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Malattie Infettive<br />

e<br />

Norme di Prevenzione<br />

Parte Seconda<br />

www.cristianferioli.com/formazione<br />

Presentazione a cura del<br />

Dr. Ferioli Cristian


§ Manifestazioni Cliniche<br />

Principali Malattie Infettive<br />

- Segni: ogni alterazione obiettiva manifestata dal paziente<br />

→ li rileva il medico.<br />

- Sintomi : ogni sensazione soggettiva avvertita dal paziente<br />

→ la riferisce il paziente.<br />

- Sindrome: complesso di sintomi e segni.<br />

§ Agente Eziolgico<br />

- Eziologia è la scienza che studia le cause di una malattia.<br />

- Agente eziologico è l’agente che causa della malattia.<br />

§ Classificazione e Categorie Antigeniche (sierologiche)<br />

§ Patogenesi<br />

- Meccanismo d’insorgenza di un processo patologico e il suo<br />

conseguente sviluppo.


§ Difese dell’Ospite<br />

§ Epidemiologia<br />

Principali Malattie Infettive<br />

- Studio della distribuzione e della frequenza di malattie e di eventi di<br />

rilevanza sanitaria nella popolazione.<br />

§ Diagnosi<br />

- È la procedura di ricondurre un fenomeno (o un gruppo di fenomeni),<br />

dopo averne considerato ogni aspetto, a una categoria.<br />

- Anamnesi: indagine sulla storia clinica del paziente che viene interrogato<br />

direttamente o desunta dal racconto <strong>dei</strong> familiari. Serve a raccogliere i<br />

dati riguardanti i precedenti familiari e personali oltre che quelli<br />

fisiologici e patologici sia remoti che recenti.<br />

§ Controllo<br />

- Insieme delle strategie e/o terapie che si mettono in atto per controllare<br />

la progressione della patologia.


Manifestazioni Cliniche<br />

Meningiti ed Encefaliti<br />

• Ampia gamma di quadri clinici che vanno dalle forme benigne delle meningiti acute virali a<br />

quelle fulminanti di alcune meningiti batteriche, da encefaliti acute, lievi e gravi, ad encefaliti<br />

croniche progressive.<br />

• Insorgenza rapida nel caso di encefaliti acute.<br />

• Cefalea continua gravativa<br />

• Vomito di tipo cerebrale, alterazione stato di coscienza<br />

• Diminuzione stato di coscienza: convulsioni, irritazione meningea, deficit neurologici focali<br />

come strabismo, anisocoria e fotofobia, disturbi del comportamento come letargia e<br />

irritabilità.<br />

• Contratture Muscolari<br />

• Febbre<br />

• Rigidità Nucale (la testa non flette sul tronco)


Agente Eziologico<br />

• Forme Virali: enterovirus, parotite, HsV, CMV<br />

Meningiti ed Encefaliti<br />

• Forme Batteriche: listeria (neonati), meningococco, pneumococco, streptococcus pyogenes.<br />

Patogenesi<br />

• Prevalentemente la via ematogena, ma anche respiratoria.<br />

Diagnosi<br />

• Quadro clinico non consente una diagnosi eziologica, ma consente di individuare il distretto del<br />

sistema nervoso prevalentemente interessato.<br />

• Eziologie più probabili: Tarda estate ed autunno → meningiti e encefaliti virali<br />

• Esame del liquor (liquido cefalo-rachidiano)<br />

Controllo<br />

Inverno → più frequenti le meningiti batteriche<br />

• Antibiotici o terapie antivirali a seconda dell’eziologia..


