORIALE<br />
3.1.1. - la porta telematica e del turismo<br />
3.1.2. - sistema culturale, formativo e <strong>di</strong> ricerca applicata<br />
Note<br />
Matricola<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
322<br />
2001<br />
Alberto Baratelli - Alberto Bove<br />
Giovanna Taddei<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Firenze l'ex cinema Apollo:una nuova porta per l'alta velocità<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Firenze l'ex cinema Apollo:una<br />
nuova porta per l'A.V.<br />
-tavola 1 la storia-evoluzione storica<br />
dell'e<strong>di</strong>ficio oggetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> e delle<br />
zone limitrofe<br />
-tavola 2 la rassegna<br />
stampa-raccolta <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani dove vi<br />
siano articoli sull'ex cinema<br />
-tavola 3 il rilievo- rilievo dell'e<strong>di</strong>ficio<br />
e fotografie<br />
-tavole 4 l'idea <strong>di</strong> progetto-il<br />
Analizzando il problema dell'alta velocità a Firenze,argomento<br />
trattato durante il laboratorio <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong> finale, abbiamo<br />
constatato che la città subirà, nei prossimi anni, gran<strong>di</strong><br />
trasformazioni <strong>di</strong> carattere urbanistico. Tutto il sistema -<br />
spostamento sarà alterato dalla costruzione della nuova<br />
stazione per l'alta velocità che inizialmente porterà una<br />
rivalutazione dei quartieri limitrofi ad essa, ma che causerà<br />
anche cambiamenti per quanto riguarda le infrastrutture; oltre<br />
alla creazione <strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> strade principali che la<br />
collegheranno con i principali no<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, sarà infatti, unita<br />
<strong>di</strong>rettamente alla stazione centrale sia con la creazione <strong>di</strong> una<br />
tramvia che potrà trasportare il viaggiatore da una stazione<br />
all'altra, sia con un percorso pedonale.<br />
La posizione in cui è posto l'ex cinema Apollo,argomento della<br />
nostra <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea, secondo noi, è strategica e potrebbe<br />
<strong>di</strong>ventare fulcro <strong>di</strong> tutto il nuovo sistema.<br />
Oggi, il viaggiatore, per lo più il turista, che arriva in stazione<br />
entra in città e non ha un punto informazioni valido; né per<br />
avere un panorama generale dei luoghi <strong>di</strong> interesse della città,<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
323<br />
2002<br />
Alberto Baratelli - Alberto Bove<br />
Luigi Rizzi<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Firenze l'ex cinema Apollo:una nuova porta per l'alta velocità<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Firenze l'ex cinema Apollo:una<br />
nuova porta per l'A.V.<br />
-tavola 1 la storia-evoluzione storica<br />
dell'e<strong>di</strong>ficio oggetto <strong>di</strong> <strong>tesi</strong> e delle<br />
zone limitrofe<br />
-tavola 2 la rassegna<br />
stampa-raccolta <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani dove vi<br />
siano articoli sull'ex cinema<br />
-tavola 3 il rilievo- rilievo dell'e<strong>di</strong>ficio<br />
e fotografie<br />
-tavole 4 l'idea <strong>di</strong> progetto-il<br />
Analizzando il problema dell'alta velocità a Firenze,argomento<br />
trattato durante il laboratorio <strong>di</strong> sin<strong>tesi</strong> finale, abbiamo<br />
constatato che la città subirà, nei prossimi anni, gran<strong>di</strong><br />
trasformazioni <strong>di</strong> carattere urbanistico. Tutto il sistema -<br />
spostamento sarà alterato dalla costruzione della nuova<br />
stazione per l'alta velocità che inizialmente porterà una<br />
rivalutazione dei quartieri limitrofi ad essa, ma che causerà<br />
anche cambiamenti per quanto riguarda le infrastrutture; oltre<br />
alla creazione <strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> strade principali che la<br />
collegheranno con i principali no<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, sarà infatti, unita<br />
<strong>di</strong>rettamente alla stazione centrale sia con la creazione <strong>di</strong> una<br />
tramvia che potrà trasportare il viaggiatore da una stazione<br />
all'altra, sia con un percorso pedonale.<br />
La posizione in cui è posto l'ex cinema Apollo,argomento della<br />
nostra <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> laurea, secondo noi, è strategica e potrebbe<br />
<strong>di</strong>ventare fulcro <strong>di</strong> tutto il nuovo sistema.<br />
Oggi, il viaggiatore, per lo più il turista, che arriva in stazione<br />
entra in città e non ha un punto informazioni valido; né per<br />
avere un panorama generale dei luoghi <strong>di</strong> interesse della città,<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
324<br />
2000<br />
Alessandra Abbondanza<br />
Luca Silvia Ferrari Fabbri<br />
Relatore<br />
Tramonti Ulisse<br />
Miramare <strong>di</strong> Rimini: riqualificazione della colonia novarese<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1. Tavola storica<br />
2. Inquadramento generale scala<br />
1:2000<br />
3. Ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> progetto scala 1:2000<br />
4. Planivolumetrico scala 1:1000<br />
5. Pianta scala 1:500<br />
6. Pianta cantieri scala 1:200<br />
7. Pianta colonia scala 1:200<br />
8. Prospetto cantieri lato mare scala<br />
1:200<br />
9. Prospetto colonia scala 1:200<br />
A cento anni dal primo ospizio marino sulla costa<br />
riminese, sono così sorte cento colonie <strong>di</strong> cui la metà<br />
