chiese - Dipartimento di Architettura
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Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
8<br />
1998<br />
Simona Seravalle<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Il Convento <strong>di</strong> San Michele Arcangelo a Santa Fiora.<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
1) Terziere <strong>di</strong> Castello (Breve<br />
descrizione, in<strong>di</strong>viduazione in pianta<br />
della cinta <strong>di</strong> mura, delle porte, e dei<br />
principali monumenti)<br />
2) Terziere <strong>di</strong> Borgo (Breve<br />
descrizione, in<strong>di</strong>viduazione in pianta<br />
della cinta <strong>di</strong> mura, delle porte, e dei<br />
principali monumenti)<br />
3) Terziere <strong>di</strong> Montecatino<br />
(In<strong>di</strong>viduazione in pianta dei<br />
principali monumenti.<br />
La prima parte della relazione <strong>di</strong> tesi analizza il territorio del<br />
Monte Amiata, dal punto <strong>di</strong> vista morfologico e storico,<br />
mettendo in evidenza come Santa Fiora risulti essere il centro<br />
più rilevante dal punto <strong>di</strong> vista storico e monumentale.<br />
Storicamente fu possesso dei monaci dell' Abbazia <strong>di</strong> San<br />
Salvatore, e come tale è ricordata fin dal '890, ma ben presto<br />
venne in dominio degli Aldobrandeschi e così rimase<br />
nonostante i numerosi tentativi della Repubblica <strong>di</strong> Siena <strong>di</strong><br />
imporvi la propria dominazione.<br />
Nel 1439 la Contea passa nelle mani dei Conti Sforza ai quali<br />
sono legate numerose opere <strong>di</strong> ristrutturazione e<br />
miglioramento delle strutture esistenti, e nel 1633 fu venduta al<br />
Granduca Fer<strong>di</strong>nando II de' Me<strong>di</strong>ci.<br />
Gli Sforza e i loro successori rimasero feudatari granducali fino<br />
all'eliminazione dei feu<strong>di</strong> operata da Pietro Leopoldo.<br />
Interessante è stata l'analisi dei tre terzieri in cui è <strong>di</strong>viso il<br />
paese: Castello, la parte più antica e ricca <strong>di</strong> palazzi signorili<br />
protetta da una cerchia <strong>di</strong> mura interrotta da tre interessanti<br />
porte.<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Santa Fiora (GR)<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
35<br />
1999<br />
Mariangela Rosa<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
La chiesa incompiuta della SS. Trinità <strong>di</strong> Venosa (PZ)<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
TAV.1/TAV.2- Presentazione<br />
generale del territorio<br />
TAV. 3- Confronti con altre <strong>chiese</strong><br />
TAV. 4/TAV.5- Stu<strong>di</strong>o modulare<br />
dell’intero impianto<br />
Tavole <strong>di</strong> rilievo e <strong>di</strong> restituzione<br />
grafica senza numerazione<br />
TAV.6/…TAV.9- Fotografie<br />
TAV.10- Tavola finale<br />
Alcune centinaia <strong>di</strong> metri a nord – est dei limiti dell’attuale<br />
centro urbano si trova l’abbazia della SS. Trinità <strong>di</strong> Venosa, o<br />
meglio quanto resta oggi <strong>di</strong> quel complesso che racchiuse tra<br />
le sue mura, fino a cento monaci, cioè la chiesa anteriore,<br />
ancora in uso, l’altra più ampia, incompiuta, ed il palazzetto<br />
della “foresteria” annesso all’atrio del primo e<strong>di</strong>ficio.<br />
Ciò che fa della SS. Trinità il monumento più importante <strong>di</strong><br />
Venosa è il suo essere stata la sede <strong>di</strong> prestigiose istituzioni<br />
religiose che hanno giocato un ruolo decisivo nella storia<br />
urbana della città, e nel recare impressa nelle proprie pietre, la<br />
memoria <strong>di</strong> un passato che rinfocola l’orgoglio e il senso <strong>di</strong><br />
appartenenza della popolazione.<br />
Numerosi sono stati i contributi critici su <strong>di</strong> essa, a partire da<br />
semplici scritture <strong>di</strong> viaggiatori romantici a stu<strong>di</strong> più<br />
approfon<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> storici non solo italiani ma anche francesi e<br />
tedeschi.<br />
E proprio questi giu<strong>di</strong>zi hanno fatto maturare il tipo <strong>di</strong> lavoro<br />
che si è poi realizzato.<br />
Si è cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare se ci sono state, così come i critici<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Venosa (PZ)<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
53<br />
1999<br />
Lucia Di Nubila<br />
Relatore<br />
Degl'Innocenti Piero<br />
TRADIZIONE E INNOVAZIONE NELLA CHIESA POST-CONCILIARE<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
Introduzione<br />
I. L’evoluzione tipologica: architettura<br />
paleocristriana, me<strong>di</strong>oevo,<br />
rinascimento, controriforma<br />
II. Il Novecento: i Maestri<br />
III. Il Novecento in Italia: Michelucci,<br />
Quaroni, Figini e Pollini<br />
IV. La ricerca in Germania: stu<strong>di</strong> e<br />
realizzazioni del Rinnovamento<br />
Liturgico<br />
Analisi tipologica<br />
La presente tesi ha lo scopo <strong>di</strong> proseguire, attraverso un<br />
esame <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per il culto cattolico realizzati<br />
dal 1945 al 1997 nelle Diocesi <strong>di</strong> Firenze, Prato e Fiesole, uno<br />
stu<strong>di</strong>o sull’e<strong>di</strong>ficio chiesa precedentemente affrontato.<br />
Attraverso l’esame <strong>di</strong> testi specifici ed il confronto con il<br />
costruito, si vogliono in<strong>di</strong>viduare i caratteri peculiari della<br />
progettazione <strong>di</strong> tali e<strong>di</strong>fici religiosi, gli aspetti <strong>di</strong> innovazione e<br />
conservazione rispetto alle novità introdotte col Concilio,<br />
ricercare un legame cronologico e tipologico tra le varie<br />
realizzazioni.<br />
Attraverso un esame a carattere tipologico, morfologico e<br />
tematico si ricercano i caratteri comuni invarianti o gli elementi<br />
che deviano da un percorso comune a più ricerche per<br />
in<strong>di</strong>viduare, se esiste, una linea possibile dell’evoluzione della<br />
chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano Secondo.<br />
