03.06.2013 Views

LE ETICHETTE ECOLOGICHE - Camera di Commercio di Ancona

LE ETICHETTE ECOLOGICHE - Camera di Commercio di Ancona

LE ETICHETTE ECOLOGICHE - Camera di Commercio di Ancona

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

progetto grafico:<br />

Servizio <strong>di</strong> Tutela del Consumatore<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong><br />

Piazza XXIV Maggio, 1<br />

60124 <strong>Ancona</strong><br />

Tel. 071/5898250-360<br />

Fax 071/5898255<br />

regolazione.mercato@an.camcom.it<br />

www.an.camcom.it<br />

i Quaderni del Consumatore<br />

<strong>LE</strong> <strong>ETICHETTE</strong><br />

ECOLOG ICHE<br />

4


Si ringrazia per la collaborazione<br />

l’Avv. Giulia Fesce del Foro <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong><br />

In<strong>di</strong>ce<br />

Le etichette ecologiche<br />

Presentazione 7<br />

1. Acquistare pensando alla sostenibilità 9<br />

2. Acquisti Ver<strong>di</strong> e Pubbliche Amministrazioni 10<br />

3. Etichettatura ambientale 14<br />

4. Etichetta energetica 17<br />

5. Etichette dei prodotti tossici e pericolosi 30<br />

6. Marchi <strong>di</strong> prodotto più <strong>di</strong>ffusi 34<br />

7. Marchi per lo smaltimento dei prodotti 47<br />

8. Altri simboli ambientali 54<br />

9. Agricoltura Biologica 56<br />

10. Sistemi <strong>di</strong> gestione ambientale 58<br />

11. Marchi e certificazioni sociali 60<br />

In<strong>di</strong>rizzi utili 62<br />

Glossario 64<br />

5


Presentazione<br />

Le etichette ecologiche<br />

Negli ultimi anni grazie all’impegno <strong>di</strong> molti, istituzioni pubbliche e<br />

private, organizzazioni nazionali ed internazionali, è progressivamente<br />

aumentata l’informazione del consumatore rispetto alla situazione<br />

ambientale del pianeta, all’emergenza energetica, al problema dei rifiuti,<br />

agli aspetti etici e sociali legati alla produzione e all’estrazione<br />

<strong>di</strong> materie prime; <strong>di</strong> pari passo il consumatore ha acquistato consapevolezza<br />

circa l’inter<strong>di</strong>pendenza tra le attività che ciascuno dei protagonisti<br />

dell’ambiente pone in essere e quin<strong>di</strong> anche del proprio ruolo<br />

in un progetto globale <strong>di</strong> sostenibilità, intesa come quello stile <strong>di</strong> vita<br />

e <strong>di</strong> consumo che rispetta e protegge, in un’ottica <strong>di</strong> benessere anche<br />

futuro, ecosistemi e risorse naturali; il consumatore è anche sempre<br />

più conscio del fatto che attraverso le sue preferenze <strong>di</strong> acquisto può<br />

penalizzare e così scoraggiare le pratiche aziendali che purtroppo ancora<br />

in troppe zone del mondo fondano i loro profitti e successi su meto<strong>di</strong><br />

produttivi non etici, come il lavoro nero o quello minorile.<br />

Poiché alla base <strong>di</strong> ogni scelta deve esserci una conoscenza che accompagna<br />

la maturazione delle proprie convinzioni, lo scopo <strong>di</strong> questo<br />

Quaderno è proprio quello <strong>di</strong> aumentare ancora il livello <strong>di</strong> informazione<br />

dell’utente finale per quel che riguarda tutti i possibili messaggi<br />

legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale che egli può incontrare<br />

allorché si imbatte in ciascun singolo prodotto sullo scaffale<br />

<strong>di</strong> un supermercato o in un qualunque altro esercizio commerciale,<br />

così come nelle etichette o negli imballaggi.<br />

La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong> è impegnata da anni nella promozione<br />

<strong>di</strong> buone pratiche che valorizzano il territorio ed il sistema<br />

produttivo locale nel segno della sostenibilità. Nel 2007 ha redatto il<br />

Bilancio Sociale e nel 2008 è stato il primo Ente camerale ad ottenere<br />

la Registrazione EMAS. Quest’anno ha conseguito l’importante traguardo<br />

<strong>di</strong> produrre un unico documento <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione, “Il Bilancio<br />

<strong>di</strong> Sostenibilità”, che riporta tutte le informazioni relative all’aggiornamento<br />

del Bilancio Sociale e, per la prima volta, tutte le informazioni<br />

relative alla gestione ambientale dell’Ente che andranno a<br />

costituire la prossima Dichiarazione Ambientale.<br />

7


La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong> sostiene, infatti, che alle politiche<br />

attive per la promozione dello Sviluppo Sostenibile debba corrispondere<br />

un sempre più forte adeguamento delle politiche gestionali<br />

dell’organizzazione camerale, nonché delle attività istituzionali <strong>di</strong> comunicazione<br />

e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione delle performance secondo la logica<br />

del “buon esempio”.<br />

In quest’ottica, questa pubblicazione si inserisce nel quadro delle iniziative<br />

realizzate con l’obiettivo <strong>di</strong> sensibilizzare il territorio sui temi<br />

dello sviluppo sostenibile: con il Quaderno l’Ente camerale vuole mettere<br />

a <strong>di</strong>sposizione uno strumento <strong>di</strong> informazione pratico e utile al<br />

consumatore che voglia essere attore responsabile della tutela del “bene<br />

ambiente”, sia per il proprio imme<strong>di</strong>ato benessere, sia per quello<br />

futuro della collettività.<br />

8<br />

i Quaderni del Consumatore<br />

<strong>Ancona</strong>, <strong>di</strong>cembre 2010<br />

Il Presidente<br />

Rodolfo Giampieri<br />

Le etichette ecologiche<br />

1. Acquistare pensando alla sostenibilità<br />

Le scelte quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> consumo sono l’opportunità che ogni singolo<br />

utente ha <strong>di</strong> offrire il proprio contributo alla tutela dell’ambiente e alla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a delle fonti energetiche. Ognuno <strong>di</strong> noi, nello svolgimento<br />

delle piccole azioni quoti<strong>di</strong>ane, può adottare comportamenti<br />

rispettosi dell’ambiente e delle risorse<br />

naturali, così come può decidere <strong>di</strong> orientare<br />

le proprie scelte <strong>di</strong> acquisto <strong>di</strong> beni e servizi<br />

verso quei prodotti che sono caratterizzati<br />

da un minore impatto ambientale, cioè un<br />

minore effetto dannoso sulla salute umana e<br />

sull’ambiente rispetto ad altri funzionalmente<br />

equivalenti, oltre che da un certo grado etico.<br />

Proprio in tal senso si parla <strong>di</strong> ‘Acquisti<br />

Ver<strong>di</strong>’, un’espressione che unisce le scelte <strong>di</strong><br />

acquisizione “ecologiche” poste in essere tanto<br />

da soggetti privati, quanto da Enti pubblici,<br />

per questi ultimi con le prescrizioni e le limitazioni<br />

imposte dall’or<strong>di</strong>namento (ve<strong>di</strong> paragrafo<br />

successivo).<br />

Quin<strong>di</strong>, cosa consumare, come consumarlo e come chiudere il ciclo<br />

del consumo me<strong>di</strong>ante la gestione del rifiuto: è facile capire quali e<br />

quante occasioni abbia ogni utente per rendersi attore fondamentale<br />

della sostenibilità, intesa come “l’utilizzo <strong>di</strong> beni e servizi che rispondono<br />

alle esigenze fondamentali e determinano una migliore qualità della<br />

vita, minimizzando l’uso delle risorse naturali, dei materiali tossici,<br />

della produzione <strong>di</strong> rifiuti e <strong>di</strong> sostanze inquinanti durante il ciclo <strong>di</strong> vita,<br />

in modo da non sconvolgere le esigenze delle generazioni future” (Tavola<br />

Rotonda <strong>di</strong> Oslo, 1994, ve<strong>di</strong> Quaderno del Consumatore n.1 “Il<br />

Consumo Sostenibile”).<br />

Sebbene scopo ultimo del consumo sostenibile sia il benessere degli<br />

ecosistemi in un’ottica <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a generale e futura del pianeta,<br />

va ricordato che spesso alle scelte consapevoli e critiche dal punto <strong>di</strong><br />

vista ambientale si accompagna un miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

vita imme<strong>di</strong>ato (ad esempio me<strong>di</strong>ante un’alimentazione più sana), un<br />

risparmio economico (ad esempio attraverso la gestione oculata e razionale<br />

degli impianti domestici <strong>di</strong> riscaldamento ed elettrico) e nessuna<br />

per<strong>di</strong>ta in termini <strong>di</strong> efficacia e <strong>di</strong> risultato (poiché i prodotti<br />

“ecologici” non comportano un abbattimento delle prestazioni).<br />

9


i Quaderni del Consumatore<br />

2. Acquisti Ver<strong>di</strong> e<br />

Pubbliche Amministrazioni<br />

Un settore specifico degli Acquisti Ver<strong>di</strong> è costituito da quelli effettuati<br />

dalla Pubblica Amministrazione, nel rispetto del c.d. green public<br />

procurement (GPP), fondamentale strumento <strong>di</strong> politica ambientale,<br />

definito dalla Commissione Europea come “l’approccio in base al quale<br />

le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le<br />

fasi del processo <strong>di</strong> acquisto, incoraggiando la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tecnologie ambientali<br />

e lo sviluppo <strong>di</strong> prodotti vali<strong>di</strong> sotto il profilo ambientale, attraverso<br />

la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore<br />

impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo <strong>di</strong> vita”.<br />

La domanda pubblica rivolta a prodotti ecologici può favorire lo sviluppo<br />

sostenibile se si considerano i volumi <strong>di</strong> spesa che sono in gioco,<br />

dal momento che, stando alle stime della Commissione Europea,<br />

la spesa pubblica nei Paesi membri per beni, servizi e lavori ammonta<br />

annualmente a circa il 16% del PIL e secondo i dati ISTAT a livello<br />

italiano la spesa <strong>di</strong> Stato, Regioni, Province e Comuni, solo per acquisti<br />

<strong>di</strong> beni e servizi, ammonta a circa 50 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Ma non è<br />

tutto. Pratiche <strong>di</strong> questo tipo poste in essere dagli Enti pubblici possono<br />

provocare nel sistema produttivo un assai benefico effetto leva,<br />

orientando il mercato verso la qualità ambientale. La Pubblica Amministrazione,<br />

oltre a rappresentare per la collettività il primo in<strong>di</strong>ce dell’evoluzione<br />

normativa, può determinare le tendenze, offrendo alle<br />

aziende “ver<strong>di</strong>” occasioni vantaggiose e così stimolando tutte le imprese<br />

ad una competitività basata anche sugli standard ambientali.<br />

A livello europeo essenziali riferimenti legislativi in ambito <strong>di</strong><br />

Acquisti Ver<strong>di</strong> sono, oltre al Libro Verde sulla politica integrata<br />

relativa ai prodotti, la Direttiva 2004/18/CE del Parlamento<br />

e del Consiglio Europeo 31 marzo 2004 “relativa<br />

al coor<strong>di</strong>namento delle procedure <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione<br />

degli appalti<br />

pubblici <strong>di</strong> lavori, <strong>di</strong><br />

forniture e <strong>di</strong> servizi”<br />

(mo<strong>di</strong>ficata dal Regolamento<br />

1177/2009/CE e dalla<br />

Direttiva 2009/81/CE) e la<br />

Comunicazione sugli acquisti<br />

pubblici per un ambiente migliore n.<br />

400 del 16 luglio 2008.<br />

10<br />

Libro Verde sulla<br />

politica integrata<br />

relativa ai prodotti<br />

Direttiva 2004/18/CE del<br />

Parlamento e del Consiglio<br />

Europeo 31 marzo 2004<br />

mo<strong>di</strong>ficata dal<br />

Regolamento<br />

1177/2009/CE e dalla<br />

Direttiva 2009/81/CE<br />

Comunicazione sugli<br />

acquisti pubblici per un<br />

ambiente migliore n. 400<br />

del 16 luglio 2008<br />

Le etichette ecologiche<br />

Propone una strategia intesa a rafforzare e riorientare<br />

le politiche ambientali concernenti i prodotti per promuovere<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> prodotti ecologici<br />

Punti car<strong>di</strong>ne della Direttiva n.18/2004 sono l’art. 23,<br />

che prevede la possibilità <strong>di</strong> inserire nell’oggetto dell’appalto<br />

caratteristiche ambientali in termini <strong>di</strong> prestazioni<br />

o requisiti funzionali facendo riferimento ad<br />

eco-etichettature (seppur a determinate con<strong>di</strong>zioni e<br />

cioè: pertinenza all’oggetto dell’appalto, elaborazione<br />

con criteri scientifici, adozione con il coinvolgimento<br />

delle parti interessate, accessibilità alle parti interessate),<br />

e l’art. 53 che, fra i criteri <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione,<br />

ammette il riferimento alle caratteristiche ambientali<br />

per stabilire capacità tecniche e professionali <strong>di</strong> un<br />

operatore economico.<br />

La Comunicazione n. 400/2008 della Commissione al<br />

Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Etico e<br />

Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni ha introdotto<br />

in<strong>di</strong>catori e parametri da applicare alle gare d’appalto<br />

del settore pubblico aventi lo scopo <strong>di</strong> migliorare l’efficienza<br />

energetica e ambientale dei prodotti e stimolarne<br />

l’utilizzo da parte dei consumatori. Entro la fine<br />

del 2010 il 50% delle gare d’appalto per <strong>di</strong>eci settori<br />

prioritari dovrà rispettare criteri comuni <strong>di</strong> GPP basati<br />

su marchi ecologici nazionali ed europei e su informazioni<br />

provenienti dall’industria e dalla società civile; i<br />

settori <strong>di</strong> riferimento sono: costruzione (dall’approvvigionamento<br />

<strong>di</strong> materie prime, alla scelta <strong>di</strong> prodotti,<br />

impianti, all’esecuzione, alla manutenzione, allo smantellamento),<br />

servizi alimentari e <strong>di</strong> ristorazione, trasporti<br />

e servizi <strong>di</strong> trasporto, energia (elettrica, riscaldamento,<br />

refrigerazione), macchine da ufficio e PC, abbigliamento<br />

e prodotti tessili, carte e servizi tipografici, arre<strong>di</strong>,<br />

prodotti e servizi <strong>di</strong> pulizia, attrezzature sanitarie.<br />

A livello nazionale già a partire dagli anni ‘90 si sono moltiplicati gli<br />

interventi legislativi a protezione delle questioni energetiche e ambientali<br />

nell’ambito degli acquisti pubblici. Nella tabella che segue sono<br />

elencati i provve<strong>di</strong>menti che regolano gli acquisti ver<strong>di</strong> della Pubblica<br />

Amministrazione nel nostro Paese.<br />

11


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

D. Lgs. n. 22/1997<br />

D.M. del 27 marzo 1998<br />

Legge n. 443/2001<br />

Legge n. 448/2001<br />

D.M. n. 203/2003<br />

D. Lgs. n. 163/2006<br />

Ha stabilito l’adozione <strong>di</strong> misure ad ampio raggio, mirate a<br />

favorire sviluppo <strong>di</strong> tecnologie pulite, promozione <strong>di</strong> strumenti<br />

economici ed eco-bilanci, analisi <strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong> vita dei<br />

prodotti, azioni <strong>di</strong> informazione e sensibilizzazione dei prodotti,<br />

immissione sul mercato <strong>di</strong> prodotti che riducano la<br />

produzione <strong>di</strong> rifiuti, in particolare tossici, determinazione<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni d’appalto che valorizzino competenze tecniche<br />

in materia <strong>di</strong> prevenzione della produzione <strong>di</strong> rifiuti; ha<br />

altresì introdotto una norma specifica sull’utilizzo <strong>di</strong> carta<br />

riciclata negli uffici pubblici.<br />

Ha obbligato le amministrazioni dello Stato impegnate nel<br />

rinnovo annuale del parco macchine a scegliere autoveicoli<br />

“ecologici” (elettrici, ibri<strong>di</strong>, alimentati a gas naturale o dotati<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivo per l’abbattimento <strong>di</strong> emissioni inquinanti).<br />

Ha imposto agli uffici pubblici l’acquisto <strong>di</strong> manufatti in<br />

plastica riciclata per almeno il 40% del proprio fabbisogno.<br />

Ha imposto l’acquisto <strong>di</strong> pneumatici riciclati per almeno il<br />

