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qui - I.S.I.S. "V. Manzini"

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In una società del futuro, costituita da esseri umani e robot docili, servizievoli,<br />

improvvisamente succedono fatti sconvolgenti. Alcuni robot, contravvenendo alle leggi<br />

della Robotica, non obbediscono più agli ordini impartiti loro dagli uomini, provocando<br />

così gravissime conseguenze.<br />

L’ombra di Jhonny<br />

(di Evghenii Alinovschi)<br />

Jhonny camminava tran<strong>qui</strong>llamente per le vie della migliore città al mondo e respirava<br />

un’aria freschissima, come se fosse in cime ad un monte.<br />

Non era della nazionalità locale, e i suoi genitori non gli avevano mai raccontato nulla del<br />

passato. Era figlio unico e possedeva un sofisticatissimo modello di robot-ombre ( anche<br />

se vecchio).<br />

I robot-ombra erano usati solitamente per svolgere lavori pesanti, per praticare sport<br />

pericolosi o per creare coreografie robotiche.<br />

Copiavano soltanto il movimento di chi li comandava e potevano memorizzare dei<br />

movimenti.<br />

Il robot-ombra di Jhonny era di seconda generazione. Lui lo usava per stupidaggini,<br />

trattandolo, però, in modo eccellente.<br />

Vide che si era fatto tardi e tornò a casa, mangiò, giocò a GTA 3020 e andò a dormire.<br />

Di notte sentì un rumore brusco, che fece tremare l’intera casa: si alzò, si infilò pantaloni,<br />

felpa e scarpe e uscì.<br />

Il suo robot-ombra era uscito di casa e si dirigeva verso la periferia della città…. Jhonny<br />

cercò di fermarlo, ma era tutto inutile: sembrava che fosse comandato a distanza da<br />

qualcun altro.<br />

Non era il solo, però, ad avere lo stesso problema; dietro al suo robot-ombra marciavano<br />

tutti i robot della città: sembravano dei militari pronti all’attacco.<br />

Jhonny li seguì.<br />

Giunti alla periferia distrussero il muro che circondava la città e dietro di esso…il nulla!<br />

Non c’era niente…la città era sospesa.<br />

Il più sofisticato robot-ombra dotato di dispositivo audio si avvicinò a Jhonny e disse: “ Tu<br />

non appartieni alla città! Sei troppo diverso dagli altri e rappresenti una minaccia! Devi<br />

andartene dalla New Moscow. Ordine del Presidente del Ministero della Sicurezza<br />

Robotica!”<br />

Il robot prese Jhonny e si buttò nel vuoto.<br />

La rivoluzione della robotica e il “principio<br />

d’intervento”<br />

(Di Giulia Basana)<br />

“ Katrin, è ora di scendere, vieni ad apparecchiare la tavola.” Sentii la mamma urlare dalla<br />

cucina.<br />

“ Arrivo, arrivo, aspetta un attimo, tra poco ho finito!” le risposi, anch’io urlando.<br />

Dieci minuti dopo mia madre era sulla porta e bussava forte.<br />

“ Katrin, o ti decidi a scendere o sarai in punizione fino alla fine del secolo!”<br />

” Arrivo, eccomi.” Chiusi il libro. Aprii la porta e scesi di sotto. La casa era accogliente,<br />

calda e silenziosa.


Presi le posate d’argento, lucidate quella mattina. Cominciai ad apparecchiare con calma.<br />

Quella sera sarebbero venuti colleghi di papà a discutere dei loro soliti affari internazionali.<br />

“ Che noia!” pensai.<br />

Quando tutti gli ospiti ebbero finito, toccò a me, come sempre, sparecchiare. Eravamo una<br />

famiglia povera, non potevamo permetterci tutti i comfort e tutti i robot che servivano,<br />

lavavano, stiravano e addirittura, ultimo modello, portavano a spasso il cane. Ci si<br />

arrangiava come si poteva.<br />

Subito dopo andai in camera mia e mi misi a leggere “Harry Potter”, un libro del<br />

ventunesimo secolo, vecchissimo, che la prof ci aveva dato come compito.<br />

“ Che strano…” mi dissi “una volta scrivevano libri così buffi, pieni di questa cosa, la<br />

magia!”<br />

Non riuscivo a leggere. Le voci possenti di sotto rombavano sul pavimento. Ero curiosa di<br />

ascoltare la conversazione, così tesi l’orecchio sul pavimento e rimasi in silenzio.<br />

“ Non è possibile che i robot si stiano ribellando!” disse una voce impetuosa.<br />