L’impostazione speculativa sarà quin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> un’analisi <strong>di</strong><br />
tipo strutturale: l’e<strong>di</strong>ficio è analizzato sia nel complesso che<br />
nelle sue parti, attraverso una griglia-strumento <strong>di</strong> analisi<br />
comparativa, utile non solo alla classificazione, ma ad una<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Teoria dell'architettura<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
57<br />
1999<br />
Monia Simonetti<br />
Relatore<br />
Taddei Domenico<br />
Ipotesi <strong>di</strong> Riuso del Palazzo Vicariale <strong>di</strong> Certaldo<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
Certaldo, con i suoi circa 16.000 abitanti, e` una citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />
vario interesse culturale e storico che si trova nel cuore della<br />
Valdelsa, quasi baricentrica rispetto alle tre piu` importanti citt‡<br />
artistiche della Toscana quali Firenze, Siena e Pisa.<br />
E` conosciuta nel mondo soprattutto perche` conserva le<br />
spoglie <strong>di</strong> Giovanni Boccaccio che vi visse per un lungo<br />
periodo e dove, appunto, mori` il 21 Dicembre 1375.<br />
Le sue origini sono senza dubbio etrusche, cosi` come quelle<br />
<strong>di</strong> tutta la zona collinare che, dai rilievi che fungono da<br />
spartiacque con la val <strong>di</strong> Pesa, scende dolcemente verso il<br />
fondovalle dellí Elsa, e cio` e` attestato dal ritrovamento <strong>di</strong><br />
numerosi reperti in<strong>di</strong>canti una continuit‡` <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento<br />
almeno dallí eta` del ferro.<br />
La caratteristica fondamentale e lo sviluppo <strong>di</strong> Certaldo<br />
prendono comunque il via nellí eta` del primo Me<strong>di</strong>oevo e<br />
completamente Me<strong>di</strong>oevale e` il suo borgo nella parte alta, il<br />
centro storico, mentre la parte bassa e` accresciuta<br />
gradualmente con lo sviluppo dellí economia industriale<br />
intorno alla meta` del secolo scorso.<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Certaldo<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
58<br />
1999<br />
Serena Tegli<br />
Relatore<br />
Taddei Domenico<br />
Ipotesi <strong>di</strong> Riuso del Palazzo Vicariale <strong>di</strong> Certaldo<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
Certaldo, con i suoi circa 16.000 abitanti, e` una citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />
vario interesse culturale e storico che si trova nel cuore della<br />
Valdelsa, quasi baricentrica rispetto alle tre piu` importanti citt‡<br />
artistiche della Toscana quali Firenze, Siena e Pisa.<br />
E` conosciuta nel mondo soprattutto perche` conserva le<br />
spoglie <strong>di</strong> Giovanni Boccaccio che vi visse per un lungo<br />
periodo e dove, appunto, mori` il 21 Dicembre 1375.<br />
Le sue origini sono senza dubbio etrusche, cosi` come quelle<br />
<strong>di</strong> tutta la zona collinare che, dai rilievi che fungono da<br />
spartiacque con la val <strong>di</strong> Pesa, scende dolcemente verso il<br />
fondovalle dellí Elsa, e cio` e` attestato dal ritrovamento <strong>di</strong><br />
numerosi reperti in<strong>di</strong>canti una continuit‡` <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento<br />
almeno dallí eta` del ferro.<br />
La caratteristica fondamentale e lo sviluppo <strong>di</strong> Certaldo<br />
prendono comunque il via nellí eta` del primo Me<strong>di</strong>oevo e<br />
completamente Me<strong>di</strong>oevale e` il suo borgo nella parte alta, il<br />
centro storico, mentre la parte bassa e` accresciuta<br />
gradualmente con lo sviluppo dellí economia industriale<br />
intorno alla meta` del secolo scorso.<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Certaldo<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
82<br />
1999<br />
Lucia Di Nubila<br />
Relatore<br />
Degl'Innocenti Piero<br />
Tra<strong>di</strong>zione e innovazione nella chiesa post-conciliare<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
I. L’evoluzione tipologica: architettura<br />
paleocristriana, me<strong>di</strong>oevo,<br />
rinascimento, controriforma<br />
II. Il Novecento: i Maestri<br />
III. Il Novecento in Italia: Michelucci,<br />
Quaroni, Figini e Pollini<br />
IV. La ricerca in Germania: stu<strong>di</strong> e<br />
realizzazioni del Rinnovamento<br />
Liturgico<br />
Analisi tipologica<br />
1. Tipo e forma planimetrica<br />
La presente tesi ha lo scopo <strong>di</strong> proseguire, attraverso un<br />
esame <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per il culto cattolico realizzati<br />
dal 1945 al 1997 nelle Diocesi <strong>di</strong> Firenze, Prato e Fiesole, uno<br />
stu<strong>di</strong>o sull’e<strong>di</strong>ficio chiesa precedentemente affrontato.<br />
Attraverso l’esame <strong>di</strong> testi specifici ed il confronto con il<br />
costruito, si vogliono in<strong>di</strong>viduare i caratteri peculiari della<br />
progettazione <strong>di</strong> tali e<strong>di</strong>fici religiosi, gli aspetti <strong>di</strong> innovazione e<br />
conservazione rispetto alle novità introdotte col Concilio,<br />
ricercare un legame cronologico e tipologico tra le varie<br />
realizzazioni.<br />
Attraverso un esame a carattere tipologico, morfologico e<br />
tematico si ricercano i caratteri comuni invarianti o gli elementi<br />
che deviano da un percorso comune a più ricerche per<br />
in<strong>di</strong>viduare, se esiste, una linea possibile dell’evoluzione della<br />
chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano Secondo.<br />
L’impostazione speculativa sarà quin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> un’analisi <strong>di</strong><br />
tipo strutturale: l’e<strong>di</strong>ficio è analizzato sia nel complesso che<br />
nelle sue parti, attraverso una griglia-strumento <strong>di</strong> analisi<br />
comparativa, utile non solo alla classificazione, ma ad una<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Teoria dell'architettura<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
118<br />
1998<br />
Maurizio Masini<br />
