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Arianna Chines - Provincia di Lucca

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Applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssuasione per gli ittiofagi in<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong><br />

<strong>Arianna</strong> <strong>Chines</strong> - consulente della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong><br />

chinesarianna@tiscali.it<br />

Borgo a Mozzano 23 Ottobre 2004


INTRODUZIONE<br />

Il conflitto fra uccelli ittiofagi e fauna ittica è una realtà che da decenni<br />

riguarda molti paesi europei. A riguardo sono in corso progetti che agiscono<br />

su scala internazionale per ridurre tale conflitto (Volponi 2005).<br />

La fauna ittica rappresenta per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong> una risorsa importante<br />

legata soprattutto all’attività alieutica. Inoltre nel territorio provinciale sono<br />

presenti molti allevamenti ittici e laghetti a conduzione privata per la pesca<br />

sportiva.<br />

Per far fronte al problema legato alla presenza <strong>di</strong> uccelli ittiofagi nel territorio<br />

provinciale, l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ha espresso parere<br />

favorevole all’iniziativa <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tecniche e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasivi per<br />

allontanare specie ittiofaghe tuttora tutelate dalla normativa comunitaria<br />

(<strong>di</strong>rettiva 79/409), nazionale (L. 157/92) e regionale (L.R. 3/94).<br />

La conoscenza della biologia delle specie ittiofaghe e delle abitu<strong>di</strong>ni della<br />

popolazione <strong>di</strong> cormorani svernanti nel bacino del Serchio, monitorata a<br />

partire dall’inverno 1996, ha facilitato lo svolgimento <strong>di</strong> un lavoro che ha<br />

riguardato una vasta area <strong>di</strong> intervento.


OBIETTIVI<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> questo lavoro è stato :<br />

ridurre il conflitto esistente tra la conservazione <strong>di</strong> uccelli ittiofagi e<br />

le attività economiche legate alla fauna ittica a livello locale.<br />

A tal fine sono state condotte le seguenti operazioni:<br />

- monitoraggio dell’andamento delle presenze <strong>di</strong> ittiofagi nel bacino del<br />

Serchio, operando confronti con le situazioni preesistenti;<br />

- valutazione dello status della fauna ittica lungo l’asta del Serchio sia da un<br />

punto <strong>di</strong> vista qualitativo che quantitativo in relazione alle varie situazioni<br />

dell’habitat fluviale;<br />

- verifica della fattibilità e dell’efficacia dell’applicazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssuasione al fine <strong>di</strong> stilare un protocollo d’intervento ottimizzato;<br />

- avvio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo tra i principali gruppi interessati al problema<br />

(stakehoders) principalmente rappresentati da: allevatori, pescatori,<br />

ambientalisti, ittiologi, ornitologi, ecologi.


AREA DI INTERVENTO<br />

L’area <strong>di</strong> intervento ha riguardato la porzione del bacino idrografico del<br />

Serchio compresa nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong> e interessata dalla presenza delle<br />

principali specie <strong>di</strong> ittiofagi ed in particolare del cormorano:<br />

- il Fiume Serchio e i suoi affluenti<br />

- i bacini artificiali della Garfagnana e della Me<strong>di</strong>a Valle<br />

- i principali laghetti <strong>di</strong> pesca sportiva della <strong>Provincia</strong><br />

Il bacino del Serchio è solitamente sud<strong>di</strong>viso in tre zone in base a<br />

caratteristiche morfologiche del territorio e a considerazioni <strong>di</strong> carattere<br />

storico: la Garfagnana, la Me<strong>di</strong>a Valle e la Piana <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong>.


FAUNA ITTICA<br />

In base all’analisi dei dati dei più recenti dei campionamenti ittici, il Serchio si<br />

può considerare a ciprini<strong>di</strong> reofili per quasi tutto il suo corso all’interno del<br />

territorio provinciale, ad eccezione <strong>di</strong> alcuni tratti del basso corso a valle <strong>di</strong><br />

Ponte S. Pietro dove si può considerare a ciprini<strong>di</strong> limnofili.<br />

Vi è una netta <strong>di</strong>stinzione tra il popolamento ittico del fiume Serchio, basato<br />

quasi esclusivamente su specie ciprinicole, del torrente Lima, colonizzato<br />

prevalentemente da trote in quasi tutto il suo corso ed interessato da forte<br />

risalita <strong>di</strong> ciprini<strong>di</strong> nel tratto imme<strong>di</strong>atamente a ridosso della confluenza con il<br />

Serchio e dei torrenti tributari in cui, anche nel tratto terminale, le trote<br />

costituiscono la componente caratterizzante l’ittiofauna (Pascale 1999).<br />

La pesca dei cormorani in acque libere si svolge quasi esclusivamente in<br />

acque ciprinicole.


