SISTEMI DI BASSA TENSIONE
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Concetto di limitazione<br />
corrente presunta e<br />
corrente reale<br />
circuiti protetti di superare qualche periodo di funzionamento transitorio che fa parte delle<br />
normali caratteristiche delle utenze. Esempi tipici sono l’avviamento di un motore asincrono<br />
trifase che assorbe una corrente di spunto elevata e l’accensione di lampade ad incandescenza<br />
che, a causa del filamento freddo all’atto dell’accensione, presentano una resistenza bassa e di<br />
conseguenza assorbono una corrente maggiore di quella nominale.<br />
Se gli sganciatori possono essere regolati, la taratura ideale è quella che colloca la curva di<br />
intervento più vicina possibile agli assi cartesiani avendo però l’accortezza di non interferire<br />
con le curve di corrente dei transitori caratteristici del carico.<br />
Nel caso di un interruttore posto a protezione di un quadro, normalmente è necessario<br />
prevedere l’intervento selettivo delle protezioni a monte del quadro protetto rispetto a quelle a<br />
valle.<br />
In queste situazioni è necessario considerare:<br />
- il tempo occorrente all’interruttore a valle per interrompere la corrente dopo l’intervento della<br />
relativa protezione,<br />
- le tolleranze del tempo di intervento degli sganciatori,<br />
- le tolleranze del tempo effettivo di interruzione delle correnti.<br />
Se si hanno diversi gradini di selettività cronometrica, la taratura del tempo di intervento<br />
dell’interruttore più a monte può risultare tanto elevata da superare il mezzo secondo.<br />
L’inconveniente può essere superato agevolmente con l’impiego di sganciatori elettronici, la cui<br />
precisione permette di garantire la selettività cronometrica con un ∆t tra monte e valle di 0,1<br />
sec. Con questo accorgimento si possono ottenere diversi gradini di selettività con un intervallo<br />
di tempo molto breve.<br />
La corrente presunta di cortocircuito è quella corrente che circolerebbe nel circuito se ciascun<br />
polo del dispositivo di protezione avesse un’impedenza trascurabile. In realtà così non è poichè<br />
sia l’interruttore che i cavi presentano una certa resistenza, pertanto la corrente reale di<br />
cortocircuito risulterà, a favore della sicurezza, sempre inferiore a quella presunta dedotta dai<br />
calcoli. In commercio si trovano anche interruttori automatici che possono limitare il valore<br />
della corrente di cortocircuito interrotta, chiamati interruttori ”limitatori”.<br />
Il potere di limitazione di un interruttore automatico consiste nella capacità, più o meno elevata,<br />
di lasciare passare, in occasione di un cortocircuito, una corrente limitata inferiore a quella di<br />
cortocircuito presunta.<br />
Questa limitazione si può ottenere con una elevata resistenza propria dell’interruttore e/o con<br />
un tempo di sgancio estremamente ridotto a tensione d’arco elevata.<br />
Negli interruttori limitatori vengono normalmente soddisfatte le condizioni:<br />
- apertura dei contatti prima che la corrente raggiunga il valore di picco,<br />
-immediato inserimento nel circuito di un’alta resistenza, costituita da un’elevata tensione<br />
d’arco.<br />
I vantaggi ottenuti con la tecnica della limitazione della corrente di cortocircuito sono i seguenti:<br />
- minor riscaldamento dei conduttori e degli isolanti con conseguente aumento della loro vita<br />
operativa,<br />
-minori effetti meccanici dovuti alle forze elettrodinamiche di repulsione (ridotte) e quindi meno<br />
rischi di deformazioni e di rotture,<br />
- minor influenza sugli apparecchi di misura vicini degli effetti elettromagnetici del<br />
cortocircuito.<br />
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