sono solo una variante povera della pensione: decine<br />
sono ormai isolate, oppure accechiate, le altre da<br />
Miramare al Marano sembrano gran<strong>di</strong> cetacei<br />
spiaggiati sull’ultimo tratto <strong>di</strong> costa non ancora<br />
cementificato. Ed è proprio l’ambiente della costa che<br />
deve essere meglio salvaguardato e ripristinato negli<br />
spazi ancora miracolosamente liberi. Le 246 colonie<br />
superstiti sono in uno stato <strong>di</strong> assoluto abbandono e<br />
deperimento. Sono state esposte <strong>di</strong>verse proposte <strong>di</strong><br />
salvaguar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> recupero, <strong>di</strong> riuso intelligente degli<br />
e<strong>di</strong>fici che ritroviamo tra Cattolica e Cervia, ma<br />
purtroppo l’atteggiamento della Regione e dei Comuni<br />
interessati non dà molta strada alle speranze, almeno<br />
nell’imme<strong>di</strong>ato. Infatti nei piani urbanistici vengono<br />
previste altre aree <strong>di</strong> espansione turistico albcrghiero,<br />
come se la grande macchina del <strong>di</strong>vertimento non<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Rimini<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
328<br />
1997<br />
Antonio Capestro<br />
Carla Bonaria Zedda<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Riorganizzazione Urbana dell'area portuale <strong>di</strong> Cagliari<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tav 0 Presentazione<br />
Tav 1 Lettura del sistema territoriale<br />
Tav 2 Lettura del sistema urbano in<br />
rapporto al territorio<br />
Tav 3 Foto relative ai temi enunciati<br />
Tav 4 Evoluzione della città<br />
Tav 5 Rapporto centro storico - porto<br />
Tav 6 Struttura funzionale del porto<br />
Tav 7 Progetto urbanistico / scelte<br />
generali<br />
Tav 8 Struttura relazionale generale<br />
Cagliari è localizzata allo sbocco della pianura meri<strong>di</strong>onale sarda (il<br />
Campidano), sul golfo omonimo, ed ha sempre avuto una vocazione<br />
commerciale come luogo <strong>di</strong> traffico e scambio dei prodotti agricoli e del<br />
sale <strong>di</strong> produzione locale.<br />
Il porto della città è sempre stato quin<strong>di</strong> il momento <strong>di</strong> scambio, <strong>di</strong><br />
rapporti e relazioni fra cose e persone, mentre attualmente ha perso<br />
queste caratteristiche in riferimento al coinvolgimento della città e dei<br />
suoi abitanti che soffrono dell'impiego puramente tecnico della zona<br />
portuale.<br />
Il motivo della incomunicabilità fra il mare e la città è da ricercarsi nello<br />
sviluppo in<strong>di</strong>scriminato delle vie <strong>di</strong> comunicazione, soprattutto su<br />
gomma, che invadono gli ambiti portuali degradando quella che un<br />
tempo era una vera piazza per Cagliari, densa <strong>di</strong> avvenimenti e incontri<br />
che ne sottolineavano la natura <strong>di</strong> città <strong>di</strong> mare.<br />
Dapprima il progetto offre una risposta alle problematiche che hanno<br />
origine a livello territoriale, risolvendo quin<strong>di</strong> la questione delle<br />
infrastrutture quali strade, ferrovie, porto, aeroporto e i riflessi nel<br />
punto <strong>di</strong> contatto comune con la città. In tale punto si creano i<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Cagliari<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
346<br />
2000<br />
C. Gonnella<br />
Giuliano Passini<br />
Relatore<br />
Taddei Domenico<br />
Titolo Riuso e riqualificazione della rocca sforzesca <strong>di</strong> Dozza imdese: un museo<br />
Sezione della -non afferente- fiaba<br />
Genere Disegno<br />
TAV 1 Planimetria geometrica e<br />
materica Scala 1:200<br />
TAV 2 Pianta Piano<br />
sotto-seminterrato (Quote<br />
variabili)Scala 1:50<br />
TAV 3 Pianta Piano seminterrato<br />
(Quota +0.50) Scala 1:50<br />
TAV 4 Pianta Piano terra (Quota<br />
+3.50) Scala 1:50<br />
TAV 5 Pianta Piano primo (Quota<br />
+8.00) Scala 1:50<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
ElencoTavole<br />
La fiaba affonda le ra<strong>di</strong>ci nell'esistenza umana, nell'esperienza<br />
vissuta <strong>di</strong> tutti gli uomini, trasferisce energia in forma <strong>di</strong><br />
conoscenza, svela trame sepolte <strong>di</strong> un passato collettivo<br />
facendole emergere in forma <strong>di</strong> racconto. Castello e fiaba sono<br />
intrecciati in un percorso che sembra un destino comune:<br />
entrambi rispondono alle leggi delle trasformazioni naturali e<br />
culturali, entrambi si sono mo<strong>di</strong>ficati nella struttura e adattati<br />
alle mutevoli esigenze della vita dell'uomo. Il museo della<br />
Rocca Sforzesca <strong>di</strong> Dozza imolese cerca <strong>di</strong> offrire un rifugio alla<br />
fiaba, modellando spazi nei quali essa possa vivere ed essere<br />
vissuta con l'inseparabile incan<strong>tesi</strong>mo che l'accompagna.<br />
Forse, se si sentirà a suo agio, la fiaba ricambierà la cor<strong>tesi</strong>a<br />
dell'ospitalità, lasciandosi raccontare attorno ad un albero in<br />
cima ad una montagna, forse mostrandosi appiattita su uno<br />
schermo davanti ad una marmaglia <strong>di</strong> bambini vocianti seduti<br />
su funghetti, forse sparpagliandosi in giro in forma <strong>di</strong> piccole<br />
briciole pronte per essere raccolte e in<strong>di</strong>care una via, o forse<br />
ancora stropicciandosi fra le pagine <strong>di</strong> vecchi libri e nuovi<br />
