DUE SECOLI DI OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO - Camera di ...
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<strong>DUE</strong> <strong>SECOLI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>OPPORTUNITÀ</strong> <strong>DI</strong> <strong>SVILUPPO</strong><br />
1811-2011, una storia che continua<br />
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1811-2011, una storia che continua
In<strong>di</strong>ce<br />
Presentazione <strong>di</strong> Roberto Furlan<br />
IERI<br />
Capitolo 1 Come eravamo 11<br />
Capitolo 2 Dai campi alle fabbriche 23<br />
Capitolo 3 L’atto <strong>di</strong> nascita 37<br />
Capitolo 4 Verso il Duemila 47<br />
Capitolo 5 Da osservatorio a locomotiva 55<br />
OGGI<br />
Capitolo 6 Consorzio Zip, il primogenito 69<br />
Capitolo 7 Interporto, oltre il terminal 75<br />
Capitolo 8 Cerved, la figlia pre<strong>di</strong>letta 83<br />
Capitolo 9 Padova Promex, una rete attorno al mondo 91<br />
Capitolo 10 Parco Scientifico eTecnologico Galileo, innovare per competere 97<br />
DOMANI<br />
Capitolo 11 Impegni e strategie per governare il futuro 105<br />
APPEN<strong>DI</strong>CI Cronologia degli eventi rilevanti nei 200 anni<br />
<strong>di</strong> attività della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova 118<br />
La galleria dei presidenti 122<br />
Gli organi camerali dal 2008 al 2013 126<br />
L’arte in parete 128<br />
BIBLIOGRAFIA 130<br />
REFERENZE FOTOGRAFICHE 132<br />
RINGRAZIAMENTI 134<br />
5
Presentazione<br />
Il presente e il futuro visti attraverso 200 anni <strong>di</strong> storia.<br />
È l’obiettivo che, attraverso questa pubblicazione, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio<br />
<strong>di</strong> Padova si è posta per ricordare i suoi primi due secoli <strong>di</strong> vita.<br />
Un traguardo importante, ma soprattutto una tappa nell’esistenza operosa<br />
<strong>di</strong> questa istituzione, nata sul finire del 1811, sotto il regno <strong>di</strong> Napoleone<br />
Bonaparte.<br />
Ed ecco allora che queste pagine si compongono <strong>di</strong> un breve viaggio nel<br />
passato, per fissare successivamente, con alcune istantanee nella parte<br />
centrale, le gran<strong>di</strong> realizzazioni che hanno visto la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio<br />
<strong>di</strong> Padova prima ispiratrice e poi, una volta concretizzate, convinta partner<br />
<strong>di</strong> altre istituzioni. Terza parte de<strong>di</strong>cata a progetti e aspirazioni <strong>di</strong> una storia<br />
che continua.<br />
Quando si è pensato <strong>di</strong> realizzare questa pubblicazione, una raccomandazione<br />
è stata quella <strong>di</strong> non <strong>di</strong>spensare incenso e gloria.<br />
Nella speranza che l’obiettivo sia stato conseguito, va sottolineato che per<br />
alcune figure carismatiche non è stato facile trattenere i superlativi che si<br />
sarebbero meritati. Gran<strong>di</strong> uomini che attraverso la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong><br />
Padova hanno costruito gran<strong>di</strong> eventi. Figure che continuano a “vivere” perché<br />
hanno saputo prendere tra le mani il volano dell’economia in<strong>di</strong>rizzandola su<br />
terreni che ancora oggi <strong>di</strong>spensano frutti copiosi soprattutto sulla comunità<br />
padovana. Hanno fatto <strong>di</strong> Padova una grande città.<br />
“Duecento anni <strong>di</strong> opportunità <strong>di</strong> sviluppo” abbiamo voluto sottolineare nella<br />
titolazione, con l’ente camerale protagonista nella crescita del nostro territorio.<br />
A più mani, abbiamo voluto mettere insieme un racconto non settoriale ma<br />
privilegiando la chiave <strong>di</strong>vulgativa. Una sorta <strong>di</strong> cronaca rivisitata dove parlano<br />
soprattutto le immagini, dove fanno da sfondo anche i futuri scenari.<br />
Una serie <strong>di</strong> quadri che ci mostrano la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio protagonista, che<br />
spesso – come ci piace riba<strong>di</strong>re – fa la <strong>di</strong>fferenza, convinta più che mai come<br />
7
8<br />
<strong>di</strong>ceva il poeta Ezra Pound che “non si può fare una buona economia con una<br />
cattiva etica”.<br />
Un’altra convinzione che ci ha suggerito questa pubblicazione è quella che<br />
conoscere la storia aiuta a camminare verso il futuro. Il vuoto <strong>di</strong> memoria copre<br />
d’oblio tutte le realizzazioni più importanti, non fa apprezzare il presente e<br />
spegne la luce sul domani.<br />
In estrema sintesi cosa si trova in questa nostra pubblicazione? Innanzi tutto le<br />
linee più caratterizzanti e determinanti dell’attività dell’ente camerale padovano;<br />
poi, numerose testimonianze dell’attenzione con cui la <strong>Camera</strong>, portaban<strong>di</strong>era<br />
e sintesi della comunità delle imprese, segue ogni espressione della realtà<br />
economica e sociale; quin<strong>di</strong>, terzo aspetto, il ruolo avuto dal nostro ente nella<br />
creazione <strong>di</strong> molti progetti strutturali.<br />
Da ultimo, troviamo una <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio sempre pronta a “ragionare” <strong>di</strong><br />
economia sotto ogni cielo, da quello più azzurro al più grigio, come quello che<br />
stiamo faticosamente attraversando in questi anni. E ogni volta con lo scopo <strong>di</strong><br />
far prevalere le ragioni del <strong>di</strong>alogo e il bene dell’economia padovana.<br />
Roberto Furlan<br />
Presidente della<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova<br />
Aprile 2011
Capitolo 1<br />
Come eravamo<br />
11
Correva l’anno 1811.<br />
Il 27 <strong>di</strong>cembre apre gli occhi una “ragazzina” che oggi porta con <strong>di</strong>sinvoltura<br />
i suoi primi 200 anni, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio, Arti e Manifatture <strong>di</strong><br />
Padova. Muove i primi passi in un mondo che non se la passa troppo bene.<br />
Nel Veneto comanda Napoleone I, fresco sposo <strong>di</strong> Maria Luisa d’Austria,<br />
incoronato Re d’Italia il 26 maggio 1805. La città del Nord più vivace e<br />
<strong>di</strong>namica è Milano, scelta come centro politico ed economico <strong>di</strong> questo<br />
Stato-satellite della Francia.<br />
Con le campagne murate dall’in<strong>di</strong>fferenza dei governanti, la <strong>di</strong>slocazione<br />
dei servizi amministrativi, sociali ed economici favorisce le città rispetto<br />
alle periferie e le aree più privilegiate sono dotate <strong>di</strong> vie <strong>di</strong> comunicazione<br />
migliori, anche se abbondantemente insufficienti. La maggior parte<br />
della gente, che vive soprattutto nelle campagne, deve fare i conti con<br />
ristrettezze <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico, sociale e culturale. Tenuta alla larga da ogni<br />
potere decisionale, soggetta a pressione fiscale, deve fare spesso i conti con<br />
calamità naturali ed epidemie.<br />
Diffidenza, rassegnazione e ostilità sono i sentimenti predominanti in queste<br />
masse. Se non bastasse, nel corso del 1811 il Veneto viene percorso dalla<br />
paura per tre consecutive piene del Piave.<br />
Ma dopo stagioni inclementi finalmente arriva un raccolto straor<strong>di</strong>nario.<br />
A Roma il soglio pontificio è vuoto per volontà <strong>di</strong> Napoleone. Il Papa Pio VII<br />
è confinato a Savona perché ha avuto l’ar<strong>di</strong>re <strong>di</strong> scomunicare i “predatori<br />
<strong>di</strong> Pietro”, che hanno spogliato la Chiesa <strong>di</strong> ogni bene temporale. La<br />
parte meri<strong>di</strong>onale dello Stivale è dal 1808 nelle mani <strong>di</strong> un fedelissimo <strong>di</strong><br />
Napoleone, Gioacchino Murat.<br />
Al <strong>di</strong> là delle Alpi, anche l’Europa fa i conti con Napoleone alla ricerca <strong>di</strong><br />
un pretesto per invadere la Russia. Neanche l’Inghilterra sta troppo bene:<br />
è colpita da una prostrante crisi economica, per colpa sia delle spese <strong>di</strong><br />
guerra che del blocco navale voluto e imposto dall’imperatore francese.<br />
Il Paese è ridotto alla fame, le fabbriche chiudono e gli operai vengono<br />
licenziati. Le macchine utilizzate nelle aziende, accusate <strong>di</strong> essere la causa<br />
della <strong>di</strong>soccupazione, passano un brutto quarto d’ora.<br />
Tuonano le armi in mezzo mondo ma nei laboratori fioccano le più<br />
importanti scoperte <strong>di</strong> chimici e fisici. Avogadro formula la sua legge dei gas<br />
e Berzelius compila la tabella del pesi atomici degli elementi.<br />
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Ma in quale contesto sociale apre gli occhi la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio, Arti e<br />
Manifatture <strong>di</strong> Padova?<br />
Tutta l’Italia settentrionale è sotto il tallone del genio militare francese, che<br />
la segna e la opprime. Il Veneto in particolare ne avverte il peso, spogliato,<br />
umiliato e ridotto com’è a granaio a <strong>di</strong>sposizione del padrone transalpino.<br />
Ma per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno c’è anche qualche lampo<br />
<strong>di</strong> cambiamento in positivo portato dall’amministrazione francese: i conti<br />
delle amministrazioni pubbliche vengono messi sotto controllo, il debito<br />
cala, c’è un maggior rispetto delle regole <strong>di</strong>ramate dai centri <strong>di</strong> comando.<br />
Si assiste anche ad una sorta <strong>di</strong> atti compensativi nei confronti <strong>di</strong> quanti,<br />
<strong>di</strong> origine nobiliare, erano stati spogliati <strong>di</strong> privilegi tramandati <strong>di</strong> padre in<br />
figlio nell’arco <strong>di</strong> secoli. Alcuni proprietari terrieri si riprendono i loro beni e<br />
anche la borghesia mercantile avrebbe potuto tornare a compiere proficui<br />
affari se la situazione economica non fosse fortemente depressa.<br />
Dissoltosi il Regno d’Italia, ecco l’Austria che a sua volta nega ogni<br />
autonomia ai veneti, trattati come vassalli, tartassati, perché c’erano da<br />
ripianare i debiti <strong>di</strong> sua maestà l’imperatore Francesco I. Fino al 1848 il<br />
Lombardo-Veneto, privo <strong>di</strong> ogni autonomia, se la passerà piuttosto male<br />
sotto il dominio dell’arciduca Ranieri, vicerè, fratello dell’imperatore.<br />
Il tessuto economico <strong>di</strong> quegli anni si regge su tre gambe: i mestieri <strong>di</strong> terra,<br />
vale a <strong>di</strong>re l’agricoltura che da millenni è il collante del tessuto materiale,<br />
sociale e culturale della maggior parte della popolazione veneta; i mestieri<br />
d’acqua, soprattutto legati al trasporto delle merci; i mestieri <strong>di</strong> città, con<br />
l’operosa attività <strong>di</strong> artigiani e commercianti.<br />
Gli artigiani, che operano con garzoni nelle loro botteghe dalla luce quasi<br />
15
inesistente, sono organizzati in gruppi. Sono legati da vincoli <strong>di</strong> solidarietà<br />
fra membri dell’associazione <strong>di</strong> mestiere, attraverso, ad esempio, le “casse<br />
peota”. Il mestiere <strong>di</strong>venta più che mai una scelta <strong>di</strong> vita. I muratori<br />
costituiscono vere e proprie squadre, chiamate “cappelle”. Ancora oggi<br />
ce n’è testimonianza nella parlata della gente: essere soto la capèa de<br />
qualcheduno significa essergli sottomesso.<br />
«La scomparsa dei vincoli protezionistici e dell’esclusiva nella produzione<br />
o commercializzazione <strong>di</strong> determinati beni – scrive Giovanni Caniato in<br />
“Arti e mestieri tra<strong>di</strong>zionali”, nella collana <strong>di</strong> “Cultura popolare veneta”<br />
– accelerò un generale rimescolamento nel mondo economico locale,<br />
decretando la rapida scomparsa <strong>di</strong> molti mestieri, favorita dalla generale<br />
depressione e stasi commerciale del primo Ottocento, e il concentramento<br />
nelle mani del <strong>di</strong>namico ceto me<strong>di</strong>o borghese delle <strong>di</strong>verse fasi produttive<br />
un tempo prerogativa <strong>di</strong> arti <strong>di</strong>stinte, segnando la definitiva nascita delle<br />
moderne imprese industriali, commerciali e <strong>di</strong> servizio, libere <strong>di</strong> operare<br />
senza dover più sottostare ai vecchi vincoli corporativi».<br />
Pur in mezzo al vento del cambiamento, Padova riesce a conservare il<br />
suo nobile blasone, grazie alla sua università dal forte richiamo, tanto da<br />
meritarsi il titolo <strong>di</strong> città <strong>di</strong> gran dotòri. Un altro detto ne testimonia<br />
anche una <strong>di</strong>screta ricchezza che la pone davanti ad uno dei centri<br />
considerati più opulenti: “Bologna, la grasa; Padova, la pasa” (Bologna, la<br />
grassa; Padova, la passa).<br />
Una città, Padova, che è incamminata verso la modernità. Ma la Bassa è<br />
attraversata dallo scontento per le continue richieste <strong>di</strong> uomini per la<br />
guerra e per l’alto prezzo della farina bianca. È esasperata e pronta a quella<br />
19
20<br />
che a metà del 1809 viene chiamata “insorgenza”, una ribellione vera e<br />
propria, vista <strong>di</strong> buon occhio anche dal clero, spogliato <strong>di</strong> privilegi e beni,<br />
e dalla nobiltà bistrattata che conta sempre meno. Il vento della protesta<br />
spinge sulle piazze i braccianti con le loro famiglie. I municipi sono teatro<br />
<strong>di</strong> veri e propri assalti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati, i carteggi relativi alle tasse sul macinato<br />
vengono strappati e inceneriti nelle pubbliche vie. Attraverso le maglie<br />
dell’ “insorgenza”, si intrufolano anche briganti che scorazzano per<br />
Monselice, Este, Montagnana, Adria, Cavarzere, Rovigo. Il potere replica<br />
con il piombo e la ghigliottina. Migliaia i condannati a morte e a lunghi<br />
anni <strong>di</strong> galera.<br />
Ma il brigantaggio è duro a togliere il <strong>di</strong>sturbo.<br />
Un bando del viceprefetto del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Este, Ferri, istituisce la guar<strong>di</strong>a<br />
civica contro il brigantaggio. Ma la situazione non migliorerà <strong>di</strong> molto:<br />
«La vita nelle basse durante la prima metà dell’Ottocento – scrive Giuliano<br />
Tamani in un articolo sul “Pianeta Veneto” – è caratterizzata da una <strong>di</strong>ffusa<br />
illegalità: furti campestri, a stalle, pollai e granai, qualche assalto a solitari<br />
viaggiatori. Illegalità determinata dalla crescente miseria e favorita dalla<br />
presenza <strong>di</strong> vaste plaghe semidesertiche, dalla mobilità dei braccianti alla<br />
ricerca <strong>di</strong> lavoro, da una generale omertà».
Capitolo 2<br />
Dai campi<br />
alle fabbriche<br />
23
Tra la fine del Settecento<br />
e la prima metà dell’Ottocento è tutto un susseguirsi <strong>di</strong> invasori. Mutano<br />
le <strong>di</strong>vise ma non la musica. Arrivano, comandano, esigono, prendono e<br />
portano via. Celebre un botta e risposta in voga a quei tempi: “Ma i francesi<br />
sono tutti ladri?” “Bonaparte sì”.<br />
Dal 1798 al 1801 a Padova ci sono gli austriaci, poi arrivano i francesi e <strong>di</strong><br />
lì a poco ancora gli austriaci. Dal 1805 al 1813 i transalpini impongono il<br />
Regno d’Italia, mentre dal 1813 al 1866 le re<strong>di</strong>ni, con il Lombardo-Veneto,<br />
passano un’altra volta in mani austriache.<br />
I continui mutamenti portano tra la gente <strong>di</strong>sorientamento e insicurezza.<br />
Così fino alla metà dell’Ottocento troviamo a Padova un’industria <strong>di</strong><br />
conservazione, senza voglia <strong>di</strong> crescere, un settore sfiduciato che si trascina<br />
per inerzia perché mortificato dall’incertezza politica. Ma c’è anche chi non<br />
concorda con questa tesi. Lo storico Antonio Faggiani non la pensa così,<br />
infatti, e attribuisce la colpa della stagnazione agli stessi padovani (siamo<br />
nel 1837) rintanati nelle loro “bottegucce” e <strong>di</strong>visi dalla “gelosia <strong>di</strong> un<br />
meschinissimo commercio”.<br />
La calma piatta non verrà squarciata nemmeno dalla collocazione dei<br />
primi binari nel 1842 sulla linea Padova-Marghera e quattro anni dopo<br />
sulla Padova-Vicenza. Una “foto” più cre<strong>di</strong>bile la scatta Nicolò Da Rio in un<br />
saggio del 1842: «Esistono varie fabbriche <strong>di</strong> manifatture molto importanti,<br />
benché forse per le cangiate circostanze non più sì numerose, né si<br />
ragguardevoli come in passato».<br />
A Padova c’è il celeberrimo lanificio Marcon, ma a causa della concorrenza<br />
<strong>di</strong> Schio e Valdagno, incomincia a dare segni <strong>di</strong> sofferenza. A Piove <strong>di</strong> Sacco<br />
opera una fabbrica <strong>di</strong> mattoni, mentre nel resto della provincia un vento<br />
favorevole soffia sulle vele dell’industria della seta. Si contano ben 29 filande.<br />
Nella seconda metà del Milleottocento, l’industria padovana volta pagina.<br />
È soprattutto la meccanica agraria che carica la molla della riscossa. Ma<br />
non solo. Nel 1852, come ci ricorda Giuseppe Toffanin nel libro de<strong>di</strong>cato<br />
all’”Industria padovana” apre la fonderia Benech-Rocchetti che arriverà<br />
ad avere oltre cento <strong>di</strong>pendenti. L’anno successivo a Loreggia sorge una<br />
fabbrica <strong>di</strong> ceramiche, mentre i rintocchi delle campane della fonderia<br />
Colbacchini risuonano in tutto il mondo.<br />
Nell’estate del 1866, gli austriaci finalmente sono costretti a fare le valigie.<br />
25
26<br />
Dall’annessione alla fine del secolo, l’industria padovana incontra due giganti:<br />
la <strong>di</strong>nastia dei Camerini che darà vita ad un ventaglio <strong>di</strong> attività arrivando<br />
ad occupare fino a 1.800 <strong>di</strong>pendenti, e Vincenzo Stefano Breda, deputato<br />
e senatore, fondatore nel 1872 della Società Veneta Costruzioni Opere<br />
Pubbliche. Il secolo chiude con un altro botto padovano. Nella città del<br />
Santo, nel 1889, l’ingegner Enrico Bernar<strong>di</strong>, l’uomo che entusiasmò Giovanni<br />
Agnelli, farà muovere la prima auto italiana.<br />
All’alba del XX secolo Padova veleggia verso i centomila abitanti. Leggiamo<br />
nel libro “L’industria padovana” <strong>di</strong> Giuseppe Toffanin che “nel 1911 si<br />
censivano in provincia 2.811 imprese o opifici, con 23.093 addetti”. Mentre<br />
il 10 giugno del 1919 sventola il tricolore sui pa<strong>di</strong>glioni della prima Fiera<br />
Campionaria, a Pontelongo opera la raffineria degli zuccheri con 550<br />
<strong>di</strong>pendenti, a Battaglia le Officine, a Este la Saffa e l’Utita, a Conselve le<br />
Meccaniche Milani, a Montagnana la Società per la filatura del lino e della<br />
canapa, a Cittadella prende spinta l’industria serica e nasce la “nonna”<br />
dell’attuale marchio Vera, a Monselice decollano le industrie estrattive. Gli<br />
atti <strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> aziende in città nella prima metà del Novecento sono tanti,<br />
con nomi <strong>di</strong> peso. Ne ricor<strong>di</strong>amo solo alcuni: la Cives, poi Società Italiana<br />
della Viscosa, la Zedapa, le Officine Meccaniche Stanga, il Calzaturificio<br />
Pinton, la liquoristica Barbieri, la Carrozzeria Fratelli Simonetti, la Pezziol, la<br />
fabbrica <strong>di</strong> inchiostri Pessi. Nel 1927 le cifre che emergono dal censimento<br />
effettuato a Padova e provincia in<strong>di</strong>cano 8.966 imprese con 48.979 addetti.<br />
Non si può <strong>di</strong>menticare, ricordando a spanne le principali tappe<br />
