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VIAGGIO DI ISTRUZIONE UMBRIA - I.S.I.S. "V. Manzini"

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SCUOLA ME<strong>DI</strong>A ‘Pellegrino da San Daniele’<br />

SAN DANIELE DEL FRIULI<br />

<strong>VIAGGIO</strong> <strong>DI</strong> <strong>ISTRUZIONE</strong><br />

CLASSI TERZE<br />

Anno scolastico 2011-2012<br />

<strong>UMBRIA</strong> PERUGIA ASSISI<br />

SPELLO GUBBIO<br />

11/ 12/ 13 aprile 2012<br />

fascicoletto realizzato con la collaborazione della classe 3° A


SCUOLA ME<strong>DI</strong>A STATALE ‘Pellegrino da San Daniele’ San Daniele del Friuli<br />

VIAGGO <strong>DI</strong> <strong>ISTRUZIONE</strong><br />

<strong>UMBRIA</strong> PERUGIA ASSISI SPELLO GUBBIO<br />

11 – 12 – 13 aprile 2012<br />

Anno scolastico 2011-2012 Classi terze di SAN DANIELE<br />

Gruppo scolastico/partecipanti n.74 alunni + 7 insegnanti:<br />

Coordinatori progetto : prof.ssa Bello Donatella<br />

prof. Viola Giacomo<br />

Mezzi di trasporto: n 1 Autopullman GT SAF da 85 posti<br />

Sistemazione: Hotel PANDA 3*** a Santa Maria degli Angeli – Assisi, trattamento di 2 mezze pensioni in Hotel (da<br />

cena dell’11/4 a pranzo del 13/4 , pernottamento, prima colazione + 1 pranzo fornito dall’hotel e 1 pranzo in ristorante<br />

convenzionato, assistenza, assicurazione, visite guidate); non compresi ingressi ai musei o monumenti; compresi n. 2<br />

guide per visita di ore 2.30 a Perugia, a Assisi e a Gubbio.<br />

MERCOLE<strong>DI</strong>’ 11 APRILE 2012<br />

1° giorno: SAN DANIELE – PERUGIA<br />

Ore 6.00 partenza da San Daniele del Friuli c/o Scuola Media (parcheggio campo sportivo), via autostrada per<br />

Perugia. Lungo il tragitto soste da definire.<br />

Ore 12.30 circa sosta pranzo al sacco (portato da casa).<br />

Arrivo a Perugia, antico centro umbro, che raggiunse grande importanza già nel periodo etrusco. Domina dall’alto<br />

del suo colle un incrocio di valli e di vie di comunicazione tra Valle Tiberina e Valle Umbra. Il centro storico si<br />

concentra intorno a corso Vannucci che prende il nome dal pittore locale, Pietro Vannucci (Perugino).<br />

Incontro con le guide locali (ore 14.30 circa) in Piazza Partigiani e visita guidata del centro storico (durata 2.30).<br />

Il percorso prevede:<br />

Piazza IV Novembre - centro artistico della città ove sorgono i monumenti più cospicui - la Fontana Maggiore –<br />

una delle più belle fontane medioevali d’Italia, realizzata da Nicola e Giovanni Pisano – il Duomo del XV, il Palazzo<br />

Comunale o dei Priori, il Collegio del Cambio, Piazza Italia ed il S. Bernardino.<br />

18.00/18.30 sistemazione in Hotel PANDA 3*** a Santa Maria degli Angeli.<br />

Cena. Serata libera (gruppo classe) e pernottamento in hotel. (ore 23.00 si spengono le luci. Silenzio)<br />

GIOVE<strong>DI</strong>’ 12 APRILE 2012<br />

2° giorno: ASSISI E SPELLO<br />

Ore 7.00 sveglia e prima colazione. Partenza (ore 8.30) per Assisi, suggestiva città medievale, distesa a terrazze<br />

sul declivio del monte Subasio: appunto perché è patria di San Francesco, per le mistiche memorie di quest’ultimo è<br />

oggi uno dei maggiori centri religiosi d’Italia. Visita guidata (durata 2.30) del centro storico: Porta S. Francesco,<br />

Piazza Inferiore, la Via S. Francesco e Piazza del Comune (dominata dalle colonne del tempio di Minerva, la cui<br />

facciata romana è perfettamente conservata dal periodo augusteo), la Basilica di San Francesco dov’è allestito il<br />

“Presepe Francescano” con la Chiesa Inferiore e la Chiesa Superiore (si ricorda che per la visita alla Basilica si<br />

dovranno pagare sul posto € 2.80 per il noleggio degli auricolari).<br />

Pranzo in hotel.<br />

Nel pomeriggio, visita della basilica di S. Maria degli Angeli (uno dei luoghi francescani, ai piedi di Assisi, dove<br />

Francesco ha cercato e trovato la propria spiritualità. Visita libera della Basilica e della Cappella della Porziuncola<br />

(X-XIsec) ubicata sul luogo dove morì Sam Francesco.<br />

Escursione e visita libera a Spello: la rendono assai pittoresca agli androni oscuri, i numerosi cavalcavia sulle strade<br />

strette e tortuose, i frequenti dislivelli e i panorami interessanti.<br />

Rientro in hotel per la cena (circa ore 19.30). Passeggiata notturna per Assisi.<br />

Ore 23.00 circa rientro in hotel e pernottamento (ore 23.30 si spengono le luci. Silenzio)<br />

VENER<strong>DI</strong>’ 13 APRILE 2012<br />

3° giorno: GUBBIO – SAN DANIELE<br />

ore 7.00/7.30 sveglia e prima colazione. Sistemazione dei bagagli.<br />

Partenza (ore 8.30) per Gubbio, una tra le più caratteristiche città d’Umbria, situata ai piedi del Monte Ingino,<br />

piena di fascino per il suo intatto aspetto medioevale e i nobili monumenti.<br />

Incontro con le guide locali e visita del centro storico: Piazza della Signoria, il Palazzo dei Consoli, il Duomo, il<br />

Palazzo Ducale e via dei Consoli, una delle più caratteristiche della città per le case tutte antiche, in perfetta<br />

muratura (durata visita ore 2.30)<br />

Pranzo in ristorante con menu pizza.<br />

Ore 15.00 circa partenza per il viaggio di ritorno. Lungo il tragitto soste da definire e cena in autogrill (a proprie<br />

spese)<br />

Ore 22.30/23.00 arrivo a San Daniele del Friuli c/o scuola Media.


ASPETTI ORGANIZZATIVI<br />

GRUPPI : TOTALE PARTECIPANTI N. 81<br />

ALUNNI PARTECIPANTI N. 74 DOCENTI ACCOMPAGNATORI N. 7<br />

CAPOGRUPPO Prof. ZULIANI Mario<br />

CLASSE F M Totale<br />

alunni<br />

DOCENTI ACCOMPAGNATORI<br />

3^A 10 9 19 proff. ADAMO Marco, ZULIANI Mario<br />

3^B 5 13 18 proff. PECILE Monica, STRINGARO<br />

3^C 12 7 19<br />

Cristina<br />

proff. PEVERE Ivana, (ZULIANI Mario)<br />

3^D 6 12 18 proff. DALL’ARCHE Amittis,<br />

MUSSINANO Mario<br />

MEZZI <strong>DI</strong> TRASPORTO 1 AUTOPULLMAN G.T. SAF POSTI OCCUPATI N. 81<br />

SISTEMAZIONE IN HOTEL TURNI <strong>DI</strong> SORVEGLIANZA (dopo le ore 23.00)<br />

HOTEL PANDA 3*** SANTA MARIA DEGLI ANGELI<br />

1° TURNO proff. Adamo Marco, Pecile Monica, Zuliani Mario<br />

(11 aprile) (Pevere Ivana)<br />

2° TURNO proff. Stringaro Cristina, Dall’Arche Amittis,<br />

(12 aprile) Mussinano Mario<br />

NUMERI <strong>DI</strong> TELEFONO UTILI:<br />

Istituto di Istruzione Superiore ‘V. Manzini’ San Daniele del Friuli 0432 955214<br />

Scuola Media Statale ‘Pellegrino da San Daniele’ San Daniele del Friuli 0432 955406<br />

Cellulare di servizio prof. Zuliani Mario vedi circolare consegnata agli alunni<br />