Michele Bengasi Fiorini<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Il rilievo della Pieve dei Santi Cornelio e Cipriano in Co<strong>di</strong>ponte.<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
1-3 Tavole <strong>di</strong> inquadramento Scale<br />
varie<br />
4 Assonometria 1:50<br />
5-11 Planimetrie: P.T.pavimentazioni<br />
/P.T.trilaterazioni/P.1°/P.2°/P.3°/Cop<br />
ertura/Or<strong>di</strong>tura tetto 1:50<br />
12-18 Prospetti: A-A’/B-B’/C-C’/D-D’/<br />
E-E’/F-F’/G-G’.1:50<br />
19-23 Sezioni 1:50<br />
24-28 Geometrici 1:50<br />
29 Prospetto anteriore colorato1:50<br />
La nostra tesi ha come oggetto la Pieve de<strong>di</strong>cata ai Santi<br />
Cornelio e Cipriano in Co<strong>di</strong>ponte, situata nel comune <strong>di</strong><br />
Casola in Lunigiana, lungo la Strada Statale che conduce a<br />
Piazza al Serchio.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio sacro <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte, la cui esistenza è testimoniata<br />
già nell’VIII secolo, secondo il Salmi e il Formentini può<br />
assegnarsi, per le sue forme strutturali ed architettoniche, e<br />
per il complesso <strong>di</strong> sculture <strong>di</strong> cui si adorna, al periodo<br />
preromanico.<br />
La prima notizia documentaria relativa alla Pieve <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte<br />
si rinviene in un atto datato 8 gennaio 793, nel quale il<br />
Longobardo Valprando cede al fratello Pietro una corte situata<br />
“[… ] trans montem ad Sanctum Cipriano….”.<br />
La chiesa per la prima volta è nominata col suo appellativo<br />
attuale <strong>di</strong> ´[…] Plebes Sancti Cipriani de capite pontis…ª nelle<br />
bolle papali inviate a Luni da Eugenio III, Anastasio IV e<br />
Innocenzo III nei secoli XII e XIII.<br />
Riguardo alla struttura della fabbrica pievana, è decisiva, per il<br />
criterio <strong>di</strong> datazione del monumento, la presenza, sulla<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Co<strong>di</strong>ponte<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
119<br />
1998<br />
Maurizio Masini<br />
Paola Bertolini<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Titolo Il rilievo della Pieve dei Santi Cornelio e Cipriano in Co<strong>di</strong>ponte.<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
Genere Disegno<br />
1-3 Tavole <strong>di</strong> inquadramento Scale<br />
varie<br />
4 Assonometria 1:50<br />
5-11 Planimetrie: P.T.pavimentazioni<br />
/P.T.trilaterazioni/P.1°/P.2°/P.3°/Cop<br />
ertura/Or<strong>di</strong>tura tetto 1:50<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Co<strong>di</strong>ponte<br />
12-18 Prospetti: A-A’/B-B’/C-C’/D-D’/<br />
E-E’/F-F’/G-G’.1:50<br />
19-23 Sezioni 1:50<br />
24-28 Geometrici 1:50<br />
29 Prospetto anteriore colorato1:50<br />
ElencoTavole<br />
La nostra tesi ha come oggetto la Pieve de<strong>di</strong>cata ai Santi<br />
Cornelio e Cipriano in Co<strong>di</strong>ponte, situata nel comune <strong>di</strong><br />
Casola in Lunigiana, lungo la Strada Statale che conduce a<br />
Piazza al Serchio.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio sacro <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte, la cui esistenza è testimoniata<br />
già nell’VIII secolo, secondo il Salmi e il Formentini può<br />
assegnarsi, per le sue forme strutturali ed architettoniche, e<br />
per il complesso <strong>di</strong> sculture <strong>di</strong> cui si adorna, al periodo<br />
preromanico.<br />
La prima notizia documentaria relativa alla Pieve <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte<br />
si rinviene in un atto datato 8 gennaio 793, nel quale il<br />
Longobardo Valprando cede al fratello Pietro una corte situata<br />
“[… ] trans montem ad Sanctum Cipriano….”.<br />
La chiesa per la prima volta è nominata col suo appellativo<br />
attuale <strong>di</strong> ´[…] Plebes Sancti Cipriani de capite pontis…ª nelle<br />
bolle papali inviate a Luni da Eugenio III, Anastasio IV e<br />
Innocenzo III nei secoli XII e XIII.<br />
Riguardo alla struttura della fabbrica pievana, è decisiva, per il<br />
criterio <strong>di</strong> datazione del monumento, la presenza, sulla<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
120<br />
1998<br />
Metiu Gheorghe<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Titolo Pieve Romanica <strong>di</strong> San Donato in Poggio (Tavarnelle)<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
Genere Disegno<br />
1) Pianta Generale<br />
2) Pianta pavimenti e soffitti<br />
3) Sezione trasversale<br />
4) Sezione longitu<strong>di</strong>nale<br />
5) Prospetto principale<br />
6) Prospetto laterale<br />
7) Prospetto retro<br />
8) Tavole particolari<br />
9) Tavola fotografica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Tavarnelle<br />
ElencoTavole<br />
La pieve <strong>di</strong> San Donato in Poggio è uno dei numerosi<br />
e<strong>di</strong>fici religiosi me<strong>di</strong>evali presenti sul territorio del<br />
contado fiorentino. Essa è ubicata in comune <strong>di</strong><br />
Tavarnelle Val <strong>di</strong> Pesa, all’esterno del centro abitato <strong>di</strong><br />
San Donato in Poggio, un borgo formatosi sfruttando<br />
le strutture <strong>di</strong> un antico castello feudale.<br />
L’inse<strong>di</strong>amento si compone della chiesa vera e<br />
propria, <strong>di</strong> una possente e squadrata torre campanaria<br />
e <strong>di</strong> altre costruzioni contigue connesse<br />
funzionalmente allo svolgimento <strong>di</strong> attività religiose e<br />
alla residenza del personale ecclesiastico facente<br />
capo alla pieve.<br />
Cenni storici<br />
Nel contesto delle vicende relative all’organizzazione<br />
ecclesiastica del contado fiorentino, la pieve <strong>di</strong> San<br />
Donato in Poggio sorse come centro <strong>di</strong> potere<br />
religioso <strong>di</strong> un’area rurale compresa tra le valli<br />
dell’Elsa e della Pesa. L’importanza <strong>di</strong> tale area era<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
126<br />
1998<br />
Giovanni Billeri<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
La chiesa abbaziale <strong>di</strong> S. Slavatore in Fucecchio<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