dell’economia padovana, il ruolo dell’agricoltura che ha donato linfa<br />
preziosa nei perio<strong>di</strong> più <strong>di</strong>fficili all’industria, specie nei settori della lana e<br />
della seta.<br />
Luigi Pirandello intitola una sua novella “La berretta <strong>di</strong> Padova”. Lo scrittore
agrigentino inizia così il racconto: “Berretta <strong>di</strong> Padova: belle berrette a<br />
lingua, <strong>di</strong> panno, ad uso <strong>di</strong> quelle che si portano ancora in Sardegna e che<br />
si portavano allora (cioè a <strong>di</strong>re nei primi cinquant’anni del secolo scorso)<br />
anche in Sicilia, non dalla gente <strong>di</strong> campagna, ma dai citta<strong>di</strong>ni, anche mezzi<br />
signori”.<br />
L’industria prendeva slancio dall’allevamento delle pecore in campagna.<br />
Pecore speciali, s’intende, come eccellenti erano i loro prodotti. Lo storico<br />
dell’Ottocento, Agostino Fappani, ne parla con una sorta <strong>di</strong> venerazione:<br />
“Uno scelto e bell’ariete padovano deve avere aspetto serio, ma vivace,<br />
portamento grave ed altero, testa grossa, tondeggiante, <strong>di</strong>sarmata <strong>di</strong> corna,<br />
lata fronte ombreggiata alcun poco da ciuffo lanoso, gran<strong>di</strong> occhi scintillanti,<br />
focosi”. Ma anche la signora dell’ariete attira le simpatie <strong>di</strong> Fappani: “È del<br />
marito suo più bassa la pecora. Ha l’aspetto atteggiato a maggior bonarietà,<br />
la testa più lunga, scarna e leggera, il naso meno arcuato, gli occhi gran<strong>di</strong> sì,<br />
ma meno vivi<strong>di</strong> del lasciviente suo sposo”.<br />
Molti storici sono concor<strong>di</strong> nell’affermare che nell’Ottocento Padova<br />
viveva in modo preponderante dei propri prodotti agricoli e della loro<br />
lavorazione.<br />
Non solo pecore, comunque, ma anche galline. Nell’esposizione <strong>di</strong> Parigi<br />
del 1855, oltre all’erpice della <strong>di</strong>tta De Marchi e alle macchine agricole della<br />
famiglia Rocchetti, la città si fa ammirare per la qualità e la bellezza delle<br />
“poules de Padoue”, le galline padovane.<br />
Giuseppe Toffanin descrive così la vita nella nostra provincia attorno<br />
al 1850: “Un’incon<strong>di</strong>zionata arretratezza, un’indescrivibile povertà, uno<br />
sfruttamento della classe conta<strong>di</strong>na, specie nella Bassa Padovana, nel<br />
Conselvano, nel Piovese. Il ceto rurale persisteva in un’esistenza avvilente,<br />
<strong>di</strong> analfabetismo, <strong>di</strong> malattie, <strong>di</strong> estraneamento della vita sociale”. Poi<br />
27
30<br />
aggiunge: “Non ci si voleva rendere conto delle con<strong>di</strong>zioni talvolta inumane,<br />
già precarie per secolare abbandono”. Sconsolato il finale: “Un liberalismo<br />
ignorante, più che noncurante, delle con<strong>di</strong>zioni conta<strong>di</strong>ne”. Ed è in questo<br />
contesto <strong>di</strong> fame, in<strong>di</strong>genza e <strong>di</strong>soccupazione che <strong>di</strong>laga il brigantaggio<br />
nelle campagne, tenuto in parte a freno dal crudele “giu<strong>di</strong>zio statario” che<br />
prevedeva l’imme<strong>di</strong>ata fucilazione o l’impiccagione dei colpevoli.<br />
Con il trascorrere degli anni si registrano tentativi <strong>di</strong> razionalizzare il lavoro<br />
nelle campagne, con l’istituzione ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> cattedre ambulanti, ma<br />
sfruttamento, pellagra e analfabetismo erano sempre protagonisti.<br />
Una preziosa fotografia della situazione nelle campagne fra Ottocento e<br />
Novecento l’ha scattata il saggista padovano <strong>di</strong> storia contemporanea Lino<br />
Scalco nel libro “Il tempo delle ciminiere”. Proponiamo l’attacco del brano<br />
che apre il capitolo della seconda industrializzazione in età giolittiana: «Sono<br />
ancora molto marcate le <strong>di</strong>fferenze fra città e campagna nell’ultima decade<br />
dell’Ottocento. Alla cronica miseria delle popolazioni rurali sottomesse<br />
ad un ceto <strong>di</strong> possidenti e all’isolamento delle campagne, a Padova, è<br />
stato modesto lo sviluppo industriale e ben poche fabbriche avevano le<br />
caratteristiche <strong>di</strong> un’industria moderna per mezzi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzione ...» .<br />
In città la situazione doveva essere ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versa se Padova, all’inizio<br />
del secolo scorso, si meritò l’appellativo <strong>di</strong> “città dei cento milionari”.<br />
Contrad<strong>di</strong>ce questa visione il <strong>di</strong>ario dei fratelli francesi Edmond e Julies
Goncourt che nelle “Notes de voyages” a “Padoue”, alcuni lustri prima,<br />
parlano <strong>di</strong> una città dove regna la fame . Nei loro occhi è rimasto impresso<br />
un episo<strong>di</strong>o: il cameriere del Caffé Pedrocchi che con un tovagliolo asciuga<br />
le vetrate dall’appannamento prodotto dal fiato degli affamati che guardano<br />
mangiare dal <strong>di</strong> fuori.<br />
Ma è nella seconda metà del Millenovecento che si assiste alla riscossa<br />
dell’agricoltura, sottoposta ad una ra<strong>di</strong>cale cura attraverso una pioggia <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>fiche e cambiamenti: le colture si specializzano, soprattutto quelle<br />
<strong>di</strong> cereali e la frutticoltura, c’è un massiccio impiego <strong>di</strong> mezzi agricoli, i<br />
fabbricati rurali si modernizzano, mentre nascono imponenti cantine e stalle<br />
sociali.<br />
Anche altre due gambe del tavolo dell’economia padovana, oltre ad<br />
industria e agricoltura, a partire dal 1945 <strong>di</strong>verranno stabili ed importanti.<br />
L’artigianato, inizialmente limitato alle necessità locali e alla vita scan<strong>di</strong>ta<br />
nel corso dei secoli, ha visto poi produzioni <strong>di</strong> prima grandezza per novità<br />
e genialità, oltre a realizzazioni con un plus valore <strong>di</strong> fantasia, creatività e<br />
inventiva.<br />
Così come il commercio che fino all’Ottocento si valeva quasi<br />
esclusivamente <strong>di</strong> trasporti su acqua, è decollato con la realizzazione <strong>di</strong><br />
infrastrutture, consorzi e lungimiranti iniziative a sostegno dell’economia<br />
locale e non solo.<br />
31
E tra gli artifici del “miracolo del Nord Est” trova una significativa<br />
collocazione anche la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova che ha saputo fare<br />
squadra con le altre amministrazioni, innalzandosi a capofila in realizzazioni,<br />
che ancora oggi forniscono preziosa linfa alla nostra economia.<br />
Dopo il secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale l’operosità padovana riesplode con<br />
il potenziamento <strong>di</strong> numerosi settori, anche se all’ombra del Santo non<br />
sorgeranno mai industrie <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni. Ciò non impe<strong>di</strong>rà a Padova<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare la “Milano del Veneto”, locomotiva <strong>di</strong> tutta una regione, grazie<br />
all’intraprendenza e lungimiranza <strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong> assoluta grandezza che<br />
hanno guidato gli enti locali, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio e l’Università <strong>di</strong><br />
Padova.<br />
Vale la pena riportare alcune riflessioni <strong>di</strong> uno storico dell’economia, il<br />
professor Giorgio Roverato, autore del libro “L’industrializzazione <strong>di</strong>ffusa,<br />
storia dell’economia padovana 1923-2003”. Roverato parla <strong>di</strong> luci e <strong>di</strong><br />
ombre. Limitiamoci alle prime. A proposito delle <strong>di</strong>mensioni d’impresa, il<br />
docente universitario scrive: “Danno al sistema economico<br />
provinciale una struttura più equilibrata <strong>di</strong> quanto non sia accaduto nelle<br />
altre aree venete. Il che ha comportato anche un più facile superamento<br />
delle crisi aziendali”. Poi l’assenza <strong>di</strong> settori dominanti che, secondo<br />
Roverato, “hanno consentito lo svilupparsi <strong>di</strong> una pluralità <strong>di</strong> vocazioni<br />
produttive, che hanno anch’esse concorso alla stabilità del sistema e alla<br />
sua crescita”. Terzo, la <strong>di</strong>ffusa propensione all’export, che – si legge nel libro<br />
L’industrializzazione <strong>di</strong>ffusa – “si è tradotta nella assimilazione <strong>di</strong> altre culture<br />
che hanno favorito i processi <strong>di</strong> innovazione”. Infine, il sostanziale spirito<br />
collaborativo tra istituzioni, enti economici e associazioni impren<strong>di</strong>toriali<br />
che, sottolinea Roverato, “ha dotato il territorio <strong>di</strong> infrastrutture materiali<br />
(e immateriali) con effetti positivi <strong>di</strong> cui si è più o meno consapevolmente<br />
giovato l’intero sistema delle imprese”.<br />
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Capitolo 3<br />
L’atto <strong>di</strong> nascita<br />
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L’atto <strong>di</strong> nascita della<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio, Arti e Manifatture <strong>di</strong> Padova porta la data<br />
27 <strong>di</strong>cembre 1811. Viene istituita per la volontà <strong>di</strong> Napoleone il Grande,<br />
ma il decreto attuativo porta la firma del vicerè, il principe Eugenio<br />
Napoleone <strong>di</strong> Beauharnais, figlio <strong>di</strong> Giuseppina. L’obiettivo dei francesi<br />
è quello <strong>di</strong> portare or<strong>di</strong>ne in ogni settore dell’amministrazione pubblica,<br />
attraverso norme, innovazioni e progetti. Oltre alla tutela degli interessi<br />
delle categorie commerciali ed industriali, l’istituzione ha il compito<br />
<strong>di</strong> raccogliere notizie sulla situazione economica e sulle <strong>di</strong>fficoltà che<br />
ostacolano lo sviluppo dei commerci e delle industrie locali .<br />
Tra le nuove realtà ci sono le Camere <strong>di</strong> Commercio che sorgono sul<br />
modello delle “chambres de commerce” che Oltralpe contano più <strong>di</strong><br />
duecento anni <strong>di</strong> storia. Le prime risalgono al 1599: nascono a Marsiglia<br />
in Francia e a Bruges in Belgio. L’imperatore le vuole più moderne, con<br />
meno ingerenze dello Stato. Le immagina più somiglianti alle gloriose<br />
corporazioni che hanno attraversato tutto il me<strong>di</strong>oevo italiano.<br />
“Un rior<strong>di</strong>no straor<strong>di</strong>nario, ben oltre i confini <strong>di</strong> Francia, <strong>di</strong> strutture<br />
amministrative, legislative ed economiche – scrive Giuseppe Toffanin nel<br />
libro de<strong>di</strong>cato ai primi 175 anni <strong>di</strong> storia della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio –<br />
con genialità ed ar<strong>di</strong>mento pari a quelli consueti dell’imperatore sui campi<br />
<strong>di</strong> battaglia, con felici e caratteristiche intuizioni future”.<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova vede la luce<br />
contemporaneamente a quelle <strong>di</strong> Sondrio, Chiavenna, Cremona, Lo<strong>di</strong>,<br />
Ferrara, Brescia, Mantova, Macerata, Fabriano, Pavia, Modena, Rimini e<br />
Treviso, nate tutte il 27 <strong>di</strong>cembre 1811.<br />
Padova era il capoluogo del <strong>di</strong>partimento del Brenta, sud<strong>di</strong>viso in quattro<br />
<strong>di</strong>stretti: oltre al <strong>di</strong>stretto del capoluogo, c’erano quelli <strong>di</strong> Este, Piove e<br />
Camposampiero. Il <strong>di</strong>partimento contava poco più <strong>di</strong> 285 mila abitanti.<br />
Agricoltura, arti, manifatture e commercio erano attività <strong>di</strong> competenza<br />
del ministro dell’Interno che a Milano aveva il proprio Consiglio generale.<br />
Era composto da venti membri e fra questi c’erano due padovani: il barone<br />
Giuseppe Treves ed il finanziere Marco Zigno.<br />
Tre i collegi elettorali: c’era quello dei possidenti, dei dotti, dei commercianti.<br />
Quest’ultimi erano scelti “fra i più accre<strong>di</strong>tati e i fabbricatori più <strong>di</strong>stinti per<br />
l’importanza del loro commercio”. Poi c’era l’”Organizzazione finanziera”<br />
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alla quale facevano capo la <strong>di</strong>rezione generale delle privative e dazi <strong>di</strong><br />
consumi, la <strong>di</strong>rezione generale del demanio, dei boschi e dei <strong>di</strong>ritti uniti.<br />
Tra le istituzioni che operavano nel settore dell’economia da segnalare<br />
anche gli uffici del registro, gli uffici <strong>di</strong> conservazione delle ipoteche,<br />
la <strong>di</strong>rezione delle poste e del lotto, le cui estrazioni avvenivano<br />
alternativamente tre volte al mese anche a Padova e a Venezia.<br />
A Padova i membri della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio inizialmente furono<br />
quattro: Gabriele Trieste, Gio.Batista Valvasori, Paolo Zaborra e Andrea<br />
Cristina. In linea <strong>di</strong> massima nel Regno Italico le nomine avvenivano su<br />
designazione dei Prefetti, successivamente, in ragione <strong>di</strong> un quarto, della<br />
<strong>Camera</strong> stessa a maggioranza assoluta <strong>di</strong> voti. Il presidente poteva essere il<br />
Prefetto, il Viceprefetto o il Podestà secondo la valenza amministrativa della<br />
sede camerale, che poteva essere capoluogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>partimento, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stretto o<br />
<strong>di</strong> Comune.<br />
Padova passa <strong>di</strong> mano ed entra a far parte dell’impero austriaco il 7<br />
novembre 1813 e vi rimane fino al 12 luglio 1866.<br />
Il passaggio dal potere francese, mai serenamente accettato, a quello<br />
asburgico, lo storico Giuseppe Toffanin lo fotografa così: “Se il Metternich,<br />
abilmente, <strong>di</strong>ede esempio <strong>di</strong> condotta decisa nello stabilire l’autorità<br />
sovrana, nello stesso tempo fu prudente nel creare, nelle nuove province,<br />
un governo assoluto. Non soppresse del tutto la legislazione napoleonica,<br />
serbò quanto <strong>di</strong> valido (e molto) era stato introdotto, mantenne la non
ingerenza del clero nella vita politica, non restaurò, o cautamente, la nobiltà<br />
negli antichi privilegi. Avvenne un tranquillo passaggio, anche a Padova, da<br />
<strong>di</strong>partimento del regno a provincia dell’impero austriaco. Per più parte<br />
restarono nei loro uffici quanti li occupavano”.<br />
Sotto la dominazione austriaca Padova non dà segni <strong>di</strong> insofferenza, sembra<br />
calma e docile, pur in un clima <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione latente. Viene ripagata con<br />
una certa riconoscenza dagli austriaci, che le consentono <strong>di</strong> riacquistare<br />
una propria vita amministrativa, quasi fosse una città libera. L’aristocrazia<br />
tiene gli occhi puntati su Vienna: l’alta borghesia vede in un governo<br />
autoritario al punto giusto, e soprattutto stabile, una piattaforma sicura per<br />
le proprie attività economiche. L’università va a braccetto con gli atenei<br />
austriaci, tessendo rapporti culturali e scientifici. C’è anche uno scambio<br />
<strong>di</strong> docenti, mentre al Bo viene istituita la prima cattedra italiana <strong>di</strong> lingua e<br />
letteratura tedesca. Ma il fuoco cova sotto le ceneri. Questo i<strong>di</strong>llio si spezza<br />
improvvisamente con i moti risorgimentali padovani nel 1848.<br />
Fino al 1850 nella struttura delle Camere <strong>di</strong> Commercio non cambia quasi<br />
nulla, rispetto all’originale <strong>di</strong>segno napoleonico: restano le attribuzioni e le<br />
competenze, non mutano nemmeno composizione e funzionamento. La<br />
presidenza resta prerogativa del “regio imperial delegato”.<br />
Il 18 marzo 1850 viene emanata una legge <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no delle Camere del<br />
Regno. La sede della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova è in piazza dei<br />
Signori, nel palazzo del Capitanio. Quin<strong>di</strong>ci anni dopo un’altra data viene<br />
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impressa a caratteri indelebili nella storia dell’istituzione: nel 1865, infatti,<br />
quando la dominazione austriaca è agli sgoccioli, viene eletto il primo<br />
presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio e Industria. È Moisè Vita Jacur, nato<br />
a Venezia nel 1797, arrivato a Padova giovanissimo.<br />
Lo storico Giuseppe Toffanin lo inquadra così: “Proprietario <strong>di</strong> un banco<br />
a S. Lorenzo, l’attuale palazzo Romanin in piazza Antenore, fu esponente<br />
<strong>di</strong> primo piano dell’economia citta<strong>di</strong>na, con interessi nell’agricoltura e nel<br />
commercio. Resse la <strong>Camera</strong> fino alla morte, avvenuta il 22 ottobre 1877”.<br />
Lo coa<strong>di</strong>uvavano il vicepresidente Vincenzo Zatta (commerciante) e 13<br />
consiglieri, 7 in rappresentanza del settore del commercio e 6 <strong>di</strong> quello<br />
dell’industria.<br />
Tra i rappresentanti <strong>di</strong> quest’ultimo comparto troviamo Giacomo<br />
Colbacchini dell’omonima fonderia, Pietro Sartori, amministratore <strong>di</strong> una<br />
filanda, Antonio Marcon, impren<strong>di</strong>tore della lana, Giovanni Battista Ran<strong>di</strong><br />
titolare della cartoleria del Bo. Del primo gruppo, tra gli altri, facevano<br />
parte Antonio Zaramella, “pollajuolo” con banco sotto il Salone, Salomone<br />
Salom ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> granaglie e Giovanni Battista Saccardo titolare del<br />
negozio <strong>di</strong> mercerie in piazza delle Erbe.<br />
Con l’annessione del Regno Lombardo-Veneto all’Italia non si registrano<br />
scossoni politici alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio. Ma ci sono novità dal punto<br />
<strong>di</strong> vista normativo: la “legge per l’istituzione e l’or<strong>di</strong>namento delle Camere<br />
<strong>di</strong> Commercio ed Arti” porta la data del luglio 1862 ma viene estesa alle<br />
province venete solo nel 1867. Era composta da 43 articoli. “Sono istituite<br />
in tutto il regno – recita la legge Pepoli – Camere <strong>di</strong> Commercio ed<br />
Arti, per rappresentare presso il governo e per promuovere gli interessi<br />
commerciali ed industriali”. Dettagliate le competenze <strong>di</strong> ciascuna <strong>Camera</strong>:<br />
“Presenteranno al governo le informazioni e le proposte che risulteranno<br />
utili al traffico, alle arti e alle manifatture; gli faranno conoscere quali sono<br />
le loro vedute attorno ai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> accrescere la prosperità commerciale<br />
ed industriale, in<strong>di</strong>cando le cause che la impe<strong>di</strong>scono, ed i mezzi per<br />
rimuoverle”. Un vero e proprio periscopio del governo sul territorio<br />
<strong>di</strong> competenza. Ogni anno dovevano inviare una relazione al ministero<br />
dell’agricoltura, industria e commercio. Altri compiti: “Compileranno<br />
a richiesta dei tribunali ruoli dei periti per le materie commerciali.<br />
Avranno nella loro <strong>di</strong>pendenza le Borse <strong>di</strong> commercio e ne faranno le<br />
spese. Eserciteranno, rispetto agli agenti <strong>di</strong> cambio, me<strong>di</strong>atori e periti, le<br />
attribuzioni risultanti dalle leggi speciali che reggono l’esercizio <strong>di</strong> essi.
