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N° 2 - Febbraio 2008 - Giovane Holden Edizioni

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Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e Sp e c i a l e<br />

Dentro la maschera<br />

Ogni uomo mente ma dategli una maschera e sarà sincero<br />

scriveva Oscar Wilde.<br />

In realtà la maschera non nasconde, ma rivela le istanze<br />

nascoste nel subconscio, col suo aspetto “fittizio” e il<br />

suo tentativo di copertura diviene simbolo di tutto ciò<br />

che può essere riportato alla luce.<br />

Il simbolismo della maschera è presente in ogni parte<br />

del mondo e ha origini e funzioni antichissime.<br />

Maschere funerarie utilizzate nella civiltà egizia avevano<br />

lo scopo di restituire ruolo pubblico, onore e qualità<br />

al defunto per il passaggio e per il mondo dell’aldilà, o di<br />

fissare e trattenere l’anima, maschere teatrali fungevano<br />

da amplificazione del carattere del personaggio, fissità e<br />

ieraticità sottolineavano i tratti del personaggio. Indossarla<br />

equivaleva a identificarsi con questo.<br />

Il greco “prosopon” e il latino “persona-ae” che designano<br />

la maschera dell’attore hanno dato origine al termine<br />

persona.<br />

E “persona” è il termine che Jung adotterà per indicare<br />

la “maschera” che l’individuo assume nelle relazioni e<br />

nel rapporto con ciò che lo circonda. Secondo Jung ciò<br />

non è da intendersi come falsità o manipolazione, ma<br />

come identificazione con alcuni aspetti che prendono il<br />

sopravvento, e come scarsa consapevolezza di ciò che fa<br />

parte della propria interiorità e che va al di là del ruolo<br />

sociale.<br />

Maschera è il diaframma che copre il volto della persona,<br />

ma che ne rivela altre qualità in una operazione<br />

di affioramento e svelamento di aspetti sepolti della psiche.<br />

Soprattutto nel caso delle maschere carnevalesche<br />

questa possibilità di catarsi e liberazione si manifesta con<br />

maggior forza. L’aspetto dionisiaco o demoniaco rinnegato<br />

ha la possibilità di emergere e di trovare uno spazio<br />

e un’accettazione corale.<br />

Ma la maschera può avere anche una valenza magica,<br />

di protezione e di difesa nei confronti degli spiriti del<br />

male. In Oriente è facile trovare vicino alle porte delle<br />

abitazioni mostruose maschere che hanno lo scopo di<br />

allontanare tutto ciò che viene considerato negativo,<br />

mentre elaborati riti e danze mascherate aiutano la persona<br />

a prendere possesso dell’energia che la maschera<br />

rappresenta.<br />

La maschera che compare nei sogni sarà simbolo di<br />

ciò che il sognatore ha necessità di “scoprire” o modificare<br />

di se stesso. La maschera potrà simbolizzare l’atteggiamento<br />

con cui principalmente si identifica o, al<br />

contrario, l’aspetto più lontano dalla coscienza che ha<br />

necessità di esplorare o di integrare.<br />

La maschera può apparire nei sogni indossata da altri<br />

per evidenziarne gli aspetti o le qualità che non sono immediatamente<br />

percepibili, ma può emergere anche un si-<br />

gnificato di copertura, di finzione e manipolazione, di<br />

ciò che è recondito e si cela, e in questo caso suggerisce<br />

prudenza, attenzione e la necessità di scoprire le reali<br />

intenzioni altrui. Anche l’espressione e l’aspetto della<br />

maschera forniranno un indizio di tutto rispetto: l’emozione<br />

suggerita, la stravaganza o la semplicità, l’allegria o<br />

la tristezza, saranno segnali di ciò che il sognatore deve<br />

vedere e riconoscere di se stesso e degli altri.<br />

Un paio di anni fa ho partecipato a un corso che<br />

tentava di stabilire il complesso legame tra “maschera”<br />

e “scrittura”. Sostanzialmente le linee di pensiero erano<br />

due e mi riportarono alla mente il fatidico Giano bifronte…<br />

La prima secondo cui chi scrive per definizione<br />

abbandona la maschera e si svela e rivela attraverso le<br />

parole. La seconda, meno fortunata e applaudita della<br />

prima, sostiene che chi scrive indossa una maschera.<br />

L’ennesima. Perché chi siamo noi se non l’espressione<br />

di una fantomatica realtà, multiforme caleidoscopio in<br />

movimento? Forse la differenza è che con una penna in<br />

mano o una tastiera sotto i polpastrelli – qui gioca l’affinità<br />

o meno con la tecnologia – la nostra maschera ha<br />

un che di wildiano e ci permette solo di essere ciò che<br />

sentiamo nel più profondo della nostra anima.<br />

Ricordo ancora il mio vicino di poltroncina alzarsi di<br />

scatto e protestare:<br />

“Ma scusi, e un poeta allora? Quando scrive non ha<br />

filtri, non può nascondersi, non può far finta di parlare<br />

di qualcun altro. Come fa a nascondersi? Non ha senso.”<br />

Il prof. Hauser rimase in silenzio per trenta secondi<br />

netti, dopo di che prese un libro dal tavolino alla sua<br />

sinistra e cominciò a leggere<br />

Eternità silenzio<br />

mescolato a ruvida pioggia<br />

cammina<br />

sbalordita dai sogni<br />

abbevera pietre e asfalto<br />

chiede di coloro che sono partiti<br />

e che non torneranno<br />

inonda la pelle e confonde l’anima.<br />

SPECIALE<br />

“Secondo lei ciò che è scritto e ciò che prova l’autore è<br />

davvero così evidente? O l’interpretazione che lei ne dà,<br />

la da alla luce della sua personale esperienza? E se è così<br />

come fa a stabilire che l’autore non è riuscito a celarsi<br />

dietro un’altra maschera?”<br />

Suggestivo, ma non convinse praticamente nessuno.<br />

Forse, pensai, perché la poesia è l’estremo tentativo di<br />

guardare alle nostre inquietudini, la maschera l’elemento<br />

guida per riuscirvi. Difficile prenderne atto e proseguire<br />

il cammino…<br />

<strong>Febbraio</strong> <strong>2008</strong> - <strong>N°</strong>2 I soliti ignoti Magazine ©<br />

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