(Nozzano - Piana <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong>)<br />

Le immagini mostrano due aree lungo<br />

il Serchio utilizzate dai cormorani in<br />

pesca.<br />

(Borgo a Mozzano – Me<strong>di</strong>a Valle )


MONITORAGGIO DELLA POPOLAZIONE DI CORMORANO<br />

Il monitoraggio della popolazione svernante <strong>di</strong> cormorano, è stato compiuto<br />

me<strong>di</strong>ante censimento <strong>di</strong>retto degli uccelli presenti al dormitorio notturno<br />

(roost). Questa tecnica, raccomandata dall'Istituto Nazionale per la Fauna<br />

Selvatica rappresenta il metodo più preciso ed accurato per censire la<br />

popolazione in aree molto estese, sfruttando il comportamento gregario dei<br />

cormorani.<br />

Il conteggio dei cormorani è stato fatto anche durante le ore <strong>di</strong>urne, in<br />

concomitanza al monitoraggio degli altri ittiofagi. Il dato complessivo ottenuto<br />

in questo modo è risultato sempre minore, anche se <strong>di</strong> poco, rispetto al<br />

conteggio ai dormitori perché le aree <strong>di</strong> alimentazione non sono sempre<br />

accessibili agli osservatori.<br />

A cadenza da quin<strong>di</strong>cinale a mensile sono state compiute osservazioni all’alba e<br />

al tramonto per valutare la consistenza numerica degli in<strong>di</strong>vidui provenienti dai<br />

dormitori non situati nell'area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, che raggiungono il Serchio al solo<br />

scopo <strong>di</strong> alimentarsi.


CENNI STORICI<br />

La Toscana ha ospitato una cospicua popolazione ni<strong>di</strong>ficante e sedentaria in<br />

almeno due zone umide della Maremma (Laguna <strong>di</strong> Orbetello e Padule <strong>di</strong><br />

Castiglione della Pescaia) fino all'inizio del '900. La scomparsa <strong>di</strong> queste colonie<br />

non è facilmente databile: si suppone che le opere <strong>di</strong> bonifica realizzate intorno<br />

all'ultima guerra si siano ripercosse sulle caratteristiche dell'ornitofauna della<br />

zona (Baccetti, 1988).<br />

Inoltre, la presenza <strong>di</strong> una popolazione abbondante <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui è documentata<br />

sul Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli (Giglioli, 1889, 1890).<br />

Dalla metà del XX secolo i nuclei svernanti in Toscana sono andati incontro ad<br />

una graduale <strong>di</strong>minuzione, con presenze saltuarie alle foci <strong>di</strong> Serchio ed Arno,<br />

ma già dagli anni '70 si è assistito, sulle coste, ad un incremento numerico<br />

degli in<strong>di</strong>vidui svernanti, regolarmente osservabili lungo il litorale tra Viareggio<br />

e Bocca d'Arno, sul Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli, sull'ultimo tratto del fiume Serchio e<br />

nel dormitorio situato all'interno della Tenuta <strong>di</strong> San Rossore (Baccetti, 1988).


Cenni storici<br />

Secondo un stu<strong>di</strong>o condotto a carattere nazionale (Baccetti & Giunti 2005), la<br />

Toscana è risultata una delle realtà italiane meglio conosciute per questa<br />

specie, nonché una delle più importanti per lo svernamento, con presenze che<br />

variano (anni 1998-2001) dalle 4.644 alle 6.728 unità (pari a circa il 10% della<br />

popolazione nazionale).<br />

Solo dall’inverno 1996 i cormorani utilizzano le acque interne del bacino<br />

idrografico del fiume Serchio come sito <strong>di</strong> svernamento essendosi stabiliti<br />

regolarmente in tre dormitori separati e con aree <strong>di</strong> alimentazione<br />

corrispondenti: la popolazione della Piana, la popolazione della Me<strong>di</strong>a Valle, la<br />

popolazione della Garfagnana. Da quell’anno la popolazione è monitorata in<br />

modo costante mostrando nel periodo 1996 - 2003 un continuo incremento<br />

numerico. Durante la stagione invernale 2003 - 2004 si è assistito ad un forte<br />

decremento della popolazione, pari al 42% rispetto alla stagione precedente.