Formeranno, in quanto occorra, la lista degli eleggibili a giu<strong>di</strong>ci dei Tribunali<br />
<strong>di</strong> Commercio, la quale dovrà almeno contare tre nomi per ciascun giu<strong>di</strong>ce<br />
da nominare dal re . Potranno stabilire e <strong>di</strong>rigere uffici per la stagionatura<br />
e il saggio delle sete”. In tema <strong>di</strong> organizzazione delle Camere la legge<br />
prevedeva: “Le Camere saranno elettive. Il numero dei componenti <strong>di</strong><br />
ciascuna non potrà mai essere maggiore <strong>di</strong> ventuno, né minore <strong>di</strong> nove ... I<br />
componenti, eletti a maggioranza relativa, scelgono fra loro un presidente<br />
e un vicepresidente a maggioranza assoluta <strong>di</strong> voti e per scrutinio segreto”.<br />
Insomma, oltre alle funzioni <strong>di</strong> raccordo con gli organi <strong>di</strong> governo politicoamministrativi<br />
dello Stato, attraverso le nuove competenze in materia<br />
esecutivo-amministrativa, le Camere ricevettero un forte rafforzamento.<br />
Come riportato nella storia dell’Unione Italiana delle Camere <strong>di</strong><br />
Commercio, e<strong>di</strong>ta dalla stessa Unioncamere, esse “potevano presentare al<br />
governo le informazioni e le proposte giu<strong>di</strong>cate utili al traffico, alle arti e<br />
alle manifatture, avevano compiti <strong>di</strong> osservatorio nel settore e potevano<br />
esercitare funzioni consultive e <strong>di</strong> informazioni. Le Borse <strong>di</strong> commercio,<br />
poi, erano alle <strong>di</strong>pendenze degli enti camerali. Un ulteriore compito<br />
– tra i molti ad esse attribuiti – era quello <strong>di</strong> provvedere all’istituzione<br />
o al mantenimento <strong>di</strong> scuole per l’insegnamento <strong>di</strong> scienze applicate al<br />
commercio e alle arti”.<br />
La legge prevedeva anche il possibile scioglimento del Consiglio camerale.<br />
A Padova successe due volte. In quegli anni Padova è testimone <strong>di</strong> un<br />
mutamento politico epocale. Ra<strong>di</strong>cali, socialisti e repubblicani, uniti, il 28<br />
gennaio 1900 conquisteranno il potere in città, sottraendolo ai moderati<br />
che lo detenevano dal 1866, dall’uscita <strong>di</strong> scena degli austriaci. Si volta<br />
pagina.<br />
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Capitolo 4<br />
Verso il Duemila<br />
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Il salto nel XX secolo<br />
avviene per le Camere con il trampolino del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio del<br />
1883 che consente loro <strong>di</strong> recuperare anche una parte delle vecchie<br />
funzioni <strong>di</strong> controllo. Poi, le stesse Camere, che nel passato fruivano <strong>di</strong><br />
contributi volontari, vennero autorizzate ad applicare <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> segreteria<br />
sui certificati e sugli atti rilasciati e ad imporre speciali ad<strong>di</strong>zionali e<br />
tasse; contestualmente, vennero sottoposte al controllo del Ministero<br />
dell’Agricoltura, Industria e Commercio.<br />
Con la legge del 20 marzo 1910 sono state poi ampliate le funzioni<br />
camerali in materia <strong>di</strong> usi e consuetu<strong>di</strong>ni, arbitrati e prezzi, ma soprattutto<br />
venne dettagliatamente co<strong>di</strong>ficato il registro <strong>di</strong>tte, fu attribuito alle donne<br />
il <strong>di</strong>ritto a partecipare all’elettorato commerciale e vennero ampliate<br />
le possibilità <strong>di</strong> ricavi finanziari derivanti dalla propria attività con nuove<br />
applicazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e tasse. Le Camere <strong>di</strong> Commercio assunsero il nome <strong>di</strong><br />
Camere <strong>di</strong> Commercio e Industria.<br />
La novità più importante era inserita nell’articolo 58 che recitava:<br />
“Chiunque, sia in<strong>di</strong>vidualmente, sia in società con altri, eserciti commercio o<br />
industria è tenuto a farne denuncia alle Camere <strong>di</strong> Commercio e Industria,<br />
nel <strong>di</strong>stretto delle quali egli abbia esercizi commerciali o industriali”.<br />
Con cent’anni <strong>di</strong> vita alle spalle, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova già<br />
agli inizi del Ventesimo secolo ha avuto il merito <strong>di</strong> abbassare il suo ponte<br />
levatoio alla città, collaborando a migliorarne la qualità della vita. Attorno<br />
al 1905 la troviamo fra i promotori <strong>di</strong> un comitato <strong>di</strong> commercianti e<br />
industriali per dar vita ad iniziative <strong>di</strong> pubblica utilità. L’ente padovano<br />
in breve <strong>di</strong>venterà punto <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> numerose istituzioni, anche<br />
non padovane. E nello stesso tempo, come scrive Lino Scalco nel<br />
documentatissimo libro “Per l’economia e il territorio. La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio <strong>di</strong> Padova 1900-1945”, <strong>di</strong>venta “osservatorio privilegiato<br />
capace <strong>di</strong> cogliere le <strong>di</strong>namiche economiche”, e punta sulla vocazione<br />
terziaria della città.<br />
Quella che sembrava la strada verso un crescente benessere si interruppe<br />
bruscamente con i primi venti <strong>di</strong> guerra. Quando scoppia il primo conflitto<br />
mon<strong>di</strong>ale Padova cambia volto. Nella mobilitazione generale viene coinvolta<br />
anche la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio.<br />
La guerra non lascerà alle sue spalle solo macerie e <strong>di</strong>struzioni ma anche<br />
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malattie, fame e <strong>di</strong>soccupazione. Per cogliere i primi sintomi <strong>di</strong> ricostruzione<br />
bisogna aspettare fin oltre la primavera del 1919. A giugno apre la prima<br />
Fiera dei Campioni a Padova e il presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio,<br />
Vittorio Fiorazzo, in data 15 aprile scrive un manifesto rivolto ai sindaci,<br />
augurandosi che “malgrado l’ora critica attuale” abbia ad essere “una<br />
gagliarda affermazione <strong>di</strong> sviluppo economico della Nazione risorta a<br />
nuova vita”. Taglio del nastro il 10 giugno alla presenza del sottosegretario<br />
alle Finanze, il padovano Giovanni Indri, che <strong>di</strong>verrà senatore l’anno<br />
seguente ma ad abbassare il sipario ci sarà lo stesso re Vittorio Emanule<br />
III unitamente al generale Pietro Badoglio. Pier Franco Gaslini nella sua<br />
“Fiera <strong>di</strong> Padova”, a pagina 40, riporta tutta la gioia per la riuscita della<br />
manifestazione del presidente Vittorio Fiorazzo che ha già in mente <strong>di</strong><br />
costituire l’ente stabile “Società della Fiera”: Padova “è testa <strong>di</strong> ponte verso<br />
il Settentrione e l’Oriente: ha facilità <strong>di</strong> comunicazioni a raggiera capaci <strong>di</strong><br />
attirare masse <strong>di</strong> popolazione. Quin<strong>di</strong> è sede ideale”.<br />
L’8 maggio 1924 viene emanato il decreto per l’or<strong>di</strong>namento delle Camere<br />
<strong>di</strong> Commercio del regno, composto <strong>di</strong> settantasei articoli. Cosa cambia?<br />
Per le strutture camerali arriva la qualifica <strong>di</strong> enti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico e<br />
nascono le giunte camerali. Ma è una riforma che non porta lontano.<br />
L’avvento del regime fascista, orientato a trasformare gli enti camerali in<br />
strutture al servizio della nuova organizzazione corporativistica a base<br />
statalista, fa prevalere la componente burocratica. L’obiettivo è quello<br />
<strong>di</strong> accertare lo stato delle imprese e regolarne gli andamenti, mentre si<br />
affievolisce la componente <strong>di</strong> efficace rappresentanza, negli interessi e<br />
nelle aspirazioni, dell’economia locale. In aderenza alla nuova impostazione,
la legge del 18 aprile 1926, composta da 36 articoli, impone ancora una<br />
volta il cambio del nome in Consiglio provinciale dell’economia, con<br />
l’incorporazione dei comizi agrari, istituiti nel 1866, dei comitati forestali,<br />
delle commissioni provinciali <strong>di</strong> agricoltura. Si attenuava <strong>di</strong> molto il concetto<br />
<strong>di</strong> rappresentanza unitaria <strong>di</strong> ogni attività produttiva provinciale. Accanto<br />
ad industria, commercio ed agricoltura veniva affiancata una quarta e una<br />
quinta presenza, vale a <strong>di</strong>re il lavoro e la previdenza sociale.<br />
Ma, senza particolarità “locali”, l’evoluzione della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova<br />
continuerà a seguire l’andamento piatto <strong>di</strong> tutte le altre Camere nei <strong>di</strong>versi<br />
capoluoghi <strong>di</strong> provincia.<br />
Frutto della dottrina fascista saranno pure altre due leggi: quelle del 1931<br />
e del 1937. Le Camere <strong>di</strong>ventano i consigli provinciali dell’economia<br />
corporativa e devono provvedere all’accertamento, alla determinazione e al<br />
controllo dei prezzi, oltre a regolare la sollecita sottoscrizione dei contratti<br />
collettivi <strong>di</strong> lavoro con effetto in ambito provinciale e a pronunciarsi sulle<br />
questioni relative al licenziamento dei lavoratori impegnati in attività<br />
sindacale.<br />
Con la caduta del regime fascista, ripartirà invece un percorso che con il<br />
d.l.l. (decreto legislativo luogotenenziale) del 21 settembre 1944 n. 315<br />
riorganizzerà queste istituzioni che riprendono il nome <strong>di</strong> <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio Industria e Agricoltura. Il decreto era composto <strong>di</strong> soli 12<br />
articoli. Valido per il governo del Sud Italia, poi venne successivamente<br />
esteso alle regioni settentrionali. Le Camere <strong>di</strong> Commercio erano <strong>di</strong> fatto<br />
ripristinate.<br />
Nel periodo fascista avviene un mutamento importante nella storia della<br />
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<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova: il cambio <strong>di</strong> sede. L’ente camerale, fin<br />
dalla sua istituzione operava nel palazzo del Capitanio, in piazza dei Signori.<br />
Passa nella nuova sede <strong>di</strong> via VIII Febbraio, nel palazzo occupato dalle Poste<br />
fino al 1914. Le Poste traslocano nella attuale sede <strong>di</strong> via Garibal<strong>di</strong>, mentre<br />
la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio si trasferisce da piazza dei Signori in via VIII<br />
Febbraio, proprio <strong>di</strong> fronte al Pedrocchi, e vi rimarrà fino al 1936.<br />
In quell’anno avviene il nuovo trasloco nel palazzo, che occupa attualmente,<br />
in piazza Spalato, oggi piazza Insurrezione.<br />
Mutamento <strong>di</strong> sede nel 1936 e nuovo cambiamento <strong>di</strong> nome 30 anni<br />
dopo: le Camere <strong>di</strong>ventano nel 1966 Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria,<br />
Artigianato e Agricoltura a sottolineare la più pesante presenza degli<br />
artigiani che insieme ai coltivatori <strong>di</strong>retti già dal 1951 erano entrati a<br />
rappresentare gli interessi della categoria.<br />
L’attuale configurazione sarà tuttavia raggiunta solamente nel 1993.<br />
Finalmente il nuovo assetto risolverà una serie <strong>di</strong> problemi, rimasti<br />
in sospeso per oltre quarant’anni. La legge <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>namento del 29<br />
<strong>di</strong>cembre 1993, n. 580, interverrà su alcuni importanti aspetti: potestà<br />
statutaria, restituzione del ruolo <strong>di</strong> rappresentanza e <strong>di</strong> equilibrio degli<br />
interessi dei settori, riconoscimento <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong> sostegno al sistema<br />
delle imprese, compiti arbitrali e <strong>di</strong> conciliazione, accanto alle consuete<br />
funzioni amministrative. Unanime il giu<strong>di</strong>zio positivo delle categorie e degli<br />
addetti ai lavori perché la legge <strong>di</strong> riforma del 1993 restituiva alle Camere<br />
la naturale funzione, ne ripristinava la centralità all’interno <strong>di</strong> un mercato,<br />
tra l’altro inserendo nel Consiglio un rappresentante delle associazioni dei<br />
consumatori e uno delle organizzazioni sindacali.<br />
Ultimo atto normativo lo scorso anno. A seguito <strong>di</strong> un serrato confronto<br />
con le Regioni, con il decreto legislativo 23/2010 sono stati introdotti<br />
importanti cambiamenti con lo scopo <strong>di</strong> dettagliare le funzioni degli enti<br />
camerali, le modalità per la costituzione degli organi, i compiti dell’Unione<br />
italiana e delle Unioni regionali.<br />
53
Capitolo 5<br />
Da osservatorio a<br />
locomotiva<br />
55
Dal 1945 la <strong>Camera</strong><br />
<strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova torna ad essere protagonista negli anni della<br />
ricostruzione. Diventa luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con il territorio e <strong>di</strong> partecipazione<br />
della comunità delle imprese alle decisioni finalizzate al rilancio<br />
dell’economia. Impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> qualità e amministratori illuminati imparano<br />
a fare squadra negli accoglienti locali <strong>di</strong> piazza Insurrezione. La democrazia<br />
economica vive i suoi anni più gloriosi: si <strong>di</strong>segnano le infrastrutture e<br />
nascono le gran<strong>di</strong> scelte. Il desiderio <strong>di</strong> rimettere in moto gli ingranaggi,<br />
dopo gli anni bui della guerra e dei tanti sacrifici, fa sì che la saggezza<br />
prevalga sul protagonismo dei singoli. Le forze, le esperienze, le idee<br />
<strong>di</strong>ventano terreno e patrimonio comune. Grazie alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio<br />
che fa da calamita, Padova mostra un tessuto robusto <strong>di</strong> alleanze, fatto <strong>di</strong><br />
comunità locali, <strong>di</strong>stretti industriali, associazioni, singoli impren<strong>di</strong>tori.<br />
Dalla “rinascita” del dopoguerra al primo decennio del Duemila l’economia<br />
padovana è ricca <strong>di</strong> cambiamenti e <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> trasformazioni strutturali.<br />
Tra i prim’attori della ripresa, accanto all’agire impren<strong>di</strong>toriale e delle<br />
loro associazioni, c’è la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova. “Mentre le<br />
associazioni – scrive Giorgio Roverato in L’industrializzazione <strong>di</strong>ffusa. Storia<br />
dell’economia padovana 1923-2003 – dovevano tener conto della loro<br />
natura sindacale, il ruolo istituzionale della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio fu <strong>di</strong><br />
gran lunga il più incisivo”. E nell’analizzare gli anni Ottanta aggiunge: “... la<br />
storia della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio padovana costituisce un esempio <strong>di</strong><br />
scuola, e l’influenza che essa riuscì ad esercitare sull’assetto economico<br />
provinciale fu dovuto proprio alle caratteristiche dei presidenti che via via<br />
si avvicendavano alla sua guida e alla loro capacità <strong>di</strong> fare sintesi (e squadra)<br />
con le categorie e gli enti territoriali”.<br />
Ed ecco allora, accanto al rilancio del ruolo della Fiera, sorgere la Zip,<br />
potenziata al trascorrere delle stagioni, l’Interporto, il Cerved, Tecnopadova,<br />
il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, tanto per ricordare le intuizioni <strong>di</strong><br />
maggior peso, con l’ente camerale a fare da volano delle energie, evitando<br />
la frantumazione delle risorse e il naufragio delle idee. Ovviamente, tutto<br />
questo avviene mentre coor<strong>di</strong>na i suoi tra<strong>di</strong>zionali settori, l’agricoltura,<br />
l’industria, l’artigianato, il commercio interno e quello estero e, negli ultimi<br />
decenni, anche il settore dei servizi e del turismo.<br />
I principali interventi in campo agricolo, con la partecipazione delle<br />
57
60<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria del settore, negli anni della ripresa post-bellica,<br />
vengono finalizzati alla costituzione del Consorzio per il miglioramento del<br />
patrimonio zootecnico della provincia, al sostegno della meccanizzazione<br />
agricola e alla valorizzazione delle produzioni vinicole locali. L’incisiva<br />
presenza del settore avicunicolo porta nella seconda metà degli anni<br />
Sessanta alla realizzazione della sala <strong>di</strong> contrattazione <strong>di</strong> Piazzola sul Brenta.<br />
Nel decennio successivo gli interventi della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio sono<br />
caratterizzati dalla valorizzazione delle produzioni locali. In questo contesto<br />
si inserisce la partecipazione al Consorzio per la promozione del prosciutto<br />
veneto Berico-Euganeo e al Consorzio dei Vini doc dei Colli Euganei.<br />
Negli anni più vicini a noi, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio appoggia<br />
finanziariamente prove sperimentali del settore della frutticoltura e le<br />
iniziative nel settore florovivaistico. In collaborazione con le varie categorie,<br />
vengono promossi anche l’asparago bianco, la patata americana, il ra<strong>di</strong>cchio<br />
variegato.<br />
Industria e artigianato sono egualmente sui gra<strong>di</strong>ni più alti nella scala<br />
dell’impegno camerale. Negli anni Sessanta favorisce la localizzazione delle<br />
aziende nella Zip, contribuisce al finanziamento delle imprese artigiane,<br />
e quin<strong>di</strong> anche a quelle industriali e commerciali, attraverso il sostegno<br />
alle cooperative <strong>di</strong> garanzia fi<strong>di</strong>, oltre alla concessione <strong>di</strong> contributi a
fondo perduto. Per l’artigianato, in generale, l’impegno viaggia su tre binari:<br />
concessione <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to per il rinnovo degli impianti, appoggio dell’attività<br />
formativa e interventi <strong>di</strong> carattere promozionale.<br />
Grande importanza è stata data alla formazione per gli impren<strong>di</strong>tori e i<br />
loro collaboratori sulle nuove tecnologie e processi produttivi (informatica,<br />
meccanica, impianti elettrici, settore del mobile e quello tessile), sia sui nuovi<br />
meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> gestione aziendale.<br />
Terzo polo dell’attività dell’ente camerale è il commercio. Due le <strong>di</strong>rettrici<br />
<strong>di</strong> intervento: per il commercio interno iniziative <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento delle<br />
problematiche legate alla <strong>di</strong>stribuzione e formazione. Un ruolo importante<br />
anche per orientare la politica del commercio dei Comuni per un giusto<br />
equilibrio tra grande <strong>di</strong>stribuzione e negozi <strong>di</strong> prossimità, lo svolge l’Ufficio<br />
del Registro Esercenti.<br />
L’attività <strong>di</strong> sostegno all’export, tramite la ricerca <strong>di</strong> nuovi mercati con<br />
missioni, partecipazioni a fiere, workshop, viene sviluppata sia su scala<br />
provinciale che a livello regionale in collaborazione con il Centro Estero<br />
delle Camere <strong>di</strong> Commercio del Veneto.<br />
Ma è nelle infrastrutture e nei servizi alle aziende, in generale, che la<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio ha saputo fare la <strong>di</strong>fferenza, attraverso l’intelligente<br />
azione dei propri vertici, costituiti da personaggi molto <strong>di</strong>versi per stile,<br />
storia, formazione ed estrazione sociale, ma tutti egualmente impegnati nel<br />
rispondere al meglio alle aspettative della comunità padovana.<br />
Già dagli anni Sessanta si assiste ad un’intensa attività <strong>di</strong> progettazione per<br />
alcune fondamentali strutture <strong>di</strong> servizio e <strong>di</strong> trasporto nella provincia<br />
<strong>di</strong> Padova. In particolare, la <strong>Camera</strong> ha fornito un contributo importante<br />
agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattibilità per l’idrovia Padova-Venezia, che doveva costituire<br />
l’autostrada dell’acqua per il commercio. Altre progettazioni riguardarono<br />
le nuove se<strong>di</strong> della Dogana, dei Magazzini Generali e del Mercato<br />
ortofrutticolo.<br />
L’idea <strong>di</strong> realizzare l’idrovia è del 1955. In quell’anno viene incaricato <strong>di</strong><br />
realizzare il progetto il Genio Civile <strong>di</strong> Venezia. I committenti sono le<br />
Camere <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova e Venezia. Dieci anni dopo nasce il<br />
Consorzio per l’Idrovia, nel 1968 i primi lavori. Le opere vengono realizzate<br />
a sprazzi: partono quando arrivano i quattrini, si fermano quando le casse<br />
sono vuote. Nel 1988 il Consorzio si scioglie. Il grande sogno <strong>di</strong> vedere<br />
i natanti partire dall’Interporto <strong>di</strong> Padova e arrivare in laguna a Venezia<br />
sembra spegnersi per sempre. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Per<br />
l’Interporto <strong>di</strong> Padova sarebbe una manna, così come per la viabilità su<br />
gomma <strong>di</strong> casa nostra.<br />
Diventano realtà, negli anni Settanta, sotto la presidenza <strong>di</strong> Mario Volpato,<br />
la società informatica Cerved e la società Interporto Merci Padova s.p.a.<br />
Per l’economia padovana un grande salto <strong>di</strong> qualità e un potenziamento<br />
del ruolo nell’ambito dell’economia veneta, soprattutto.<br />
Negli anni Ottanta, mentre la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio fa da catalizzatore e<br />
si conferma motore dell’economia padovana, il presidente Antonio Frigo<br />
punta alla massima efficienza amministrativa dell’ente <strong>di</strong> piazza Insurrezione.<br />
Si assiste allora al completamento dell’informatizzazione dei servizi e<br />
61
62<br />
all’apertura delle due se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cittadella e Monselice al fine <strong>di</strong> attuare<br />
un in<strong>di</strong>spensabile decentramento dei servizi, tagliando tempi e spese <strong>di</strong><br />
spostamento a carico delle imprese.<br />
Se il ventennio Sessanta e Settanta registra l’ideazione e realizzazione delle<br />
gran<strong>di</strong> iniziative padovane che vedono protagonista la nostra <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio, va però ricordato che per il sistema delle Camere è stato un<br />
periodo <strong>di</strong>fficile per l’incertezza del loro posizionamento nell’ambito degli<br />
enti pubblici e per le novità che stavano emergendo con l’istituzione delle<br />
Regioni.<br />
Così, per la forte volontà <strong>di</strong> numerosi e importanti presidenti le Camere<br />
avviano quella fase che è stata nominata della “autoriforma camerale”,<br />
che ha posto le basi per convincere il Parlamento sulla necessità <strong>di</strong> fornire<br />
alle Camere un quadro normativo adeguato ai tempi e alle potenzialità <strong>di</strong><br />
questo ente.<br />
È in questa fase, che termina con l’emanazione della legge <strong>di</strong> riforma n.<br />
580 del 1993, che le Camere sviluppano spontaneamente interventi su<br />
numerosissimi temi dell’economia e della società.<br />
Dalla metà degli anni Ottanta la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova è in prima linea per<br />
favorire iniziative <strong>di</strong> sviluppo delle nuove tecnologie. Nel 1987 due nascite<br />
importanti. Prende corpo il Consorzio Padova Ricerche e l’azienda speciale<br />
camerale Tecnopadova.<br />
Lo scopo <strong>di</strong> Padova Ricerche, sostenuta dalla <strong>Camera</strong>, Università, IRI e<br />
alcune aziende, è quello <strong>di</strong> facilitare una più stretta collaborazione fra il<br />
mondo della ricerca universitaria e le esigenze <strong>di</strong> innovazione tecnologica
delle aziende, attraverso programmi <strong>di</strong> assistenza e informazione per<br />
favorire investimenti orientati alle nuove tecnologie.<br />
Tecnopadova, invece, si occupa delle imprese <strong>di</strong> minori <strong>di</strong>mensioni per<br />
alcune delle quali mette a <strong>di</strong>sposizione anche un incubatore che le assiste<br />
nella fase <strong>di</strong> avvio.<br />
Dal 2001 questi e altri servizi <strong>di</strong> trasferimento tecnologico sono forniti<br />
tramite il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, costituito nel 1997, che<br />
si è occupato altresì dello sviluppo <strong>di</strong> materiali innovativi e della Scuola <strong>di</strong><br />
Design industriale.<br />
Deciso è stato il sostegno anche alle iniziative sulle tematiche<br />
dell’innovazione promosse dalle Associazioni impren<strong>di</strong>toriali a favore <strong>di</strong><br />
numerosi settori: manifatturiero, biome<strong>di</strong>cale, agroalimentare, ecc.<br />
Sono state avviate le prime azioni <strong>di</strong> consulenza e promozione della cultura<br />
brevettuale per le piccole aziende.<br />
Recentissima è un’iniziativa per aiutare le PMI a valorizzare una delle<br />
componenti del patrimonio aziendale che troppo spesso viene<br />
sottostimato, e cioè il know-how fatto <strong>di</strong> brevetti, marchi, innovazioni<br />
tecnologiche.<br />
Nell’ultimo decennio è <strong>di</strong>ventato attuale il tema delle energie rinnovabili e<br />
del risparmio energetico sul quale l’impegno della <strong>Camera</strong> è stato <strong>di</strong> anno<br />
in anno crescente.<br />
E recente è anche l’attenzione ai temi ambientali; una vera best practice<br />
a livello italiano è l’iniziativa Azienda Pulita che razionalizza la raccolta dei<br />
rifiuti agricoli.<br />
63
La convinzione che la formazione in generale, ma soprattutto quella<br />