Hotel PANDA Santa Maria degli Angeli 075 8043 680


CHE COSA PORTARE<br />

CONSIGLI UTILI E REGOLE DA SEGUIRE<br />

Pranzo al sacco per il giorno della partenza;<br />

Riparo per l’eventuale pioggia: è preferibile il K-way;<br />

Abiti adeguati;<br />

Si consiglia l’asciugamano personale;<br />

Guida turistico-culturale preparata dalla scuola completa di informazioni, consigli utili e regole da<br />

seguire.<br />

DOCUMENTO <strong>DI</strong> RICONOSCIMENTO<br />

Fotocopia TESSERA SANITARIA<br />

Nota importante: applicare al bagaglio un contrassegno con nome e classe del<br />

proprietario.<br />

CHE COSA NON PORTARE<br />

Gioielli, orologi costosi e comunque oggetti di valore (non si può garantire la<br />

custodia).<br />

Eccesso di abiti e cosmetici.<br />

Scarpe scomode.<br />

Bevande alcoliche (birra compresa), sigarette e/o oggetti inadeguati: accendini,<br />

coltellini ….<br />

Troppo denaro.<br />

NORME <strong>DI</strong> COMPORTAMENTO<br />

N.B. 1) per la riuscita del viaggio di istruzione E’ MOLTO IMPORTANTE che gli<br />

alunni mantengano un comportamento corretto e disponibile.<br />

L’eventuale comportamento scorretto influirà sul giudizio finale ….<br />

N.B. 2) IN PULLMAN: coloro che soffrono il mal di corriera, prendano in tempo i<br />

provvedimenti necessari ( es. Travelgum, ecc.); evitino, inoltre, di mangiare e bere.<br />

Si ricorda che sono ammesse gomme da masticare e caramelle solo se ne gettano<br />

carte e resti nei contenitori. E’ necessario parlare a bassa voce, evitando di<br />

spostarsi dai posti occupati e, quindi, di stare in piedi lungo il corridoio, non si<br />

devono rivolgere gesti o urla agli altri utenti della strada.<br />

E’ opportuno, poi, non usare eventuali cellulari e simili in modo inadeguato sia in<br />

pullman che altrove.


N.B. 3) NEGLI AUTOGRILL: EVITARE acquisti costosi ed inopportuni.<br />

Tenere d’occhio compagni ed insegnanti in procinto di partire e segnalare se si è<br />

costretti a farsi attendere per un qualunque motivo.<br />

N.B. 4) DURANTE LE VISITE: avvisare gli accompagnatori se ci si allontana dal<br />

gruppo. Partecipare alle visite programmate con interesse e in silenzio,<br />

rispettando comunque coloro che vi accompagnano e che guidano il gruppo.<br />

SPENDERE DENARO E ACQUISTARE OGGETTI IN MODO SENSATO.<br />

ATTRAVERSARE LA STRADA CON PRUDENZA!<br />

SE CI SI PERDE, CHIAMARE IL CELLULARE <strong>DI</strong> SERVIZIO<br />

Prof. Zuliani Mario vedi circolare consegnata ai ragazzi<br />

N.B. 5 ) NELLA STRUTTURA RICETTIVA: rispettare le cose, gli altri ospiti ed il<br />

personale.<br />

Non piagnucolare per eventuali piccoli inconvenienti che potrebbero verificarsi.<br />

Rispettare gli orari che verranno stabiliti dagli accompagnatori per il riposo<br />

notturno.<br />

Restare assolutamente nella propria stanza dopo il silenzio e spegnere i cellulari.<br />

DOVUNQUE: ESSERE COR<strong>DI</strong>ALI, <strong>DI</strong>SPONIBILI, RISPETTOSI E <strong>DI</strong>VERTIRSI SENZA<br />

ECCESSI …<br />

COMUNICARE ai docenti accompagnatori eventuali intolleranze alimentari e uso di<br />

farmaci per cure mediche portando anche l’autorizzazione controfirmata dai<br />

genitori per l’eventuale assunzione.<br />

NOTA IMPORTANTE: FARE USO INTELLIGENTE DEL TELEFONO CELLULARE.<br />

L’USO E’ CONSENTITO PER COMUNICAZIONI VELOCI E/O URGENTI!


AVVERTENZE DA PARTE DELLA <strong>DI</strong>REZIONE<br />

DELLA STRUTTURA RICETTIVA ALBERGHIERA<br />

PER UN SOGGIORNO GRADEVOLE E SERENO<br />

Gli ospiti di questa struttura alberghiera sono certamente persone corrette e<br />

rispettose dei diritti altrui.<br />

Pertanto:<br />

Non disturberanno il riposo parlando ad alta voce, sbattendo le porte, ecc. …..<br />

Eviteranno di procurare danni alle strutture e all’arredo dei locali utilizzati.<br />

Il modo di parlare, vestire, ecc. sia improntato sempre alla correttezza.<br />

NOTA IMPORTANTE: l’Hotel richiede un deposito cauzionale da parte di ogni<br />

ospite all’arrivo del gruppo: il deposito sarà restituito il giorno della partenza salvo<br />

danni alla struttura e rumori durante le ore notturne e/o di riposo!<br />

NUMERI <strong>DI</strong> TELEFONO UTILI:<br />

Istituto di Istruzione Superiore ‘V. Manzini’ San Daniele del Friuli 0432 955214<br />

Scuola Media Statale ‘Pellegrino da San Daniele’ San Daniele del Friuli 0432 955406<br />

Cellulare di servizio prof. Zuliani Mario vedi circolare consegnata ai ragazzi<br />

Hotel PANDA Santa Maria degli Angeli 075 8043 680<br />

BUON <strong>DI</strong>VERTIMENTO A TUTTI !


VISITE GUIDATE STORICO-CULTURALI<br />

A. CENTRO STORICO di PERUGIA<br />

Visita guidata (durata visita ore 2.30)<br />

DATA ORA GRUPPO CLASSE TOTALE<br />

VISITATORI<br />

Mercoledì 11 aprile 15.00 1° gruppo (3^A 19)+ (3^B 18) – 4 docenti<br />

Proff. Adamo M., Dall’Arche A., Pecile M.,<br />

Stringaro C.<br />

Mercoledì 11 aprile 15.00 2° gruppo (3^C 19) + (3^D 18) – 3 docenti<br />

Proff. Pevere I., Mussinano M., Zuliani M.<br />

B. CENTRO STORICO <strong>DI</strong> ASSISI<br />

Visita guidata (durata visita ore 2.30)<br />

DATA ORA GRUPPO CLASSE TOTALE<br />

VISITATORI<br />

Giovedì 12 aprile 9.00 1° gruppo (3^A 19)+ (3^B 18) – 4 docenti<br />

Proff. Adamo M., Dall’Arche A., Pecile M.,<br />

Stringaro C.<br />

Giovedì 12 aprile 9.00 2° gruppo (3^C 19) + (3^D 18) – 3 docenti<br />

Proff. Pevere I., Mussinano M., Zuliani M.<br />

C. CENTRO STORICO <strong>DI</strong> ASSISI + SPELLO<br />

Visita libera (tempo a disposiz. 1 ora)<br />

Visita libera (tempo a disposizione 2 ore/ 2.30) a Spello<br />

DATA ORA GRUPPO CLASSE TOTALE<br />

VISITATORI<br />

Giovedì 12 aprile 15.00 1° gruppo (3^A 19)+ (3^B 18) – 4 docenti<br />

Proff. Adamo M., Dall’Arche A., Pecile M.,<br />

Stringaro C.<br />

Giovedì 12 aprile 15.00 2° gruppo (3^C 19) + (3^D 18) – 3 docenti<br />

Proff. Pevere I., Mussinano M., Zuliani M.<br />

D. CENTRO STORICO <strong>DI</strong> GUBBIO<br />

Visita guidata (durata visita ore 2.30)<br />

DATA ORA GRUPPO CLASSE TOTALE<br />

VISITATORI<br />

Venerdì 13 aprile 9.00 1° gruppo (3^A 19)+ (3^B 18) – 4 docenti<br />

Proff. Adamo M., Dall’Arche A., Pecile M.,<br />

Stringaro C.<br />

Venerdì 13 aprile 9.00 2° gruppo (3^C 19) + (3^D 18) – 3 docenti<br />

Proff. Pevere I., Mussinano M., Zuliani M.<br />

n. 41<br />

n. 40<br />

n. 41<br />

n. 40<br />

n. 41<br />

n. 40<br />

n. 41<br />

n. 40


PERUGIA<br />

Perugia, antica città italica che sorge su un colle dal profilo molto mosso, tra la valle del Tevere e il<br />