supporti or<strong>di</strong>nati e puliti.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
347<br />
2000<br />
Reza Ansari<br />
Andrea Necor<br />
Relatore<br />
Breschi Alberto<br />
Una porta per Livorno, riqualificazione del molo cosimo<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
Tav.1<br />
La prima tavola che presentiamo<br />
fornisce l'inquadramento della nostra<br />
zona <strong>di</strong> intervento rispetto alla città <strong>di</strong><br />
Livorno, nonché l'inserimento della<br />
stessa rispetto al territorio circostante.<br />
Nella composizione della tavola<br />
viene evidenziata inoltre l'evoluzione<br />
della città, tramite tutta una serie <strong>di</strong><br />
immagini fra le quali troviamo anche<br />
carte del Buontalenti. Inizialmente la<br />
Le ragioni per cui abbiamo deciso <strong>di</strong> affrontare il tema della<br />
riqualificazione del molo Cosimo, facente parte del Porto<br />
Me<strong>di</strong>ceo della città <strong>di</strong> Livorno, vanno ricercate nella passione<br />
verso il mare, elemento misterioso dal fascino ammaliante e<br />
nei temi affrontati dal corso tenuto dal professor A. Breschi.<br />
Lo spunto per questo lavoro è nato dalla lettura della<br />
pubblicazione fatta dal comune <strong>di</strong> Livorno del Nuovo Piano<br />
Strutturale per la città, redatto dallo stu<strong>di</strong>o Gregotti; in esso<br />
vengono affrontati tre temi a scala urbana, la Porta a Mare, La<br />
Porta a Terra e il Nuovo Centro.<br />
La nostra scelta è caduta sulla Porta a Mare, in quanto il luogo<br />
deputato a tale intervento, risulta fornire intense emozioni e al<br />
contempo essere pregnante <strong>di</strong> significato. Per spiegare ciò<br />
basta trovarsi sulla punta estrema del molo stesso, nella parte<br />
detta dei "Piloti", dove si può avere la percezione <strong>di</strong> un<br />
qualcosa che è già ma non ancora, ovvero del mare aperto, la<br />
cui vista tuttavia è preclusa dalla presenza della <strong>di</strong>ga curvilinea.<br />
Il Nuovo Piano Strutturale, senza l'approvazione del<br />
regolamento e<strong>di</strong>lizio da parte del comune, risulta fornire<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Livorno<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
367<br />
2003<br />
Fabio Fabbrizzi<br />
Filippo Cavalli<br />
Relatore<br />
Gioli Alessandro<br />
Titolo Ipo<strong>tesi</strong> per il recupero <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> relazioni urbane nell'area del<br />
Sezione Castello Arch. e Contesto dell'Imperatore a Prato<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
Tav N. 1 Tavola storico introduttiva<br />
Contenuti: inquadramento<br />
territoriale, presentazione del tema<br />
attraverso materiale fotografico,<br />
riferimenti storico culturali.<br />
Tav N. 2 Prato : il Castello Svevo,<br />
ricognizione storica.<br />
Contenuti: Planimetrie storiche della<br />
città <strong>di</strong> prato a partire dal IX sec.;<br />
progetto per la<br />
realizzazione <strong>di</strong> Viale Piave,<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Prato<br />
ElencoTavole<br />
L'oggetto <strong>di</strong> questo lavoro consiste nella proposta <strong>di</strong> un<br />
"intervento <strong>di</strong> rianimazione" concernente un episo<strong>di</strong>o<br />
"eccezionale" della città <strong>di</strong> Prato: la permanenza storica del<br />
Castello Svevo, monumento attualmente ridotto ad inerte ed<br />
offesa testimonianza <strong>di</strong> sé stesso. Questa struttura , voluta da<br />
Federico II intorno al 1247 all'interno <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong><br />
riorganizzazione dell'impero, costituisce un evento unico nel<br />
suo genere in Toscana e più in generale nell' Italia del centro<br />
nord.<br />
La sensazione <strong>di</strong> cesura che pervade attualmente il fruitore, fra<br />
lo straor<strong>di</strong>nario involucro murario della fortezza, corpo estraneo<br />
nella città , e l'ambiente circostante nel suo complesso è<br />
nettissima. Da lontano il castello emerge come qualcosa <strong>di</strong><br />
fiabesco, sorprendente, ma via via che ci si avvicina è<br />
impossibile non avvertire una sensazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio nel<br />
riscontrare, lo stridore, la <strong>di</strong>ssonanza determinata dalle<br />
con<strong>di</strong>zioni attuali <strong>di</strong> esistenza <strong>di</strong> questo monumento, esempio<br />
<strong>di</strong> tensione ad una perfezione estetica asse<strong>di</strong>ata dai<br />
problemi tipici delle città attuali. Ma <strong>di</strong>ssonanza in campo<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
387<br />
1998<br />
Vittorio Moreni<br />
Cristina Antonelli<br />
Relatore<br />
Preti Mario<br />
Titolo “Qualità urbana e inquinamento ambientale. Situazione attuale a La Spezia<br />
Sezione e Arch. P.U.T. e Città soluzioni alternative<br />
Genere Estimo<br />
Cenni <strong>di</strong> storia urbanistica: i primi<br />
documenti cartografici.<br />
Progetto iniziale dell' Arsenale<br />
Militare (1851-59) e piano regolatore<br />
per le quote ampliamento della città<br />
nella pianura <strong>di</strong> Migliarina (1908)<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
La Spezia<br />
ElencoTavole<br />
Analisi degli assi ra<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> accesso<br />
alla città<br />
Viabilità primaria, secondaria e<br />
La città della Spezia si sviluppa in una stretta striscia <strong>di</strong> terra<br />