20% del fabbisogno.<br />

Ha fissato parametri destinati alle Regioni (la cui competenza<br />

specifica per materia nel settore è stata definitivamente<br />

fissata dal D. Lgs. n. 152/2006) per l’adozione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sposizioni destinate agli enti pubblici e alle società con<br />

prevalente capitale pubblico per garantire che vengano<br />

scelti per almeno il 30% <strong>di</strong> quanto necessario nel corso<br />

dell’anno prodotti realizzati con materiale riciclato. Per<br />

dare attuazione a questo decreto il Ministero dell’Ambiente<br />

e della Tutela del Territorio e del Mare ha emanato otto circolari<br />

finalizzate all’in<strong>di</strong>viduazione delle caratteristiche dei<br />

materiali riciclati a seconda del settore <strong>di</strong> riferimento (tessile<br />

e abbigliamento, plastica, carte, legno e arredo,<br />

ammendanti, e<strong>di</strong>le e stradale, gomma, oli minerali usati).<br />

All’art.2, comma 2, ha stabilito che “Il principio <strong>di</strong> economicità<br />

può essere subor<strong>di</strong>nato, entro i limiti in cui sia<br />

espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente<br />

co<strong>di</strong>ce, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze<br />

sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e<br />

alla promozione dello sviluppo sostenibile”.<br />

Accogliendo l’in<strong>di</strong>cazione contenuta nella Comunicazione della Commissione<br />

europea “Politica integrata dei prodotti, sviluppare il concetto<br />

<strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong> vita ambientale” (COM 302/2003) e sulla base della<br />

legge n. 296/2006 (Finanziaria 2007) il Ministero dell’Ambiente e della<br />

Tutela del Territorio e del Mare ha elaborato il “Piano d’azione per<br />

la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione”<br />

(c.d. Piano d’Azione Nazionale GPP, o PAN GPP).<br />

Il Piano, adottato con il Decreto Interministeriale<br />

n.135 dell’11 aprile 2008, ha l’obiettivo <strong>di</strong> fornire<br />

un input agli enti pubblici per massimizzare la <strong>di</strong>ffusione<br />

del GPP con i conseguenti benefici ambientali,<br />

economici e finanziari. Il PAN agisce<br />

fornendo un quadro generale sul Green<br />

Public Procurement, definendo degli obiettivi<br />

<strong>di</strong> miglioramento ambientale (consistenti<br />

in risparmio energetico, riduzione dei<br />

rifiuti e riduzione dell’uso <strong>di</strong> sostanze pericolose),<br />

in<strong>di</strong>cando le categorie <strong>di</strong> beni e servizi in<br />

cui l’intervento deve essere considerato prioritario<br />

(che sono arre<strong>di</strong>, e<strong>di</strong>lizia, gestione dei rifiuti, servizi urbani e<br />

al territorio, servizi energetici, elettronica, prodotti tessili e calzature,<br />

cancelleria, ristorazione, servizi <strong>di</strong> gestione degli e<strong>di</strong>fici, trasporti), identificando<br />

dei criteri “ecologici” minimi, fornendo delle specifiche prescrizioni<br />

per gli enti pubblici, che sono chiamati a:<br />

1) effettuare un’analisi dei propri fabbisogni con l’obiettivo <strong>di</strong> razionalizzare<br />

i consumi e favorire il decoupling (cioè la <strong>di</strong>ssociazione tra<br />

sviluppo economico e degrado ambientale);<br />

2) identificare le funzioni competenti per l’attuazione del GPP coinvolte<br />

nel processo <strong>di</strong> acquisto;<br />

3) re<strong>di</strong>gere uno specifico programma interno per implementare le azioni<br />

in ambito GPP.<br />

Il Piano prevede infine un monitoraggio annuale per verificare il grado<br />

<strong>di</strong> penetrazione del GPP e l’applicazione corretta del PAN stesso, con<br />

valutazione dei benefici ambientali ottenuti e in<strong>di</strong>viduazione delle azioni<br />

<strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong>vulgazione da svolgere sul territorio nazionale.<br />

12 13


i Quaderni del Consumatore<br />

3. Etichettatura ambientale<br />

La maggior consapevolezza del consumatore <strong>di</strong> oggi degli<br />

effetti sull’ambiente provocati dalla società e dallo stile<br />

<strong>di</strong> vita delle popolazioni si traduce in molti casi in una<br />

concreta volontà <strong>di</strong> porre in essere corrette scelte <strong>di</strong> consumo<br />

che possano contribuire a salvaguardare gli ecosistemi.<br />

Di fondamentale aiuto per l’utente che voglia acquistare<br />

perseguendo la sostenibilità sono le informazioni<br />

fornite dai vari sistemi <strong>di</strong> certificazione e <strong>di</strong> etichettatura<br />

che accompagnano i prodotti. Si parla a questo<br />

proposito <strong>di</strong> marchio ecologico (o etichetta ambientale<br />

o etichetta ecologica o eco-etichetta) per in<strong>di</strong>care<br />

quel marchio applicato su un prodotto, su un<br />

imballaggio o su un servizio che fornisce informazioni<br />

sulla sua performance ambientale complessiva<br />

(quin<strong>di</strong> rispetto all’intero ciclo <strong>di</strong> vita) o su uno o più<br />

aspetti ambientali specifici (origine della materia prima,<br />

riciclabilità, ecc…).<br />

Le etichette ambientali svolgono quin<strong>di</strong> un duplice ruolo<br />

fondamentale nel mercato e nell’ottica della sostenibilità: da un lato<br />

orientano la domanda verso beni e servizi a impatto ambientale ridotto,<br />

dall’altro forniscono un riconoscimento per quelle aziende che<br />

si in<strong>di</strong>rizzano verso scelte <strong>di</strong> produzione “virtuose” e che possono così<br />

offrire garanzia delle qualità ambientali dei propri prodotti, acquisendo<br />

un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.<br />

Alcuni sistemi <strong>di</strong> etichettatura sono obbligatori e riguardano principalmente<br />

gli elettrodomestici (etichetta energetica, ve<strong>di</strong> par. 4), i prodotti<br />

pericolosi e tossici (ve<strong>di</strong> par. 5) e gli imballaggi; altri sono ad<br />

adesione volontaria, con <strong>di</strong>fferenti gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità per l’utente<br />

finale, in base soprattutto all’esistenza o meno <strong>di</strong> un organismo terzo<br />

ed imparziale che verifichi il superamento <strong>di</strong> standard qualitativi prestabiliti.<br />

Secondo la norma ISO 14020 1 , le eco-etichette <strong>di</strong> natura volontaria<br />

si possono classificare in tre tipologie:<br />

- Etichette <strong>di</strong> Tipo I - ISO 14024<br />

- Etichette <strong>di</strong> Tipo II - ISO 14021: Auto<strong>di</strong>chiarazioni ambientali<br />

- Etichette <strong>di</strong> Tipo III - ISO 14025: Dichiarazioni Ambientali <strong>di</strong> Prodotto<br />

1 La sigla ISO identifica una serie <strong>di</strong> standard internazionali legati alla gestione ambientale delle organizzazioni; si tratta <strong>di</strong> standard<br />

<strong>di</strong> vario tipo, certificabili, su base volontaria, da un organismo <strong>di</strong> certificazione accre<strong>di</strong>tato. Si veda a questo proposito il<br />

paragrafo 10.<br />

14<br />

Le etichette ecologiche<br />

Le etichette ambientali <strong>di</strong> tipo I sono assegnate da organismi <strong>di</strong> parte<br />

terza, pubblici o privati, in<strong>di</strong>pendenti dal produttore; si basano su<br />

criteri sviluppati tenendo conto <strong>di</strong> tutte fasi del ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto<br />

(Life Cycle Assessment - LCA) che fissano dei valori soglia e limiti<br />

prestazionali da rispettare, la cui conformità è appunto certificata<br />

dall’organismo preposto. Le procedure legate al riconoscimento <strong>di</strong><br />

queste etichette sono - come si è detto - volontarie, prevedono schemi<br />

<strong>di</strong> operatività trasparenti e predeterminati per ogni categoria <strong>di</strong><br />

prodotto, la consultazione delle parti interessate, sono accessibili a<br />

tutti i potenziali richiedenti, sono sviluppate su basi scientifiche.<br />

Le etichette ambientali <strong>di</strong> tipo II sono realizzate da produttori, importatori<br />

o <strong>di</strong>stributori dei prodotti, che riportano “auto<strong>di</strong>chiarazioni”<br />

e simboli <strong>di</strong> valenza ambientale su prodotti, imballaggi o materiale<br />

informativo e pubblicitario, non convalidati né certificati da organismi<br />

in<strong>di</strong>pendenti (self declared environmental claims). Generalmente<br />

questo tipo <strong>di</strong> informazioni ambientali sono relative a singoli aspetti<br />

ambientali del prodotto: contenuto <strong>di</strong> materiale riciclato, tossicità,<br />

biodegradabilità, assenza <strong>di</strong> sostanze dannose per l’ambiente. Il fatto<br />

che non vi sia una certificazione ufficiale da una parte terza, non significa<br />

che queste etichette non debbano avere dei requisiti <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità<br />

e serietà nei riguar<strong>di</strong> del consumatore e dell’utenza in genere;<br />

infatti secondo lo standard ISO 14021 queste etichette devono contenere<br />

<strong>di</strong>chiarazioni non ingannevoli, verificabili (ad esempio la documentazione<br />

relativa alle qualità ambientali <strong>di</strong>chiarate deve essere resa<br />

<strong>di</strong>sponibile a richiesta), specifiche e chiare, non soggette ad errori<br />

<strong>di</strong> interpretazione; quin<strong>di</strong> non devono essere utilizzate asserzioni ambientali<br />

vaghe o non specifiche, come “sicuro per l’ambiente”, “non<br />

inquinante”, “amico della natura”, ecc…<br />

La Dichiarazione Ambientale <strong>di</strong> Prodotto, conosciuta<br />

anche con la sigla DAP o EPD (Environmental Product<br />

Declaration), è il documento che contiene le informazioni<br />

(oggettive, confrontabili e cre<strong>di</strong>bili) relative<br />

alla prestazione ambientale dell’intero ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> prodotti e<br />

servizi; ha carattere informativo e riguarda tutti gli aspetti ambientali<br />

e gli impatti potenziali: concezione, fabbricazione, utilizzazione, smaltimento.<br />

L’etichetta può essere apposta a qualsiasi prodotto e prevede<br />

una verifica e convalida da parte <strong>di</strong> organismi terzi accre<strong>di</strong>tati, che garantiscono<br />

la cre<strong>di</strong>bilità e veri<strong>di</strong>cità delle informazioni contenute nella<br />

<strong>di</strong>chiarazione. L’obiettivo <strong>di</strong> questa certificazione è quello <strong>di</strong> fornire al<br />

15


i Quaderni del Consumatore<br />

consumatore le basi per un confronto tra servizi e prodotti funzionalmente<br />

equivalenti, così da incentivare anche le aziende che perseguono<br />

lo sviluppo sostenibile a porre in essere proce<strong>di</strong>menti produttivi sempre<br />

più efficienti da un punto <strong>di</strong> vista ambientale.<br />

Sebbene non vi sia a livello internazionale un protocollo con<strong>di</strong>viso per<br />

i contenuti <strong>di</strong> una DAP, normalmente vi si trovano le seguenti informazioni:<br />

- descrizione dell’azienda e del servizio o prodotto oggetto della <strong>di</strong>chiarazione;<br />

- <strong>di</strong>chiarazione della presentazione ambientale del prodotto o servizio:<br />

è la parte cruciale della DAP, poiché qui l’azienda comunica al<br />

pubblico il profilo ambientale del prodotto, attraverso quei parametri<br />

e quei risultati la cui veri<strong>di</strong>cità sarà poi garantita dall’ente <strong>di</strong> certificazione;<br />

- informazioni aggiuntive provenienti dall’azienda (circa le modalità<br />

per un uso ecologicamente corretto del prodotto o per il suo appropriato<br />

smaltimento);<br />

- informazioni provenienti dall’ente <strong>di</strong> certificazione, che garantisce<br />

che la valutazione sul ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto che è alla base della<br />

DAP corrisponde a verità.<br />

16<br />

4. Etichetta energetica<br />

Per utilizzare gli elettrodomestici le famiglie consumano miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> chilowattora<br />

(kWh) <strong>di</strong> energia elettrica, tonnellate <strong>di</strong> acqua e liberano nell’atmosfera<br />

milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> anidride carbonica. Queste informazioni<br />

sono sufficienti a farci comprendere come sia dovere <strong>di</strong> tutti ridurre<br />

per quanto possibile consumi ed emissioni, tanto per incominciare<br />

scegliendo gli elettrodomestici che hanno le migliori prestazioni.<br />

Recependo la legislazione europea (Direttiva 92/75/CEE), in Italia dal<br />

1998 è stato introdotto l’obbligo dell’etichettatura energetica per frigoriferi<br />

e congelatori (sempre se ad alimentazione elettrica), dal 1999<br />

per le lavatrici, dal 2000 per le lavastoviglie, dal 2002 per le lampade ad<br />

uso domestico e dal 2003 per i forni elettrici e i con<strong>di</strong>zionatori.<br />

Lo scopo dell’etichettatura energetica è quello <strong>di</strong> informare gli utenti<br />

circa il consumo <strong>di</strong> energia degli apparecchi, per consentirne un impiego<br />

più razionale e <strong>di</strong> conseguenza incentivare il risparmio e ridurre le<br />

emissioni inquinanti. L’etichetta deve essere ben visibile davanti o sopra<br />

l’apparecchio esposto al pubblico, proprio per consentire un confronto<br />

migliore fra i vari modelli. Le categorie <strong>di</strong> efficienza energetica<br />

sono rappresentate da sette frecce <strong>di</strong> lunghezza crescente e <strong>di</strong> colori <strong>di</strong>versi,<br />

ciascuna associata ad una lettera dell’alfabeto: più la freccia è corta,<br />

più la classe <strong>di</strong> efficienza del lavaggio è alta, minore è il consumo.<br />

freccia corta - lettera A<br />

colore verde<br />

consumi bassi<br />

freccia lunga - lettera G<br />

colore rosso<br />

consumi alti<br />

Le etichette ecologiche<br />

Le frecce interme<strong>di</strong>e in<strong>di</strong>cano ovviamente<br />

situazioni interme<strong>di</strong>e e in scala progressiva.<br />

Nel giugno 2010 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione<br />

Europea ed è entrata in vigore la Direttiva 2010/30/UE del Parlamento<br />

Europeo e del Consiglio concernente “In<strong>di</strong>cazione del consumo<br />

<strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> altre risorse dei prodotti connessi all’energia, me<strong>di</strong>ante<br />

l’etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti”; gli Stati<br />

membri avranno tempo per recepire la Direttiva fino al 20 luglio 2011.<br />

17


i Quaderni del Consumatore<br />

Il provve<strong>di</strong>mento in oggetto amplia il campo <strong>di</strong> azione della vecchia Direttiva<br />

92/75/CEE includendo tutti i prodotti il cui utilizzo incide sul consumo<br />

energetico, quali, ad esempio, non solo televisori, lettori cd e dvd ecc...<br />

ma anche finestre isolanti, porte esterne. Secondo quanto previsto dall’art.<br />

5 della Direttiva gli Stati membri devono garantire che i fornitori che immettono<br />

in servizio determinati prodotti forniscano una scheda ed un’etichetta<br />

conformi a quanto previsto dalla normativa; inoltre essi devono fornire<br />

una documentazione tecnica sufficiente ed idonea a valutare l’esattezza<br />

dei dati che figurano su etichetta e scheda e tale documentazione va tenuta<br />

a <strong>di</strong>sposizione per un periodo <strong>di</strong> cinque anni dalla data <strong>di</strong> fabbricazione<br />

dell’ultimo prodotto fabbricato, al fine <strong>di</strong> consentire le verifiche da parte<br />

delle autorità <strong>di</strong> sorveglianza del mercato degli Stati membri e della Commissione.<br />

La Direttiva prevede anche che la scala identificativa delle etichette,<br />

da A a G (ve<strong>di</strong> infra), sia integrata da tre nuove classi: A+, A++, A+++ in<br />

aggiunta alla classe A. Le etichette energetiche, pur essendo <strong>di</strong> vario tipo a<br />

seconda del prodotto, presentano la medesima veste grafica e sono <strong>di</strong>vise<br />

per settori. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 30 novembre<br />

2010 sono stati pubblicati i quattro Regolamenti che ridefiniscono i contenuti<br />

delle nuove etichette energetiche per alcuni elettrodomestici, ed in<br />

particolare lavatrici (Regolamento n. 1061/2010), lavastoviglie (Regolamento<br />

n. 1059/2010), apparecchi per la refrigerazione -frigoriferi, congelatori e<br />

frigocongelatori (Regolamento n. 1060/2010) e televisori (Regolamento n.<br />

1062/2010). Per comprendere meglio il significato <strong>di</strong> numeri, simboli e sigle<br />

presenti partiamo con l’esame completo dell’etichetta <strong>di</strong> una lavatrice.<br />

ETICHETTA ENERGETICA DI UNA LAVATRICE<br />

Attualmente l’etichetta energetica <strong>di</strong> una lavatrice ha la seguente struttura<br />

ed i contenuti <strong>di</strong> seguito specificati. Il settore 1 identifica l’apparecchio con<br />

il marchio del costruttore e il nome del modello. Il settore 2 riporta una<br />

scala <strong>di</strong> riferimento per le categorie <strong>di</strong> efficienza energetica. Un prodotto<br />

viene considerato più efficiente <strong>di</strong> un altro quando, a parità <strong>di</strong> prestazioni<br />

