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il mieloma multiplo - Azienda ospedaliera S.Camillo-Forlanini

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Az.Osp.San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong>-Roma<br />

IL MIELOMA MULTIPLO<br />

Guida per i pazienti<br />

a cura del Dr. Luca De Rosa<br />

Ematologia e Centro Trapianti Cellule Staminali


<strong>Azienda</strong> Ospedaliera San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong><br />

IstItuto DI EmatotERapIa<br />

Unità Operativa di Ematologia e Centro Trapianti di Cellule Staminali<br />

Direttore Prof. Ignazio Majolino<br />

Staff Medico<br />

r. Battistini, F. Blandino, L. de rosa, MG Garzia, M. Lamanda, G. Luzi,<br />

S. Mancini, L. pac<strong>il</strong>li, B. pinazzi, a. proia, F. Spirito, a. Severino, V. zoli<br />

Coordinatori Infermieristici<br />

DEgEnza COnvEnzIOnalE C. Coratella<br />

CEnTrO TraPIanTI e. del Giudice<br />

DH-aMbUlaTOrIO M. Spalluto<br />

OSPEDalE DOMICIlIarE M. Spalluto<br />

Laboratorio di Ematologia<br />

C. ruscio, C. armentano, M. angelitti, F. palumbo<br />

Telefoni<br />

DIrEzIOnE 0658703495<br />

DEgEnza 0658703475-77<br />

CEnTrO TraPIanTI 0658703478-79<br />

DH-aMbUlaTOrIO 0658703483-84-91<br />

labOraTOrIO 0658703534<br />

OSP. DOMICIlIarE 0658703483


Indice<br />

Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

Che cosa è <strong>il</strong> Mieloma Multiplo .....................................................4<br />

Le cause .............................................................................5<br />

I tipi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

I sintomi .............................................................................6<br />

Gli esami clinico-strumentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

La stadiazione e la prognosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8<br />

Come si cura <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8<br />

La terapia iniziale o di prima linea .................................................. 10<br />

Il paziente candidab<strong>il</strong>e al trapianto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10<br />

Il paziente non candidab<strong>il</strong>e al trapianto ............................................. 13<br />

Efficacia del trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14<br />

La terapia di mantenimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15<br />

La terapia di supporto .............................................................. 15<br />

La terapia recidiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18<br />

Partecipare ad uno studio clinico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19<br />

Convivere con <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20<br />

Domande frequenti ...............................................................22<br />

Cosa offre l’UOC di Ematologia dell’ Az.Osp. S.Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> di Roma ...........23<br />

Associazioni di volontariato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

GLOSSARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

3


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

INTRODUZIONE<br />

Il Mieloma Multiplo è una malattia del midollo osseo che colpisce in prevalenza persone adulte<br />

ed anziane. l’invecchiamento della popolazione ha portato ad un incremento del numero di casi<br />

di Mieloma Multiplo, aumentando l’attenzione dei media verso questa patologia. lo scopo di<br />

questo opuscolo nasce proprio dalla necessità di fornire ai pazienti e ai loro fam<strong>il</strong>iari informazioni<br />

generali e suggerimenti su come comportarsi quando si è affetti da questa malattia. naturalmente<br />

le informazioni contenute in questa guida non intendono sostituire la consulenza dei medici, che<br />

sono le persone più adatte a cui rivolgersi per domande relative alla Sua situazione personale.<br />

Ci auguriamo che fornendo al paziente maggiori informazioni sulla sua malattia, possiamo<br />

ridurre la sua ansia e rendiamo più semplice la comprensione della malattia stessa. Mentre <strong>il</strong><br />

medico valuta ogni particolare situazione per scegliere la terapia più indicata, <strong>il</strong> paziente gioca un<br />

ruolo fondamentale per aiutare <strong>il</strong> medico nel valutare l’opzione terapeutica migliore. È importante<br />

che <strong>il</strong> paziente e la propria famiglia siano ben informati, facciano domande, e diano suggerimenti,<br />

un paziente che conosce la propria malattia aiuta <strong>il</strong> medico a prendere le decisioni migliori.<br />

Che cosa e’ <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong><br />

Il Mieloma Multiplo è un tumore del midollo osseo dovuta ad una crescita eccessiva di un<br />

particolare tipo di cellule che vengono chiamate plasmacellule, presenti normalmente nel midollo<br />

osseo e che fanno parte del sistema immunitario. le plasmacellule normali producono gli anticorpi<br />

(o immunoglobine) per aiutare a combattere le infezioni. nel <strong>mieloma</strong> le plasmacellule malate<br />

producono una grande quantità di una proteina, chiamata Componente Monoclonale o Componente<br />

M, che non è altro che un tipo particolare di anticorpo che non svolge nessuna funzione ut<strong>il</strong>e, ma<br />

<strong>il</strong> cui dosaggio consente di effettuare la diagnosi e <strong>il</strong> monitoraggio del <strong>mieloma</strong>. la Componente M<br />

contribuisce alla comparsa dei sintomi tipici del Mieloma Multiplo. Oltre a produrre la Componente<br />

M, le plasmacellule r<strong>il</strong>asciano una grande quantità di particolari sostanze, chiamate “citochine”,<br />

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che attraverso la stimolazione o <strong>il</strong> blocco di diverse cellule possono determinare la distruzione<br />

dell’osso, interferire con la produzione di cellule del midollo osseo, tra cui la produzione di globuli<br />

rossi causando anemia, e favorire la crescita delle plasmacellule a discapito delle cellule sane<br />

circostanti.<br />

Il <strong>mieloma</strong> colpisce gli adulti. l’età media del <strong>mieloma</strong> in fase iniziale è di circa 60 anni. Solo <strong>il</strong><br />

5-10% dei pazienti sono sotto i 40 anni. Esso può essere scoperto ad uno stadio pre-cancerogeno.<br />

lo stato più precoce è chiamato MgUS. Esso non è un vero e proprio tumore, ma una condizione<br />

chiamata gammopatia Monoclonale di Significato Incerto. nell’MGUS, le cellule del <strong>mieloma</strong><br />

costituiscono meno del 10% delle cellule contenute nel midollo osseo. Il rischio di passaggio da<br />

MgUS a <strong>mieloma</strong> attivo è molto basso: vi è solo l’1% di possib<strong>il</strong>ità all’anno di follow-up. Persino se<br />

le cellule <strong>mieloma</strong>tose sono ad un livello compreso tra <strong>il</strong> 10–30% del totale presente nel midollo<br />

osseo, <strong>il</strong> tasso di crescita può essere molto lento e rappresenta <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> smouldering/indolente<br />

o asintomatico. Entrambe queste condizioni possono evolversi molto lentamente e non richiedere<br />

trattamenti attivi. Molto importante è stab<strong>il</strong>ire la diagnosi corretta distinguendo l’MgUS o <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong><br />

indolente dal <strong>mieloma</strong> attivo o sintomatico, che richiede trattamenti.<br />

Le cause<br />

Sebbene negli ultimi anni siano stati condotti numerosi studi per identificare le possib<strong>il</strong>i cause del<br />

<strong>mieloma</strong>, ad oggi non ci sono ancora dimostrazioni certe. anche se molti fattori sembrano essere<br />

in grado di provocare o innescare <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>, purtroppo non tutti i dettagli sono noti. riguardo<br />

eventuali fattori genetici predisponenti, sebbene sia stata segnalata una certa tendenza fam<strong>il</strong>iare,<br />

si può tranqu<strong>il</strong>lamente affermare che non si tratta di una malattia ereditaria, ossia chi ha un<br />

parente stretto ammalato di <strong>mieloma</strong> ha un rischio di sv<strong>il</strong>uppare la malattia del tutto sim<strong>il</strong>e a<br />

quello di chi non ha parenti affetti.<br />

5


I tipi<br />

Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

Esistono differenti tipi e sottotipi di <strong>mieloma</strong>. la diversità dei tipi e dei sottotipi dipende dal tipo di<br />

immunoglobina (paraproteina) prodotta dalle cellule <strong>mieloma</strong>tose.<br />

Ci sono cinque tipi di catene pesanti: g, a, D, E ed M. Ci sono due tipi di catene leggere: kappa<br />

(k) e lambda (λ). la tipizzazione del <strong>mieloma</strong> (eseguita con un test chiamato “immunofissazione”)<br />

identifica sia le catene pesanti che quelle leggere. Circa <strong>il</strong> 65% dei pazienti è affetto da <strong>mieloma</strong><br />

Igg (Immunoglobulina g) con catene kappa o lambda. Il secondo tipo di <strong>mieloma</strong> più comune è<br />

quello Iga (Immunoglobulina a), anch’esso sia con catene kappa e lambda. I tipi IgM, IgD e IgE<br />

sono abbastanza rari.<br />

Oltre a produrre immunoglobine complete, <strong>il</strong> 30% dei pazienti produce contemporaneamente<br />

anche catene leggere isolate r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>i nelle urine o nel sangue. In circa <strong>il</strong> 20% dei pazienti, le<br />

cellule <strong>mieloma</strong>tose producono solo catene leggere, in questo caso si parla di <strong>mieloma</strong> a “catena<br />

leggera” o di “bence Jones” (bJ). raramente (in circa l’1–2% dei pazienti) le cellule del <strong>mieloma</strong><br />

producono poche o addirittura nessuna proteina monoclonale. In questo caso si parla di <strong>mieloma</strong><br />

“non secernente”. I mielomi a catena leggera o di bence Jones comportano una maggiore<br />

probab<strong>il</strong>ità di causare danno renale e/o portano a depositi di catene leggere nei reni e/o nei nervi e<br />

in altri organi, determinando una condizione nota come am<strong>il</strong>oidosi o malattia da deposito di catene<br />

leggere.<br />

I sintomi<br />

In 1/3 dei casi la diagnosi di Mieloma Multiplo è casuale ed avviene in seguito al riscontro della<br />

Componente M con l’esecuzione di normali esami del sangue di controllo. nei rimanenti 2/3 dei<br />

casi la malattia viene scoperta in seguito alla presenza di sintomi.<br />

Il sintomo più comune è <strong>il</strong> dolore osseo, più frequentemente localizzato alla colonna vertebrale,<br />

anche se, in realtà, può interessare qualunque segmento scheletrico del corpo. Il dolore è<br />

frequentemente associato alla presenza di una frattura patologica, dovuta all’indebolimento<br />

localizzato dell’osso stesso da parte della malattia. In alcuni casi <strong>il</strong> dolore osseo può accompagnarsi<br />

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ad un dolore di tipo nervoso, come nella sciatica, dovuto allo schiacciamento dei nervi da parte<br />

delle strutture ossee fratturate.<br />

la stanchezza è un altro disturbo che frequentemente si osserva e l’anemia ne è la causa<br />

principale. Talora <strong>il</strong> Mieloma si associa ad insufficienza renale. Il più delle volte l’insufficienza<br />

renale è asintomatica, ossia viene scoperta con gli esami del sangue senza che <strong>il</strong> paziente<br />

presenti specifici disturbi. Pur essendo clinicamente s<strong>il</strong>ente, in assenza di opportuni trattamenti<br />

l’insufficienza renale è destinata a peggiorare, costituendo così una temib<strong>il</strong>e conseguenza della<br />

malattia.<br />

Un altro disturbo che si può riscontrare in questi pazienti è l’ipercalcemia. Questa è conseguente<br />

all’esteso danno osseo indotto dalle plasmacellule e determina un quadro clinico caratterizzato da<br />

sonnolenza, debolezza muscolare, alterazioni del ritmo cardiaco e stitichezza.<br />

Meno di frequente è possib<strong>il</strong>e osservare neuropatia, ossia un malfunzionamento dei nervi, con<br />

conseguente riduzione del senso del tatto e con difficoltà a muovere i muscoli.<br />

