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MISURA DIRETTA DEI DISLIVELLI L'operazione topografica che ...

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<strong>MISURA</strong> <strong>DIRETTA</strong> <strong>DEI</strong> <strong>DISLIVELLI</strong><br />

L’operazione <strong>topografica</strong> <strong>che</strong> consente la misura diretta dei dislivelli è la livellazione geometrica.<br />

Conviene intanto precisare <strong>che</strong> in generale non è possibile ottenere la “quota” di un punto, dato <strong>che</strong><br />

essa è pari al tratto di verticale compreso tra il punto della superficie terrestre e la superficie di<br />

riferimento (geoide).<br />

Si può quindi pensare di dare ad un punto il valore di quota nulla, derivando così da esso tutte le<br />

altre quote.<br />

LA + QA = QB + LB QB – QA = lA - lB<br />

∆AB = QB - QB = lA - lB<br />

La misura diretta dei dislivelli viene realizzata rigorosamente con una livellazione idrostatica, nella<br />

quale le letture in corrispondenza del liquido in A e B sono letture su una superficie equipotenziale<br />

parallela al geoide, in quanto i punti A e B sono vicini.<br />

In questi termini l’espressione del dislivello è<br />

e l’operazione viene detta “battuta di livellazione”<br />

∆AB = lA - lB<br />

1


Il collegamento altimetrico di una serie di punti sulla superficie terrestre avviene attraverso una<br />

linea di livellazione.<br />

Lo strumento <strong>che</strong> però viene utilizzato è generalmente il livello a cannocchiale .<br />

Molto s<strong>che</strong>maticamente si può dire <strong>che</strong> il livello è uno strumento il cui asse di collimazione può<br />

essere facilmente reso orizzontale.<br />

Se il livello è posto esattamente al centro tra le due stadie l’errore dovuto alla curvatura terrestre è<br />

uguale sia in A <strong>che</strong> in B, così come l’errore residuo di collimazione.<br />

Il mareografo<br />

Questo strumento determina il punto di quota nulla cui riferire le quote di livellazione.<br />

E’ costituito da un grosso cilindro cavo <strong>che</strong> viene infisso nel bacino di un porto, al suo interno è<br />

contenuto un galleggiante collegato ad un trasduttore <strong>che</strong> ne registra la posizione in continuo.<br />

Dividendo l’area totale del grafico per l’intervallo di tempo in cui è stata ottenuta si può ottenere la<br />

quota media di zero del mare, e quindi del geoide in quel punto.<br />

2


La quota nulla fornita dal mareografo viene collegata ad un caposaldo <strong>che</strong> diventa così il punto di<br />

derivazione locale delle quote.<br />

Utilizzazione della livellazione geometrica<br />

Come vedremo la livellazione geometrica è il metodo più preciso per ottenere un dislivello, infatti<br />

l’incertezza con cui si opera varia da 0.01 mm a 1 mm.<br />

Essa viene impiegata per determinare quote di punti fondamentali distribuiti su tutto il territorio<br />

nazionale, per poi derivare da questi punti le quote di altri.<br />

Opere d’ingegneria civile come strade, acquedotti, fognature, linee ferroviarie non possono<br />

prescindere dai dati <strong>che</strong> una livellazione geometrica può fornire.<br />

An<strong>che</strong> per il collaudo di manufatti può essere impiegata con notevole successo, in quanto fornisce<br />

gli abbassamenti con costi relativamente bassi.<br />

I punti da cui si derivano le quote sono chiamati capisaldi, e sono costituiti da piastre di ferro<br />

ancorate in parti del territorio ritenute stabili.<br />

I capisaldi sono di tipo verticale o orizzontali, nel primo caso sono disposti in prossimità di un<br />

marciapiede, di una spalletta e realizzati all’interno di protezioni <strong>che</strong> li difendono dagli agenti<br />

atmosferici ovvero da urti, nel secondo caso sono fissati nelle parti di strutture stabili.<br />

In entrambi i casi nel caposaldo è indicata la quota da cui derivare le altre.<br />

Per una operazione come quella indicata in figura il dislivello ∆AD sarà dato da:<br />

3


dove<br />

Potremo scrivere <strong>che</strong> in generale<br />

dove<br />

- i sta per battuta indietro<br />

- a sta per battuta avanti<br />

e per n dislivelli sarà:<br />

∆AD = ∆AB + ∆BC + ∆CD<br />

∆AB = lA - lB<br />

∆BC = lB - lC<br />

∆CD = lC - lD<br />

∆ia = i – a<br />

∆tot = ∑ n<br />

k=1 (ik – ak) = ∑ n<br />

k=1 ik – ∑ n<br />

k=1 ak<br />

utilizzando , così, la somma finale delle battute indietro e delle battute avanti.<br />