serrata tra la linea <strong>di</strong> costa e le colline che ne hanno vincolato<br />
le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo favorendone uno sviluppo a maglia<br />
quadrata.<br />
La struttura della rete viaria, rispetto all' Area Centrale della<br />
Città, è <strong>di</strong> tipo ra<strong>di</strong>ale, con una serie <strong>di</strong> assi provenienti da aree<br />
esterne che penetrano fino al centro della città attestandosi sui<br />
due assi importanti della rete urbana: Viale Italia - Viale<br />
Amendola e Galleria Spallanzani, che porta traffici elevati ed<br />
impropri sulle strade limitrofe dotate <strong>di</strong> una capacità<br />
ambientale molto bassa.<br />
Attraverso uno stu<strong>di</strong>o del sistema infrastrutturale urbano, la<br />
capacità delle strade, dei flussi <strong>di</strong> traffico nelle varie fasce<br />
orarie della giornata, la composizione <strong>di</strong> quest' ultimo lungo le<br />
ra<strong>di</strong>ali, le origini, le destinazioni e la <strong>di</strong>stribuzione del traffico<br />
specifico dell' Area Centrale, si evidenziano le necessità e le<br />
carenze della situazione viaria attuale.<br />
Dall' indagine sull' inquinamento acustico ed atmosferico<br />
emergono valori molto elevati nelle aree limitrofe la Galleria<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
390<br />
1998<br />
Raffaele Moschillo<br />
Relatore<br />
Car<strong>di</strong>ni Marco<br />
Titolo PROGETTO PER UN MUSEO ARCHEOLOGICO NEL CASTELLO DI<br />
Sezione CASALBORE Arch. e Disegno (AV)<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
LA STRUTTURA GEOGRAFICA E<br />
ANTROPICA DEL TERRITORIO<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Lamezia Terme (Cz)<br />
ElencoTavole<br />
PLANIMETRIE<br />
scala 1:25000 - 1:10000<br />
I SITI ARCHEOLOGICI<br />
PLANIMETRIE<br />
scala 1:25000 - 1:10000<br />
"Da qualche parte deve pur esistere, credo, una regione<br />
protetta nella quale il nuovo, deponendo le armi e issando la<br />
ban<strong>di</strong>era bianca della pace, possa penetrare senza fare troppi<br />
danni. Non tutte queste regioni hanno una connotazione fisica<br />
ben precisa, ma alcune possono essere chiaramente in<strong>di</strong>cate<br />
sulla carta geografica. Tra queste c'è il Sud dell'Europa. Qui ho<br />
imparato che sopravvive attraverso i secoli solo ciò che<br />
rappresenta una continuazione , sia pur inverosimile, <strong>di</strong><br />
qualche cosa. [...] Non esiste l'illuminato e puro "avvenire" così<br />
come non esiste niente che vada definitivamente perduto.<br />
Nell'avvenire c'è il passato. L'antichità può sparire dai nostri<br />
occhi, ma non dal nostro sangue.<br />
Joseph Roth<br />
E' stato bello per me ritrovare una parte delle mie sensazioni in<br />
queste frasi lette qualche tempo fa, in concomitanza della<br />
scelta del mio tema <strong>di</strong> <strong>tesi</strong>. In quel momento avevo intrapreso<br />
la ricerca <strong>di</strong> un luogo costruito che potesse ospitare una delle<br />
più importanti collezioni archeologiche del Sud dell'Italia. Quel<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
398<br />
1997<br />
Relatore<br />
Macci Loris<br />
Tommaso Bertini - Cristiano Toraldo <strong>di</strong> Francia<br />
Elisabetta Maria Agostini<br />
Ascoli Piceno: Architetture del Territorio. I nuovi luoghi urbani.<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
- Prima fase:<br />
Tavole <strong>di</strong> analisi della forma urbana,<br />
<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'area,<br />
avvicinamento e precisazione del<br />
tema attraverso il <strong>di</strong>segno, modelli<br />
tri<strong>di</strong>mensionali.<br />
- Seconda fase:<br />
Tavola 1:<br />
Rapporto con la città storica in scala<br />
1:5000, planivolumetrico dell'intera<br />
"Dove le forme esauriscono le loro<br />
variazioni e si <strong>di</strong>sfano,<br />
comincia la fine della città"<br />
Italo Calvino<br />
Dall'analisi urbana al progetto.<br />
L'analisi della forma urbana, il tentativo <strong>di</strong> rintracciare i<br />
segni in cui si é "raffreddata", il <strong>di</strong>segno paziente della struttura<br />
urbana attraverso l'in<strong>di</strong>viduazione dei margini ancora<br />
riconoscibili e delle idee <strong>di</strong> spazio che, rinnovandosi nella<br />
funzione, hanno accompagnato l'evolversi della città, sono le<br />
operazioni che hanno informato i primi mesi <strong>di</strong> lavoro.<br />
Il progetto doveva derivare i propri segni dalla città<br />
consolidata imparando a conoscerne, tramite il <strong>di</strong>segno, i<br />
rapporti strutturali e <strong>di</strong>mensionali al fine <strong>di</strong> tradurli in nuove<br />
figure ancora riconoscibili. La città storica, confinata all'interno<br />
dei suoi limiti naturali, non ha fatto altro che ricalcarne il segno<br />
con le mura, opera <strong>di</strong> appropriazione e <strong>di</strong>fesa dello spazio<br />
costruito. Ma un altro segno emerge con la stessa forza<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Ascoli Piceno<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
402<br />
1998<br />
Niccola Cuconato<br />
Relatore<br />
Paoli Piero<br />
Recupero urbano del cantiera navale "Luigi Orlando" a Livorno<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
1. Analisi dei tracciati urbani scala 1<br />
:10.000<br />
2. Sistema delle relazioni (1) scala 1<br />
:5000<br />
3. Sistema delle relazioni (2) scala 1<br />
:5000<br />
4. Il sistema dei villaggi, connessioni,<br />
potenzialità scala 1 :5000<br />