(in questo caso pulizia del bucato), consuma meno energia. Oggi non si<br />

producono più lavatrici appartenenti alle classi E, F e G (ma se ne possono<br />

trovare comunque <strong>di</strong> vecchie in commercio). In questo spazio può essere<br />

riportato anche il marchio Ecolabel. Nel settore 3 si trova il consumo<br />

<strong>di</strong> energia espresso in kWh per ciclo <strong>di</strong> lavaggio. Il settore 4 in<strong>di</strong>ca la classe<br />

<strong>di</strong> efficienza del lavaggio con lettere che vanno dalla A (efficienza massima,<br />

cioè maggiore pulito), alla G (efficienza minima, cioè meno pulito).<br />

Nel settore 5 si trova la classe <strong>di</strong> efficienza della centrifugazione con lettere<br />

che vanno da A (efficienza massima, cioè meno acqua residua nel bucato)<br />

a G (efficienza minima, cioè più acqua residua nel bucato).<br />

18<br />

Le etichette ecologiche<br />

Il settore 6 in<strong>di</strong>ca la capacità <strong>di</strong> carico della lavatrice e il consumo<br />

d’acqua per ciclo <strong>di</strong> lavaggio in caso <strong>di</strong> ciclo normale del cotone a<br />

60°C. Il settore 7 in<strong>di</strong>ca la rumorosità dell’apparecchio durante le<br />

fasi <strong>di</strong> lavaggio e centrifugazione. Va precisato che tutti i dati contenuti<br />

nell’etichetta energetica si basano su stime effettuate in con<strong>di</strong>zioni<br />

standard predefinite (in questo caso il lavaggio normale del<br />

cotone a 60°C), perciò nella realtà i risultati possono essere <strong>di</strong>fferenti<br />

(cioè peggiori) poiché <strong>di</strong>pendono dalle modalità con cui un apparecchio<br />

è utilizzato.<br />

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello<br />

SETTORE 2: Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL<br />

SETTORE 3: Consumo Energetico kWh/ciclo<br />

SETTORE 4: Efficacia <strong>di</strong> lavaggio (A più alta - G più bassa)<br />

SETTORE 5: Efficacia <strong>di</strong> centrifugazione (A più alta - G più bassa)<br />

SETTORE 6: Capacità <strong>di</strong> carico (cotone) in Kg - Consumo <strong>di</strong> acqua in litri<br />

SETTORE 7: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)<br />

SETTORE 1<br />

SETTORE 2<br />

SETTORE 3<br />

SETTORE 4<br />

SETTORE 5<br />

SETTORE 6<br />

SETTORE 7<br />

19


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

L’etichetta energetica apposta sulle lavatrici è una <strong>di</strong> quelle soggette a<br />

revisione a partire dal 20 <strong>di</strong>cembre 2011; a partire da questa data infatti<br />

l’etichetta energetica dovrà avere la forma sotto riportata e contenere<br />

le seguenti informazioni:<br />

- nome o marchio del fornitore;<br />

- modello dell’apparecchio;<br />

- classe <strong>di</strong> efficienza energetica;<br />

- consumo annuo <strong>di</strong> energia (AEC)<br />

espressa in kWh/anno;<br />

- consumo annuo ponderato <strong>di</strong> acqua<br />

(AWC) espresso in litri/anno;<br />

- capacità nominale espressa in Kg<br />

per il programma standard a pieno<br />

carico per tessuti <strong>di</strong> cotone a 60° o<br />

a 40° a seconda <strong>di</strong> quale valore sia<br />

inferiore;<br />

- classe <strong>di</strong> efficienza della centrifuga;<br />

- emissioni <strong>di</strong> rumore aereo espresse<br />

in dB(A) durante le fasi <strong>di</strong> lavaggio e<br />

centrifuga per il programma standard<br />

per tessuti <strong>di</strong> cotone a 60° o a 40°.<br />

ETICHETTA ENERGETICA DEGLI E<strong>LE</strong>TTRODOMESTICI DEL FREDDO<br />

Anche per l’etichetta energetica <strong>di</strong> frigoriferi, congelatori<br />

e frigo-congelatori sono in arrivo alcune<br />

mo<strong>di</strong>fiche. Attualmente le etichette apposte a questi<br />

elettrodomestici <strong>di</strong>fferiscono da quella appena<br />

esaminata relativamente al settore 4, dove vengono<br />

forniti i seguenti dati sulla capacità dell’apparecchio:<br />

- volume utile complessivo, in litri, degli scomparti<br />

per conservare cibo fresco, cioè <strong>di</strong> tutti gli<br />

scomparti “senza stelle” la cui temperatura <strong>di</strong><br />

conservazione è superiore a -6°C;<br />

- volume utile complessivo, in litri, degli scomparti<br />

per conservare cibi surgelati o per congelare, cioè<br />

<strong>di</strong> tutti gli scomparti “con stelle” o con temperatura<br />

<strong>di</strong> conservazione uguale o inferiore a -6°C;<br />

- tipo <strong>di</strong> scomparto a bassa temperatura presente nell’apparecchio secondo<br />

il co<strong>di</strong>ce “a stelle”, un co<strong>di</strong>ce internazionale che ne in<strong>di</strong>ca la<br />

temperatura.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tale co<strong>di</strong>ce, ogni simbolo ha il suo significato come evidenziato<br />

nella seguente tabella:<br />

Stelle Temperatura Conservazione Congelamento Durata massima<br />

cibi surgelati cibi freschi degli alimenti<br />

- 6°C Sì No Fino a 1 settimana<br />

- 12°C Sì No Fino a 1 mese<br />

- 18°C Sì No Fino a 1 anno<br />

- 18°C Sì Sì Fino a 1 anno<br />

20 21


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello<br />

SETTORE 2: Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL<br />

SETTORE 3: Consumo Energetico annuo kWh/anno<br />

SETTORE 4: Volume utile vano “senza stelle”<br />

Volume utile vano “con stelle”<br />

Tipo <strong>di</strong> scomparto secondo il co<strong>di</strong>ce a stelle<br />

SETTORE 5: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)<br />

SETTORE 1<br />

SETTORE 2<br />

SETTORE 3<br />

SETTORE 4<br />

SETTORE 5<br />

Come si è detto il nuovo Regolamento (n.1060/2010) prevede una<br />

nuova forma (ve<strong>di</strong> immagine) ed i seguenti contenuti, che in questo<br />

caso entreranno in vigore il 30 novembre 2011:<br />

- nome o marchio del fornitore;<br />

- modello dell’apparecchio;<br />

- classe <strong>di</strong> efficienza energetica;<br />

- consumo annuo <strong>di</strong> energia (AEC)<br />

espressa in kWh/anno;<br />

- somma del volume utile <strong>di</strong> tutti gli<br />

scomparti senza stelle (ossia con<br />

temperatura <strong>di</strong> funzionamento<br />

maggiore a - 6°C);<br />

- somma del volume utile <strong>di</strong> tutti gli<br />

scomparti per la conservazione <strong>di</strong><br />

alimenti congelati (ossia con temperatura<br />

<strong>di</strong> funzionamento - 6°C);<br />

- le emissioni <strong>di</strong> rumore aereo<br />

espresse in dB(A).<br />

22 23


i Quaderni del Consumatore<br />

ETICHETTA ENERGETICA DEI CONDIZIONATORI D’ARIA<br />

L’etichetta energetica dei con<strong>di</strong>zionatori d’aria ad alimentazione elettrica<br />

riporta al settore 3 il consumo annuo <strong>di</strong> energia riferito ad un uso me<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> 500 ore l’anno in modalità <strong>di</strong> raffreddamento a pieno regime, nonché la<br />

potenza refrigerante in kWh e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficienza elettrica (EER); il settore<br />

4 specifica invece <strong>di</strong> quale tipo <strong>di</strong> apparecchio si tratti, fra: solo raffreddamento,<br />

raffreddamento/riscaldamento, raffreddamento ad aria, raffreddamento<br />

ad acqua; se c’è l’in<strong>di</strong>cazione “riscaldamento” è in<strong>di</strong>cata in<br />

un successivo settore anche la potenza <strong>di</strong> riscaldamento a pieno regime.<br />

24<br />

SETTORE 1<br />

SETTORE 2<br />

SETTORE 3<br />

SETTORE 4<br />

SETTORE 5<br />

SETTORE 6<br />

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modelli (unità interna ed esterna)<br />

SETTORE 2: Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL<br />

SETTORE 3: Consumo Energetico kWh/annuo - riferito ad un utilizzo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 500 ore/anno<br />

Potenza refrigerante in kW - In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Efficienza Elettrica (EER)<br />

SETTORE 4: Tipo: Solo Raffreddamento o Raffreddamento/Riscaldamento,<br />

Raffreddamento ad aria o ad acqua<br />

SETTORE 5: Potenza <strong>di</strong> riscaldamento - Efficienza energetica in modalità <strong>di</strong> riscaldamento<br />

SETTORE 6: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)<br />

ETICHETTA ENERGETICA DEI FORNI<br />

Per quanto riguarda i forni elettrici l’etichetta<br />

riporta al settore 4 il volume utile del compartimento<br />

del forno, espresso in litri; nel settore<br />

5 si trovano le <strong>di</strong>mensioni del forno, ripartite<br />

in piccolo (fra 12 e 35 litri), me<strong>di</strong>o (fra 35 e 65<br />

litri) e grande (oltre 65 litri).<br />

Le etichette ecologiche<br />

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello<br />

SETTORE 2: Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL<br />

SETTORE 3: Consumo Energetico kWh/ciclo<br />

rispettivamente a convenzione naturale e forzata<br />

SETTORE 4: Volume utile in litri<br />

SETTORE 5: Tipo (in relazione alla capacità)<br />

Piccolo (12-35 litri) - Me<strong>di</strong>o (36-65 litri) - Grande (oltre 65 litri)<br />

SETTORE 6: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)<br />

SETTORE 1<br />

SETTORE 2<br />

SETTORE 3<br />

SETTORE 4<br />

SETTORE 5<br />

SETTORE 6<br />

25


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

ETICHETTA ENERGETICA DI UNA LAVASTOVIGLIE<br />

Per le lavastoviglie, attualmente nel settore 5 è in<strong>di</strong>cata la classe <strong>di</strong> efficacia<br />

<strong>di</strong> asciugatura, con le lettere che vanno dalla A alla G (da efficacia<br />

massima a minima); nel settore 6 è in<strong>di</strong>cato il numero massimo<br />

<strong>di</strong> coperti che la lavastoviglie può lavare.<br />

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello<br />

SETTORE 2: Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL<br />

SETTORE 3: Consumo Energetico kWh/ciclo<br />

SETTORE 4: Efficacia <strong>di</strong> lavaggio (A più alta - G più bassa)<br />

SETTORE 5: Efficacia <strong>di</strong> centrifugazione (A più alta - G più bassa)<br />

SETTORE 6: Capacità <strong>di</strong> coperti - Consumo <strong>di</strong> acqua in litri<br />

SETTORE 7: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)<br />

SETTORE 1<br />

SETTORE 2<br />

SETTORE 3<br />

SETTORE 4<br />

SETTORE 5<br />

SETTORE 6<br />

SETTORE 7<br />

Il Regolamento n. 1059/2010 prevede che a partire dal 20 <strong>di</strong>cembre 2011<br />

l’etichetta energetica da apporre alle lavastoviglie dovrà avere la forma così<br />

come nell’immagine sotto riportata e le seguenti informazioni:<br />

- nome o marchio del fornitore;<br />

- modello dell’apparecchio;<br />

- classe <strong>di</strong> efficienza energetica;<br />

- consumo annuo <strong>di</strong> energia (AEC)<br />

espressa in kWh/anno;<br />

- il consumo annuo <strong>di</strong> acqua (AWC)<br />

espresso in litri/anno;<br />

- la classe <strong>di</strong> efficienza <strong>di</strong> asciugatura;<br />

- le emissioni <strong>di</strong> rumore aereo<br />

espresse in dB(A).<br />

26 27


i Quaderni del Consumatore<br />

ETICHETTA ENERGETICA DEL<strong>LE</strong> LAMPADINE<br />

Per quanto riguarda le lampa<strong>di</strong>ne nel settore basso dell’etichetta il primo<br />

numero in<strong>di</strong>ca il flusso luminoso espresso in lumen, il secondo<br />

numero in<strong>di</strong>ca la potenza espressa in Watt. La gamma delle potenze<br />

<strong>di</strong>sponibili è molto vasta, variando da 3 fino a 30 Watt (si ricorda che<br />

una lampa<strong>di</strong>na fluorescente compatta da 20 Watt fornisce la stessa<br />

quantità <strong>di</strong> luce <strong>di</strong> una lampa<strong>di</strong>na a incandescenza da 100 Watt). Il<br />

terzo numero presente in etichetta in<strong>di</strong>ca la durata me<strong>di</strong>a della lampa<strong>di</strong>na<br />

espressa in ore.<br />

Con Regolamento 244/2009/CE la Commissione Europea ha previsto<br />

il bando graduale dal mercato delle lampa<strong>di</strong>ne ad incandescenza tra<strong>di</strong>zionali;<br />

queste infatti trasformano in luce solo una piccola percentuale<br />

dell’energia impiegata, mentre il resto viene <strong>di</strong>sperso sotto forma<br />

<strong>di</strong> calore. Le nuove lampa<strong>di</strong>ne fluorescenti compatte<br />

sono comunemente dette “lampa<strong>di</strong>ne a risparmio<br />

energetico” e consentono <strong>di</strong> ridurre i consumi <strong>di</strong> energia<br />

elettrica fino all’80%. Dunque, a prescindere dalla<br />

permanenza sul mercato dei prodotti più datati fino ad<br />

esaurimento delle scorte, il consumatore accorto nello<br />

scegliere lampa<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> nuova generazione potrà contribuire<br />

a ridurre l’inutile <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energia elettrica ed<br />

avrà un risparmio sulla propria bolletta.<br />

28<br />

Classe <strong>di</strong> Efficienza Energetica<br />

Flusso luminoso emesso espresso in lumen<br />

Potenza assorbita espressa in watt<br />

Vita me<strong>di</strong>a espressa in ore<br />

Le etichette ecologiche<br />

ETICHETTA ENERGETICA DEI TE<strong>LE</strong>VISORI<br />

In questo caso le nuove <strong>di</strong>sposizioni entreranno in vigore dal 30 novembre<br />

2011 e si prevede che le etichette energetiche apposte a questi<br />

apparecchi riportino:<br />

- nome o marchio del fornitore;<br />

- modello dell’apparecchio;<br />

- classe <strong>di</strong> efficienza energetica;<br />

- consumo <strong>di</strong> energia in modo acceso<br />

espresso in watt;<br />

- consumo annuo <strong>di</strong> energia in modo<br />

acceso espresso in kWh/anno;<br />

- la <strong>di</strong>agonale dello schermo visibile,<br />

espressa sia in centimetri, sia in<br />

pollici.<br />

Nel caso in cui il televisore abbia prestazioni<br />

energetiche superiori alla<br />

classe A, il Regolamento n.1062/2010<br />

prevede tre nuove categorie energetiche:<br />

A+, A++ e A+++.<br />

RICORDA CHE L’ETICHETTA ENERGETICA<br />

● È una etichetta obbligatoria<br />

● Ha la funzione <strong>di</strong> rappresentare la classe <strong>di</strong> efficienza<br />

energetica cui appartiene il prodotto<br />

● Si trova nei frigoriferi, congelatori e loro combinazioni<br />

lavatrici, asciugatrici e loro combinazioni; lavastoviglie<br />

forni; fonti <strong>di</strong> illuminazione; con<strong>di</strong>zionatori d’aria<br />

29


i Quaderni del Consumatore<br />

5. Etichette dei prodotti tossici e pericolosi<br />

Sui contenitori <strong>di</strong> sostanze tossiche e pericolose sono apposte etichette<br />

rivolte agli utilizzatori che hanno la funzione <strong>di</strong> avvisare in relazione<br />

ai rischi per la salute e la sicurezza che il contatto o la vicinanza<br />

con il prodotto comporta, nonché in<strong>di</strong>rizzare ad un corretto smaltimento<br />

post utilizzo. Le due norme fondamentali che regolamentano<br />

la materia sono il D. Lgs. 52/1997 (Attuazione della Direttiva<br />

92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura<br />

delle sostanze pericolose) e il D. Lgs. 65/2003 (Attuazione delle Direttive<br />

1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all’imballaggio<br />

e all’etichettatura dei preparati pericolosi).<br />

Dette normative in<strong>di</strong>viduano le categorie <strong>di</strong> sostanze e preparati pericolosi<br />

che si riportano nella tabella seguente:<br />

ESPLOSIVI (E)<br />

COMBURENTI (O)<br />

30<br />

Sostanze e preparati soli<strong>di</strong>, liqui<strong>di</strong>, pastosi o gelatinosi che, anche senza<br />

l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica<br />

con rapida formazione <strong>di</strong> gas e che, in particolari con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento<br />

in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> parziale contenimento<br />