Infine, i pazienti affetti da Mieloma sono spesso più suscettib<strong>il</strong>i alle infezioni. anche in questo<br />

caso la causa è da ricercare nell’indebolimento delle difese immunitarie causato dalla malattia<br />

stessa.<br />

Una volta che si ha <strong>il</strong> sospetto di Mieloma è necessario eseguire una serie di esami che servono<br />

a capire <strong>il</strong> grado di estensione della malattia.<br />

Gli esami clinico-strumentali<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

gli esami del sangue normalmente comprendono:<br />

emocromo completo<br />

esami per studiare la funzionalità renale (azotemia, creatinina, uricemia)<br />

esami per lo studio del metabolismo delle ossa (calcemia, fosfatasi alcalina)<br />

dosaggio della paraproteina nel siero (elettroforesi proteica, dosaggio delle immunoglobuline,<br />

dosaggio delle catene leggere sieriche, immunofissazione sierica)<br />

dosaggio della paraproteina nelle urine (dosaggio delle catene leggere nelle urine,<br />

immunofissazione urinaria o proteinuria di bence Jones)<br />

7


~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

~<br />

Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

dosaggio delle catene libere nel siero o Freelite assay (solo in casi selezionati)<br />

beta-2 microglobulina<br />

proteina C reattiva<br />

lDH<br />

gli esami strumentali normalmente comprendono:<br />

l’aspirato midollare<br />

la biopsia osteomidollare (in casi selezionati)<br />

lo studio citogenetico del midollo osseo<br />

la radiografia dello scheletro<br />

la TaC e/o la rMn della colonna vertebrale<br />

la PET/TaC<br />

La stadiazione e la prognosi<br />

Dopo aver completato gli esami sopradescritti, è possib<strong>il</strong>e determinare la stadiazione del <strong>mieloma</strong>.<br />

la stadiazione indica la gravità della malattia e, di conseguenza, offre anche un quadro prognostico<br />

per i singoli pazienti. I due sistemi di stadiazione più ut<strong>il</strong>izzati sono quello di Durie e Salmon, che<br />

si basa sui valori di anemia, calcemia, componente M e lesioni ossee, e <strong>il</strong> sistema di stadiazione<br />

internazionale (ISS) che analizza solo due parametri: l’albumina e la beta-2 microglobulina.<br />

Come si cura <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong><br />

Decidere se iniziare o meno un trattamento è molto importante. non tutte le persone cui è stato<br />

diagnosticato un <strong>mieloma</strong> hanno bisogno di iniziare immediatamente una terapia per tenere sotto<br />

controllo la malattia. Poiché i trattamenti attualmente disponib<strong>il</strong>i non sono in grado di portare alla<br />

guarigione e presentano effetti collaterali, prima di intraprendere una terapia si attende fino al<br />

momento in cui iniziano a manifestarsi sintomi che creano problemi effettivi. a tutt’oggi i sintomi<br />

da prendere in considerazione per considerare un <strong>mieloma</strong> sintomatico e pertanto bisognoso di<br />

trattamento, sono: la comparsa di anemia, la presenza di insufficienza renale, la comparsa di<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

lesioni ossee o la presenza di ipercalcemia. Questi criteri sono quelli indicati dall’acronimo inglese<br />

“CRAB”: (C) innalzamento del calcio, (r) insufficienza renale, (a) anemia e (b) anomalie ossee<br />

(lesioni litiche o perdita ossea)<br />

Fino a pochi anni fa, le terapie usate più comunemente per <strong>il</strong> trattamento del <strong>mieloma</strong><br />

consistevano in diversi tipi di chemioterapia, steroidi, terapia ad alto dosaggio e trapianto di cellule<br />

staminali. recentemente, tuttavia, sono sati introdotti nuovi trattamenti nella classe di farmaci<br />

disponib<strong>il</strong>i: talidomide, bortezomib vElCaDE® e lenalidomide rEvlIMID® (farmaco analogo alla talidomide).<br />

Esiste anche una serie di terapie di supporto per <strong>il</strong> trattamento dei sintomi e delle complicanze<br />

indotti dal <strong>mieloma</strong>. Queste terapie comprendono un gruppo di farmaci noti come bisfosfonati,<br />

ut<strong>il</strong>izzati per trattare la malattia ossea e <strong>il</strong> dolore alle ossa, e l’eritropoietina per l’anemia.<br />

la scelta del trattamento per <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> non è una decisione semplice, in quanto non è ancora<br />

stato identificato un trattamento ottimale, anche perché nei singoli pazienti la malattia si manifesta<br />

in modo diverso. vantaggi, svantaggi ed effetti collaterali derivanti dai trattamenti disponib<strong>il</strong>i<br />

presentano spesso differenze significative. Questo è <strong>il</strong> motivo per cui è molto importante che lei sia<br />

coinvolto nella decisione in merito a quale sia <strong>il</strong> trattamento più adatto alla Sua situazione. Infatti,<br />

potrebbe decidere semplicemente di seguire <strong>il</strong> consiglio del suo medico o partecipare in modo<br />

più attivo al processo decisionale. Il suo medico dovrebbe essere in grado di adattare l’approccio<br />

terapeutico da lui scelto tenendo in considerazione anche le sue esigenze.<br />

Prendere una decisione dopo essere stati informati è importante, di conseguenza dovrebbe<br />

prendersi tutto <strong>il</strong> tempo necessario per decidere. Tuttavia, in alcune situazioni potrebbe esservi<br />

l’urgenza di iniziare <strong>il</strong> trattamento, ad esempio, in presenza di danno renale significativo. Per<br />

conoscere in maniera più approfondita la Sua malattia e le opzioni terapeutiche disponib<strong>il</strong>i, cerchi<br />

di raccogliere più informazioni possib<strong>il</strong>i che secondo lei è necessario avere. Potrà ottenere le<br />

informazioni desiderate rivolgendosi a medici, infermieri, altri pazienti, pubblicazioni o cercando<br />

in internet. Fare un elenco dei pro e contro di ciascuna opzione terapeutica è un metodo valido per<br />

aiutarla a decidere in merito a quale sia <strong>il</strong> trattamento migliore per lei. Parlarne con la propria<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

famiglia, amici o con altri pazienti, può servirle a fare chiarezza. la decisione dovrebbe prendere in<br />

considerazione la sua condizione personale, st<strong>il</strong>e di vita, come si sente rispetto ai pro e contro delle<br />

opzioni terapeutiche disponib<strong>il</strong>i e gli effetti collaterali che queste potrebbero comportare. la cosa<br />

importante è che sia d’accordo con <strong>il</strong> suo medico sul trattamento che dovrà intraprendere. Qualora<br />

decidesse di non intraprendere un trattamento attivo per <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>, come anticipato, esistono<br />

numerose terapie di supporto che servono ad alleviare i sintomi della malattia. Per <strong>il</strong> trattamento<br />

dei sintomi, ad esempio <strong>il</strong> dolore, può essere ut<strong>il</strong>e consultare uno specialista di terapie palliative<br />

che sarà in grado di mettere a disposizione la propria competenza.<br />

Terapia iniziale o di prima linea<br />

Possiamo distinguere due diverse aree di trattamento del Mieloma Multiplo in base all’età e<br />

alle altre patologie del paziente. E’ necessario distinguere tra pazienti candidab<strong>il</strong>i al trapianto di<br />

cellule staminali e non candidab<strong>il</strong>i al trapianto. Infatti è stato dimostrato che <strong>il</strong> trapianto autologo<br />

è superiore rispetto alla chemioterapia convenzionale per i pazienti di età inferiore o uguale a 65<br />

anni, in assenza di importanti patologie concomitanti e con buona funzionalità d’organo; bisogna<br />

tuttavia tenere conto che <strong>il</strong> limite legato all’età non è così drastico e che in alcuni casi <strong>il</strong> trapianto<br />

può essere esteso anche a pazienti con età superiore a 65 anni dopo un’attenta valutazione delle<br />

condizioni cliniche generali. Per i pazienti di età superiore ai 65-70 anni <strong>il</strong> vantaggio del trapianto<br />

non è stato messo in evidenza.<br />

Pazienti candidab<strong>il</strong>i al trapianto<br />

Per i pazienti candidab<strong>il</strong>i al trapianto, le opzioni terapeutiche in prima linea di trattamento,<br />

elaborate sulla base dei risultati ottenuti dagli studi clinici, prevedono:<br />

Una terapia di induzione con lo scopo di ridurre le cellule di <strong>mieloma</strong> nel midollo osseo prima<br />

di procedere con le successive fasi di raccolta delle cellule staminali e trapianto. la terapia di<br />

induzione veniva in passato eseguita con chemioterapia convenzionale mentre oggi numerosi<br />

studi clinici hanno dimostrato la superiorità di combinazioni contenenti i nuovi farmaci non<br />

chemioterapici (bortezomib, talidomide, lenalidomide) associati a desametasone, chemioterapia o<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

combinati tra loro. nella Tabella 1 sono riportati gli schemi di induzione maggiormente ut<strong>il</strong>izzati.<br />

Una fase di raccolta delle cellule staminali emopoietiche autologhe dal sangue periferico, con l’impiego<br />

di fattori di crescita associati in genere a un chemioterapico, la ciclofosfamide ad alte dosi.<br />

Una fase di chemioterapia con melfalan ad alte dosi e successiva reinfusione delle cellule<br />

staminali emopoietiche autologhe (trapianto autologo). Una seconda procedura di terapia ad alte<br />

dosi può inoltre essere ripetuta a distanza di tre mesi dalla prima al fine di incrementare le risposte<br />

ottenute (doppio trapianto).<br />

Diversi studi clinici sperimentali stanno infine valutando la possib<strong>il</strong>ità di migliorare ulteriormente<br />

i risultati ottenuti applicando dopo <strong>il</strong> trapianto autologo una terapia di consolidamento con i<br />

nuovi farmaci. la terapia di consolidamento si basa sull’impiego di una trattamento efficace, di<br />

breve durata, che può essere sim<strong>il</strong>e a quello impiegato in induzione: allo scopo di incrementare e<br />

consolidare le risposte ottenute e ridurre l’eventuale malattia residua.<br />

Poiché senza trapianto di midollo osseo allogenico la malattia è destinata quasi inevitab<strong>il</strong>mente<br />

a recidivare, i soggetti giovani, con una lunga aspettativa di vita, sono i candidati ideali per questo<br />

tipo di trapianto.<br />

In termini temporali, dalla diagnosi alla conclusione delle terapie passa un intervallo di tempo<br />

variab<strong>il</strong>e tra 6 e 9 mesi, infatti: 5 mesi sono richiesti per i cicli convenzionali, la chemioterapia<br />

di mob<strong>il</strong>izzazione delle cellule staminali e la loro raccolta, poi vi sono 2-3 settimane di pausa,<br />

ed infine <strong>il</strong> periodo dell’autotrapianto. nel caso in cui segua un secondo autotrapianto, bisogna<br />

considerare un intervallo di 2-3 mesi tra <strong>il</strong> primo ed <strong>il</strong> secondo autotrapianto.<br />

In termini di degenza, tutta la prima fase (terapia di induzione) viene effettuata in regime<br />

ambulatoriale e/o di day hospital. la Ciclofosfamide e la successiva leucoaferesi può essere<br />

eseguita in regime di day hospital. Tuttavia <strong>il</strong> medico potrà ritenere ut<strong>il</strong>e eseguire l’uno o entrambe<br />

le procedure in regime di ricovero in casi particolari (necessità di inserire un catetere venoso per<br />

le leucoaferesi, frag<strong>il</strong>ità clinica del paziente, ecc.) con una degenza media di 3-7 giorni. Per <strong>il</strong><br />

trapianto è necessario <strong>il</strong> ricovero per una degenza di circa 15-20 giorni.<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