5. Il borgo, la città, la porta a mare<br />
scala 1 :5000<br />
6. Il rapporto tra città e mare scala 1<br />
Nella scelta del sito per lo sviluppo <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> recupero<br />
urbano ubicato nella citta' <strong>di</strong> Livorno, ho tenuto conto <strong>di</strong> tre<br />
fattori prioritari : 1) il carattere <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento industriale<br />
all'interno <strong>di</strong> un tessuto urbano consolidato e<br />
morfologicamente già saturo ; 2) la necessità <strong>di</strong> destinare il<br />
luogo a funzioni legate al tessuto circostante ma anche ad<br />
attrezzature <strong>di</strong> carattere più generale, come polo <strong>di</strong> riferimento<br />
citta<strong>di</strong>no e complementare alla "città dei servizi" esistente nel<br />
centro <strong>di</strong> Livorno ; 3) la sua matrice storica ed economica<br />
nonché la proiezione nel futuro dell'in<strong>di</strong>rizzo che la comunità<br />
intende perseguire.<br />
L'obiettivo si è focalizzato così sulla zona dei cantieri navali<br />
"Luigi Orlando" seguendo anche le linee generali che<br />
l'amministrazione comunale intende seguire a riguardo della<br />
riqualificazione della costa, delle attrezzature marittime e delle<br />
attività ad esse collegate.<br />
Il lungo affaccio sul mare della città, la riconversione <strong>di</strong> certe<br />
attività marittime, hanno animato gli amministratori nella<br />
stesura del Piano Strutturale curato dallo stu<strong>di</strong>o Gregotti, che<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Livorno<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
414<br />
1997<br />
Carlo Pignatti Morano<br />
Relatore<br />
Cremonini Lorenzino<br />
Titolo Area antistante palazzo Bentivoglio a Bologna: ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> una<br />
Sezione zona Arch. fortemente e Innovazione degradata<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
TAVOLA N. 1 : ZONA DI STUDIO :<br />
STORIA ( immagini e planimetrie<br />
storiche).<br />
TAVOLA. N. 2 : ZONA DI STUDIO :<br />
STATO DI FATTO ( immagini ,<br />
planimetrie della zona)<br />
TAVOLA N. 3 : SITUAZIONE DI<br />
DEGRADO ALL'ORDINE (<br />
rappresentazioni dello stato <strong>di</strong> fatto<br />
nel degrado e stato <strong>di</strong> progetto<br />
nell'or<strong>di</strong>ne)<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Bologna<br />
ElencoTavole<br />
L'area <strong>di</strong> cui mi occupo è situata nel quartiere Nord-Est del<br />
centro storico della città <strong>di</strong> Bologna, un tempo zona "nobile"<br />
della città ed oggi il fulcro culturale della stessa.<br />
In essa infatti, si trovano il Teatro Comunale, il Conservatorio,<br />
la maggior parte degli Istituti e librerie Universitarie e i più bei<br />
palazzi signorili.<br />
Purtroppo da svariato tempo, essa è al centro <strong>di</strong> forti<br />
polemiche, in quanto è stata rilevata una situazione <strong>di</strong> grave<br />
degrado e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, causati dalla massiccia frequenza <strong>di</strong><br />
balor<strong>di</strong> che, soprattutto <strong>di</strong> sera e nei perio<strong>di</strong> estivi, ne fanno un<br />
punto <strong>di</strong> riferimento per lo spaccio <strong>di</strong> droga, per il commercio <strong>di</strong><br />
biciclette e materiali rubati e, sotto i portici che fiancheggiano<br />
soprattutto Via Zamboni, un luogo "dormitorio" per sè stessi e<br />
per i vari barboni.<br />
Tutto ciò è causato principalmente dalla grande desolazione e<br />
mancata affluenza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, essendo appunto solamente<br />
luogo <strong>di</strong> grande afflusso giornaliero <strong>di</strong> studenti e null'altro.<br />
La mia area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, situata <strong>di</strong> fronte a Palazza Bentivoglio,<br />
uno degli e<strong>di</strong>fici più splendenti<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
419<br />
1997<br />
Marco Matteini<br />
Fabio Alderotti<br />
Relatore<br />
Natalini Adolfo<br />
Un progetto per piazza Alberti a Firenze<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
Tav. 1 Prospettiva aerea<br />
dell'intervento - Planimetria dello<br />
stato <strong>di</strong> fatto scala 1:2000 -<br />
planimetria con gli interventi scala<br />
1:2000<br />
Tav. 2 Foto aerea generale<br />
dell'intervento - Planimetrie storiche:<br />
ricostruzione storica dell'area <strong>di</strong><br />
intervento<br />
Subito fuori dalle vecchie mura <strong>di</strong> Firenze, si estende, tra Arno e<br />
Colline, un breve tratto <strong>di</strong> Pianura, che si è venuta formando<br />
con il passare dei tempi grazie ai depositi del fiume.<br />
Dominano a Nord i poggi <strong>di</strong> Fiesole e Settignano ed oltr'Arno le<br />
alture dei monti Pilli e dell'Incontro.<br />
E' una pianura aperta, incorniciata nel più classico paesaggio<br />
fiorentino, fertile, ma anche preda delle inondazioni del fiume<br />
che più volte l'ha trasformata in palude.<br />
Pianura occupata da gente che coltivava la terra e che subì il<br />
susseguirsi delle vicende storiche che interessarono la<br />
Firenze racchiusa nelle mura trecentesche.<br />
A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altre parti <strong>di</strong> Firenze, qui essere stati vicini ad<br />
una tale città non portò a gran<strong>di</strong> giovamenti: arte, cultura,<br />
ricchezza poco arrivavano fra questi campi, dove invece<br />