Sostanze e preparati che a, contatto con le altre sostanze soprattutto<br />

se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica<br />

INFIAMMABILI R10<br />

Per questa categoria non esiste il simbolo <strong>di</strong> pericolo ma viene utilizzata la frase <strong>di</strong><br />

rischio R10. Sostanze e preparati liqui<strong>di</strong> con basso punto <strong>di</strong> infiammabilità<br />

FACILMENTE INFIAMMABILI (F)<br />

F<br />

Sostanze e preparati che a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e<br />

senza apporto <strong>di</strong> energia, possono riscaldarsi e infiammarsi o quelli che<br />

possono infiammarsi a causa <strong>di</strong> un breve contatto con una fonte <strong>di</strong> accensione<br />

e che continuano a bruciare anche dopo il ritiro della fonte <strong>di</strong><br />

accensione, o quelli il cui punto <strong>di</strong> infiammabilità è molto basso, o infine<br />

quelli che a contatto con l’aria umida o l’acqua, sprigionano gas estremamente<br />

infiammabili in quantità pericolose<br />

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI (F+)<br />

F+<br />

TOSSICI (T)<br />

T<br />

Le etichette ecologiche<br />

Sostanze e preparati liqui<strong>di</strong> con un punto <strong>di</strong> infiammabilità estremamente<br />

basso e quelli gassosi che a temperatura e pressione ambiente<br />

si infiammano a contatto con l’aria<br />

Sostanze e preparati che in caso <strong>di</strong> inalazione, ingestione o penetrazione<br />

cutanea, in piccole quantità, possono essere mortali o provocare<br />

lesioni acute o croniche<br />

MOLTO TOSSICI O ALTAMENTE TOSSICI (T+)<br />

T+<br />

NOCIVI (Xn)<br />

Xn<br />

CORROSIVI (C)<br />

IRRITANTI (Xi)<br />

Sostanze e preparati che in caso <strong>di</strong> inalazione, ingestione o penetrazione<br />

cutanea, in piccolissima quantità, possono essere mortali o provocare<br />

lesioni acute o croniche<br />

Sostanze e preparati che in caso <strong>di</strong> inalazione, ingestione o penetrazione<br />

cutanea, possono essere mortali o provocare lesioni acute o croniche<br />

Sostanze e preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono esercitare<br />

su <strong>di</strong> essi un’azione <strong>di</strong>struttiva<br />

Sostanze e preparati non corrosivi, il cui contatto <strong>di</strong>retto, prolungato<br />

o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria<br />

31


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

SENSIBILIZZATORI<br />

Xn o Xi<br />

CANCEROGENI<br />

T o T+ e<br />

R45 o R49<br />

MUTAGENI<br />

T<br />

T<br />

Sostanze e preparati che, per inalazione o penetrazione cutanea, possono<br />

dar luogo ad una reazione <strong>di</strong> ipersensibilizzazione, per cui una<br />

successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effetti<br />

nefasti caratteristici<br />

Xn<br />

Xn<br />

TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO<br />

Xn<br />

PERICOLOSI PER L’AMBIENTE (N)<br />

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestione<br />

o penetrazione cutanea, possono provocare il cancro<br />

o aumentarne la frequenza<br />

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestione<br />

o penetrazione cutanea, possono produrre effetti genetici<br />

ere<strong>di</strong>tari o aumentarne la frequenza<br />

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestione<br />

o penetrazione cutanea, possono provocare o rendere<br />

più frequenti effetti nocivi non ere<strong>di</strong>tari nella prole<br />

o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive<br />

maschili e femminili<br />

Sostanze e preparati che qualora si <strong>di</strong>ffondano nell’ambiente, presentano<br />

o possono presentare rischi imme<strong>di</strong>ati o <strong>di</strong>fferiti per una o<br />

più componenti ambientali<br />

Il Regolamento n. 1272/2008, entrato in vigore il 20 gennaio 2009, ha<br />

previsto un adeguamento delle etichette dei prodotti chimici al GHS<br />

(Globally Harmonised System), il Sistema Globale Armonizzato.<br />

I simboli riportati nelle pagine precedenti, attualmente in uso, saranno<br />

dunque sostituiti da nuovi pittogrammi <strong>di</strong> pericolo, <strong>di</strong> forma quadrata<br />

poggianti su una punta, costituiti da un simbolo nero su fondo bianco<br />

con bordo rosso.<br />

ESPLOSIVO INFIAMMABI<strong>LE</strong> COMBURENTE<br />

GAS SOTTO<br />

PRESSIONE<br />

TOSSICO DANNOSO A LUN-<br />

GO TERMINE<br />

CANCEROGENO<br />

MUTAGENO<br />

TOSSICO PER LA<br />

RIPRODUZIONE<br />

CORROSIVO NOCIVO<br />

IRRITANTE<br />

DANNOSO PER<br />

L’AMBIENTE<br />

32 33


i Quaderni del Consumatore<br />

6. Marchi <strong>di</strong> prodotto più <strong>di</strong>ffusi<br />

Ecolabel<br />

Ecolabel è l’etichetta ecologica volontaria <strong>di</strong> tipo I riconosciuta<br />

a livello europeo. È rappresentata da una margherita stilizzata<br />

con al centro la “E” <strong>di</strong> Europa, circondata dalle stelle<br />

che rappresentano gli Stati membri. È stata creata dalla<br />

Commissione dell’Unione Europea nel 1992 (con Regolamento<br />

CEE n. 880 del 1992, prima sostituito dal Regolamento<br />

CE n.1980 del 2000 ed oggi dal Regolamento CE n.<br />

66 del 2010, entrato in vigore dal 19 febbraio 2010 pubblicato<br />

sulla GUUE L 27 del 30/01/2010), quale marchio <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong><br />

cui possono fregiarsi prodotti e servizi che rispettino precisi criteri<br />

ecologici. In particolare in<strong>di</strong>ca che il prodotto garantisce un ridotto<br />

impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo <strong>di</strong> vita: estrazione delle<br />

materie prime, produzione, imballaggio, <strong>di</strong>stribuzione, utilizzo, smaltimento.<br />

Per ogni prodotto vengono presi in esame quin<strong>di</strong> gli aspetti<br />

ambientali connessi alla sua realizzazione: qualità dell’aria, dell’acqua<br />

e del suolo, produzione <strong>di</strong> rifiuti, consumo <strong>di</strong> risorse ed energia, sicurezza<br />

e salute dei lavoratori e consumatori, inquinamento acustico, tutela<br />

della bio<strong>di</strong>versità. Secondo il principio <strong>di</strong> una gestione ambientale<br />

con<strong>di</strong>visa il nuovo Regolamento Ecolabel 2010 prevede che i criteri<br />

ecologici adottati dalla Commissione siano proposti da un Comitato<br />

per il marchio ecologico (CUEME) a cui partecipano tutte le parti<br />

interessate: Industria e PMI, Associazioni dei consumatori, Associazioni<br />

ambientali. Proprio l’attenzione a tutto il ciclo <strong>di</strong> vita permette <strong>di</strong> ridurre<br />

l’impatto ambientale complessivo, evitando il semplice trasferimento<br />

<strong>di</strong> impatti da una fase all’altra. Attraverso il marchio Ecolabel il<br />

consumatore usufruirà <strong>di</strong> informazioni atten<strong>di</strong>bili e scientificamente<br />

fondate sull’impatto ambientale dei prodotti. Inoltre i prodotti Ecolabel<br />

garantiscono una effettiva qualità del prodotto; non si deve pensare<br />

che siano realizzati con meto<strong>di</strong> che ne riducono la vali<strong>di</strong>tà o l’efficacia;<br />

infatti, ad esempio, per ottenere il marchio Ecolabel prodotti come<br />

i detersivi per lavastoviglie e per lavatrici devono superare una prova<br />

<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento. Le loro qualità prestazionali devono essere almeno<br />

uguali alle prestazioni <strong>di</strong> pulizia ottenute dai detersivi comuni, non<br />

ecologici. Possono adottare il marchio Ecolabel tutti i tipi <strong>di</strong> prodotti<br />

(tranne quelli alimentari, bevande, prodotti farmaceutici, sostanze pericolose),<br />

purché: a) rappresentino un volume significativo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te<br />

e scambi nel mercato europeo; b) comportino impatti ambientali significativi<br />

in una o più fasi <strong>di</strong> vita; c) le scelte del consumatore abbiano<br />

34<br />

Le etichette ecologiche<br />

capacità potenziale significativa <strong>di</strong> indurre miglioramenti ambientali.<br />

Attualmente sono stati fissati i criteri per oltre venticinque tipi <strong>di</strong> prodotti<br />

e servizi, tra cui calzature, materassi, lubrificanti, saponi, lavatrici,<br />

PC portatili, piastrelle, vernici, lampade elettriche, e ve ne sono altri<br />

i cui criteri sono in fase <strong>di</strong> elaborazione.<br />

ESEMPI DI ECOLABEL<br />

per i BENI<br />

Per quel che riguarda ad esempio le lampa<strong>di</strong>ne elettriche, oggetto <strong>di</strong> uso molto comune in<br />

ogni famiglia, esiste una certificazione Ecolabel per i <strong>di</strong>fferenti tipi esistenti sul mercato,<br />

che adotta come criteri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio sulla qualità ambientale e prestazionale l’efficienza energetica,<br />

la vita me<strong>di</strong>a, il mantenimento dei lumen e il tenore <strong>di</strong> mercurio; in particolare per<br />

le lampade elettriche ad attacco singolo compatte a fluorescenza i limiti sono i seguenti:<br />

- Efficienza energetica: classe A<br />

- Durata: oltre 10.000 ore<br />

- Mantenimento dei lumen: oltre 70 % a 10.000 ore<br />

- Tenore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mercurio: 4,0 mg<br />

per i SERVIZI<br />

Tra i servizi certificati Ecolabel si trovano la ricettività turistica e i campeggi. A tal proposito<br />

si parla <strong>di</strong> Ecolabel proprio come marchio <strong>di</strong> qualità ecologica per il turismo; va detto<br />

infatti che anche in questo settore si sta assistendo alla crescita della consapevolezza<br />

della responsabilità ambientale, sia da parte degli operatori, sia da parte dei turisti<br />

stessi. L’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Salute ha definito sostenibile un’attività turistica<br />

quando “si sviluppa in modo tale da mantenersi vitale in un’area per un tempo illimitato,<br />

non alterando l’ambiente naturale, sociale, artistico e non ostacolando lo sviluppo <strong>di</strong><br />

altre attività sociali ed economiche”. Deve in pratica saper coniugare tutela dell’ambiente,<br />

sviluppo economico, cultura e tra<strong>di</strong>zioni locali, equità sociale. Applicato ad una struttura<br />

<strong>di</strong> ricettività turistica il marchio Ecolabel consente <strong>di</strong> limitare i principali impatti connessi<br />

con le tre fasi <strong>di</strong> vita del servizio: approvvigionamento <strong>di</strong> beni e servizi, erogazione,<br />

produzione <strong>di</strong> rifiuti. Nel concreto il tutto si traduce in una struttura che limita i consumi<br />

<strong>di</strong> energia, limita i consumi <strong>di</strong> acqua, limita la produzione dei rifiuti, favorisce le fonti<br />

<strong>di</strong> energia rinnovabile, utilizza sostanze meno pericolose per l’ambiente, promuove comunicazione<br />

ed educazione ambientale. Da indagini svolte in <strong>di</strong>versi Paesi è risultato che<br />

un crescente numero <strong>di</strong> turisti domanda qualità ambientale e influenza le proprie scelte<br />

<strong>di</strong> destinazione proprio sulla base <strong>di</strong> criteri ambientali.<br />

RICORDA CHE ECOLABEL<br />

● È l’unico marchio volontario <strong>di</strong> tipo I riconosciuto in tutta Europa<br />

● Viene rilasciato valutando tutto il ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto (LCA)<br />

● Riguarda prodotti e servizi<br />

● Non implica riduzione <strong>di</strong> efficienza o minori prestazioni del<br />

prodotto o servizio<br />

35


i Quaderni del Consumatore<br />

Marchio ecologico tedesco “Blauer Engel”<br />

Attivo in Germania dal 1977, è un marchio a carattere<br />

nazionale basato sull’adesione volontaria, oggi presente<br />

su oltre 10.000 prodotti e servizi. Gli standard<br />

per la certificazione tengono conto dell’intero ciclo <strong>di</strong><br />

vita del prodotto, della tutela della salute, <strong>di</strong> tutti gli<br />

aspetti legati alla protezione ambientale (emissioni, contenuto<br />

<strong>di</strong> sostanze pericolose, risparmio energetico, smaltimento). Per<br />

ottenere il marchio il prodotto viene sottoposto all’esame <strong>di</strong> un organismo<br />

composto da rappresentanti dello Stato, dei gruppi ambientalisti,<br />

dei consumatori, dei sindacati, <strong>di</strong> istituzioni scientifiche, <strong>di</strong> industrie<br />

e mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />

Marchio ecologico dei paesi scan<strong>di</strong>navi<br />

“Nor<strong>di</strong>c Swan” o “White Swan”<br />

Nato nel 1989 come marchio comune <strong>di</strong> qualità ecologica<br />

per i Paesi Scan<strong>di</strong>navi (Danimarca, Svezia, Finlan<strong>di</strong>a,<br />

Islanda) viene rilasciato da ogni singolo organismo<br />

nazionale ed è assegnato a categorie <strong>di</strong> prodotti<br />

non alimentari caratterizzati da un minor impatto ambientale rispetto<br />

ad altri analoghi. L’etichetta ha una durata temporale limitata che<br />

varia da sei mesi a tre anni. I parametri presi in esame riguardano: produzione<br />

e riciclaggio, confezione, utilizzo, emissioni, riconsegna e<br />

smaltimento, <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità del prodotto.<br />

36<br />

Marchio ecologico austriaco “Umweltzeichen”<br />

Creato nel 1991 dal Ministro dell’Ambiente, della<br />

Gioventù e della Famiglia, è un marchio a carattere<br />

nazionale basato sull’adesione volontaria. I criteri sono<br />

applicabili a prodotti e processi manifatturieri.<br />

Marchio ecologico dei Paesi Bassi “Miliekeur”<br />

Gestito da una organizzazione in<strong>di</strong>pendente, chiamata<br />

Stichting Milieukeur, a cui partecipano rappresentanti<br />

delle istituzioni, dei consumatori, degli<br />

industriali, dei commercianti e delle associazioni<br />

ambientaliste olandesi, tale marchio è limitato ai<br />

produttori olandesi e viene apposto su varie tipologie<br />

Le etichette ecologiche<br />

<strong>di</strong> prodotti, il cui processo produttivo è risultato conforme a specifici<br />

requisiti per la tutela dell’ambiente. La gestione del sistema e<br />

l’attribuzione del marchio è affidata ad un comitato tecnico il quale<br />

definisce anche i principi e gli standard per l’accre<strong>di</strong>tamento dei<br />

prodotti, rivisti al massimo dopo cinque anni in funzione del progresso<br />

tecnico del settore produttivo.<br />

Marchio ecologico spagnolo<br />

“Aenor - Me<strong>di</strong>o Ambiente”<br />

Creato nel 1993 dall’Associazione Spagnola <strong>di</strong> Normalizzazione<br />

e Standar<strong>di</strong>zzazione (AENOR), è un marchio<br />

a carattere nazionale basato sull’adesione volontaria.<br />

I criteri sono stabiliti sulla base del ciclo <strong>di</strong> vita<br />

del prodotto. AENOR ha inoltre stabilito che i prodotti<br />

etichettati dal marchio nazionale saranno trattati separatamente<br />

da quelli con il marchio europeo.<br />

Marchio ecologico francese “NF Environment”<br />

Creato nel 1992 dall’Ente <strong>di</strong> Normazione Francese<br />

AFNOR (Association Française de Normalisation),<br />

che ne gestisce la promozione e la <strong>di</strong>ffusione, è un<br />

marchio a carattere nazionale basato sull’adesione<br />

volontaria. I criteri vengono stabiliti sulla base <strong>di</strong> un esame<br />

dell’intero ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto, redatto congiuntamente da industria<br />

e autorità preposte. È destinato a prodotti e servizi che, per<br />

loro natura, possono arrecare impatti negativi all’ambiente.<br />

Marchio Green Seal<br />

Istituito nel 1989, viene rilasciato dall’omonima organizzazione<br />

senza scopo <strong>di</strong> lucro ai prodotti che<br />

rispondono nelle fasi <strong>di</strong> produzione, uso e smaltimento<br />

a requisiti ritenuti significativi per la riduzione<br />

dell’impatto ambientale: riduzione dell’inquinamento<br />

atmosferico, uso sostenibile delle risorse naturali,<br />

corretta gestione dei rifiuti. Sono oltre cinquanta le categorie<br />

<strong>di</strong> prodotti con questo marchio. Il prodotto certificato viene sottoposto<br />

a monitoraggio annuale.<br />

37


i Quaderni del Consumatore<br />

Marchio El Distintiu de Garantia de<br />

Qualitat Ambiental<br />

Istituito nel 1994 dal Governo Autonomo della Catalogna,<br />

è un marchio a carattere nazionale basato<br />

sull’adesione volontaria. Ha l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere<br />

prodotti ecologici appartenenti a categorie merceologiche<br />

non etichettabili con particolare attenzione alla riduzione<br />

dei rifiuti; dal 1996 è stato esteso anche ai servizi. L’organismo che definisce<br />

i criteri ecologici è il Conseil de Qualitat Ambiental, <strong>di</strong> cui fanno<br />

parte anche associazioni ambientaliste e dei consumatori.<br />

38<br />

Eco Mark<br />

È il sistema <strong>di</strong> etichettatura su base volontaria giapponese<br />

creato nel 1996 dalla Nippon Environment<br />

Association su iniziativa del Ministero dell’Ambiente.<br />

In pochi anni questo marchio ha certificato migliaia<br />

<strong>di</strong> imprese ed organizzazioni.<br />

Good Environmental Choice Australia (GECA)<br />

Marchio australiano su base volontaria, viene apposto<br />

a varie categorie <strong>di</strong> prodotti, tra cui mobili e attrezzature,<br />

materiali e<strong>di</strong>li per l’isolamento e arredo<br />

per gli esterni.<br />

Energy Star<br />

Nato negli Stati Uniti nel 1992, questo marchio è assimilabile<br />

ad un’etichetta <strong>di</strong> tipo I per l’esistenza <strong>di</strong><br />

un organismo <strong>di</strong> certificazione. I primi prodotti ad<br />

essere etichettati sono stati computer e monitor ad<br />

alta efficienza energetica, cioè quelli il cui utilizzo garantiva<br />

un ridotto consumo <strong>di</strong> energia e ridotte emissioni <strong>di</strong> gas serra.<br />