Costituzione di un livello<br />

Lo s<strong>che</strong>ma strutturale di un livello è costituito da:<br />

- Basamento su tre viti calanti collegato a terra attraverso il treppiede<br />

- Cannocchiale<br />

- Livella torica (<strong>che</strong> non è detto stia sul cannocchiale)<br />

- Eventuale vite di elevazione.<br />

4


La condizione di rettifica è <strong>che</strong> a bolla centrata, l’asse di collimazione sia parallelo alla tangente<br />

centrale della livella.<br />

La presenza o meno della vite di elevazione modifica la messa in stazione dello strumento e le<br />

modalità d’uso.<br />

Infatti se è presente la vite d’elevazione si procede nel modo seguente:<br />

- Si centra con le viti calanti la bolla della livella sferica, si rivolge il cannocchiale verso la stadia<br />

da leggere, e con la vite di elevazione si centra la bolla della livella torica, Se il cannocchiale<br />

cambia direzione essendo presente l’errore di verticalità, la bolla della livella torica va fuori<br />

centro ed occorrerà operare nuovamente con la vite di elevazione.<br />

- Viceversa senza la vite di elevazione, una volta centrata la bolla della livella torica si può<br />

ruotare il cannocchiale e leggere senza risentire di errori di verticalità residui.<br />

Considerato <strong>che</strong> l’orizzontalità dell’asse di collimazione è fondamentale per l’operazione di<br />

livellazione geometrica, si è sviluppata una classe di strumenti detti “Autolivelli” in cui un<br />

meccanismo interno consente di avere l’asse di collimazione orizzontale, una volta <strong>che</strong> nel<br />

basamento è stata centrata la livella sferica.<br />

Di questi strumenti parleremo più dettagliatamente in seguito.<br />

Le caratteristi<strong>che</strong> principali di un livello sono:<br />

a) l’ingrandimento del cannocchiale<br />

b) il diametro dell’obbiettivo<br />

c) la sensibilità della livella torica.<br />

Illustriamoli punto per punto:<br />

L’ingrandimento di un cannocchiale varia da 10 ÷ 60.<br />

Se consideriamo <strong>che</strong> a 50 m di distanza un millimetro si vede sotto un angolo α il cui valore è:<br />

1<br />

α = ---------- x 206265” ∼ 4”<br />

50000<br />

molto al di sotto del potere separatore dell’occhio (60” ÷ 90”).<br />

5


- con un ingrandimento di 15 avrò:<br />

α = 15⋅ 4” = 60” ∼ 1’<br />

il <strong>che</strong> significa <strong>che</strong> se non posso leggere il millimetro lo potrò stimare.<br />

- con un ingrandimento di 50 avrò<br />

α = 4”⋅ 50 = 200”<br />

il <strong>che</strong> significa <strong>che</strong> il millimetro lo potrò leggerlo.<br />

In tutto ciò gioca un ruolo notevole il diametro dell’obbiettivo <strong>che</strong> consente di restituire l’immagine<br />

con una risoluzione adeguata alla lettura.<br />

Per quanto attiene la precisione della livella, se S” è la sua sensibilità lo s.q.m. vale:<br />

σ (e) = 0.1 √S”<br />

<strong>che</strong> è proprio l’incertezza con cui si posiziona il cannocchiale rispetto all’orizzontale.<br />

Le letture alla stadia possono essere o a stima, ovvero di tipo micrometrico, nel primo caso si può<br />

stimare un decimo della grandezza (∼ 1 mm) nel secondo si può leggere il 0.1 mm e stimare 0.01<br />

mm.<br />

Le stadie utilizzate sono di due tipi:<br />

- per livellazione tecni<strong>che</strong> si utilizzano stadie in legno di ml. 3.00 (allungabili a 4.00 ml) con<br />

graduazione centimetrata; la stadia è ripiegabile.<br />

- Per livellazioni di alta precisione si usano stadie in legno su cui è fissato un nastro Invar, in<br />

genere la graduazione e in 0.5 centimetri, e non sono ripiegabili.<br />

6


Errore dovuto all’inclinazione della stadia<br />

Se la stadia è munita di livella sferica con<br />

v = 10’ si ha:<br />

v 2 v 2<br />

l = l’ cos v = l’ [ 1 – ----- …..] = l’ (1 - -----)<br />

2 2<br />

2<br />

2<br />

v<br />

v<br />

l − l'<br />

= − ⇒ l'-<br />

l =<br />

2<br />

2<br />

10 x 60 1<br />

(l - l’) = l’ [---------- ] 2 ⋅ ---- = l’ ⋅ 4,23 ⋅ 10 -6 con l’ = 3 m<br />

206265 2<br />

si ha (l – l’) = 3000 ⋅ 4,23 ⋅ 10 -6 = 0.01 mm<br />

Quindi il valore è contenuto entro la minima incertezza di misura.<br />

Classificazione dei livelli<br />

Il livello è classificato in funzione dello scarto quadratico medio Kilometrico (S.q.m./km) vale a<br />

