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Paolo Valerio - Associazione Nazionale Magistrati

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La<br />

Magistratura<br />

Organo<br />

della<br />

<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong><br />

<strong>Magistrati</strong><br />

Magistratura Onoraria<br />

giudice onorario di tribunale, quindi<br />

sei un giudice vicario perché non<br />

sei titolare di una competenza<br />

esclusiva; noi invece siamo giudici<br />

ordinari perché siamo titolari di una<br />

competenza esclusiva». E, in effetti,<br />

al di là dell’equivoco semantico,<br />

premesso che tutti noi magistrati<br />

onorari, di tribunale o dell’ufficio<br />

del giudice di pace, non siamo<br />

magistrati amministrativi e quindi,<br />

avuto riguardo alla natura del contenzioso<br />

che amministriamo, siamo<br />

tutti magistrati ordinari, devo convenire<br />

che, nel momento in cui si<br />

assegna una porzione di giurisdizione<br />

al giudice di pace, quel giudice<br />

di pace deve essere considerato<br />

al pari degli altri giudici ordinari in<br />

servizio nella Repubblica, essendo<br />

irrilevante la qualificazione giuridica<br />

del suo rapporto di servizio.<br />

Più controversa, perché ibrida, è<br />

la qualificazione del magistrato<br />

onorario di tribunale; perché sulla<br />

sua duplice natura, sulla conseguente<br />

incertezza relativa alla sua<br />

corretta qualificazione e collocazione,<br />

si apre una serie di problemi,<br />

anche lavoristici, che vanno ben<br />

oltre l’aspetto formale dell’inquadramento<br />

dogmatico. Quale può<br />

essere la soluzione ai problemi sollevati,<br />

finanche con piglio sindacale,<br />

dai magistrati onorari? Io non<br />

credo possa essere quella di ancorarsi,<br />

come ad una specie di coperta<br />

di Linus, a quella temporaneità<br />

che, in effetti, è l’unico elemento<br />

distintivo di un magistrato che<br />

50<br />

“ordinario” - dove per ordinario<br />

stavolta intendo “di ruolo” - non è.<br />

La temporaneità credo sia infatti la<br />

negazione principale di quell’indipendenza<br />

ed autonomia che in più<br />

occasioni, anche oggi, l’<strong>Associazione</strong><br />

nazionale magistrati ha rivendicato,<br />

non solo per i magistrati<br />

“togati”, ma anche per lo stesso<br />

magistrato onorario: penso alle<br />

nuove competenze in materia di<br />

immigrazione. E bene fa la magistratura<br />

togata a porsi finalmente<br />

questo problema, perché un magistrato<br />

non autonomo, non indipendente<br />

è un magistrato sottoposto<br />

alle più varie intemperie e interferenze.<br />

Sempre in tema di rapporti tra le<br />

due categorie, proprio qui da Genova<br />

è giunta alcuni mesi fa una censura<br />

all’operato della Federmot;<br />

l’ho apprezzata per la schiettezza,<br />

in quanto formulata da colleghi<br />

magistrati onorari di tribunale i<br />

quali mi hanno scritto di non riconoscersi<br />

nella decisione della<br />

Federmot di dissociarsi dallo sciopero<br />

indetto dall’Anm. Ebbene<br />

anche quella presa di posizione<br />

polemica, assunta dalla Federmot<br />

non certo volentieri, è l’effetto di<br />

una discontinuità tra le due categorie.<br />

Nessuno ci aveva chiesto di<br />

partecipare all’agitazione dell’Anm;<br />

quindi a chi mi chiedeva<br />

quale fosse la posizione del nostro<br />

Consiglio direttivo ho dovuto dire<br />

che la Federmot, non essendo stata<br />

richiesta di aderirvi, non partecipa-

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