Trasimeno, è un importante centro storico italiano. Città d'arte ricca di storia e monumenti, è polo culturale<br />

ed economico della regione e meta di turisti e studenti. È sede, infatti, di due università: l'Università degli<br />

Studi, fondata nel 1308, e l'Università per stranieri, la maggiore d'Italia. La città è però sfavorita dal punto di<br />

vista delle vie di comunicazione, sebbene conosca un notevole sviluppo nel settore industrie. E’ un comune<br />

italiano di 169.290 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Umbria.<br />

STORIA<br />

La città di Perugia ha una storia millenaria. Era infatti una potente città etrusca che possedeva già sette<br />

porte come le monumentali porte Pulchra o D'Augusto. L'acropoli costituisce uno stupendo insieme di arte<br />

e architettura: stupende piazze e maestosi palazzi. Sono stati trovati numerosi reperti che testimoniano<br />

come la zona fosse stata abitata fin dai tempi preistorici. Assoggettata dai Romani, dopo il 295 a.c., godette<br />

di una parziale autonomia. In seguito fu protagonista di una delle pagine più nere della storia romana: la<br />

battaglia di Trasimeno, che si svolse a pochi chilometri dalla città. Dopo la sconfitta, funse da rifugio per<br />

molti soldati romani, scappati dall'eccidio. Intorno al 40 a.c. la città venne incendiata e saccheggiata da<br />

Ottaviano, il futuro Augusto, perchè era diventata il rifugio di Lucio Antonio, fratello di Marco, rivale al<br />

trono. L'imperatore, in seguito, ricostruì la città, che prese il titolo di Augusta Perusia. Con la caduta<br />

dell'impero, Perugia viene conquistata prima dagli Ostrogoti di Teodorico, poi espugnata da Totila, che<br />

conquistò e devastò la città nel 548. Con la fine degli Ostrogoti la città restò sotto il dominio bizantino,<br />

eccettuati due brevi periodi di occupazione longobarda. Nel secolo VIII la città passò sotto il controllo di<br />

Roma e del Papato, a sua volta vincolato all’Impero Carolingio. Nel 1139 si ha la prima attestazione del


Governo dei Consoli e della nascita del Comune. Nel 1198 la città accettò la protezione di Innocenzo III (che,<br />

pur di sottometterla, vi morì nel 1216), rimanendo costantemente guelfa. In questi anni furono numerose<br />

le guerre con le città vicine, come Cortona, Chiusi, Todi, Foligno e Assisi; contro quest'ultima vinse la<br />

battaglia di Collestrada nell'anno 1202, a cui partecipò fra gli altri il futuro San Francesco d'Assisi. Perugia<br />

così divenne un libero comune, anche se la chiesa tentò di riprenderne il controllo.<br />

Negli anni seguenti iniziarono delle lotte intestine tra le famiglie nobili della città e tra i raspanti (il popolo<br />

grasso). Queste lotte indebolirono fortemente la città e il suo tessuto sociale ed economico.<br />

Verso la fine del Quattrocento la famiglia Baglioni instaurò una vera e propria signoria sulla città che<br />

tuttavia non resistette a lungo, infatti nel 1531, Papa Paolo III sconfisse e conquistò la città in seguito alla<br />

guerra del sale. Nel XV secolo e nei primi decenni del secolo successivo, la città si impose come un<br />

importante centro artistico (basti pensare al Pinturicchio e al pievese Perugino) e culturale (fra i tanti che si<br />

formarono a Perugia, ricordiamo anche il grande Raffaello Sanzio e Pietro Aretino).<br />

La città, a partire dalla metà del XVI secolo, passò definitivamente sotto il controllo della Chiesa, da cui si<br />

staccò temporaneamente solo con la discesa di Napoleone. Nel 1859 una rivolta cittadina venne soffocata<br />

nel sangue dai reggimenti svizzeri inviati da Pio IX, ma nell'anno seguente le truppe di Vittorio Emanuele<br />

entrarono nella città. In seguito, quindi, alla battaglia di Castelfidardo (18 settembre), tutti i territori di<br />

Umbria e Marche si unirono al nascente Regno d'Italia (annessione ufficializzata con il plebiscito del 4<br />

novembre 1860).<br />

Nel 1922 da Perugia partì la Marcia su Roma. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo<br />

dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, le operazioni clandestine di soccorso agli ebrei<br />

perseguitati furono coordinate a Perugia da don Federico Vincenti in collegamento con padre Aldo Brunacci<br />

e la DELASEM di Assisi. Per questo impegno di solidarietà, il 16 luglio 1997, l'Istituto Yad Vashem di<br />

Gerusalemme ha conferito a don Federico Vincenti l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni. Il 24<br />

settembre 1961, promossa dall'intellettuale antifascista Aldo Capitini, venne organizzata la prima Marcia<br />

per la pace Perugia-Assisi.<br />

MONUMENTI<br />

La Cattedrale (costruita in forma gotica e conclusa nel 1490) è uno dei monumenti più importanti; la<br />

facciata, incompiuta, dà su Piazza Dante con portale tardo-barocco. L'interno con forme slanciate è ricco di<br />

opere d'arte fra cui il prezioso anello nuziale di Maria (Sacro Anello, la reliquia dell'anello nuziale della<br />

Vergine Maria) oltre che altri gioielli e armadi intarsiati. La più importante opera conservata nella cattedrale<br />

è la Deposizione dalla croce di Federico Barocci del 1569.<br />

Emblema del comune medievale è la Fontana Maggiore o di Piazza. Fu realizzata su disegno di<br />

Giovanni e Nicola Pisano, con la collaborazione di Fra'Bevignate e, sebbene abbia semplici forme, ha una<br />

ornamentazione molto complessa: su una gradinata circolare, poggia una vasca poligonale di marmo, sulla<br />

quale si alza una vasca marmorea sormontata da una tazza bronzea con tre ninfee e 24 statuette di marmo.<br />

Nella vasca inferiore si trovano bellissimi rilievi che raffigurano i mesi dell'anno, con figure allegoriche e<br />

lavori agricoli. Nella Piazza IV Novembre si attraversa uno degli scenari più suggestivi della città


Medievale: la Via delle Volte, in fondo alla quale c'è la Chiesetta della Maestà delle Volte. Sull'angolo della<br />

piazza c'è il Quattrocentesco Palazzo dei notai, mentre dall'altra parte della piazza troviamo il<br />

Settecentesco Palazzo Danini.<br />

Il Palazzo comunale o dei Priori (oggi sede del Municipio ed<br />

eretto a più riprese dal 1293 al 1443) è uno dei più grandiosi palazzi pubblici dell'Italia medievale:<br />

tutto in pietra squadrata ornato di magnifiche trifore appare arricchito da una grande scala a<br />

ventaglio, che sale al portale sul Corso Vannucci. Ospita la grandiosa Sala dei Notari, aula<br />

medievale caratterizzata da grandi arconi e vele affrescate anche da Carallini.<br />

Il Collegio del Cambio, sede di Cambiavalute Banchieri, ospita un vestibolo con banconi barocchi dal<br />

quale si passa alla Sala dell'Udienza del Cambio (completamente affrescata da Pietro Perugino e dalla sua<br />

Scuola tra il 1498 ed il 1507 e arredata da splendidi legni oltre che sculture), appartenente alla società<br />

mercantile del Rinascimento.<br />

Piazza Italia: aperta in seguito alla demolizione della Cinquecentesca rocca Paolina, riflette il gusto della<br />

società borghese tardo Ottocentesca. Il lato di fondo è chiuso dal porticato Palazzo della Provincia e i<br />

Giardini Carducci.<br />

Oratorio di San Bernardino è un gioiello di architettura e di decorazione rinascimentale; l'armoniosa<br />

facciata policroma composta da una grande arcata colorata da timpano ospita sui pilastri nella lunetta e nel<br />

timpano statue e rilievi finissimi. Il semplice interno è di struttura gotica; vi si trova un sarcofago romano<br />

del IV secolo.<br />

Perugia possiede, inoltre, due cinte murarie: le mura etrusche sorsero tra il IV ed il III secolo a.C. e furono<br />

costruite in modo piuttosto unitario; la seconda cerchia di mura, di età medievale, raggiunse lo sviluppo di<br />

circa 6 km ed inglobò i borghi creatisi in corrispondenza delle cinque antiche porte.<br />

Il Collegio della Mercanzia, sede dell'omonima corporazione medievale, è costituito da una sala<br />

rettangolare dalle pareti e dalle volte completamente rivestite in legno intarsiato. Al di sopra del tribunale è<br />

posto lo stemma della Mercanzia, un grifo dorato su dei panni.<br />

Il Palazzo del Capitano del Popolo o di Giustizia venne realizzato tra il 1472 ed il 1481 dagli architetti<br />

lombardi Gasparino di Antonio e Leone di Matteo. È una struttura rinascimentale con qualche richiamo al<br />

gotico.