tracimava l'Arno e le soldataglie rubavano a piacimento.<br />
Successivamente la nascita <strong>di</strong> Firenze capitale d'Italia, si<br />
registrò una espansione della città anche al <strong>di</strong> fuori delle<br />
vecchie mura abbattute.<br />
Il cuore dell'intervento è costituito da una piazza <strong>di</strong> questo<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
427<br />
1997<br />
Bianca Maria Bergonzi<br />
Patrizia Alberini<br />
Relatore<br />
Zermani Paolo<br />
"Tra paesaggio e città': un progetto per Colorno"<br />
Sezione Luoghi dell'Arch.<br />
ElencoTavole<br />
Tavola 1: Localizzazione <strong>di</strong> Colorno<br />
nel territorio e viabilità<br />
Tavola 2: Il luogo<br />
Tavola 3: E<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> interesse storico<br />
Tavola 4: In<strong>di</strong>viduazione delle aree<br />
<strong>di</strong> intervento<br />
Tavola 5: Evoluzione storica del<br />
tessuto urbano<br />
Tavola 6: Gerarchia dei percorsi<br />
FASE DI PROGETTO<br />
Lo stu<strong>di</strong>o del centro storico <strong>di</strong> Colorno è nato dalla volontà <strong>di</strong><br />
proporre un piano complessivo <strong>di</strong> intervento all'interno del<br />
quale potessero rientrare gli elementi caratterizzanti il paese;<br />
vale a <strong>di</strong>re la Piazza, il cuore del centro storico, l'asse che<br />
tramite essa congiunge gli e<strong>di</strong>fici storici dell'Aranciaia e della<br />
Veneria e l'asse, perpen<strong>di</strong>colare al precedente, rappresentato<br />
dagli argini sul torrente Parma, che congiunge l'e<strong>di</strong>ficio della<br />
Torre delle Acque con il complesso <strong>di</strong> San Liborio, oltre che i<br />
tre ponti principali del paese.<br />
Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong> intervento, a scala urbana,<br />
che tenta una ricucitura del centro storico attraverso il suo<br />
fulcro ed i suoi assi principali soffermando l'attenzione sulla<br />
Piazza, il percorso lungo gli argini, il Ponte sul Lorno e l'asse<br />
centrale <strong>di</strong> collegamento.<br />
Il centro storico <strong>di</strong> Colorno presenta, ancora in gran parte, un<br />
aspetto settecentesco - ottocentesco, fatta eccezione per<br />
l'e<strong>di</strong>ficio municipale ed altre, poche, case <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia<br />
contemporanea.<br />
La forma del paese è ben definita e se<strong>di</strong>mentata dal tempo<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Colorno<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
463<br />
2003<br />
Mauro Alpini<br />
Filippo Butti<br />
Relatore<br />
Zermani Paolo<br />
Titolo Sansepolcro: Santa Maria dei Minori Osservanti. Un Progetto nella Città <strong>di</strong><br />
Sezione Piero Luoghi Della dell'Arch. Francesca.<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
TAV.1 Il Borgo e la sua valle.<br />
Inquadramento generale dell'area<br />
oggetto della <strong>tesi</strong>. Il contesto<br />
ambientale. La Valle Alto Tiberina<br />
Toscana e la città <strong>di</strong> Borgo<br />
Sansepolcro.<br />
TAV.2 Il luogo del progetto.<br />
Descrizione fotografica della zona del<br />
progetto.<br />
TAV.3 La città della mente. Piero<br />
della Francesca ed il Borgo. La Valle<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Sansepolcro<br />
ElencoTavole<br />
L'area oggetto dello stu<strong>di</strong>o della <strong>tesi</strong> si trova all'interno della<br />
cinta muraria della città ed è occupata attualmente dalla ex<br />
chiesa <strong>di</strong> Santa Maria dei Minori Osservanti, da tutti gli e<strong>di</strong>fici<br />
dell'Ente Tabacchi Italiani e dalle scuole elementari e me<strong>di</strong>e"<br />
Luca Pacioli ". La scelta <strong>di</strong> tale area come oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
nasce dall'esigenza espressa dall'Amministrazione Comunale<br />
<strong>di</strong> Sansepolcro <strong>di</strong> recuperare questa parte della città che ha<br />
subito negli ultimi centocinquanta anni una serie <strong>di</strong><br />
manomissioni importanti che, in vista della totale <strong>di</strong>smissione<br />
dell'Ente Tabacchi Italiani, rimarrebbe inutilizzata . Anche l'area<br />
su cui insiste il complesso scolastico, costruito negli anni<br />
settanta, occupa uno spazio che era stato ine<strong>di</strong>ficato per<br />
cinquecento anni, In parole povere è prevista la demolizione<br />
del complesso scolastico (già prevista dal P.R.G.), da<br />
ricostruire altrove e <strong>di</strong> tutti gli e<strong>di</strong>fici dell'E.T.I. eccezion fatta per<br />
ciò che resta della chiesa.<br />
Estremamente singolare è la vicenda che ha riguardato questa<br />
parte della città e merita <strong>di</strong> essere brevemente accennata. Il<br />
complesso scolastico comprende una zona pressoché<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
465<br />
2003<br />
Fabio Fabbrizzi<br />
Riccardo Cherubini<br />
Relatore<br />
Gioli Alessandro<br />
Titolo Tra informazione e cultura. Riqualificazione dell’area ospedaliera del<br />
Sezione Comune Arch. e Contesto <strong>di</strong> Prato<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
TAV. 1 _ ANALISI STORICA<br />
TAV. 2 _ANALISI DELLA STORIA<br />
DI INTERVENTO<br />
TAV.3 _GENESI DI PROGETTO<br />
TAV. 4a- TAV.4b<br />
_PLANIVOLUMETRICO - SCALA<br />
1:500<br />
TAV. 5a, TAV. 5b, TAV.5c_ PIANTA<br />
LIVELLO +1,50 M _SCALA 1:100<br />
TAV. 6 _ UNIVERSITÀ:<br />
PROSPETTI, SEZIONI_ SCALA<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Prato<br />
ElencoTavole<br />