Meningite da Meningococco<br />

Manifestazioni Cliniche<br />

• Infezione con N. meningitidis si presenta in due modi:<br />

1 - meningococcemia, caratterizzata da lesioni alla pelle<br />

2 - meningite batterica acuta.<br />

Agente Eziologico<br />

• Neisseria meningitidis<br />

• Presenza di capsula polisaccaridica che ne impedisce la fagocitosi e uccisione da parte delle<br />

cellule del sistema immunitario.<br />

Classificazione e Tipologie Antigeniche<br />

• Raggruppato sulla base <strong>dei</strong> polisaccaridi capsulari in 13 sierogruppi di cui 5 responsabili della<br />

maggior parte delle meningiti: A, B, C, Y e W135.<br />

Patogenesi<br />

• Aspirazione di particelle infettive → attacco alle cellule epiteliali della mucosa naso-faringea e<br />

oro-faringea → attraversamento della barriera (mucosa) e entrata nel sangue →<br />

attraversamento della barriera emato-encefalica e infezione delle meningi.


Meningite da Meningococco<br />

Difese dell’ospite<br />

• Resistenza alla fagocitosi del meningococco.<br />

• Meningococchi creano infezioni sistemiche solo in individui privi di anticorpi nel siero diretti<br />

contro gli antigeni capsulari e non capsulari del ceppo in questione, o in pazienti che presentano<br />

deficienza nell’azione tardiva <strong>dei</strong> componenti del complemento.<br />

Epidemiologia<br />

• Asintomatica presenza di meningococchi nel tratto naso-faringeo fornisce una riserva di<br />

infezione ma aumenta l’immunità dell’ospite.<br />

• La maggior parte <strong>dei</strong> casi di meningite si registra nei bambini tra i 3 mesi e un anno.<br />

• Meningite meningococcica si manifesta sia sporadicamente (principalmente meningococchi di<br />

gruppo B and C) che epidemicamente (principalmente meningococchi di gruppo A), con<br />

maggior incidenza durante il tardo inverno e l’inizio della primavera.<br />

Diagnosi<br />

• Sintomi sono solo indicativi.<br />

• Analisi della presenza di N meningitidis in campioni di sangue, liquido cefalorachidiano e<br />

secrezioni naso-faringee raccolte prima della somministrazione di antibiotici.


Controllo<br />

• Antibiotici.<br />

Meningite da Meningococco<br />

• Contatti con persone infette richiedono profilassi con antibiotici.<br />

• Sono disponibili vaccini polisaccaridici che coniugati contro i meningococchi <strong>dei</strong> gruppi A, C, Y, e<br />

W135.<br />

• Non è ancora disponibile il vaccino contro il sierogruppo B.<br />

• In bambini sotto un anno di età i livelli di anticorpi decrescono rapidamente dopo<br />

l’immunizzazione e quindi non è raccomandata nessuna vaccinazione.


Meningite da Meningococco


Manifestazioni Cliniche<br />

Tubercolosi<br />

• Tubercolosi colpisce principalmente le basse vie respiratorie, ma anche altre parti del corpo quali<br />

ossa, reni, meningi, linfonodi.<br />

• A volte asintomatica.<br />

• Sintomatologia prevalentemente a livello polmonare è caratterizzata da:<br />

produzione cronica di muco con tosse modesta<br />

basso grado di febbre subcontinua<br />

cefalea, astenia, sudorazione<br />

perdita di peso<br />

Agente Eziologico<br />

• Mycobacterium tuberculosis (bacillo di Koch)<br />

Bastoncini sottili curvi<br />

Resistenti ad acidi, basi e alla disidratazione<br />

La moltiplicazione su terreni ricchi è molto lenta, con tempo di duplicazione che varia da 18 a<br />

24 ore (isolati clinici possono richiedere da 4 a 6 settimane per crescere).