Dal 1995 l’etichetta si è <strong>di</strong>ffusa sempre più negli USA, applicata a<br />

sistemi <strong>di</strong> illuminazione, apparecchiature per l’ufficio, frigoriferi, congelatori<br />

ed altri. Energy Star ha avuto il suo ingresso in Europa grazie<br />

alla Decisione del Consiglio Europeo 2001/469/CE (poi sostituita<br />

dalla decisione 2003/269/CE), che ha siglato un accordo quinquennale<br />

(poi rinnovato per altri cinque anni nel 2006) tra la Comunità<br />

Europea e gli Stati Uniti, avente ad oggetto il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> pro-<br />

Le etichette ecologiche<br />

grammi <strong>di</strong> etichettatura relativa all’uso efficiente dell’energia limitatamente<br />

alle apparecchiature per ufficio. Dunque in Europa possono<br />

essere etichettati con il marchio Energy Star i seguenti prodotti:<br />

computer, monitor, fax, scanner, stampanti, fotocopiatrici, affrancatrici,<br />

<strong>di</strong>spositivi multifunzione (scanner/stampante, telefono/fax,<br />

ecc…). L’adesione, come si è detto per questo gruppo <strong>di</strong> etichette, è<br />

su base volontaria, per cui qualunque produttore o ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> tali<br />

apparecchiature può registrarsi all’ente <strong>di</strong> gestione preposto, che per<br />

la Comunità Europea è la Commissione della Comunità Europea. La<br />

certificazione per l’utilizzo del marchio avviene solo una volta accertata<br />

la conformità alle norme stabilite dal programma <strong>di</strong> etichettatura,<br />

che sono specificate per ogni singolo prodotto e che per esempio<br />

riguardano limiti <strong>di</strong> consumo o tempi preregolati della modalità “veglia”<br />

per computer e monitor.<br />

I canoni e le norme necessari<br />

alla certificazione vengono stabiliti<br />

e nel tempo aggiornati proprio<br />

dalla Commissione Europea<br />

e dall’Agenzia Statunitense per la<br />

protezione dell’Ambiente (EPA);<br />

un recente aggiornamento, in termini<br />

più restrittivi per le aziende,<br />

si è avuto nel luglio 2009.<br />

Il marchio Energy Star può essere<br />

apposto <strong>di</strong>rettamente sul prodotto,<br />

ma può comparire anche su imballaggi,<br />

inserti, materiale informativo.<br />

RICORDA CHE ENERGY STAR<br />

● È un marchio volontario <strong>di</strong> settore nato negli Stati Uniti nel 1992<br />

● In Europa è applicabile ad apparecchiature per ufficio ad alta<br />

efficienza energetica<br />

● La certificazione viene rilasciata solo allorché il prodotto risponda<br />

a requisiti prestabiliti<br />

39


i Quaderni del Consumatore<br />

Forest Stewardship Council (FSC)<br />

È il sistema <strong>di</strong> certificazione per le foreste e il legno<br />

e riguarda tutti i prodotti derivati, anche dalla<br />

cellulosa (quin<strong>di</strong> oltre che sul legno si può trovare<br />

su carta, tovaglioli, carta igienica, carta per la<br />

casa, fazzoletti, ecc…); assicura che i prodotti derivano<br />

da foreste gestite secondo rigorosi standard<br />

ambientali, sociali ed economici.<br />

Forest Stewardship Council è l’organizzazione no-profit nata in Canada<br />

nel 1993 che rilascia la certificazione necessaria per apporre il<br />

marchio sulla base <strong>di</strong> accertamenti molto rigorosi effettuati sulle foreste<br />

da dove viene estratto il legno e in tutte le fasi successive <strong>di</strong> produzione<br />

fino al consumatore e concernenti aspetti ambientali e sociali-etici.<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un marchio assimilabile al tipo I per l’esistenza<br />

<strong>di</strong> un organismo <strong>di</strong> certificazione.<br />

I principi <strong>di</strong> gestione forestale <strong>di</strong> FSC si possono riassumere in <strong>di</strong>eci<br />

punti:<br />

1. rispetto delle leggi nazionali e degli accor<strong>di</strong> internazionali;<br />

2. riconoscimento e tutela dei <strong>di</strong>ritti delle popolazioni in<strong>di</strong>gene;<br />

3. tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà e d’uso delle risorse forestali;<br />

4. rispetto dei <strong>di</strong>ritti dei lavoratori e benessere delle comunità locali;<br />

5. uso efficiente <strong>di</strong> prodotti e servizi dalle foreste;<br />

6. salvaguar<strong>di</strong>a degli impatti ambientali (conservazione delle bio<strong>di</strong>versità,<br />

del paesaggio, ecc...);<br />

7. attuazione <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> gestione forestale;<br />

8. monitoraggio e valutazione della foresta e della sua gestione;<br />

9. salvaguar<strong>di</strong>a delle foreste <strong>di</strong> grande valore ambientale;<br />

10. gestione oculata delle piantagioni.<br />

Anche se i numeri sono in continuo aumento, per avere un’idea della<br />

vastità del marchio FSC, si deve considerare che attualmente sono<br />

certificati circa 72 milioni <strong>di</strong> ettari nel mondo in oltre 790 siti; ne risultano<br />

13.000 linee <strong>di</strong> prodotti certificati, per un mercato mon<strong>di</strong>ale<br />

<strong>di</strong> oltre 5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> US$.<br />

Nel nostro Paese il gruppo FSC-Italia è stato creato nel 2001 e conta<br />

60 membri; supporta la <strong>di</strong>ffusione del sistema FSC me<strong>di</strong>ante formazione,<br />

informazione e assistenza tecnica, per raggiungere standard <strong>di</strong><br />

buona gestione forestale sia nell’arco alpino sia per i boschi appenninici<br />

e me<strong>di</strong>terranei. Attualmente in Italia sono certificati circa 43.000<br />

ettari e appongono il marchio circa 500 prodotti in legno e derivati,<br />

tra pavimenti, carta e cellulosa, ante per mobili, porte e serramenti,<br />

pannelli, giocattoli, utensili, ecc…<br />

40<br />

Le etichette ecologiche<br />

Si può trovare il simbolo semplice (c.d. FSC Puro) che certifica tutto<br />

il legno, oppure il simbolo dell’FSC Misto, che garantisce una percentuale<br />

(in<strong>di</strong>cata) minima <strong>di</strong> FSC, mentre il resto è legno vergine proveniente<br />

da fonti controllate o riciclato post consumo; esiste un terzo<br />

marchio, l’FSC Riciclato, che in<strong>di</strong>ca appunto il fatto che tutto il legno<br />

<strong>di</strong> quel prodotto è stato ottenuto da un processo <strong>di</strong> riciclaggio.<br />

FSC puro FSC misto FSC riciclato<br />

FSC PURO: tutto il legno (fibra) è certificato FSC<br />

FSC MISTO: è garantita una percentuale minima <strong>di</strong> FSC, il resto è legno (fibra)<br />

vergine proveniente da fonti controllate o legno (fibra) riciclato post-consumo<br />

FSC RICICLATO: tutto il legno (fibra) è riciclato post-consumo<br />

Programme for Endorsement of<br />

Forest Certification schemes (PEFC)<br />

Si tratta <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> certificazione forestale, istituito<br />

in Italia nel 2001 (ma presente in Europa dal<br />

1999), creato dal mondo forestale (organizzazioni <strong>di</strong><br />

proprietari forestali e delle industrie forestali) per la<br />

promozione della filiera foresta-legno, con lo scopo<br />

<strong>di</strong> favorire l’utilizzo del legno proveniente da una gestione boschiva<br />

legale e sostenibile, stante la continua riduzione delle risorse forestali<br />

mon<strong>di</strong>ali.<br />

Il PEFC si pone come alternativa ad altri sistemi <strong>di</strong> certificazione esistenti,<br />

primo fra tutti quello del Forest Stewardship Council (FSC),<br />

ritenuto inadeguato soprattutto nel caso <strong>di</strong> proprietà forestali <strong>di</strong> piccole<br />

<strong>di</strong>mensioni.<br />

La procedura si fonda su in<strong>di</strong>catori o parametri qualitativi e quantitativi<br />

che consentono appunto <strong>di</strong> valutare le performance ambientali dei<br />

sistemi <strong>di</strong> gestione forestale.<br />

41


i Quaderni del Consumatore<br />

Lo schema <strong>di</strong> certificazione forestale PEFC<br />

in Europa è fondato su tre principi fondamentali:<br />

1. il rispetto dei criteri e degli in<strong>di</strong>catori<br />

definiti nelle conferenze ministeriali per la<br />

protezione delle foreste in Europa (Helsinki<br />

1993, Lisbona 1998) che hanno dato avvio<br />

al cosiddetto “processo pan-europeo”;<br />

2. l’applicazione a livello regionale o <strong>di</strong><br />

gruppo (anche se è possibile un’adesione in<strong>di</strong>viduale);<br />

3. le verifiche ispettive e la certificazione affidate<br />

ad una terza parte in<strong>di</strong>pendente ed accre<strong>di</strong>tata.<br />

I sei criteri c.d. pan-europei (poiché sottoscritti dai<br />

Ministri responsabili per le politiche forestali <strong>di</strong> 37<br />

Paesi), <strong>di</strong> cui al punto 1, rappresentano gli elementi<br />

centrali della gestione forestale sostenibile:<br />

- mantenimento e appropriato sviluppo delle risorse forestali<br />

e loro contributo al ciclo globale del carbonio;<br />

- mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale;<br />

- mantenimento e promozione delle funzioni produttive delle<br />

foreste (prodotti legnosi e non);<br />

- mantenimento, conservazione e adeguato sviluppo della <strong>di</strong>versità<br />

biologica negli ecosistemi forestali;<br />

- mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive della<br />

gestione forestale (in particolare suolo e acqua);<br />

- mantenimento <strong>di</strong> altre funzioni socio-economiche.<br />

L’iter per ottenere la certificazione è piuttosto complesso ed è composto<br />

da più fasi: pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> gestione aziendale,<br />

domanda <strong>di</strong> certificazione, verifica della documentazione e visita in<br />

azienda, rapporto <strong>di</strong> verifica ispettiva, decisione <strong>di</strong> certificazione da<br />

parte <strong>di</strong> un Comitato <strong>di</strong> certificazione, emissione del certificato, richiesta<br />

<strong>di</strong> licenza d’uso del marchio.<br />

In Italia il PEFC ha sede legale a Roma (presso l’UNCEM) ed operativa<br />

a Perugia.<br />

42<br />

Tjänstemännens Central Organisation (TCO)<br />

TCO 99 - tastiere e periferiche<br />

TCO 01 - telefoni cellulari<br />

TCO 03 - monitor e <strong>di</strong>splay<br />

TCO 04 - mobili per ufficio<br />

Le etichette ecologiche<br />

TCO 05 - notebook e desktop computer<br />

TCO 06 - me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>splay evoluzione <strong>di</strong> TCO 03<br />

TCO 07 - auricolari<br />

La Certificazione TCO (acronimo svedese della confederazione sindacale<br />

degli impiegati professionisti “Tjänstemännens Central Organisation”)<br />

attesta l’elevata performance dal punto <strong>di</strong> vista dell’impatto<br />

ambientale, oltre che della sicurezza e della salute degli impiegati<br />

delle aziende produttrici <strong>di</strong> prodotti elettrici; elementi <strong>di</strong> base<br />

per accedere a tale certificazione sono l’ergonomia dei monitor<br />

e la qualità dell’immagine, l’ergonomia delle tastiere, delle stampanti,<br />

dei cellulari e dell’arredo, i livelli <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> onde elettromagnetiche,<br />

i sistemi <strong>di</strong> gestione dell’ambiente per i produttori<br />

(ISO14001, ve<strong>di</strong> par. 10), l’efficienza energetica, la rapida riaccensione<br />

dopo la sospensione dell’alimentazione, il minor utilizzo <strong>di</strong><br />

sostanze dannose (mercurio, cadmio, brominati ritardanti <strong>di</strong> fiamma),<br />

la scarsa rumorosità e le scarse emissioni chimiche.<br />

43


i Quaderni del Consumatore<br />

I prodotti inclusi nel programma sono notebook e pc desktop, monitor<br />

e <strong>di</strong>splay, mobili per ufficio, cellulari, cuffie o auricolari e dal 2009<br />

anche i proiettori. Esiste un’etichetta specifica per ogni tipo <strong>di</strong> prodotto,<br />

che accanto alla sigla TCO riporta un co<strong>di</strong>ce numerico <strong>di</strong>fferente<br />

a seconda del prodotto. La società che si occupa della certificazione<br />

TCO è la TCO Development ed ha la sua sede principale a Stoccolma,<br />

in Svezia, ed altre filiali in Asia e Nord America.<br />

Oeko-Tex Standard 100<br />

L’Oeko-Tex Standard 100 è un sistema <strong>di</strong> controllo<br />

e certificazione uniforme per tutto il<br />

mondo tessile, a partire dalle materie prime, per<br />

arrivare ai semilavorati e ai prodotti finiti in tutte<br />

le fasi <strong>di</strong> lavorazione. È nato nel 1992 ed ha<br />

avuto una prima <strong>di</strong>ffusione in Germania, Austria<br />

e Svizzera; in seguito si è allargato a tutti i continenti. Questo marchio<br />

identifica i prodotti che non contengono né rilasciano sostanze dannose per<br />

la salute in quantità superiore ai limiti previsti dallo standard <strong>di</strong> certificazione:<br />

sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni, sostanze il cui<br />

uso è regolamentato dalla legge come formaldeide, ammorbidenti e metalli<br />

pesanti, ma anche sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nocive<br />

per la salute, seppur non ancora regolamentate o proibite per legge (pestici<strong>di</strong>,<br />

coloranti allergenici o composti organici dello stagno). Per giu<strong>di</strong>care il<br />

prodotto vengono anche presi in esame parametri come soli<strong>di</strong>tà del colore<br />

e valore del PH non irritante per la pelle, sempre in un’ottica <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

della salute del consumatore. Più il prodotto è a contatto ristretto e prolungato<br />

con la pelle, più stringenti sono i parametri. Attualmente sono più<br />

<strong>di</strong> 8.000 le aziende i cui prodotti, che coprono tutta la catena tessile, hanno<br />

ottenuto la certificazione Oeko-Tex Standard 100, per un totale <strong>di</strong> circa<br />

65.000 articoli. In Italia sono circa 600 le aziende a poter apporre questo<br />

marchio. Il certificato è rilasciato per un anno e può essere rinnovato.<br />

44<br />

Oeko-Tex Standard 1000<br />

Mentre l’Oeko-Tex Standard 100 riguarda<br />

le qualità del singolo prodotto tessile, l’Oeko-Tex<br />

Standard 1000 consiste in un sistema<br />

<strong>di</strong> controllo, analisi e certificazione per<br />

siti produttivi eco-compatibili in tutta la catena<br />

tessile.<br />

Le etichette ecologiche<br />

Per avere i requisiti necessari per ottenere una certificazione secondo<br />

l’Oeko-Tex Standard 1000 le aziende devono rispettare criteri prestabiliti<br />

per i loro processi produttivi eco-compatibili e <strong>di</strong>mostrare che<br />

almeno il 30% della produzione totale è già certificata secondo l’Oeko-Tex<br />

Standard 100.<br />

I criteri richiesti comprendono:<br />

- <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> ausiliari e coloranti dannosi per l’ambiente;<br />