La Basilica di San Domenico, fondata nel 1304 e ristrutturata dal Maderno nel XVII secolo, è la più grande<br />

struttura religiosa di tutta l'Umbria. Autentico capolavoro della scultura del XIV secolo, conservato nella<br />

basilica è il monumento funebre a Benedetto XI. Di notevole pregio è anche il coro ligneo della fine del XV<br />

secolo.<br />

La Basilica di San Pietro venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la prima sede<br />

vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo. L'entrata della chiesa è sul lato sinistro del chiostro<br />

seicentesco. Domina la basilica il campanile poligonale, costruito nel 1463-68 a linee gotiche fiorentine.<br />

Cappella di San Severo (all'interno si trova un affresco dipinto nella parte superiore da Raffaello nel 1508,<br />

ed in quella inferiore dal Perugino nel 1521). La cappella è attigua ad una chiesa -omonima- costruita nel<br />

XVIII secolo ed infatti la citata cappella è un ambiente residuo di una precedente costruzione.<br />

GASTRONOMIA<br />

La gastronomia perugina è caratterizzata dall'olio d'oliva locale.<br />

Ottime carni alla griglia e allo spiedo, dal bue al capretto, all'agnello, ai volatili (colombacci) e alla<br />

selvaggina. Una delle specialità locali sono i tartufi neri, la baggiana, la minestra di fave, pomodori e<br />

basilico, gli strascinati, le salsicce all'uva. I vini più importanti sono: Colli Altotiberini, Colli Amerini, Colli<br />

Perugini, Montefalco Russo e Colli del Trasimeno.<br />

ASSISI<br />

Assisi è una cittadina dell’Umbria, un piccolo borgo che si colloca sul versante occidentale del monte<br />

Subasio,ponendosi sotto la provincia della città di Perugina,capoluogo di regione.<br />

La città è splendida dal punto di vista urbanistico; molto suggestive sono anche le aree limitrofe con i loro<br />

paesaggi verdi: il territorio umbro, infatti, regala in questa zona intense emozioni.


Assisi è nota per aver donato i natali a due importanti figure religiose,ancora oggi molto venerate: San<br />

Francesco e Santa Chiara ai quali sono dedicate chiese e basiliche in tutto il mondo.<br />

STORIA<br />

Numerosi reperti archeologici indicano che Assisi trae le sue origini da un piccolo villaggio abitato dagli<br />

Umbri già nel periodo villanoviano (IX – VIII secolo a.C.) che intrattenevano profondi rapporti (soprattutto<br />

commerciali) con i vicini Etruschi, stanziati sulla sponda occidentale del Tevere, dai quali si differenziavano,<br />

però, per lingua e cultura.<br />

A dare ad Assisi una identità urbana e monumentale furono i Romani; nel 399 a.C. il centro divenne colonia<br />

romana con il nome di Asisium e orbitò sotto il loro potere fino al 295 a.C. quando i Romani imposero<br />

definitivamente il loro dominio anche nell'Italia centrale. Per Asisium iniziò così un lungo periodo di<br />

prosperità e pace: innalzata a Municipium, diventò un importante centro economico e sociale dell'Impero<br />

romano. Con il crollo dell'Impero, però, anche Assisi conobbe la buia età delle invasioni barbariche e, nel<br />

545, fu saccheggiata dai Goti di Totila. Conquistata dai Bizantini, passò poco tempo dopo (568) sotto il<br />

dominio longobardo e venne annessa al ducato di Spoleto, del quale condivise le sorti fino all'inizio del XII<br />

secolo. Dopo un periodo di guerre, nel 1174 fu assediata e conquistata da Federico I Barbarossa, che diede<br />

l'investitura della città al duca Corrado di Lutzen: Assisi divenne dominio imperiale, ma rivolte popolari<br />

(1198) inaugurarono ben presto l'epoca comunale, non senza problemi interni e guerre con la vicina<br />

Perugia. A partire dal XVII secolo, grazie alla fondazione di istituti ed accademie, ad Assisi riprese con<br />

grande fervore l'attività culturale, interrotta nuovamente dalle guerre napoleoniche (1799), quando le<br />

truppe francesi al comando di Napoleone Bonaparte saccheggiarono la città e molte opere d'arte. Nel 1860,<br />

con plebiscito unanime,la cittadina aderì al nascente Stato italiano. L'unificazione le permise di aprirsi<br />

progressivamente all'esterno, grazie anche alla costruzione dello scalo ferroviario. Con il ritrovamento dei<br />

corpi di San Francesco (1818) e Santa Chiara (1850), Assisi diventò meta privilegiata di pellegrinaggi; il<br />

turismo religioso diede un forte incremento alla rinascita dell'economia locale. Durante la seconda guerra<br />

mondiale, nel periodo seguente all'8 settembre 1943 e all'occupazione tedesca, Assisi fu letteralmente<br />

invasa dai profughi, tra i quali oltre 300 ebrei. Il vescovo mons.Giuseppe Placido Nicolini – coadiuvato dal<br />

segretario, don Aldo Brunacci, e dal guardiano del Convento di San Damiano, padre Rufino Niccacci –<br />

trasformò Assisi in uno dei centri principali della resistenza civile italiana all'Olocausto. Il 27 ottobre 1987,<br />

su invito del papa Giovanni Paolo II, i principali rappresentanti delle religioni del mondo si riunirono ad<br />

Assisi per un incontro di preghiera in nome di san Francesco, profeta della pace come lo definì lo stesso<br />

pontefice.<br />

LA VITA <strong>DI</strong> SAN FRANCESCO:<br />

Giovanni di Pietro Bernardone, meglio conosciuto con il nome di San Francesco, nacque ad Assisi il 3<br />

ottobre dell’ 1182, fu il fondatore dell’ordine mendicante dei francescani e dal 1939 per volontà di Pio XII è<br />

stato riconosciuto il Santo Patrono d’Italia. Si tratta di una figura religiosa assolutamente carismatica ancora<br />

ai nostri giorni, tanto che sono assolutamente numerosi i pellegrini che ogni anno si recano ad Assisi per<br />

pregare sulla tomba, in quella che è stata individuata come la città simbolo della pace.<br />

San Francesco era figlio di Pietro di Bernardone, ricco commerciante di tessuti preziosi, e di Pica<br />

Bourlemont, nobile donna di Assisi; trascorsa la sua infanzia, il giovane Giovanni, come altri suoi coetanei,<br />

decise di partecipare alla guerra che vedeva opposta la città di Assisi, di parte ghibellina, con Perugia di<br />

parte Guelfa; fu fatto prigioniero e le terribili immagini di violenza, indussero il giovane ad un cammino


che, negli anni successivi lo condusse alla conversione, portandolo ad abbandonare i suoi beni materiali per<br />

una vita semplice e spirituale.<br />

Uno dei momenti più emblematici della sua conversione avvenne nel 1205, quando il giovane sostenne di<br />

aver sentito parlare il Crocifisso, all’interno della Chiesa di San Damiano; in seguito San Francesco lasciò la<br />

sua casa, per dedicarsi ai bisognosi ed agli ammalati.<br />

Assolutamente numerosi sono gli avvenimenti miracolosi e straordinari che sono stato attribuiti al Santo e<br />

giunti ai nostri giorni per mezzo di testi e poesie, possiamo ricordare l’episodio del Lupo di Gubbio, che<br />

terrorizzava il popolo e che, dopo aver ascoltato le parole del Santo sancì un patto con la gente del posto,<br />

oppure la famosa predica agli uccelli.<br />

San Francesco fu inoltre l’autore di alcune opere letterarie di straordinaria importanza: la sua opera più<br />

famosa è il Cantico di Frate Sole, meglio noto come il Cantico delle creature, che viene riconosciuta<br />

ovunque come l’opera che ha dato inizio alla Tradizione Letteraria Italiana.<br />

