Elab. 56.2 (17,2 Mb) - Comune di Nuoro
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E = elementi a rischio; ai sensi del citato DPCM sono costituiti da persone e cose suscettibili <strong>di</strong> essere colpiti da eventi<br />
calamitosi.<br />
V = vulnerabilità intesa come capacità a resistere alla sollecitazioni indotte dall’evento e quin<strong>di</strong> dal grado <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta degli<br />
elementi a rischio E in caso del manifestarsi del fenomeno. Ogni qualvolta si ritenga a rischio la vita umana, ovvero per gli<br />
elementi <strong>di</strong> tipo E4, E3 e parte <strong>di</strong> E2, la vulnerabilità, secondo quanto si evince dal DPCM, è stata assunta pari all'unità; per<br />
quanto concerne agli elementi <strong>di</strong> alto tipo occorrerebbe provvedere ad effettuare analisi <strong>di</strong> dettaglio sui singoli cespiti ma<br />
esse esulano dai limiti delle attività previste dal <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> legge e, pertanto, anche a tali elementi è stato attribuito un<br />
valore <strong>di</strong> vulnerabilità ancora unitario. Ciò non toglie la possibilità, in fasi successive <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento dei piani, <strong>di</strong> poter<br />
provvedere ad una opportuna ricalibratura del parametro sulla base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> specifici <strong>di</strong> settore.<br />
Principali cause <strong>di</strong> pericolosità idraulica<br />
A livello <strong>di</strong> Bacino Unico Regionale, le principali <strong>di</strong> esondazione sono date dall’interazione tra infrastutture <strong>di</strong> trasporto e<br />
reticolo idrografico, unitamente ad una scarsa manutenzione fluviale come illustrato nella tabella seguente.<br />
Come si può osservare, su 1055 casi <strong>di</strong> pericolosità, oltre la metà delle cause deve ascriversi a insufficienza della luce libera<br />
sotto i ponti, per il 32%, e a scarsa manutenzione fluviale, per il 19%; seguono, quasi in egual misura, l’urbanizzazione in<br />
aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale, l’insufficienza della sezione alveata o <strong>di</strong> adeguate opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. In misura del tutto minore<br />
incidono altri fattori.<br />
In base alle risultanze degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sub_Bacino, si riportano <strong>di</strong> seguito l'estensione netta in ettari (ha) delle aree pericolose<br />
per fenomeni <strong>di</strong> piena sud<strong>di</strong>vise nelle 4 classi <strong>di</strong> pericolosità corrispondenti ai tempi <strong>di</strong> ritorno degli eventi <strong>di</strong> piena compresi<br />
tra 50 e 500 anni; le superfici relative ai tempi <strong>di</strong> ritorno sono al netto <strong>di</strong> quelle quelle a tempo <strong>di</strong> ritorno inferiore, per cui<br />
l’effettiva area inondata si ottiene cumulando in sequenza le suddette aree. Gli stessi valori sono poi aggregati per il Bacino<br />
Unico Regionale e riportati in percentuale del totale della superficie pericolose pari a 27.942 ha.<br />
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