professionale, è alla base dello sviluppo è sempre stato nel DNA della<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio. Iniziative per raccordare scuola-lavoro, per<br />
stimolare la cultura impren<strong>di</strong>toriale gestite dalla <strong>Camera</strong> e dalle Associazioni<br />
con contributo camerale, risalgono agli anni Ottanta e sono sempre state<br />
adattate alle esigenze delle imprese.<br />
Le recenti leggi statali hanno confermato questa necessità e il ruolo della<br />
<strong>Camera</strong> con gli strumenti dell’alternanza scuola-lavoro e del tirocinio in<br />
azienda.<br />
Forte è stato anche l’impegno per la formazione degli aspiranti<br />
impren<strong>di</strong>tori, in particolare dei commercianti e interme<strong>di</strong>ari a partire<br />
dagli anni Settanta, e poi estesa a tutte le categorie economiche e ai loro<br />
collaboratori tramite l’attività delle aziende speciali Tecnopadova (anni<br />
Novanta), Promo Padova (2002-2008) e del Comitato Impren<strong>di</strong>toria<br />
Femminile.<br />
Importanti sono state anche le iniziative congiunte con l’Università,<br />
soprattutto sulle tematiche scientifiche, anzitutto l’istituzione del corso <strong>di</strong><br />
laurea in ottica.<br />
Risale all’ultimo decennio l’avvio <strong>di</strong> iniziative supportate da consistenti<br />
finanziamenti per lo sviluppo del turismo in compartecipazione con gli altri<br />
enti locali e organismi del settore.<br />
Dal progetto strategico provinciale sul turismo del 2005 si è passati ora<br />
alla consapevolezza dell’urgenza <strong>di</strong> un impegno più coor<strong>di</strong>nato anche per<br />
superare gli ostacoli della crisi.<br />
Partendo da analisi economiche non tra<strong>di</strong>zionali, si è constatato che Padova<br />
non sa sfruttare le proprie potenzialità turistiche. Questo è uno degli<br />
obiettivi del prossimo futuro.<br />
Il turismo è, tra gli altri, un in<strong>di</strong>catore delle attrattività del territorio<br />
e anche su questo versante l’ente camerale ha investito in modo<br />
notevole sponsorizzando eventi promossi da operatori del commercio,<br />
dell’agricoltura, della ristorazione, dell’artigianato e dei servizi, estendendoli<br />
negli anni più recenti anche nei principali Comuni della provincia.<br />
Hanno una storia <strong>di</strong> qualche decennio gli interventi <strong>di</strong> promozione della<br />
commercializzazione <strong>di</strong> prodotti del territorio, sia agricoli, sia artigiani<br />
tramite le partecipazioni alle fiere anche fuori provincia e all’estero o con<br />
l’organizzazione <strong>di</strong> manifestazioni locali.<br />
Ovviamente intenso è stato il rapporto con la Fiera <strong>di</strong> Padova soprattutto<br />
nel sostegno all’avvio <strong>di</strong> nuove rassegne specializzate, tuttora strumenti<br />
in<strong>di</strong>spensabili per organizzare incontri <strong>di</strong> affari per le piccole imprese.<br />
L’apporto della <strong>Camera</strong> per favorire l’accesso al cre<strong>di</strong>to delle PMI è stato<br />
fornito con un costante contributo a rafforzare i fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> garanzia dei<br />
Confi<strong>di</strong>.<br />
Risale alla metà degli anni Settanta l’avvio <strong>di</strong> un impegno sistematico della<br />
nostra <strong>Camera</strong> – tramite un comitato specifico – per sostenere l’export<br />
delle aziende che proprio in quel periodo stavano per <strong>di</strong>ventare le<br />
protagoniste del miracolo del Nord Est.<br />
Missioni, workshop, partecipazioni a fiere, incontri formativi sui singoli Paesi,<br />
65
66<br />
sostegno delle iniziative dei Consorzi<br />
Export, sono stati strumenti sempre più<br />
raffinati attivati dalla <strong>Camera</strong>.<br />
Ma l’esplosione della globalizzazione<br />
alla fine degli anni Novanta e la<br />
constatazione <strong>di</strong> non poter più contare<br />
solo sull’export <strong>di</strong> prodotti, ha convinto<br />
sulla necessità <strong>di</strong> dotarci <strong>di</strong> una struttura<br />
specializzata. Dopo la breve esperienza<br />
<strong>di</strong> Promoimpresa, si è passati alla<br />
costituzione dell’azienda speciale Padova<br />
Promex.<br />
Recenti invece gli interventi su due<br />
tematiche che coinvolgono due<br />
componenti del Consiglio camerale<br />
previste, per la prima volta, dalla<br />
legge 580/1993: le organizzazioni dei<br />
consumatori e le organizzazioni del mondo del lavoro.<br />
Per venire incontro alle esigenze dei consumatori è stato sviluppato e<br />
perfezionato lo strumento della conciliazione tra citta<strong>di</strong>ni e aziende con<br />
la messa a <strong>di</strong>sposizione da parte della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> conciliatori esperti ed<br />
avviate azioni <strong>di</strong> contrasto alle clausole vessatorie riportate nei contratti<br />
sottoscritti dai citta<strong>di</strong>ni.<br />
In tema <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pendente, iniziative particolari sono state avviate per<br />
favorire l’inserimento degli immigrati nelle aziende e nella società, con<br />
interventi finalizzati alla formazione e al reperimento degli alloggi. Anche in<br />
questi due nuovi ambiti <strong>di</strong> intervento si è fatto squadra con le associazioni<br />
e i sindacati. In campo sociale, ma non solo, è importante ricordare<br />
l’istituzione nel 1970 dell’Associazione Padovani nel Mondo con sede<br />
presso il nostro ente: uno strumento, ancora oggi attuale, per mantenere i<br />
rapporti culturali, sociali ed economici con i padovani emigrati all’estero.<br />
Tra i motivi che hanno qualificato la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio come casa<br />
dell’economia c’è anche lo stu<strong>di</strong>o appassionato della realtà locale, utilissimo<br />
per l’agire, senza attendere immobili, chissà quali ispirazioni.<br />
La costante attività <strong>di</strong> informazione economica sviluppata dall’ente<br />
prosegue una tra<strong>di</strong>zione consolidata, quasi una vocazione genetica, una<br />
sorta <strong>di</strong> passione civile, un concreto modo <strong>di</strong> credere al proprio ruolo<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile ingranaggio dell’agire sinergico. La ricerca economica e<br />
il monitoraggio dell’economia negli uffici <strong>di</strong> piazza Insurrezione sono da<br />
sempre obiettivi primari.<br />
Nel primo biennio dell’attuale crisi essa è stata rafforzata e con<strong>di</strong>visa con<br />
le forze economiche e sociali tramite il Tavolo della crisi che ha evitato<br />
incomprensioni sulla stessa interpretazione degli in<strong>di</strong>catori e degli aspetti<br />
della crisi.<br />
Uno strumento per una informazione tempestiva, essenziale per gli<br />
operatori interessati, sono le rilevazioni dei prezzi effettuate dalla Borsa<br />
Merci <strong>di</strong> Padova riattivata nel 1951 e dalle Commissioni per i prodotti
avicunicoli operativa dal 1967 e dalla Commissione per i Prezzi delle Opere<br />
E<strong>di</strong>li funzionante dagli anni Settanta.<br />
Nei rinnovati locali <strong>di</strong> piazza Insurrezione, oggi la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio<br />
ospita una ventina <strong>di</strong> uffici, mentre sono operativi uffici staccati nella Zona<br />
Industriale <strong>di</strong> Padova, a Camposampiero, Cittadella, Monselice.<br />
Negli ultimi trent’anni molto è mutato sul piano organizzativo e delle<br />
funzioni. La <strong>Camera</strong> è stata tra i principali artefici della rivoluzione che<br />
punta a garantire la prestazione <strong>di</strong> servizi in tempo reale. Il computer non<br />
ha soltanto mandato in soffitta penne e calcolatrici, ma ha consentito <strong>di</strong><br />
offrire alle imprese servizi nuovi: per la penetrazione nei mercati nazionali<br />
ed esteri, per consentire a tutti <strong>di</strong> utilizzare il grande patrimonio informativo<br />
sulle aziende a livello nazionale.<br />
Il Registro delle imprese è il fiore all’occhiello <strong>di</strong> tutto il sistema camerale, uno<br />
strumento <strong>di</strong> raccolta e archiviazione <strong>di</strong> dati e atti delle imprese utilizzato<br />
anche da Stato e Regioni, per semplificare gli adempimenti delle aziende.<br />
Dal 2010 questo ufficio è attivo per la gestione della Comunicazione<br />
Unica anche ai fini fiscali e previdenziali e quale tramite tecnologico per il<br />
funzionamento degli Sportelli Unici per le attività produttive (SUAP), che<br />
dovranno essere attivati dai Comuni.<br />
Sempre più importanti e impegnative sono le competenze della <strong>Camera</strong><br />
perché le contrattazioni si svolgano correttamente.<br />
Lo sviluppo delle conciliazioni e degli arbitrati può essere una alternativa ai<br />
tempi biblici della giustizia or<strong>di</strong>naria.<br />
Negli anni più recenti è <strong>di</strong>ventata sempre più qualificata l’attività<br />
<strong>di</strong> contrasto della <strong>Camera</strong> – per lo più in squadra con le Autorità<br />
preposte – alla contraffazione dei prodotti e per la sicurezza della loro<br />
commercializzazione.<br />
Il primo decennio <strong>di</strong> questo secolo si è concluso con l’esplosione <strong>di</strong> una<br />
crisi economica globale dalla quale non si vede ancora l’uscita.<br />
Con lo stimolo delle forze sociali e in coerenza con il forte senso dell’etica<br />
che ispira gli attuali amministratori la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova ha attivato una<br />
iniziativa unica nel sistema camerale: l’assistenza – tramite l’accesso ad un<br />
numero verde – ai piccoli impren<strong>di</strong>tori bisognosi <strong>di</strong> consulenza psicologica<br />
e tecnica per far capire che non dovevano sentirsi abbandonati dalla<br />
società. Sono state oltre 250 le persone che si sono avvalse del servizio<br />
e oltre metà ha potuto ottenere in<strong>di</strong>cazioni utili per risolvere i propri<br />
problemi.<br />
Il 2010 si è chiuso con uno degli eventi atmosferici più gravi degli ultimi<br />
decenni: un’alluvione ha colpito 15 Comuni della provincia <strong>di</strong> Padova e oltre<br />
700 aziende inducendo la <strong>Camera</strong>, in collaborazione con le Associazioni<br />
<strong>di</strong> categoria e gli Or<strong>di</strong>ni professionali, a fornire assistenza per le pratiche<br />
burocratiche sia alle aziende danneggiate, sia ai Comuni, ma anche<br />
decidendo <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione un milione <strong>di</strong> euro per il riavvio delle<br />
attività.<br />
L’uscita dal tunnel passa attraverso iniziative concrete, incisive e <strong>di</strong> ampio<br />
respiro, come questa e tante altre, che fanno bene alle imprese e alla<br />
società padovana.<br />
67
Capitolo 6<br />
Consorzio Zip,<br />
il primogenito<br />
69
Sviluppo, lavoro, crescita<br />
economica: da 55 anni il Consorzio Zona Industriale e Porto Fluviale è<br />
impegnato su queste tre importanti linee <strong>di</strong> azione. Tre anche i padri: il<br />
Comune <strong>di</strong> Padova, la Provincia e la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio. Il battesimo<br />
ufficiale dell’ente avviene l’11 <strong>di</strong>cembre 1956, con un capitale sociale <strong>di</strong> 15<br />
milioni <strong>di</strong> lire.<br />
L’idea, però, risale a quasi <strong>di</strong>eci anni prima. Il progetto della formazione <strong>di</strong><br />
una nuova zona industriale viene affrontato con stu<strong>di</strong> preliminari affidati<br />
dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio nel 1949 ai più qualificati professionisti<br />
padovani.<br />
Il 20 gennaio 1953 il presidente camerale, Ettore Da Molin, esprime la<br />
necessità <strong>di</strong> una legge che conceda speciali agevolazioni per la costituzione<br />
della nuova zona industriale, ai fini <strong>di</strong> superare la grave <strong>di</strong>soccupazione e<br />
sottoccupazione.<br />
Il semaforo verde si accende nell’estate del 1955, esattamente il 31 luglio,<br />
quando il Consiglio comunale <strong>di</strong> Padova, sindaco Cesare Crescente, adotta<br />
il piano regolatore generale che delimita l’espansione della futura zona<br />
industriale e ne specifica la destinazione.<br />
La Giunta camerale delibera <strong>di</strong> aderire al Consorzio approvandone<br />
l’ubicazione ed il perimetro e lo schema dello statuto che definisce gli<br />
obbiettivi, che si possono riassumere così: a) favorire ogni iniziativa pubblica<br />
e privata per l’attuazione della zona industriale e del porto fluviale <strong>di</strong><br />
Padova; b) chiedere l’espropriazione degli immobili; c) promuovere e curare<br />
lo stu<strong>di</strong>o e le esecuzioni delle opere pubbliche necessarie per la funzionalità<br />
della zona industriale e del porto fluviale; d) svolgere ogni attività che<br />
possa essere utile all’efficienza della zona industriale e allo sviluppo della<br />
navigazione fluviale; e) curare l’amministrazione delle aree espropriate.<br />
Un’altra data storica per il Consorzio è quella del 9 marzo 1957: quel<br />
giorno viene nominato il consiglio <strong>di</strong>rettivo; lo compongono 9 membri.<br />
Presidente è il sindaco <strong>di</strong> Padova, Cesare Crescente, tra i tessitori del<br />
progetto. Lo guiderà fino al 1973, per cederlo al suo successore sulla<br />
poltrona <strong>di</strong> primo citta<strong>di</strong>no, Ettore Bentsik, a sua volta instancabile<br />
animatore dello sviluppo della zona industriale.<br />
Nell’autunno del 1959 iniziano le assegnazioni alle imprese <strong>di</strong> aree<br />
espropriate. L’intento è quello <strong>di</strong> valorizzare tutta la superficie <strong>di</strong> 6.300.000<br />
71
72<br />
mq entro il 1988; in realtà il Consorzio in un solo decennio ha acquistato<br />
ed utilizzato ben 3.500.000 mq.<br />
Sotto la presidenza Crescente, il 20 agosto 1970, lo statuto del Consorzio<br />
viene adeguato alla legge 739. Tramite essa, la superficie complessiva della<br />
Zip venne fissata definitivamente a 10.500.000 mq in modo da saldare<br />
la zona delineata dalla precedente legge agli ambiziosi progetti del porto<br />
interno <strong>di</strong> Padova, dopo il varo della legge sull’idrovia Padova-Venezia, nel<br />
1963.<br />
Il sindaco Bentsik fece approvare dal Consiglio comunale nel 1976 la<br />
tormentata variante generale del PRG che fissava norme specifiche per<br />
gli inse<strong>di</strong>amenti produttivi. Tale determinazione fu la carta vincente per<br />
l’operatività del Consorzio e per la realizzazione della zona industriale.<br />
Dal 1970 è tutto un susseguirsi <strong>di</strong> tagli del nastro e nuovi inse<strong>di</strong>amenti.<br />
Arriva in zona industriale il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)<br />
esteso su <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> 170.000 mq. Vi operano sei laboratori scientifici <strong>di</strong><br />
eccellenza.<br />
Sempre nel 1970 viene inaugurata la tangenziale, che attraversa la zona<br />
industriale e che porterà successivamente alla nascita dell’Interporto s.p.a.<br />
<strong>di</strong> Padova, il 6 giugno del 1973. Il 1974 segna l’arrivo alla Zip <strong>di</strong> Cerved<br />
che si inse<strong>di</strong>a in un nuovo fabbricato. L’anno successivo <strong>di</strong>ventano operativi<br />
nell’area del comprensorio Zip i Magazzini Generali che si estendono su<br />
un’area <strong>di</strong> 190.000 mq <strong>di</strong> cui 40.000 coperti, muniti <strong>di</strong> stazione frigorifera e<br />
celle polivalenti.<br />
Nel 1980 inizia a funzionare il Centro <strong>di</strong> Meccanizzazione Postale (CMP),<br />
dotato <strong>di</strong> attrezzature modernissime.<br />
L’Interporto <strong>di</strong> Padova da semplice centro <strong>di</strong> smistamento merci si<br />
trasforma in un centro avanzato <strong>di</strong> logistica integrata. In quel periodo<br />
si inse<strong>di</strong>a nella Zip il Centro Grossisti Tessili, uno dei centri commerciali<br />
all’ingrosso più importanti del nostro Paese.<br />
Nel 1988 nasce uno dei primi quattro centri container d’Italia. Il Consorzio<br />
<strong>di</strong>spone la costruzione <strong>di</strong> un raccordo con la stazione centrale costituito da<br />
un binario che attraversa l’area da Nord a Sud, rifornendo le industrie che<br />
spe<strong>di</strong>scono o ricevono le merci <strong>di</strong>rettamente su carri ferroviari. Nel 1988<br />
sono circa 10.000 i carri movimentati. Intanto, la zona industriale si <strong>di</strong>lata<br />
fino a giungere al numero <strong>di</strong> 900 aziende inse<strong>di</strong>ate.<br />
Nel 1995 il governo proroga per altri 5 anni il potere <strong>di</strong> esproprio del<br />
Consorzio Zip che andrà a scadere il 31 <strong>di</strong>cembre 2000. L’anno seguente<br />
la Zip insieme con Olivetti s.p.a. fonda Telerete Nordest, società <strong>di</strong> servizi<br />
nelle telecomunicazioni e nell’IT. Inizia la cablatura in fibra ottica della zona
industriale a totale carico della Zip.<br />
Nel 1999 si inse<strong>di</strong>a nella zona del comprensorio Zip, anche la Tim, che<br />
lascia Mestre, e in quello stesso anno la Borsa Merci gestita dalla <strong>Camera</strong><br />
<strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova viene trasferita da corso Australia alla Zona<br />
Industriale, in via Portogallo 11.<br />
Nel 2000 è nata a Padova anche MIP Engineering s.r.l., una società <strong>di</strong> capitali<br />
su iniziativa del Consorzio Zona Industriale <strong>di</strong> Padova, per la valorizzazione<br />
del know-how consolidato <strong>di</strong> ZIP e per la realizzazione <strong>di</strong> servizi innovativi<br />
nell’area delle nuove tecnologie.<br />
Queste capacità <strong>di</strong> MIP vengono messe a <strong>di</strong>sposizione in Italia e all’estero<br />
con la flessibilità necessaria ai progetti <strong>di</strong> delocalizzazione d’impresa.<br />
Per la prima volta nella storia del Consorzio, in occasione dell’approvazione<br />
del bilancio 2001, l’Assemblea delibera <strong>di</strong> erogare ai tre soci fondatori<br />
(Comune, Provincia e <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio) gli utili del bilancio. Va<br />
precisato che per garantire l’attività sociale e la realizzazione delle opere<br />
pianificate, il Consorzio Zip non è mai ricorso a ripianamenti da parte dei<br />
soci del capitale <strong>di</strong> dotazione. La sostenibilità economica del Consorzio<br />
viene quin<strong>di</strong> garantita interamente ed esclusivamente dai proventi derivanti<br />
dalle proprie attività. La zona industriale <strong>di</strong> Padova oggi è una delle più<br />
vaste a livello europeo (10 milioni e 500 mila mq) senza soluzione <strong>di</strong><br />
continuità e a gestione unitaria. Ospita oltre 1.400 aziende e la più grande<br />
area interportuale del Nord Italia.<br />
Oggi per il Consorzio si apre una nuova sfida: una forte accelerazione<br />
degli investimenti <strong>di</strong> riqualificazione ambientale dell’area e l’ampliamento<br />
della logistica <strong>di</strong> servizio al territorio in un approccio sociale, oltre che<br />
esclusivamente economico.<br />
73
Capitolo 7<br />
Interporto,<br />
oltre il terminal<br />
75
M«Mario Volpato con la<br />
Cerved e l’Interporto, creature interamente sue, ha cambiato la realtà<br />
<strong>di</strong> Padova, inventando alla città un ruolo nazionale nell’informatica e nel<br />
trasporto intermodale delle merci, due risorse strategiche per il futuro».<br />
Così l’ex sindaco <strong>di</strong> Padova, Paolo Giaretta, che prosegue: «Da lui ho<br />
imparato molto: la necessità <strong>di</strong> saper essere lungimiranti, <strong>di</strong> essere ostinati,<br />
<strong>di</strong> non scoraggiarsi, <strong>di</strong> avere l’umiltà <strong>di</strong> convincere gli altri sulla giustezza<br />
delle proprie visioni».<br />
L’Interporto <strong>di</strong> Padova nasce da una necessità, essenzialmente. Fin dagli anni<br />
Trenta, la maggior parte delle aziende <strong>di</strong> trasporto si era inse<strong>di</strong>ata lungo<br />
la circonvallazione citta<strong>di</strong>na, appena al <strong>di</strong> là delle mura veneziane. Dalla<br />
stazione ferroviaria e fino alla Sacra Famiglia sorgevano le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> numerosi<br />
corrieri. Trent’anni dopo, siamo attorno al 1960, con lo sviluppo urbanistico<br />
della Padova <strong>di</strong> inizio boom, queste aziende risultavano ormai inglobate tra<br />
le abitazioni, determinando gravi ripercussioni sul traffico e <strong>di</strong>sagio per i<br />
nuclei residenziali che si erano andati ad inse<strong>di</strong>are attorno a quelle aree.<br />
Sindaco <strong>di</strong> Padova era Cesare Crescente, in quegli anni alle prese con la<br />
ridefinizione urbanistica della città.<br />
Il termine Interporto venne pronunciato per la prima volta nel corso <strong>di</strong><br />
un convegno in Fiera, in occasione del Tramag, il salone internazione della<br />
movimentazione e magazzinaggio. Fu formulato dal <strong>di</strong>rettore commerciale<br />
delle Ferrovie dello Stato, Mauro Ferretti. Quest’ultimo, unitamente al<br />
professor Mario Volpato, deve ritenersi ideatore dell’Interporto <strong>di</strong> Padova.<br />
Volpato ne fu il primo presidente e rimase in carica fino al 1982.<br />
Un altro personaggio che ha creduto da subito nell’Interporto fu il<br />
sindaco Ettore Bentsik, che ne agevolò la nascita e l’inse<strong>di</strong>amento. Anche<br />
l’amministrazione provinciale, attraverso l’operosa presenza dell’assessore<br />
ai trasporti, Giorgio Masiero, salì con entusiasmo sul carro dell’impresainterporto.<br />
Insomma, una straor<strong>di</strong>naria sintonia attorno al problema del<br />
trasporto merci, che si stava facendo sempre più pressante, fece sì che il<br />
6 giugno 1973 venisse costituita la società denominata Interporto Merci<br />
Padova s.p.a.<br />
Il terreno su cui far nascere l’Interporto era preparato da tempo.<br />
A Padova, fin dal 1958, esisteva una zona industriale con un comprensorio<br />
<strong>di</strong> 11 milioni <strong>di</strong> metri quadrati nel cui ambito, nel 1973, erano già inse<strong>di</strong>ate<br />
77
300 aziende industriali e commerciali con oltre do<strong>di</strong>cimila addetti. A livello<br />
<strong>di</strong> viabilità, la zona industriale era quanto <strong>di</strong> meglio si potesse trovare in<br />
Padova, poiché era attraversata dalla tangenziale est e, nel suo ambito vi<br />
erano ben due caselli autostradali; inoltre era già collegata alla Stazione<br />
Ferroviaria Centrale attraverso un proprio raccordo in<strong>di</strong>pendente.<br />
Tutte queste ragioni fecero sì che la scelta della Zona Industriale – che<br />
oggi con le sue 1.400 aziende e più <strong>di</strong> 27 mila addetti è <strong>di</strong>ventata uno<br />
dei maggiori poli industriali e commerciali e <strong>di</strong> servizi avanzati del<br />
Nord Est – risultasse la più naturale per la localizzazione <strong>di</strong> un interporto.<br />
L’Interporto <strong>di</strong> Padova consente alle piccole e gran<strong>di</strong> aziende del<br />
Triveneto <strong>di</strong> usufruire <strong>di</strong> una porta <strong>di</strong> accesso ai più importanti mercati<br />
intercontinentali. Va sottolineato il contributo fornito alla soluzione del<br />
problema della congestione delle strade. Si calcola che me<strong>di</strong>amente<br />
l’infrastruttura interportuale padovana abbia “tolto” dalle strade, sulla<br />
me<strong>di</strong>a-lunga tratta, circa 300.000 camion. Accanto alla parte infrastrutturale<br />
gli operatori trovano tutta una serie <strong>di</strong> servizi (logistica <strong>di</strong> ingresso, <strong>di</strong> uscita,<br />
warehousing, packaging, sicurezza, informatica, fornitura <strong>di</strong> aree attrezzate e<br />
<strong>di</strong> servizi completi <strong>di</strong> trasporti e gestione anche a temperatura controllata<br />
ecc.) che Interporto <strong>di</strong> Padova fornisce in misura <strong>di</strong>versa a seconda degli<br />
accor<strong>di</strong> e delle necessità.<br />
Al trascorrere degli anni crescono i servizi e aumenta <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e
793
opportunità lo stesso Interporto.<br />
Dal 21 aprile 2004 è operativo Cityporto. Il servizio consente agli operatori<br />
(corrieri), aderenti all’iniziativa, <strong>di</strong> consegnare le merci in una piattaforma<br />
logistica a ridosso della città (interporto). Da qui partono mezzi ecologici<br />
(a metano), a basso impatto ambientale, per la <strong>di</strong>stribuzione nel centro <strong>di</strong><br />
Padova (l’ultimo miglio).<br />
Un’altra firma importante è stata posta nel novembre 2009 e ha sancito la<br />
fusione tra Interporto <strong>di</strong> Padova s.p.a. e Magazzini Generali s.r.l. È nato così<br />
Interporto <strong>di</strong> Padova s.p.a., un nuovo colosso logistico del Nord Est.<br />
Il documento sottoscritto ha messo il sigillo ad un’operazione storica <strong>di</strong> cui<br />
si era iniziato a parlare fin dalla prima metà degli anni Ottanta, quando si<br />
era intuita la collocazione strategica <strong>di</strong> Padova.<br />
«Si tratta <strong>di</strong> un’operazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo respiro − ha detto il sindaco<br />
<strong>di</strong> Padova, Flavio Zanonato − perché in maniera forse atipica rispetto al<br />
panorama abituale, le istituzioni hanno saputo lavorare per il bene del<br />
territorio e per lo sviluppo <strong>di</strong> quest’azienda».<br />
Questi i numeri <strong>di</strong> Interporto Padova: capitale sociale 29.092.100 euro;<br />
oltre un milione <strong>di</strong> metri quadri <strong>di</strong> superficie operativa, <strong>di</strong> cui 200mila<br />
destinati ad attività terminalistiche e 300mila <strong>di</strong> magazzini coperti (22mila<br />
refrigerati). La movimentazione viene stimata in 3mila treni all’anno e<br />
300mila container.