MONUMENTI:<br />

Sono molti i monumenti e le chiese che sorgono tra le vie del centro storico di Assisi, proponendosi come<br />

l’attrattiva di maggiore pregio che la cittadina umbra possa offrire ai suoi visitatori. I monumenti della città<br />

raccontano infatti il suo passato e la sua storia, gli avvenimenti e le vicissitudini che ne hanno<br />

caratterizzato i secoli, ma narrano ed esprimono anche la profonda spiritualità di questo luogo, meta ogni<br />

anno di pellegrinaggio da ogni parte del mondo.<br />

BASILICA <strong>DI</strong> SAN FRANCESCO D’ASSISI:<br />

La Basilica di San Francesco di Assisi: si tratta di un edificio realizzato nel 1228, anno della morte del santo,<br />

la chiesa è stata riconosciuta Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, il luogo della costruzione è<br />

emblematico: secondo la Leggenda fu proprio San Francesco a chiedere di essere seppellito in questa parte<br />

della città, al suo tempo destinata alla sepoltura dei delinquenti e dei fuori legge.<br />

LA BASILICA SUPERIORE E INFERIORE: la Chiesa si divide in due parti: la basilica superiore, con<br />

vetrate medievali e con un interno decorato in stile gotico, e la basilica inferiore, le cui pareti e soffitti sono<br />

stati dipinti da artisti quali Giotto,Martini e Cimabue.


PIAZZA DEL COMUNE:<br />

La Piazza del Comune: solo nel Duecento questa area urbana diventa il fulcro della città. Vi sorgono infatti<br />

tutti i principali edifici, civili e religiosi della cittadina; il lato settentrionale è imperniato sul Tempio di<br />

Minerva, alla sinistra del quale venne edificato il Palazzo del Capitano del Popolo (metà XIII secolo – 1282),<br />

restaurato e dotato di merlatura nel 1927, insieme alla adiacente Torre del Popolo (1305), campanile civico<br />

ai cui piedi si trovano murate le misure trecentesche di mattoni, tegole e tessuti in uso nella città; con la<br />

costruzione del Palazzo dei Priori (1275 - 1493) fu completato anche il lato meridionale. La Fonte di Piazza<br />

con tre leoni sul lato orientale è cinquecentesca, mentre il Palazzo delle Poste sul lato occidentale è del<br />

1926.<br />

IL TEMPIO <strong>DI</strong> MINERVA:<br />

Il tempo di Minerva: antico tempio romano del I secolo a.C., sui cui ruderi è stata costruita, nella prima<br />

metà del XVI secolo la chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, edificio che oggi, dopo importanti restauri<br />

avvenuti nel 1600 si presenta in stile barocco.<br />

CATTEDRALE <strong>DI</strong> S. RUFINO<br />

Una pergamena dell'Archivio Capitolare, ricorda che già nel 1038, a Costano vi era una chiesa dedicata a<br />

san Rufino martire. Da questa località, secondo quanto riferisce san Pier Damiani in un suo sermone in


onore del Santo vescovo, le sue spoglie sarebbero state traslate in Assisi, proprio nel luogo dove oggi sorge<br />

la Cattedrale a lui dedicata; ma essa è la terza chiesa costruita sulla tomba del vescovo martire, ed è del XII<br />

secolo; la prima era del 412 secondo quanto ricorda un'epigrafe conservata all'interno del duomo e quanto<br />

riportato in un documento del 1007 conservato nell’archivio.<br />

San Pier Damiani, sempre nel sermone menzionato in precedenza, indica una seconda chiesa costruita nel<br />

XI secolo dal vescovo Ugone; di questo secondo edificio rimane ancora il campanile e la cripta, posta sotto<br />

la facciata dell’attuale cattedrale. Quest'ultima è visibile entrando al Museo diocesano e cripta di San<br />

Rufino.<br />

La data di celebrazione del Santo, sin dal XI secolo, fu posta all’11 agosto, anche se errori di copisti<br />

successivi posero la festa nel Martirologio Romano al 30 luglio. In Assisi e nella diocesi, la festa di san Rufino<br />

è stata spostata al 12 agosto, in quanto l'11 si sovrapponeva ai festeggiamenti per santa Chiara. In suo<br />

onore, l'ultima domenica di agosto viene disputato il tradizionale Palio di San Rufino.<br />

LA BASILICA <strong>DI</strong> SANTA MARIA DEGLI ANGELI:<br />

La basilica di Santa Maria degli Angeli, costruzione sacra che sorge al di fuori del paese di Assisi,<br />

nacque nel XVII secolo ed al suo interno si può ammirare una particolare statua della Madonna. La<br />

Basilica di Santa Maria degli Angeli fu concepita per ospitare e unificare le strutture dell’antico convento<br />

della Porziuncola, dove San Francesco aveva scelto di risiedere, dove fondò il suo ordine e dove anche morì<br />

CAPPELLA DELLA PORZIUNCOLA:<br />

All’interno della basilica si può ammirare la cappella della Porziuncola che è un semplice oratorio del secolo<br />

X-XI decorato all’esterno di affreschi del ‘300 e ‘400; il suo interno appare nudo, annerito dal fumo delle<br />

lampade.


SPELLO<br />

In Umbria, in provincia di Perugia, la città di Spello sorge fra Assisi e Foligno, adagiata su uno sperone del<br />

monte Subasio. Spello è un comune di 8.585 abitanti. La superficie del comune si estende in montagna,<br />

collina e pianura. Il suo terreno, molto fertile, è coltivato a cereali, viti ed olivi. È da quest'ultima pianta che<br />

Spello trae il suo più prezioso prodotto gastronomico: l'olio extravergine d'oliva. Non a caso la città, oltre ad<br />

essere annoverata tra i borghi più belli d'Italia, fa parte dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.<br />

Vi si tengono mercati settimanali e fiorenti manifestazioni folcloristiche, tra le quali si ricorda l'Infiorata del<br />

Corpus Domini e la Festa dell'olio, che si tengono rispettivamente nei periodi di maggio-giugno e dicembregennaio.<br />

Nella cittadina si trovano numerose opere di epoca romana e rinascimentale, in effetti la chiesa di<br />

Santa Maria Maggiore, la più grande di Spello, vanta splendidi affreschi del Pinturicchio, conservati<br />

nell'interna Cappella Baglioni.<br />

STORIA<br />

Spello fu fondata dagli Umbri per poi essere denominata Hispellum in epoca romana. Fu dichiarata da<br />

Cesare "Splendidissima Colonia Julia". I resti della cinta muraria, molto più grande in passato di quanto<br />

possiamo ammirare oggi, attestano la grandezza che ebbe la città, così come i resti archeologici che la<br />

circondano. Devastante per Spello fu la discesa in Italia dei Barbari che la ridussero in una povera borgata.<br />

Nell'epoca dei ducati venne inglobata nel Ducato di Spoleto, per poi essere trascinata insieme ad esso nella<br />

mani del Papato. La cittadina, tuttavia, rimpiangeva l'autonomia donatale in parte dall'Impero Romano e<br />

non tardò a divenire Comune autonomo con proprie leggi. Il periodo comunale perdurò sino a che la<br />

famiglia perugina dei Baglioni prese il controllo dell'ormai ex-comune. Nel IV secolo Spello fu sede vescovile<br />

e nell'Alto Medioevo – con altre diocesi vicine ora soppresse – fece parte per moltissimo tempo della<br />

vastissima diocesi di Spoleto. Attualmente Spello è invece integrata nella diocesi di Foligno.<br />

MONUMENTI<br />

Il paese sicuramente racchiude un numero notevole di testimonianze di epoca Romana e Medioevale: i<br />

resti del teatro, dell’anfiteatro, delle terme e le splendide Porta Consolare (attraverso la quale si entra<br />

nella città), Porta Urbica e Porta Venere, ma anche la chiesa di Santa Maria Maggiore e la chiesa<br />

duecentesca di San Andrea.