DINAMICA DI POPOLAZIONE<br />

L’andamento della popolazione del Serchio dal ’96 ad oggi fa supporre che i<br />

primi cormorani, <strong>di</strong> provenienza dai dormitori della costa (in particolare San<br />

Rossore), abbiano raggiunto il fiume nel territorio della provincia <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong> in un<br />

primo momento per alimentarsi e solo successivamente per stabilirsi in<br />

dormitori. Le osservazioni compiute nei <strong>di</strong>versi anni e lo stu<strong>di</strong>o della<br />

<strong>di</strong>namica della popolazione del bacino del Serchio e <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> S. Rossore<br />

fanno ritenere che tuttora esista una relazione stretta tra le due popolazioni.<br />

Roost <strong>di</strong> San Rossore


Dinamica <strong>di</strong> popolazione<br />

I cormorani del Serchio sono<br />

sud<strong>di</strong>visi in 3 gruppi principali<br />

con dormitori separati:<br />

Monte S. Quirico<br />

popolazione della Piana <strong>di</strong><br />

<strong>Lucca</strong> (max 150 in<strong>di</strong>vidui)<br />

Turrite Cava<br />

popolazione della Me<strong>di</strong>a Valle<br />

(max 300 in<strong>di</strong>vidui)<br />

Vagli<br />

popolazione della Garfagnana<br />

(max 150 in<strong>di</strong>vidui)<br />

Inoltre, è presente un quarto<br />

dormitorio utilizzato in modo<br />

<strong>di</strong>scontinuo nei pressi <strong>di</strong> Borgo<br />

a Mozzano


La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong> ha affrontato il problema del conflitto tra ittiofagi e fauna<br />

ittica nel bacino del Serchio attraverso 2 fasi successive:<br />

Fase 1 Affidando un incarico per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> valutazione d’impatto dal<br />

quale è emerso:<br />

“i cormorani, pur non predando specie ittiche <strong>di</strong> particolare pregio, prelevano<br />

dalle acque libere rappresentate dal Fiume Serchio, dagli affluenti e dagli invasi<br />

idroelettrici, ingenti quantitativi <strong>di</strong> pesce, rappresentato prevalentemente da<br />

ciprini<strong>di</strong>. I cormorani si alimentano inoltre negli allevamenti ittici e nei laghetti<br />

sportivi (la stima della pressione <strong>di</strong> predazione nella stagione 99/00 è risultata<br />

22,7 t) (Cima & <strong>Chines</strong> 2000)“<br />

Fase 2 Affidando un incarico per la realizzazione <strong>di</strong> un piano<br />

sperimentale <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione ecologica nei confronti<br />

dell’avifauna ittiofaga.<br />

Nell’ambito <strong>di</strong> questo incarico è stata svolta anche un’indagine sulle con<strong>di</strong>zioni<br />

della comunità ittica del Serchio (<strong>Chines</strong> 2004).<br />

(hanno collaborato al progetto: Dr.ssa Patrizia Giusti e Dr. Massimo Pascale)


GLI ALLEVAMENTI ITTICI<br />

In Me<strong>di</strong>a Valle e in Garfagnana sono presenti numerosi allevamenti ittici. Si<br />

tratta <strong>di</strong> allevamenti intensivi all’interno dei quali il pesce viene allevato e<br />

stoccato in vasche <strong>di</strong> cemento della lunghezza variabile <strong>di</strong> 15-25 m e della<br />

larghezza <strong>di</strong> circa 2 m.<br />

Gli allevamenti usufruiscono dell’acqua che captano dai torrenti presenti in<br />

Me<strong>di</strong>a Valle e Garfagnana (Fegana, Turrite Cava, Turrite <strong>di</strong> Gallicano, Turrite<br />

Secca) la cui concentrazione <strong>di</strong> ossigeno e la cui e temperatura sono idonee<br />

all’allevamento <strong>di</strong> salmoni<strong>di</strong>.<br />

Sillano Allevamento Frola coop<br />

La produzione è costituita<br />

prevalentemente da trota iridea (circa<br />

il 90%), da trota fario e da salmerino,<br />

venduti a scopo alimentare o <strong>di</strong><br />

ripopolamento.<br />

Come si vede nella tabella successiva<br />

molti allevatori hanno utilizzato mezzi<br />

artigianali o specialistici per <strong>di</strong>fendersi<br />

dagli ittiofagi.