- osservanza dei valori standard per il trattamento<br />

delle acque <strong>di</strong> scarico e delle emissioni;<br />

- ottimizzazione del consumo energetico;<br />

- misure per evitare rumore e polvere;<br />

- misure per assicurare la sicurezza<br />

sul posto <strong>di</strong> lavoro;<br />

- <strong>di</strong>vieto del lavoro minorile;<br />

- introduzione <strong>di</strong> elementi base per<br />

un sistema <strong>di</strong> gestione ambientale.<br />

Il certificato Oeko-Tex Strandard 1000 è valido per tre anni.<br />

Oeko-Tex Standard 100plus<br />

Vi è infine il marchio Oeko-Tex Standard<br />

100plus, grazie al quale le aziende del settore<br />

tessile e abbigliamento hanno la possibilità<br />

<strong>di</strong> evidenziare ai consumatori l’ottimizzazione<br />

dei loro prodotti dal punto <strong>di</strong><br />

vista umano-ecologico ed i loro sforzi nel<br />

settore dell’ecologia. Le aziende possono ricevere questo riconoscimento<br />

se i loro prodotti sono stati certificati con successo secondo<br />

l’Oeko-Tex Standard 100 e possono provare che tutta la catena <strong>di</strong><br />

produzione - quin<strong>di</strong> tutti gli stabilimenti che contribuiscono alla produzione<br />

<strong>di</strong> un articolo - risulta conforme ai requisiti dell’Oeko-Tex<br />

Standard 1000.<br />

Pannello Ecologico<br />

È un’etichetta volontaria <strong>di</strong> tipo II relativa al settore<br />

arredamento ed attesta che i materiali utilizzati per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> quel prodotto sono al 100% frutto <strong>di</strong><br />

riciclaggio, garantendo al tempo stesso standard <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>tà,<br />

compattezza, resistenza, indeformabilità nel tempo. Grazie al riciclo<br />

si stima vengano salvati circa 10.000 alberi al giorno.<br />

45


i Quaderni del Consumatore<br />

Co<strong>di</strong>ce Ambientale<br />

In<strong>di</strong>ca che l’azienda ha aderito al co<strong>di</strong>ce europeo <strong>di</strong><br />

“buona pratica ambientale”. Si tratta <strong>di</strong> un co<strong>di</strong>ce volontario<br />

elaborato dall’AISE, l’associazione europea<br />

che raggruppa gran parte delle aziende produttrici <strong>di</strong><br />

detersivi e prodotti per l’igiene della casa. Il co<strong>di</strong>ce,<br />

con<strong>di</strong>viso dall’Unione Europea, impegna i produttori<br />

a ridurre gli imballaggi e a promuovere presso i consumatori un uso<br />

più razionale del prodotto e dell’energia, scegliendo la durata e il tipo<br />

<strong>di</strong> lavaggio più appropriati.<br />

Biodegradabilità<br />

Questo simbolo, che troviamo su gran parte dei detergenti<br />

per la casa, attesta l’uso <strong>di</strong> agenti tensioattivi<br />

degradabili al 90% in 28 giorni. Alcune aziende affermano<br />

che il prodotto è biodegradabile al 100% secondo<br />

i criteri fissati da test <strong>di</strong> convalida previsti dalle<br />

<strong>di</strong>rettive europee. Non è un marchio che attesta una<br />

particolare ecologicità del prodotto perché la biodegradabilità degli<br />

agenti tensioattivi è una caratteristica che devono avere tutti i detersivi,<br />

in quanto è imposta dalla legge n. 136 del 1993.<br />

46<br />

Non danneggia l’ozono<br />

È un marchio retorico perché i CPC, i gas che contribuiscono<br />

all’allargamento del buco nella fascia <strong>di</strong> ozono,<br />

sono vietati dal 1955 e sono stati sostituiti da miscele<br />

a base <strong>di</strong> propano, butano e aria compressa. I<br />

CPC continuano a essere consistenti in alcuni spray<br />

per uso me<strong>di</strong>co, come il ghiaccio chimico ampiamente<br />

utilizzato nel settore sportivo.<br />

Le etichette ecologiche<br />

7. Marchi per lo smaltimento dei prodotti<br />

Grande rilievo rivestono le etichette relative allo smaltimento del prodotto<br />

al termine del suo ciclo <strong>di</strong> vita, le quali in<strong>di</strong>rizzano il consumatore<br />

sulle modalità <strong>di</strong> una gestione corretta del rifiuto, <strong>di</strong> particolare importanza<br />

per ridurre l’inquinamento e per il risparmio <strong>di</strong> risorse naturali<br />

grazie alla riciclabilità. I rifiuti e la loro gestione costituiscono, infatti,<br />

uno dei gran<strong>di</strong> temi della sostenibilità sotto un duplice profilo. Da un<br />

primo punto <strong>di</strong> vista, la scelta del consumatore responsabile può ricadere<br />

su prodotti preferiti anche alla luce del <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> impatto ambientale<br />

che essi avranno come rifiuti, considerando sia il loro imballaggio<br />

2 (scatola, imbottitura, busta o altri contenitori), che viene eliminato<br />

solitamente poco dopo l’acquisto, sia il prodotto in sé e per sé, una volta<br />

che avrà terminato il suo ciclo vitale e dovrà essere smaltito.<br />

Da un secondo punto <strong>di</strong> vista, la <strong>di</strong>fferenziazione corretta dei<br />

rifiuti a partire da ogni famiglia costituisce il primo passo per<br />

poter realizzare un efficiente riciclo <strong>di</strong> materiali. Con la raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata quin<strong>di</strong> i citta<strong>di</strong>ni compiono una prima selezione<br />

dei rifiuti, <strong>di</strong>videndoli materialmente gli uni dagli altri<br />

e utilizzando contenitori <strong>di</strong>versi per plastica, vetro, residui<br />

secchi, umido, carta. Un obbligo in questo senso è posto oggi<br />

anche a carico dei Comuni, i quali devono raggiungere percentuali<br />

<strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata minime (attualmente 35%) e che saranno<br />

in continuo aumento con il passare degli anni; l’apporto delle<br />

istituzioni è naturalmente in<strong>di</strong>spensabile (per pre<strong>di</strong>sporre luoghi<br />

e strumenti idonei alla raccolta <strong>di</strong>fferenziata, avviare campagne informative,<br />

ecc…), ma è anche ovvio che senza il contributo attivo e l’impegno<br />

dei citta<strong>di</strong>ni nessun traguardo può essere raggiunto. Per separare correttamente<br />

i rifiuti e perseguire così il doppio fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire l’inquinamento<br />

e favorire il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> riciclo, i consumatori dovrebbero<br />

consultare le etichette dei prodotti, sulle quali troveranno una serie <strong>di</strong><br />

informazioni (anche se non sempre obbligatorie per i produttori) tra cui<br />

anche quelle che riguardano le caratteristiche dei materiali usati.<br />

Dunque, porre attenzione a questo tipo <strong>di</strong> marchi dovrebbe aiutare i consumatori<br />

da un lato a scegliere l’adeguata via <strong>di</strong> smaltimento, dall’altro<br />

all’acquisto del prodotto ad impatto ecologico più basso.<br />

2 La Direttiva 94/62/CE e successive mo<strong>di</strong>fiche sugli imballaggi e rifiuti <strong>di</strong> imballaggio è il principale riferimento legislativo comunitario;<br />

ivi è contenuta la prescrizione secondo cui “per facilitare la raccolta, il riutilizzo e il recupero, compreso il riciclaggio, l’imballaggio<br />

deve in<strong>di</strong>care, ai fini della sua identificazione e classificazione da parte dell’industria interessata, la natura del materiale/materiali<br />

utilizzato/i sulla base della decisione 97/129/CE” (quella che ha istituito la numerazione e le abbreviazioni su cui si basa il sistema<br />

volontario <strong>di</strong> identificazione dei materiali <strong>di</strong> imballaggio).<br />

Il “Decreto Ronchi” (D. Lgs. n. 22/1997) in Italia ha recepito la Direttiva 94/62/CE, ribadendo contenuti e obbligatorietà. Tuttavia la<br />

L. n. 14/2003 e il D. Lgs. n. 152/2006 hanno sostituito il Decreto Ronchi.<br />

47


i Quaderni del Consumatore<br />

INDICAZIONI SUL MATERIA<strong>LE</strong> UTILIZZATO<br />

La maggior parte dei materiali è classificata con un simbolo, che può<br />

essere libero o racchiuso dentro un esagono, un cerchio o un triangolo;<br />

informa il consumatore circa la composizione dell’imballaggio e/o<br />

del prodotto, me<strong>di</strong>ante una sigla che abbrevia il nome del materiale.<br />

48<br />

01<br />

PET<br />

02<br />

PE-HD<br />

04<br />

PE-LD<br />

03<br />

PVC<br />

05<br />

PP<br />

06<br />

PS<br />

07<br />

OTHER<br />

PET<br />

PE<br />

PVC<br />

PP<br />

PS<br />

n. 07-19<br />

PET/PETE è il simbolo del<br />

polietilene tereftalato; lo si<br />

può trovare in<strong>di</strong>cato anche<br />

con il numero 1<br />

PE è il simbolo del<br />

polietilene; a volte viene<br />

specificato se si tratta <strong>di</strong><br />

PE ad alta densità (HDPE,<br />

PE-HD) o a bassa densità<br />

(LDPE, PE-LD); lo si può<br />

trovare in<strong>di</strong>cato anche con<br />

il numero 2 (HDPE)<br />

o 4 (LDPE)<br />

PVC è il simbolo del<br />

polivinilcloruro; lo si può<br />

trovare in<strong>di</strong>cato anche con<br />

il numero 3<br />

PP è il simbolo del<br />

polipropilene; lo si può trovare<br />

in<strong>di</strong>cato anche con il<br />

numero 5<br />

PS è il simbolo del<br />

polistirolo; lo si può<br />

trovare in<strong>di</strong>cato anche con<br />

il numero 6<br />

Altri polimeri<br />

PLASTICA<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica<br />

riciclabile utilizzata per<br />

le bottiglie <strong>di</strong> acque minerali<br />

o, ad esempio, per i<br />

flaconi <strong>di</strong> shampoo<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica<br />

riciclabile, utilizzata ad<br />

esempio per contenitori <strong>di</strong><br />

yogurt, sacchetti per<br />

la spesa o per<br />

surgelare i cibi<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica<br />

riciclabile utilizzata ad<br />

esempio per giocattoli,<br />

finta pelle, nastro<br />

isolante o contenitori<br />

per alimenti<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica<br />

riciclabile utilizzata per<br />

siringhe, contenitori, pennarelli<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica per<br />

imballaggi utilizzata per<br />

isolante per imballaggi,<br />

bicchieri monouso<br />

Si tratta <strong>di</strong> plastica<br />

non riciclabile<br />

40<br />

FE<br />

41<br />

ALU<br />

20<br />

PAP<br />

21<br />

PAP<br />

22<br />

PAP<br />

PAP 23-39<br />

n. 42-49<br />

50<br />

FOR<br />

51<br />

FOR<br />

n. 52-59<br />

ACC<br />

AL<br />

CARTA<br />

Simbolo del<br />

cartone ondulato<br />

Simbolo del cartone<br />

non ondulato<br />

Simbolo generico<br />

della carta<br />

Simbolo <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong> carta<br />

METALLI<br />

ACC è il simbolo<br />

dell’acciaio o<br />

banda stagnata<br />

AL/ALU è il simbolo<br />

dell’alluminio<br />

<strong>LE</strong>GNO<br />

Simbolo del legno<br />

Simbolo del sughero<br />

Simbolo degli altri materiali legnosi<br />

Le etichette ecologiche<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per gli scatoloni<br />

Utilizzato ad esempio per<br />

le confezioni dei panini dei<br />

fast-food<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per giornali, sacchetti<br />

<strong>di</strong> carta, sacchetti per<br />

alimenti<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per le lattine <strong>di</strong> pelati<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per le lattine <strong>di</strong> bibite<br />

Simbolo <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong> metallo (non rientranti tra i precedenti)<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per tutti i mobili<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per i tappi <strong>di</strong> vino<br />

49


i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche<br />

80-83<br />

84-99<br />

60<br />

TEX<br />

61<br />

TEX<br />

n. 63-69<br />

VE<br />

70<br />

GL<br />

71<br />

GL<br />

72<br />

GL<br />

n. 73-79<br />

CA<br />

PI<br />

Simbolo del cotone<br />

Simbolo della juta<br />

VE è il simbolo<br />

generico del vetro<br />

Simbolo del<br />

vetro incolore<br />

Simbolo del<br />

vetro verde<br />

TESSILI<br />

Altri materiali tessili<br />

VETRO<br />

Simbolo del<br />

vetro marrone<br />

Simbolo degli altri materiali vetrosi che<br />

non rientrano nei casi precedenti<br />

POLIACCOPPIATI<br />

CA è il simbolo del cartone<br />

accoppiato ad altri<br />

materiali (“poliaccoppiato”),<br />

come metalli, plastica,<br />

alluminio, latta<br />

PI è il simbolo dei<br />

materiali poliaccoppiati<br />

non separabili<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per gli abiti<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per le bottiglie <strong>di</strong> vino<br />

Utilizzato ad esempio<br />

per le bottiglie <strong>di</strong> birra<br />

Utilizzato ad esempio per<br />

le confezioni <strong>di</strong> biscotti<br />

Utilizzato ad esempio per<br />

i cartoni tetrapack per<br />

latte e succhi <strong>di</strong> frutta,<br />

confezioni del caffè,<br />

bustine per me<strong>di</strong>cinali<br />

Questo primo gruppo <strong>di</strong> simboli serve ad informare il consumatore<br />

circa la composizione dell’imballaggio e/o del prodotto.<br />

INDICAZIONI SULLA RICICLABILITÀ<br />

Attraverso il riciclaggio dei rifiuti si tenta <strong>di</strong> ridurre il più possibile le<br />

quantità <strong>di</strong> residui non riutilizzabili che vengono portati in <strong>di</strong>scariche<br />

o trattati con inceneritori; la <strong>di</strong>fesa ambientale, che<br />

è oggi sempre più valorizzata nelle scelte delle istituzioni,<br />

ha come conseguenza anche il fatto che più raramente<br />

vengono utilizzate aree per le <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale,<br />

nelle quali immettere materiali <strong>di</strong> ogni genere, compresi<br />

quelli inquinanti (come farmaci, solventi, batterie,<br />

ecc..), perdendo per sempre anche quei prodotti che potevano<br />

costituire materie prime riutilizzabili; queste attraverso<br />

il riciclaggio vengono invece recuperate, <strong>di</strong>ventando non più fonte <strong>di</strong><br />

inquinamento, ma <strong>di</strong> ricchezza.<br />

Il simbolo della riciclabilità, adottato in moltissime varianti come vedremo<br />

poco avanti, è costituito dalle tre frecce che si rincorrono (c.d.<br />

ciclo <strong>di</strong> Mobius). Nell’idea originaria ognuna <strong>di</strong> esse rappresenta una<br />

<strong>di</strong>versa fase del ciclo <strong>di</strong> riciclo: separazione e raccolta in base al materiale,<br />

riutilizzo del materiale riciclabile da parte <strong>di</strong> aziende specializzate,<br />

commercializzazione ed uso del materiale riciclato.<br />

Il simbolo era inizialmente utilizzato solo per la carta, ma poi è stato<br />

esteso ad altri materiali, con alcune mo<strong>di</strong>fiche nel formato o con l’inserimento<br />

al centro <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci, sigle, abbreviazioni.<br />

Nel caso della carta le tre frecce possono essere accompagnate al<br />

centro dalla scritta RESY (REcycling SYmbol).<br />

Il prodotto può essere ottenuto con materiale riciclato ed essere ancora riciclabile,<br />

in tal caso i due simboli appariranno entrambi sull’imballaggio.<br />

Per l’alluminio le tre frecce sono sostituite da<br />

due frecce a forma <strong>di</strong> cerchio<br />

50 51


i Quaderni del Consumatore<br />

Esiste un marchio generico che in<strong>di</strong>ca un prodotto soggetto a<br />

recupero ed è il cosiddetto Punto Verde, costituito dalla doppia<br />

freccia circolare. In Italia non ha nessun valore legislativo,<br />

ma lo si può trovare su prodotti italiani venduti all’estero.<br />

In alcuni Paesi europei in<strong>di</strong>ca l’adesione da parte del produttore<br />

ai consorzi che si occupano del recupero e del riciclaggio dei rifiuti.<br />

Il simbolo è nato in Germania nel 1991 a seguito dell’introduzione<br />

<strong>di</strong> una normativa sui rifiuti che imponeva ai fabbricanti <strong>di</strong> occuparsi<br />

anche dello smaltimento finale dei propri prodotti. Per incentivare i<br />

produttori a rispettare la legge è nato perciò un sistema <strong>di</strong> raccolta dei<br />

rifiuti privato, parallelo a quello pubblico, destinato a raccogliere e a<br />

smaltire i prodotti delle aziende aderenti ad esso. La legge tedesca sui<br />

rifiuti prevede infatti che per i prodotti importati da Stati europei, l’importatore<br />

e il fabbricante straniero siano entrambi responsabili dello<br />

smaltimento dei rifiuti connessi. I produttori esteri possono quin<strong>di</strong><br />

aderire anch’essi al sistema. Questi ultimi appongono quin<strong>di</strong> “Il Punto<br />