Classificazione e Tipi Antigenici<br />

Tubercolosi<br />

• Sulla base della velocità di crescita, produzione di catalasi e niacina, e pigmentazione alla luce o<br />

al buio, i micobatteri sono classificati in specie appartenenti al gruppo del “Mycobacterium<br />

tuberculosis complex” (M. tuberculosis, M. bovis, M. africanum, M. microtii) e specie non<br />

tubercolari.<br />

• Oggi tecnologie con sonde geniche facilitano questa distinzione.<br />

Patogenesi<br />

• Il micobatterio della tubercolosi raggiunge gli alveoli polmonari per via aerea attraverso le<br />

goccioline di saliva → resistono alla fagocitosi da parte <strong>dei</strong> macrofagi alveolari e si moltiplicano,<br />

formano lesioni primarie o tubercoli → questi poi si propagano ai linfonodi, entrano nel sistema<br />

circolatorio attraverso il quale ritornano ai polmoni.<br />

• La degenerazione del tessuto è il risultato della ipersensibilità cellulo-mediata.


Tubercolosi


Difese dell’Ospite<br />

Tubercolosi<br />

• Sensibilità determinata da fattori genetici e fattori etnici.<br />

• Resistenza acquisita è mediata dai linfociti T, i quali lisano i macrofagi infettati, direttamente o<br />

attivando essi stessi mediatori solubili (interferone gamma) necessari alla distruzione <strong>dei</strong> bacilli<br />

intracellulari. Gli anticorpi non giocano un ruolo protettivo.<br />

Epidemiologia<br />

• M tuberculosis è contagioso, ma solo il 5-10 % <strong>dei</strong> soggetti normali infettati sviluppano la<br />

malattia attiva.<br />

• Più comune tra gli anziani, poveri, malnutriti, o in soggetti immunodepressi, specialmente<br />

persone infettate con il virus HIV.<br />

Diagnosi<br />

• Infezione recente è evidenziata come risultato positivo del test cutaneo Mantoux.<br />

• Una diagnosi della patologia in fase attiva è basata sulle manifestazioni cliniche, una radiografia<br />

toracica non normale, bacilli acidofili nella saliva o in campioni broncoscopici e isolamento del<br />

micobatterio.<br />

• Saggi basati sull'amplificazione <strong>dei</strong> geni del micobatterio sono stati recentemente messi a punto.


Trattamento e Controllo<br />

Tubercolosi<br />

• Terapia che richiede lunghi periodi: cura di 6 - 9 mesi a base di isoniazide, rifampicina,<br />

pyrazinamide and ethambutolo.<br />

• Ulteriori sostanze possono essere utilizzate se sospettata resistenza (ad esempio infezione in<br />

immigrati del sud-est asiatico o di aree dove è stata documentata la presenza di tubercolosi<br />

antibiotico-resistente).<br />

• Se il paziente è HIV positivo è raccomandato un trattamento per periodi più lunghi (9-12 mesi).<br />

• Se il test con PPD è positivo senza altri segni e sintomi si giustificherebbe un trattamento di<br />

profilassi con isoniazide per 6 mesi.<br />

• Il vaccino BCG (M. bovis) è utilizzato in più di 120 paesi, ma la sua efficienza è incerta. La<br />

situazione epidemica attuale ha spinto una rivalutazione del suo utilizzo, specialmente in soggetti<br />

ad alto rischio.


Tubercolosi<br />

Manteaux o “Prova della Tubercolina”<br />

• Test cutaneo che si effettua con un derivato proteico purificato dal microorganismo<br />

(purified protein derivative = PPD).<br />

• Consiste nel verificare, leggendo sulla cute, come reagisce il nostro sistema<br />

immunitario al contatto, dopo inoculazione sottocutanea, con la PDD.<br />

• Il nostro sistema immunitario può comportarsi in tre modi:<br />

NON REAGIRE: sulla cute non si forma nulla – non si è mai contratta l’infezione.<br />

REAGIRE NORMALMENTE: sulla cute si forma una piccola papula dura – nel<br />

passato ci si è infettati con il micobaterio (ammalandosi o no) per il quale è<br />

rimasta memoria immunologica.<br />

REAGIRE MOLTO VIVACEMENTE: sulla cute si forma una grossa papula che può<br />

arrivare all’ulcerazione – l’infezione è in atto anche se non si manifesta.