Mezzi <strong>di</strong> protezione e/o <strong>di</strong>ssuasione<br />

Spari a salve<br />

Reti artigianali<br />

Reti artigianali + spari a salve<br />

Reti specialistiche<br />

Sagome umane<br />

Niente<br />

Esempi <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa adottate negli allevamenti ittici<br />

2<br />

1<br />

1<br />

4<br />

1<br />

1<br />

N. allevamenti<br />

Gli allevamenti ittici


I MEZZI DI DISSUASIONE<br />

I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione incruenta comunemente utilizzati per prevenire il<br />

danno da ittiofagi possono essere sud<strong>di</strong>visi in due categorie:<br />

- uso <strong>di</strong> barriere fisiche che impe<strong>di</strong>scono l’accesso dei predatori ai siti <strong>di</strong><br />

pesca (reti, fili, rifugi per i pesci): essi presentano costi elevati in termini <strong>di</strong><br />

materiali e <strong>di</strong> manutenzione ma risultano molto efficaci per la protezione <strong>di</strong><br />

aree poco estese (vasche per itticoltura, piccoli invasi);<br />

- uso <strong>di</strong> deterrenti visivi ed acustici che agiscono provocando un'azione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo tale da rendere superfici più estese inospitali per gli uccelli.<br />

In generale l’efficacia dei mezzi visivi si è rivelata temporanea a causa della<br />

rapida assuefazione che gli uccelli sono in grado <strong>di</strong> sviluppare; la durata<br />

dell’efficacia è estremamente variabile (da poche ore ad alcune settimane) e<br />

<strong>di</strong>pende dai fattori ambientali legati alle <strong>di</strong>verse realtà locali, ma è associata<br />

soprattutto alla possibilità, da parte degli uccelli, <strong>di</strong> trovare risorse trofiche<br />

alternative.<br />

Uno dei mezzi visivi attualmente più vali<strong>di</strong> è rappresentato dall’emissione <strong>di</strong><br />

raggi laser (Volponi 2001).


SISTEMI DI DISSUASIONE NEL BACINO DEL SERCHIO<br />

Dopo un’accurata ricerca bibliografica e dopo i sopralluoghi effettuati presso<br />

siti dove è in atto l’applicazione della <strong>di</strong>ssuasione, sono stati selezionati<br />

sistemi che apparivano idonei alle con<strong>di</strong>zioni ambientali del bacino del<br />

Serchio e alle caratteristiche ecologiche delle popolazioni presenti.<br />

Sono stati utilizzati i seguenti deterrenti:<br />

VISIVI - raggi laser, palloni colorati, nastri riflettenti<br />

ACUSTICI - scoppi da cannoncino, spari a salve


Pur a conoscenza dell’efficacia limitata <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione come palloni<br />

colorati, nastri riflettenti e spari a salve, si è scelto <strong>di</strong> utilizzarli in quanto i<br />

gestori, in accordo con l’adozione del sistema si sono offerti <strong>di</strong> collaborare nel<br />

raccogliere regolarmente informazioni riguardanti il comportamento degli<br />

ittiofagi. Questi meto<strong>di</strong> sono stati adottati in due corpi idrici per la pesca<br />

sportiva dove la predazione da ittiofagi, e in particolare da cormorano, era<br />

particolarmente sentita.<br />

- Laghi <strong>di</strong> Isola Bassa - Piana (3 corpi ognuno <strong>di</strong> circa 2ha <strong>di</strong> superficie)<br />

- Lago la Pania - Me<strong>di</strong>a Valle (1 corpo <strong>di</strong> circa 1 ha <strong>di</strong> superficie )<br />