dire l’errore commesso su un kilometro di linea livellata.<br />

Una classificazione abbastanza valida ancora oggi può essere:<br />

7


S.q.m./k S” D I<br />

Bassa precisione 10 mm 30”÷60” 20÷30 mm 15÷20<br />

Media precisione 5 mm 40” 30 mm 20÷25<br />

Alta precisione 1÷2 mm 10”÷25” 35÷40 mm 30<br />

Altissima precisione 0.5 mm 5”÷10” 50÷60 mm 40÷50<br />

Principi di funzionamento dell’autolivello<br />

Questi strumenti hanno la prerogativa di realizzare automaticamente l’orizzontalità dell’asse di<br />

collimazione, infatti non appena viene centrata la bolla della livella sferica entra in funzione il<br />

compensatore <strong>che</strong> fa assumere all’asse di collimazione la direzione orizzontale.<br />

I fondamenti dell’orizzontamento automatico sono i seguenti:<br />

a) Compensatore meccanico<br />

Sia OR l’asse di collimazione <strong>che</strong> in posizione corretta riporta l’immagine di P (∞) in R.<br />

Sia R’ la posizione del reticolo corrispondente ad una rotazione α dell’asse di collimazione in<br />

O, se in C esiste un sistema a bracci <strong>che</strong> ruotando di β porta R’ in R, l’orizzontalità dell’asse è<br />

mantenuta.<br />

b) Compensatore Ottico<br />

In questo caso è uno specchio posto in C <strong>che</strong> per una rotazione α in O fa ruotare il raggio di<br />

β riportandolo in R.<br />

8


Per entrambi i compensatori, lo s<strong>che</strong>ma geometrico fornisce<br />

m l l<br />

------------ = ------------- m = sen (β - α) ⋅ --------<br />

sen (β - α) sen α sen α<br />

e ancora<br />

α m + l<br />

β - α = m ⋅ --------- β = ---------- ⋅ α<br />

l l<br />

Gli elementi <strong>che</strong> costituiscono un compensatore sono tre:<br />

1) Il sistema fisso di rinvio dei raggi ottici<br />

m + l<br />

2) Il sistema mobile (in genere pendolare) <strong>che</strong> deve rispettare la β = --------- ⋅ α<br />

l<br />

3) Lo smorzatore delle oscillazioni <strong>che</strong> può essere ad aria o magnetico<br />

Modalità di esecuzione di una livellazione geometrica<br />

Una livellazione geometrica può essere eseguita:<br />

1) dal mezzo<br />

2) in modo reciproco<br />

3) da un estremo<br />

Il primo metodo è il migliore in quanto elimina:<br />

9


- errore residuo di orizzontalità dell’asse di collimazione<br />

S 2<br />

- errore dovuto alla curvatura terrestre ( ------)<br />

2R<br />

Dallo s<strong>che</strong>ma si ha semplicemente<br />

∆AB = lA - lB<br />

dove in lA ed lB sono contenuti gli errori suddetti con segno opposto<br />

Precisione conseguibile nella livellazione dal mezzo<br />

Considerando la relazione<br />

si ha <strong>che</strong><br />

∆AB = lA - lB<br />

σ∆ = √2 ⋅ σB<br />

dove con σB si è indicato l’errore commesso nella lettura alla stadia.<br />

Il σB dipende da due parametri <strong>che</strong> sono:<br />

-<br />

-<br />

errore residuo di verticalità σC<br />

errore di lettura σl<br />

Potremo quindi scrivere<br />

10


Analizziamo di seguito i due errori:<br />

σB 2 = σC 2 + σl 2<br />

L’errore residuo di verticalità dipende dall’incertezza di centramento della bolla nella livella,<br />

ovvero dall’incertezza del compensatore, se in generale chiamiamo con ν” questa incertezza<br />

avremo:<br />

ν”<br />

σC = ------------ x d<br />

206265<br />

Riferendoci all’incertezza di centramento di una livella con una sensibilità S pari a 25” avremo<br />

<strong>che</strong> su una battuta di 50 m determina<br />

ν” = 0.1 √ 25 = 0.5”<br />

0.<br />

5<br />

σ c = ⋅50000<br />

= 0.<br />

12mm<br />

206265<br />

L’errore di lettura sappiamo <strong>che</strong> sperimentalmente è stato determinato come<br />

dove<br />

- D è la distanza espressa in metri<br />

- u è l’unita di stadia espressa in millimetri<br />

- I è l’ingrandimento del cannocchiale<br />

- a è una costante pari a circa 0.06<br />

v”<br />

u ⋅ D<br />

σ c = 2a ( mm)<br />

I<br />

Pertanto se ci riferiamo ad una battuta di 50 m con una stadia per livellazione tecnica dove u = 10<br />