TAV.N.01- Cartografia: posizione<br />
geografica <strong>di</strong> Fucecchio –scala<br />
1:200.000 1:25.000 1:5000 1:2000<br />
TAV.N.02- Il territorio delle pievi,<br />
abbazie e inse<strong>di</strong>amenti dall’anno<br />
1000<br />
TAV.N.03- La strada Francigena nel<br />
territorio e in Fucecchio<br />
TAV.N.04- Planimetria del centro<br />
storico con mura ed e<strong>di</strong>fici storici<br />
–scala 1: 1000<br />
La chiesa abbaziale <strong>di</strong> S. Salvatore è situata nel cuore del<br />
centro storico <strong>di</strong> Fucecchio (FI) e precisamente sopra la<br />
sommità <strong>di</strong> uno dei tre colli, quello inferiore, sui quali sorsero<br />
anche il castello feudale dei Conti Cadolingi nella seconda<br />
metà del secolo X e il castello del comune <strong>di</strong> Fucecchio nel<br />
1187.<br />
Risale all’anno 986 il documento che attesta la presenza della<br />
chiesa <strong>di</strong> S. Salvatore, officiata dai monaci benedettini<br />
vallombrosani, in prossimità del ponte <strong>di</strong> Bonfiglio sul fiume<br />
Arno.<br />
Dopo la rovinosa alluvione dell’Arno del 1105, la chiesa ed il<br />
monastero <strong>di</strong> S. Salvatore vennero trasferiti sulla sommità<br />
inferiore del Colle <strong>di</strong> Salamarzana sul quale si inerpicava la Via<br />
Francigena che, ri<strong>di</strong>scendendo, raggiungeva il Ponte <strong>di</strong><br />
Bonfiglio.<br />
La chiesa, <strong>di</strong>strutta due volte dopo il suo trasferimento, venne<br />
rie<strong>di</strong>ficata nel 1190.<br />
Con l’avvento dei padri francescani conventuali, nel 1299, la<br />
chiesa subì nel corso dei secoli molti cambiamenti che non ne<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Fucecchio<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
181<br />
1999<br />
Marco Vannucchi<br />
Spinetti Giuseppe<br />
Relatore<br />
Vaccaro Paolo<br />
Titolo Il Santuario <strong>di</strong> S. Giuseppe a Spicello (PS): Proposta <strong>di</strong> ampliamento e<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
e<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
ElencoTavole<br />
TAV. 1 - Analisi territoriale e della rete<br />
infrastrutturale<br />
e localizzazione dell’area <strong>di</strong> progetto<br />
La tavola <strong>di</strong> formato A0 presenta :<br />
uno stralcio 1 :100.000 con evidenziazione<br />
delle polarità territoriali intesi come<br />
inse<strong>di</strong>amenti più importanti nella<br />
correlazione della rete infrastrutturale. E’<br />
in<strong>di</strong>cata anche l’ubicazione del sito<br />
interessato.<br />
uno stralcio dalla carta IGM 1 :25.000 con<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Spicello (PS)<br />
Testo<br />
in<strong>di</strong>cazione dell’orografia e del sistema <strong>di</strong><br />
Lo stu<strong>di</strong>o affrontato nasce da una reale esigenza e da un particolare tipo<br />
<strong>di</strong> committente. Il luogo interessato è una frazione del paese <strong>di</strong> S.<br />
Giorgio <strong>di</strong> Pesaro (PS) denominato Spicello e dove ha preso vita pochi<br />
anni fa un Santuario cattolico de<strong>di</strong>cato a S. Giuseppe. La commissione e<br />
il suo rettore don Cesare Ferri che sovrintende al santuario, sta<br />
verificando la necessità <strong>di</strong> un potenziamento del centro religioso con<br />
nuove strutture ricettizie, quali una foresteria capace <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong><br />
posti letto e servizi ed aule annesse, una sala polifunzionale per<br />
convegni o celebrazioni che possa ospitare circa ottocento persone ed<br />
infine la strutturazione <strong>di</strong> un parco verde annesso al Santuario. Detta<br />
così è una provocazione abbastanza forte; se poi si confronta la richiesta<br />
con il luogo la sfida <strong>di</strong>venta inevitabilmente affascinante.<br />
Spicello è una frazione abbastanza estesa su <strong>di</strong> un crinale secondario<br />
compreso tra le vallate del fiume Metauro a nord e quella del Cesano a<br />
Sud. E’ per lo più spoglia e deserta e costituita da una strada <strong>di</strong> crinale<br />
ed un piccolo agglomerato <strong>di</strong> case monofamigliari cui fa capo il citato<br />
Santuario. La sua genesi risale alla fine degli anni cinquanta quando è<br />
ancora forte la presenza degli agricoltori nelle campagne e vengono erette<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
182<br />
1999<br />
Marco Vannucchi<br />
Storoni Andrea<br />
Relatore<br />
Vaccaro Paolo<br />
Il Santuario <strong>di</strong> S. Giuseppe a Spicello (PS): Proposta <strong>di</strong> ampliamento e<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
TAV. 1 - Analisi territoriale e della rete<br />
infrastrutturale<br />
e localizzazione dell’area <strong>di</strong> progetto<br />
La tavola <strong>di</strong> formato A0 presenta :<br />
uno stralcio 1 :100.000 con evidenziazione<br />
delle polarità territoriali intesi come<br />
inse<strong>di</strong>amenti più importanti nella<br />
correlazione della rete infrastrutturale. E’<br />
in<strong>di</strong>cata anche l’ubicazione del sito<br />
interessato.<br />
uno stralcio dalla carta IGM 1 :25.000 con<br />
in<strong>di</strong>cazione dell’orografia e del sistema <strong>di</strong><br />
Lo stu<strong>di</strong>o affrontato nasce da una reale esigenza e da un<br />
particolare tipo <strong>di</strong> committente. Il luogo interessato è una<br />
frazione del paese <strong>di</strong> S. Giorgio <strong>di</strong> Pesaro (PS) denominato<br />
Spicello e dove ha preso vita pochi anni fa un Santuario<br />
cattolico de<strong>di</strong>cato a S. Giuseppe. La commissione e il suo<br />
rettore don Cesare Ferri che sovrintende al santuario, sta<br />
verificando la necessità <strong>di</strong> un potenziamento del centro<br />
religioso con nuove strutture ricettizie, quali una foresteria<br />
capace <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> posti letto e servizi ed aule annesse,<br />
una sala polifunzionale per convegni o celebrazioni che possa<br />
ospitare circa ottocento persone ed infine la strutturazione <strong>di</strong><br />
un parco verde annesso al Santuario. Detta così è una<br />