“Sì, invece. Oggi Martin, il mio robot da taglio e cucina non voleva svolgere i suoi lavori<br />

domestici, diceva che era stanco e stufo.”<br />

“ Sì, anche Martin oggi non ha portato Bobbi a fare una passeggiata. Adesso che mi fai<br />

pensare, diceva anche lui che era stanco” lo interruppe una donna.<br />

“ Questa faccenda è molto strana.” disse mio padre.<br />

Mi staccai dal pavimento. Dopotutto non era affar mio.<br />

Il giorno dopo a scuola la maestra non c’era.<br />

“Insulsi e inutili robot!” commentò Jane a fine lezione “Da quando fanno parte della<br />

Roboteria, quella società segreta, non fanno altro che rifiutarsi di lavorare e quant’altro!”<br />

Domandai stupita: “ Cos’è la Roboteria?”<br />

Evidentemente la mia domanda colse Jane di sorpresa, perché mi guardò allibita.<br />

“ Non sai cos’è la Roboteria? Be’, si vede che sei fra le nuvole, Katrin. Comunque la<br />

Roboteria è una società segreta, anzi, ERA, perché adesso segreta non lo è più,<br />

composta da robot che vogliono ribellarsi ai comandi degli umani.”<br />

A casa ripensai a quello che mi aveva detto Jane. Accesi la tv sul canale dei tg e ascoltai<br />

per tutto il pomeriggio le notizie.<br />

“ A quanto pare la Roboteria si sta espandendo…” aveva commentato il telegiornalista ”…<br />

e stanno succedendo cose strane in tutto il mondo. Oggi migliaia di robot si sono rifiutati di<br />

trasformare l’acqua salata in acqua dolce, così più di cinquecento città sono rimaste<br />

senz’acqua. Altri si sono rifiutati di andare a scuola ad insegnare.”<br />

Ad un certo punto intervenne un giornalista esterno: “ speriamo che il governo faccia<br />

qualcosa al più presto!”<br />

Passarono i giorni.<br />

Ormai l’acqua era finita in tutte le città, e il sabato precedente c’era stato anche un<br />

bombardamento da parte dei robot-bomba.<br />

Ormai tutte le macchine si erano ribellate e le città erano come deserti, la gente aveva<br />

paura e rimaneva chiusa in casa.<br />

Una calda mattina di novembre, due mesi dopo l’attentato al “Pentagono” arrivò una<br />

lettera dal governo, destinata a me.<br />

Ero curiosa.<br />

Quando l’aprii le parole erano più chiare che mai:<br />

“KATRIN TACK IL GIORNO 3 NOVEMBRE 2999 E’ OBBLIGATA A PARTECIPARE AL<br />

PRINCIPIO D’INTERVENTO “<br />

Alle 8.30 del tre novembre 2999 mi ritrovai insieme alle altre truppe davanti alla sede<br />

centrale.<br />

Ore 14.30 inizia la rivolta.<br />

I robot fecero capolino da un condominio, schierati a due a due.


Quando li udii, successe una cosa strana: come un imprinting. Volevo avvicinarmi a loro,<br />

toccarli, guardarli e schierarmi dalla loro parte.<br />

Il bottone rosso sul petto, ad un certo punto cominciò a lampeggiare. La reazione fu<br />

volontaria. Mi unii a loro.<br />

Anche gli altri lo fecero, con il loro bottone rosso lampeggiante.<br />

Poi tornammo verso il grande palazzo dal quale erano usciti i robot: una voce sprezzante<br />

parlò all’altoparlante:<br />

“Tornate a lavorare, inutili robot!”<br />

La fine è arrivata.<br />

di Davide Buccheri<br />

Oggi, 22 dicembre 4012 è una splendida giornata, sole pieno e cielo azzurro e gli uccelli<br />

cantano. Dalla finestra del mio ufficio vedo il Grande Parco Newton dove le persone<br />

passeggiano, fanno jogging, prendono il sole e tran<strong>qui</strong>llamente si rilassano.<br />

Il sole, tutto l’anno, è alto <strong>qui</strong>ndi tutto il giorno abbiamo 30°C e al duecentocinquantesimo<br />

piano fa molto caldo! Sono nel Pirelli Building.<br />

All’improvviso s<strong>qui</strong>lla il telefono e io prendo paura, ma mi precipito alla cornetta e sento la<br />

voce della mia segretaria Hally, che mi dice: “ Signor Bill, devo passarle il Supremo<br />

Direttore Pirelli!”<br />

Calmo, rispondo di farlo venire direttamente nel mio ufficio.<br />

Dopo circa una decina di minuti arriva, ansando, il Supremo Direttore e si siede di fronte<br />

alla mia scrivania dicendo: “ Bill, abbiamo un problema, probabilmente irrisolvibile!”<br />