mm, con un cannocchiale di 30 ingrandimenti, avremo:<br />

11


in definitiva risulta<br />

10 ⋅50<br />

σ c = 2 ⋅ 0.<br />

06 = 0.<br />

48mm<br />

30<br />

σ<br />

B<br />

=<br />

0.<br />

12<br />

2<br />

+<br />

0.<br />

48<br />

12<br />

2<br />

= 0.<br />

5mm<br />

I valori numerici indicati sono ovviamente funzione delle incertezze sia della lettura sia dell’errore<br />

residuo di verticalità, è comunque possibile e utile dare un’indicazione delle incertezze del σB,<br />

come segue:<br />

- livelli di bassa precisione σB = 1 ÷ 2 mm<br />

- livelli di media precisione σB = 0.5 ÷ 1 mm<br />

- livelli di alta precisione σB = 0.2 ÷ 1 mm<br />

- livelli di altissima precisione σB = 0.1 mm<br />

Volendo passare allo s.q.m./km basterà riferirsi ad una battuta media di 50 m, il <strong>che</strong> comporta:<br />

- livelli di bassa precisione<br />

s.q.m./km = (1÷2) ⋅ √n = (1÷2) ⋅ √20 = 5 ÷ 10 cm<br />

- livelli di media precisione<br />

s.q.m./km = 2.5 ÷ 5 cm<br />

- livelli di alta precisione<br />

s.q.m./km = 1 ÷ 1.5 mm<br />

- livelli di altissima precisione<br />

s.q.m./km = 0.5 ÷ 1 mm<br />

La livellazione reciproca<br />

Nel caso in cui non sia possibile effettuare la livellazione dal mezzo, volendo mantenere la stessa<br />

precisione, si ricorre alla livellazione reciproca, <strong>che</strong> consiste in due misure di dislivello con stazioni<br />

in posizioni simmetri<strong>che</strong> rispetto alle stadie.


Stazione in N<br />

Stazione in M<br />

∆ = l − ε ⋅ d)<br />

− ( l − ε ⋅ D)<br />

= l − l + ε ⋅ D − ε ⋅ d = ( l − l ) + ε ⋅ ( D − d)<br />

AB<br />

Da cui si ha sommando:<br />

e sottraendo si ottiene:<br />

da cui<br />

( 1<br />

2<br />

1 2<br />

1 2<br />

∆AB = (l3 – ε⋅ D) – (l4 – ε⋅d) = l3 – l4 – ε⋅D + ε⋅d =(l3-l4)-ε(D-d)<br />

( l1 – l2 )+ (l3 – l4)<br />

∆AB = --------------------<br />

2<br />

2ε ⋅ ( D − d)<br />

= ( l3<br />

− l4<br />

) − ( l 1 − l2<br />

)<br />

(l3 – l4) – (l1 – l2 )<br />

ε = -----------------------<br />

2 (D – d)<br />

Pertanto con la livellazione reciproca è possibile ottenere il dislivello corretto e l’errore residuo<br />

dell’asse di collimazione.<br />

In effetti bisogna considerare <strong>che</strong> non è sempre possibile posizionare il livello in posizione<br />

esattamente reciproca, pertanto con riferimento alla figura si avrà:<br />

13


Stazione in N<br />

Stazione in M<br />

Da cui sottraendo si ha:<br />

e ancora<br />

da cui<br />

∆AB = (l1 – ε⋅d1) – (l2 – ε⋅d2) = l1 – l2 - ε(d1 – d2)<br />

∆AB = (l3 – ε⋅d3) – (l4 – ε⋅d4) = l3 – l4 - ε(d3 – d4)<br />

(l1 – l2) – (l3 – l4) - ε(d1 - d2) + ε(d3 - d-4 ) = φ<br />

[(l1 – l2) - (l3 – l4)] = ε[(d1 – d2) - (d3 – d4)]<br />

(l1 – l2) – (l3 – l4)<br />

ε = -----------------------<br />

(d1 – d2)-(d3 – d4)<br />

Ottenendo ε sarà possibile calcolare il dislivello corretto.<br />

14


Rettifica del livello<br />

Con riferimento alla figura si procede come segue:<br />

1) Si esegue una livellazione dal mezzo con lo strumento in M, curando <strong>che</strong> AM ≈ MB, e si<br />

determina il dislivello corretto<br />

∆AB = lA – lB<br />

2) Si pone lo strumento in N, si esegue la livellazione determinando<br />

Sarà così:<br />

da cui<br />

∆ * AB = l3 – l4 ≠ ∆AB<br />

∆AB = (l3 – ∈⋅d) – (l4 - ∈⋅D)=<br />

l3 – l4 - ∈(d - D) = ∆ * AB - ∈ (d- D)<br />

∆AB = ∆*AB - ε(D - d)<br />

∆ AB − ∆<br />

ε =<br />

D − d<br />

Ottenendo ε si possono calcolare le correzioni da apportare alle letture l3 ed l4 mediante:<br />

1) La vite del reticolo, mantenendo centrata la livella.<br />

2) La vite di elevazione<br />

15<br />

*<br />

AB


Un metodo ancora più semplice per rettificare il livello è il seguente:<br />

1) Si determina il dislivello corretto ∆AB con una livellazione dal mezzo.<br />

2) Si pone lo strumento a distanza d1 (minima distanza di focamento) da A e a distanza d2 da B<br />