Tabella 1<br />

Trattamento di prima linea nel <strong>mieloma</strong>. Pazienti candidab<strong>il</strong>i al trapianto<br />

tERapIa DI pRIma<br />

LINEa<br />

VELCADE<br />

VD<br />

(VELCADE +<br />

DESAMEtASonE)<br />

VtD<br />

(VELCADE +<br />

tALiDoMiDE +<br />

DESAMEtASonE))<br />

ASSoCiAZioni Di<br />

VELCADE<br />

più CoMpLESSE<br />

(Con REVLiMiD,<br />

DoxiL, ALtRi<br />

AGEnti)<br />

tD<br />

(tALiDoMiDE +<br />

DESAMEtASonE)<br />

CommENtI VaNtaGGI sVaNtaGGI<br />

- Eccellente opzione<br />

approvata in prima<br />

linea<br />

- Di solito ut<strong>il</strong>izzata<br />

in associazione a<br />

desametasone<br />

- la più semplice<br />

opzione con velcade<br />

nella terapia di prima<br />

linea<br />

- la associazione più<br />

efficace<br />

- Effetti collaterali da<br />

discutere con <strong>il</strong> proprio<br />

medico<br />

- Molte combinazioni<br />

altamente efficaci<br />

- necessaria<br />

discussione attenta con<br />

<strong>il</strong> medico per quanto<br />

riguarda l’associazione<br />

di agenti contro l’uso<br />

sequenziale di agenti<br />

nel tempo<br />

- Semplice opzione di<br />

prima linea<br />

- valore ed effetti<br />

collaterali comparati<br />

all’ rD o al rd (vedi<br />

sotto)<br />

12<br />

- Ha dimostrato<br />

benefici significativi<br />

- Molte combinazioni<br />

disponib<strong>il</strong>i<br />

- Tassi di risposta<br />

eccellenti<br />

- approvato per<br />

l’induzione in prima<br />

linea<br />

- Tassi di risposta<br />

molto alti<br />

- Eccellenti tassi di<br />

risposta dopo trapianto<br />

- approvato per <strong>il</strong><br />

trattamento di prima<br />

linea<br />

- Eccellenti tassi di<br />

risposta<br />

- alcune combinazioni<br />

permettono un<br />

trattamento privo di<br />

steroidi<br />

- Un approccio orale<br />

che induce alla<br />

remissione nel 70% dei<br />

pazienti<br />

- approvato per <strong>il</strong><br />

trattamento di prima<br />

linea<br />

- Dà neuropatia<br />

periferica parzialmente<br />

o completamente<br />

reversib<strong>il</strong>e<br />

- Per via endovenosa<br />

- Possib<strong>il</strong>ità di effetti<br />

collaterali: neuropatia<br />

periferica<br />

- associazioni per via<br />

endovenosa<br />

- Potenziale per effetti<br />

collaterali<br />

- associazioni per via<br />

endovenosa<br />

- Tossicità aggiunte<br />

con incertezza sui<br />

benefici<br />

- neuropatia e<br />

trombosi venosa<br />

profonda sono<br />

potenziali rischi


tERapIa DI pRIma<br />

LINEa<br />

R o RD o RD<br />

(REVLiMiD DA SoLo<br />

o in ASSSoCiAZionE<br />

Con<br />

DESAMEtASonE AD<br />

ALtE o BASSE DoSi)<br />

DEsamEtasoNE<br />

VAD<br />

(VinCRiStinA+ADRi<br />

AMiCinA+DESAMEt<br />

ASonE<br />

Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

CommENtI VaNtaGGI sVaNtaGGI<br />

- alternativa molto<br />

efficace a TD<br />

- Spesso preferito sia<br />

dai medici che dai<br />

pazienti<br />

- Una soluzione<br />

semplice per la<br />

gestione delle prime<br />

fasi della malattia<br />

- E’ stata la prima<br />

opzione fino all’avvento<br />

dei nuovi agenti<br />

Pazienti non candidab<strong>il</strong>i al trapianto<br />

13<br />

- assunto per via orale<br />

- Eccellenti tassi di<br />

risposta<br />

- generalmente ben<br />

tollerato<br />

- Fornisce una<br />

percentuale di risposta<br />

sim<strong>il</strong>e al vaD<br />

- Induce remissione<br />

nel 70%<br />

- non danneggia le<br />

cellule staminali<br />

- revlimid da solo può<br />

produrre una risposta<br />

meno efficace<br />

- rischio di<br />

trombosi venosa,<br />

richiede ut<strong>il</strong>izzo di<br />

anticoagulanti<br />

- Può avere tossicità<br />

midollare<br />

- Può essere poco<br />

tollerato<br />

- Ha bisogno di<br />

accesso venoso<br />

(catetere) e può essere<br />

fonte di infezioni<br />

- la vincristina può<br />

indurre neuropatia<br />

nei pazienti non candidab<strong>il</strong>i al trapianto, <strong>il</strong> trattamento di riferimento è stato per lungo tempo<br />

rappresentato dalla combinazione di melphalan - primo farmaco ad essersi mostrato realmente<br />

attivo nei confronti del <strong>mieloma</strong> - e prednisone. negli ultimi anni, numerosi studi hanno mostrato<br />

come l’aggiunta dei nuovi farmaci alla terapia convenzionale permetta di incrementare in modo<br />

significativo le risposte ottenute. ad oggi gli schemi più ut<strong>il</strong>izzati comprendono quindi melfalan a<br />

dosi standard e/o cortisone associati a nuovi farmaci: bortezomib, talidomide, lenalidomide (vMP,<br />

MPT, MPr) ( vedi tabella 2 ) normalmente tutta la terapia viene somministrata ambulatorialmente<br />

o in regime di Day Hospital.


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

tabella 2 – Trattamento di prima linea nel <strong>mieloma</strong>. Pazienti non candidab<strong>il</strong>i al trapianto<br />

tERApiA Di pRiMA LinEA VAntAGGi SVAntAGGi<br />

Mp<br />

(MELphALAn +<br />

pREDniSonE)<br />

MD<br />

(MELphALAn +<br />

DESAMEtASonE)<br />

Mpt<br />

Mp + tALiDoMiDE)<br />

VMp<br />

(Mp + VELCADE)<br />

MpR<br />

(Mp + REVLiMiD)<br />

ALtRE tERApiE CoME<br />

LA CiCLofoSfAMiDE E<br />

L’EtopoSiDE<br />

poSSiBiLi CoMBinAZioni:<br />

- VBMCp (pRotoCoLLo M2)<br />

- VMCp/VBAp (pRotoCoLLo<br />

SWoG)<br />

- ABCM (pRotoCoLLo UK<br />

MRC)<br />

Efficacia del trattamento<br />

- via orale<br />

- ben tollerato<br />

- Produce remissiioni nel 60%<br />

dei casi<br />

- I medici hanno alta fam<strong>il</strong>iarità<br />

con <strong>il</strong> protocollo<br />

- Produce benefici più rapidi di<br />

MP<br />

- via orale<br />

- ben tollerato<br />

- Più alti tassi di risposta<br />

rispetto a MP<br />

- approvato per la prima linea<br />

- via endovenosa<br />

- ben tollerato<br />

- Più alti tassi di risposta<br />

rispetto a MP<br />

- approvato per la prima linea<br />

- via orale<br />

- ben tollerato<br />

- Più alti tassi di risposta<br />

rispetto a MP<br />

- approccio più aggressivo<br />

- Ut<strong>il</strong>i come salvataggio<br />

14<br />

- Può danneggiare le cellule<br />

staminali per <strong>il</strong> trapianto<br />

- beneficio che si manifesta<br />

lentamente in diversi mesi<br />

- Il melphalan può danneggiare<br />

le cellule staminali<br />

- Desametasone poco tollerato<br />

in età avanzata<br />

- lo stesso come per MP<br />

- la talidomide può causare<br />

neuropatia periferica e indurre<br />

fenomeni trombotici, richiede<br />

anticoagulanti o aspirina<br />

- lo stesso come per MP<br />

- rischio di neuropatia<br />

periferica<br />

- Somministrazione endovenosa<br />

- lo stesso come per MP<br />

- Può indurre fenomeni<br />

trombotici, richiede<br />

anticoagulanti o aspirina<br />

- Più effetti collaterali che<br />

possono ridurre la qualità di<br />

vita<br />

- nessuna aggiunta di beneficio<br />

a lungo termine<br />

Come già precisato, obiettivo della terapia è ottenere <strong>il</strong> controllo della malattia e delle sue<br />

complicanze sull’organismo. Per scoprire come un paziente risponde ad un trattamento, è<br />

necessario condurre periodicamente numerosi esami. gli esami possono variare da paziente a<br />

paziente, di norma, tuttavia, comprendono normali esami del sangue e delle urine, da uno a due<br />

agoaspirati all’anno e saltuariamente esami radiologici e di diagnostica per immagini.


Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

I segni che la terapia è efficace si manifestano con:<br />

~<br />

~<br />

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~<br />

abbassamento del livello di paraproteina<br />

diminuzione del dolore osseo<br />

miglioramento dell’anemia<br />

riduzione del numero di plasmacellule nel midollo osseo<br />

Tuttavia, uno dei migliori indicatori della risposta al trattamento consiste nel miglioramento<br />

dello stato di salute complessivo del paziente. E’ importante notare ancora una volta che la durata<br />

della risposta è importante tanto quanto <strong>il</strong> grado. nel glossario sono riportati i tipi più importanti<br />

di risposta.<br />

La terapia di mantenimento<br />

Poiché <strong>il</strong> Mieloma Multiplo è una malattia inguarib<strong>il</strong>e con le terapie attuali, che però trae beneficio<br />

dai trattamenti, fino al punto da essere resa “cronica” per lunghi periodi di tempo, ci si è posti <strong>il</strong><br />

problema di evitare le ricadute di malattia. la terapia di mantenimento ha lo scopo di prolungare<br />

<strong>il</strong> periodo di risposta al trattamento, sia in remissione che in fase di plateau. Come terapie di<br />

mantenimento sono stati ut<strong>il</strong>izzati l’interferone e gli steroidi, ma non sempre è stato possib<strong>il</strong>e<br />

dimostrare un vantaggio clinico nel loro impiego. l’aggiunta all’attuale armamentario terapeutico<br />

della Talidomide ha messo a disposizione un farmaco con caratteristiche valide per <strong>il</strong> mantenimento<br />

(assunzione per bocca, scarsa tossicità a basse dosi, meccanismo d’azione antitumorale differente<br />

dai farmaci ut<strong>il</strong>izzati nell’autotrapianto). Tuttavia, a tutt’oggi, i risultati degli studi clinici che hanno<br />

ut<strong>il</strong>izzato talidomide come terapia di mantenimento restano molto contrastanti. la lenalidomide<br />

sembrerebbe avere dei vantaggi rispetto alla talidomide, ma i risultati sono ancora da considerare<br />

sperimentali.<br />

La terapia di supporto<br />

In aggiunta alla terapia primaria diretta al contenimento e alla eliminazione delle cellule<br />

responsab<strong>il</strong>i del <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong>, un corollario importante è rappresentato dalla terapia di<br />

supporto finalizzata a stab<strong>il</strong>izzare le condizioni del malato ed alleviare l’impatto fisico ed emotivo<br />

15


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

della malattia. la terapia di supporto è spesso necessaria, in quanto la persona affetta da <strong>mieloma</strong><br />

<strong>multiplo</strong> può sv<strong>il</strong>uppare:<br />

1. Anemia:<br />

può manifestarsi come conseguenza del <strong>mieloma</strong>, o come effetto collaterale delle<br />

terapie e portare all’insorgenza di sintomi quali, affaticamento e debolezza. non sempre<br />

l’anemia necessita di trattamento terapeutico, in quanto <strong>il</strong> midollo osseo, spesso, è in grado<br />

di riprendere la sua funzione, in particolare se <strong>il</strong> trattamento riesce a tenere sotto controllo <strong>il</strong><br />