Manifestazioni Cliniche<br />

Salmonellosi<br />

• Le salmonellosi: serie di patologie che vanno dalla comune Salmonella gastroenteritis (diarrea,<br />

dolori addominali, e febbre) alle febbri enteriche (inclusa la febbre tifoide) le quali sono malattie<br />

febbrili sistemiche minacciose per la vita e richiedono una pronta terapia antibiotica.<br />

• Sono infezioni locali con uno stadio di portatore asintomatico.<br />

• Le forme più comuni di salmonellosi sono gastroenterite che guariscono da sole.<br />

Agente Eziologico<br />

• Specie del genere Salmonella.<br />

• Salmonella sono bacilli Gram-negativi, flagellati anaerobi facoltativi.<br />

Classificazione e Tipi Antigenici<br />

• Salmonelle sono caratterizzate da antigeni O, H, e Vi.<br />

• Sono conosciuti più di 1800 sierotipi che la classificazione corrente considera essere specie<br />

differenti.


Patogenesi<br />

Salmonellosi<br />

• Le salmonelle ingerite resistono alla barriera costituita dall’acido gastrico → invadono la<br />

mucosa intestinale → producono tossine.<br />

• L’invasione delle cellule epiteliali → rilascio di citochine proinfiammatorie → reazione<br />

infiammatoria.<br />

• La risposta infiammatoria acuta causa diarrea e può portare a ulcerazione e distruzione della<br />

mucosa intestinale. I batteri possono passare dall’intestino alla via sistemica e causare<br />

patologie più serie.<br />

Difese dell’Ospite<br />

• Difese non specifiche: acidità del succo gastrico, muco intestinale, motilità intestinale<br />

(peristalsi), lactoferrina, e lisozima.<br />

• Difese specifiche: anticorpi della mucosa e sistemici


Salmonellosi


Epidemiologia<br />

Salmonellosi<br />

• Le salmonellosi non tifoidi sono patologie umane e animali diffuse in tutto il mondo.<br />

• Gli animali sono la principale riserva, e la malattia è solitamente contratta attraverso cibi o<br />

acqua contaminata, sebbene venga trasmessa anche da persona a persona.<br />

• Le salmonelle che causano la febbre tifoide e altre febbri enteriche sono trasmesse<br />

principalmente da persona a persona attraverso la via oro-fecale e non hanno significanti<br />

riserve animali.<br />

• Portatori umani asintomatici possono diffondere la malattia.<br />

Diagnosi<br />

• Vengono considerate salmonellosi ogni forma di diarrea acuta o malattia febbrile senza ovvie<br />

cause.<br />

• La diagnosi viene confermata isolando l’organismo da campioni clinici di feci o sangue.<br />

Controllo<br />

• Vaccini effettivi esistono per la febbre tifoide ma non per le salmonellosi non-tifoidi.<br />

• Controllo attraverso le pratiche igieniche di macellazione e la cottura e refrigerazione <strong>dei</strong> cibi.


Manifestazioni Cliniche<br />

Colera<br />

• Diarrea secretoria potenzialmente mortale e epidemica.<br />

• Numerose e voluminose scariche acquose, spesso accompagnate da vomito, che portano<br />

come conseguenza shock ipovolemico e acidosi. In poche ore si possono arrivare a perdere<br />

10-15 litri di liquidi (50-100 scariche al giorno).<br />

• La cute si presenta fredda e sudata e non si ha febbre.<br />

• Il periodo di incubazione varia da 1 a 5 giorni.<br />

Agente Eziologico<br />

• Vibrio cholerae<br />

• I Vibrioni sono bastoncini curvi Gram-negativi, altamente mobili con un singolo flagello polare.<br />

• Tollerano condizioni alcaline che uccidono i più comuni microorganismi commensali che<br />

costituiscono la flora batterica intestinale, ma sono sensibili agli acidi.