Lago La Pania - Gallicano<br />

Sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione nel<br />

Bacino del Serchio


Laghi <strong>di</strong> Isola Bassa - Lammari<br />

Area <strong>di</strong><br />

alimentazione<br />

N. max<br />

cormorani<br />

prima della<br />

<strong>di</strong>ssuasione<br />

Periodo <strong>di</strong><br />

efficacia<br />

(giorni)<br />

N. cormorani<br />

dopo la<br />

<strong>di</strong>ssuasione<br />

Lago La<br />

Pania 40 20-25 5-20<br />

Laghi Isola<br />

Bassa 50 10-15 15-25<br />

Sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione nel<br />

Bacino del Serchio<br />

I risultati della <strong>di</strong>ssuasione svolta presso i<br />

laghetti sportivi sono riassunti nella tabella<br />

sottostante.<br />

Tipo <strong>di</strong> sistema<br />

Palloni, nastri<br />

riflettenti<br />

palloni, nastri<br />

riflettenti, spari a<br />

salve<br />

Tali sistemi in aree circoscritte hanno mostrato una certa efficacia se gestiti in<br />

maniera randomizzata.


DISSUASIONE VISIVA - RAGGI LASER<br />

Il sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione notturna attraverso fasci luminosi <strong>di</strong>retti ai dormitorio<br />

rappresenta un sistema valido da un punto <strong>di</strong> vista ecologico perché, alla<br />

<strong>di</strong>stanza a cui viene utilizzato (maggiore <strong>di</strong> 50 m), risulta innocuo (Troillet<br />

1993). E’ inoltre silenzioso e selettivo, <strong>di</strong>sturbando solo gli in<strong>di</strong>vidui a cui viene<br />

rivolto. Il <strong>di</strong>sturbo avviene al dormitorio e non all’area <strong>di</strong> alimentazione.<br />

Questo può risultare uno svantaggio perché gli uccelli possono tornare<br />

nell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione per pescare.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo visivo è dovuto alla percezione da parte degli uccelli <strong>di</strong> un forte<br />

contrasto tra la scarsa luminosità ambientale e la forte luce del raggio<br />

emesso.<br />

Esistono attualmente due sistemi <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> raggi laser che vengono<br />

utilizzati come <strong>di</strong>sturbo agli uccelli: il fucile laser (Troillet 1993) e il puntatore<br />

laser (Volponi, Costato com. pers.).<br />

Nel Bacino del Serchio è stato utilizzato il puntatore laser.


Caratteristiche tecniche del<br />

puntatore laser<br />

Lunghezza d’onda 532 nm (verde)<br />

Portata massima circa un chilometro<br />

Dimensioni puntatore 23,6 mm x 100 mm<br />

Peso 110 g<br />

Alimentazione pila al litio 3V<br />

Autonomia 4 ore per uso continuo<br />

Divergenza dal punto 3 - 50 cm<br />

Range termico -20/+35 °C<br />

Dissuasione visiva - raggi laser


Il puntatore emette un raggio <strong>di</strong> luce verde che può essere <strong>di</strong>rezionato verso il<br />

punto interessato (nel nostro caso i dormitori <strong>di</strong> cormorano).<br />

La sua funzionalità inizia in situazioni <strong>di</strong> penombra, quando il raggio emesso è<br />

leggermente visibile e raggiunge la massima intensità e la massima efficacia in<br />

situazioni <strong>di</strong> buio.<br />

L’intensità del raggio è risultata minore:<br />

Dissuasione visiva - raggi laser<br />

1. in situazioni <strong>di</strong> freddo (temperature inferiori a 0° C). In tal caso è<br />

sufficiente riscaldare tra le mani lo strumento per qualche minuto per ottenere<br />

un’intensità sod<strong>di</strong>sfacente;<br />

2. in caso <strong>di</strong> pioggia o nebbia. In queste situazioni le particelle d’acqua<br />

riflettono e rifrangono la luce <strong>di</strong>sperdendo il raggio. E’ quin<strong>di</strong> sconsigliabile il<br />

suo utilizzo in tali con<strong>di</strong>zioni atmosferiche.


Dissuasione visiva - raggi laser<br />

Il puntatore laser verde, viste le sue <strong>di</strong>mensioni, è facilmente manovrabile e<br />

permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezionare e ruotare il raggio <strong>di</strong> azione con estrema velocità e<br />

contemporaneamente fare osservazioni sugli spostamenti degli uccelli.<br />

Lo svantaggio è rappresentato dalla necessità <strong>di</strong> avere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> visibilità<br />

circostante che permettano <strong>di</strong> capire se il <strong>di</strong>sturbo è avvenuto e gli uccelli si<br />

sono allontanati.<br />

Nella maggior parte dei casi la luminosità attribuibile alla luna e/o agli<br />

inse<strong>di</strong>amenti urbani è sufficiente a permettere <strong>di</strong> compiere osservazioni sugli<br />

spostamenti.<br />

In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> buio completo l’azione del puntatore laser è stata<br />

accompagnata dal visore notturno, che agendo a raggi infrarossi, permette <strong>di</strong><br />

vedere chiaramente il momento in cui gli uccelli partono e la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> verso<br />

cui si <strong>di</strong>rigono.