Rispondo: “ Qual è il problema?”<br />

Il Direttore mi dice che tutti i robot stanno infrangendo l’articolo 1 del Codice della<br />

Robotica, cioè obbedire all’Essere Superiore.<br />

Rimango impietrito, non può essere successo tutto questo nel giro di circa mezz’ora!!!<br />

Allora il direttore, vedendomi incredulo, mi porta alla finestra e….<br />

Non ci credo…è tutto un trambusto: robot che vengono uccisi, auto che vengono ribaltate,<br />

auto della polizia e camion blindati dati alle fiamme e una vera e propria ribellione!!<br />

Proprio in quell’istante entra Hally con l’intenzione di portarci via al sicuro, dove potremo<br />

nasconderci, perché lei è l’unica a sapere dov’è il nascondiglio segreto.<br />

Prendiamo l’ascensore in fretta e furia.<br />

Scendiamo al quarantesimo piano sotto terra e Hally apre una porticina dietro al muro del<br />

parcheggio ed entriamo.<br />

Nel nascondiglio ci sono viveri per due anni.<br />

Passarono i giorni e i mesi, ma nessuno ci trovò!<br />

5 maggio 4013.<br />

Era mattina, e accendemmo la televisione da centodue pollici per sentire le notizie. Tutto<br />

d’un tratto si spense tutto: tv, elettrodomestici.<br />

Allora andammo verso la porta d’ingresso, dove c’era il contatore dell’elettricità, ma<br />

proprio quando eravamo lì, fecero irruzione i poliziotti e ci portarono fuori: era giunta la<br />

nostra ora.<br />

Ci avrebbero corroso con dell’acido, quelli che ci avevano creato: gli uomini.


La creazione perfetta<br />

(Di Amos Liva)<br />

Erano le sei di mattina.<br />

La sveglia suonò. Di malavoglia cliccai il pulsante e la sveglia si spense. Cominciava un<br />

nuovo giorno.<br />

Scesi le scale e andai a fare colazione nella sala da pranzo.<br />

Subito mi raggiunse il dottor Leiter, che si sedette al tavolo con me.<br />

“Professor Kardin” mi disse “Ho ottime notizie per lei!”<br />

Ero ansioso di sapere quali fossero queste notizie. Lui continuò: “ Pare che la sua ultima<br />

creazione abbia preso a funzionare, mancano solo minuscoli dettagli.”<br />

“ Eccellente!” gli risposi “Andiamo a vedere come funziona.”<br />

Finimmo di mangiare, poi il trasportatore ci portò nella sala da laboratorio.<br />

Entrammo. Non c’era nessuno.<br />

Andai al tavolo su cui avevo lavorato per otto anni di fila.<br />

L’analizzatore riconobbe la mia mano e aprì le porte per la stanza a fianco.<br />

Mi recai subito alla capsula 24.<br />

Schiacciai il pulsante e la aprii. Era viva!<br />

La mia più grande creazione era terminata!<br />

Appena mi avvicinai, aprì gli occhi, scosse la testa, poi si alzò.<br />

La guardai. Era perfetta!<br />

Tutti i minimi dettagli erano rifiniti, ogni singola vite era collocata al suo posto.<br />

Non mancava proprio niente.<br />

“Ehm...devono aver messo i pezzi mancanti negli ultimi cinque minuti!” disse sorpreso il<br />

dottor Leiter.<br />

Era bellissima, bisognava però vedere se funzionava.<br />

Provai dicendole di accendere il mio computer a maxi schermo e di accedere velocemente<br />

ad Internet.<br />

Le lo guardò. Bastò uno sguardo e il computer si accese e si collegò ad Internet.<br />

Magnifico.<br />

“Immagino sarà soddisfatto, professore…” disse il dottor Leiter.<br />

Infatti lo ero, anzi, ero più che soddisfatto. Questo robot faceva tutto ciò che gli chiedevi e<br />

poteva controllare le altre macchine e tecnologie varie semplicemente col pensiero.<br />

Questa soddisfazione, però, non durò a lungo.<br />

Le altre macchine erano invidiose di quest’ultima creazione, così si allearono per<br />

corromperla a fare qualcosa di cattivo, cosicché gli uomini la odiassero.<br />

Riuscirono a catturarla e la costrinsero a controllare la macchina del tempo per tornare a<br />

quando lei non era ancora stata creata.<br />

Cercai di fermarla, ma non ci riuscii.<br />

Erano le sei del mattino, la sveglia suonò e di malavoglia schiacciai il pulsante per<br />

spegnerla.<br />

Cominciava un nuovo giorno.

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