Recchia - Istituto studi atellani
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nel 1712, Stephanum di Napoli, con Alessandro et<br />
Gennaro Cioffi, argentieri, stipulano una conventio et promissio con i<br />
Deputatos Cappellae S. Antimi, per la costruzione in argento della<br />
statua del Santo Patrono dell‟omonimo casale di Sant‟Antimo( 55 );<br />
tra il 1713 ed il 1716, Diana di Petrillo, vedova di Antonio Reccia di<br />
Grumo, e suo figlio Giacomo, ricevono dal Principe un prestito di<br />
ducati 14 ponendo a garanzia la casa sita alla Strada di Fratta;<br />
Vincenzo, Giovanni, Antonio e Filippo sono del<br />
casale; Diana Aletta, vedova di Antonio e madre di Tammaro e Maria,<br />
nonché Pascale, figlio e coerede del fu Matteo possiedono case alla<br />
Strada de la Rosamarina; Stefano ( 56 ), erede di Silvestro, e<br />
Domenico possiedono terre in loco dicto Anzaluna e Sancto Aniello;<br />
Giuseppe de Bernardis e Donata Pagano occupano la casa sita in loco<br />
dicto della Chiesa Parrocchiale, quali eredi di Tomaso, Gaetano e<br />
Pascale Reccia del fu Matteo detto ( 57 ); Anna Biancardi,<br />
vedova di Matteo Reccia, Pascale e Matteo prendono in fitto terre dal<br />
Principe; Matteo acquista una casa allo Atrio della<br />
Parrocchia con ipoteca del Principe; Filippo del fu Domenico vende<br />
una casa al Principe in San Domenico, confinante con Giovanni Siesto e<br />
la Cappella del Santissimo Sagramento; Delegato si porta nelle case<br />
delli figli del fu Pietro in esecuzione di ordine de la Real Corte( 58 );<br />
tra il 1724 ed 1728, Anna di Grumo ha debiti con il Principe che<br />
dispone che non sia molestata; Santolo è Deputato dell‟Università di<br />
Grumo; Dominico, Antonio, Carlo, Stefano, Giacomo, Matteo, Angela e<br />
Nicola sono censuari del Principe; Antonio vassallus e Domenico, sono<br />
risarciti per gli alberi che cascarono per causa di gran tempesta nelle<br />
terre del Principe; ( 59 ) Tommaso Reccia (reverendo) compra da<br />
( 55 ) CSASA, cit.. Non ho riscontrato Stefano nell‟elenco degli argentieri napoletani<br />
redatto da E. e C. CATELLO, I marchi dell‟argenteria napoletana dal XV al XIX secolo, Sorrento<br />
1996, ma per quanto non fosse in possesso di un proprio marchio di riconoscimento, appare<br />
indubbio, dal documento di Sant‟Antimo, che Stefano Reccia svolgesse la professione di argentiere<br />
in Napoli. Protettore degli argentarii è San Andronico (9 ottobre), A. CATTABIANI, cit..<br />
( 56 ) Magistro/mastro/maestro sono titoli generici di rispetto riferiti a persona borghese o di medie<br />
condizioni, ma poteva anche indicare il dottore in medicina, TRECCANI, op. cit..<br />
( 57 ) Soprannome indicante nel dialetto napoletano un “burattino” ovvero “bambino”, R.<br />
ANDREOLI, Vocabolario napoletano-italiano, Napoli 1983 e TRECCANI, op. cit..<br />
( 58 ) ASN, cit., Vol. 341, folii 24-26 e APTM, cit., busta 138, n. 4/2 e<br />
busta 140, nn. 18, 19 e 20.<br />
( 59 ) Trattasi di titolo sociale/di rispetto di origine spagnola, non nobiliare, TRECCANI, op. cit. e F.<br />
D‟ASCOLI, Lingua spagnola e dialetto napoletano, Napoli 2003. Secondo A. PLACANICA,<br />
Moneta, prestiti, usura nel Mezzogiorno moderno, Napoli 1982, nel „700 la società napoletana<br />
appariva strutturata nelle tre classi dei Nobili, dei Benestanti (titolati con Don e Magnifico) e<br />
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