Colera<br />

Classificazione e Tipologie Antigeniche<br />

• Due sierotipi enterotossici identificati per agglutinazione in O con antisiero specifico per il<br />

gruppo 1 diretto contro il lipopolisaccaride che costituisce la parete cellulare.<br />

• Sierogruppo O139 (l’ultimo sierogruppo di V. cholerae che è stato identificato) identificato con:<br />

1) assenza di agglutinazione in O con antisiero specifico per il gruppo 1;<br />

2) agglutinazione in O con specifico antisiero per il gruppo 139;<br />

3) con la presenza di capsula.<br />

Patogenesi<br />

• Il colera è trasmesso attraverso la via oro-fecale.<br />

• I vibrioni sono sensibili agli acidi, e la maggior parte muore nello stomaco → gli organismi<br />

virulenti che sopravvivono aderiscono e colonizzano l’intestino tenue → secernono la potente<br />

enterotossina del colera (CT, anche chiamata "choleragena") → lega la membrana plasmatica<br />

delle cellule epiteliali intestinali → rilascia una subunità attiva enzimaticamente → incremento<br />

della produzione di adenosina 5’-monofosfato ciclico (cAMP).<br />

• Il risultante alto livello intracellulare di cAMP causa una massiva secrezione di elettroliti e acqua<br />

nel lume intestinale.


Colera


Difese dell’Ospite<br />

Colera<br />

• Difese aspecifiche: acidi gastrici, secrezione mucosa e motilità intestinale (sono più esposte<br />

persone che praticano terapie antiacido: es.il bicarbonato abbassa le difese).<br />

• L’allattamento, nelle aree dove la patologia è endemica, è molto importante per proteggere i<br />

bambini dalla patologia.<br />

• Difese specifiche: immunoglobuline secretorie (IgA) e sistemiche IgG, contro l’antigene somatico<br />

<strong>dei</strong> i vibrioni, proteine della membrana esterna, e/o l’enterotossina e altro (La mobilità,<br />

caratteristica del vibrione, viene bloccata da uno specifico anticorpo somatico).<br />

Epidemiologia<br />

• Il colera è endemico o epidemico in aree dove le misure igieniche sono carenti.<br />

• Compare sporadicamente in paesi in via di sviluppo.<br />

• Sulle coste può essere presente e diffondersi attraverso molluschi e plankton. (Enteriti causate<br />

con l’halofilo V. parahaemolyticus sono associate con cibo di mare crudo o impropriamente<br />

cotto).<br />

• Convalescenze a lungo termine sono rare.


Diagnosi<br />

Colera<br />

• Comparsa di straordinarie diarree acquose severe (DIARREA RISIFORME).<br />

• Diagnosi rapida: esame microscopico di un campione di liquido.<br />

• Altri metodi sono:<br />

coprocoltura o tamponi rettali su TCBS agar e altri terreni selettivi e non selettivi;<br />

test di agglutinazione delle colonie con specifico antisiero;<br />

test di fermentazione (ossidasi positivi);<br />

colture su brodi di arricchimento con peptone seguiti da test con anticorpi fluorescenti o<br />

diagnosi sierologiche retroattive.<br />

Tecniche di “polymerase chain reaction” (PCR) e tecniche rapide di biologia molecolare.<br />

Controllo<br />

• Il controllo attraverso il miglioramento delle condizioni igieniche è efficace ma non attuabile in<br />

aree dove la malattia è endemica.


Controllo<br />

Colera<br />

• Un buon vaccino non è ancora stato sviluppato.<br />

• Un vaccino parenterale costituito dal batterio ucciso è stato ampiamente utilizzato, ma è<br />

relativamente inefficacie e non è generalmente raccomandato.<br />

• Un vaccino sperimentale orale costituito da cellule intere uccise e subunità B della tossina non<br />

ha dimostrato essere ottimale.<br />

• Mutanti attenuati geneticamente ingenierizzati del batterio vivo sono promettenti, ma tali ceppi<br />

possono causare diarrea con effetti collaterali.<br />

• Profilassi antibiotica è attuabile sono per piccoli gruppi e per brevi periodi di tempo<br />

(cotrimoxazolo).<br />

Altre Infezioni da Vibrioni<br />

• Altri sierogruppi di V. cholerae patologie diarroiche e altre infezioni, ma non sono associate con<br />

il colera epidemico.<br />

• Alcune specie del genere Campylobacter (formalmente comprese nei Vibrioni) possono<br />

causare enteriti. C. pylori, ora conosciuto come Helicobacter pylori, è associato all’ulcera<br />

gastrica e duodenale.