E' all'interno dell' operazione <strong>di</strong> trasferimento delle strutture<br />
attualmente ospitanti il Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero che si inserisce il<br />
progetto, oggetto <strong>di</strong> questa <strong>tesi</strong>.<br />
L'area, libera in seguito all'ipotetico spostamento dei fabbricati<br />
ai margini dell'e<strong>di</strong>ficato, lasciando, chiaramente, solamente le<br />
strutture <strong>di</strong> interesse storico, risulta un potenziale<br />
incre<strong>di</strong>bilmente ricco <strong>di</strong> qualità urbana, destinata a funzioni<br />
privilegiate.<br />
E' uno spazio, delimitato dal segno evidente delle mura<br />
urbane, complesso, ma parziale, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione molto<br />
vasta, caratterizzato da un'identità vaga, legata più ad una<br />
casualità dello spazio fatto <strong>di</strong> retri, piuttosto che <strong>di</strong> vere e<br />
proprie relazioni urbane.<br />
L'area in questione confina con punti strategici della città.<br />
Verso sud, la cinta muraria ne definisce il perimetro,<br />
ulteriormente sottolineato dall'esterno dalla volumetria<br />
longitu<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong>smessa. Fuori le mura, sempre<br />
a sud, si in<strong>di</strong>vidua la polarità del vecchio Macello comunale<br />
attualmente restaurato e rifunzionalizzato a fini ricreativi e<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
469<br />
2003<br />
Silvia Briccoli Bati<br />
Filippo Maria Conti<br />
Relatore<br />
Del Bono Andrea<br />
Titolo Il Piano "PACO": una proposta per la riqualificazione del Fiera District <strong>di</strong><br />
Sezione Bologna Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. urbana<br />
Tav 01: Vista aerea dell'area presa in<br />
esame ed inserimento <strong>di</strong> varie<br />
vedute.<br />
Tav 02:Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto<br />
(1:5000) con evidenziazione delle<br />
zone critiche, <strong>di</strong> interesse, analisi dei<br />
fabbricati, in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong><br />
pertinenza.<br />
Tav 03: Stato <strong>di</strong> progetto (1:5000)<br />
con in<strong>di</strong>cazione dellenuove<br />
connessioni su gomma, su rotaia e<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Bologna<br />
ElencoTavole<br />
Mai come in questo momento si avverte la necessità <strong>di</strong><br />
innovazione urbana per rispondere al <strong>di</strong>namismo evolutivo<br />
delle esigenze sociali.<br />
In quest'ottica, il "Piano Paco" vuole inserirsi come un Piano<br />
pilota, con l'intento esplicito <strong>di</strong> superare l'empasse ere<strong>di</strong>tato da<br />
un'organizzazione irrazionale degli spazi e dei collegamenti,<br />
cercando <strong>di</strong> trovare delle soluzioni mirate a ricucire le relazioni<br />
<strong>di</strong> tipo urbano che sono state sacrificate col tempo a beneficio<br />
<strong>di</strong> una logica essenzialmente speculativa.<br />
L'area oggetto della <strong>tesi</strong>, si trova in una zona posta tra due<br />
elementi antitetici fra loro: infatti, se da una parte c'è un<br />
Quartiere residenziale ( il Quartiere Navile), dall'altra c'è il<br />
Quartiere Fieristico, ovvero due realtà che, prive <strong>di</strong> una cerniera<br />
che faccia da collante, non hanno modo <strong>di</strong> interfacciarsi tra <strong>di</strong><br />
loro entrando in armonia.<br />
Questo è stato il motivo per il quale ho scelto <strong>di</strong> trattare<br />
quest'area, con lo scopo <strong>di</strong> riqualificare e <strong>di</strong> dare un'immagine<br />
<strong>di</strong> rinnovamento urbano che per troppe volte è stato<br />
subor<strong>di</strong>nato ad esigenze <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
477<br />
2003<br />
Andrea Ricci<br />
Sara Fattori<br />
Relatore<br />
Leoncilli Massi Gian Carlo<br />
"Prati Virgiliani:natura e artificio sugli argini del Mincio"<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
Tavola 1: prospettiva a volo<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
ElencoTavole d'uccello e prospettiva <strong>di</strong> uno dei Ubicaz.<br />
Mantova<br />
due spazi per la<br />
rappresentazione<br />
Tavola 2: planivolumetrico in<br />
scala 1:1000 , piante del primo<br />
teatro in scala 1:100 e prospetto<br />
sul porto in scala 1:100<br />
Tavola 3: sezione trasversale in<br />
Testo<br />
scala 1:50, sezione<br />
Nella pianura del nord , Mantova si presenta come luogo<br />
sospeso in una con<strong>di</strong>zione liminare,non finita, depositaria <strong>di</strong><br />
una "bellezza più antica delle istituzioni, come se essa, latina<br />
per eccellenza, ignorasse Roma". A. Rossi<br />
E' paesaggio visto da lontano.<br />
La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> liminarità è impronta e matrice del tessuto<br />
urbano che si fonda sulla contrapposizione fra solido e non<br />
solido, naturale e costruito, interno ed esterno, in un ideale<br />
clima atmosferico che è con<strong>di</strong>zione dell'architettura mantovana.<br />
Così il Palazzo Ducale, città nella città, mondo nel<br />
mondo,successione <strong>di</strong> corti e spazi chiusi, e il S. Andrea,<br />
insieme foro e Piazza coperta, interno ed esterno, quasi<br />
indefinito nel suo preciso <strong>di</strong>segno.<br />
Limite sfrangiato della città storica <strong>di</strong> cui costituisce ormai un<br />
obliato frammento, il Porto della Catena è stato il più attivo e<br />
fiorente dei porti mantovani.<br />