provocazione abbastanza forte; se poi si confronta la<br />
richiesta con il luogo la sfida <strong>di</strong>venta inevitabilmente<br />
affascinante.<br />
Spicello è una frazione abbastanza estesa su <strong>di</strong> un crinale<br />
secondario compreso tra le vallate del fiume Metauro a nord<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Spicello (PS)<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
232<br />
1999<br />
Andrea Ricci<br />
Stefano Niccoli<br />
Relatore<br />
Leoncilli Massi Gian Carlo<br />
Tomba come me: il mausoleo <strong>di</strong> Curzio Malaparte.<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
ElencoTavole<br />
Tav.1<br />
ALTARE DELLA VITA<br />
Planovolumetrico 1:200,<br />
Assonometria 1:200,<br />
Prospetto sud (facciata principale) 1:50,<br />
Prospetto est 1:200<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Capri<br />
Tav.2<br />
ALTARE DELLA MORTE<br />
MACCHINA DEL VENTO<br />
Sezione longitu<strong>di</strong>nale (lato Muro dei Forni)<br />
1:100,<br />
Immagine1<br />
Testo<br />
Pianta superiore 1:100,<br />
Il progetto nasce mimando la casa <strong>di</strong> Capri, ne abbiamo fatto un calco<br />
irriverente e provocatorio. Lo abbiamo gremito <strong>di</strong> presenze equivoche e<br />
misteriose come dovrebbe esserlo la Morte, affollata <strong>di</strong> fantasmi e miti<br />
indecifrabili. Vi abbiamo segnato un percorso che si consuma in stazioni<br />
simboliche e che infine conduce all’Aperto.<br />
Lo abbiamo corredato <strong>di</strong> luci che si staccano improvvise da un fondo <strong>di</strong><br />
ombre; lo abbiamo allietato con il suono dell’acqua che prima lo<br />
attraversa e poi l’invade ed infine con la musica <strong>di</strong> una macchina che<br />
canta con il vento.<br />
Il viaggio ha inizio d’un tratto, entro una strada stretta e in curva; due<br />
muri la isolano e il suo arco la rende <strong>di</strong>stante e solitaria. Questo primo<br />
tratto si apre come una parentesi muta prima <strong>di</strong> ogni partecipazione e<br />
visione: é l’anticamera della morte, forse una forma possibile del sonno,<br />
Immagine2<br />
<strong>di</strong> quella “<strong>di</strong>vina incoscienza degli occhi chiusi” (M. Youcenar) che<br />
assaporiamo ogni notte, e che ci prepara, nel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne avvincente dei<br />
sogni, all’incontro fatale. E così, l’altare della Vita, il tempio de<strong>di</strong>cato<br />
alla luce del Me<strong>di</strong>terraneo, si coniuga all’altare della Morte, alla sua<br />
versione “notturna”. Tenuti assieme come il giorno e la notte, che<br />
Immagine3<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
233<br />
1999<br />
Mauro Giannini<br />
Emanuele Romoli<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
La Cattedrale <strong>di</strong> S. Romolo in Fiesole. Rilievo e analisi grafica<br />
Sezione Arch. e Contesto<br />
ElencoTavole<br />
Fiesole, Diocesi antichissima, ed una delle più vaste della Toscana, ha<br />
come patrono S. Romolo a cui è de<strong>di</strong>cata la Cattedrale fondata nel 1020<br />
dal Vescovo Iacopo il Bavaro, e terminata nel 1028.<br />
Risale infatti al 26 febbraio 1028 la bolla della sua istituzione ufficiale, e<br />
la sua consacrazione avvenne nel 1032, anno in cui si ha anche notizia<br />
della costruzione della casa canonica.<br />
La Cattedrale <strong>di</strong> S. Romolo è in realtà la seconda Cattedrale Fiesolana.<br />
La Prima Cattedrale era posta in aperta campagna, dove oggi sorge la<br />
Ba<strong>di</strong>a Fiesolana, in un luogo non fortificato, e quin<strong>di</strong> facile preda delle<br />
scorribande <strong>di</strong> predoni.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà dell’accesso da parte dei sacerdoti e dei canonici, la<br />
presenza <strong>di</strong> pericoli costanti avevano determinato lo stato <strong>di</strong> abbandono<br />
in cui versava la vecchia Cattedrale, ed hanno quasi sicuramente<br />
contribuito alla decisione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare la nuova Cattedrale all’interno delle<br />
più sicure mura citta<strong>di</strong>ne. Inoltre lo stato <strong>di</strong> degrado della Cattedrale era<br />
soltanto lo specchio dello stato <strong>di</strong> abbandono del patrimonio della<br />
<strong>di</strong>ocesi sotto il Vescovo Regembaldo (circa 1017).<br />
L’imperatore Enrico II pose quin<strong>di</strong> a capo della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Fiesole<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Fiesole<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
267<br />
1998<br />
Veronica Casi Ghiandai<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
La Santissima Annunziata simbolo del rinascimento aretino<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
TAV.1 Inquadramento urbanistico:<br />
descrizione dell’evoluzione della città<br />
<strong>di</strong> Arezzo, con evidenziata la chiesa<br />
esaminata, dal 1643 ad oggi.<br />
TAV.2 Tavola storica sull’evoluzione<br />
strutturale e stu<strong>di</strong>o dei rapporti<br />
modulari che ne hanno generato il<br />
principale <strong>di</strong>segno.<br />
TAV. 3 Confronti della chiesa con<br />
esempi <strong>di</strong> <strong>chiese</strong> che ne hanno<br />
influenzato l’architettura.<br />
Il corpo e<strong>di</strong>lizio da noi stu<strong>di</strong>ato si riferisce ad un e<strong>di</strong>ficio<br />
religioso, risalente al 1490, e rappresentante l’esempio più<br />
significativo rinascimentale della città <strong>di</strong> Arezzo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o dell’e<strong>di</strong>ficio è iniziato con un attenta analisi<br />
dell’origine storica del manufatto, per meglio comprenderne lo<br />
stile, le scelte architettoniche e le esatte fasi costruttive.<br />
Successivamente l’analisi si è in<strong>di</strong>rizzata verso la conoscenza<br />
effettiva della Compagnia religiosa della Santissima<br />
Annunziata, che è stata la promotrice dell’e<strong>di</strong>ficio preso in<br />
esame. Lo stu<strong>di</strong>o architettonico che è stato intrapreso ha poi<br />
rivelato gli interventi significativi degli artisti che hanno<br />