Ma c’è un’altra data da segnare in rosso nella storia dell’Interporto <strong>di</strong><br />
Padova. Nell’ottobre 2010 c’è stato il taglio del nastro del Nuovo Grande<br />
Terminal, in grado <strong>di</strong> movimentare oltre 300 mila container all’anno, un<br />
servizio all’economia <strong>di</strong> tutto il Nord Est.<br />
«Il nuovo terminal <strong>di</strong> Interporto Padova è strategico non solo per il Nord<br />
Est ma per l’intero Paese» . A <strong>di</strong>rlo è stato l’amministratore delegato<br />
delle FS Mauro Moretti, presente all’inaugurazione del raddoppio dello<br />
scalo intermodale nel cuore della zona industriale <strong>di</strong> Padova. «Credo che<br />
opere come questa – ha aggiunto Moretti – portino ad un progresso della<br />
capacità logistica e quin<strong>di</strong> della competitività nel suo complesso del nostro<br />
Paese».<br />
L’intervento ha avuto un costo complessivo <strong>di</strong> 10 milioni <strong>di</strong> euro dei quali<br />
5,5 milioni sono stati messi a <strong>di</strong>sposizione dalla Regione Veneto e il resto<br />
autofinanziato da Interporto Padova. I 110 mila metri quadrati attuali del<br />
Terminal sono <strong>di</strong>ventati oltre 200 mila e i binari <strong>di</strong> carico e scarico dei treni<br />
sono stati portati a 750 metri <strong>di</strong> lunghezza, il nuovo standard europeo per i<br />
convogli merci.<br />
Con questo raddoppio la capacità complessiva della piattaforma padovana,<br />
che comprende anche il terminal <strong>di</strong> Fs Logistica tocca il milione <strong>di</strong> container<br />
all’anno, <strong>di</strong>ventando il naturale hub <strong>di</strong> smistamento dei porti del Nord<br />
Adriatico.<br />
Pochi giorni prima dell’inaugurazione del Nuovo Grande Terminal,<br />
Interporto ha aggiunto all’attività terminalistica anche il ruolo <strong>di</strong> MTO,<br />
Multimodal Transport Operator.<br />
In pratica, oltre ad offrire i servizi <strong>di</strong> terminalizzazione, ha assunto un ruolo<br />
attivo nella catena intermodale mettendo propri treni a <strong>di</strong>sposizione delle<br />
imprese <strong>di</strong> trasporto.<br />
Non può essere <strong>di</strong>menticata un’altra iniziativa importante assunta da<br />
Interporto, sempre legata al rispetto dell’ambiente. Si tratta dell’impianto<br />
fotovoltaico su tetto più grande al mondo, con un’estensione superiore a<br />
quello <strong>di</strong> Saragozza in Spagna. A seguito della posa <strong>di</strong> ben 67.500 moduli<br />
fotovoltaici, su una superficie complessiva pari a 250 mila metri quadrati,<br />
viene prodotta energia annua sufficiente a coprire il fabbisogno energetico<br />
<strong>di</strong> ben cinquemila famiglie. A realizzare questa opera imponente è stata<br />
un’azienda padovana, la Solon s.p.a. <strong>di</strong> Carmignano <strong>di</strong> Brenta.<br />
La posa dei pannelli è iniziata nel febbraio 2010 e si è conclusa a fine anno.<br />
81
Capitolo 8<br />
Cerved,<br />
la figlia pre<strong>di</strong>letta<br />
83
Nel firmamento<br />
delle realizzazioni della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, la stella più<br />
luminosa è la società Cerved. Nata nel 1974, aveva come scopo quello<br />
<strong>di</strong> fornire un servizio <strong>di</strong> elaborazione dati agli enti camerali del Veneto.<br />
Lo testimonia l’acronimo Cerved: Centro Elettronico Regionale Veneto<br />
Elaborazione Dati. Cerved, accompagnato dall’articolo maschile “il”, ben<br />
presto <strong>di</strong>venne punto <strong>di</strong> riferimento fondamentale dell’economia dell’Italia<br />
intera, fino a <strong>di</strong>venire la ragione primaria della sopravvivenza delle Camere<br />
<strong>di</strong> Commercio che – negli anni Settanta – versavano in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
crisi <strong>di</strong> identità istituzionale oltre che in pessime acque finanziarie, al punto<br />
da essere in odore <strong>di</strong> abolizione perché le loro funzioni, si <strong>di</strong>ceva, potevano<br />
benissimo essere svolte dalle Regioni.<br />
Poi una storia <strong>di</strong> crescita esponenziale, con “il” sostituito dall’articolo<br />
femminile “la”, riferito alla s.p.a. L’acronimo resta tale e quale ma dal<br />
significato <strong>di</strong>verso: Centri Elettronici Reteconnessi Valutazione Elaborazione<br />
Dati.<br />
Gli inizi non sono stati facili ma <strong>di</strong>eci anni dopo la Cerved s.p.a. ebbe<br />
proventi operativi pari a 104,1 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire e un utile netto <strong>di</strong> esercizio <strong>di</strong><br />
7,7 miliar<strong>di</strong>. Sette anni prima i proventi non raggiungevano i 450 milioni e le<br />
per<strong>di</strong>te venivano contenute in 209 milioni.<br />
La storia <strong>di</strong> Cerved viene raccontata con i ritmi della favola e sembra<br />
affondare ormai nel mito.<br />
La mattina del 20 <strong>di</strong>cembre 1974, alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio il notaio<br />
Lucio Cattaneo re<strong>di</strong>ge l’atto costitutivo <strong>di</strong> Cerved. Il seme era stato gettato<br />
qualche anno prima. Il professor Mario Volpato, nominato presidente della<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova alla fine del 1969, aveva iniziato subito<br />
ad approfon<strong>di</strong>re le complesse questioni tecnologiche e scientifiche <strong>di</strong><br />
una banca dati per le Camere <strong>di</strong> Commercio. La “lampa<strong>di</strong>na” nella testa<br />
del presidente l’aveva accesa Cineca, il Consorzio inter-universitario per<br />
il calcolo automatico costituito dalle Università dell’Italia Nord Orientale.<br />
“La mia esperienza del Cineca – racconterà il professor Volpato – è stata<br />
appunto una fortuna per Padova. Mi convinse, infatti, che le Camere <strong>di</strong><br />
Commercio dovevano trasformare, me<strong>di</strong>ante l’elaborazione elettronica,<br />
quei dati non aggregabili ed integrabili, in informazioni da <strong>di</strong>stribuire non già<br />
in tempi utili <strong>di</strong> uno o due anni, ma in tempo reale agli operatori pubblici<br />
e privati per la promozione e lo sviluppo delle varie attività nel campo<br />
85
86<br />
economico e in quello sociale”. Ed è così che nel 1974, dopo un accurato<br />
stu<strong>di</strong>o e progetto, preparato in tre anni, coi miei collaboratori <strong>di</strong> Ca’ Foscari,<br />
ho fondato la Cerved s.p.a. (Centri Elettronici Reteconnessi Valutazione<br />
Elaborazione Dati) che gestisce la rete nazionale <strong>di</strong> informatica delle<br />
Camere <strong>di</strong> Commercio italiane”.<br />
Il professor Volpato era un personaggio singolare, del tutto auto<strong>di</strong>datta.<br />
Non aveva mai messo piede a scuola, ma aveva sempre stu<strong>di</strong>ato<br />
privatamente e aveva il pallino della matematica e degli affari. “La prima<br />
lezione che ho ascoltato all’Università – commenterà il professor Volpato<br />
– è stata la mia”. La sua era una famiglia <strong>di</strong> modeste con<strong>di</strong>zioni e viveva a<br />
Castelbaldo nella estrema Bassa Padovana. Mario nacque il 3 ottobre 1915.<br />
Come auto<strong>di</strong>datta ha conseguito nel 1933 il <strong>di</strong>ploma magistrale ed ha<br />
subito insegnato a Castagnaro, a Valeggio sul Mincio e a Rovigo.<br />
Si laureò a pieni voti nel 1940. Insegnò matematica all’Università <strong>di</strong> Padova<br />
dal 1940 al 1945, poi a Ferrara fino al 1958. Quin<strong>di</strong> i 20 anni a Ca’ Foscari.<br />
Chiamato a <strong>di</strong>rigere a Trento l’Istituto <strong>di</strong> Scienze Sociali, ne approfittò per<br />
prendersi la laurea in Sociologia. L’ingegnere-sociologo lasciò Ca’ Foscari<br />
nel 1974 per l’Università <strong>di</strong> Padova – vi resterà fino al 1990, anno del<br />
collocamento a riposo – dove nel 1970 era stato nominato presidente<br />
della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio. “Venni nominato nel febbraio 1970. Il mio<br />
sponsor – sono parole del professor Volpato – è stato il ministro Gui.<br />
Benché non conoscessi per nulla le Camere <strong>di</strong> Commercio, scoprii ben<br />
presto i loro virtuali pregi e i loro reali <strong>di</strong>fetti. Le ho identificate come<br />
una enorme fonte <strong>di</strong> dati economici che non potevano essere utilizzati<br />
in tempi utili (allora quantificabili in uno o due anni al più) per la <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> aggregazione e integrazione”. Nel 1974 viene creata una s.pa. per la
gestione degli archivi informatici delle Camere <strong>di</strong> Commercio. C’è voluto<br />
del tempo per convincere un numero adeguato <strong>di</strong> Camere a entrare in<br />
questo sistema, a finanziare l’azienda e a far sì che questa andasse in attivo.<br />
Le Camere <strong>di</strong> Commercio venete, contrariamente alle aspettative, non<br />
vollero inizialmente aderire al Cerved. “Noi volevamo realizzare – ricorda<br />
l’ingegner Michele Chinaglia, tra i fondatori <strong>di</strong> Cerved e primo <strong>di</strong>rettore<br />
– un centro regionale che fungesse da modello per altre regioni, ma, visto<br />
che le Camere venete non aderivano, andammo a cercarci clienti altrove:<br />
Ascoli, Arezzo, Alessandria, Cagliari, Pistoia, Torino, Firenze. L’acquisizione<br />
<strong>di</strong> Torino e Firenze ci <strong>di</strong>ede la certezza che ce l’avevamo fatta”. All’inizio<br />
le cose dunque non furono facili. Bisognava inventare anche il modello <strong>di</strong><br />
management al quale riferirsi per la gestione della nuova impresa”. Con<br />
Cerved per le Camere <strong>di</strong> Commercio finì il periodo delle vacche magre.<br />
Nei primi anni Ottanta la società era già in attivo e da allora l’attivo<br />
continua a crescere, anche in maniera molto sostanziosa. Cerved <strong>di</strong>venta<br />
il massimo <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> informazioni economiche “on line” in Italia ed<br />
uno dei maggiori nel mondo. Quell’idea ha creato un mercato, quello<br />
dell’informazione economica. Tutto il patrimonio che stava negli archivi<br />
delle <strong>di</strong>verse Camere <strong>di</strong> Commercio, ed era consultabile solo localmente,<br />
<strong>di</strong>venne <strong>di</strong>sponibile in rete a livello nazionale. I clienti <strong>di</strong> questo nuovo<br />
mercato erano principalmente le banche e i soggetti interme<strong>di</strong>ari <strong>di</strong> queste<br />
informazioni, che acquistavano da Cerved le informazioni e le rivendevano.<br />
L’azienda dal 1974 ad oggi ha vissuto alcune variazioni-innovazioni: la prima<br />
avvenne una decina <strong>di</strong> anni dopo, come conseguenza dello svilupparsi<br />
del mercato. Chi aveva creato questo primo impianto, questa banca dati,<br />
era un gruppo che comprendeva personaggi reclutati da multinazionali<br />
dell’informatica e un gruppetto <strong>di</strong> universitari dell’Università <strong>di</strong> Padova che<br />
lavoravano molto bene, producendo un data base molto efficiente che<br />
riscosse subito l’interesse delle banche. Questi informatici erano talmente<br />
bravi che, andando a proporre alle banche l’acquisto dei dati, avevano<br />
invece richiesta <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> altre applicazioni, ricevendo quin<strong>di</strong> delle<br />
commesse <strong>di</strong> engineering. Dato che in tutta questa attività c’era una ra<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> business, nacque Cerved Engineering – siamo nel 1980 – che crebbe<br />
e si sviluppò molto rapidamente, tanto che incominciò a dare fasti<strong>di</strong>o il<br />
fatto che ci fosse sul mercato un ente un po’ strano, che apparteneva alle<br />
Camere <strong>di</strong> Commercio, e che faceva concorrenza alle aziende private.<br />
Cerved Engineering è una società <strong>di</strong> software nella quale fluiscono le<br />
attività <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong> innovazione della Cerved.<br />
La prima cesura quin<strong>di</strong> fu quella <strong>di</strong> stralciare l’attività <strong>di</strong> engineering venduta<br />
sul mercato dal Cerved, che è un centro <strong>di</strong> servizi per le Camere.<br />
Un altro passaggio epocale per l’azienda fu al momento del trasferimento<br />
del Registro delle imprese alle Camere <strong>di</strong> Commercio: sembrava poco<br />
opportuno che il Cerved, una società per azioni, gestisse un Registro<br />
pubblico voluto dalla legge 580/1993, così ci fu un’altra scissione: nacque<br />
InfoCamere, società consortile posseduta da tutte le Camere per gestire<br />
servizi comuni informatizzati. Cerved s.p.a. invece rimase quale società<br />
che vendeva le informazioni economiche al mercato ed era posseduta<br />
da alcune Camere e dalla Centrale dei Bilanci. Nel 2009 le Camere sono<br />
uscite del tutto da Cerved che ora è controllata dalle banche.<br />
87
Capitolo 9<br />
Padova Promex,<br />
una rete attorno<br />
al mondo<br />
91
A livello nazionale<br />
nel 2009 Padova viaggia al 14° posto nella graduatoria delle province<br />
italiane esportatrici. L’export padovano fattura quasi 6 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro.<br />
Da sempre la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova ha considerato tra le priorità il sostegno<br />
a questo settore coinvolgendo Associazioni e i Consorzi specializzati,<br />
organizzando missioni, incontri d’affari, partecipazioni a fiere, seminari<br />
informativi ed elaborando ricerche sui mercati principali.<br />
Negli ultimi anni, anche per l’evoluzione delle forme <strong>di</strong><br />
internazionalizzazione, che non sono più la semplice ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodotti, era<br />
emersa l’esigenza <strong>di</strong> una struttura ad hoc con professionalità specifiche.<br />
Padova Promex, azienda speciale della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio, prende<br />
per mano le aziende e le porta in tutto il mondo, dalla Russia allo Yemen,<br />
dall’Azerbaijan al Vietnam. Operativa dal 2006, si è già creata una buona<br />
reputazione: è affidabile e professionale. La mission è assai impegnativa.<br />
Corre su tre binari: assistenza alle imprese padovane nei loro processi<br />
<strong>di</strong> internazionalizzazione; coor<strong>di</strong>namento fra Associazioni <strong>di</strong> categoria e<br />
Consorzi export; promozione <strong>di</strong> un network fra istituzioni ed enti padovani<br />
e le corrispettive controparti estere.<br />
In altre parole, Padova Promex collega le potenzialità, le risorse delle<br />
attività produttive padovane, rendendole più competitive e più forti sui<br />
mercati internazionali, fornendo i servizi e le soluzioni ad impren<strong>di</strong>tori,<br />
professionisti, piccole e me<strong>di</strong>e imprese che dal territorio locale puntano<br />
ad espandersi all’estero. Con Padova Promex – recita uno degli slogan<br />
che reclamizzano l’attività dell’azienda speciale – il vento del cambiamento<br />
<strong>di</strong>venta un’opportunità <strong>di</strong> sviluppo per l’impren<strong>di</strong>toria locale.<br />
Due i tipi <strong>di</strong> servizi che vengono forniti alle aziende, servizi generali e servizi<br />
personalizzati. I servizi generali, gratuiti, riguardano in<strong>di</strong>rizzi sulle opportunità<br />
<strong>di</strong> business nelle <strong>di</strong>verse realtà geo-economiche o in singoli mercati esteri,<br />
al fine <strong>di</strong> rispondere alle esigenze conoscitive espresse dall’operatore<br />
economico, preliminarmente alla decisione <strong>di</strong> sviluppo o <strong>di</strong> consolidamento<br />
<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> internazionalizzazione. Sempre in tema <strong>di</strong> servizi generali vanno<br />
ricordati gli incontri organizzati a Padova con interlocutori provenienti<br />
dall’estero finalizzati all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi partner; poi vengono<br />
fornite in<strong>di</strong>cazioni sulle principali manifestazioni fieristiche nel mondo e<br />
informazioni aggiornate sul quadro generale economico e politico sui<br />
93
94<br />
<strong>di</strong>versi mercati con le opportunità <strong>di</strong> investimento, informazioni sulla<br />
normativa doganale, fiscale, legislativa, finanziamenti, sistemi bancari e link<br />
utili.<br />
Tre i tipi <strong>di</strong> servizi su misura che vengono proposti alle aziende:<br />
organizzazione <strong>di</strong> viaggi o incontri all’estero; ricerca <strong>di</strong> partner stranieri<br />
selezionati; seminari <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento su materie specifiche legate<br />
all’internazionalizzazione come fiscalità e marketing internazionale,<br />
pagamenti e normativa doganale. I viaggi o gli incontri all’estero permettono<br />
alle aziende <strong>di</strong> esplorare e toccare con mano realtà economiche estere<br />
strategiche e <strong>di</strong> verificare le reali opportunità offerte da tali mercati.<br />
Vengono organizzati in loco incontri d’affari in<strong>di</strong>viduali predefiniti con<br />
partner esteri selezionati sulla base delle esigenze e delle richieste espresse<br />
dagli operatori partecipanti. La ricerca <strong>di</strong> partner stranieri selezionati mira<br />
ad in<strong>di</strong>viduare potenziali clienti secondo le in<strong>di</strong>cazioni fornite dall’azienda<br />
richiedente.<br />
Padova Promex al fine <strong>di</strong> portare le aziende padovane sui più importanti<br />
scenari internazionali si è dotata <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento permanenti – i<br />
Padova Point – in alcuni mercati strategici. Questi Padova Point sono in<br />
grado <strong>di</strong> creare contatti <strong>di</strong>retti in loco. Sono vere e proprie sentinelle che<br />
agiscono nei vari continenti al fine <strong>di</strong> suggerire opportunità e strategie per<br />
le aziende padovane. Sono stati aperti, in particolare, a Dubai, a Mosca,<br />
in Australia, a Singapore, a Shangai. I vari Padova Point effettuano anche
indagini in loco, utilissime. Un esempio ci arriva dal Padova Point Mosca.<br />
L’azienda speciale, infatti, ha realizzato in collaborazione con il Padova<br />
Point Mosca una ricerca <strong>di</strong> mercato del settore mobile e arredo nella<br />
Federazione Russa, che contiene un elenco <strong>di</strong> oltre 270 importatori e<br />
<strong>di</strong>stributori <strong>di</strong> mobili.<br />
Un altro esempio ci arriva dal Padova Point Shangai che ha realizzato due<br />
ricerche <strong>di</strong> mercato relative ai settori Hotel & Restaurant Equipment e<br />
Refrigerazione.<br />
C’è un altro “point” assai utile per le aziende. È il “Dogana Point”, uno<br />
sportello <strong>di</strong> consulenza telematica aperto a tutti gli operatori economici<br />
che intendono avviare, sviluppare o potenziare le proprie attività<br />
commerciali e produttive con l’estero.<br />
Dogana Point nasce da un’intesa con Interporto Padova s.p.a., in<br />
collaborazione con l’Associazione Doganalisti <strong>di</strong> Padova.<br />
La sede <strong>di</strong> Dogana Point è ubicata all’interno della struttura <strong>di</strong> Interporto.<br />
Dogana Point mette a <strong>di</strong>sposizione degli operatori uno strumento <strong>di</strong><br />
assistenza facile, veloce e agevole per ottenere tutte le informazioni che<br />
riguardano il commercio con l’estero.<br />
Il feeling che si è creato fra Padova Promex e imprese trova origine dalla<br />
constatazione che questa struttura fa della concretezza una delle principali<br />
sue caratteristiche. I temi che via via vengono analizzati nei seminari o nel<br />
corso degli incontri informativi sono della massima attualità ed interesse.<br />
Ad esempio si parla della tutela dei pagamenti nelle ven<strong>di</strong>te internazionali,<br />
della tutela del marchio nei paesi esteri, dei costi e dei rischi nei trasporti<br />
internazionali, degli adempimenti doganali per l’export.<br />
Sempre Padova Promex, in collaborazione con il Sole 24 Ore Ra<strong>di</strong>ocor, ha<br />
promosso una collana <strong>di</strong> pubblicazioni che trattano dalla pianificazione alla<br />
operatività nei mercati internazionali, dell’export dei vini negli Stati Uniti e<br />
nel Canada, <strong>di</strong> esportazioni in Tunisia, in Malaysia, a Singapore e in Arabia<br />
Sau<strong>di</strong>ta, dell’aggregazione fra network e reti, <strong>di</strong> aggregazioni e finanza tra<br />
regole e mercato, delle PMI all’estero. Uno strumento molto importante<br />
che <strong>di</strong>mostra come, nello scenario economico attuale, le varie forme <strong>di</strong><br />
aggregazione costituiscono una strategia che le piccole e me<strong>di</strong>e imprese<br />
devono adottare per inserirsi in modo efficace nei mercati internazionali.<br />
Padova Promex, inoltre, ha firmato un’importante intesa con Sace<br />
per l’apertura, presso la sede camerale, <strong>di</strong> “Sace Point”, uno sportello<br />
informativo per orientare le imprese sui prodotti <strong>di</strong> garanzia e <strong>di</strong><br />
assicurazione del cre<strong>di</strong>to sviluppati da Sace.<br />
Le imprese operanti nella provincia <strong>di</strong> Padova contribuiscono per oltre il<br />
15% all’export regionale veneto. Soprattutto in questa fase, per un’azienda<br />
operante all’estero, si presenta la assoluta necessità <strong>di</strong> proteggere i propri<br />
cre<strong>di</strong>ti commerciali. Soprattutto in questo periodo <strong>di</strong> stretta cre<strong>di</strong>tizia, nel<br />
quale esse si trovano sempre più spesso a dover concedere <strong>di</strong>lazioni ai<br />
