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“Un viaggio verso il Sud”

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LETTERATURA 38<br />

mare: <strong>il</strong> suo colore azzurro intenso<br />

incatena l’occhio e solo di tanto in<br />

tanto si osservano le piccole vele<br />

all’orizzonte.<br />

Per caso ho notato un vecchio<br />

edificio, nero di fuliggine, con un<br />

via vai di soldati. Era <strong>il</strong> Palazzo<br />

Ducale: all’interno, un cort<strong>il</strong>e meraviglioso.<br />

Tutto in marmo bianco.<br />

La cosa principale è la grande sala.<br />

Il resto assomiglia a molti castelli.<br />

In questo labirinto mi venne<br />

voglia di andare in un’osteria.<br />

Cercai, di nuovo, <strong>il</strong> mercato del<br />

pesce e lo trovai: vi era pure una<br />

buona bettola dove tranqu<strong>il</strong>lamente<br />

si assiepavano marinai e lazzaroni.<br />

(“lazzaroni”: lavoratori stagionali,<br />

mendicanti. N.d.R.)<br />

Sono stato servito bene: 50 ostriche,<br />

buon vino, ottimo pesce, posate<br />

d’argento massiccio. Non lo<br />

dimenticherò questo locale. Il tutto<br />

è costato 8 groschen.<br />

Ho visto, pure, <strong>il</strong> Teatro Nuovo e<br />

mi è piaciuta la nob<strong>il</strong>e architettura.<br />

La prima volta l’avevo visitato<br />

di sera e mi aveva molto impressionato<br />

l’interno. Oggi mi trovo<br />

davanti ad un colosso di marmo<br />

del miglior st<strong>il</strong>e.<br />

Sono andato di nuovo <strong>verso</strong> <strong>il</strong><br />

mare e ho notato, in lontananza,<br />

navi che stavano avvicinandosi al<br />

porto. La cosa mi interessava e<br />

mi diressi <strong>verso</strong> <strong>il</strong> molo. Una massa<br />

di gente era colà diretta e pensai<br />

fosse accaduto qualche cosa<br />

di straordinario. Giunto, madido di<br />

sudore, dissero che stavano arrivando<br />

due navi da guerra americane.<br />

Passata una mezz’ora, ecco<br />

una splendida corvetta e, poco<br />

dopo, una fregata con 60 cannoni,<br />

a vele spiegate: che spettacolo!<br />

Entrarono nel porto con calma<br />

e dignità, ammainarono le vele e<br />

gettarono l’ancora. La grande calma<br />

di questi colossi dell’acqua mi<br />

esortarono a fare ritorno e a gettare<br />

l’ancora… nella mia casa.<br />

Eravamo a tavola allorché la fregata<br />

cominciò a salutare con 21 colpi<br />

di cannone e si rispose dall’arsenale.<br />

Ho potuto osservare tutto:<br />

dapprima <strong>il</strong> lampo, poi <strong>il</strong> fumo e infine<br />

<strong>il</strong> botto che si ripeté in molti<br />

echi che non potei contare. La corvetta<br />

e la fregata sono ancorate<br />

davanti a me, così vicino che con <strong>il</strong><br />

suo Dollon (cannocchiale dioptico<br />

del padre. N.d.R.) posso vedere<br />

ogni movimento dei marinai: che<br />

attività, dappertutto. Dopo aver<br />

mangiato, io, Eckermann e <strong>il</strong> professor<br />

Mauch siamo andati a fare<br />

quattro passi <strong>verso</strong> <strong>il</strong> porto per osservare<br />

un po’ le molte navi mercant<strong>il</strong>i,<br />

almeno 200. Verso le otto<br />

arrivammo a casa e dopo un paio<br />

di bicchieri di vino, in fretta a letto.<br />

Sabato 10 luglio.<br />

Mi alzai presto e mi divertii<br />

nell’osservare l’affaccendarsi della<br />

gente al porto… L’amico Sterling<br />

venne a trovarmi e si offrì come<br />

guida a Genova. Uscimmo<br />

presto per vedere i migliori palazzi.<br />

Non si può descrivere la magnificenza:<br />

ora anzi è necessario<br />

non fermarsi sul singolo edificio,<br />

per esprimersi soltanto in generale.<br />

Posso solo dire che era troppo<br />

per una mattinata, con tanta bellezza<br />

e con quella calura implacab<strong>il</strong>e.<br />

Dopo pranzo siamo andati a<br />

visitare la fregata americana. Che<br />

vita! Solo qui ho potuto farmi<br />

un’idea di ordine, di subordinazione.<br />

Il capitano fu molto gent<strong>il</strong>e e<br />

cordiale e ci fece accompagnare<br />

da un ufficiale per vedere tutto.<br />

Era diventato tardi e ci affrettammo<br />

<strong>verso</strong> casa, per dormire, senza<br />

sogni, fino a domenica undici<br />

luglio. Sterling ci aveva promesso<br />

di accompagnarci a vedere i più<br />

importanti giardini e v<strong>il</strong>le. C’era un<br />

caldo micidiale, ma ce la facemmo.<br />

E qui che si deve imparare a<br />

conoscere Genova, per persuadersi<br />

che le si addice <strong>il</strong> nome “la<br />

Superba…”.<br />

Martedì 13 luglio.<br />

Per la prima volta ho fatto <strong>il</strong> bagno<br />

in mare: tutto è ben ordinato.<br />

Una gondola (non nera) porta al<br />

largo: si abbassa una scala e si

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