Agricoltura e Montagna - Archivio Digitale - Inea
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La gestione forestale come elemento di<br />
sviluppo rurale<br />
l’esempio del Casentino<br />
Simone Borchi 1 - simoneborchi@alice.it<br />
Alla base di ogni progetto di sviluppo sostenibile deve<br />
stare una risorsa rinnovabile, migliorabile, ampiamente<br />
disponibile: su questa possono esserci costruiti ennesimi<br />
sistemi economico-sociali lievitati dall’incontro fra territorio,<br />
storia e cultura locale, tradizioni, idee e innovazione.<br />
Le foreste italiane rappresentano oggi un caso forse unico<br />
di risorsa largamente disponibile, in continuo incremento<br />
e utilizzabile senza fermarne la crescita; i boschi si espandono<br />
naturalmente non per un brusco calo della popolazione<br />
come succedeva nei secoli passati, ma per una<br />
diversa organizzazione economica, sociale e residenzia-<br />
Simone Borchi<br />
1 Dirigente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, Poppi (AR)<br />
Le Le esperienze<br />
le. Le terre agricole coltivate si riducono non solo per la<br />
continua urbanizzazione distruttiva, ma per l’abbandono<br />
legato alla globalizzazione dei commerci e dei prezzi agricoli<br />
e allo sbilanciamento economico di gran parte delle<br />
coltivazioni principali. Si tratta di un fenomeno probabilmente<br />
temporaneo, destinato a collidere con la prevista<br />
crisi alimentare mondiale, da cui ci può almeno in parte<br />
proteggere proprio quello sviluppo sostenibile che ricerchi<br />
un rapporto equilibrato fra le varie capacità produttive,<br />
valorizzando vocazioni territoriali e salvaguardando le ennesime<br />
nicchie.<br />
In questo contesto i boschi e la materia prima legno beneficiano<br />
del loro principale difetto, il costo dei trasporti,<br />
che, almeno per la gran parte degli assortimenti, limita la<br />
convenienza all’utilizzo entro un raggio limitato, istituendo<br />
un collegamento economico fra risorsa territoriale e bosco<br />
e quindi fra selvicoltura e sviluppo locale.<br />
Partendo da questa condizione, la gestione del bosco<br />
diviene fondamentale elemento di sviluppo rurale su cui<br />
innestare i collegamenti con le produzioni agricole, le<br />
attività faunistico-venatorie (da riformare per trasferire<br />
i benefici ai coltivatori), le attività artigianali, industriali e<br />
turistiche, il tutto cementato da quella manutenzione del<br />
territorio intrinseca al comparto agro-forestale, che consente<br />
la conservazione e il perfezionamento di peculiari<br />
capacità professionali.<br />
Per costituire il substrato di uno sviluppo rurale, la gestione<br />
forestale, che include qualcosa più della selvicoltura,<br />
dev’essere diffusa, quantitativamente rilevante, connessa<br />
con altre attività di filiera, compatibile o addirittura associata<br />
ad altri ambiti lavorativi, a tempo pieno o, all’opposto,<br />
stagionale proprio per consentire l’incastro con attività<br />
stagionali come il turismo.<br />
Un prelievo di ripresa legnosa eccessivamente basso consentirà<br />
a poche imprese boschive di godere di una rendita<br />
di posizione, potendo selezionare le aree di più facile accessibilità<br />
e i prodotti più redditizi in relazione all’andamento<br />
del mercato, ma l’impatto sul sistema rurale sarà<br />
limitato e non avrà quell’effetto di trascinamento sinergico