Si entra a Spello dalla Porta Consolare, a tre fornici sormontata da alcune statue di epoca repubblicana<br />

rinvenute nei dintorni della cittadina. E’ affiancata da una Torre medievale sulla cui sommità<br />

campeggia una pianta di olivo, simbolo di pace e del più tipico prodotto locale: l’olio. Percorrendo la via,<br />

circondati dalle case tradizionali in pietra a due piani tra i vicoli stretti e orti, si raggiunge la chiesa di<br />

Santa Maria Maggiore. La facciata è caratterizzata da un portale romanico del XIII secolo opera dei<br />

marmorari Binello e Ridolfo e da un campanile che conserva una campana del 1200 e un'altra del 1400.<br />

L'interno a navata unica e pianta a croce latina custodisce pregevoli opere d'arte, a cominciare dalla<br />

Cappella Baglioni affrescata nel 1500 dal Pinturicchio che presenta al suo interno un pavimento in maiolica<br />

di Deruta di notevole valore. Sulle pareti della Chiesa si può ammirare l’affresco dell’Annunciazione. Il<br />

dipinto riproduce un'ariosa stanza in cui la Vergine riceve umilmente l'annuncio dell'Angelo. Alle pareti di<br />

questa stanza sta appeso un quadretto con il ritratto di un giovane uomo. Di chi si tratta? Dello stesso<br />

Pinturicchio, autore dell'opera. Altri affreschi sono la Disputa di Gesù con i dottori cioè la Disputa nel<br />

Tempio; a destra, nella cornice architettonica dipinta, si trova l'autoritratto del Pittore, mentre nelle vele<br />

della volta si trovano le quattro Sibille. L’altare maggiore presenta un tabernacolo del 1515 opera di Rocco<br />

da Vicenza mentre i pilastri che fiancheggiano l'abside (in cui si trova un coro ligneo del XVI secolo, opera di<br />

Piernicola da Spoleto) presentano due affreschi del Perugino del 1512.<br />

Proseguendo verso via Cavour si arriva alla chiesa di Sant'Andrea del XIII secolo con portale romanico<br />

e l'interno restaurato che custodisce una grande tavola raffigurante la "Madonna col Bambino e Santi" del<br />

1508 opera del Pinturicchio, frammenti di affreschi trecenteschi, un affresco di Dono Doni del 1565, un<br />

affresco di Tommaso Corbo del 1532, un crocefisso di scuola Giottesca ed un altro piccolo dipinto posto nel<br />

pulpito sempre del Pinturicchio.<br />

In Largo Mazzini si trova la chiesa di San Lorenzo. Edificata nel 1120, porta i segni di successive<br />

trasformazioni. La facciata è caratterizzata da vari frammenti decorativi riferiti a una più antica costruzione<br />

e l'interno a tre navate custodisce pregevoli opere d'arte: un coro ligneo del 1530-1534 opera di Andrea<br />

Campano da Modena, un presepe ligneo seicentesco, una Fonte battesimale del '600, una croce smaltata e<br />

cesellata del XIV secolo presunta opera di Paolo Vanni da Perugia, un tabernacolo marmoreo del XVI secolo<br />

realizzato da Flaminio Vacca, una Madonna lignea del XV secolo, un affresco di San Bernardino da Siena e<br />

una tela effigiante Sant'Antonio Abate del 1518. Una curiosità riguardante San Bernardino da Siena che<br />

proprio in questa chiesa nel 1438 iniziò la serie delle sue predicazioni introducendo l'uso di un telo per<br />

separare gli uomini dalle donne.<br />

Degna di nota è Porta Venere, a tre<br />

fornici, affiancata da due torri dodecagonali, dette Torri Di Properzio. Uscendo dalla porta si giunge<br />

all’Anfiteatro Romano, del I secolo d.C. e alla chiesa romanica di S. Claudio.


Cosa vedere a Spello e dintorni<br />

Camminando per Spello s’incontrano molti antichi e preziosi avanzi come i ruderi dell'Anfiteatro romano,<br />

del Teatro riccamente ornato di sculture marmoree, rinvenute nei vicini scavi, i ruderi di un Tempio di<br />

Diana, l'arco romano detto della Fortezza, il famoso Tempietto sacro a Clitunno, eretto presso le sorgenti di<br />

quel fiume cantato dal nostro grande poeta Giosuè Carducci, gli avanzi di vari acquedotti e terme dicono la<br />

grandezza che ebbe questa città al tempo di Roma e la sua importanza nella regione Umbra.<br />

Spello - La casa romana<br />

La Casa Romana, risalente al I secolo d. C.: già restaurata nel II secolo, fu riportata alla luce nel 1885<br />

grazie agli scavi eseguiti sotto il Municipio. L’iscrizione presente sulle mura dell’edificio fa ritenere che fosse<br />

di proprietà di Vespasia Polla (madre di Vespasiano): sono ancora ben visibili l'atrio con la pavimentazione<br />

originaria a mosaico a tessere bianche e nere, l’impluvium, decorato con un mosaico a onda, le quattro<br />

stanze laterali all'atrio e il grande ambiente in cui si svolgevano le riunioni familiari, con il triclinio sul lato<br />

destro e il peristilio a sinistra.<br />

GUBBIO<br />

Gubbio è un comune di 32.998 abitanti della provincia di Perugia, in Umbria. La superficie del territorio<br />

comunale è la più vasta della regione, e la settima in Italia. Fa parte della comunità montana Alto Chiascio,<br />

associazione nazionale Città del Tartufo e Associazione Italiana Città della Ceramica.


STORIA<br />

Gubbio fu una città umbra con il nome di Ikuvium o Iguvium, posta sulle vie di comunicazione tra il Tirreno<br />

e l'Adriatico. Testimonianze del periodo umbro sono le Tavole eugubine, scoperte intorno metà del XV<br />

secolo ed acquistate dal comune nel 1456, costituite da sette tavole in bronzo, in parte redatte in alfabeto<br />

umbro ed in parte in alfabeto latino, ma sempre in lingua umbra.<br />

Alleatasi con Roma nel 295 a.C., Gubbio ottenne solo nell'89 a.C. la cittadinanza romana: allora fu eretta a<br />

municipium ed ascritta alla tribù Clustumina.<br />

Invasa dagli Eruli e nel 552 distrutta dai Goti di Totila, venne ricostruita con due potenti torri difensive dai<br />

Bizantini, non più in pianura, bensì alle pendici del monte Ingino. Nel 772, Gubbio fu occupata dai<br />

longobardi Liutprando, Astolfo e Desiderio.<br />

Ceduta alla Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo Magno, la città, pur assoggettata ai vescovi, si<br />

costituì in Libero comune di fazione ghibellina e, nell'XI secolo, iniziò una politica espansionistica. Le<br />

continue guerre di confine portarono Gubbio ad avere più di cento castelli sotto il suo dominio ma, nello<br />

stesso tempo, ad entrare in forte conflitto con Perugia, allarmata dal suo espansionismo. La città resse<br />

all'urto e potè dare il via ad un cammino di prosperità e benessere che culminò nel XIII secolo quando<br />

crebbe dal punto di vista sia urbanistico, sia economico, sia demografico. Nel 1381 divenne dominio del<br />

vescovo Gabriello Gabrielli, appoggiato dal papa. Impossibilitati a resistere al battagliero vescovo, gli<br />

eugubini (i cittadini di Gubbio), ridotti alla fame, si "consegnarono" spontaneamente ai Montefeltro, duchi<br />

di Urbino, perdendo così il titolo di libero comune, ma ottenendo un lungo periodo di tranquillità. I<br />

Montefeltro, signori amanti dell'arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili, la città tornò<br />

così a fiorire culturalmente e artisticamente: in quel periodo fu ricostruito il Palazzo dei Consoli. Salvo brevi<br />

interruzioni per le signorie dei Malatesta e di Cesare Borgia, la città rimase ai Montefeltro fino al 1508<br />

quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1631 quando, con la<br />

morte dell’ultimo erede della casata, tutti i beni e tutti i feudi passarono, come da volontà testamentaria,<br />

allo stato pontificio.<br />

Nel 1860 Gubbio fu annessa al Regno d'Italia e, per effetto del decreto Minghetti, il 22 dicembre 1860 fu<br />

distaccata dalle Marche e aggregata all'Umbria, distaccandola dalla Delegazione apostolica di Urbino e<br />

Pesaro e aggregandola alla neo-costituita Provincia di Perugia.<br />

Durante la seconda guerra mondiale, il 22 giugno 1944, a seguito di un'operazione effettuata da un gruppo<br />

di partigiani, i tedeschi attuarono una feroce rappresaglia, trucidando, a colpi di mitragliatrice, 40 cittadini<br />

innocenti, nei pressi della chiesa della Madonna del Prato, dove oggi un mausoleo ricorda i "40 martiri".<br />