Raggio laser al crepuscolo<br />

Foto G. Bertolucci<br />

Dissuasione visiva - raggi laser


Interventi laser<br />

Dissuasione visiva - raggi laser<br />

Il sistema è stato utilizzato<br />

dapprima nei roost principali della<br />

Piana e della Me<strong>di</strong>a Valle.<br />

E’ interessante notare che la<br />

risposta delle due popolazioni al<br />

<strong>di</strong>sturbo è risultata simile nei mo<strong>di</strong> e<br />

nei tempi <strong>di</strong> abbandono del roost<br />

(ve<strong>di</strong> grafici seguenti).


Subdormitori<br />

Interventi laser<br />

Dissuasione visiva - raggi laser<br />

In seguito all’abbandono dei roost<br />

principali una parte <strong>di</strong> cormorani h<br />

colonizzato due siti temporanei e<br />

una parte ha raggiunto il dormitori<br />

situato nei pressi <strong>di</strong> Borgo a<br />

Mozzano, già utilizzato<br />

saltuariamente negli anni<br />

precedenti.<br />

Di conseguenza si è proceduto con<br />

interventi laser presso questi<br />

subdormitori.<br />

I dormitori temporanei sono stati<br />

svuotati dopo massimo due<br />

interventi e non sono più stati<br />

utilizzati.<br />

Questo fatto <strong>di</strong>mostra la scarsa<br />

fedeltà dei cormorani ai nuovi<br />

roost, utilizzati “in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

emergenza”.


RISULTATI DELL’EMISSIONE DI RAGGI LASER<br />

ROOST DELLA PIANA DI LUCCA<br />

Principale Monte S.Quirico<br />

Temporaneo S.Cassiano <strong>di</strong> Moriano<br />

Come si può osservare nel grafico successivo sono stati necessari 9 interventi<br />

effettuati a cadenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> due giorni per svuotare il dormitorio.<br />

Il roost, controllato ogni due giorni, non è stato utilizzato per i successivi 37<br />

giorni. A fine <strong>di</strong>cembre circa 40 in<strong>di</strong>vidui sono tornati al dormitorio. Un solo<br />

intervento laser ha condotto al suo definitivo svuotamento.<br />

Ai primi <strong>di</strong> febbraio si è assistito alla colonizzazione <strong>di</strong> un secondo roost<br />

(S.Cassiano <strong>di</strong> Moriano) situato 2900 m a monte del primo e abbandonato con<br />

soli due interventi.


N. cormorani<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

04-nov<br />

06-nov<br />

10-nov<br />

15-nov<br />

Dissuasione laser Roost della Piana<br />

21-nov<br />

25-nov<br />

09-<strong>di</strong>c<br />

16-<strong>di</strong>c<br />

27-<strong>di</strong>c<br />

03-gen<br />

19-gen<br />

27-gen<br />

04-feb<br />

07-feb<br />

10-feb<br />

Risultati raggi laser<br />

M.S.Quirico<br />

S.Cassiano <strong>di</strong> M.<br />

Intervento laser<br />

25-feb<br />

08-mar<br />

10-mar


RISULTATI DELL’EMISSIONE DI RAGGI LASER PRESSO I ROOST<br />

DELLA MEDIA VALLE<br />

Roost principale Turrite Cava<br />

Roost temporaneo Turrite <strong>di</strong> Gallicano<br />

Come si può osservare nel grafico successivo, anche in questo caso sono stati<br />

necessari due cicli <strong>di</strong> interventi. Dopo 8 interventi effettuati a cadenza me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> sei giorni il dormitorio è stato abbandonato.<br />

Il roost, controllato ogni 3-4 giorni, è stato utilizzato nuovamente da circa 20<br />

in<strong>di</strong>vidui dopo 25 giorni.<br />

Un solo intervento laser ha condotto allo svuotamento del roost che non è<br />

stato più utilizzato.<br />

Dal 20 gennaio si è assistito alla colonizzazione da parte <strong>di</strong> circa 45 in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong><br />

un secondo dormitorio situato sulla Turrite <strong>di</strong> Gallicano (Trombacco). Questo<br />

roost secondario è stato abbandonato con un solo intervento laser.