<strong>mieloma</strong>. Qualora si rendesse necessario <strong>il</strong> trattamento dell’anemia, possono essere ut<strong>il</strong>i le<br />

trasfusioni di sangue; inoltre è disponib<strong>il</strong>e un farmaco, l’eritoropoietina in grado di stimolare<br />

l’organismo a produrre un numero superiore di globuli rossi.<br />

2. Leucopenia e piastrinopenia:<br />

un basso numero di globuli bianchi (leucopenia) non sempre<br />

richiede un trattamento, tuttavia, occorre prestare attenzione ai sintomi di infezione (come<br />

ad esempio, febbre, tosse con espettorato di colore verde, dolore durante la minzione) e<br />

informare immediatamente <strong>il</strong> medico. Se la conta dei globuli bianchi è molto bassa, <strong>il</strong> medico<br />

potrebbe prescrivere un ciclo con terapia antibiotica per prevenire le infezioni prima che<br />

possano attaccare l’organismo. Esistono anche farmaci (denominati fattori di crescita) in<br />

grado di stimolare l’organismo a produrre una quantità superiore di globuli bianchi. Se la<br />

conta delle piastrine scende a livelli molto bassi (piastrinopenia), è possib<strong>il</strong>e intervenire con<br />

una trasfusione di piastrine.<br />

3. problemi nella funzionalità renale:<br />

nel <strong>mieloma</strong>, l’interessamento dei reni può essere<br />

ascrivib<strong>il</strong>e a diversi fattori. nella maggior parte dei casi è la proteina anomala, prodotta dalle<br />

cellule <strong>mieloma</strong>tose che danneggia i reni; ma anche la disidratazione e l’ipercalcemia, nonché<br />

alcuni farmaci impiegati per <strong>il</strong> trattamento della malattia e delle complicanze della malattia<br />

stessa, possono provocare danno renale (in particolare i farmaci antinfiammatori). Introdurre<br />

molti liquidi nell’organismo, è la cosa più importante che lei può fare per ridurre <strong>il</strong> rischio di<br />

danno renale. Dovrebbe cercare di bere almeno tre litri d’acqua al giorno. In base alle cause,<br />

esistono numerose opzioni per trattare <strong>il</strong> danno renale nel <strong>mieloma</strong>. In molti casi, <strong>il</strong> danno<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

renale è transitorio ed i reni possono recuperare la loro funzionalità. In un modesto numero<br />

di pazienti, tuttavia, <strong>il</strong> danno renale diventa permanente, necessitando così di un trattamento<br />

regolare di dialisi. Si tratta di depurare <strong>il</strong> sangue f<strong>il</strong>trandolo attraverso una macchina per<br />

dialisi, nello stesso modo in cui farebbero i reni se fossero sani.<br />

4. Danno osseo:<br />

la malattia ossea rappresenta una delle complicanze più comuni del<br />

<strong>mieloma</strong>. le cellule <strong>mieloma</strong>tose r<strong>il</strong>asciano sostanze chimiche che attivano gli osteoclasti<br />

deputati alla distruzione delle ossa, e bloccano gli osteoblasti, che normalmente riparano le<br />

ossa danneggiate. Quando ciò accade, le ossa si decompongono più rapidamente di quanto<br />

possono essere riparate, causando dolore osseo, lesioni litiche o addirittura fratture. la parte<br />

centrale e lombare del dorso, la gabbia toracica e le anche sono le aree colpite con maggior<br />

frequenza. le fratture si verificano più spesso a carico della colonna vertebrale o delle costole.<br />

Talvolta si verificano a seguito di una semplice pressione o ferita di lieve entità. le fratture delle<br />

vertebre possono portare al collasso delle stesse provocando dolore, diminuzione dell’altezza<br />

e curvatura della colonna vertebrale. grazie all’impiego di un gruppo di farmaci noti come<br />

bisfosfonati, negli ultimi anni <strong>il</strong> trattamento della malattia ossea nel <strong>mieloma</strong> ha subito una<br />

vera e propria rivoluzione. I bisfosfonati riducono l’ipercalcemia, controllano la malattia ossea<br />

esistente e rallentano l’ulteriore distruzione ossea. agiscono integrandosi nell’osso e bloccando<br />

l’attività delle cellule deputate alla distruzione delle ossa.<br />

5. Dolore osseo e fratture patologiche:<br />

sono <strong>il</strong> sintomo più comune per i pazienti ai quali viene<br />

~<br />

~<br />

diagnosticato <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> e sono spesso associati alla malattia ossea sottostante. la gestione<br />

efficace del dolore e la sua correlazione con la qualità della vita sono aspetti fondamentali e<br />

sono altrettanto importanti rispetto al trattamento della malattia stessa. Come per <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> in<br />

generale, <strong>il</strong> dolore è molto specifico per ogni individuo e <strong>il</strong> trattamento varierà di conseguenza.<br />

Tali disturbi possono richiedere l’impiego di:<br />

una terapia del dolore adeguata;<br />

un trattamento farmacologico con bifosfonati con lo scopo di inibire <strong>il</strong> progredire del<br />

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~<br />

~<br />

Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

riassorbimento osseo e migliorarne la rigenerazione e la densità;<br />

un trattamento chirurgico per fratture ossee o lesioni vertebrali con rischio di compressione<br />

midollare;<br />

un trattamento ricostruttivo con vertebroplastica o cifoplastica per crolli vertebrali;<br />

un trattamento radioterapico.<br />

Oltre a gestire la sintomatologia specifica, <strong>il</strong> trattamento di supporto deve prevedere misure e<br />

interventi, volti a controllare altri aspetti della vita quotidiana del malato, quali:<br />

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l’attività fisica: va verificata con <strong>il</strong> medico la possib<strong>il</strong>ità di condurre una regolare attività fisica<br />

o l’opportunità di variarne l’intensità, in considerazione delle condizioni dello scheletro e del<br />

sistema della coagulazione, nel caso di attività sportive che possano indurre traumatismi;<br />

la dieta: va seguita con attenzione facendo riferimento alle raccomandazioni per un regime<br />

alimentare corretto. Particolare cautela va prestata all’assunzione di vitamina C, multivitaminici,<br />

thè verde e supplementi anti-ossidanti per le possib<strong>il</strong>i interazioni con i farmaci assunti;<br />

lo stato psicologico: importante <strong>il</strong> sostegno di uno psicologo, nel caso in cui emergano i primi<br />

segni di uno stato depressivo. Inoltre, per quanto possib<strong>il</strong>e, andrebbe limitato o comunque<br />

ridotto drasticamente lo stress da lavoro o fam<strong>il</strong>iare, dando priorità assoluta alla gestione del<br />

<strong>mieloma</strong>, fino al raggiungimento di una risposta e/o di una situazione di stab<strong>il</strong>ità di malattia.<br />

<strong>il</strong> sonno regolare: elemento molto importante per <strong>il</strong> Suo sistema immunitario.<br />

La terapia della recidiva<br />

Il Mieloma Multiplo è una patologia cronica, che inizialmente risponde bene alle terapie ma che<br />

tende a ripresentarsi nel tempo. Per questo motivo le recidive sono frequenti e, talora, di diffic<strong>il</strong>e<br />

trattamento, poiché le cellule che ricompaiono sono normalmente meno sensib<strong>il</strong>i ai chemioterapici.<br />

Se <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> compare nuovamente si parla di recidiva. Può essere molto deludente e angosciante<br />

per i pazienti, le loro famiglie e per chi li assiste. Parlare con <strong>il</strong> proprio medico, fam<strong>il</strong>iari o altri<br />

pazienti può essere molto ut<strong>il</strong>e. Se <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> ricompare, insieme al suo medico dovrà valutare<br />

quale terapia intraprendere per cercare di controllare nuovamente la malattia. E’ possib<strong>il</strong>e che<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

le opzioni di trattamento in caso di recidiva siano già state discusse durante <strong>il</strong> piano terapeutico<br />

iniziale. Tuttavia i rischi e i vantaggi delle terapie nelle persone con <strong>mieloma</strong> recidivante non sono<br />

molto chiari, molti medici preferiscono valutare nuovamente tutte le opzioni; nel frattempo, infatti,<br />

le opinioni del paziente e la malattia stessa possono variare. In alcuni pazienti, è possib<strong>il</strong>e ripetere<br />

con successo <strong>il</strong> trattamento originario, in particolare se la risposta iniziale alla terapia è stata<br />

buona. In altri invece, è possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> non risponda alla terapia usata in precedenza; in<br />

questo caso si parla di malattia resistente o refrattaria.<br />

Se lei rientra nei casi di <strong>mieloma</strong> resistente / refrattario alla chemioterapia iniziale, esistono<br />

molte altre opzioni che possono essere adottate, tra cui:<br />

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provare un diverso tipo di chemioterapia<br />

sottoporsi a terapia ad alte dosi e trapianto di cellule staminali autologhe<br />

terapia con talidomide<br />

terapia con velcade<br />

terapia con steroidi ad alte dosi<br />

Terapia con revlimid, uno trattamento sperimentale<br />

impiego del trapianto allogenico di cellule staminali<br />

Partecipare ad uno studio clinico<br />

attualmente, sono in corso numerosi studi per trovare trattamenti più efficaci e meno tossici.<br />

Tuttavia, fino al momento in cui non ne sarà accertata l’efficacia e la sicurezza, questi trattamenti<br />

sono presi in esame solo per i pazienti che hanno avuto una progressione della malattia, o una<br />

recidiva dopo terapia convenzionale. Il modo migliore e più sicuro di assumere un nuovo farmaco e<br />

ricevere una nuova terapia, è tramite la partecipazione ad uno studio clinico. E’ importante capire<br />

che non tutti i pazienti sono idonei a ricevere un nuovo trattamento, ma se lei è interessato a<br />

provarne uno, dovrebbe discuterne con <strong>il</strong> suo medico. le sperimentazioni cliniche sono studi<br />

programmati, che coinvolgono i pazienti e hanno lo scopo di testare nuove terapie o confrontare<br />

19


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

diversi tipi di trattamenti esistenti. vengono condotti seguendo una prassi rigorosa indicata in un<br />

“protocollo”. Tutti i pazienti arruolati in uno studio vengono monitorati attentamente. le informazioni<br />

raccolte nel corso di uno studio vengono confrontate e analizzate da esperti ricercatori. I risultati<br />

contribuiranno a stab<strong>il</strong>ire quali sono i trattamenti migliori che saranno in grado di migliorare le<br />

cure per i pazienti.<br />

Essere invitato a partecipare ad uno studio clinico non significa necessariamente dovere<br />

provare una nuova terapia. lo studio può anche testare nuove modalità di impiego di trattamenti<br />

esistenti. In molti ospedali, incluso <strong>il</strong> nostro, trattare i pazienti oncologici nell’ambito di studi clinici<br />

rientra nelle normali attività. via, via che si ottengono ulteriori informazioni su queste terapie<br />

sperimentali, sarà più chiaro anche <strong>il</strong> loro ruolo rispetto ai trattamenti consolidati. Con <strong>il</strong> tempo,<br />

se si dimostreranno più efficaci e sicuri, potrebbero sostituire alcune delle terapie esistenti.<br />