Inoltre, per circa trenta giorni, fino al 25 luglio 1944, giorno della liberazione, la città fu duramente<br />

bombardata dalle artiglierie tedesche che, dai monti circostanti, battevano la vallata per contrastare<br />

l'avanzata delle truppe di liberazione.<br />

MONUMENTI<br />

Fuori le mura si può ammirare il bellissimo Teatro Romano d’Iguvium, edificato alla fine del I sec. A.C.,<br />

in un’epoca nella quale i quartieri degli artigiani, dei commercianti e dei gentilizi si estendevano in pianura.<br />

Il Teatro misurava 70 m di diametro nella cavea e 105m nel periplo esterno, con un’altezza di circa 13m:<br />

era costruito con blocchi di calcare delle cave appenniniche; era abbellito da lastre di marmo, fregi, cornici,<br />

colonne e mosaici; la scena era composta da tre nicchie, con la centrale ad arco e le laterali quadrate e la<br />

sua capienza era di circa 12000 spettatori.
Già in epoca tardo imperiale però la decadenza di Iguvium portò<br />

ad un abbandono della struttura e durante il periodo alto medievale divenne luogo di notevoli spoliazioni<br />

per la costruzione di altri edifici; oggi il Teatro rappresenta una cornice molto suggestiva per spettacoli<br />

teatrali. Nei pressi del Teatro Romano, sorge un rudere d’epoca umbro-romana: il cosiddetto


“Mausoleo”. Per lo storico latino Tito Livio, l'edificio è la tomba di Genzio, re dell'Illiria (parte occidentale<br />

della penisola balcanica): fatto prigioniero dai romani nel 168 a.C., Genzio fu tenuto prigioniero a Gubbio e<br />

qui morì e fu sepolto. Secondo altri, sarebbe la tomba di un certo Lucio Pomponio Grecino, figlio di un<br />

console o di un prefetto romano. Il manufatto è alto nove metri. L'esterno doveva essere rivestito di pietre,<br />

ma queste, in epoca medievale, furono asportate e probabilmente utilizzate per la costruzione di qualche<br />

edificio. L'interno è ben conservato, anche se ha perduto le lastre di marmo; la camera sepolcrale è di<br />

raffinata fattura e presenta una volta a botte, illuminata da una piccola finestra situata sopra la porta.<br />

Mura Urbiche o Mura Eugubine: un salto nell'arte e nella cultura di Gubbio. La cinta muraria di<br />

Gubbio, tutt'oggi inalterata e ancora ben conservata, fu edificata alla fine del sec. XIII e successivamente<br />

adeguata a nuove esigenze difensive. Si può fare il giro completo della città senza perdere quasi mai di vista<br />

il circuito murario (privo solo della Porta del Marmoreo, abbattuta nel sec. XIX). Di notevole interesse sono<br />

le sei porte che si aprono nelle mura e danno accesso al borgo eugubino medievale: la svettante Porta di S.<br />

Agostino, la Porta (doppia) di S. Pietro, la Porta degli Ortacci, quelle del Borgo (o di S. Lucia), di S. Croce e<br />

dell’Angelo (o di S. Ubaldo). Alcune di esse conservano avanzi di decorazione pittorica, stemmi della città o<br />

addirittura gli antichi battenti lignei.


La Basilica di S. Ubaldo fu realizzata sopra la chiesa/santuario ove era stato traslato, l'11 settembre<br />

1194, il corpo di Sant'Ubaldo. Si deve la realizzazione del santuario alla costanza di due donne: Elisabetta ed<br />

Eleonora Gonzaga Duchesse di Urbino per soddisfare il voto che avevano fatto a Sant'Ubaldo per la<br />

guarigione dello zio, Papa Giulio II. I lavori iniziarono nel 1513 per terminare nel 1527. Il Santuario era<br />

probabilmente ricco di stucchi ed altari in stile rinascimentale o barocco che, per volontà umana, vennero<br />

tolti e distrutti a cavallo della prima guerra mondiale e l’inizio del periodo fascista. Questa scelta fu<br />

sostanzialmente fatta da due religiosi: il Canonico Costantino Sassi ed il Padre Custode della Basilica stessa,<br />

Padre Emidio Selvaggi. Quando quest’ultimo, infatti, arrivò a Sant'Ubaldo, l'11 novembre 1913, la<br />

situazione non era, per il santuario, delle migliori: venne così deciso, con l'aiuto di tutti, di renderla più bella<br />

e "vicina" alla sensibilità religiosa del momento. La Basilica venne ingrandita portandola a cinque navate.<br />

Vennero realizzate le vetrate del Mossmeyer con il ciclo delle vita di Sant'Ubaldo. Vennero sostituiti sia<br />

l'altare che l'organo. Venne rifatto il campanile e cambiata la campana. Sostanzialmente una chiesa nuova<br />

che nel 1919 il Papa Benedetto XV, consacrava a Basilica ... di Sant'Ubaldo. Ed anche il Santo beneficiò delle<br />

migliorie. Oggi la teca con le spoglie mortali del Santo è posizionata centralmente in posizione sopraelevata<br />

appena dietro l'altare maggiore,mentre lateralmente sulla destra si trova l'antica teca che ha contenuto per<br />

tanti anni le spoglie mortali del Santo. La Basilica di Sant'Ubaldo è ricca di opere d'arte, quasi tutti dipinti di<br />

artisti eugubini realizzati a cavallo del settecento; le vetrate artistiche di Francesco Mossmeyer risalgono,<br />

invece, al periodo appena successivo la prima guerra mondiale (1915 - 1921).<br />

S. Ubaldo nacque nel 1084 e morì il 16 maggio 1160. Proveniente da una nobile famiglia della Germania e<br />

ben presto orfano, venne educato da uno zio. Nel 1114 diventò un sacerdote e poi priore della sua<br />

canonica. Ubaldo era famoso anche fuori dalla città di Gubbio ed infatti nel 1126 la città di Perugia lo<br />

acclamò suo vescovo; Ubaldo si rifiutò e si recò a Roma dal papa Onorio II per essere esonerato dall’<br />

incarico ma nel 1129 gli impose quello di Gubbio.<br />

Il Palazzo dei consoli fu fatto costruire nel<br />

XIV secolo dal governo della città che, in questo modo, voleva testimoniare la grandezza e la potenza<br />

raggiunta dalla città. Il palazzo, in stile gotico, è alto circa 60 metri. Dal 1901 è sede del museo civico, dove<br />

sono esposti antichi reperti archeologici umbri, una collezione inestimabile di monete e una pinacoteca.<br />

Il palazzo Ducale fu costruito dopo il 1470 in seguito alla venuta di Federico da Montefeltro ed è<br />

dichiaratamente l'espressione di un modello di vita che si ispira alla civiltà umanistica. Laurana lavorò sotto<br />

Federico dal 1467 al 1472 cosicché il monogramma FD (Federicus Dux), che può essere letto in vari punti<br />

del palazzo , è posteriore al 1474, quando Montefeltro fu nominato Duca, e sembra suggerire che il palazzo<br />

fu costruito quando l'architetto dalmata era già alla corte di Napoli. Si può pensare, tuttavia, che Francesco


di Giorgio Martini, l'altro grande architetto che lavorò per Federico e la cui presenza a Gubbio in quel<br />

periodo era certa, mise in pratica e completò il progetto già impostato e abbozzato da Laurana. Molto<br />

interessante è il cortile interno che ricorda, con dimensioni ridotte, i palazzi ed i cortili di Urbino;<br />

sicuramente quando l'edificio fu consegnato doveva essere splendido per gli ornamenti e gli accessori<br />

rinascimentali. Lo "studiolo" del duca, oggi al Metropilitan Museum di New York, era di pannelli lignei<br />

riccamente intarsiati e copriva le pareti sino a m. 2,68; oggi si possono ancora osservare le bellissime tarsie<br />

del portone, il soffitto a cassettoni, il camino in pietra serena e le formelle in laterizio delle tettoie del<br />

palazzo. Il Palazzo oggi è di proprietà della Sovrintendenza dei beni culturali ed è adibito a museo e luogo di<br />

mostre.<br />

La Chiesa di San Giovanni si trova in una delle piazze più caratteristiche di Gubbio. La piazzetta una<br />

volta era più piccola, perché occupata in parte dall'antichissimo molino, poi tolto nel 1870 per ragioni di<br />

utilità. Il santo a cui è intitolata la chiesa, Giovanni Battista, è il più antico protettore della città. Edificata nel<br />

XI secolo, nel corso del tempo ha subito varie trasformazioni. Probabilmente è uno degli edifici religiosi più<br />

antichi di Gubbio. La facciata, riconducibile al XIII secolo, conserva memorie dell'architettura Romanica.<br />

L'ampio portale a tutto sesto, gli archetti pensili in alto, il timpano e il grande rosone centrale ne sono un<br />

esempio. Sulla destra è fiancheggiata da un campanile a pianta quadrangolare con finestre ogivali,<br />

anch'esso riferibile al periodo Romanico. Per molti anni fu l'unica chiesa usata dai Cristiani per il Battesimo:<br />

disponeva, infatti, di una grande vasca in cui, fino al 1492, le persone battezzate venivano immerse<br />

completamente. Poi nel 1828 la vasca venne rimossa dalla chiesa perché infiltrazioni d'acqua<br />

danneggiavano le pareti.