loro partner commerciali, esponendosi maggiormente al rischio <strong>di</strong> mancato<br />
pagamento.<br />
95
Capitolo I0<br />
Parco Scientifico e<br />
Tecnologico Galileo,<br />
innovare per<br />
competere<br />
97
Porta il nome <strong>di</strong> un<br />
genio della scienza che ha <strong>di</strong>spensato sapere anche a Padova, dove ha<br />
insegnato per vent’anni: Galileo. E come il gigantesco pensatore pisano<br />
fa della ricerca la sua missione. È il Parco Scientifico e Tecnologico (PST)<br />
Galileo <strong>di</strong> Padova, una società consortile per azioni, partecipata dalle<br />
Camere <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova (con oltre il 40%), Treviso, Vicenza e<br />
Belluno, dall’Università <strong>di</strong> Padova, dal Comune e dalla Provincia <strong>di</strong> Padova,<br />
dalla Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Padova e Rovigo, da Veneto<br />
Innovazione e, in minima parte, da alcune imprese private.<br />
La società è nata nel 1997 con l’avvio delle prime attività <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t<br />
tecnologico per le aziende e per i <strong>di</strong>stretti. Ha mosso i primi passi con<br />
<strong>di</strong>fficoltà, come succede per tutte le iniziative che si propongono <strong>di</strong> far<br />
incontrare la domanda <strong>di</strong> innovazione tecnologica che proviene dalle<br />
aziende, in particolare da quelle piccole.<br />
Con l’unificazione tra le attività <strong>di</strong> PST Galileo e quelle dell’azienda speciale<br />
della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio Tecnopadova, che già gestiva la Scuola Italiana<br />
Design (nata nel 1991), il Centro Innovazione, primo incubatore veneto <strong>di</strong><br />
piccole imprese innovative (inaugurato nel 1994) e MaTech (operativo dal<br />
2000), il “Parco” padovano è <strong>di</strong>ventato un vero e proprio centro <strong>di</strong> servizi<br />
per l’innovazione, con l’obiettivo <strong>di</strong> sostenere la capacità competitiva delle<br />
imprese attraverso la realizzazione <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e sostegno<br />
della ricerca applicata, e <strong>di</strong> servizi all’innovazione, rivolti a imprese,<br />
associazioni e centri servizi.<br />
Le attività del PST Galileo si sviluppano in quattro aree, tenute insieme<br />
dalla parola magica “nuovo”: <strong>di</strong>ffusione dell’innovazione; design e materiali<br />
innovativi; qualità e certificazione; nuova impresa. Le attività, che fanno<br />
riferimento alle quattro funzioni fondamentali, reindustrializzazione,<br />
innovazione, qualificazione e <strong>di</strong>versificazione del sistema produttivo, sono<br />
svolte in collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Padova, con i centri <strong>di</strong> ricerca e<br />
con le Associazioni <strong>di</strong> categoria presenti sul territorio.<br />
Per quanto riguarda la reindustrializzazione, l’innovazione e la qualificazione,<br />
l’obiettivo del PST Galileo è quello <strong>di</strong> conferire nuova competitività ai<br />
settori tra<strong>di</strong>zionali, in particolare a quelli legati alla produzione <strong>di</strong> beni a<br />
basso contenuto tecnologico. L’azione del “Parco” in questo ambito mira<br />
a far sì che il recupero della competitività avvenga, oltre che attraverso<br />
99
100
l’acquisizione in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> tecnologie, anche a livello <strong>di</strong> sistema, con<br />
una migliore con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong>stribuzione delle competenze e dei servizi<br />
all’innovazione che sono <strong>di</strong>sponibili.<br />
L’offerta dei servizi del PST Galileo, che ha come proprio motto “Innovare<br />
per competere”, riassume così le fasi più importanti del percorso<br />
ideale dell’innovazione: dall’idea <strong>di</strong> un nuovo prodotto o servizio alla<br />
sua definizione estetica e funzionale, dalla verifica delle prestazioni alla<br />
realizzazione impren<strong>di</strong>toriale.<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova da subito ha creduto in questa società<br />
consortile, perché in un’area come il Veneto, dove le imprese hanno piccole<br />
<strong>di</strong>mensioni, gli enti deputati allo sviluppo del territorio, con l’Università,<br />
devono esercitare un ruolo fondamentale nel supportare i processi <strong>di</strong><br />
innovazione delle imprese.<br />
E a proposito <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificazione, dal PST padovano arriva una importante<br />
osservazione: la presenza dei <strong>di</strong>stretti, da risorsa strategica e flessibile per<br />
lo sviluppo del territorio, può trasformarsi in un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> debolezza,<br />
quando <strong>di</strong>venta monocultura produttiva. Ecco allora che la <strong>di</strong>versificazione<br />
del sistema produttivo dovuto alla nascita <strong>di</strong> nuove imprese, derivanti da<br />
spin off universitari o aziendali, da giovani ricercatori e tecnici, costituisce la<br />
premessa <strong>di</strong> nuova ricchezza per lo sviluppo del nostro sistema economico.<br />
Passando in rassegna i settori specifici <strong>di</strong> attività del PST Galileo emergono<br />
anche i servizi che questo centro <strong>di</strong> creatività per l’innovazione del<br />
prodotto è in grado <strong>di</strong> offrire alle aziende.<br />
101
102<br />
1) Promozione e <strong>di</strong>vulgazione dell’innovazione tecnologica e dei risultati<br />
della ricerca applicata. Il servizio Au<strong>di</strong>tech supporta le imprese e i <strong>di</strong>stretti<br />
nell’innovazione <strong>di</strong> prodotto e processo, attraverso la promozione, la<br />
<strong>di</strong>vulgazione e il trasferimento <strong>di</strong> nuove tecnologie e conoscenze, in stretta<br />
collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Padova ed altri centri <strong>di</strong> ricerca a livello<br />
nazionale.<br />
2) Design. La Scuola Italiana Design (SID) affianca alla propria attività <strong>di</strong><br />
formazione istituzionale (corso triennale post-<strong>di</strong>ploma) la realizzazione <strong>di</strong><br />
servizi alle imprese come centro <strong>di</strong> creatività per l’innovazione <strong>di</strong> prodotto.<br />
Operativa dal 1991, SID ha sviluppato progetti <strong>di</strong> design creativo per oltre<br />
170 aziende a livello nazionale, ed è frequentata annualmente da 150 allievi<br />
provenienti da tutte le regioni d’Italia e dall’estero.<br />
3) Nuovi materiali. MaTech è un centro <strong>di</strong> ricerca e informazione sui<br />
nuovi materiali, dotato <strong>di</strong> un archivio <strong>di</strong> materiali innovativi costantemente<br />
aggiornato. MaTech fornisce servizi <strong>di</strong> ricerca e applicazione <strong>di</strong> nuovi<br />
materiali e <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> tecnologia ad aziende, progettisti e designers<br />
a livello nazionale, grazie anche alla rete dei MaTech Point, strutture<br />
convenzionate per l’erogazione dei servizi MaTech, presenti tra l’altro a<br />
Bolzano (TIS Science Park), Potenza (Basilicata Innovazione), Pordenone<br />
(Area Science Park), Firenze (Firenze Tecnologia), Schio (Centro Produttività<br />
Veneto), Modena (Democenter).
4) Il servizio SIL, Sistema Integrato Laboratori, opera come interfaccia tra le<br />
imprese e il sistema <strong>di</strong> laboratori <strong>di</strong> prova e certificazione. In questo ambito<br />
SIL svolge servizi <strong>di</strong> informazione e orientamento per laboratori <strong>di</strong> prova<br />
pubblici e privati, imprese e consulenti del settore.<br />
5) Nuova Impresa. PST Galileo collabora allo sviluppo ed alla promozione<br />
dell’incubatore Start Cube dell’Università <strong>di</strong> Padova e <strong>di</strong> BAN Veneto,<br />
iniziativa <strong>di</strong> supporto al finanziamento delle start-up ad elevato contenuto<br />
innovativo realizzata in collaborazione con Confindustria Padova e Ufficio<br />
Trasferimento <strong>di</strong> Tecnologia dell’Università.<br />
103
Capitolo I1<br />
Impegni e strategie<br />
per governare il futuro<br />
105
106<br />
Nel luglio del 2008<br />
il Consiglio camerale ha approvato le linee per il quinquennio 2008-2013<br />
in<strong>di</strong>viduando quali priorità per la competitività del sistema economico<br />
padovano cinque leve: innovazione, internazionalizzazione, finanza per<br />
l’impresa, qualità e attrattività del territorio, logistica.<br />
Le scelte <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo strategico, attuate attraverso il progetto dei Cantieri<br />
per lo sviluppo, sono emerse con un vasto coinvolgimento delle categorie<br />
economiche, con oltre 70 esperti impegnati, in<strong>di</strong>cati dalle Associazioni<br />
impren<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> categoria e dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio stessa.<br />
Il programma era stato definito due mesi prima dell’esplosione della<br />
crisi finanziaria mon<strong>di</strong>ale che in breve tempo ha messo in ginocchio la<br />
nostra economia e quella della gran parte degli Stati che hanno relazioni<br />
economiche con l’Italia.<br />
Questa nuova, imprevista e <strong>di</strong>fficile situazione ha spinto ad accelerare<br />
alcune azioni previste nel programma pluriennale basato su una visione e<br />
continuità operativa né contingente, né a breve termine.<br />
Una parte <strong>di</strong> queste azioni sono o già attuate o in corso <strong>di</strong> svolgimento,<br />
ma inevitabilmente l’evoluzione della crisi e la sua durata, e altresì la nuova<br />
cornice normativa (anzitutto il federalismo) imporranno aggiornamenti del<br />
programma iniziale.<br />
Ma questo non basterà. Quanto accaduto in questi tre anni ha portato<br />
politici, esperti, impren<strong>di</strong>tori, rappresentanze <strong>di</strong> settore ad una convinzione:<br />
per la ripresa non basta manovrare i consueti strumenti economicofinanziari,<br />
occorre fare propri nuovi valori, nuove esigenze, nuove priorità,<br />
nuove sensibilità, a livello in<strong>di</strong>viduale e collettivo.<br />
Abbiamo de<strong>di</strong>cato quest’ultimo capitolo ad elencare le principali strategie<br />
a me<strong>di</strong>o termine, frutto del confronto avvenuto all’interno del nostro ente,<br />
ma anche del sistema camerale regionale e nazionale, e con gli interlocutori<br />
delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni rappresentative del sistema<br />
economico della nostra provincia.<br />
Parola d’or<strong>di</strong>ne: innovazione<br />
La ricerca è promotrice dell’innovazione tecnologica e ha un’importanza
vitale, non solo per la crescita e il consolidamento dei comparti economici,<br />
ma anche per la salute delle persone, per l’ambiente, per garantire livelli <strong>di</strong><br />
benessere sociale elevati.<br />
Tra le strutture che producono ricerca e innovazione e le aziende, com’è<br />
ben noto, c’è una <strong>di</strong>fficoltà relazionale che comporta sprechi <strong>di</strong> competenze<br />
e <strong>di</strong> investimenti da entrambe le parti.<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova ritiene anzitutto che la <strong>di</strong>mensione provinciale non sia<br />
adeguata a superare questo gap.<br />
Per tale motivo si è attivata per dare vita con le altre Camere venete ad<br />
azioni <strong>di</strong> sistema cominciando con la mappatura delle strutture specializzate<br />
cui possono rivolgersi anche le piccole aziende per ottenere servizi che<br />
riguardano il trasferimento tecnologico, la consulenza su brevetti e marchi,<br />
ecc.<br />
Occorre poi rinunciare a replicare nelle varie province strutture e servizi<br />
analoghi per risparmiare risorse.<br />
Anche questo è il presupposto perché queste strutture siano gestite con<br />
criteri impren<strong>di</strong>toriali.<br />
Questo è l’impegno che ci atten<strong>di</strong>amo dal Parco Scientifico e Tecnologico<br />
Galileo, in cui sono presenti i delegati dei comparti più interessati. Ma<br />
un impegno ancor più intenso e mirato lo chie<strong>di</strong>amo alle Università del<br />
Veneto perché proprio i vincoli finanziari in cui si <strong>di</strong>battono impongono<br />
una razionalizzazione delle loro specificità e dei servizi oggi forniti al sistema<br />
economico.<br />
Se c’è un campo in cui il sistema a rete è in<strong>di</strong>spensabile, è proprio quello<br />
della ricerca e dei servizi tecnologici perché assicura servizi più efficienti e<br />
riduzione <strong>di</strong> spese.<br />
Le PMI venete si lamentano <strong>di</strong> non trovare una risposta alle loro esigenze<br />
<strong>di</strong> innovazione ma si è però constatato che non sanno valorizzare<br />
economicamente il “patrimonio <strong>di</strong> innovazione” che possiedono, che è<br />
fatto <strong>di</strong> marchi, <strong>di</strong> brevetti <strong>di</strong> invenzione ma anche <strong>di</strong> processi produttivi<br />
innovativi.<br />
Sfruttando iniziative già sperimentate il nostro ente ha perciò promosso il<br />
“Centro <strong>di</strong> competenza per la valorizzazione degli asset immateriali” per<br />
<strong>di</strong>ffondere la sensibilizzazione su questi temi.<br />
Innovativo deve essere anche l’approccio al problema dell’ottimizzazione<br />
dell’energia, che è sempre più rara e costosa. Oggi è, più che mai, non<br />
solo un dovere ma anche un atto <strong>di</strong> grande responsabilità. La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio <strong>di</strong> Padova è capofila e sostenitrice del progetto “Consumo<br />
energetico ed incentivazione delle fonti energetiche e rinnovabili”, per il<br />
107
108<br />
quale le associazioni che rappresentano tutti i settori lavorano con convinta<br />
unitarietà e vivo interesse da ormai sei anni.<br />
Il nostro territorio, dove tra l’altro operano alcune tra le principali industrie<br />
italiane del fotovoltaico, sta <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> essere all’altezza e <strong>di</strong> avere le<br />
giuste capacità tecnologiche per affermarsi.<br />
Infrastrutture e logistica per<br />
un mercato aperto<br />
Per una provincia in cui le eccellenze comprendono la produzione<br />
manifatturiera, i servizi avanzati per le imprese e per le persone, l’arte e la<br />
cultura, il turismo, è fondamentale la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> infrastrutture, logistica e<br />
aree produttive dotate <strong>di</strong> servizi.<br />
L’operazione <strong>di</strong> fusione tra Interporto e Magazzini Generali è solo la prima<br />
tappa <strong>di</strong> un processo che deve poi mirare alla riqualificazione delle zone<br />
industriali/artigianali strategiche a partire da quella <strong>di</strong> Padova.<br />
Siamo interessati, facendo squadra anzitutto con la Provincia e il Comune <strong>di</strong><br />
Padova, a confermare all’Interporto <strong>di</strong> Padova un reale ruolo <strong>di</strong> struttura <strong>di</strong><br />
valenza nazionale perché interessa il Sistema Paese.<br />
Certo la <strong>Camera</strong> sul tema delle infrastrutture può svolgere soprattutto<br />
un ruolo <strong>di</strong> soggetto promotore <strong>di</strong> idee e <strong>di</strong> consenso e <strong>di</strong> facilitatore <strong>di</strong><br />
accor<strong>di</strong> operativi.<br />
Con questo intento ci attiveremo per il GRA <strong>di</strong> Padova e il Centro<br />
Congressi che, se certo è funzionale al turismo, nello stesso tempo è una<br />
infrastruttura multifunzionale con elevata capacità attrattiva.<br />
Internazionalizzazione, forza<br />
trainante<br />
L’esportazione è un settore fondamentale per l’equilibrio economico<br />
del sistema italiano, come ha <strong>di</strong>mostrato l’andamento della crisi nel<br />
biennio 2009-2010. Nel 2010 il primo in<strong>di</strong>catore della ripresa è risultata<br />
l’esportazione. Questo significa che, in una stagnazione dei consumi interni,<br />
solo i clienti esteri sono uno sbocco per molte nostre aziende e questa<br />
situazione probabilmente durerà a lungo.<br />
Anche questo è stato uno dei settori <strong>di</strong> impegno prioritario della <strong>Camera</strong>,
in un territorio in cui il manifatturiero ha un peso rilevante, perché richiede<br />
competenze, conoscenze e risorse <strong>di</strong> cui scarseggia la maggioranza delle<br />
piccole imprese.<br />
Queste hanno necessità <strong>di</strong> servizi specializzati in parte oggi forniti anche da<br />
appositi consorzi e associazioni.<br />
Ma la <strong>Camera</strong> ha una responsabilità non rinunciabile anche perché<br />
“internazionalizzare” non significa solo capacità <strong>di</strong> esportare prodotti ma<br />
anche <strong>di</strong> sviluppare nuove reti <strong>di</strong>stributive (fisiche e virtuali), nuovi servizi<br />
logistici, nuove aggregazioni per filiera o area geografica.<br />
Le azioni per fare della nostra azienda speciale uno strumento sempre<br />
più efficiente per dare assistenza tecnica, creare relazioni con istituzioni<br />
e imprese estere, trovare nuove forme <strong>di</strong> collaborazione, saranno quin<strong>di</strong><br />
accresciute.<br />
L’imminente varo <strong>di</strong> una società mista Regione-Unioncamere Veneto per<br />
la promozione all’estero dovrà essere l’occasione per mettere in luce<br />
l’idoneità della struttura padovana ad essere strumento operativo affidabile,<br />
anche per iniziative interprovinciali.<br />
La finanza per le PMI<br />
L’impegno camerale per agevolare l’accesso ai finanziamenti bancari da<br />
parte delle PMI, fin dagli anni Settanta è stato prevalentemente assicurato<br />
incrementando i fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> garanzia <strong>di</strong> cui sono dotati i Confi<strong>di</strong> locali che<br />
operano con criteri mutualistici.<br />
Le risorse fornite dalla <strong>Camera</strong> sono quasi raddoppiate dal 2009 proprio<br />
per mitigare gli effetti della crisi. Ci siamo poi impegnati a sostenere le<br />
iniziative <strong>di</strong> aggregazione tra i Confi<strong>di</strong> che potranno quin<strong>di</strong> fornire anche<br />
una consulenza più qualificata.<br />
Sul tema del cre<strong>di</strong>to due sono gli obiettivi:<br />
- una maggior selettività nel sostegno ai fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> garanzia in coerenza con le<br />
priorità decise dalla <strong>Camera</strong>;<br />
- la crescita della cultura finanziaria quale presupposto per gestire meglio<br />
l’azienda, ma anche per facilitare i rapporti con le banche.<br />
A questo scopo dovrà essere maggiormente <strong>di</strong>ffuso ValutaPMI, che è<br />
quello strumento <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>agnosi della propria situazione finanziaria che è<br />
stato sperimentato da banche e aziende e professionisti e che consentirà<br />
<strong>di</strong> ottenere un giu<strong>di</strong>zio oggettivo sulla “bancabilità” delle PMI. Questo<br />
innovativo strumento <strong>di</strong> autovalutazione, agevole e <strong>di</strong>sponibile on line<br />
109
110<br />
(www.valutapmi.it), consente alle imprese padovane <strong>di</strong> “guardarsi allo<br />
specchio” e riconoscere il proprio stato <strong>di</strong> affidabilità attuale, aiutando così a<br />
riavviare su nuove basi il rapporto con le banche ma anche con fornitori e<br />
clienti.<br />
Un ulteriore percorso è quello legato alla valorizzazione del patrimonio<br />
<strong>di</strong> conoscenze interno alle imprese, che il Centro <strong>di</strong> competenza per<br />
la valorizzazione degli asset immateriali è in grado <strong>di</strong> promuovere con<br />
modalità che consentono alle imprese <strong>di</strong> farsi finanziare dal sistema<br />
bancario.<br />
Attrattività del territorio, una<br />
risorsa in più<br />
Anche il territorio è una risorsa aggiuntiva per la competitività del sistema<br />
locale se le proprie caratteristiche sono adeguatamente valorizzate.<br />
Nella nostra provincia coesistono eccellenze in vari campi, dal settore<br />
produttivo con il manifatturiero e l’agricoltura, al commercio <strong>di</strong> qualità, ai<br />
servizi avanzati e al polo termale, sui quali si può costruire una varietà <strong>di</strong><br />
azioni <strong>di</strong> marketing territoriale.<br />
L’obiettivo è <strong>di</strong> “vendere” Padova sostenendo le iniziative <strong>di</strong> promozione<br />
delle eccellenze organizzate dagli enti locali e dalle associazioni<br />
impren<strong>di</strong>toriali e del sociale; le manifestazioni che danno visibilità alle<br />
produzioni padovane, adeguatamente certificate; la qualità della vita; i valori<br />
della cultura e dell’arte spesso presenti anche nei centri storici minori.<br />
Ma questo obiettivo, <strong>di</strong>versamente dal passato, esige un grande sforzo<br />
collettivo e l’adozione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro adeguati ai tempi.<br />
Turismo, un modello europeo<br />
Le presenze negli alberghi della nostra provincia nel 2009 sono state 4,2<br />
milioni collocando Padova al terzo posto nella regione dopo Venezia e<br />
Verona. Nell’ultimo decennio ampio è stato il <strong>di</strong>battito su come rafforzare il<br />
settore turismo.<br />
Chiusa l’esperienza del Progetto Strategico del Turismo, la nostra <strong>Camera</strong><br />
dalla fine del 2008 ha deciso <strong>di</strong> svolgere un ruolo più propositivo<br />
suggerendo, sulla base <strong>di</strong> analisi innovative, una “cura” che è stata con<strong>di</strong>visa<br />
con la Provincia, il Comune <strong>di</strong> Padova e gli organismi del settore.