collaborato alla costruzione della chiesa. L’analisi, oltre che ha<br />
svilupparsi intorno alla problematica in<strong>di</strong>viduazione degli artisti<br />
coinvolti nell’opera, ha esaminato minuziosamente gli elementi<br />
significativi del manufatto architettonico, dai capitelli, alle<br />
vetrate istoriate, agli altari e così via. Infine è stata descritta la<br />
precisa modalità con cui è avvenuto il rilievo topografico ed<br />
architettonico.<br />
Le motivazioni che hanno determinato la nascita della chiesa<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
268<br />
1998<br />
Angela Cardelli<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
La Santissima Annunziata simbolo del rinascimento aretino<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
TAV.1 Inquadramento urbanistico:<br />
descrizione dell’evoluzione della città<br />
<strong>di</strong> Arezzo, con evidenziata la chiesa<br />
esaminata, dal 1643 ad oggi.<br />
TAV.2 Tavola storica sull’evoluzione<br />
strutturale e stu<strong>di</strong>o dei rapporti<br />
modulari che ne hanno generato il<br />
principale <strong>di</strong>segno.<br />
TAV. 3 Confronti della chiesa con<br />
esempi <strong>di</strong> <strong>chiese</strong> che ne hanno<br />
influenzato l’architettura.<br />
Il corpo e<strong>di</strong>lizio da noi stu<strong>di</strong>ato si riferisce ad un e<strong>di</strong>ficio<br />
religioso, risalente al 1490, e rappresentante l’esempio più<br />
significativo rinascimentale della città <strong>di</strong> Arezzo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o dell’e<strong>di</strong>ficio è iniziato con un attenta analisi<br />
dell’origine storica del manufatto, per meglio comprenderne lo<br />
stile, le scelte architettoniche e le esatte fasi costruttive.<br />
Successivamente l’analisi si è in<strong>di</strong>rizzata verso la conoscenza<br />
effettiva della Compagnia religiosa della Santissima<br />
Annunziata, che è stata la promotrice dell’e<strong>di</strong>ficio preso in<br />
esame. Lo stu<strong>di</strong>o architettonico che è stato intrapreso ha poi<br />
rivelato gli interventi significativi degli artisti che hanno<br />
collaborato alla costruzione della chiesa. L’analisi, oltre che ha<br />
svilupparsi intorno alla problematica in<strong>di</strong>viduazione degli artisti<br />
coinvolti nell’opera, ha esaminato minuziosamente gli elementi<br />
significativi del manufatto architettonico, dai capitelli, alle<br />
vetrate istoriate, agli altari e così via. Infine è stata descritta la<br />
precisa modalità con cui è avvenuto il rilievo topografico ed<br />
architettonico.<br />
Le motivazioni che hanno determinato la nascita della chiesa<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Firenze<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
269<br />
1997<br />
Relatore<br />
Renzo Marzocchi - Don Andrea Bellan<strong>di</strong><br />
Marco Bettini<br />
Una chiesa missionaria in Viareggio<br />
Sezione Arch. e Città<br />
ElencoTavole<br />
Tav. n° 1 VIAREGGIO: UNA CITTA'<br />
LEGATA AL MARE<br />
Pianta della città <strong>di</strong> Viareggio<br />
nell'anno 1924 scala 1:5000,<br />
immagini fotografiche storiche<br />
Tav. n° 2 FRA IL TIRRENO E LE<br />
APUANE<br />
Aerofotogrammetria<br />
Tav. n° 3 L'URBANIZZAZIONE DEL<br />
TERRITORIO<br />
Stratificazione storica scala 1:5000<br />
Cortesi Antonella<br />
"Andate in tutto il mondo e pre<strong>di</strong>cate il Vangelo ad ogni<br />
creatura" (cfr. Mc 16,15).<br />
Questo è il riferimento centrale per la progettazione <strong>di</strong> una<br />
chiesa in Viareggio.<br />
Due sono le urgenze <strong>di</strong> questa terra:<br />
- riuscire a riconnettere la trama della città con quella della<br />
periferia, il che implica occuparsi delle marginalità;<br />
- offrire ai forestieri, i nuovi pellegrini, oltre alle strutture per il<br />
riposo e il <strong>di</strong>vertimento, la possibilità <strong>di</strong> ritrovarsi, <strong>di</strong> riscoprirsi<br />
e <strong>di</strong> porsi <strong>di</strong> fronte all'alterità, <strong>di</strong> sperimentare il perdono e la<br />
chiamata alla vita <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> Dio.<br />
Vi è poi una tipologia <strong>di</strong> forestieri che un certo tipo <strong>di</strong> città e <strong>di</strong><br />
amministrazione vorrebbe <strong>di</strong>menticare. Sono gli<br />
extracomunitari, i noma<strong>di</strong> o comunque coloro che non riescono<br />
ad accodarsi al treno del "vivere bene" e verso i quali si<br />
sprecano fiumi <strong>di</strong> parole nel quoti<strong>di</strong>ano ma non si riesce a fare,<br />
o non si vuole fare, quasi niente.<br />
Ecco dove nasce il bisogno <strong>di</strong> una nuova chiesa, che si muova<br />
e che vada incontro, che si sporchi le mani lì dove germogliano<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Viareggio<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
310<br />
1999<br />
Carmen Lacapra<br />
Relatore<br />
Marcaccini Pierluigi<br />
PROGETTAZIONE DI UN LUOGO PER IL CULTO CATTOLICO<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
Nel vasto programma messosi in moto in previsione del<br />
Giubileo del 2000 il Vicariato <strong>di</strong> Roma ha indetto un bando <strong>di</strong><br />
concorso per la progettazione <strong>di</strong> una chiesa per il culto cattolico<br />
in cui l'organizzazione dello spazio ecclesiale proceda in<br />
relazione alla concezione comunitaria dell'azione liturgica.<br />
In relazione a tale evento ci si e' posto il problema <strong>di</strong> potenziare<br />
i "luoghi della cultura e dello spirito" attraverso iniziative volte<br />
sia al recupero sia all'attuazione <strong>di</strong> nuovi interventi architettonici<br />
e culturali, per valorizzare e rendere fruibili le opere, tenendo in<br />
considerazione sia le tematiche riguardanti un turismo <strong>di</strong><br />
massa che quelle <strong>di</strong> un turismo piu' silenzioso.<br />
La Toscana, pertanto, è oggi impegnata in una sorta <strong>di</strong> ritorno<br />
alle origini per ritrovare quei legami storici che tanta importanza<br />
hanno avuto lungo l'itinerario della Via Francigena.<br />