Così facendo sulla lettura in A non si ha praticamente errore, mentre sulla lettura in B si ha il<br />

massimo errore.<br />

Si ha così:<br />

∆AB(corretto) = lA(corretto) – lB(corretto) lB(corretto) = ∆AB(corretto) – lA(corretto)<br />

16


Esempio n.1<br />

∈ = 4.84 ⋅ 10 -5 (rad.)<br />

se a distanza d1 = 20 m si legge l1 = 1542<br />

<strong>che</strong> lettura dovremo imporre per eliminare il difetto ∈ ?<br />

La lettura da imporre sarà 1541.<br />

Esempio n.2<br />

Con livellazione geometrica dal mezzo si ha:<br />

∆AB = 1.234 m<br />

δ = 4.84 ⋅ 10 -5 ⋅ 20000 = 0.97 mm ∼ 1 mm<br />

Si è posto poi lo strumento in un punto distante d = 10 m dalla prima stadia e D = 40 m dalla<br />

seconda, in questo caso risulta<br />

Pertanto a 40 m dovremo leggere:<br />

∆AB = 1.230 m<br />

*<br />

∆ − ∆ 4mm −4<br />

ε = = = 1.<br />

333⋅10<br />

D − d 30000<br />

l(corretto) = l * - 40000 ⋅ 1.333 ⋅10 -4 = l * - 5.332 (mm)<br />

17


Livellazione da un estremo<br />

S<br />

∆AB = S - l<br />

Questo tipo di livellazione è la meno precisa tra le geometri<strong>che</strong>, in quanto sulla misura dell’altezza<br />

strumentale S si commette 1 ÷ 2 mm di errore.<br />

18<br />

l<br />

∆AB


La misura indiretta dei dislivelli<br />

Livellazione trigonometrica<br />

Con la misura delle distanze zenitali in A e B e la conoscenza di d è possibile ottenere il<br />

dislivello ∆AB, rispetto alla superficie della sfera locale di raggio R = √ρN.<br />

La denominazione “trigonometrica” deriva dal fatto <strong>che</strong> questa livellazione è impiegata per<br />

determinare il dislivello tra i trigonometrici delle reti d’inquadramento.<br />

Applicando il teorema di Nepero al triangolo AOB si ha:<br />

e ancora:<br />

−<br />

=<br />

OB + OA tg<br />

) )<br />

[ A − B]<br />

tg<br />

) ) =<br />

[ A + B]<br />

19<br />

[ π − Z AB − π + Z<br />

tg [ π −ω<br />

]<br />

OB OA tg 1<br />

1<br />

2<br />

2<br />

BA<br />

1<br />

2<br />

+ QB − R − QA tg 1 [ ] 1<br />

2 Z BA − Z AB tg 2[<br />

Z BA − Z<br />

=<br />

=<br />

R + QB + R + QA tg[<br />

π / 2 − ω / 2]<br />

ctgω<br />

/ 2<br />

R AB<br />

QB – QA<br />

----------------------- = tg ½ [ZBA – ZAB] ⋅ tg ω/2<br />

QB + QA + 2R<br />

1<br />

2<br />

]<br />

]


Se sviluppiamo tg ω/2 in serie avremo:<br />

<strong>che</strong> con ω = d/R diventa<br />

considerato <strong>che</strong> per d = 30 km si ha:<br />

si può scrivere<br />

ω 2<br />

tg ω/2 = tg φ + ω/2 [ 1 + ----- ………]<br />

12<br />

d d 2<br />

tg ω/2 = ------ [1 + ------- ………]<br />

2R 12 R 2<br />

d 2 900<br />

------ = --------------- = 2 ⋅ 10 -6<br />

12 R 2 12 ⋅ 36 ⋅ 10 6<br />

QB – QA<br />

----------------------- = tg ½ [ZBA – ZAB] ⋅ ω/2<br />

QB + QA + 2R<br />

∆AB d<br />

----------------------- = tg ½ [ZBA – ZAB] ⋅ -----<br />

QB + QA + 2R 2R<br />

∆AB = (QB + QA + 2R) tg ½ (ZBA – ZAB) ⋅ d/2R<br />

Qm<br />

∆AB = (--------- + 1) tg ½ (ZBA – ZAB) ⋅ d<br />

R<br />

Qm<br />

∆AB = d ⋅ tg ½ (ZBA – ZAB) + ------- ⋅ d ⋅ tg ½ (ZBA – ZAB)<br />

R<br />

Commentando la formula si può dire <strong>che</strong> c’è una parte principale del dislivello e una correzione <strong>che</strong><br />

è Qm/R volte più piccola.<br />

Considerato <strong>che</strong> il valore di Qm non è noto si può porre per esso un primo valore approssimato (al<br />

limite Qm = QA) ricavare un primo valore del dislivello e calcolare così per iterazione QB.<br />

