Lebensborn: la fabbrica dei superuomini - ISRAT
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I centri <strong>Lebensborn</strong>, <strong>Lebensborn</strong>,<br />
anche per tute<strong>la</strong>re le ragazze<br />
madri, erano protetti dall’esterno, situati spesso in<br />
zone di campagna: questo contesto di segretezza<br />
(ad es. era tenuto segreto il nome del<strong>la</strong> famiglia se<br />
il bambino veniva adottato) alimentò presto<br />
pettegolezzi e dicerie e le cliniche furono descritte<br />
di volta in volta come “bordelli di lusso”, “stazioni<br />
di monta umane”, luoghi per <strong>la</strong> “procreazione<br />
forzata”.<br />
Nessuna donna, in verità, fu mai portata nei centri<br />
Lebenborn per accoppiarsi a fini riproduttivi, ma le<br />
gravidanze dovute a una breve o lunga re<strong>la</strong>zione<br />
extraconiugale tra donne ariane e tedeschi, lungi<br />
dall’essere censurate, erano incoraggiate e si<br />
mirava addirittura a cambiare <strong>la</strong> concezione<br />
negativa che <strong>la</strong> gente comune aveva delle<br />
ragazze madri.<br />
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