Il progetto prevede: una nuova governance coor<strong>di</strong>nata e integrata dagli<br />
interventi pubblici (chiamata DMO, Destination Management Organization);<br />
il Convention Bureau per gestire il filone del turismo congressuale; la<br />
costruzione <strong>di</strong> un Centro Congressi per rendere più attrattivo il nostro<br />
territorio.<br />
La prima esigenza è dare un’immagine unitaria <strong>di</strong> Padova pur nel rispetto<br />
delle identità locali, evitando interventi <strong>di</strong> limitato spessore.<br />
Occorre poi passare al confronto dei nostri prodotti turistici con quelli<br />
dei maggiori competitors per definire quelli che sono i car<strong>di</strong>ni del Made<br />
in Padova, puntando in particolare alla loro valorizzazione e promozione<br />
attraverso i canali internet on line.<br />
La <strong>Camera</strong> è pronta a fare la propria parte anche sul fronte delle risorse e<br />
degli investimenti.<br />
Formazione, avanti tutta<br />
La formazione è il punto car<strong>di</strong>ne su cui poggiano tutte le strategie <strong>di</strong><br />
evoluzione del mercato del lavoro, dell’economia ma anche della società.<br />
Soprattutto la formazione professionale è considerata strategica per il<br />
mondo produttivo; sia quella <strong>di</strong> base che quella specialistica, favoriscono<br />
tanto le aspettative dei giovani, quanto le necessità delle imprese.<br />
Una programmazione adeguata dei circuiti <strong>di</strong> istruzione e formazione serve<br />
a mantenere la produttività <strong>di</strong> ciascun territorio, evitando che si verifichino<br />
carenze <strong>di</strong> abilità nel mondo del lavoro.<br />
Occorre offrire una concreta assistenza ai lavoratori adulti, affinché possano<br />
rimanere competitivi e quin<strong>di</strong> reinserirsi a pieno titolo.<br />
Nel settembre 2003, il vicentino Federico Faggin, uno dei “padri” del primo<br />
microprocessore, definito dalla rivista Forbes ‘il più grande scienziato italiano<br />
dopo Enrico Fermi’ affermava: “La ricerca non è mai un lusso bensì una<br />
necessità, costosa sì ma da affrontare con ottimismo impren<strong>di</strong>toriale: su<br />
<strong>di</strong>eci idee, otto falliranno però due funzioneranno. E su queste dovremmo<br />
puntare perché saranno il nostro, esclusivo valore aggiunto”.<br />
Quello <strong>di</strong> raccordare sistema formativo e mondo del lavoro e quin<strong>di</strong><br />
promuovere, assieme alle associazioni già attive su questo fronte, nella<br />
scuola la cultura d’impresa e nelle aziende la cultura dell’alternanza scuolalavoro,<br />
è un obiettivo in cui l’ente camerale crede fortemente da parecchi<br />
anni e che intende perseguire.<br />
Non a caso la legge riconosce l’importanza dell’alternanza scuola-lavoro<br />
111
112<br />
nella formazione dei giovani, ed in particolare il ruolo delle Camere <strong>di</strong><br />
Commercio e delle Associazioni impren<strong>di</strong>toriali nel valorizzare l’impresa<br />
come luogo <strong>di</strong> formazione, sottolineando l’importanza “dell’imparare<br />
nell’azione”. In effetti il vecchio modello “oggi stu<strong>di</strong>, domani lavori”, è ormai<br />
superato.<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio considera inoltre prioritario raccordare sistema<br />
formativo universitario e mondo del lavoro, in particolare riguardo ai corsi<br />
specializzati nelle materie scientifico-tecniche e in quelle economiche. È un<br />
impegno doveroso per una istituzione che opera in un territorio privilegiato<br />
dalla presenza <strong>di</strong> università <strong>di</strong> alto livello qualitativo.<br />
Nuovi impren<strong>di</strong>tori cercansi<br />
Creare imprese sarà sempre più <strong>di</strong>fficile in un sistema che non assicura più<br />
ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong> posizione.<br />
Non sono più fattori decisivi l’esperienza, l’ubicazione delle aziende, il<br />
“nome” aziendale, la <strong>di</strong>mensione economica e così via.<br />
Il successo dell’impresa è basato su nuovi valori organizzativi, sul patrimonio<br />
<strong>di</strong> conoscenze, ecc. e quin<strong>di</strong> su fattori sempre variabili.<br />
Aiutare gli aspiranti impren<strong>di</strong>tori a conoscere opportunità e rischi del<br />
fare impresa è essenziale perché nascano aziende e perché abbiano una<br />
prospettiva <strong>di</strong> affrontare il mercato.<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio sostiene lo sviluppo del lavoro autonomo anche<br />
perché le prospettive <strong>di</strong> occupazione per il lavoratore subor<strong>di</strong>nato sono<br />
molto esigue.<br />
La numerosità delle adesioni ai seminari organizzati in vari Comuni<br />
rivela che c’è un serbatoio <strong>di</strong> capitale umano interessato all’attività<br />
impren<strong>di</strong>toriale.<br />
Questo impegno la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova lo metterà<br />
soprattutto per rispondere ai bisogni dei giovani e delle donne che<br />
rappresentano ormai un quarto del totale degli impren<strong>di</strong>tori padovani.<br />
C’è quin<strong>di</strong> spazio per uno sviluppo delle iniziative del Comitato padovano<br />
per l’impren<strong>di</strong>toria femminile. È <strong>di</strong>mostrato che, in generale, con le<br />
donne si innesta nel processo produttivo un valore aggiunto <strong>di</strong> saggezza,<br />
responsabilità, coraggio <strong>di</strong> cui l’impresa ha bisogno. Del resto, chi sa<br />
provvedere alla famiglia e alle generazioni del futuro è sicuramente capace<br />
<strong>di</strong> replicare queste capacità nel lavoro in<strong>di</strong>pendente.
Una ripresa incerta<br />
All’inizio del 2011 non è chiaro quando realmente si spalancherà l’uscita<br />
dalla crisi.<br />
Sull’occupazione e sui consumi le previsioni sono pessimistiche, così come<br />
sul rilancio produttivo <strong>di</strong> alcuni settori che finora hanno contribuito al<br />
“miracolo” <strong>di</strong> questo territorio: meccanica, e<strong>di</strong>lizia, abbigliamento, trasporti,<br />
ecc.<br />
Ovviamente le Camere <strong>di</strong> Commercio non hanno le competenze<br />
normative, né le risorse economiche per dare la svolta.<br />
L’esperienza <strong>di</strong> questi due ultimi anni ha però evidenziato che la <strong>Camera</strong><br />
può contribuire a due obiettivi: la comprensione dei fatti economici non<br />
deve essere oggetto <strong>di</strong> interpretazioni opportunistiche; il sostegno ai piccoli<br />
impren<strong>di</strong>tori in <strong>di</strong>fficoltà non solo economica ma anche psicologica.<br />
Il Tavolo della crisi, che ha anche la funzione <strong>di</strong> Osservatorio congiunturale,<br />
ha riunito gli enti principali e le Associazioni impren<strong>di</strong>toriali e sociali ed ha<br />
consentito <strong>di</strong> attuare azioni concrete e con<strong>di</strong>vise per superare la crisi.<br />
Sul <strong>di</strong>sagio socio-psicologico che ha spinto alcuni impren<strong>di</strong>tori anche ad<br />
atti estremi, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova ha prontamente attivato<br />
l’azione straor<strong>di</strong>naria del “Numero verde per la crisi” nel marzo 2010.<br />
Il servizio telefonico gratuito del “numero verde”, che ha avuto una<br />
risonanza e un apprezzamento a livello nazionale e anche internazionale,<br />
oggi continua con gli aggiustamenti opportuni, perché permangono <strong>di</strong> fatto<br />
le con<strong>di</strong>zioni per cui è nato.<br />
Con la collaborazione della Provincia e dei Comuni che fungono da<br />
“antenne” <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ffusa rete <strong>di</strong> ascolto, e una rete <strong>di</strong> sostegno che si avvale<br />
<strong>di</strong> consulenti tecnici e <strong>di</strong> psicologi, proseguiremo un’attività che non riguarda<br />
solo singole persone, ma dà equilibrio a tutta la società padovana.<br />
Un’etica per il sistema<br />
economico<br />
Solo da circa un decennio, come conseguenza della globalizzazione dei<br />
mercati, ha preso piede la convinzione della necessità <strong>di</strong> un nuovo fattore<br />
nelle scelte economiche: il principio della responsabilità sociale.<br />
È un’esigenza ormai con<strong>di</strong>visa soprattutto con la grande crisi esplosa nel<br />
2008 e richiamata in tutti gli interventi delle istituzioni anche internazionali.<br />
Anche su questo tema, che innova nei rapporti <strong>di</strong> lavoro all’interno delle<br />
113
114<br />
aziende e le relazioni tra queste e il territorio <strong>di</strong> riferimento, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio ha già avviato un percorso per sensibilizzare e creare cultura,<br />
che ha coinvolto le Associazioni <strong>di</strong> categoria e gli organismi non profit.<br />
La responsabilità sociale applicata alle aziende può essere uno strumento <strong>di</strong><br />
maggiore competitività sul mercato e non solo un ulteriore costo aziendale.<br />
Ma la questione dell’etica non riguarda solo le aziende, ma tutte le<br />
istituzioni e le organizzazioni che con le loro azioni possono con<strong>di</strong>zionare<br />
i comportamenti sociali perché si tratta <strong>di</strong> governare fenomeni nuovi. Tra<br />
questi, l’aumento della quota <strong>di</strong> popolazione anziana, i servizi <strong>di</strong> assistenza<br />
per tutte le categorie deboli, i bisogni abitativi, i servizi per favorire azioni<br />
per l’integrazione degli immigrati finora avvenuta più nelle aziende che nel<br />
territorio.<br />
Si chiama economia sociale ma noi preferiamo chiamarla economia della<br />
responsabilità che è il presupposto per valorizzare le persone e l’ambiente.<br />
È essenziale stimolare il senso <strong>di</strong> appartenenza ad una società che lavora<br />
per il bene comune.<br />
Ma l’etica è anche agire per la correttezza nei rapporti d’affari tra imprese<br />
e consumatori. Per il sistema camerale è una funzione qualificante, per la<br />
nostra <strong>Camera</strong> è anche un impegno per contribuire a dare fiducia agli<br />
operatori e ai citta<strong>di</strong>ni.<br />
Importante è anche la lotta alla contraffazione dei prodotti che è stata<br />
avviata con le Autorità locali preposte, attraverso un protocollo d’intesa<br />
e azioni concrete, per rendere più trasparente il mercato e garantire la<br />
correttezza dei comportamenti dei vari attori che in esso operano.<br />
Perché concorrenza vi sia, ma sia leale. Diversamente ci rimettono non solo<br />
le aziende padovane e i consumatori (che rischiano la sicurezza e la salute)<br />
ma anche i <strong>di</strong>pendenti delle aziende, i loro fornitori, le banche, le autorità<br />
pubbliche che non incassano tasse e contributi.<br />
La contraffazione, così come il sommerso, peggiora la situazione <strong>di</strong> tre<br />
fattori che sono fra quelli più in crisi: il lavoro, i consumi e la fiducia nel<br />
futuro.<br />
Semplificare, per tagliare i costi<br />
Gli enti camerali da tempo hanno assunto decisioni per rispondere alla<br />
sempre più frequente lamentela sui costi della burocrazia. Si sono proposti<br />
allo Stato come facilitatori dei rapporti tra le imprese e gli altri enti<br />
nazionali e locali riguardo agli adempimenti per la nascita e le mo<strong>di</strong>fiche<br />
dell’impresa, per darne un’applicazione omogenea in tutta Italia.
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova, dove è stata ideata la rete telematica utilizzata da<br />
tutte le Camere, sarà impegnata a darne una applicazione efficiente e<br />
comprensibile, alla portata delle piccole aziende.<br />
L’assistenza ai Comuni perché gli Sportelli unici per le imprese siano una<br />
reale semplificazione, sarà <strong>di</strong> alto livello tecnico e professionale, così come<br />
lo sforzo per creare una cultura informatica presso i piccoli operatori.<br />
Dal 2011 saremo impegnati a gestire i proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> conciliazione tra<br />
le parti che precedono l’eventuale azione in sede giu<strong>di</strong>ziaria; un’occasione<br />
che le aziende non possono perdere per ridurre almeno i costi in<strong>di</strong>retti dei<br />
tempi lunghi della giustizia.<br />
Efficienza, nuova sfida<br />
L’anno 2011 è il primo della riforma della pubblica amministrazione ideata<br />
dal ministro Brunetta. Un percorso complesso e ambizioso che prevede<br />
più tappe. La nostra <strong>Camera</strong> vuole essere attore in questo impegno<br />
finalizzato anzitutto a rendere efficiente, cre<strong>di</strong>bile e trasparente il metodo<br />
della programmazione e quello della valutazione dei risultati.<br />
Questo presuppone l’introduzione <strong>di</strong> nuovi criteri <strong>di</strong> governance delle<br />
scelte politico-amministrative dell’ente, ma anche una revisione dei<br />
meccanismi del suo funzionamento, del lavoro del personale e della sua<br />
valutazione.<br />
È una grande sfida per un cambiamento che non sia solo verso modelli<br />
astratti ma che possa essere toccato con mano dall’utenza.<br />
Nel futuro con tre<br />
parole-chiave<br />
Il duecentesimo compleanno della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio viene celebrato<br />
in un periodo particolarmente <strong>di</strong>fficile: persiste la crisi, i segnali <strong>di</strong> ripresa<br />
sono molto deboli, i consumi non decollano, piccole e me<strong>di</strong>e aziende, in<br />
particolare, stanno subendo contraccolpi fortissimi, la <strong>di</strong>soccupazione viaggia<br />
verso la doppia cifra. Crescono le domande <strong>di</strong> aiuto.<br />
Questa provincia ha un tessuto robusto, fatto <strong>di</strong> comunità locali, associazioni,<br />
<strong>di</strong> coraggiosi impren<strong>di</strong>tori con i quali la <strong>Camera</strong> vuole <strong>di</strong>alogare.<br />
Abbiamo letto tantissime ricette per la ripresa. Bisogna “approfittare” <strong>di</strong><br />
questa crisi innanzi tutto per tagliare inefficienze e freni <strong>di</strong> ogni sorta, ruoli<br />
115
116<br />
precostituiti, se<strong>di</strong>mentati nel tempo.<br />
Occorre puntare su progetti importanti, convincenti e perseverare nei<br />
valori che hanno consentito a quanti ci hanno preceduto <strong>di</strong> compiere scelte<br />
importanti e <strong>di</strong> segnare una svolta per questa città.<br />
Un cambiamento culturale richiede l’adozione <strong>di</strong> nuovi criteri per<br />
selezionare le priorità e poi per progettare e gestire le azioni conseguenti<br />
con professionalità.<br />
L’aspirazione dei nuovi amministratori camerali è che la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio <strong>di</strong> Padova “faccia la <strong>di</strong>fferenza”, <strong>di</strong>mostrando la capacità <strong>di</strong><br />
mettere a sistema risorse umane, finanziarie, organizzative, collaborando<br />
con tutti i livelli <strong>di</strong> governo e con il mondo della rappresentanza associativa.<br />
Per la crescita della società è fondamentale cambiare modo <strong>di</strong> ragionare,<br />
riappropriandosi del valore etico e delle regole sui fattori fondamentali del<br />
funzionamento della comunità, delle aziende e <strong>di</strong> tutti gli operatori.<br />
L’integrazione tra gli enti pubblici e i soggetti privati che si occupano <strong>di</strong><br />
economia è non solo uno strumento per l’efficienza, ma anche un fatto<br />
produttivo <strong>di</strong> fiducia perché impren<strong>di</strong>tori, lavoratori e famiglie vengono<br />
rassicurati sul futuro se constatano che il sistema pubblico – spesso<br />
giustamente criticato – spinge verso un unico traguardo, mettendo da parte<br />
la voglia <strong>di</strong> protagonismo.<br />
Nel documento sulle linee del mandato 2008-2013 sono state fissate<br />
tre parole-chiave che rappresentano sia un obiettivo, sia uno strumento<br />
dell’azione della <strong>Camera</strong>: identità, da esibire <strong>di</strong>mostrando competenza e<br />
capacità operativa; autorevolezza, nell’affrontare non solo i temi strettamente<br />
camerali ma anche quelli che riguardano il sistema economico e sociale;<br />
comunicazione, per coinvolgere tutti gli interlocutori, dalle istituzioni alla<br />
piccola impresa.
118<br />
Appen<strong>di</strong>ce n° 1<br />
CRONOLOGIA DEGLI EVENTI RILEVANTI NEI 200 ANNI <strong>DI</strong> ATTIVITÀ DELLA<br />
CAMERA <strong>DI</strong> COMMERCIO <strong>DI</strong> PADOVA.<br />
1811 Il 27 <strong>di</strong>cembre è istituita la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio Arti e Manifatture <strong>di</strong> Padova.<br />
Padova fa parte del Regno d’Italia <strong>di</strong> cui è Re Napoleone Bonaparte.<br />
La sede è in piazza dei Signori, palazzo del Capitanio.<br />
1813 Padova entra nel Regno Lombardo-Veneto che fa parte dell’Impero austriaco.<br />
1865 Viene nominato presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio Moisè Vita Jacur,<br />
primo presidente eletto (dal 1811 i presidenti sono sempre stati i delegati del Re).<br />
1866 Padova viene annessa al nuovo Regno d’Italia.<br />
1867 Viene estesa alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Padova la prima legge italiana (n. 680/1862) sulle<br />
“Camere <strong>di</strong> Commercio e Arti”.<br />
1873 Viene istituita la Borsa Merci (cereali, farina, sementi, ecc.); verrà soppressa,<br />
come tutte le Borse, nel 1935.<br />
1901 Viene istituita l’Unione Italiana delle Camere <strong>di</strong> Commercio.<br />
1910 Le Camere assumono la nuova denominazione “Camere <strong>di</strong> Commercio e<br />
Industria” a seguito della legge n. 121/1910 che le definisce per la prima volta<br />
enti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico.Viene introdotta la denuncia obbligatoria delle imprese<br />
al Registro Ditte.<br />
1914 La sede della <strong>Camera</strong> viene trasferita in un palazzo in via VIII febbraio prima<br />
occupato dalle Poste.<br />
1919 1° Fiera dei Campioni, voluta dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio.<br />
1924 Nuova legge <strong>di</strong> riforma delle Camere in cui è prevista, oltre il Consiglio, la Giunta.<br />
1926 Una legge sopprime le Camere e crea i “Consigli provinciali dell’economia”.<br />
Presidenti delle Camere sono i Prefetti; il vicepresidente invece è nominato dal<br />
Ministero tra i componenti del Consiglio.<br />
1931 Viene istituito l’Ente Autonomo Magazzini Generali <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia.<br />
1931 La denominazione delle Camere <strong>di</strong> Commercio cambia ancora in “Consiglio<br />
dell’economia corporativa”.