Se si chiama con t l’errore su Qm, l’errore q su ∆ sarà:<br />

20


se poniamo q = 1 cm; (Q*A - QA)max = 2 km<br />

avremo<br />

da cui<br />

t<br />

q = ----- ⋅ (QB - QA)<br />

R<br />

t<br />

10 -2 = --------- ⋅ 2 ⋅ 10 3<br />

6⋅10 6<br />

t<br />

10 -2 = --------- tmax = 30 m<br />

3⋅10 3<br />

E’ opportuno precisare <strong>che</strong> il valore di d deve essere noto e non può dedursi dalla somma delle<br />

zenitali<br />

ZAB + ZBA = π + ω d = ω ⋅ R<br />

In quanto lo s.q.m. su distanze zenitali di questo tipo è circa 3”, con la conseguenza <strong>che</strong> la distanza<br />

verrebbe dedotta con almeno 4” di incertezza e quindi:<br />

valore troppo elevato.<br />

Livellazione con una sola zenitale<br />

Tenendo conto <strong>che</strong><br />

si ha:<br />

4”<br />

σd(ω) = R ⋅ ----------- = ∼ 120 m<br />

206265<br />

ZAB + ZBA = π + ω ZBA = π + ω - ZAB<br />

tg ½ (ZBA – ZAB) = tg ½ (π + ω - 2 ⋅ZAB)<br />

= tg [π/2 – (ZAB - ω/2)] = ctg (ZAB - ω/2)<br />

21


il dislivello pertanto vale:<br />

La rifrazione atmosferica<br />

Qm d<br />

∆AB = QB - QA = d (1 + ------) ⋅ ctg (ZAB – -------)<br />

R 2R<br />

La densità dell’aria diminuisce all’aumentare della quota e con essa diminuisce l’indice di<br />

rifrazione.<br />

Ciò comporta <strong>che</strong> le traiettorie dei raggi luminosi s’incurvano con concavità verso la terra, infatti<br />

uscendo da A un raggio luminoso, muovendosi in strati la cui densità decresce, si allontana dalla<br />

normale progressivamente.<br />

Ne consegue <strong>che</strong> in luogo della misura di ZAB si effettua ζAB e in B si legge ζBA in luogo di ZBA,<br />

essendo<br />

KA e KB sono coefficienti di rifrazione<br />

εA = ZAB - ζAB - = KA ⋅ ω/2<br />

εB = ZBA - ζBA = KB ⋅ ω/2<br />

K è tabellato in funzione della frazione del semiarco diurno<br />

22<br />

angoli di rifrazione


tramonto − alba<br />

Semiarco diurno =<br />

2<br />

p.es. T.S. = 19.39 (tramonto del sole)<br />

S.S. = 4.37 (sorgere del sole)<br />

19. 39 − 4.<br />

37 h<br />

S.d. = = 7 32<br />

2<br />

La frazione corrispondente alle ore 10 h ,30 si ha per<br />

h m h m h m<br />

12 , 10 −10<br />

, 30 1 40<br />

S(10.30) = = = 0.<br />

22<br />

h m<br />

7.<br />

32 7 32<br />

0.14<br />

0.8 0.7 0.5<br />

diurno pomeridiano<br />

Il valore del coefficiente di rifrazione medio può essere desunto dalla relazione<br />

Sostituendo le zenitali apparenti avremo<br />

ZBA + ZAB = π + ω = π + d/R<br />

ζBA + ∈B + ζAB + ∈A = π + ω<br />

ζBA + KB ⋅(ω/2) + ζAB + KA ⋅ (ω/2) = π + ω<br />

K A + K B<br />

ζBA + ζAB + ⋅ω<br />

= π + ω<br />

2<br />

Km ⋅ ω = π - (ζBA + ζAB ) + ω<br />

23


Si ha così:<br />

ς BA + ς AB − π<br />

Km = 1 -<br />

ω<br />

Qm ω<br />

QB – QA = d (1+ -----) ⋅ tg ½ [ζBA - ζAB + ------ (KB – KA)]<br />

R 2<br />

Potendosi ritenere <strong>che</strong> KB ≈ KA la formula diventa<br />

Qm<br />

QB – QA = d (1+ -----) ⋅ tg ½ (ζBA - ζAB )<br />

R<br />

L’effetto della rifrazione va tenuto in conto nelle misure con una sola zenitale, infatti essendo<br />

