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Lebensborn: la fabbrica dei superuomini - ISRAT

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Il Processo di Norimberga<br />

A Norimberga non si tenne un processo distinto per il <strong>Lebensborn</strong>,<br />

<strong>Lebensborn</strong>,<br />

ma il 10 ottobre 1947 si aprì il processo (che durò fino al marzo marzo<br />

1948) contro il RSuHA (Ufficio centrale del<strong>la</strong> razza e del<br />

popo<strong>la</strong>mento): <strong>la</strong> stampa vi diede scarso rilievo e il <strong>Lebensborn</strong> non<br />

fu condannato in quanto istituzione; solo <strong>la</strong> dirigenza finì sul banco<br />

degli imputati e fu condannata a pene detentive minime, ma<br />

esclusivamente per appartenenza a un’organizzazione criminale, le le<br />

SS, non per le attività svolte nel <strong>Lebensborn</strong>: <strong>Lebensborn</strong><br />

Ulrich Greifelt: Greifelt:<br />

ergastolo (morì nel carcere di Landsberg il 6 febbraio<br />

1949)<br />

Max Sollmann: Sollmann:<br />

2 anni<br />

Gregor Ebner: Ebner:<br />

2 anni<br />

Günther nther Tesch : 2 anni<br />

Inge Viermetz: Viermetz:<br />

assolta<br />

Anche il cosiddetto Processo di Monaco del 1950 (del tribunale di di<br />

denazificazione) denazificazione)<br />

si concluse con 6 assoluzioni su 8 imputati e con<br />

due condanne assai miti.<br />

Dopo <strong>la</strong> guerra: il destino delle<br />

donne e <strong>dei</strong> figli <strong>dei</strong> tedeschi<br />

Le guerre hanno effetti contradditori sui rapporti tra i sessi:<br />

da una parte si possono ribaltare pregiudizi tradizionali: le donne donne<br />

occupano posti di <strong>la</strong>voro <strong>la</strong>sciati vacanti dagli uomini impegnati al<br />

fronte;<br />

dall’altra si inaspriscono le differenze e ci si irrigidisce nei confronti del<strong>la</strong><br />

morale sessuale femminile: dalle donne ci si aspetta che si prendano prendano<br />

cura del foco<strong>la</strong>re e che rimangano fedeli ai mariti e ai fidanzati fidanzati<br />

assenti.<br />

Il corpo femminile diventa dunque un altro fronte di guerra, <strong>la</strong> sessualità<br />

femminile assume un significato prioritario: non è solo una questione questione<br />

di<br />

decenza e virtù, ma anche di onore nazionale e di sopravvivenza: <strong>la</strong><br />

possibilità essere madri è considerata una risorsa nazionale e dunque dunque<br />

le re<strong>la</strong>zioni tra donne del luogo e soldati nemici costituiscono una<br />

minaccia e <strong>la</strong> donna che intrattiene tali re<strong>la</strong>zioni è ritenuta colpevole colpevole<br />

non solo verso il codice tradizionale di comportamento sessuale, ma<br />

anche nei confronti del<strong>la</strong> nazione.<br />

I “figli del<strong>la</strong> guerra” quindi furono stigmatizzati due volte: non non<br />

solo in<br />

quanto “bastardi”, ma anche e soprattutto perché “bastardi tedeschi”; tedeschi”;<br />

<strong>la</strong><br />

dubbia reputazione delle madri di proiettò sui figli (e sulle figlie, figlie,<br />

considerate fin dall’infanzia “disponibili”, tanto cha a volte finirono finirono<br />

per<br />

essere vittime di abusi sessuali).<br />

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