1933 Trasferimento della Borsa Merci da via VIII febbraio al nuovo palazzo <strong>di</strong> piazza<br />
Spalato (ora piazza Insurrezione).<br />
1933 Entra in funzione l’autostrada Venezia-Padova, <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia.<br />
1936 Trasferimento della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio da via VIII Febbraio nel nuovo palazzo<br />
in piazza Spalato (ora piazza Insurrezione).<br />
1937 La denominazione delle Camere viene ulteriormente mo<strong>di</strong>ficata in: “Consigli delle<br />
Corporazioni”.<br />
1943 Bombardamento aereo che <strong>di</strong>strugge il Salone della Borsa della nuova sede.<br />
1944 Vengono ricostituite – con decreto del Re – nelle province liberate, le Camere <strong>di</strong><br />
Commercio, Industria e Agricoltura (il settore dell’artigianato verrà inserito nel<br />
1966). Il presidente è nominato dal Governo e la Giunta dal Prefetto.<br />
1945 Viene nominato il primo presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio del<br />
dopoguerra.<br />
1946 La <strong>Camera</strong> elabora uno stu<strong>di</strong>o preliminare sulla nuova Zona Industriale <strong>di</strong> Padova.<br />
1950 Istituzione del Premio (annuale) per il lavoro e il progresso economico.<br />
1951 Ricostituzione della Borsa Merci e creazione della <strong>Camera</strong> Arbitrale per la<br />
risoluzione delle controversie commerciali relative ai prodotti trattati in Borsa.<br />
1951 Costituzione a Padova dell’Istituto Italiano dell’Imballaggio fondato dai soci della<br />
Fiera.<br />
1952 Costituzione del Centro Provinciale per la Produttività.<br />
1955 Vengono attribuite alle Camere nuove competenze in materia <strong>di</strong> industria e<br />
agricoltura.<br />
1956 Viene costituito il Consorzio per la Zona Industriale <strong>di</strong> Padova.<br />
1959 Avvio lavori per la creazione della zona industriale e del porto fluviale <strong>di</strong> Padova<br />
a cura del Consorzio <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia.<br />
Avvio progettazione del canale navigabile Padova-Venezia.<br />
1961 Ristrutturazione della sede <strong>di</strong> piazza Insurrezione con ampliamento della Borsa<br />
Merci, allestimento della Sala convegni e della Biblioteca.<br />
1962 Viene aperta nella Borsa anche la Sala vini.<br />
119
120<br />
CRONOLOGIA DEGLI EVENTI RILEVANTI NEI 200 ANNI <strong>DI</strong> ATTIVITÀ DELLA<br />
CAMERA <strong>DI</strong> COMMERCIO <strong>DI</strong> PADOVA.<br />
1964 Entra in funzione l’autostrada Padova-Brescia (Serenissima) <strong>di</strong> cui la<br />
<strong>Camera</strong> è socia.<br />
1964 Inizia la meccanizzazione dei servizi camerali (tramite schede perforate)<br />
cominciando dal Registro Ditte e dall’Ufficio Ragioneria. Viene, inoltre, costituita<br />
la biblioteca camerale.<br />
1965 Costituzione dell’Unione Camere <strong>di</strong> Commercio del Veneto.<br />
1967 Apre a Piazzola sul Brenta la Sala Contrattazioni istituita dalla <strong>Camera</strong>, per il<br />
settore polli, conigli, uova.<br />
1968 Nasce il Consorzio per l’Idrovia Padova-Venezia con l’esclusione delle due<br />
Camere <strong>di</strong> Padova e Venezia. La prima parte dei lavori termina nel 1980. Nel<br />
1988 il Consorzio è sciolto.<br />
1970 Viene costituita l’Associazione Padovani nel Mondo <strong>di</strong> cui sono soci principali la<br />
<strong>Camera</strong> e la Provincia.<br />
1971 La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio incarica un esperto <strong>di</strong> informatica per pre<strong>di</strong>sporre<br />
programmi <strong>di</strong> elaborazione elettronica dei dati relativi al registro <strong>di</strong>tte e albi camerali.<br />
1973 Viene costituita tra <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio, Comune, Provincia e Ferrovie dello<br />
Stato, la società Interporto Merci Padova per sviluppare il traffico tramite<br />
container da inse<strong>di</strong>are nella zona industriale presso il porto fluviale, previsto<br />
come terminal dell’idrovia Padova-Venezia.<br />
1974 Il 20 <strong>di</strong>cembre viene costituita la società Cerved – Centro Elettronico Regionale<br />
Veneto Elaborazione Dati.<br />
1975 I Magazzini Generali, <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia, si trasferiscono da via Rismondo<br />
alla zona industriale.<br />
1977 Le Camere perdono alcune competenze (ad es. nell’agricoltura) che sono<br />
trasferite alle Regioni. Viene preannunciata una riforma delle Camere.<br />
1980 Viene costituita Cerved Engineering, controllata da Cerved s.p.a., che si occupa <strong>di</strong><br />
realizzare programmi per vari enti.<br />
1985 Nasce nella Zip il Centro Grossisti dei Tessili.<br />
1986 Apertura delle prime se<strong>di</strong> decentrate della <strong>Camera</strong> a Monselice e Cittadella.<br />
1987 Costituzione del Consorzio Padova Ricerche con l’Università, CNR, IRI,<br />
Associazione industriali e alcune aziende pubbliche.
1988 Istituzione dell’azienda speciale TecnoPadova, quale centro <strong>di</strong> assistenza per le<br />
piccole imprese nell’approccio alle nuove tecnologie (chiusa nel 2001 per confluire<br />
nel Parco Scientifico e Tecnologico Galileo).<br />
1988 Cerved s.p.a. completa il collegamento informatico in rete <strong>di</strong> tutte le Camere <strong>di</strong><br />
Commercio d’Italia.<br />
1993 Istituzione azienda speciale Padova Promoqualità (chiusa nel 2001).<br />
1993 Trasferimento del Mercato ortofrutticolo, <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia, in Zona<br />
industriale.<br />
1995 La Borsa Merci e la Sala Contrattazione degli avicunicoli vengono trasferite nei<br />
locali del Foro Boario in corso Australia.<br />
1996 Diventa operativo il nuovo Registro delle Imprese e cessano le competenze dei<br />
Tribunali.<br />
1997 Il 20 novembre si inse<strong>di</strong>a il 1° Consiglio camerale, con 32 componenti, previsto<br />
dalla legge <strong>di</strong> riforma n. 580/1993. Viene eletto presidente Gianfranco Chiesa.<br />
1997 Costituzione del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, <strong>di</strong> cui la <strong>Camera</strong> è socia al 40%.<br />
1999 La Borsa Merci e la Sala Contrattazione degli avicunicoli vengono trasferite in un<br />
locale della zona industriale <strong>di</strong> Padova.<br />
1999 L’11 maggio il Consiglio camerale approva il primo statuto della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio <strong>di</strong> Padova previsto dalla legge n. 580/1993.<br />
2002 Il 22 novembre si inse<strong>di</strong>a il 2° Consiglio camerale. Viene confermato presidente<br />
Gianfranco Chiesa.<br />
2002 Diventa operativa l’azienda speciale Promo Padova (chiusa nel 2008).<br />
2003 Inizio della ristrutturazione della sede <strong>di</strong> piazza Insurrezione (completata alla fine<br />
del 2005).<br />
2004 Viene presentato il 1° bilancio sociale riferito agli anni 2002-2003.<br />
2005 Privatizzazione dell’Ente Padova Fiere in PadovaFiere s.p.a.<br />
2006 Diventa operativa l’azienda speciale Padova Promex.<br />
2008 Il 26 maggio si inse<strong>di</strong>a il 3° Consiglio camerale e viene eletto presidente Roberto<br />
Furlan.<br />
121
122<br />
Appen<strong>di</strong>ce n° 2<br />
LA GALLERIA DEI PRESIDENTI<br />
Nella storia bicentenaria della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio a decorrere dal 1869 si sono succeduti al<br />
vertice 16 presidenti, espressione delle <strong>di</strong>verse voci dell’economia padovana.<br />
Dal 1811 al 1867 al vertice delle Camere <strong>di</strong> Commercio vi erano i delegati del Re.<br />
Dal 1927 al 1944 le Camere <strong>di</strong> Commercio sono state presiedute dai Prefetti delle province.<br />
Moisè Vita Jacur<br />
Banchiere privato, è tra i fondatori delle Assicurazioni Generali. È stato il<br />
primo presidente eletto della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova dal 1869<br />
al 1877.<br />
Giovanni Battista Maluta<br />
Commerciante, nel 1871 è stato uno dei fondatori della Banca Veneta <strong>di</strong><br />
Depositi e Conti Correnti. Guidò la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1878 fino<br />
alla sua morte, avvenuta nel 1884.<br />
Vincenzo Stefano Breda<br />
Ingegnere padovano, viene eletto presidente dell’ente camerale nel 1885.<br />
Politico (fu anche deputato e senatore) e impren<strong>di</strong>tore, riveste la carica<br />
per soli due anni: nel 1887 si <strong>di</strong>mette da presidente dell’ente padovano.<br />
Augusto Corinal<strong>di</strong><br />
Operò a lungo nel campo dell’agricoltura. Puntò in particolare al<br />
miglioramento della qualità dei vini dei Colli Euganei. Viene eletto<br />
presidente nel 1887, ma muore l’anno successivo.
Giovanni Maluta<br />
Fratello <strong>di</strong> Giovanni Battista, commerciante e presidente <strong>di</strong> varie banche<br />
citta<strong>di</strong>ne, è presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1888 al 1897,<br />
anno in cui l’ente viene commissariato.<br />
Antonio Tessaro<br />
Commerciante <strong>di</strong> legnami, guida l’ente camerale dal 1898 al 1901.<br />
Paolo Camerini<br />
Creatore a Piazzola <strong>di</strong> un vasto centro agroalimentare e <strong>di</strong> alcune<br />
importanti fabbriche, fa realizzare a proprie spese la ferrovia Piazzola-<br />
Padova. Deputato dal 1903, presiede la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1902<br />
al 1903.<br />
Amedeo Corinal<strong>di</strong><br />
Ingegnere ed esperto enologo, figlio <strong>di</strong> Augusto Corinal<strong>di</strong>, guida la <strong>Camera</strong><br />
<strong>di</strong> Padova dal 1904 al 1910.<br />
123
124<br />
LA GALLERIA DEI PRESIDENTI<br />
Romeo Mion<br />
Esperto in campo bancario e assicurativo, consigliere comunale ed<br />
assessore, fu presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova dal 1911<br />
al 1918.<br />
Vittorio Fiorazzo<br />
Impren<strong>di</strong>tore nel settore delle costruzioni, guidò l’ente dal 1918 al 1927. Il<br />
suo nome rimane legato all’istituzione della Fiera Campionaria <strong>di</strong> Padova,<br />
avvenuta nel giugno 1919, della quale fu primo presidente fino al 1923.<br />
Ettore Da Molin<br />
Nel 1945 viene eletto alla guida della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova,<br />
carica che terrà fino al 1959. Membro del <strong>di</strong>rettivo <strong>di</strong> Unioncamere,<br />
dal 1953 si è attivato per la costituzione della nuova zona industriale <strong>di</strong><br />
Padova.<br />
Benvenuto Bisello<br />
Commerciante. Presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1959 al 1969,<br />
il suo nome è legato alla nascita del Consorzio Zip nel 1961.
Mario Volpato<br />
Ha guidato la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova dal 1969 al 1982.<br />
Professore universitario <strong>di</strong> matematica. Fondò nel 1974 il Cerved (ora<br />
Infocamere), la struttura che ha informatizzato i servizi <strong>di</strong> tutte le Camere<br />
<strong>di</strong> Commercio, primo esempio <strong>di</strong> rete interconnessa tra enti pubblici.<br />
Volpato è tra i fondatori dell’Interporto Merci <strong>di</strong> Padova.<br />
Antonio Frigo<br />
Industriale, presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1982 al 1997.<br />
Ha dato continuità all’azione del professor Volpato e si è battuto per il<br />
completamento dell’idrovia. Per due mandati è stato anche presidente <strong>di</strong><br />
Unioncamere Veneto.<br />
Gianfranco Chiesa<br />
Commerciante, presidente dell’Ascom Padova dal 1997 al 2005;<br />
presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio dal 1997 al 2008. Dal 2004 al<br />
2006 è stato presidente del Consorzio Zip. È stato inoltre presidente <strong>di</strong><br />
Tecnohol<strong>di</strong>ng, società del sistema camerale italiano.<br />
Roberto Furlan<br />
Rappresentante del mondo industriale in qualità <strong>di</strong> socio <strong>di</strong> una fra le<br />
maggiori società <strong>di</strong> ingegneria italiane, è presidente della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio dal maggio 2008. Dal 2009 è delegato <strong>di</strong> Unioncamere<br />
Veneto per il Coor<strong>di</strong>namento delle azioni sull’innovazione delle Camere<br />
del Veneto e vicepresidente <strong>di</strong> Tecnohol<strong>di</strong>ng; è membro dell’esecutivo <strong>di</strong><br />
Unioncamere Nazionale.<br />
125
126<br />
Appen<strong>di</strong>ce n° 3<br />
GLI ORGANI CAMERALI DAL 2008 AL 2013<br />
Furlan Roberto Presidente<br />
LA GIUNTA<br />
Furlan Roberto Presidente<br />
Zilio Fernando Vicepresidente<br />
Beo Severino Artigianato<br />
Bertin Patrizio Commercio<br />
Bussolotto Pio Cre<strong>di</strong>to − Assicurazioni<br />
Calaon Marco Agricoltura<br />
Campagnaro Ugo Cooperazione<br />
Cortella Mario Industria<br />
Gelain Sergio Artigianato<br />
Rossi Nicola Commercio<br />
Sabattini Carlo Servizi alle imprese<br />
Toscani Lamberto Trasporti e spe<strong>di</strong>zioni<br />
IL COLLEGIO REVISORI DEI CONTI<br />
Como Anna Maria − Presidente Ministero Economia e Finanze<br />
Penso Guido Ministero Sviluppo Economico<br />
Tosato Stefano Regione Veneto
IL CONSIGLIO<br />
Alajmo Erminio Turismo<br />
Beo Severino Artigianato<br />
Bertin Patrizio Commercio<br />
Bussolotto Pio Cre<strong>di</strong>to – Assicurazioni<br />
Calaon Marco Agricoltura<br />
Campagnaro Ugo Cooperazione<br />
Campagnolo Antonio Artigianato<br />
Cetera Leonardo Antonio Industria<br />
Checchetto Alfredo Artigianato<br />
Chiesa Gianfranco Servizi alle imprese<br />
Corra<strong>di</strong>n Lidovino Artigianato<br />
Cortella Mario Industria<br />
Cum Aniello Organizzazioni sindacali<br />
Da Porto Antonio Agricoltura<br />
D’Ascanio Clau<strong>di</strong>o Agricoltura<br />
De Luca Giacomo Trasporti e spe<strong>di</strong>zioni<br />
Furlan Roberto Industria<br />
Gastal<strong>di</strong> Guerrino Artigianato<br />
Gelain Sergio Artigianato<br />
Giordani Sergio Commercio<br />
Go Ruggero Servizi alle imprese<br />
Luise Renato Artigianato<br />
Nardo Roberto Associazioni dei consumatori<br />
Pavin Massimo Industria<br />
Peghin Francesco Mario Industria<br />
Pegoraro Olga Eugenia Servizi alle imprese<br />
Piccolo Antonio Commercio<br />
Rossi Nicola Commercio<br />
Sabattini Carlo Servizi alle imprese<br />
Toscani Lamberto Trasporti e spe<strong>di</strong>zioni<br />
Trevisan Carlo Commercio<br />
Zilio Fernando Commercio<br />
127
128<br />
Appen<strong>di</strong>ce n° 4<br />
L’ARTE IN PARETE<br />
C’è un piccolo tesoro alle pareti. Lo ha messo insieme, nella elegante sede<br />
<strong>di</strong> piazza Insurrezione, quadro dopo quadro, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio nel<br />
corso degli anni, a volte commissionando le opere, a volte con casualità,<br />
acquistando le tele come premio per gli artisti che si classificavano al primo<br />
posto nelle rassegne organizzate dalle Pro Loco o alle Biennali. È nata così<br />
una collezione con opere pittoriche e scultoree firmate da sessantuno<br />
artisti, molti dei quali padovani. Nel 2007 le opere sono state catalogate.<br />
Per alcune è stato necessario anche un restauro. Oggi fanno bella mostra<br />
<strong>di</strong> sé negli ambienti <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> riunione nella rinnovata sede camerale.<br />
La collezione rappresenta un interessante viaggio nell’arte del secolo<br />
scorso, con alcuni momenti alti e qualificati, con “gioielli” unici e prestigiosi<br />
e costituisce una ulteriore testimonianza del ra<strong>di</strong>camento della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />
Commercio nel territorio, un segno <strong>di</strong> attenzione alle voci e alle espressioni<br />
più autentiche del Padovano. Non un ente, insomma, racchiuso nella sua<br />
torre eburnea ma al fianco delle istituzioni locali nella valorizzazione <strong>di</strong><br />
giovani artisti e delle <strong>di</strong>namiche culturali.<br />
C’è una galleria <strong>di</strong> ritratti dei presidenti a cominciare dal primo, Moisè<br />
Vita Jacur, ci sono le allegorie delle stagioni e del lavoro, con gli amati colli,<br />
dell’estense Antonio Morato; la città vista con gli occhi sognanti <strong>di</strong> Fulvio<br />
Pen<strong>di</strong>ni; le nature incontaminate <strong>di</strong> Millo Bortoluzzi, i paesaggi <strong>di</strong> Amleto Dal<br />
Prà, due capolavori <strong>di</strong> Oreste Dal Molin, le nature morte <strong>di</strong> Angela Carugati<br />
e <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Decima. Ci sono testimonianze delle opere <strong>di</strong> Antonio Fasan con<br />
le sue magiche luminescenze, le vedute lagunari <strong>di</strong> Antonio Fontanella e <strong>di</strong><br />
Luigi Pagan, le stupende scene agresti <strong>di</strong> Giuseppe Mincato e due quadri <strong>di</strong><br />
Tino Rosa, autentico personaggio della cultura padovana. Non una raccolta<br />
mirata, insomma, <strong>di</strong> un genere o <strong>di</strong> un artista, ma frutto un coro <strong>di</strong> autori<br />
della tra<strong>di</strong>zione pittorica soprattutto locale. Filo conduttore della collezione<br />
la professionalità, la genuinità, la comune voglia <strong>di</strong> raccontare <strong>di</strong> tanti figli <strong>di</strong><br />
Padova e della sua provincia.
129
130<br />
Bibliografia<br />
AA.VV. Il pianeta Veneto, E<strong>di</strong>toriale Quoti<strong>di</strong>ani Veneti, Padova 1988<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, 150 anni <strong>di</strong> vita, 1962.<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, Attività, fatti, proposte, quinquennio 1998-2002.<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, Bilancio <strong>di</strong> mandato 2003-2007.<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, Bilancio sociale 2002-2003: I valori e le potenzialità del nostro<br />
territorio per vincere nuove sfide.<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, La collezione d’arte, 2005.<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, Storia e rinnovo della sede camerale, 2005.<br />
Manlio Cortellazzo (a cura <strong>di</strong>), Cultura Popolare del Veneto, le relazioni sociali, Amilcare Pizzi<br />
E<strong>di</strong>tore, Cinisello Balsamo (Mi) 1992.<br />
Pietro Del Negro (a cura <strong>di</strong>), L’Università <strong>di</strong> Padova, Otto secoli <strong>di</strong> storia, Signum, Padova 2001.<br />
Remo Fricano, Le Camere <strong>di</strong> Commercio, Maggioli e<strong>di</strong>tore, Sant’Arcangelo <strong>di</strong> Romagna (RN)<br />
2007.<br />
Pier Franco Gaslini, Fiera <strong>di</strong> Padova, profilo <strong>di</strong> un quarantennio 1919-1959, Milano, Pizzi Stampa,<br />
1960.<br />
Giuseppe Gullino (a cura <strong>di</strong>), Storia <strong>di</strong> Padova dall’antichità all’età contemporanea, Cierre e<strong>di</strong>zioni<br />
- Centro Stu<strong>di</strong> Ettore Luccini, Verona 2009.<br />
Giulio Monteleone, Economia e politica nel Padovano dopo l’Unità (1866-1900), Deputazione <strong>di</strong><br />
storia patria per le Venezie, Venezia 1971.<br />
Giorgio Roverato, L’industrializzazione <strong>di</strong>ffusa. Storia dell’economia padovana 1923-2003, Esedra<br />
e<strong>di</strong>trice, Padova 2005.<br />
Lino Scalco, Per l’economia e il territorio. La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova: 1900-1945,<br />
Grafiche Turato E<strong>di</strong>zioni, Rubano (Pd) 2008.<br />
Lino Scalco, Il tempo delle ciminiere. Storia dell’economia padovana 1866-1962, Esedra e<strong>di</strong>trice,<br />
Padova 2000.
Lino Scalco, Mario Volpato, maestro e pioniere fra ricerca, politica e innovazione, CLEUP,<br />
Padova 2002.<br />
Giuseppe Toffanin, L’industria padovana, E<strong>di</strong>toriale Programma, Padova 1989.<br />
Giuseppe Toffanin, La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio. 175 anni <strong>di</strong> economia padovana 1811-1987,<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Padova, Padova 1988.<br />
Maria Rosa Ugento, Sosta a Padova in nove memorie francesi 1739-1874, La Garangola,<br />
Padova 1994.<br />
131
132<br />
Referenze fotografiche<br />
Archivio <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Commercio Padova, pp. 8, 14, 15 in basso, 16, 17, 24, 26, 27 in alto, 35, 36, 38,<br />
40, 42, 46, 54, 56, 58, 59, 76, 84, 122, 123, 124, 125, 129<br />
Foto tratta dal Dvd “Gera Ieri: Fotografando la storia” e<strong>di</strong>to dalla Provincia <strong>di</strong> Padova Assessorato<br />
alle Attività economiche e all’Identità veneta, p. 15 in alto<br />
Archivio fotografico Turismo Padova Terme Euganee/Mattoschi, p. 20<br />
Archivio Università <strong>di</strong> Padova, p. 21<br />
Archivio fotografico Turismo Padova Terme Euganee/Sabbion, pp. 22, 28, 30<br />
Archivio Terra Ferma, p. 27 in basso<br />
Archivio fotografico Turismo Padova Terme Euganee/Morassutti, p. 31<br />
Archivio fotografico Turismo Padova Terme Euganee/A. Campanile, p. 32, 60, 63<br />
Archivio Padovafiere, pp. 34, 43, 44, 45, 48, 50, 51, 52<br />
Archivio fotografico Turismo Padova Terme Euganee/L. Zilli, p. 62<br />
Archivio Confederazione Italia Agricoltori <strong>di</strong> Padova, pp. 64, 65<br />
Archivio Imaginefilm/Luca Fazzi, p. 68<br />
Archivio Consorzio ZIP, pp. 70, 72, 73<br />
Archivio Interporto Padova, pp. 74, 78, 79, 80, 81<br />
Archivio Infocamere, pp. 82, 87 in basso, 89 in basso<br />
Uliano Lucas © Alinari, p. 86<br />
Collezione Luigi Rizzo, pp. 87 in alto, 88, 89 in alto<br />
Archivio Padova Promex, pp. 90, 94, 95<br />
Archivio Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, pp. 96, 98, 99, 100, 101, 102, 103
133
134<br />
Ringraziamenti<br />
Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che a vario titolo hanno fornito un prezioso contributo<br />
alla realizzazione del volume, in particolare a Valentino Pesci e ad Alessandro Selmin.
CONTRIBUTI<br />
Progetto grafico ed e<strong>di</strong>toriale www.nextcom.it<br />
Coor<strong>di</strong>namento e<strong>di</strong>toriale Luca Lorigiola e Massimo Nar<strong>di</strong>n<br />
Ricerca iconografica Marco Franzoso, Luca Lorigiola, Massimo Nar<strong>di</strong>n<br />
(ha collaborato Alice Rosa)<br />
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