considerato <strong>che</strong> sarà ZAB= ξAB + εA<br />

Qm<br />

e trascurando ≅ φ<br />

R<br />

dove<br />

Sviluppando in serie la cotangente avremo:<br />

Avendo considerato sen 2 ξAB ≅ 1.<br />

∆<br />

AB<br />

Qm<br />

d<br />

= d( 1+<br />

) ⋅ ctg[<br />

Z AB − ]<br />

R<br />

2R<br />

24<br />

avremo:<br />

d<br />

∆ AB = d ⋅ ctg [ ξ AB + ε A − ]<br />

2R<br />

ω d<br />

ε A = K ⋅ = K ⋅<br />

pertanto<br />

2 2R<br />

Kd d<br />

1−<br />

K<br />

∆ AB = d ⋅ ctg [ ξ AB + − ] = d ctg [ξ AB − ⋅ d]<br />

2R<br />

2R<br />

2R<br />

1−<br />

K<br />

∆ AB = d ⋅ ctg ξ AB + ⋅ d<br />

2R<br />

2


Problema del faro<br />

1-k<br />

QB – QA = d ⋅ ctg ζAB + ------- ⋅ d 2<br />

Precisione della livellazione trigonometrica<br />

2R<br />

1-k<br />

QB = ------- ⋅ d 2<br />

2R<br />

d =<br />

2 ⋅ R ⋅Q<br />

1−<br />

k<br />

Prenderemo in esame la misura effettuata con una sola zenitale, in essa il dislivello ha la seguente<br />

funzione:<br />

pertanto<br />

25<br />

B<br />

∆ = ƒ (d, ξ, K)<br />

2<br />

2<br />

2<br />

2 ⎛ ϑf<br />

⎞ 2 ⎛ ϑf<br />

⎞ 2 ⎛ ϑf<br />

⎞<br />

σ ∆ = ⎜ ⎟ ⋅σ<br />

a + ⎜ ⎟ ⋅σ<br />

ξ + ⎜ ⎟ ⋅<br />

⎝ϑd<br />

⎠<br />

Prendiamo in esame i singoli termini:<br />

ϑf<br />

1−<br />

K<br />

1) = ± [<br />

ctgξ<br />

+ ⋅ d]<br />

⋅σ<br />

d<br />

ϑd<br />

R<br />

⎝ϑξ<br />

⎠<br />

⎝ϑK<br />

⎠<br />

σ<br />

2<br />

k


Se consideriamo<br />

avremo<br />

d = 10 km<br />

σ<br />

ϑf<br />

1<br />

2) ⋅σ ξ = ± d ⋅ ⋅σ<br />

2 ξ<br />

ϑξ sen ξ<br />

<strong>che</strong> con σξ = ± 2”<br />

fornisce<br />

2<br />

ϑf<br />

d<br />

3) ⋅σ<br />

K = ± ⋅σ<br />

K<br />

ϑK<br />

2R<br />

<strong>che</strong> con σK = ± 0.01<br />

diventa<br />

σd<br />

d<br />

∆(<br />

d )<br />

σ<br />

5<br />

10 −<br />

=<br />

=<br />

± [ 0.<br />

17<br />

∆( ξ )<br />

σ<br />

ξ =80° K=0.14 R=6380000 m<br />

1−<br />

0.<br />

14 4<br />

+ ⋅10<br />

] ⋅ 0.<br />

10 ≅ ± 1.<br />

7cm<br />

6<br />

6.<br />

38⋅10<br />

= 10000 ⋅<br />

∆(<br />

K )<br />

2<br />

206265<br />

8<br />

10<br />

= ±<br />

2 ⋅ 6 ⋅10<br />

26<br />

6<br />

⋅<br />

1<br />

0.<br />

97<br />

= ± 10cm<br />

⋅ 0.<br />

01 = ± 8cm


Livellazione Ta<strong>che</strong>ometrica<br />

∆AB = D ctg Z + h – l<br />

Con evidente riferimento alo s<strong>che</strong>ma geometrico<br />

Precisione:<br />

∆AB = f (D, Z, h, l) pertanto<br />

con D, Z, h, l indipendenti<br />

ϑf<br />

ϑD<br />

ϑf<br />

ϑZ<br />

2<br />

2 2<br />

2 2<br />

2<br />

2<br />

σ ∆ = [ ] ⋅σ<br />

D + [ ] ⋅σ<br />

z + [ ] ⋅σ<br />

h + [ ] ⋅σ<br />

l<br />

D<br />

sen z<br />

27<br />

ϑf<br />

ϑh<br />

ϑf<br />

ϑl<br />

2<br />

2 2<br />

2 2 2 2<br />

σ ∆ = (cot g. z)<br />

⋅σ<br />

D + ( ) ⋅σ<br />

2<br />

z + σ h + σ l<br />

1) σ∆(D) = ± cotg z ⋅ σD con z = 80° e<br />

avremo σ∆(D) = ± 0.17 ⋅ 10 cm = 1.7 cm<br />

2) σ∆(Z) = ±<br />

D 2<br />

sen<br />

⋅ σZ con σz = 1’ risulta<br />

z<br />

σ D -3<br />

= 10 D= 100 m<br />

D


σ<br />

∆(<br />

z)<br />

= ±<br />

100<br />

0.<br />

969<br />

⋅<br />

60"<br />

206265"<br />

28<br />

= ± 3cm<br />

3) σh = ± 2 mm σl = ± 1 mm in definitiva<br />

σ<br />

∆<br />

= ±<br />

1.<br />

7<br />

2<br />

+ 3<br />

2<br />

+<br />

0.<br />

2<br />

2<br />

+ 0.<br />

1<br />

2<br />

=<br />

± 3.<br />

45cm


Quote ortometri<strong>che</strong> e quote dinami<strong>che</strong><br />

Nel definire un dislivello ci siamo riferiti alla differenza di quota ortometrica esistente tra due punti,<br />

intendendo per ortometrica il tratto di verticale <strong>che</strong> da un punto sulla terra arriva la geoide.<br />

