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le cinque feste dell'anno giapponese

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59 TRADIZIONI<br />

trasformata in una festa dedicata<br />

ai fiori.<br />

Dall’associazione del fiore con il<br />

so<strong>le</strong>, oltre che dall’interpretazione<br />

magica di alcune sue caratteristiche,<br />

deriva la tradiziona<strong>le</strong> attribuzione<br />

di eccel<strong>le</strong>nti virtù curative e<br />

medicinali: i crisantemi, infatti,<br />

crescono rigogliosi anche in luoghi<br />

aridi, resistendo al gelo senza<br />

perdere i petali anche quando appassiscono<br />

- e ciò, secondo remote<br />

credenze, ne manifesta la<br />

specia<strong>le</strong>, perdurante vitalità. Per<br />

queste ragioni gli infusi di fiori, foglie<br />

e steli di crisantemo e la rugiada<br />

che nottetempo si raccoglie<br />

sul<strong>le</strong> corol<strong>le</strong> erano usati dai maghi<br />

taoisti della Cina come elisir di<br />

lunga vita. Da queste usanze<br />

dell’antichità discende la preparazione<br />

di kiku sake, vino di riso<br />

aromatizzato con petali di crisantemo,<br />

al qua<strong>le</strong> si riconosce grande<br />

efficacia (kiku) nel prevenire <strong>le</strong><br />

malattie e prolungare la vita.<br />

Al tema della longevità è <strong>le</strong>gata la<br />

<strong>le</strong>ggenda cinese di Kikujido _ , fatato<br />

fanciullo eternamente giovane,<br />

spesso rappresentato nella pittura<br />

dell’Asia Orienta<strong>le</strong>. La favola racconta<br />

che Kikujido _ era il paggio<br />

favorito dell’Imperatore Muwang<br />

della dinastia Zhou (IX secolo<br />

a.C.). Questo giovinetto bello e<br />

genti<strong>le</strong> commise involontariamente<br />

un atto di <strong>le</strong>sa maestà inciampando<br />

in un cuscino dell’Imperatore:<br />

perciò fu esiliato in un luogo<br />

remoto e selvaggio chiamato Val<strong>le</strong><br />

dei Crisantemi, dove visse in<br />

solitudine nutrendosi di erbe e radici<br />

e bevendo la rugiada dei fiori.<br />

Ma Kikujido _ non patì né fame né<br />

sete e, anziché sfiorire, prosperò<br />

in una freschezza senza declino,<br />

divenuta gioventù eterna e immorta<strong>le</strong>.<br />

Le prime cronache giapponesi riferiscono<br />

che i crisantemi, importati<br />

dalla Cina nel 386 d.C. durante<br />

il regno dell’Imperatore Nintoku,<br />

da quel momento si diffusero<br />

rapidamente ovunque. Ma poiché<br />

sul suolo <strong>giapponese</strong> cresce-<br />

vano varie specie autoctone di<br />

piccoli crisantemi selvatici<br />

(nogiku), è molto probabi<strong>le</strong> che<br />

l’accenno riguardi l’importazione<br />

di una specie se<strong>le</strong>zionata alla<br />

qua<strong>le</strong> è <strong>le</strong>gata la prima forma della<br />

festa. Peraltro, occorre osservare<br />

che nella più antica antologia<br />

imperia<strong>le</strong> di poesia, il Manyo _ shu _ , 10<br />

il crisantemo non è mai nominato,<br />

mentre i poeti del Kokinshu _ 11 sovente<br />

ne tessono <strong>le</strong> lodi.<br />

La festa, che nella forma ancor<br />

oggi ce<strong>le</strong>brata venne istituita ufficialmente<br />

durante il XVII secolo,<br />

consiste nell’al<strong>le</strong>stire ed esporre<br />

all’aperto, nei parchi del<strong>le</strong> città e<br />

nei villaggi, crisantemi in vaso di<br />

innumerevoli varietà al riparo di<br />

apposite tettoie (fig. 1e). Coltivatori<br />

appassionati ed esperti riescono<br />

a far fiorire parecchie centinaia<br />

di corol<strong>le</strong> da una singola<br />

pianta, la cui chioma viene cresciuta<br />