Endospore<br />

• Caratteristica del genere Clostridium e del genere Bacillus.<br />

• Forme di resistenza batteriche: permettono alla coltura batterica di<br />

sopravvivere anche se le condizioni ambientali diventano<br />

inospitali.<br />

► Resistono ad agenti chimici - disinfettanti e altro<br />

► Resistono ad agenti fisici - calore e radiazioni UV<br />

• Per uccidere le spore è necessaria sterilizzazione con calore umido<br />

a 120°C per almeno 30 minuti.<br />

• Se le condizioni in cui si trovano le endospore sono ottimali<br />

germinano originando nuovamente batteri.<br />

• Attenzione: differenti sono le spore presenti nei funghi e nelle<br />

piante, le quali hanno funzioni riproduttive e non di resistenza.


Terminale<br />

Subterminale Centrale<br />

Endospore<br />

Ovale Sferica Ovale Sferica


Manifestazioni Cliniche<br />

Tetano<br />

• Comparsa di dolorose contratture toniche localizzate o generalizzate che evolvono in senso<br />

ascendente (dalle gambe al tronco) e arrivano ad interessare il collo, il dorso, il torcae e gli arti:<br />

contrazione <strong>dei</strong> muscoli attorno a una ferita<br />

dolore al collo, ai muscoli mascellari (trisma) e attorno alla ferita<br />

nessuna febbre<br />

sudorazione profusa<br />

rigidità muscolare e spasmi (paralisi spastica)<br />

tachicardia e ipertensione<br />

• Il periodo di incubazione varia da qualche ora a qualche settimana.<br />

Agente Eziologico<br />

• Clostridium tetani<br />

• Bacilli con endospore terminali.<br />

Classificazione e Tipologie Antigeniche<br />

• C tetani è unico e non presenta sierotipi.


Patogenesi<br />

Tetano<br />

• Contaminazione di una ferita profonda con il C. tetani nella sua forma vegetativa o spore.<br />

• L’ambiente anaerobico del tessuto facilita la replicazione di C tetani (anaerobio stretto:<br />

l’ossigeno risulta essere tossico) e la secrezione di esotossine.<br />

• Tossina spasmogenica, tetanospasmina, si fissa ai neuroni inibitori e blocca il rilascio <strong>dei</strong><br />

neurotrasmettitori, glicina e acido gamma-aminobutyrico (GABA).<br />

Difese dell’Ospite<br />

• Sostanzialmente assenti.<br />

• La malattia non produce immunità nel paziente.<br />

• Immunità attiva segue vaccinazione con tossoide tetanico.<br />

Epidemiologia<br />

• C. tetani si trova in tutto il mondo.<br />

• Ubiquitario nel suolo, ed è ritrovato occasionalmente nella flora intestinale dell’uomo e di<br />

animali.


Tetano


Diagnosi<br />

Tetano<br />

• Diagnosi avviene principalmente attraverso i sintomi clinici.<br />

• Presenza della ferita non è ovvia e in più C. tetani è ritrovato solo in un terzo di tutte le ferite<br />

responsabili del tetano.<br />

Controllo<br />

• Somministrazione del tossoide tetanico è una misura preventiva.<br />

• L’infezione del C tetani è trattata con agenti antimicrobici (metronidazolo or penicillina) e<br />

attraverso la pulizia locale della ferita (antisettici o meglio acqua ossigenata).<br />

• Somministrazione di immunoglobuline antitetaniche necessarie a neutralizzare la tossina in<br />

circolo<br />

• Terapie di supporto (trattamento delle contratture e prevenzione complicanze).