Convivere con <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong><br />

Ogni persona reagisce in modo diverso alla notizia di essere affetta da <strong>mieloma</strong>. Inizialmente le<br />

potrebbe capitare di sentirsi sopraffatto, attonito e disorientato. E’ possib<strong>il</strong>e che in questa fase non<br />

riesca a recepire tutte le informazioni, ma non deve preoccuparsi; ci saranno molte opportunità in<br />

cui potrà riformulare le domande. alcune volte avrà la sensazione di controllare completamente<br />

i propri sentimenti, mentre altre volte forti emozioni potrebbero coglierla impreparata. Potrebbe<br />

sentirsi molto impaurito, provare rabbia e frustrazione. Questi sentimenti sono comuni e fanno<br />

parte del processo di accettazione della diagnosi. Imparare a conoscere meglio <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>, le<br />

opzioni terapeutiche disponib<strong>il</strong>i e come sarà la vita dopo <strong>il</strong> trattamento della malattia, possono<br />

contribuire ad attenuare tali sentimenti. le persone accanto a lei, potrebbero provare alcuni stati<br />

d’animo analoghi; anche loro hanno bisogno di sostegno. Parlare insieme di come ci si sente può<br />

essere ut<strong>il</strong>e. Molti pazienti, in alcuni stadi della malattia, si sentono depressi e ansiosi. Sebbene<br />

talvolta le capiterà di sentirsi ottimista, potrebbe anche accadere di sentirsi sopraffatto. Potrebbe<br />

avere disturbi del sonno, diventare irritab<strong>il</strong>e o perdere interesse per le cose che fa abitualmente.<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

E’ importante riconoscere i sintomi e discuterli con <strong>il</strong> proprio medico. le complicanze psicologiche<br />

possono essere curate, se <strong>il</strong> medico ne viene informato. Se incontra difficoltà a gestire le proprie<br />

emozioni, chieda al suo medico l’aiuto di uno psicoterapeuta. Presso <strong>il</strong> nostro ospedale è, infatti,<br />

presente un servizio di consulenza psicologica al quale <strong>il</strong> suo medico curante potrà indirizzarla.<br />

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Elenchiamo alcuni consigli per gestire al meglio la malattia e le varie terapie:<br />

Si rivolga al suo medico di base, al medico dell’ospedale o all’infermiera per conoscere quali<br />

sono i servizi e i vantaggi di cui può usufruire e dove chiedere aiuto in caso di necessità.<br />

Chieda di potere avere <strong>il</strong> nome e <strong>il</strong> numero di telefono di un contatto che faccia parte del<br />

personale del reparto di ematologia.<br />

riferisca al suo medico qualsiasi effetto collaterale.<br />

Descriva i sintomi in modo semplice e preciso. non li sminuisca né li ingigantisca.<br />

assuma tutti i farmaci secondo le indicazioni ricevute. Ut<strong>il</strong>izzi box portap<strong>il</strong>lole a scomparti<br />

per ricordare più fac<strong>il</strong>mente quale farmaco assumere e quando.<br />

Cerchi di bere tre litri di acqua / liquidi ogni giorno.<br />

non trascuri <strong>il</strong> suo stato di salute se assiste un malato.<br />

Si ritagli del tempo per r<strong>il</strong>assarsi.<br />

Individui eventuali segni di stress o depressione (tristezza, disturbi del sonno, mal di testa,<br />

inappetenza) e li riferisca al suo medico.<br />

Faccia in modo che dormire un numero sufficiente di ore diventi una priorità.<br />

Cerchi di fare ogni giorno una cosa che le piace.<br />

Per chi assiste: ogni giorno trovi del tempo per sé; cerchi di uscire di casa, se possib<strong>il</strong>e.<br />

Pensi in modo positivo, ma si permetta di avere anche dei “giorni negativi”.<br />

Tenga un diario in cui annotare i sintomi.<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

Domande frequenti<br />

la scelta del trattamento è importante per la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti<br />

affetti da <strong>mieloma</strong>. Per arrivare ad una consapevole decisione, <strong>il</strong> paziente ha bisogno di avere<br />

delle spiegazioni. Il suo medico è disponib<strong>il</strong>e a rispondere a tutti i tuoi quesiti. Un buon rapporto di<br />

comunicazione con la Sua équipe medica implica molta fiducia e collaborazione. Dovrebbe sentirsi<br />

a proprio agio quando rivolge loro eventuali domande o discute le opzioni terapeutiche. Conoscere<br />

meglio <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>, i pro e i contro dei diversi trattamenti servirà a comunicare più fac<strong>il</strong>mente con<br />

l’équipe medica. Dovreste prendere insieme qualsiasi decisione relativa ai trattamenti. ricordi che<br />

<strong>il</strong> suo medico potrebbe non essere in grado di rispondere a domande specifiche relative al futuro<br />

della Sua malattia. ad esempio, lei potrebbe volere sapere se <strong>il</strong> suo trattamento avrà successo<br />

prima di intraprenderlo. Molto probab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> suo medico sarà in grado di fornirle delle cifre, ma<br />

non saranno comunque specifiche del suo caso.<br />

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le forniamo un elenco delle domande che può porre al suo medico:<br />

Quali sono le opzioni terapeutiche disponib<strong>il</strong>i?<br />

Posso scegliere <strong>il</strong> trattamento a cui sottopormi?<br />

Qual è l’obiettivo del trattamento?<br />

Qual è <strong>il</strong> grado di successo che ha riscosso in passato?<br />

Cosa accadrebbe se rifiutassi <strong>il</strong> trattamento?<br />

Questo trattamento è somministrato nell’ambito di uno studio clinico?<br />

Quale è la sua esperienza e quella della sua équipe per questo tipo di trattamento?<br />

Qual è la via di somministrazione della terapia e quanto tempo richiede?<br />

Sarà necessario recarsi in ospedale / <strong>il</strong> ricovero?<br />

Come ci si sente prima, durante e dopo <strong>il</strong> trattamento?<br />

Si potranno manifestare effetti collaterali? Quali e per quanto tempo potrebbero<br />

perdurare?<br />

Il trattamento potrà compromettere le mie probab<strong>il</strong>ità di avere figli in futuro?<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

Con che frequenza dovrei sottopormi a controlli ed esami del sangue?<br />

Quali sono le probab<strong>il</strong>ità di ottenere una remissione completa o parziale?<br />

Quanto dura la remissione della malattia dei pazienti?<br />

Quali sarebbero le opzioni terapeutiche in recidiva di malattia?<br />

Quanto tempo occorre affinché vengano alleviati problemi come dolore<br />

osseo, fratture patologiche, anemia, affaticamento, ipercalcemia?<br />

riceverò altri trattamenti, ad es. bisfosfonati e terapie di mantenimento?<br />

Come capirò se la malattia si è risolta?<br />

avrò bisogno di assistenza?<br />

Come pensa sarà la mia qualità della vita?<br />

Chi sarà <strong>il</strong> mio punto di contatto principale in ospedale da questo momento in avanti?<br />

Chi posso contattare in caso di emergenza?<br />

Cosa offre l’UOC di Ematologia<br />

la Struttura Complessa di Ematologia e Trapianto Cellule Staminali Emopoietiche (CSE) dell’az.<br />

Osp. S.Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> è particolarmente specializzata nel trattamento del Mieloma Multiplo.<br />

la terapia viene personalizzata in base alle caratteristiche prognostiche della malattia e l’Unità<br />

Clinica offre un pannello completo di indagini, tra cui l’analisi citogenetica e la FISH. Per quel<br />

che riguarda la terapia, l’Unità fornisce tutti i trattamenti attualmente disponib<strong>il</strong>i per trattare al<br />

meglio un paziente con <strong>mieloma</strong>, trattamenti che spaziano dalla chemioterapia convenzionale,<br />

all’impiego di nuovi farmaci da soli o in associazione fino al trapianto allogenico di cellule staminali,<br />

anche da donatore da banca. Presso <strong>il</strong> nostro ospedale è anche presente un Centro Trasfusionale<br />

in grado di fornire tutto <strong>il</strong> supporto necessario per la terapia trasfusionale e per la raccolta e<br />

criopreservazione delle cellule staminali sia midollari che da sangue periferico. relativamente<br />

al trapianto allogenico, vengono ut<strong>il</strong>izzati differenti modalità di trapianto, spaziando dai protocolli<br />

convenzionali alle modalità più innovative che prevedono l’impiego di regimi di preparazione<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

estremamente leggeri e ben tollerati. riguardo ai nuovi farmaci, l’Unità Operativa Complessa di<br />

Ematologia e Centro Trapianti CSE dell’ azienda Ospedaliera S.Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> è inserita in un<br />

network di centri ematologici d’eccellenza che rappresentano l’asse portante della sperimentazione<br />

clinica nel Mieloma Multiplo in Italia. Tale condizione permette l’accesso ai protocolli più innovativi<br />

ed ai farmaci di più recente ingresso nella fase di sperimentazione clinica italiana od europea.<br />

all’interno dell’Ospedale sono, inoltre, presenti tutte le più importanti specialità mediche e<br />

chirurgiche in grado di soddisfare tutte le necessità e trattare le eventuali complicazioni che si<br />

venissero a delineare nel corso della malattia.<br />

Dal 2007 è attivo presso l’ Ematologia della nostra azienda: l’Ospedale Ematologico Domic<strong>il</strong>iare<br />

(OED). Tale progetto è stato reso possib<strong>il</strong>e attraverso la collaborazione dell’UOC di Ematologia con<br />

la S.a.ne.S. che mette a disposizione personale multidisciplinare, altamente qualificato, costituito<br />

da medici specialisti, infermieri professionali, assistenti sociali, psicologi e volontari ed è stata<br />

ufficializzata una convenzione tra S.a.ne.S. - U.O.C. di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali<br />

Emopoietiche - azienda Ospedaliera S. Cam<strong>il</strong>lo/<strong>Forlanini</strong> . Da allora è iniziata un’attività di<br />

assistenza domic<strong>il</strong>iare ematologica con effettuazione di prestazioni qualificate diagnostiche,cliniche<br />

e terapeutiche, permettendo in media a 15 pazienti al mese di usufruire di un’ assistenza medica<br />

ed infermieristica domic<strong>il</strong>iare altamente qualificata. Dal 2009 è da segnalare una significativa ed<br />

essenziale collaborazione economica con roma<strong>il</strong> che ha permesso <strong>il</strong> potenziamento dell’attività.<br />

nella pratica l’operatore sanitario (infermieri, medici o altro personale qualificato) si reca in<br />

media due-tre volte a settimana al domic<strong>il</strong>io del malato per prelievi, trattamenti medici trasfusionali<br />

con emoderivati, visite specialistiche o altre prestazioni diagnostico- terapeutiche, coordinandosi<br />

peraltro con <strong>il</strong> medico di base e con i servizi offerti dai C.a.D. delle a.S.l. di appartenenza. Chieda<br />

al suo medico di riferimento le modalità per accedere a tale assistenza.<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

Associazioni di volontariato<br />

la S.a.ne.S, è un’organizzazione non a scopo di lucro (OnlUS) nata nel 1984 con l’obiettivo di<br />

sostenere <strong>il</strong> malato oncoematologico e la sua famiglia nonché di integrare, attraverso l’operato dei<br />

volontari e, laddove è possib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> supporto economico, <strong>il</strong> lavoro degli operatori sanitari dell’U.O. di<br />

Ematologia dell’ospedale S.Cam<strong>il</strong>lo di roma. nel corso degli anni, tanto è stato fatto per migliorare<br />

le condizioni di cura e di degenza dei pazienti attraverso l’allestimento di day-hospital e laboratori,<br />

ma dal 2007 le risorse economiche sono principalmente impiegate a sostegno dell’ Ospedale<br />

Ematologico Domic<strong>il</strong>iare, svolto da personale altamente qualificato e assolutamente gratuito per <strong>il</strong><br />

paziente. Inoltre, i volontari dell’associazione garantiscono, previo accordo, un servizio di navetta,<br />

anch’esso totalmente gratuito, per i pazienti impossib<strong>il</strong>itati a raggiungere i centri di cura. Su<br />

apposita richiesta la S.a.ne.S. garantisce inoltre, <strong>il</strong> servizio di assistenza e supporto psicologico e<br />