Il problema si pone allorché si vuole estendere il concetto di dislivello a quello di differenza di<br />

energia potenziale, infatti in questo caso esiste una leggera divergenza tra il concetto di superficie<br />

ortometrica e superficie equipotenziale.<br />

Giova premettere <strong>che</strong> per gran parte dei problemi d’Ingegneria il ragionamento <strong>che</strong> andremo a fare<br />

ha poca importanza pratica, ma riveste comunque una valenza culturale di cui è giusto tenere conto.<br />

Infatti con riferimento alla figura se le S sono superfici ortometri<strong>che</strong> e le W sono superfici<br />

equipotenziali ( di livello), si nota <strong>che</strong> mentre il dislivello ortometrico è costante, quello riferito alle<br />

urve equipotenziali non lo è.<br />

Ciò dipende dal fatto <strong>che</strong> le superfici equipotenziali non essendo equigravitazionali non sono<br />

parallele.<br />

Per esse vale la relazione<br />

ed essendo<br />

g1 ≠ g 2 sarà dh1 ≠ dh2<br />

Si deduce inoltre <strong>che</strong><br />

h 1 h 2<br />

dW = g dh = g<br />

1<br />

1<br />

1<br />

29<br />

2<br />

1<br />

dh<br />

dh1 − dh2<br />

g2<br />

− g<br />

≠<br />

dh g<br />

Vale a dire <strong>che</strong> la variazione relativa di distanza è pari a quella gravitazionale.<br />

Per avere ora un ordine di grandezza delle variazioni si pensi <strong>che</strong> nella penisola italiana la<br />

variazione gravitazionale tra le Alpi e la Sicilia è circa l’1 per mille, il <strong>che</strong> significa <strong>che</strong> due<br />

1<br />

2<br />

W 2<br />

W 1<br />

S 2<br />

S 1<br />

W 0


superfici di livello 8equipotenziali) se in Sicilia distano 1000m al confine con la Francia disteranno<br />

999m.<br />

Se si tiene conto <strong>che</strong> per una linea di livellazione lunga 2000 km, utilizzando uno s.q.m. kilometrico<br />

di ± 1mm<br />

si ha:<br />

σ =<br />

An<strong>che</strong> ammettendo <strong>che</strong> lo s.q.m. totale sia alla fine<br />

± 1⋅ 2000 =≈ 45mm<br />

≅ 4.<br />

5cm<br />

± 3 σ = 3⋅<br />

4,<br />

5 = 13,<br />

5cm<br />

Si comprende <strong>che</strong> la differenza di 100 cm, dovuta al modello non è sostenibile.<br />

Si comprende parimenti <strong>che</strong> per livellazioni di 20 ÷ 30 km il problema non si pone.<br />

Se si vuole arrivare ad una definizione corretta, facendo coincidere quote ortometri<strong>che</strong> con quote<br />

geopotenziali è necessario passare per il concetto di quota dinamica di un punto <strong>che</strong> è il lavoro<br />

compiuto dall’unità di massa per andare dal geoide a quel punto:<br />

Q d<br />

F ⋅ S<br />

= =<br />

m<br />

m<br />

⋅ g ⋅ ∆h<br />

= g∆h<br />

m<br />

Risulta così <strong>che</strong> la Qd non ha la dimensione di una lunghezza, ma piuttosto di una accelerazione per<br />

una lunghezza, pertanto per riportare l’unità di misura in termini ortometri<strong>che</strong> si deve dividere per<br />

g(980 gal).<br />

In effetti si divide per 1000, ottenendo così <strong>che</strong> le quote dinami<strong>che</strong> e quindi geopotenziali sono<br />

inferiori alle ortometri<strong>che</strong> del 1%.<br />

In definitiva se si vuole il dislivello in termini di superfici equipotenziali, si avrà:<br />

e ancora<br />

1<br />

− Q 1 = ∑ g ⋅∆Q<br />

1000<br />

QG 2 G<br />

1<br />

− Q 1 = ∑∆Q<br />

− ∑(<br />

1000 − g)<br />

⋅ ∆Q<br />

1000<br />

QG 2 G<br />

Che così scritta individua nel primo termine quello ortometrico mentre il secondo è la correzione<br />

dinamica.<br />

30

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