Manifestazioni Cliniche<br />

• Sintomi appaiono dopo 12-48 ore<br />

Botulismo<br />

• Nelle fasi precoci può presentare sintomi gastrointestinali (dolori addominali, vomito e diarrea)<br />

• Colpiti inizialmente i nervi cranici, segue poi una discesa con paralisi simmetrica <strong>dei</strong> nervi<br />

motori, con coinvolgimento critico dell’apparato respiratorio.<br />

• Paralisi flaccida muscolare.<br />

Agente Eziologico<br />

• Clostridium botulinum<br />

• Bacilli con spore ovali subterminali.<br />

• Vive con maggior difficoltà in cibi acidi, salati o zuccherati, e in presenza di ossigeno<br />

(anaerobio stretto).<br />

Classificazione e Tipi Antigenici<br />

• Sette tipi di neurotossine: chiamate A, B, C, D, E, F, e G, alcune delle quali hanno mostrato<br />

essere codificate da DNA fagico.


Patogenesi<br />

• Ci sono tre forme:<br />

Botulismo<br />

- botulismo adulto: ingestione di tossina preformata presente nel cibo.<br />

- botulismo infantile: l’organismo si replica e secerne la tossina nel tratto intestinale<br />

(rischio per i bambini).<br />

- botulismo da ferita, nel quale l’organismo si replica nella ferita e secerne la tossina.<br />

• La tossina lega le giunzioni neuromuscolari <strong>dei</strong> nervi del sistema parasimpatico e interferisce<br />

con il rilascio di acetilcolina, causando la paralisi flaccida <strong>dei</strong> muscoli.<br />

Difese dell’Ospite<br />

• Non sono conosciuti meccanismi di difesa.<br />

Epidemiologia<br />

• C botulinum è distribuito in tutto il mondo ed è ubiquitario nel suolo.<br />

• Cottura impropria di cibi conservati è la principale causa di botulismo da avvelenamento.


Botulismo


Diagnosi<br />

Botulismo<br />

• Attraverso i sintomi clinici, specialmente quelli gastrointestinali e neurologici.<br />

• Conferme con analisi di laboratorio (liquido cerebro spinale normale aiuta ad escludere una<br />

possibile diagnosi di numerose altre patologie del sistema nervoso centrale).<br />

Controllo<br />

• Eliminazione della fonte della tossina attraverso una corretta manipolazione <strong>dei</strong> cibi (processi<br />

industriali).<br />

• Misure finalizzate a neutralizzare la tossina non legata se diagnosticato avvelenamento.<br />

• Cure di supporto sono di primaria importanza.


Botulismo<br />

Attenzione alle conserve!!!<br />

• Gli alimenti contaminati spesso non presentano alterazioni nell’aspetto e nel sapore.<br />

• La tossina viene distrutta a 80°C per 30 minuti, ma le spore resistono (conserve casalinghe<br />

fatte bollire a 100°C garantiscono l’eliminazione della tossina, ma non delle spore).<br />

• Conserve casalinghe vanno consumate entro breve tempo dalla cottura altrimenti le spore<br />

germinano e producono nuovamente la tossina.<br />

• Attenzione ai bambini fino ad un anno: il C. botuninum può colonizzare più facilmente il tratto<br />

gastro-intestinale.<br />

Nel Primo Soccorso:<br />

• Ospedalizzare con urgenza monitorando i parametri vitali.<br />

• Portare i resti del cibo in ospedale.<br />

• Se necessario effettuare respirazione artificiale.