<strong>il</strong> servizio di assistenza medico-legale per pazienti e operatori. attraverso apposite convenzioni con<br />

strutture accoglienti private quali “bed&breakfast”, ubicati in zone limitrofe all’azienda Ospedaliera<br />

San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong>, aiuta pazienti e fam<strong>il</strong>iari in cura presso la suddetta azienda, provenienti<br />

da fuori roma, a trovare opportuno alloggio. l’associazione di volontariato a.l.b.a. (associazione<br />

contro le leucemie del bambino e dell’adulto) nata nel 2002 integra queste attività della S.a.ne.S<br />

battendosi per un’assistenza globale che comprenda anche accoglienza, scuola, alloggio, ambienti<br />

completamente dedicati ai bambini.<br />

GLOSSARIO<br />

AnEMiA: diminuzione del numero normale di globuli rossi, solitamente al di sotto di 10g/dl su<br />

13–14g/dl di emoglobina come valore normale. Il <strong>mieloma</strong> nel midollo osseo blocca la produzione<br />

di globuli rossi, causa insufficienza respiratoria, debolezza e stanchezza.<br />

AnGioGEnESi: formazione del vaso sanguigno, che solitamente accompagna la crescita di tessuti<br />

maligni, incluso <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>.<br />

AntiCoRpo: proteina prodotta da alcuni globuli bianchi (plasmacellule) per combattere le infezioni<br />

25


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

e la malattia in forma antigene come ad esempio batteri, virus, tossine, o tumori. Ogni anticorpo<br />

può legarsi unicamente ad uno specifico antigene. gli anticorpi possono agire in molteplici modi.<br />

lo scopo di questo legame è aiutare a distruggere l’antigene.<br />

ASpiRAto MiDoLLARE: rimozione, attraverso un ago, di un campione di midollo osseo da<br />

sottoporre all’esame microscopico. E’ <strong>il</strong> principale test clinico, insieme alla biopsia osteomidollare,<br />

per determinare la percentuale di cellule del <strong>mieloma</strong> nel midollo osseo.<br />

BEnCE JonES: proteina del <strong>mieloma</strong> presente nelle urine. Il valore della proteinura di bence<br />

Jones è espresso in termini di grammi per 24 ore. normalmente un valore molto basso di<br />

proteinura (< 0.1g/24h) può essere presente nelle urine, ma in questo caso si tratterà di albumina<br />

anzichè di proteinura di bence Jones. la presenza di qualsiasi proteina di bence Jones nelle urine<br />

è anormale.<br />

BEtA 2 MiCRoGLoBULinA (β2M): piccola proteina che si trova nel sangue. alti livelli si manifestano<br />

in pazienti in cui <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> è attivo. livelli bassi o normali si hanno in pazienti in fase iniziale e/o<br />

con malattia inattiva. In recidiva, la λ2M può aumentare prima che si manifesti qualsiasi altro<br />

cambiamento nei livelli di proteine. Perciò, <strong>il</strong> 90% delle volte la λ2M è ut<strong>il</strong>e per determinare l’attività<br />

della malattia.<br />

BifoSfonAto: tipo di farmaco che si lega alla superficie dell’osso dove è riassorbito (o distrutto)<br />

e protegge <strong>il</strong> corpo dall’attività osteoclasta.<br />

BiopSiA oStEoMiDoLLARE: prelievo, attraverso un ago, di una parte di tessuto dall’osso. le<br />

cellule sono controllate per vedere se sono cancerogene.<br />

BoRtEZoMiB (VELCADE®): Il bortezomib è <strong>il</strong> capostipite di una nuova generazione di farmaci<br />

(inibitori del proteosoma). E’ un farmaco che viene somministrato per via endovenosa rapida<br />

secondo <strong>il</strong> seguente schema: una somministrazione <strong>il</strong> giorno 1, 4, 8 e 11, con un periodo di riposo<br />

di 10 giorni. Si vengono così ad ottenere cicli di 3 settimane. Il più delle volte <strong>il</strong> bortezomib viene<br />

associato alla somministrazione di Desametazone per via orale ai giorni 1-2, 4-5, 8-9 e 11- 12. In<br />

generale vengono effettuati fino a 6 o 8 cicli con tale farmaco. Può essere effettuata una terapia<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

di associazione con Talidomide (bortezomib + Desametazone + Talidomide), con un notevole<br />

incremento del numero di risposte cliniche.<br />

riguardo alla tossicità della terapia con bortezomib, è opportuno segnalare come i due disturbi<br />

di gran lunga prevalenti siano rappresentati da un possib<strong>il</strong>e riduzione delle piastrine e dalla<br />

comparsa di neuropatia periferica. Quest’ultimo disturbo, in particolare, può rendere difficoltosa la<br />

prosecuzione delle terapie. In occasione delle visite mediche effettuate durante <strong>il</strong> trattamento con<br />

bortezomib, l’ematologo valuterà la comparsa di disturbi da neuropatia e, se presenti, deciderà<br />

se proseguire la terapia al dosaggio abituale, oppure a dosaggio ridotto, oppure se sospendere<br />

temporaneamente <strong>il</strong> trattamento fino a che non si sia avuto un miglioramento del quadro clinico.<br />

CAtEnE LEGGERE LiBERE: porzione di proteina monoclonale di basso perso molecolare che può<br />

essere misurata attraverso un’analisi sensitiva chiamata Freelite® test.<br />

CELLULE StAMinALi: cellule immature da cui tutte le cellule del sangue si sv<strong>il</strong>uppano. le cellule<br />

staminali si trovano normalmente nel midollo osseo e possono essere raccolte per <strong>il</strong> trapianto.<br />

ChEMiotERApiA: trattamento per la cura dei tumori che prevede l’ut<strong>il</strong>izzo di farmaci che uccidono<br />

tutte le cellule che si dividono rapidamente.<br />

ConSEnSo infoRMAto: processo mediante <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> medico fornisce al paziente informazioni<br />

sufficienti circa procedura proposta per far sì che i pazienti prendano una decisione consapevole<br />

riguardante l’essere sottoposti o meno alla procedura. Il medico deve, in aggiunta alla spiegazione<br />

delle procedure, spiegare i rischi, i benefici, le alternative terapeutiche e i costi.<br />

CREAtininA: piccolo composto chimico normalmente espulso dai reni. Se i reni sono danneggiati,<br />

<strong>il</strong> livello sierico della creatinina si accumula, con conseguente aumento dei livelli sierici di<br />

creatinina. Il test sulla creatinina sierica è usato per misurare la funzione del rene.<br />

DESAMEtASonE: potente corticosteroide impiegato da solo o in associazione ad altri farmaci.<br />

DiALiSi: Quando i reni di un paziente sono incapaci a f<strong>il</strong>trare <strong>il</strong> sangue, esso è purificato passando<br />

attraverso una macchina di dialisi.<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

EffEtti CoLLAtERALi: problemi che si verificano a causa dei farmaci oggetto del trattamento.<br />

Comuni effetti collaterali del trattamento per <strong>il</strong> cancro sono stanchezza, nausea, vomito,<br />

diminuzione delle cellule del sangue, perdita di capelli, e ferite della bocca.<br />

EffiCACiA: potenza nel produrre un effetto; l’efficacia in una ricerca contro <strong>il</strong> tumore si riferisce a<br />

come <strong>il</strong> trattamento è efficace.<br />

ELEttRofoRESi: test di laboratorio nel quale <strong>il</strong> siero del paziente (sangue) o le molecole presenti<br />

nell’urina sono sottoposti a separazione in accordo con la loro taglia e carica elettrica. Per pazienti<br />

affetti da <strong>mieloma</strong>, l’elettroforesi del siero o delle urine permette sia di quantificare le proteine<br />

del <strong>mieloma</strong> (Proteina-M) , sia di caratterizzare <strong>il</strong> tipico picco monoclonale caratteristico di ogni<br />

paziente. l’elettroforesi è usata come mezzo sia per la diagnosi che per <strong>il</strong> monitoraggio.<br />

EMoCRoMo: Si tratta dell’esame che analizza le cellule che compongono <strong>il</strong> sangue: i globuli rossi,<br />

che trasportano l’ossigeno, i globuli bianchi che aiutano a combattere le infezioni e le piastrine,<br />

deputate alla coagulazione del sangue.<br />

ERitRoCiti: vedi “globuli rossi”<br />

ERitRopoiEtinA: ormone prodotto dai reni. I pazienti affetti da <strong>mieloma</strong> con i reni danneggiati<br />

non producono abbastanza eritropoietina e possono diventare anemici. Iniezioni di eritropoietina<br />

sintetica possono essere ut<strong>il</strong>i. le trasfusioni di sangue possono essere un’altra alternativa,<br />

specialmente in situazioni di emergenza. l’eritropoietina sintetica è usata come prof<strong>il</strong>assi prima<br />

della chemioterapia e come terapia di supporto dopo la chemioterapia per evitare l’anemia.<br />

ESAME DELLo SChELEtRo: serie di raggi X per l’esame del cranio, della colonna vertebrale, delle<br />

costole, del bacino, e ossa lunghe che mostrano eventuali lesioni litiche e/o osteoporosi.<br />

fRAttURA pAtoLoGiCA: rottura dell’osso solitamente causata da alcune condizioni della malattia.<br />

Esse si manifestano in pazienti con ossa frag<strong>il</strong>i e affetti da <strong>mieloma</strong> che non possono sopportare<br />

un peso normale o stress.<br />

fUoCo Di S. Antonio: vedi “Herpes zoster.”<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

GLoBULi BiAnChi (LEUCoCiti): termine generale per indicare la varietà di cellule che combattono<br />

germi, infezioni e agenti che causano allergie. Queste cellule si sv<strong>il</strong>uppano nel midollo osseo e si<br />

espandono in tutte le altre parti del corpo. I globuli bianchi includono i neutrof<strong>il</strong>i (i granulociti), i<br />

linfociti, e i monoliti, eosinof<strong>il</strong>i e basof<strong>il</strong>i.<br />

GLoBULi RoSSi (ERitRoCiti): cellule del sangue che contengono emoglobina e liberano ossigeno<br />

nelle altri parti del corpo. la produzione dei globuli rossi è stimolata da un ormone (eritropoietina)<br />

prodotta da reni. I pazienti affetti da <strong>mieloma</strong> con danno renale non producono abbastanza<br />

eritropoietina e possono divenire anemici. Iniezioni di eritropoietina sintetica possono essere<br />

ut<strong>il</strong>i. le trasfusioni di sangue sono un’altra alternativa, soprattutto in condizioni di emergenza.<br />

l’eritropoietina sintetica è ut<strong>il</strong>izzata come prof<strong>il</strong>assi prima della chemioterapia e come terapia di<br />

supporto dopo chemioterapia per evitare anemia.<br />

hERpES SiMpLEx: uno dei virus più comuni; causa infiammazione spesso visib<strong>il</strong>e intorno alla<br />

bocca, comunemente chiamata “febbre”.<br />

hERpES ZoStER: virus che si stab<strong>il</strong>isce intorno ai nervi del paziente precedentemente colpito da<br />

varicella, infezioni, comparsa di bolle, gonfiore e dolore.<br />

hLA: test sanguigno ut<strong>il</strong>izzato per trovare un siero o midollo osseo compatib<strong>il</strong>e per trasfusioni o<br />

trapianti.<br />

iGD, iGE: due tipi di <strong>mieloma</strong> che si manifestano meno frequentemente.<br />

iGG, iGA: i due tipi di <strong>mieloma</strong> più comuni. la g e la a si riferiscono al tipo di proteina prodotta<br />

dalle cellule di <strong>mieloma</strong>. la proteina del <strong>mieloma</strong>, che è un’immunoglobulina, è composta da due<br />

catene pesanti (per esempio di tipo g) associato a due catene leggere, entrambe di tipo kappa o<br />

lambda. Tuttavia, i due sottotipi più comuni di <strong>mieloma</strong> hanno catene pesanti identiche (per es.<br />