Si parla della Via Francigena per rievocare popoli <strong>di</strong>versi,<br />
pellegrinaggi, migrazioni, crociate.<br />
Nel bando <strong>di</strong> concorso la scelta del luogo in cui attuare il<br />
progetto e' lasciata al laureando.<br />
La mia scelta e' scaturita dal desiderio <strong>di</strong> creare un "luogo<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
312<br />
1999<br />
Andrea Ricci<br />
Sebastiano Giannuzzi<br />
Una chiesa nel parco delle Cascine<br />
Relatore<br />
Leoncilli Massi Gian Carlo<br />
Sezione Arch. e Città<br />
Genere Progettaz. architettonica<br />
Tav.1: Assonometria, planimetria<br />
Tema luoghi per il culto<br />
ElencoTavole Tav.2: Prospetto ovest, zenitale, Ubicaz.<br />
Firenze<br />
particolare prospetto nord<br />
Tav.3: Sezione longitu<strong>di</strong>nale, pianta,<br />
prospettiva (vista da sud)<br />
Tav.4: Prospetto sud, Particolare<br />
rosone<br />
Tav.5: Sezione trasversale navata,<br />
Testo<br />
pianta Battistero, spaccato<br />
Quando proposi come tema <strong>di</strong> tesi il progetto <strong>di</strong> una chiesa<br />
stava per concludersi il concorso per le nuove <strong>chiese</strong> italiane<br />
indetto dalla CEI , pertanto, ho pensato che il tema fosse più<br />
che attuale, anche se nella critica contemporanea da più parti<br />
si denuncia se non l'inutilità <strong>di</strong> nuove <strong>chiese</strong>, la scarsa qualità<br />
della maggior parte <strong>di</strong> esse, con l'eccezione <strong>di</strong> qualche caso<br />
isolato e spora<strong>di</strong>co.<br />
Benché abbia cercato <strong>di</strong> attenermi al bando <strong>di</strong> concorso e alla<br />
nota pastorale della CEI per la progettazione <strong>di</strong> nuove <strong>chiese</strong>,<br />
per la scelta del lotto, considerando il carattere puramente<br />
<strong>di</strong>dattico del progetto, ho seguito i suggerimenti del<br />
Professore Leoncilli Massi, dopo aver considerato numerose<br />
ipotesi.<br />
La ricerca si è concentrata sul Parco delle Cascine, nella<br />
zona dove attualmente è situato l'ippodromo; questo mi è<br />
parso un luogo ideale, poiché legato, sebbene potenzialmente,<br />
sia all'abitato al <strong>di</strong> là del Mugnone sia all'altra riva dell'Arno<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
361<br />
2000<br />
Giovanni Pratesi<br />
Relatore<br />
Bini Marco<br />
Au tore Giuseppe Loche<br />
Matricola<br />
Titolo Georges La chiesa Mavri<strong>di</strong>s <strong>di</strong> Santa Maria Ughi “La ba<strong>di</strong>uzza”<strong>di</strong> riganano sull’Arno, analisi<br />
Sezione delle Arch. strutture e Disegnomurarie<br />
Genere Disegno<br />
ElencoTavole<br />
Cartografia<br />
Rilievo, planimetria<br />
Rilievo, pianta delle coperture<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Rignano sull’Arno<br />
Rilievo, prospetto 1 50<br />
Rilievo, prospetto 2 50<br />
Rilievo, prospetto 3 50<br />
Rilievo, prospetto 4 50<br />
Rilievo, prospetto 1 25<br />
Rilievo, prospetto 2 25<br />
Rilievo, prospetto 3 25<br />
Rilievo, prospetto 4 25<br />
Testo<br />
Rilievo, sezione 1 25<br />
L’idea che alimenta il metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o utilizzato in questa<br />
analisi, ha una matrice culturale negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> un ambito<br />
<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong>verso da quello degli stu<strong>di</strong> sull’<strong>Architettura</strong>; si<br />
tratta dell’Archeologia ed ancor prima della Geologia.<br />
L’Archeologia, <strong>di</strong>sciplina recente, ma passione antica quanto<br />
l’uomo, ha elaborato negli ultimi cinquant’anni ad opera <strong>di</strong><br />
alcuni stu<strong>di</strong>osi inglesi, ed in particolare C. E. Harris, un metodo<br />
operativo <strong>di</strong> documentazione dei siti archeologici che trae<br />
spunto dal fatto che i reperti e gli elementi <strong>di</strong> uno scavo<br />
possono essere rinvenuti stratificati e la loro documentazione<br />
non possa prescindere dall’annotare quale sia il loro strato <strong>di</strong><br />
appartenenza. In tal modo, l’archeologo riesce a stabilire con<br />
precisione scientifica la sequenza cronologica relativa dei<br />
reperti rinvenuti. Ciò è possibile in virtù <strong>di</strong> alcuni principi che<br />
regolano la stratigrafia.<br />
In un articolo <strong>di</strong> R. Bonelli del 1986 viene evidenziato il fatto che<br />
l’Archeologia ha elaborato un valido metodo <strong>di</strong> classificazione<br />
delle parti <strong>di</strong> un sito e dei loro rapporti stratigrafici, ma non ha<br />
ancora cominciato ad attingere informazioni dalle<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
379<br />
1999<br />
Gianrico Cerri<br />
Relatore<br />
Bartoli Maria Teresa<br />
"Le <strong>chiese</strong> romaniche della Valnerina. Dal rilievo all'analisi metrologica".<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
L'architettura umbra vive il suo splendore tra la metà del XI<br />
sec. e la fine del XIII sec., periodo <strong>di</strong> fioritura dello stile<br />
romanico in Italia.<br />
Le numerose architetture sacre, giunteci pressoché inalterate<br />
nel loro impianto originario, testimoniano la ricchezza e la<br />
varietà della costruzione locale; in esse le caratteristiche<br />
tipologiche e stilistiche comuni definiscono un carattere tipico<br />
della produzione architettonica romanica del centro Italia e in<br />
particolare del territorio spoletino.<br />
La presenza <strong>di</strong> segni unitari nel territorio, fu agevolata dalla<br />
preesistente struttura viaria dell'antica via Flaminia, che<br />
permise facili scambi <strong>di</strong> idee e <strong>di</strong> maestranze, e da un'affinità<br />
politica tra le località sorte lungo lo storico percorso.<br />
Nel presente stu<strong>di</strong>o vengono prese in esame le <strong>chiese</strong> <strong>di</strong> S.<br />
Felice <strong>di</strong> Narco, S. Maria <strong>di</strong> Ponte e S. Eutizio, S. Ponziano con<br />
evidenti tratti stilistici comuni, quali archetipi delle <strong>chiese</strong><br />
romaniche del territorio spoletino.<br />
In esse vengono stu<strong>di</strong>ate le matrici geometriche e<br />