e modellata nel<strong>le</strong> forme più<br />

bizzarre su <strong>le</strong>ggeri sostegni sagomati<br />

in carta, canniccio o filo metallico:<br />

si possono creare ammassi<br />

di fiori a coda di pavone, a cascata,<br />

a vela, a ventaglio e in altre<br />

forme ancora.<br />

Nel<strong>le</strong> prime decadi del secolo<br />

XVIII la coltivazione dei crisantemi<br />

e la se<strong>le</strong>zione di numerose<br />

specie nuove divenne una vera e<br />

propria passione tra i samurai, a<br />

tal punto che un feudatario dedicò<br />

all’argomento un manua<strong>le</strong> in<br />

quindici tomi intitolato Kikuyo _ .<br />

Nella stessa epoca svariati signori<br />

feudali istituirono speciali esposizioni<br />

di crisantemi nei parchi<br />

del<strong>le</strong> loro residenze, indicendo<br />

<strong>feste</strong> per un privi<strong>le</strong>giato e ristretto<br />

numero d’invitati, chiamati a gioire<br />

della bel<strong>le</strong>zza dei fiori. Queste<br />

manifestazioni vennero presto<br />

imitate dal popolo, che si accalcava<br />

nei parchi pubblici e nei<br />

giardini dei templi dalla mattina<br />

presto, restando a contemplare i<br />

crisantemi fino a notte, nella luce<br />

tenue del<strong>le</strong> lanterne di carta. Un<br />

evento sviluppatosi in seno al<strong>le</strong><br />

tradizioni popolari in occasione di<br />

Kiku no Sekku era la processione<br />

in pompa magna del<strong>le</strong> cortigiane<br />

dei quartieri dei piaceri, che sfilavano<br />

anche in occasione della<br />

fioritura dei ciliegi nel quarto mese<br />

e degli iris nel quinto. Le case<br />

d’appuntamento di Yoshiwara a<br />

Edo, di Shimabara a Kyoto e degli<br />

omologhi quartieri di altre città<br />

giapponesi esponevano crisantemi<br />

in vaso davanti all’entrata,<br />

mentre <strong>le</strong> strade si riempivano di<br />

donne magnificamente vestite,<br />

seguite da fanciul<strong>le</strong> apprendiste<br />

(kamuro) e da servi e famigli recanti<br />

parasoli e lanterne. Il popolo<br />

guardava, ammirava e faceva<br />

commenti salaci. La processione<br />

terminava di solito in un santuario<br />

inari dove si facevano offerte e<br />

preghiere per una perdurante<br />

giovinezza e una lunga vita ral<strong>le</strong>grate<br />

da prosperità e ricchezza.<br />

La crescente passione per i crisantemi<br />

culminò nell’ultimo quarto<br />

del secolo XVIII nella creazione<br />

del<strong>le</strong> kiku ningyo _ , “bambo<strong>le</strong> di<br />

crisantemi”, figure umane a grandezza<br />

natura<strong>le</strong> che si ottenevano<br />

col metodo seguente: si preparava<br />

una <strong>le</strong>ggera struttura in canne<br />

intrecciate o filo metallico, raffigurante<br />

un corpo umano nella<br />

posa desiderata e, all’interno di<br />

questa forma, si facevano crescere<br />

<strong>le</strong> piante che avrebbero<br />

formato <strong>le</strong> vesti della figura. La<br />

testa, <strong>le</strong> mani e i piedi, modellati<br />

in cera e opportunamente colorati,<br />

avevano aspetto molto realistico<br />

e raffiguravano solitamente<br />

famosi personaggi e attori del<br />

teatro popolare Kabuki tratti dagli<br />

spettacoli di maggior successo. Il<br />

biglietto d’ingresso per <strong>le</strong> mostre<br />

di kiku ningyo _ era piuttosto caro,<br />

dati i costi di produzione molto<br />

alti. Questo particolare tipo<br />

d’esposizione è sopravvissuto fino<br />

a una cinquantina d’anni fa,<br />

ma al giorno d’oggi è scomparso<br />

sia a causa dei costi e<strong>le</strong>vati, sia<br />

a motivo del diverso orientamento<br />

dei passatempi e dei gusti<br />