Igg kappa e Igg lambda). I termini pesante e leggero si riferiscono alla taglia e al peso molecolare<br />

della proteina; le catene pesanti sono più grosse di quelle leggere. Poiché le catene leggere sono<br />

più piccole, riescono ad attraversare <strong>il</strong> f<strong>il</strong>tro renale passando nelle urine e risultando nella proteina<br />

di bence Jones.<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

iGM: solitamente associato alla macroglobulinemia di Waldestrom. In rari casi può risultare un<br />

tipo di <strong>mieloma</strong>.<br />

iMMUnofiSSAZionE: test immunologico del siero o delle urine eseguito per identificare le proteine<br />

nel sangue. Per i pazienti affetti da <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong>, <strong>il</strong> medico deve avere la capacità di identificare<br />

<strong>il</strong> tipo di proteina-M (Igg, Iga, kappa, o lambda). la tecnica di routine di immunostadiazione più<br />

sensib<strong>il</strong>e, identifica <strong>il</strong> peso e la leggerezza esatta del tipo di catene di proteina-M.<br />

iMMUnoGLoBULinA (iG): proteina prodotta dalle plasmacellule; parte essenziale del sistema<br />

immunitario dell’organismo. le immunoglobuline si legano alle sostanze esterne (antigeni) e<br />

coadiuvano alla loro distruzione. le classi di immunoglobuline sono Iga, Igg, IgM, IgD, e IgE.<br />

iniBitoRE DELL’AnGioGEnESi: composto che tenta di ridurre l’apporto di sangue ai tumori.<br />

ipERCALCEMiA: livello di calcio nel sangue più alto del normale. Questa condizione può causare<br />

diversi sintomi, inclusi perdita di appetito, nausea, secchezza delle fauci, stanchezza, affaticamento<br />

muscolare, agitazione e confusione. Comunemente nei pazienti affetti da <strong>mieloma</strong> i sintomi sono<br />

causati dalla distruzione ossea con r<strong>il</strong>ascio di calcio nel flusso sanguigno. Fenomeno spesso<br />

associato alla riduzione della funzionalità renale dal momento che <strong>il</strong> calcio può essere tossico per<br />

i reni. Per questa ragione, l’ipercalcemia è solitamente trattata in caso di emergenza con farmaci<br />

endovena per ridurre la distruzione ossea durante <strong>il</strong> trattamento diretto contro <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong>.<br />

LDh (LAttiCo DEiDRoGEnASi): enzima che può essere ut<strong>il</strong>izzato per <strong>il</strong> monitoraggio dell’attività<br />

del <strong>mieloma</strong>.<br />

LEnALiDoMiDE (REVLiMiD®): la lenalidomide è un farmaco derivato dalla Talidomide e progettato<br />

per essere, al contempo, più efficace e meno tossico. viene assunto sotto forma di compresse<br />

ed ha dimostrato di indurre una risposta in pazienti con malattia non più responsiva ai farmaci<br />

chemioterapici ed alla stessa Talidomide. Circa un 30% di pazienti con queste caratteristiche<br />

ottiene un beneficio clinico con l’impiego della sola lenalidomide. Questa percentuale sale<br />

al 45% se viene associato del Desametazone. lenalidomide è estremamente versat<strong>il</strong>e e può<br />

essere associata ad altre combinazioni di farmaci chemioterapici, potenziandone l’effetto senza,<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

al contempo, peggiorarne significativamente gli effetti tossici. Sono in corso studi che valutano<br />

l’ut<strong>il</strong>izzo di lenalidomide nel mantenimento dopo autotrapianto, vista l’elevata efficacia e la buona<br />

tolleranza del farmaco.<br />

gli effetti collaterali di lenalidomide sono differenti rispetto a Talidomide. Il disturbo principale<br />

del farmaco è costituito da una certa riduzione del valore dei globuli bianchi e delle piastrine, che<br />

si risolve con la sospensione temporanea del farmaco o con una riduzione del dosaggio. Un altro<br />

effetto collaterale di un certo r<strong>il</strong>ievo è costituito dalla comparsa di astenia, ossia di una forma di<br />

stanchezza che non è dipendente dall’attività svolta durante la giornata o dal fatto di avere riposato<br />

bene o meno. Molto meno frequentemente rispetto alla Talidomide si segnala la comparsa di<br />

trombosi venosa profonda, stitichezza o neuropatia periferica.<br />

LESioni LitiChE: zona danneggiata di un osso mostrata alla radiografia come punto scuro. È<br />

come se parte dell’osso venga mangiato. le lesioni litiche assomigliano ai fori nell’osso e sono<br />

prova che l’osso si sta indebolendo.<br />

LEUCoCiti: vedi “globuli bianchi”<br />

LEUCopEniA: basso numero di globuli bianchi.<br />

LinfoCiti: globuli bianchi che combattono le infezioni e le malattie.<br />

MACRoGLoBULinEMiA Di WALDEnStRoM: raro tipo di linfoma indolente che colpisce le<br />

plasmacellule. viene prodotto un eccessivo livello di proteine IgM. non è un <strong>mieloma</strong>.<br />

MGUS (GAMMopAtiA MonoCLonALE Di inCERto SiGnifiCAto): condizione benigna in cui la<br />

proteina M è presente ma non è ancora sintomo di malattia.<br />

MiDoLLo oSSEo: tessuto soffice e spugnoso situato all’interno delle ossa che produce globuli<br />

bianchi, globuli rossi e piastrine.<br />

MiELoMA ASintoMAtiCo: <strong>mieloma</strong> che non presenta segnali o sintomi di malattia. anche<br />

chiamato indolente, smoldering o MgUS in fase iniziale.<br />

MiELoSoppRESSionE: diminuzione nella produzione di globuli rossi, piastrine, e alcuni globuli<br />

bianchi del midollo osseo.<br />

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Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

MonoCLonALE: clone o duplicato di una singola cellula. Il <strong>mieloma</strong> deriva dallo sv<strong>il</strong>uppo di<br />

una singola plasmacellula maligna (monoclone). Il tipo di proteina prodotta dal <strong>mieloma</strong> è detta<br />

monoclonale; una forma singola piuttosto che diverse forme (policlonale). Importante aspetto<br />

pratico della proteina monoclonale è <strong>il</strong> tipico picco che mostra all’elettroforesi sierica.<br />

nEUtRofiLi: globuli bianchi necessari per combattere infezioni batteriche.<br />

nEUtRopEniA: livello ridotti di neutrof<strong>il</strong>i. la chemioterapia citotossica ha la tendenza ad indurre<br />

neutropenia. al contrario, i linfociti che svolgono un ruolo molto importante circa le infezioni,<br />

tendono a non essere influenzati dal trattamento citotossico. la neutropenia può essere prevenuta<br />

o ridotta ut<strong>il</strong>izzando un ormone sintetico chiamato g-CSF.<br />

oStEopoRoSi: riduzione della densità dell’osso associata tipicamente all’età avanzata. nel<br />

<strong>mieloma</strong>, <strong>il</strong> diffuso coinvolgimento delle ossa produce quello che viene definito osteoporosi ai<br />

raggi-X e alla densitometria.<br />

pEt/tAC (toMoGRAfiA AD EMiSSionE Di poSitRoni): test diagnostico che ut<strong>il</strong>izza una<br />

sofisticata telecamera e un computer per riprodurre immagini del corpo. l’esame della PET<br />

analizza la differenza tra tessuto sano e <strong>il</strong> malfunzionamento dei tessuti. Ut<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> monitoraggio<br />

della malattia.<br />

piAStRinE: una delle tre maggiori cellule del sangue, essendo gli altri i globuli rossi e i globuli<br />

bianchi. le piastrine partecipano direttamente al processo di formazione del coagulo di sangue. le<br />

piastrine sono le maggiori difese contro i sanguinamenti. Sono anche chiamate trombociti.<br />

piAStRinopEniA: vedi “Trombocitopenia”<br />

pLASMACELLULE: particolari globuli bianchi che producono anticorpi. le plasmacellule sane<br />

producono anticorpi per combattere le infezioni. nel <strong>mieloma</strong>, le plasmacellule maligne producono<br />

un largo numero di anticorpi anomali che non sono in grado di combattere le infezioni. gli<br />

anticorpi anormali sono le proteine monoclonali o proteina M. le plasmacellule producono anche<br />

altri prodotti chimici che possono causare danno d’organo o di tessuto (anemia, danno renale, e<br />

danneggiamento del nervo).<br />

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pLASMAfERESi: processo di eliminazione di alcune proteine dal sangue. la plasmaferesi è<br />

ut<strong>il</strong>izzata per eliminare l’eccesso di anticorpi nel sangue dei pazienti con <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong><br />

pLASMoCitoMA: gruppo di plasmacellule localizzate in una singola area piuttosto che diffuse nel<br />

midollo osseo, nel tessuto molle e nell’osso.<br />

pRoGnoSi: risultato o corso di una malattia; probab<strong>il</strong>ità di recupero; speranza di vita.<br />

pRotEinA M (piCCo M): anticorpi o parte di anticorpi che si trovano in gran numero nel sangue o<br />

nelle urine in pazienti con <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong>. Il picco M si riferisce al tipico tracciato elettroforetico<br />

che si ottiene quando è presente una proteina monoclonale. Sinonimo di proteina monoclonale e<br />

di proteina del <strong>mieloma</strong>.<br />

pRotoCoLLo: dettagliato piano di trattamento che include la dose e la programmazione dei<br />

farmaci ut<strong>il</strong>izzati.<br />

RADiotERApiA: trattamento con raggi X, raggi gamma, o elettroni per danneggiare o uccidere le<br />

cellule maligne. le radiazioni possono giungere dall’esterno del corpo (radiazioni esterne) o da<br />

materiale radioattive posizionato direttamente nel tumore (radiazioni impiantate).<br />

RECiDiVA: ricomparsa di segni e sintomi della malattia dopo un periodo di miglioramento.<br />

REfRAttARiA: malattia che non risponde ai trattamenti standard.<br />

REMiSSionE o RiSpoStA: completa o parziale scomparsa dei segni o sintomi del cancro.<br />

remissione e risposta sono ut<strong>il</strong>izzate indistintamente.<br />

• REMiSSionE CoMpLEtA (CR) – assenza della proteina dal sangue e/o urine negli esami<br />

standard; l’assenza delle cellule del <strong>mieloma</strong> nel midollo osseo e/o in altre aree coinvolte dal<br />

<strong>mieloma</strong> ; la remissione clinica e normalizzazione di altri parametri di laboratorio al Cr non sono<br />

sinonimi di cura.<br />

• REMiSSionE pARZiALE (pR) – livello di risposta inferiore rispetto a quello della Cr. negli studi<br />

SWOg, Pr significa risposta >50% e 50% risposta.<br />

RESiStEnZA AL fARMACo: deriva dall’ab<strong>il</strong>ità cellulare nel resistere agli effetti di uno specifico<br />

farmaco.<br />

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REVLiMiD: vedi “lenalidomide”<br />

Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

RMn (RiSonAnZA MAGnEtiCA nUCLEARE): test diagnostico che ut<strong>il</strong>izza energia magnetica,<br />

piuttosto che l’energia dei raggi X per produrre immagini a due o tre dimensioni degli organi e della<br />

struttura interna del corpo. Questo esame da una buona risoluzione del tessuto molle, specialmente<br />

delle alterazioni nella colonna vertebrale, ma è meno accurata nelle lesioni dell’osso. Essa può<br />

r<strong>il</strong>evare la presenza e la distribuzione della malattia nel midollo osseo quando la radiografia non<br />

mostra danni all’osso. Può anche rivelare una localizzazione di malattia a partenza dall’osso, che<br />

può comprimere i nervi e/o <strong>il</strong> midollo spinale.<br />

StADiAZionE: esecuzione di esami e test per individuare l’estensione del tumore nel corpo.<br />

StERoiDi: particolare tipo di ormoni. gli steroidi sono speso somministrati a pazienti insieme a<br />

farmaci antitumorali e sembra che aiutino a controllare gli effetti della malattia nel corpo.<br />

StUDio CitoGEnEtiCo: Tale tipo di analisi può essere effettuata con uno studio in toto dei<br />

cromosomi delle cellule midollari (citogenetica), oppure con una valutazione mirata verso<br />

determinate alterazioni genetiche (FISH). la presenza di alterazioni genetiche con particolari<br />

caratteristiche negative (es. traslocazione tra <strong>il</strong> cromosoma 4 ed <strong>il</strong> cromosoma 14, perdita di parte<br />

del cromosoma 17, perdita del cromosoma 13) può guidare i curanti ad optare per un programma<br />

di trattamento più aggressivo.<br />

tAC (toMoGRAfiA ASSiALE CoMpUtERiZZAtA): test che ut<strong>il</strong>izza i raggi-X computerizzati per<br />

creare immagini tridimensionali di organi e strutture all’interno del corpo, usato per individuare<br />

piccole aree di ossa danneggiate o l’implicazione dei tessuti molli.<br />

tALiDoMiDE (tALiDoMiDE®): la Talidomide è un vecchio farmaco impiegato negli anni sessanta<br />

come ansiolitico ed anti-vomito in gravidanza. Come è noto, <strong>il</strong> farmaco ha mostrato una spiccata<br />

attività teratogena, ossia ha indotto la comparsa di malformazioni nel feto, ed è stato quindi<br />

ritirato dal commercio. alla fine degli anni novanta sono comparse le prime segnalazioni nella<br />

letteratura medica dell’efficacia della Talidomide nel trattamento del Mieloma Multiplo resistente a<br />

chemioterapia. a queste prime segnalazioni hanno fatto seguito studi rigorosi che hanno dimostrato<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

la capacità della Talidomide di curare <strong>il</strong> <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> con risultati significativamente migliori<br />

della chemioterapia tradizionale. la Talidomide viene assunta per bocca, ad un dosaggio variab<strong>il</strong>e<br />

dai 50 mg ai 200 mg al giorno.<br />

la Talidomide presenta degli effetti collaterali che ne possono limitare l’impiego. va segnalata in<br />

particolare la sonnolenza, motivo per cui <strong>il</strong> farmaco viene usualmente somministrato alla sera, al<br />

fine di minimizzare questo disturbo, la stitichezza, che spesso richiede l’impiego di un’associazione<br />

di più lassativi, la bradicardia, ossia la riduzione della frequenza di contrazione del cuore, la comparsa<br />

di disturbi ai nervi periferici, con alterazione della sensib<strong>il</strong>ità tatt<strong>il</strong>e, che usualmente compare<br />

dopo un periodo protratto di assunzione del farmaco, la presenza di manifestazioni cutanee come<br />

rossore e prurito. In generale questi disturbi sono reversib<strong>il</strong>i con la sospensione del farmaco, ad<br />

eccezione delle forme avanzate di neuropatia periferica. Un altro importante effetto collaterale<br />

della Talidomide è rappresentato dalla possib<strong>il</strong>e comparsa di trombosi venosa profonda per cui<br />

è consigliab<strong>il</strong>e eseguire una prevenzione delle trombosi con punture sottocutanee giornaliere di<br />

eparina a basso peso molecolare o con anticoagulanti orali. va ricordato come l’assunzione di<br />

Talidomide sia assolutamente controindicata in gravidanza.<br />

tRApiAnto: cellule staminali ut<strong>il</strong>izzate per <strong>il</strong> recupero dell’ematopoiesi dei pazienti in seguito<br />

alla chemioterapia ad alte dosi o radioterapia. Il trapianto non è un trattamento ma un metodo di<br />

supporto per poter somministrare la dose maggiore possib<strong>il</strong>e di chemioterapico.<br />

tRApiAnto DEL MiDoLLo oSSEo – Questo termine si riferisce al processo di raccolta delle cellule<br />

staminali dal midollo osseo e all’infusione delle stesse nei pazienti. Questo termine è ut<strong>il</strong>izzato oggi<br />

meno frequentemente nel <strong>mieloma</strong> poiché le cellule staminali vengono ora raccolte dal sangue<br />

periferico.<br />

tRApiAnto Di CELLULE StAMinALi DA SAnGUE pERifERiCo – I medici prelevano le cellule<br />

staminali sane dal sistema sanguigno del paziente (non dal midollo osseo) le conservano sino a<br />

quando i pazienti ricevono chemioterapia ad alte dosi al fine di distruggere le cellule tumorali.<br />

tRApiAnto DA DonAtoRE non ConSAnGUiGno (MUD) – Fa riferimento alle procedure<br />

35


Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

di trapianto di cellule staminali in cui le cellule staminali del paziente e del donatore sono<br />

geneticamente identiche ma <strong>il</strong> donatore non è fam<strong>il</strong>iare del ricevente.<br />

tRApiAnto ALLoGEniCo – l’infusione di midollo osseo o di cellule staminali da un individuo<br />

(donatore) a un altro (ricevente). Un paziente può riceve midollo osseo o cellule staminali da un<br />

donatore compatib<strong>il</strong>e, sebbene non geneticamente identico. Il trapianto allogenico si articola in<br />

tre differenti fasi. Dopo avere posizionato un catetere venoso centrale ha inizio la prima fase, che<br />

consiste nella somministrazione di farmaci chemioterapici ed immunosoppressori (Ciclosporina),<br />

con lo scopo di preparare <strong>il</strong> paziente a ricevere le cellule staminali del donatore. a seconda dei<br />

farmaci ut<strong>il</strong>izzati questa fase dura dai 2 ai 6 giorni, è generalmente ben tollerata e una modesta<br />

nausea rappresenta <strong>il</strong> disturbo principale. Con l’infusione delle cellule staminali del donatore ha<br />

inizio la seconda fase, la cui durata è di 10-18 giorni. In questo periodo compaiono i disturbi legati<br />

al mancato funzionamento del midollo osseo: <strong>il</strong> midollo del ricevente è stato distrutto ed <strong>il</strong> midollo<br />

del donatore è ancora troppo giovane per produrre le cellule del sangue. In questo periodo si può<br />

avere l’insorgenza di febbre ed è necessario trasfondere globuli rossi e piastrine. Complessivamente<br />

questo è <strong>il</strong> periodo più delicato, che termina quando <strong>il</strong> nuovo midollo ricomincia a funzionare.<br />

Con la ripresa della funzione midollare ha inizio la terza fase, caratterizzata principalmente<br />

dall’adattamento del nuovo sistema immunitario nell’organismo del ricevente. In questo periodo<br />

<strong>il</strong> paziente vive a casa propria e si deve sottoporre a frequenti controlli ambulatoriali. Il rischio<br />

principale di questo periodo è la comparsa della malattia da trapianto contro l’ospite (gvHD è<br />

l’acronimo di uso comune in inglese). la malattia da trapianto contro l’ospite origina dall’attivazione<br />

del sistema immunitario del donatore nei confronti del ricevente ed è caratterizzata da alterazioni<br />

cutanee, intestinali e disturbi al fegato. Qualora compaia la malattia da trapianto contro l’ospite,<br />

evento che si verifica nel 40-50% dei casi, è necessario aumentare le terapie immunosoppressive.<br />

In questo modo la gran parte dei casi si risolve, anche se la malattia da trapianto contro l’ospite<br />

rappresenta una complicanza potenzialmente molto grave se non risponde alla terapia. la terza fase<br />

del trapianto è inoltre caratterizzata da un aumentato rischio infettivo, soprattutto nei confronti di<br />

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Az.Osp. San Cam<strong>il</strong>lo-<strong>Forlanini</strong> | Roma<br />

infezioni virali. Frequentemente si ha la riattivazione di un virus latente nell’organismo di ciascuno<br />

di noi: <strong>il</strong> Citomegalovirus. la riattivazione del Citomegalovirus viene controllata con successo<br />

grazie a specifici farmaci antivirali. a distanza di 4-9 mesi dal trapianto <strong>il</strong> sistema immunitario del<br />

donatore si adatta all’organismo del ricevente ed è allora possib<strong>il</strong>e sospendere completamente tutti<br />

i farmaci. Si raggiunge così l’obiettivo dell’allotrapianto che è quello di eliminare completamente<br />

la malattia, permettendo al paziente di tornare ad una vita normale senza dover più assumere<br />

farmaci. In alcuni casi, tuttavia, si può avere una cronicizzazione della malattia da trapianto contro<br />

l’ospite. la mortalità legata al trapianto allogenico varia dal 5 al 20% a seconda di numerosi fattori:<br />

fonte delle cellule staminali, età del paziente, stato della malattia, tipo di condizionemanto, ecc.<br />

tRApiAnto AUtoLoGo – Una procedura con cui le cellule staminali vengono prelevate dal sangue<br />

del paziente e reinfuse nel paziente in seguito a trattamento intensivo. nel <strong>mieloma</strong> l’autotrapianto<br />

consiste nella somministrazione endovenosa di un alto dosaggio di un farmaco chemioterapico,<br />

estremamente attivo nei confronti delle cellule di Mieloma Multiplo, chiamato Melfalan. a distanza<br />

di 24 ore si infondono dal catetere le cellule staminali precedentemente raccolte e criopreservate.<br />

Dopo 5 giorni si verifica la discesa dei valori dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine,<br />

con conseguente rischio di comparsa di febbre ed eventuale necessità di eseguire delle trasfusioni<br />

di emoderivati. a distanza di 10-12 giorni dalla reinfusione delle cellule staminali si ha la ripresa<br />

delle normale funzione midollare, con recupero dei valori di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.<br />

a questo fa seguito la dimissione del paziente. la degenza media del ricovero per autotrapianto è<br />

di circa 13-14 giorni. va segnalato come gli eventuali problemi che insorgono durante <strong>il</strong> ricovero<br />

(es. febbre, che richiede l’impiego endovenoso di antibiotici), si risolvano in genere con la ricrescita<br />

del nuovo midollo. In base al numero di cellule staminali raccolte, ad un primo autotrapianto ne<br />

può fare seguito un secondo, che di solito migliora ulteriormente l’efficacia del trattamento. la<br />

mortalità legata al trapianto autologo è dell’1-2%.<br />

tRApiAnto SinGEniCo – l’infusione di midollo osseo o cellule staminali da fratello gemello.<br />

tRAttAMEnto pALLiAtiVo: trattamento mirato a migliorare la qualità della vita alleviando <strong>il</strong><br />

dolore ed i sintomi della malattia ma senza alterare <strong>il</strong> corso di quest’ultima.<br />

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tRoMBoCiti: vedi “Piastrine.”<br />

Il <strong>mieloma</strong> <strong>multiplo</strong> - Guida per <strong>il</strong> paziente<br />

tRoMBoCitopEniA: basso numero di piastrine nel sangue. Il livello normale è di 150.000-250.000.<br />

Se le piastrine sono meno di 50.000, potrebbero verificarsi problemi emorragici. la maggior parte<br />

delle emorragie sono solitamente associate ad un livello di piastrine inferiore a 10.000.<br />

VELCADE: vedi “bortezomib”<br />

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