Verde” sui propri prodotti in modo da far sapere al cliente finale<br />

che la confezione sarà raccolta e smaltita dall’organizzazione privata.<br />

In Italia, invece, gli stessi obiettivi <strong>di</strong> recupero e riciclo dei rifiuti da<br />

imballaggio sono coor<strong>di</strong>nati dal CONAI (“Consorzio Nazionale Imballaggi”),<br />

un consorzio privato a cui tutte le aziende della filiera degli<br />

imballaggi, dai produttori delle materie prime agli utilizzatori degli<br />

imballaggi devono aderire per legge.<br />

Vari simboli accompagnati all’appropriata <strong>di</strong>citura possono in<strong>di</strong>care<br />

che l’imballaggio può essere usato per il compostaggio.<br />

Infine, si segnalano i seguenti simboli in<strong>di</strong>cano che il prodotto va buttato<br />

nei contenitori della raccolta <strong>di</strong>fferenziata.<br />

52<br />

RACCOLTA<br />

DIFFERENZIATA<br />

CARTA<br />

RACCOLTA<br />

DIFFERENZIATA<br />

VETRO<br />

RACCOLTA<br />

DIFFERENZIATA<br />

PLASTICA<br />

Le etichette ecologiche<br />

INDICAZIONI SUL MATERIA<strong>LE</strong> RICICLATO<br />

Qualora invece il prodotto o l’imballaggio sia fatto <strong>di</strong> materiale riciclato<br />

(in tutto o in parte) solitamente il simbolo delle tre frecce è inserito<br />

in un cerchio e nella parte bassa o al centro del simbolo vi è l’in<strong>di</strong>cazione<br />

della percentuale del materiale riciclato.<br />

20%<br />

100% recycled fiber<br />

X% recycled fiber<br />

(for less than 100%)<br />

Con materiale riciclato, utilizzato in tutto o in parte, si possono realizzare<br />

manufatti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tipologie e categorie merceologiche.<br />

L’alluminio riciclato, ad esempio, viene utilizzato nell’ambito dell’arredamento<br />

(se<strong>di</strong>e, mensole, tavoli, ecc…), dell’e<strong>di</strong>lizia (termosifoni),<br />

della scuola (tavoli).<br />

A partire dalla carta riciclata si realizzano numerosi prodotti per la casa,<br />

come tovaglioli, carta igienica, scatole, buste o sacchetti.<br />

Anche il vetro riutilizzato trova applicazioni nell’e<strong>di</strong>lizia per piastrelle<br />

e rivestimenti.<br />

La gomma riciclata, per proseguire con gli esempi, viene adoperata<br />

per realizzare astucci, tappetini per il mouse, copertine <strong>di</strong> blocchi per<br />

scrivere. E ancora: cassettiere, librerie, culle, pallet dal legno; borse,<br />

rivestimenti per interni, vasi, cestini, penne dalla plastica; borse, amache,<br />

cestini, pannelli isolanti dal tessuto.<br />

X%<br />

53


i Quaderni del Consumatore<br />

8. Altri simboli ambientali<br />

Spesso accanto ai simboli che in<strong>di</strong>cano la composizione dell’imballaggio<br />

esistono anche simboli generali, che invitano il consumatore a<br />

comportamenti “corretti” dal punto <strong>di</strong> vista ambientale.<br />

54<br />

Non <strong>di</strong>sperdere nell’ambiente dopo l’uso<br />

Il <strong>di</strong>ffusissimo simbolo dell’omino stilizzato che usa il cestino<br />

ci ricorda che i rifiuti non vanno abbandonati nell’ambiente,<br />

ma gettati negli appositi contenitori.<br />

Appiattire dopo l’uso<br />

Lo si trova soprattutto nei contenitori brik del latte e dei<br />

succhi <strong>di</strong> frutta; essendo materiali poliaccoppiati, quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficilmente riciclabili, l’unica accortezza che possiamo<br />

attuare per <strong>di</strong>minuire il loro impatto ambientale è ridurne<br />

il volume appiattendoli per occupare meno spazio.<br />

Schiacciare la bottiglia prima <strong>di</strong> gettarla nel cassonetto<br />

Ci in<strong>di</strong>ca le modalità <strong>di</strong> schiacciamento della bottiglia <strong>di</strong><br />

plastica per ridurne il volume prima <strong>di</strong> introdurla nell’apposito<br />

cassonetto nel quale occuperà meno spazio.<br />

Smaltimento separato<br />

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (incluse le<br />

batterie) devono essere smaltite separatamente dagli altri<br />

rifiuti. Proprio per questo anch’esse sono caratterizzate<br />

da una marcatura specifica, cioè un contenitore <strong>di</strong> spazzatura<br />

mobile barrato da una croce.<br />

Sulle batterie è abituale inoltre l’in<strong>di</strong>cazione dell’assenza <strong>di</strong> alcuni metalli<br />

pesanti dannosi (cadmio, mercurio, piombo).<br />

Cd Hg Pb<br />

Le etichette ecologiche<br />

Rifiuti speciali<br />

Non tutti i rifiuti possono essere riciclati; alcuni materiali<br />

per loro natura non contemplano la possibilità <strong>di</strong> un<br />

riutilizzo, altri hanno caratteristiche nocive e/o pericolose<br />

che ne rendono necessario esclusivamente lo smaltimento.<br />

Si tratta dei rifiuti industriali, ra<strong>di</strong>oattivi e farmaceutici<br />

che devono seguire procedure <strong>di</strong> smaltimento <strong>di</strong>versificate<br />

e specifiche. Queste categorie sono comprese<br />

nel genere dei rifiuti speciali, che include inoltre i farmaci<br />

scaduti, i rifiuti animali e la categoria dei rifiuti tossici<br />

in generale. Fa parte <strong>di</strong> quest’ultima categoria anche<br />

l’amianto, materiale il cui utilizzo è stato vietato ormai da molti anni,<br />

ma che si continua a dover smaltire poiché lo si ritrova in abitazioni,<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto o altro. Per i pericoli connessi alla salute dell’uomo,<br />

lo smaltimento dell’amianto è sottoposto a metodologie speciali<br />

(che debbono essere applicate sotto il controllo <strong>di</strong>retto degli incaricati<br />

delle ASL <strong>di</strong> competenza) per scongiurare la <strong>di</strong>ffusione delle sue fibre<br />

nell’aria e la successiva contaminazione delle aree frequentate dalle<br />

persone.<br />

55


i Quaderni del Consumatore<br />

9. Agricoltura Biologica<br />

La sostenibilità interessa e coinvolge anche il campo dell’alimentazione<br />

e della produzione agricola. Obiettivo dell’agricoltura biologica è<br />

quello <strong>di</strong> usare meto<strong>di</strong> per le coltivazioni che abbiano un impatto ambientale<br />

minore possibile e che deve essere tenuto sotto controllo se<br />

si vuole evitare il rapido depauperamento delle risorse esistenti; per<br />

questo la produzione non deve essere fine a se stessa, (cioè mirare<br />

esclusivamente a produrre il più possibile), ma lo scopo <strong>di</strong>viene la produttività<br />

nella salvaguar<strong>di</strong>a della salute dell’uomo e dell’ambiente in<br />

particolare attraverso i seguenti strumenti: adozione <strong>di</strong> tecniche colturali<br />

idonee a preservare la struttura e gli equilibri microrganici del terreno,<br />

utilizzo <strong>di</strong> varietà vegetali adatte all’ambiente specifico; esclusione<br />

dell’utilizzo <strong>di</strong> fertilizzanti, <strong>di</strong>serbanti e antiparassitari chimici, <strong>di</strong>vieto<br />

<strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> organismi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati (OGM), controllo<br />

da parte <strong>di</strong> enti terzi autorizzati su tutte le fasi della produzione.<br />

L’azienda agricola che voglia ottenere la certificazione della produzione<br />

come “prodotto da agricoltura biologica” deve aver rispettato gli<br />

standard previsti da un periodo definito “<strong>di</strong> conversione all’agricoltura<br />

biologica” <strong>di</strong> almeno due anni prima della semina o, nel caso delle<br />

colture perenni <strong>di</strong>verse dai prati, <strong>di</strong> almeno tre anni prima del raccolto.<br />

Una volta che il processo <strong>di</strong> conversione sia stato completato gli<br />

operatori continuano ad essere soggetti ad approfon<strong>di</strong>te ispezioni annuali,<br />

tra cui: ispezione della documentazione riguardante gli acquisti<br />

e le ven<strong>di</strong>te, possibilità <strong>di</strong> prelevare campioni, ispezioni delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> allevamento, ispezione <strong>di</strong> campi, frutteti, serre e pascoli.<br />

Esiste un marchio europeo per il biologico, introdotto nel 2000, <strong>di</strong> cui<br />

possono fregiarsi i prodotti le cui aziende agricole <strong>di</strong> provenienza<br />

rispettano i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> coltivazione fissati dalle<br />

norme europee, stabilite in principio dal regolamento<br />

CE n. 2092 del 1991 e aggiornate con provve<strong>di</strong>menti<br />

successivi (il regolamento CE n. 834/2007 e il<br />

regolamento n. 271/2010). Dal luglio 2010<br />

tutti i prodotti alimentari biologici preconfezionati<br />

nell’Unione Europea devono recare<br />

obbligatoriamente il logo biologico dell’UE.<br />

Inoltre tale logo può essere utilizzato su base volontaria<br />

per i prodotti biologici non preconfezionati<br />

prodotti nell’UE o su qualunque altro prodotto importato<br />

da Paesi terzi.<br />

56<br />

Le etichette ecologiche<br />

Il vecchio logo rimarrà ancora in circolazione sulle confezioni <strong>di</strong> alcuni<br />

prodotti fino a che questi non usciranno dal mercato.<br />

Il vecchio marchio<br />

europeo per<br />

il biologico<br />

Il nuovo marchio<br />

europeo per<br />

il biologico<br />

La recente regolamentazione chiarisce tra le altre cose l’utilizzo <strong>di</strong> talune<br />

espressioni che il consumatore può rinvenire sull’etichettatura<br />

dei prodotti; si legge infatti che “i termini come biologico, bio, eco, ecc…<br />

inclusi i termini usati nei marchi o le pratiche usate nell’etichettatura o<br />

nella pubblicità sospettabili <strong>di</strong> fuorviare il consumatore o suggerire all’utilizzatore<br />

che un prodotto o i suoi ingre<strong>di</strong>enti sod<strong>di</strong>sfano i requisiti definiti<br />

nella Regolamentazione non devono essere utilizzati per i prodotti<br />

non biologici”. Viene anche specificato che l’etichetta biologica non<br />

può essere utilizzata per i prodotti che contengono organismi geneticamente<br />

mo<strong>di</strong>ficati (OGM).<br />

I consumatori che acquistano prodotti che si fregiano del logo europeo<br />

possono essere sicuri che:<br />

- almeno il 95% degli ingre<strong>di</strong>enti sono prodotti con metodo biologico;<br />

- il prodotto è conforme al piano ufficiale <strong>di</strong> ispezione;<br />

- il prodotto proviene <strong>di</strong>rettamente dal produttore o è preparato in una<br />

confezione sigillata;<br />

- il prodotto porta il nome del produttore, l’addetto alla lavorazione o<br />

il ven<strong>di</strong>tore e il nome del co<strong>di</strong>ce dell’organismo <strong>di</strong> ispezione.<br />

57


i Quaderni del Consumatore<br />

10. Sistemi <strong>di</strong> gestione ambientale<br />

Le organizzazioni (pubbliche o private) che vogliono impegnarsi in<br />

senso sostenibile e attuare una politica ambientale possono adottare i<br />

c.d. sistemi <strong>di</strong> gestione ambientale: lo standard internazionale UNI<br />

EN ISO 14001 oppure il Regolamento comunitario EMAS. Entrambi<br />

hanno la finalità <strong>di</strong> identificare all’interno dell’organizzazione stessa<br />

gli aspetti legati all’ambiente, per ridurne gli effetti negativi e realizzare<br />

procedure più efficienti per un continuo miglioramento delle<br />

performance ambientali. Si tratta <strong>di</strong> strumenti volontari <strong>di</strong> autocontrollo<br />

e responsabilizzazione, attraverso i quali il soggetto che decide<br />

<strong>di</strong> aderire, si impegna ad osservare le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge in materia<br />

e ad ottimizzare le prestazioni nel rispetto della politica ambientale,<br />

il tutto sotto il controllo <strong>di</strong> un soggetto terzo, che rilascerà la certificazione<br />

e curerà anche le successive verifiche.<br />

La certificazione è anche uno strumento che consente al consumatore <strong>di</strong><br />

riconoscere quelle aziende produttrici o concessionarie <strong>di</strong> servizi, che<br />

operano nel rispetto dell’ambiente, così da poter orientare poi le proprie<br />

scelte <strong>di</strong> acquisto e consumo verso la sostenibilità anche in tal senso.<br />

Le imprese, in tutti i Paesi industrializzati, stanno adottando il Sistema<br />

<strong>di</strong> Gestione Ambientale per gestire con maggiore efficienza e sistematicità<br />

i problemi e le opportunità in campo ambientale.<br />

Il Sistema <strong>di</strong> Gestione Ambientale assume un ruolo centrale nella loro<br />

organizzazione, non solo come strumento gestionale<br />

<strong>di</strong> complessità ambientali e <strong>di</strong> sicurezza interne<br />

ed esterne alla attività dell’impresa,<br />

ma anche come mezzo per trasformare<br />

i vincoli ambientali in opportunità<br />

<strong>di</strong> business, per ridurre i costi e<br />

risparmiare risorse, e per affrontare sui<br />

mercati con sistematicità la concorrenza.<br />

UNI EN ISO 14001/2004 - Tale normativa, nata nel 1996 e revisionata<br />

nel 2004, è rivolta a tutte le tipologie <strong>di</strong> imprese che decidono<br />

volontariamente <strong>di</strong> stabilire, attuare, mantenere attivo e migliorare un<br />

proprio Sistema <strong>di</strong> Gestione Ambientale (SGA). Si tratta <strong>di</strong> una certificazione<br />

<strong>di</strong> impresa e non <strong>di</strong> prodotto, valida a livello internazionale e<br />

rilasciata da organismi <strong>di</strong> certificazione (Enti terzi privati) accre<strong>di</strong>tati<br />

che operano entro determinate regole ed attestazioni <strong>di</strong> conformità.<br />

58<br />

Le etichette ecologiche<br />

Il requisito fondamentale per aderire è il rispetto delle leggi esistenti<br />

in materia ambientale mentre la normativa prevede che l’organizzazione<br />

certificata abbia un sistema <strong>di</strong> gestione adeguato a tenere sotto<br />

controllo gli impatti ambientali delle proprie attività.<br />

Non sono previsti specifici livelli minimi <strong>di</strong> performance, in modo che<br />

le organizzazioni possano migliorare continuamente le proprie prestazione<br />

ambientali.<br />

L’organizzazione che intenda ottenere la certificazione ISO 14001 dovrà:<br />

- effettuare un’analisi ambientale iniziale;<br />

- definire una politica ambientale che sancisce l’impegno dell’azienda<br />

a favore della tutela dell’ambiente;<br />

- pianificare un programma ambientale;<br />

- attuare il programma <strong>di</strong> gestione ambientale pianificato;<br />

- definire le azioni <strong>di</strong> controlli e correttive;<br />

- prevedere un riesame da parte dell’alta <strong>di</strong>rezione del sistema <strong>di</strong><br />

gestione ambientale.<br />

Reg. CE EMAS 1221/2009 - La registrazione EMAS<br />

(Eco-Management and Au<strong>di</strong>t Scheme) è uno strumento<br />

volontario <strong>di</strong> ecogestione istituito nel 1993 dalla Comunità<br />

Europea e rinnovato il 25 novembre 2009.<br />

Possono aderirvi tutte le organizzazioni che desiderano<br />

valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali<br />

e al tempo stesso vogliono fornire agli utenti informazioni<br />

sulla gestione ambientale. La registrazione EMAS facilita le relazioni<br />

pubbliche locali in virtù <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo aperto con le parti interessate,<br />

comunica all’esterno le informazioni ambientali, migliora il coinvolgimento<br />

del personale interno, fornisce maggiori garanzie <strong>di</strong> rispetto<br />

della normativa ambientale, attraverso il miglioramento continuo delle<br />

prestazioni tende a minimizzare gli impatti ambientali derivanti dalle attività<br />

dell’organizzazione. La registrazione viene effettuata da un soggetto<br />

terzo in<strong>di</strong>pendente, che in Italia è il Comitato Ecolabel-Ecoau<strong>di</strong>t. Il<br />

sistema <strong>di</strong> gestione ambientale dello standard EMAS recepisce integralmente<br />

lo standard ISO14001. Il Reg. EMAS prevede, a <strong>di</strong>fferenza della<br />