Come una grandiosa balconata Piazza della Signoria si affaccia sulla città di Gubbio, aprendosi tra le<br />

due poderose quinte architettoniche del Palazzo Pretorio e del trecentesco Palazzo dei Consoli, uno dei più<br />

solenni palazzi medievali italiani. La piazza è un buon punto di partenza per scoprire Gubbio lungo le sue<br />

affascinanti vie.<br />

Basilica dei Santi Mariano e Giacomo martiri è il duomo di Gubbio, e cattedrale della diocesi<br />

omonima. L’attuale Cattedrale in stile gotico, la cui costruzione è iniziata verso la fine del XII secolo, è<br />

costruita al posto del Duomo precedente, la cui costruzione è antecedente all’anno Mille. Terminata nelle<br />

sue forme essenziali nel 1241, essa ha subito rimaneggiamenti nel corso del XVI e XVIII secolo: recenti lavori<br />

di restauro hanno ripristinato internamente l’aspetto originale, eliminando le sovrastrutture tardobarocche,<br />

mentre l’aspetto esterno è ancora quello gotico originale. La facciata presenta un portale a sesto<br />

acuto, sopra il quale è una grande finestra attorniata da cinque bassorilievi del XIII secolo raffiguranti i<br />

simboli dei quattro evangelisti e l’Agnus Dei. Affianca l’edificio una robusta torre campanaria medievale.<br />

All’interno, la chiesa è ad un’unica navata con abside rettangolare, soffitto a capriate, con dieci archi a<br />

sesto acuto che sorreggono il tetto. I recenti lavori di restauro hanno portato alla scoperta di un sepolcro di<br />

stile gotico, di due statue di pietra raffiguranti dei santi e soprattutto dell’altare originario, costituito da un<br />

sarcofago d’epoca romana abbellito nel medioevo da colonnine di marmo rosa: in questo sarcofago sono le<br />

reliquie dei santi titolari della cattedrale. Sopra l’altare è un importante Crocifisso in legno del XIII secolo.<br />

Sono diverse le cappelle laterali con numerose opere d’arte, tra cui quelle di Benedetto e Virginio Nucci<br />

(Madonna con Bambino e Santi), Dono Doni, Antonio Gherardi (Nascita della Vergine), Sinibaldi Ibi, Giuliano<br />

Presutti; altre importanti opere ed oggetti di culto sono conservati nell’annesso museo della cattedrale. La<br />

chiesa ospita anche due organi del XVI secolo. È opera recente (Augusto Stoppoloni 1916-1918) la<br />

decorazione dell’abside e dell’arco trionfale, nonché di alcune cappelle laterali.


San Francesco e il lupo di Gubbio<br />

Il tempo in cui San Francesco abitava nella città di Gubbio, nella campagna circostante apparve un lupo<br />

grandissimo, terribile e feroce, che non solo divorava gli animali, ma anche gli uomini, al punto che i<br />

cittadini avevano una gran paura, poiché si avvicinava spesso alla città. Tutti uscivano armati dalla città,<br />

come se andassero a combattere e, nonostante ciò se qualcuno da solo si imbatteva in lui non era in grado<br />

di difendersi. Così per paura del lupo essi giunsero al punto che più nessuno osava uscire dalla città. Allora<br />

San Francesco ebbe compassione degli uomini e decise di andare incontro al lupo, anche se tutti i cittadini<br />

lo sconsigliavano. Fattosi il segno della croce si mise in cammino con i suoi compagni, affidandosi con<br />

fiducia a Dio. Quando i compagni ebbero timore di proseguire, il santo procedette da solo, seguito a<br />

distanza dallo sguardo di molti contadini venuti a vedere questo miracolo. Quando il lupo gli si fece<br />

incontro con la bocca spalancata, San Francesco gli si avvicinò, gli fece il segno della croce, chiamandolo<br />

“fratello lupo” e gli comandò in nome di Cristo di non fare male a nessuno. Come per miracolo, appena<br />

fatto il segno della croce, il lupo terribile chiuse la bocca e si fermò. Fatto ciò che gli era stato comandato, si<br />

avvicinò mansueto e si accovacciò ai piedi di San Francesco. Allora San Francesco lo accusò dei danni e dei<br />

grandissimi mali compiuti in quei luoghi, non solo ferendo e divorando gli animali, ma anche uccidendo e<br />

straziando gli uomini, creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio; perciò era degno dell’ impiccagione<br />

in piazza come un ladro e un omicida, essendosi attirato l’odio e l’inimicizia di ogni gente di quella città a<br />

queste parole il lupo con i movimenti del corpo, della coda e degli orecchi, chinando il capo, mostrò di<br />

accettare le parole del santo e di volergli ubbidire. Allora San Francesco aggiunse che era ormai tempo di<br />

fare la pace con gli uomini: se il lupo l’ avesse osservata stabilmente, senza far male né all’uomo né agli altri<br />

animali, egli l’avrebbe fatto nutrire degli uomini di quella città per tutta la vita, in modo di non patire più la<br />

fame, perché tutto il male da lui commesso, l’aveva fatto per fame e non per cattiveria. Su richiesta del<br />

santo, il lupo promise piegando il capo; poi, alla richiesta di confermare la promessa con il giuramento il<br />

lupo sollevò la zampa e, con fare mansueto, la pose nella mano di San Francesco, confermandogli il proprio<br />

consenso. Allora il santo gli ordinò in nome di Cristo di seguirlo senza timori, per consacrare la pace. E il<br />

lupo lo seguì come un mite agnello. I cittadini si meravigliarono molto e rapidamente la notizia si diffuse per<br />

tutta la città, così che accorsero in piazza grandi e piccoli, uomini e donne, giovani e vecchi, per vedere il<br />

lupo di San Francesco. Il santo, quando vide radunato il popolo, ne approfittò per spiegare che simili<br />

calamità sono permesse da Dio per purificare l’uomo dai suoi peccati e che il fuoco infernale è eterno e


molto più pericoloso del lupo, il quale può uccidere solo il corpo. Quindi esortò il popolo a fare penitenza<br />

per ottenere da Dio, nel presente, di essere liberato del lupo e, nel futuro, dalle fiamme dell’inferno. Poi il<br />

santo parlò della promessa fatta dal lupo di fare la pace con gli uomini e di non offenderli in nessuna cosa;<br />

si proclamò garante di quella pace a patto che gli uomini ogni giorno provvedessero al sostentamento del<br />

lupo. Tutti all’umanità promisero. Dinanzi a tutto il popolo, su richiesta di San Francesco, il lupo<br />

inginocchiandosi e chinando il capo, con gesti mansueti, promise di osservare i patti di pace e di non<br />

nuocere a nessuno; poi, come segno di voler mantenere fede alla promessa, il lupo sollevò la zampa destra<br />

e la pose sopra la mano del santo. A seguito di ciò, fu tanta l’allegria e l’ammirazione di tutto il popolo, sia<br />

per la devozione del Santo, sia per la novità del miracolo, sia per la pace del lupo, che tutti cominciarono ad<br />

alta voce a lodare e a benedire Dio, il quale aveva mandato loro San Francesco, che per i suoi meriti li aveva<br />

liberati dalla bocca della crudele bestia. Poi il lupo visse due anni a Gubbio e andava come un’animale<br />

domestico di porta il porta senza far male a nessuno e senza che nessuno ne facesse a lui, nutrito<br />

generosamente dalla gente, senza che nessun cane gli abbaiasse. Due anni dopo morì di vecchiaia. I<br />

cittadini si rammaricarono molto, perché, vedendolo andare mansueto per la città, si ricordavano meglio<br />

della virtù e della santità di San Francesco.<br />

N.B.: Le immagini inserite sul presente fascicolo sono state tratte dalla rete.

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