Agricoltura e Montagna - Archivio Digitale - Inea
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La montagna e le aree interne tra<br />
passato e futuro<br />
una sfida per le politiche 2014-2020<br />
Franco Mantino 1 - mantino@inea.it<br />
Le aree interne: un tema che richiede più attenzione<br />
Il tema della montagna italiana e, più in generale, delle<br />
aree interne riemerge periodicamente all’attenzione della<br />
pubblica opinione. Questa periodicità è legata essenzialmente<br />
alle fasi altalenanti del dibattito sulle politiche di<br />
sviluppo nel nostro paese e, più in particolare, su quelle<br />
comunitarie. L’importanza delle aree interne riprende<br />
un po’ di vigore proprio in quei periodi in cui si ridiscute<br />
l’impostazione delle politiche comunitarie. Poi, invece,<br />
passata la fase della discussione e entrando in quella di<br />
applicazione concreta dei programmi, le aree interne ritornano<br />
nel dimenticatoio. Questo è avvenuto purtroppo<br />
in ogni ciclo di riforma, da Agenda 2000 in poi. In queste<br />
fasi si è sempre mobilitata una piccola schiera di “sostenitori”<br />
della montagna, che dà voce in qualche modo alle<br />
esigenze e ai fabbisogni di queste aree, ma nei fatti ciò<br />
che riesce ad ottenere è ben al di sotto delle aspettative.<br />
Si tratta di una lobby piuttosto composita (associazioni,<br />
amministratori locali dei comuni montani, regioni montane,<br />
alcune organizzazioni di categoria, le organizzazioni<br />
ambientaliste, ecc.), che tuttavia appare divisa e incapace<br />
di condizionare in modo significativo i centri decisionali<br />
delle politiche. Le ragioni di questa scarsa incisività sono<br />
diverse e andrebbero analizzate a fondo. Qui si vuole solo<br />
rilevare che, nell’attuazione concreta dei programmi, l’inefficacia<br />
delle politiche nei territori montani diviene sempre<br />
più evidente, salvo casi limitati, e comunque non si<br />
rivela mai all’altezza dei processi di esodo e abbandono<br />
delle attività produttive che continuano a caratterizzare<br />
l’evoluzione socio-economica di queste aree.<br />
La definizione di aree interne: un concetto in<br />
continua evoluzione<br />
La definizione delle aree interne è un’operazione difficile.<br />
Lo riconosce lo stesso Manlio Rossi-Doria, che la coniò<br />
studiando le differenze interne all’agricoltura meridionale<br />
tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo<br />
1 INEA<br />
L’argomento<br />
(Rossi-Doria, 1982). Guardando al Sud (isole comprese),<br />
Rossi-Doria non identificava le cosiddette «zone dell’osso»<br />
dell’agricoltura con l’intera montagna e collina. Egli<br />
considerava tre aree problematiche: la montagna appenninica,<br />
le zone di agricoltura estensiva e le colline a coltura<br />
promiscua. Insieme, queste tre aree occupavano oltre<br />
il 70% del territorio e al 1971 interessavano poco meno<br />
del 50% della popolazione meridionale. Già interessate<br />
da una massiccia emigrazione nei trent’anni seguiti al secondo<br />
conflitto mondiale, queste aree hanno progressivamente<br />
perso peso nella formazione del reddito, passando<br />
dal 33% del reddito meridionale al 1951 a meno del 20%<br />
nel 1974 (Rossi-Doria, 1982).<br />
Il problema delle aree interne e montane a risorse povere<br />
non era esclusivo del Mezzogiorno. Rossi-Doria ne riconosceva<br />
l’esistenza anche nell’arco alpino e in una notevole<br />
parte delle colline sottostanti le Alpi, così come nelle<br />
aree montane e collinari appenniniche e sub-appenniniche<br />
del Centro-Nord. Tuttavia, in quei territori la vicinanza<br />
alla pianura e ai centri industriali ha attenuato, sia pure in<br />
parte, il fenomeno dell’emigrazione.<br />
Una volta coniata, la definizione di aree interne è entrata<br />
nell’accezione comune come sinonimo di isolamento, povertà<br />
e scarso sviluppo. Tuttavia, contrariamente a quanto<br />
Rossi-Doria aveva cercato di fare, la definizione conserva<br />
nel tempo un significato piuttosto vago sotto il profilo dei<br />
territori da includere. Non si è cercato di riproporla con<br />
una nuova metodologia, che tenesse conto delle trasformazioni<br />
avvenute nel frattempo. Rossi-Doria, infatti, aveva<br />
focalizzato l’attenzione sull’agricoltura e sul Mezzogiorno,<br />
mentre con il tempo la definizione di aree interne avrebbe<br />
dovuto acquistare un significato interpretativo più complesso.<br />
Infatti, la montagna e la collina più interna appaiono<br />
interessate da crescenti processi di industrializzazione<br />
e/o di crescita dei servizi e del turismo nel corso degli ultimi<br />
quarant’anni. Tali processi si sono diffusi sia in modo<br />
spontaneo, soprattutto nel Centro-Nord, sia per effetto di<br />
massicce dosi di intervento pubblico, come nel Mezzogiorno.<br />
Processi spontanei sono andati avanti, ad esem-