ISO 14001, la <strong>di</strong>vulgazione verso l’esterno <strong>di</strong> un documento <strong>di</strong> sintesi,<br />

la Dichiarazione Ambientale, che riporta gli aspetti ambientali significativi,<br />

la metodologia per la valutazione della significatività e l’inquadramento<br />

generale dell’organizzazione.<br />

59


i Quaderni del Consumatore<br />

11. Marchi e certificazioni sociali<br />

Esistono anche i marchi c.d. sociali, de<strong>di</strong>cati in modo specifico agli<br />

aspetti etici, rispettati dalle aziende nella fase della produzione; riguardano<br />

quin<strong>di</strong> la sicurezza dei lavoratori, le implicazioni sulla salute dell’uomo,<br />

altri aspetti tecnici, economici e sociali relativi ai prodotti: è<br />

il caso del commercio equo e solidale e della responsabilità sociale.<br />

<strong>Commercio</strong> Equo e Solidale e<br />

Marchi TransFair e Fair Trade<br />

Il <strong>Commercio</strong> Equo e Solidale è un<br />

approccio alternativo al commercio<br />

convenzionale (visto come iniquo e<br />

speculativo), che propone una visione<br />

dell’economia attenta agli interessi<br />

<strong>di</strong> tutti i soggetti coinvolti nella catena <strong>di</strong> commercializzazione<br />

(produttori, lavoratori, importatori, ven<strong>di</strong>tori, consumatori), che<br />

devono convivere in un rapporto il più possibile paritario. In particolare<br />

vengono promossi la giustizia sociale (vista anche come riduzione<br />

del <strong>di</strong>vario tra nord e sud del mondo), il rispetto per i lavoratori,<br />

lo sviluppo sostenibile. I produttori perseguono politiche <strong>di</strong> autonomia<br />

delle popolazioni locali, in contrapposizione alle <strong>di</strong>pendenze economiche<br />

che si creano nel commercio tra<strong>di</strong>zionale. A tutela delle popolazioni<br />

in<strong>di</strong>gene si evita l’esportazione <strong>di</strong> prodotti o materie prime<br />

scarseggianti, mentre a tutela del consumatore finale deve essere garantita<br />

la qualità del prodotto. Il prezzo c.d. “equo” è il risultato <strong>di</strong> un<br />

accordo tra produttori ed importatori, le cui voci devono essere note<br />

in termini quantitativi; è fisso e deve tenere conto non solo dei costi<br />

<strong>di</strong> produzione, ma anche del fine primario <strong>di</strong> garantire ai produttori<br />

il raggiungimento ed il mantenimento <strong>di</strong> un livello <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>gnitoso<br />

nel Paese <strong>di</strong> appartenenza. FairTrade è il marchio più riconosciuto tra<br />

i marchi c.d. “sociali” e dalla sua nascita (2002) ha progressivamente<br />

rimpiazzato le <strong>di</strong>fferenti etichettature presenti in ambito sociale, ma<br />

nazionali. Certifica che i prodotti rispettano gli standard sociali, economici<br />

e ambientali definiti dall’Organizzazione Internazionale <strong>di</strong> Etichettura<br />

Fairtrade, che ha fissato regole e requisiti molto stringenti. È<br />

appunto un marchio <strong>di</strong> prodotto, non certifica le aziende. In Canada<br />

si utilizza ancora l’etichettatura nazionale (TransFair), che però certifica<br />

che il prodotto cui è apposta rispetta i requisiti richiesti dall’Organizzazione<br />

Internazionale <strong>di</strong> Etichettatura Fairtrade, quin<strong>di</strong> dal punto<br />

<strong>di</strong> vista sociale ed ambientale i prodotti sono <strong>di</strong> analogo livello.<br />

60<br />

Le etichette ecologiche<br />

Attualmente alcune delle zone svantaggiate da cui provengono i prodotti<br />

con marcatura Transfair o Fairtrade sono: Brasile, Honduras, Perù,<br />

Ecuador, Colombia, Cuba, Guatemala, Nicaragua, Messico, Repubblica<br />

Domenicana, Costa Rica, Ghana, Tanzania, Congo, Pakistan,<br />

In<strong>di</strong>a, Sumatra, Thailan<strong>di</strong>a, Sri Lanka.<br />

Certificazione <strong>di</strong> responsabilita’ sociale SA 8000<br />

L’impegno etico e sociale <strong>di</strong> un’impresa può essere certificato dallo<br />

standard internazionale SA8000, che si fonda su otto requisiti sociali<br />

collegati ai fondamentali <strong>di</strong>ritti umani e dei lavoratori. La norma SA<br />

(Social Accountability) 8000, che nasce nel 1997 dal SAI -Social Accountability<br />

International (Istituto statunitense fondato nel 1969 per<br />

fornire agli investitori ed ai consumatori strumenti informativi per<br />

analizzare le performance sociali delle aziende) è volontaria e applicabile<br />

a qualunque settore merceologico.<br />

La norma SA8000 è orientata all’incremento della capacità competitiva<br />

<strong>di</strong> quelle organizzazioni che forniscono garanzia <strong>di</strong> eticità della propria<br />

filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo.<br />

La garanzia dell’eticità delle organizzazioni si esplica nella valutazione<br />

<strong>di</strong> conformità ai requisiti SA8000 del sistema <strong>di</strong> responsabilità sociale<br />

aziendale, visibile attraverso la certificazione rilasciata da una<br />

terza parte in<strong>di</strong>pendente con un meccanismo analogo a quello utilizzato<br />

per i sistemi <strong>di</strong> gestione per la qualità o <strong>di</strong> gestione ambientale.<br />

Una volta ottenuta la certificazione SA8000 le aziende si impegnano<br />

e garantiscono <strong>di</strong>:<br />

- non utilizzare manodopera minorile o lavoro coatto;<br />

- non utilizzare lavoro obbligato;<br />

- non usufruire <strong>di</strong> un contesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione razziale o sessuale;<br />

- garantire la salute e la sicurezza sul luogo <strong>di</strong> lavoro;<br />

- garantire la libertà <strong>di</strong> associazione, il <strong>di</strong>ritto alla<br />

contrattazione collettiva e la giusta remunerazione;<br />

- adottare sistemi <strong>di</strong> gestione adeguati e corretti;<br />

- rispettare leggi e standard industriali<br />

applicabili sull’orario <strong>di</strong> lavoro;<br />

- garantire un salario adeguato a<br />

sod<strong>di</strong>sfare i bisogni primari e<br />

fornire un qualche guadagno<br />

<strong>di</strong>screzionale.<br />

61


i Quaderni del Consumatore<br />

In<strong>di</strong>rizzi utili<br />

Si riportano <strong>di</strong> seguito, oltre all’in<strong>di</strong>rizzo del Servizio <strong>di</strong> Tutela del<br />

Consumatore della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong>, i riferimenti<br />

delle Associazioni dei consumatori iscritte all’Albo della Regione Marche<br />

in ottemperanza alla L.R. n. 14/2009.<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong><br />

Servizio <strong>di</strong> Tutela del Consumatore<br />

Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 <strong>Ancona</strong><br />

Tel. 071/5898250-360-253 - Fax 071/5898255<br />

regolazione.mercato@an.camcom.it<br />

ACU Marche<br />

Via Piave 49/C - 60100 <strong>Ancona</strong><br />

Tel./Fax 071/22709212<br />

acumarche@acu.it<br />

ADICONSUM Marche<br />

Via dell’Industria, 17 - 60127 <strong>Ancona</strong><br />

Numero Verde 800663822<br />

Tel. 071/505234 - Fax 071/505207<br />

a<strong>di</strong>consummarche@virgilio.it<br />

ADOC Marche<br />

Via XXV Aprile 37/A - 60125 <strong>Ancona</strong><br />

Tel. 071/2275386 - Fax 071/2275380<br />

adoc.marche@gmail.com<br />

CITTADINANZATTIVA Marche - P.I.T. Servizi<br />

Via Circonvallazione c/o Stazione F.S. - 60033 Chiaravalle (AN)<br />

Tel. / Fax 071/9499238<br />

citta<strong>di</strong>nanzattiva_ancona@yahoo.it<br />

CODACONS - Sede Provinciale<br />

Via T. Mamiani, 16 - 60019 Senigallia (AN)<br />

Tel. 071/7939608 - Fax 071/7912734<br />

legal.mail@libero.it<br />

62<br />

FEDERCONSUMATORI - Sede <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong><br />

Via Oberdan, 10 - 60100 <strong>Ancona</strong><br />

Tel. 071/204969 - Fax 071/201014<br />

federconsumatori.an@libero.it<br />

IL QUADRIFOGLIO<br />

via Trento, 29 - 60015 Falconara (AN)<br />

Tel. 071/9174783 - Fax 071/9165269<br />

assconsquadrifoglio@libero.it<br />

Le etichette ecologiche<br />

MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO - Sede <strong>di</strong> <strong>Ancona</strong><br />

Via Vittorio Veneto,11 - 60122 <strong>Ancona</strong><br />

Tel. 071/2071602 - Fax 071/200852<br />

ancona@mdc.it<br />

63


i Quaderni del Consumatore<br />

Glossario<br />

AAggrriiccoollttuurraa bbiioollooggiiccaa: metodo, tecnica colturale, che parte dall’equilibrio<br />

e dalla salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente in cui si opera, per produrre<br />

e mettere a <strong>di</strong>sposizione del consumatore prodotti sani, ammettendo<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> soli meto<strong>di</strong> naturali (come concimi organici, meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione<br />

naturali, pratica delle rotazioni colturali e lavorazione<br />

superficiale del terreno).<br />

AAmmbbiieennttee: insieme degli elementi naturali (flora, fauna, paesaggio),<br />

delle risorse energetiche, degli ecosistemi, che circondano un determinato<br />

organismo e, in particolare, gli esseri umani.<br />

BBiillaanncciioo ssoocciiaallee:: modello <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione sulle quantità e sulle qualità<br />

<strong>di</strong> relazione tra l’impresa ed i gruppi <strong>di</strong> riferimento rappresentativi<br />

dell’intera collettività, mirante a delineare un quadro omogeneo,<br />

puntuale, completo e trasparente della complessa inter<strong>di</strong>pendenza tra<br />

i fattori economici e quelli socio-politici connaturati e ad affermare<br />

come il soggetto economico che persegue il proprio interesse prevalente<br />

contribuisce nel contempo a migliorare la qualità della vita dei<br />

membri della società in cui è inserito in conseguenza alle scelte fatte.<br />

BBiillaanncciioo d<strong>di</strong>i ssoosstteenniibbiilliittàà:: simile per alcuni aspetti al bilancio sociale, è<br />

un rapporto annuale che analizza l’operato <strong>di</strong> un’organizzazione (privata<br />

o pubblica), valutandolo secondo le logiche dell’efficienza economica,<br />

della tutela ambientale, sociale e della sostenibilità; consente<br />

il monitoraggio, la ren<strong>di</strong>contazione e la comunicazione delle performance<br />

ambientali, sociali ed economiche dell’ente.<br />

BBiiooddeeggrraaddaabbiilliittàà:: caratteristica che una determinata sostanza o materiale<br />

hanno <strong>di</strong> essere decomposti e assimilati dai microrganismi naturalmente<br />

presenti nel suolo, per essere successivamente reimmessi nel<br />

ciclo naturale.<br />

CCeerrttiiffiiccaazziioonnee aammbbiieennttaallee:: riconoscimento che può essere richiesto da<br />

un’azienda per <strong>di</strong>mostrare determinate prestazioni ambientali.<br />

CCiicclloo d<strong>di</strong>i vviittaa:: gli sta<strong>di</strong> consecutivi e collegati <strong>di</strong> un prodotto dal suo<br />

impiego come materia prima allo smaltimento definitivo.<br />

64<br />

Le etichette ecologiche<br />

DDaannnnoo aammbbiieennttaallee:: danno che produce effetti negativi sul raggiungimento<br />

o sul mantenimento <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> conservazione favorevole <strong>di</strong> specie<br />

o habitat naturali, o che incide in modo significativo sullo stato ecologico,<br />

chimico, quantitativo delle acque o che determina contaminazione<br />

del terreno tale da incidere negativamente sulla salute umana.<br />

EEccoo--llaabbeell:: etichetta ecologica riconosciuta a livello europeo, <strong>di</strong> cui possono<br />

fregiarsi prodotti e servizi che rispettino precisi criteri ecologici,<br />

basati sull’intero ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto e stabiliti dalla Commissione<br />

Europea.<br />

EEMMAASS:: strumento volontario <strong>di</strong> ecogestione istituito dalla Comunità<br />

Europea nel 1993; possono aderirvi le organizzazioni che vogliono<br />

migliorare le proprie prestazioni ambientali e al tempo stesso fornire<br />

agli utenti informazioni sulla gestione ambientale.<br />

GGeessttiioonnee ddeeii rriiffiiuuttii:: insieme delle azioni e delle politiche atte ad amministrare<br />

e gestire l’intero ciclo della produzione <strong>di</strong> rifiuti: riutilizzo,<br />

raccolta, trasporto e stoccaggio, trattamento..<br />

IImmbbaallllaaggggiioo pprriimmaarriioo:: prodotto a<strong>di</strong>bito a contenere e a proteggere determinate<br />

merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la<br />

loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore<br />

o all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione (ad esempio bottiglia<br />

<strong>di</strong> plastica, pellet <strong>di</strong> legno, sacchetto della spesa, vasetto <strong>di</strong> vetro,<br />

scatola delle scarpe, vaschetta <strong>di</strong> polistirolo che contiene le banane,<br />

ecc).<br />

IImmppaattttoo aammbbiieennttaallee:: qualsiasi mo<strong>di</strong>fica all’ambiente provocata o a cui<br />

contribuisce il prodotto durante il suo ciclo <strong>di</strong> vita.<br />

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo: (anche etichetta ecologica) viene apposto con la<br />

finalità <strong>di</strong> garantire al consumatore che il prodotto che lo espone sia<br />

progettato per limitare al minimo il proprio impatto ambientale in tutto<br />

il suo ciclo <strong>di</strong> vita in un’ottica <strong>di</strong> sostenibilità.<br />

MMaarrcchhiioo ssoocciiaallee:: sistema <strong>di</strong> etichettatura e marchiatura che identifica<br />

gli aspetti del prodotto legati alla sicurezza, alle implicazioni della produzione<br />

e della <strong>di</strong>stribuzione sulla salute dell’uomo o all’ambito<br />

etico/sociale.<br />

65


i Quaderni del Consumatore<br />

RRiiffiiuuttoo:: ogni prodotto, imballaggio o materia prima che ha esaurito la<br />

sua funzione primaria e che deve essere smaltito, riutilizzato o riciclato.<br />

RRiiuuttiilliizzzzoo:: qualsiasi operazione me<strong>di</strong>ante la quale un prodotto o i suoi<br />

componenti, giunti al termine del loro primo uso, sono utilizzati per<br />

lo stesso scopo per il quale sono stati concepiti, incluso l’uso continuato<br />

<strong>di</strong> un prodotto, conferito a punti <strong>di</strong> raccolta, <strong>di</strong>stributori o fabbricanti,<br />

nonché il riutilizzo <strong>di</strong> un prodotto dopo la rimessa a nuovo.<br />

RRiicciiccllaaggggiioo:: operazione finalizzata al recupero <strong>di</strong> un prodotto o parte<br />

<strong>di</strong> esso, me<strong>di</strong>ante un processo <strong>di</strong> lavorazione e trasformazione in un<br />

prodotto finale o in una componente da incorporare in un prodotto.<br />

SSiisstteemmaa d<strong>di</strong>i ggeessttiioonnee aammbbiieennttaallee:: strumento volontario <strong>di</strong> autocontrollo<br />

e responsabilizzazione per le organizzazioni (imprese ed enti) nell’ambito<br />

della sostenibilità e della politica ambientale.<br />

SSvviilluuppppoo ssoosstteenniibbiillee:: forma <strong>di</strong> sviluppo (che comprende quello economico,<br />

delle città, delle comunità, ecc…) che non compromette la<br />

possibilità delle future generazioni <strong>di</strong> perdurare anch’esse nello sviluppo,<br />

preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve<br />

naturali, mantenendo l’equità sociale e gli ecosistemi, e operando<br />

quin<strong>di</strong> in regime <strong>di</strong> equilibrio ambientale.<br />

VVaalluuttaazziioonnee d<strong>di</strong>i iimmppaattttoo aammbbiieennttaallee:: procedura tecnico-amministrativa<br />

<strong>di</strong> verifica della compatibilità ambientale <strong>di</strong> un progetto finalizzata<br />

all’in<strong>di</strong>viduazione, descrizione e quantificazione degli effetti che lo<br />

stesso potrebbe avere sull’ambiente.<br />

66<br />

NOTE<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................<br />

....................................................................................................................................................

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!