"Le figure del comporre sono conoscenza fantastica. Il<br />
conoscere compositivo è fantasia, o gioco, me<strong>di</strong>azione tra<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
478<br />
2003<br />
Andrea Ricci<br />
Rita Lasagni<br />
Relatore<br />
Leoncilli Massi Gian Carlo<br />
"Prati Virgiliani:natura e artificio sugli argini del Mincio"<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tavola 1: prospettiva a volo<br />
d'uccello e prospettiva <strong>di</strong> uno dei<br />
due spazi per la<br />
rappresentazione<br />
Tavola 2: planivolumetrico in<br />
scala 1:1000 , piante del primo<br />
teatro in scala 1:100 e prospetto<br />
sul porto in scala 1:100<br />
Tavola 3: sezione trasversale in<br />
scala 1:50, sezione<br />
Nella pianura del nord , Mantova si presenta come luogo<br />
sospeso in una con<strong>di</strong>zione liminare,non finita, depositaria <strong>di</strong><br />
una "bellezza più antica delle istituzioni, come se essa, latina<br />
per eccellenza, ignorasse Roma". A. Rossi<br />
E' paesaggio visto da lontano.<br />
La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> liminarità è impronta e matrice del tessuto<br />
urbano che si fonda sulla contrapposizione fra solido e non<br />
solido, naturale e costruito, interno ed esterno, in un ideale<br />
clima atmosferico che è con<strong>di</strong>zione dell'architettura mantovana.<br />
Così il Palazzo Ducale, città nella città, mondo nel<br />
mondo,successione <strong>di</strong> corti e spazi chiusi, e il S. Andrea,<br />
insieme foro e Piazza coperta, interno ed esterno, quasi<br />
indefinito nel suo preciso <strong>di</strong>segno.<br />
Limite sfrangiato della città storica <strong>di</strong> cui costituisce ormai un<br />
obliato frammento, il Porto della Catena è stato il più attivo e<br />
fiorente dei porti mantovani.<br />
"Le figure del comporre sono conoscenza fantastica. Il<br />
conoscere compositivo è fantasia, o gioco, me<strong>di</strong>azione tra<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Mantova<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
491<br />
2003<br />
Augusto Bar<strong>di</strong>n<br />
Relatore<br />
Cavallina Gianni<br />
Torrenti fiorentini: il Terzolle, un segno.<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
L'Arno, che nasce dal monte Falterona, fino al pliocene era un<br />
fiume breve (fiumicello) che si gettava subito in mare dove oggi<br />
sorge Arezzo nel Casentino. Nel corso <strong>di</strong> molto tempo si è<br />
dovuto pian piano conquistare il proprio letto fino a <strong>di</strong>venire<br />
quel nastro che, oggi, lega insieme <strong>di</strong>fferenti luoghi per tipi <strong>di</strong><br />
vegetazione, clima e soprattutto per il carattere della gente.<br />
Solo alla fine del quaternario nel Valdarno superiore (la<br />
maledetta e sventurata fossa) si è formato infatti un nuovo<br />
compartimento idrografico vista già l'antica Sieve che verso sud<br />
trovava la sua foce anch'essa presso Arezzo (la città dei botoli)<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dal fiume del Casentino. L'Arno <strong>di</strong>venuto in<br />
un primo momento tributario del Tevere, attraverso la Val <strong>di</strong><br />
Chiana, generò successivamente una barriera a sud me<strong>di</strong>ante<br />
i suoi stessi depositi creandosi così la possibilità (drizza prima<br />
il suo povero calle e … torce il muso) <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>mensione<br />
(Vassi caggendo). La Val d'Arno si era trasformata in<br />
quell'epoca in un lago grazie al sollevamento <strong>di</strong> terre che<br />
respinse il mare per qualche chilometro oltre i monti del<br />
Chianti alzando il livello del suolo ai livelli del Pratomagno; il<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
497<br />
2003<br />
Mssimo Bocconi<br />
Relatore<br />
Cavallina Gianni<br />
Torrenti fiorentini: il Terzolle, un segno.<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
L'Arno, che nasce dal monte Falterona, fino al pliocene era un<br />
fiume breve (fiumicello) che si gettava subito in mare dove oggi<br />
sorge Arezzo nel Casentino. Nel corso <strong>di</strong> molto tempo si è<br />
dovuto pian piano conquistare il proprio letto fino a <strong>di</strong>venire<br />
quel nastro che, oggi, lega insieme <strong>di</strong>fferenti luoghi per tipi <strong>di</strong><br />
vegetazione, clima e soprattutto per il carattere della gente.<br />
Solo alla fine del quaternario nel Valdarno superiore (la<br />
maledetta e sventurata fossa) si è formato infatti un nuovo<br />
compartimento idrografico vista già l'antica Sieve che verso sud<br />
trovava la sua foce anch'essa presso Arezzo (la città dei botoli)<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dal fiume del Casentino. L'Arno <strong>di</strong>venuto in<br />
un primo momento tributario del Tevere, attraverso la Val <strong>di</strong><br />
Chiana, generò successivamente una barriera a sud me<strong>di</strong>ante<br />
i suoi stessi depositi creandosi così la possibilità (drizza prima<br />
il suo povero calle e … torce il muso) <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>mensione<br />
(Vassi caggendo). La Val d'Arno si era trasformata in<br />
quell'epoca in un lago grazie al sollevamento <strong>di</strong> terre che<br />
respinse il mare per qualche chilometro oltre i monti del<br />
Chianti alzando il livello del suolo ai livelli del Pratomagno; il<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. urbana<br />
Tema Riqualificazione urbana<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3