Manifestazioni Cliniche<br />

Coronavirus<br />

• I Coronavirus umani causano infezioni acute non gravi dell’appartato respiratorio superiore<br />

(causa più del 30% <strong>dei</strong> comuni raffreddori).<br />

• Raramente causano infezioni alle basse vie respiratorie.<br />

Struttura<br />

• Particelle sferiche o pleiomorfe con pericapside e contenenti single-stranded (positive-sense)<br />

RNA associato con una nucleoproteina all’interno di un capside costituito da matrice proteica.<br />

• Il pericapside possiede proiezioni glicoproteiche.<br />

Classificazione<br />

• Coronavirus (e i torovirus) sono classificati insieme sulla base della corona o alone apparente<br />

formato dalle glicoproteine del pericapside, e sulle caratteristiche chimiche e di replicazione.<br />

• Più coronavirus umani sono rientrano in due <strong>dei</strong> tre eistenti sierotipi: OC43-like and 229E-like.


Moltiplicazione<br />

Coronavirus<br />

• Entrata nella cella ospite → il genoma si libera dall’involucro (uncoating) → viene trascritto e<br />

tradotto → nuovi virioni si formano per gemmazione dalla membrana cellulare della cellula<br />

ospite.<br />

Patogenesi<br />

• Trasmissione solitamente per via aerea, attraverso goccioline che entrano e adericscono alla<br />

mucosa nasale.<br />

• I virus si replicano localmente nelle cellule dell’epitelio ciliato: danno cellulare e infiammazione.<br />

Difese dell’Ospite<br />

• La risoluzione dell’infezione è seguita dalla comparsa di anticorpi nel siero e nelle secrezioni<br />

nasali.<br />

• L’immunità sparisce nell’arco di un anno o due.


Epidemiologia<br />

Coronavirus<br />

• Picco di maggiore incidenza durante l’inverno, assumendo la forma di locali epidemie della<br />

durata di settimane o mesi.<br />

• Lo stesso sierotipo può ritornare nella stessa area dopo molti anni.<br />

Diagnosi<br />

• Raffreddori causati dal coronavirus non possono essere distinti clinicamente da altri raffreddori.<br />

• Diagnosi di laboratorio possono essere fatte sulla base di titoli anticorpali.<br />

• Il virus è difficile da isolare.<br />

• Test di ibridazione dell’acido nucleico (including PCR) stanno per essere ora introdotte.<br />

Controllo<br />

• Il trattamento <strong>dei</strong> comuni raffreddori è sintomatico, e non sono disponibili vaccini o specifici<br />

farmaci.<br />

• Misure di igiene riducono il tasso di trasmissione.


Definizione<br />

SARS<br />

Severe Acute Respiratory Syndrome → sindrome polmonare caratterizzata da focolai<br />

broncopolmonari, ad insorgenza rapida, accompagnati da febbre elevata, tosse e stato<br />

confusionale ed anche diarrea profusa.<br />

Manifestazioni Cliniche<br />

• Febbre elevata (superiore a 38°C)<br />

• Tosse e difficoltà respiratorie → Dispnea e Tachipnea<br />

• Tachicardia<br />

• Malessere generale<br />

• Dolori muscolari e cefalea<br />

• Talvolta stato confusionale e diarrea (anche profusa)<br />

• Test di laboratorio mostrano → Trombocitopenia (diminuz. di piastrine) e Leucopenia (diminuz.<br />

di globuli bianchi)<br />

Agente Eziologico<br />

• Nuova forma di Coronavirus


Patogenesi<br />

SARS<br />

• Trasmissione solitamente per via aerea, attraverso goccioline che entrano e aderiscono alla<br />

mucosa nasale.<br />

Epidemiologia<br />

• Primi casi ad Hong Kong e in Vietnam (Hanoi).<br />

• Successivamente a Singapore e Canada e Australia.<br />

Diagnosi<br />

• Difficile diagnosi bastata sui sintomi.<br />

• Test diagnostico in via di sviluppo.<br />

Controllo<br />

• Quarantena <strong>dei</strong> soggetti affetti.<br />

• Vaccino in via di sviluppo.<br />

• Misure di igiene riducono il tasso di trasmissione.

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