giapponesi.<br />

Note<br />

1 La parola significa <strong>le</strong>tteralmente, “via degli<br />

dèi” e si riferisce alla religione autoctona<br />

del Giappone. Il termine fu coniato nel<br />

VI secolo, al tempo dell’adozione del<br />

Buddhismo (butsudo _ ) come religione di<br />

stato. In origine lo shinto _ era una forma di<br />

politeismo naturalistico, nel qua<strong>le</strong> innumerevoli<br />

deità (kami) presiedevano a ogni<br />

sorta di fenomeno natura<strong>le</strong>.<br />

2 Tokugawa è il nome del casato che dominò<br />

il Giappone tra il 1603 e il 1868, tramandando<br />

di padre in figlio, in forma propriamente<br />

dinastica, il titolo di supremo<br />

capo militare (sho _ gun). L’epoca Tokugawa<br />

è anche comunemente detta epoca<br />

di Edo, dal nome della capita<strong>le</strong> shoguna<strong>le</strong>,<br />

l’attua<strong>le</strong> Tokyo.<br />

3 La spiaggia di Futamigaura nella prefettura<br />

di Mie si trova a nord-est della città di<br />

Futami, di fronte alla baia di Ise nella regione<br />

centra<strong>le</strong> di Honshu _ . Questa spiaggia<br />

è famosissima in tutto il Giappone da tempi<br />

antichi perché offre una veduta di singolare<br />

bel<strong>le</strong>zza: a pochi metri di distanza dalla<br />

battigia, infatti, vi sono due “rocce sposate”<br />

(Meotoiwa), che secondo la tradizione<br />

popolare shinto _ sono immagini del<strong>le</strong> divinità<br />

Izanagi e Izanami.<br />

4 I manzai sono saltimbanchi ambulanti<br />

che eseguono danze e canzoni augurali<br />

per il Nuovo Anno, ricevendo in cambio<br />

picco<strong>le</strong> offerte. I danzatori sono detti senshu<br />

_ manzai, i cantori che si accompagnano<br />

col tamburo sono chiamati saizo _ .<br />

5 La danza del <strong>le</strong>one, in origine un’attrazione<br />

della processione Daikagura del<br />

Santuario di Ise, nel primo mese veniva<br />

rappresentata nella capita<strong>le</strong> Edo da gruppi<br />

di saltimbanchi che giravano di casa in casa<br />

raccogliendo e<strong>le</strong>mosine. Due uomini<br />

con una grossa maschera <strong>le</strong>onina e un<br />

lungo telo interpretavano il <strong>le</strong>one; c’era poi<br />

il domatore, con una maschera di demone<br />

dal naso lungo, alcuni musicanti e un suonatore<br />

di bacchette di bambù che segnava<br />

il ritmo.<br />

6 Questa è la lista del<strong>le</strong> erbe: seri (prezzemolo),<br />

hakobera (sedano), nazuna (“borsa<br />

del pastore”), suzuna (cime di rape), suzushiro<br />

(foglie di ravanelli), gogyo _ e hahako<br />

(?), oppure aona e hotokenoza (?).<br />

7 Otto emb<strong>le</strong>mi taoisti: ventaglio, spada,<br />

fiasca da pel<strong>le</strong>grino a zucca doppia, nacchere,<br />

cestino di fiori, bastone di bambù,<br />

flauto, fiore di loto.<br />

8 Otto emb<strong>le</strong>mi buddhisti: conchiglia, paraso<strong>le</strong>,<br />

baldacchino rega<strong>le</strong>, fiore di loto,<br />

coppia di pesci, nodo infinito, vaso, ruota<br />

della <strong>le</strong>gge.<br />

9 Edward F. Strange, Catalogue of Chinese<br />

Lacquer, Victoria and Albert Museum,<br />

His Majesty’s Stationery Office, London<br />

1925, cat. 5 p. 16, pl. IV.<br />

10 Letteralmente, “Antologia del<strong>le</strong> diecimila<br />

foglie”, raccolta di poesia compilata<br />

nell’VIII-IX secolo raccogliendo materiali risa<strong>le</strong>nti<br />

a vari secoli prima, certamente almeno<br />

al V secolo e forse ancora più antichi.<br />

11 Letteralmente “Antologia di poesia antica<br />

e moderna”, compilata attorno alla<br />

metà del X secolo.

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