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STORIA DEI GRUPPI SPONTANEI<br />

La nascita dei Gruppi Spontanei Parrocchiali può significativamente ricollegarsi a quel particolare<br />

momento storico che si riassume parlando di: "1968" un anno che segna, nella memoria collettiva,<br />

un momento di rottura con il passato, di voglia di <strong>nuovo</strong>. Guardando alla concreta realtà di Marano<br />

possiamo riconoscere molte tracce di questo bisogno. E' facile pensare alla vita di quel periodo e<br />

soprattutto a quello che il nostro paese poteva offrire ai giovani, allora come non mai, alla ricerca di<br />

risposte. Era il 1970 quando un gruppo di questi ragazzi, incoraggiati da Don Bruno Bicego,<br />

diedero vita ad un'esperienza che, per quanto "spontanea" e quindi, a prima vista destinata a<br />

durare poco, diede invece inizio ad un modo originale e diverso (almeno per quel momento) di fare<br />

gruppo parrocchiale. Furono i RAGAZZI '70, questo il nome che si diedero, ad intuire quanto<br />

importante possa essere la possibilità di crescere insieme ai coetanei, confrontandosi sui temi più<br />

diversi, ma sempre con un'attenzione particolare allo sviluppo di ognuno, come persona e come<br />

cristiano. All'inizio si trattò di un'avventura estiva (ed in effetti il nome originario dei Ragazzi '70 fu<br />

proprio Estate '70) che forse non avrebbe mai dato risposte definitive alle domande di quei giovani,<br />

ma comunque, allora, bastava stare con i coetanei. Si potrebbe essere tentati di ricordare quei<br />

primi momenti con una specie di tenerezza, ma solo se si guarda a quell'esperienza<br />

confrontandola con le innumerevoli proposte che oggi vengono fatte ai giovani. Le scelte, però,<br />

erano allora molto più limitate: c'era l'attività sportiva (Calcio Marano e P.R.M. -Polisportiva<br />

Ricreatorio Marano - erano qualcosa di già consolidato) e c'erano gli Scout. Cosa mancava allora?<br />

Forse mancava qualcosa di PROPRIO, un modo di stare insieme che nascesse dalla voglia di<br />

ciascuno di condividere un cammino. Nacque così l'idea di gruppo spontaneo, idea che è ancora il<br />

principale stimolo di attività, dalle elementari ai diciottenni: far aderire strettamente vita di gruppo e<br />

bisogni, domande, aspirazioni dei ragazzi che ne fanno parte.<br />

Dopo questi inizi, tutti entusiasmo e buona volontà, fu un'importante intuizione a caratterizzare la<br />

storia dei gruppi spontanei: mettere a disposizione quanto fatto e vissuto da ogni gruppo a favore<br />

di altri ragazzi. Fu Don Giacomo Prandina, al suo primo incarico in una Parrocchia, a farsi carico di<br />

seguire questa realtà giovanile ed a determinarne alcuni passi nel cammino di crescita. Dopo i<br />

RAGAZZI '70, infatti, egli contribuì a far aggregare un altro gruppo di giovani che si diede il nome 1<br />

CARE. La disponibilità a condividere c'era ed era nato un secondo gruppo: la scintilla di un<br />

qualcosa destinato a perdurare era accesa.<br />

Già da subito si distinsero una certa vitalità ed una voglia di fare, di creare. Le riunioni di gruppo<br />

furono organizzate dal prete assieme ad alcuni giovani animatori, gli incontri si svolsero su temi<br />

che, di volta in volta, apparivano i più vicini alla vita quotidiana dei partecipanti: ci si interrogava<br />

sulla realtà vissuta, ma si cominciava già a pensare a qualcosa di più ampio e coordinato,<br />

qualcosa che si potrebbe chiamare un programma delle attività. Ma le riunioni non sono l'unico<br />

modo per stare insieme, si può anche fare festa insieme: dalle festicciole per le ricorrenze varie ai<br />

"quattro passi in montagna", tutto contribuì ad arricchire l'esperienza di vita in comune il cui<br />

momento fondamentale (allora come oggi) è il campo estivo.<br />

Tende in prestito, pentolami sottratti in famiglia, ogni lira centellinata perché i risparmi potevano<br />

consentire di comprare qualcosa l'anno successivo. E quante battaglie in quella estate 1971 in cui i<br />

gruppi decisero di fare i campi misti: una proposta quasi impensabile per quei tempi, ma che alla<br />

fine si dimostrò positiva. 11 primo campo dei Gruppi Spontanei fu quello di "San Martino di<br />

Castrozza "71" seguito da "Lavarone '12", insieme al P.R.M. e da allora nessuna estate è mai<br />

trascorsa senza questo "trasloco" estivo dei ragazzi verso i luoghi di campeggio.<br />

Già nel 1972 si organizza il "Gruppo Animatori" (allora gruppo INSIEME) che segnò una<br />

collaborazione quell'anno anche con gli scout: una specie di consulta giovanile. Un gruppo fra gli<br />

altri, la cui particolarità però era ed è quella di riunire tutti gli animatori con lo scopo di coordinare le<br />

attività, ma soprattutto, di favorire uno scambio di esperienze ed una crescita sui temi che possono<br />

essere utili al servizio, ma anche alla persona. E proprio il servizio è qualcosa di intrinseco e<br />

centrale nella vita dei gruppi: ogni passo viene fatto anche come proposta ad ogni ragazzo di<br />

divenire protagonista di un servizio, di darsi da fare in prima persona. Appaiono subito evidenti,<br />

nella storia successiva, quali tappe si possono considerare frutto di tale "voglia" di essere al<br />

servizio: molti giovani, infatti, dopo l'esperienza di gruppo, scelsero di dare il proprio contributo<br />

come animatori, sia a favore dei nuovi gruppi sia anche in realtà diverse, (specialmente come<br />

allenatori del P.R.M.) e se l'esperienza funzionava con gli adolescenti, perché non proporre

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