metrologiche or<strong>di</strong>natrici quali fondamento dell'omogeneità del<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Provincia <strong>di</strong> Perugia<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
380<br />
1999<br />
Alessandro Cucciarelli<br />
Relatore<br />
Bartoli Maria Teresa<br />
"Le <strong>chiese</strong> romaniche della Valnerina. Dal rilievo all'analisi metrologica".<br />
Sezione Arch. e Disegno<br />
ElencoTavole<br />
L'architettura umbra vive il suo splendore tra la metà del XI<br />
sec. e la fine del XIII sec., periodo <strong>di</strong> fioritura dello stile<br />
romanico in Italia.<br />
Le numerose architetture sacre, giunteci pressoché inalterate<br />
nel loro impianto originario, testimoniano la ricchezza e la<br />
varietà della costruzione locale; in esse le caratteristiche<br />
tipologiche e stilistiche comuni definiscono un carattere tipico<br />
della produzione architettonica romanica del centro Italia e in<br />
particolare del territorio spoletino.<br />
La presenza <strong>di</strong> segni unitari nel territorio, fu agevolata dalla<br />
preesistente struttura viaria dell'antica via Flaminia, che<br />
permise facili scambi <strong>di</strong> idee e <strong>di</strong> maestranze, e da un'affinità<br />
politica tra le località sorte lungo lo storico percorso.<br />
Nel presente stu<strong>di</strong>o vengono prese in esame le <strong>chiese</strong> <strong>di</strong> S.<br />
Felice <strong>di</strong> Narco, S. Maria <strong>di</strong> Ponte e S. Eutizio, S. Ponziano con<br />
evidenti tratti stilistici comuni, quali archetipi delle <strong>chiese</strong><br />
romaniche del territorio spoletino.<br />
In esse vengono stu<strong>di</strong>ate le matrici geometriche e<br />
metrologiche or<strong>di</strong>natrici quali fondamento dell'omogeneità del<br />
Note<br />
manca l’elenco delle tavole<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Disegno<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Provincia <strong>di</strong> Perugia<br />
Immagine1<br />
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Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
397<br />
1997<br />
Barbara Battistoni<br />
Relatore<br />
Degl'Innocenti Piero<br />
Titolo Il progetto degli spazi sacri nell’esperienza fiorentina del secondo<br />
Sezione dopoguerra Arch. e Contesto<br />
Genere Teoria dell'architettura<br />
Tav. 1 - Analisi delle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Firenze-Fiesole-Prato ed elenchi dei<br />
progettisti che hanno realizzato<br />
<strong>chiese</strong> dal 1945 ad oggi nelle tre<br />
<strong>di</strong>ocesi<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
ElencoTavole<br />
Tav. 2 - Situazione storica-urbanistica<br />
<strong>di</strong> Firenze nel 1936<br />
Tav. 3 - Situazione storica-urbanistica<br />
<strong>di</strong> Firenze nel 1962<br />
Lo stu<strong>di</strong>o degli spazi sacri, in particolare modo<br />
nell’esperienza fiorentina, nasce riguardo ad alcune<br />
realizzazioni che si sono avute dal secondo<br />
dopoguerra ad oggi.<br />
La costruzione <strong>di</strong> <strong>chiese</strong> ha accompagnato la<br />
ricostruzione e l’espansione <strong>di</strong> Firenze a partire dal<br />
1947, andando ad interessare spazi progressivamente<br />
più lontani dal centro: in alcune zone ottenendo un<br />
ruolo <strong>di</strong> centralità rispetto al contesto, in altri casi<br />
questa è venuta a mancare rendendo tale e<strong>di</strong>ficio<br />
anonimo rispetto all’intorno.<br />
Molto spesso una mancanza <strong>di</strong> conoscenza davanti ad<br />
un tema così importante e nello stesso tempo così<br />
<strong>di</strong>fficile come quello sacro, ha condotto molti progettisti<br />
a dare delle soluzioni che si sono allontanate dalla<br />
sacralità <strong>di</strong> un tale luogo. Tutto questo, in <strong>di</strong>versi casi,<br />
è stato accompagnato da un mancato controllo e<br />
giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> specifiche commissioni <strong>di</strong> arte sacra, che<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Matricola<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3
Testo<br />
Rif<br />
An no<br />
Correlatori<br />
Au tore<br />
Titolo<br />
496<br />
2003<br />
Relatore<br />
Frosali Roberto - Rotunno Tommaso<br />
Barbara Sottani<br />
Una chiesa a Terranuova Bracciolini<br />
Sezione Arch. e Innovazione<br />
ElencoTavole<br />
Tav. N°1 Inquadramento<br />
territoriale scala 1:1000<br />
Tav.N°2 Inquadramento<br />
territoriale scala 1:500<br />
Tav.N°3 Pianta delle coperture<br />
Tav.N°4 Pianta aula liturgica<br />
quota +1,00 mt<br />
Moretti Marino<br />
L'area destinata al progetto è collocata in prossimità del centro<br />
storico <strong>di</strong> Terranova, dalla piazza sulla quale sono collocati<br />
adesso come all'epoca della fondazione gli e<strong>di</strong>fici pubblici più<br />
rappresentativi : il palazzo comunale e la chiesa principale, si<br />
scorge il nuovo e<strong>di</strong>ficio stabilendo un legame visivo ed ideale<br />
tra vecchie e nuove costruzioni.<br />
Il vuoto occupato dalla strada che li unisce si materializza in un<br />
lungo tubo <strong>di</strong> metallo che ci conduce all'interno <strong>di</strong> un nuovo<br />
recinto.<br />
La mia isola felice, come sempre l' ho immaginata, racchiusa<br />
non da mura che separano e impe<strong>di</strong>scono la vista ma da un<br />
semplice segno, una depressione del terreno come fosse una<br />
conca, un rifugio naturale che identifica uno spazio,<br />
trasformando il " non luogo" in "luogo". Questo recinto vuole<br />
creare l'illusione <strong>di</strong> appartenere ad uno spazio protetto, sicuro,<br />
<strong>di</strong> essere al suo interno pur essendo realmente all'aperto.<br />
Vuole identificare una parte della città rendendola speciale<br />
avvolgendo l'uomo che si trova al suo interno, cingere uno<br />
spazio calmo e sereno che susciti nel cuore tranquillità e<br />
Note<br />
Invernale<br />
Estiva<br />
Autunnale<br />
Genere<br />
Progettaz. architettonica<br />
Tema luoghi per il culto<br />
Ubicaz.<br />
Matricola<br />
Terranova Bracciolini<br />
Immagine1<br />
Immagine2<br />
Immagine3