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24<br />

pare abbia poteri afrodisiaci; o del<br />

Birone (Longobiro metereopaticus),<br />

creatura dal collo lunghissimo che<br />

vive perennemente con la testa fra<br />

le nuvole; o del mitico Topo cagone<br />

(Ratus purgatorius) per il quale, il<br />

mistero non è ancora stato chiarito:<br />

non c’è infatti proporzione tra quello<br />

che entra e quello che esce da questo<br />

simpatico animaletto (!)<br />

Certo, sarebbe bello, fare parte dell’allegra<br />

“combriccola” dei nostri<br />

scienziati pazzi, ma non sapendo<br />

esattamente collocare le coordinate<br />

dell’isola di Stranalandia, ci si<br />

potrebbe accontentare di una vista<br />

al MUCI, il Museo della Creature<br />

Immaginarie, luogo in cui sculture,<br />

disegni, scenografi e e parole riescono<br />

a riproporre al visitatore tutte le<br />

creature immaginate e incontrate dal<br />

nostro simpatico “trio”, sorprenden-<br />

sorprenden-<br />

do il visitatore e conducendolo oltre<br />

i confi ni del mondo conosciuto.<br />

Il MUCI è un museo dove i tre autori<br />

Francesco Tullio Altan, Stefano<br />

Benni e Pietro Perotti (che altri non<br />

sono che l’allegra combriccola dei<br />

noti scienziati) danno libero sfogo<br />

alla loro creatività, stimolando la<br />

capacità inventiva degli spettatori.<br />

L’esposizione, infatti, è un mezzo<br />

museo, nel senso che gli autori hanno<br />

contribuito per metà alla creazione<br />

mentre la parte restante deve essere,<br />

ogni volta, costruita dai bambini, e<br />

da chiunque lo desideri, con disegni,<br />

sculture, invenzioni… per contribuire<br />

alla realizzazione di uno spazio<br />

espositivo che cambia a seconda degli<br />

luoghi, delle situazioni, e dell’immaginazione<br />

dei suoi visitatori.<br />

Il MUCI è anche un progetto di educazione<br />

ambientale, dove lo scopo<br />

delle invenzioni di Altan, Benni e<br />

Perotti è sostenere la realizzazione<br />

di un progetto molto concreto<br />

di AMREF: il miglioramento delle<br />

condizioni ambientali e sanitarie di<br />

alcune popolazioni masai del Kenya<br />

(Africa).<br />

Dunque, un modo per portare l’atten-<br />

Birone<br />

zione, da questo “fantastico viaggio”,<br />

al problema dell’accesso alle risorse<br />

idriche, e al divario esistente tra Nord<br />

e Sud del Mondo. Così MUCI diventa<br />

uno strumento per scoprire il valore<br />

dell’ambiente e delle risorse naturali,<br />

e un percorso di avvicinamento<br />

all’Africa nello spazio realizzato da<br />

AMREF sull’“Africa che immaginiamo”,<br />

dove è ricostruita la relazione<br />

che lega Europa e Continente “nero”.<br />

Un museo, dunque, che gioca un importante<br />

ruolo educativo (attraverso i<br />

percorsi didattici, infatti, è possibile<br />

avvicinare scuole di ogni ordine e<br />

grado) e che rappresenta anche un<br />

tentativo concreto per conoscere,<br />

amare e rispettare l’Africa.<br />

Cos’è<br />

Nata nel 1957 come una piccola<br />

fondazione con base a Nairobi, in<br />

mezzo secolo di storia AMREF si è<br />

trasformata in un’organizzazione<br />

internazionale, punto di riferimento<br />

per la salute e lo sviluppo<br />

in Africa Orientale. L’unicità di<br />

AMREF risiede nel suo essere<br />

un’organizzazione pienamente<br />

“africana” che impiega oltre 700<br />

persone e gestisce 140 progetti di<br />

sviluppo in 22 paesi del Continente<br />

africano. Il 97% del personale<br />

impiegato è locale, quasi tutti i progetti<br />

fanno capo a esperti, medici,<br />

ingegneri idrici, assistenti sociali<br />

in gran parte provenienti dalle<br />

stesse comunità disagiate che benefi<br />

ciano dei programmi di sviluppo.<br />

Attraverso la partecipazione attiva<br />

delle comunità locali, l’obiettivo<br />

di AMREF è aiutare lo sviluppo<br />

sanitario e sociale delle popolazioni<br />

più povere. Il coinvolgimento<br />

delle comunità, la costituzione<br />

tra la popolazione di comitati che<br />

autonomamente promuovono la<br />

gestione dell’acqua, la prevenzione<br />

delle principali malattie,<br />

la formazione socio-sanitaria, la<br />

gestione delle risorse, è la strategia<br />

di AMREF che persegue un<br />

obiettivo molto chiaro: la salute<br />

per l’Africa signifi ca sviluppo in<br />

piena autonomia.

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