N. cormorani<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

03-nov<br />

05-nov<br />

Dissuasione laser Roost della Me<strong>di</strong>a Valle<br />

09-nov<br />

12-nov<br />

19-nov<br />

23-nov<br />

06-<strong>di</strong>c<br />

12-<strong>di</strong>c<br />

26-<strong>di</strong>c<br />

30-<strong>di</strong>c<br />

13-gen<br />

21-gen<br />

03-feb<br />

05-feb<br />

Intervento laser<br />

08-feb<br />

12-feb<br />

Risultati raggi laser<br />

Turrite d i Gallicano<br />

Turrite cava<br />

03-mar<br />

09-mar


Risultati raggi laser<br />

Un’importante considerazione da fare riguarda il dormitorio <strong>di</strong> Vagli<br />

(Garfagnana): vista la sua lontananza dagli altri roost e la sua inaccessibilità,<br />

se non attraverso un mezzo natante, questo dormitorio non è stato soggetto<br />

ad alcun tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione.<br />

Come si può osservare nel grafico successivo, l’andamento della popolazione<br />

<strong>di</strong> Vagli mostra un incremento da metà <strong>di</strong>cembre che permane fino all’inizio<br />

della migrazione primaverile. Confrontando questo andamento con quello<br />

della popolazione <strong>di</strong> Turrite Cava si osserva che l’incremento <strong>di</strong> Vagli è<br />

parallelo al decremento registrato a Turrite Cava, avvenuto a seguito<br />

dell’applicazione del <strong>di</strong>sturbo. Questo fa supporre che almeno una parte dei<br />

cormorani <strong>di</strong>sturbati in Me<strong>di</strong>a Valle si sia spostata in Garfagnana.


N. cormorani<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

ottobre<br />

ottobre<br />

ottobre<br />

Confronto dormitori Turrite Cava - Vagli<br />

novembre<br />

novembre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

Inizio interventi laser<br />

gennaio<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

febbraio<br />

febbraio<br />

Risultati raggi laser<br />

marzo<br />

marzo<br />

T.cava<br />

Vagli<br />

aprile<br />

aprile


DISCUSSIONE<br />

Il numero complessivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui che hanno frequentato il bacino del Serchio<br />

nella stagione 2003-2004 è risultato minore determinando una flessione<br />

rispetto all’andamento registrato dal 1997 al 2004.<br />

Operando un confronto tra la stagione invernale 2003 - 2004 e la stagione<br />

precedente si nota che:<br />

nel bacino del Serchio si è assistito ad un decremento della popolazione <strong>di</strong><br />

cormorani del 42%.<br />

N. cormorani<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

Andamento nel Bacino del Serchio<br />

Dissuasione<br />

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004


Discussione<br />

Lo stesso decremento non si è verificato a S. Rossore la cui popolazione<br />

sembra essere in stretta associazione con quella del bacino del Serchio (<strong>Chines</strong><br />

& Cima 2000). Piuttosto si osserva che la situazione della popolazione <strong>di</strong> S.<br />

Rossore negli ultimi anni è pressochè stazionaria con un calo nel 2004 pari al<br />

5,5% rispetto alla stagione precedente.<br />

N. Cormorani<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Andamento S. Rossore - Bacino del Serchio<br />

96 97 98 99 00 01 02 03 04<br />

S. Rossore<br />

Bacino del Serchio


N. cormorani<br />

8000<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

0<br />

Andamento della popolazione toscana<br />

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />

L’andamento per la Regione Toscana dal 1998 al 2003 è visualizzato in figura.<br />

Dopo il calo registrato dal 2000 al 2003 si è registrato un nuovo aumento,<br />

seppur leggero nel 2004 (dati C.O.T.).


Discussione<br />

Per quanto riguarda i conteggi presso le aree <strong>di</strong> alimentazione, essi risultano<br />

sempre inferiori ai conteggi presso i dormitori escludendo l’ipotesi <strong>di</strong> un utilizzo<br />

massiccio a scopo alimentare del bacino del Serchio da parte dei cormorani<br />

allontanati dai roost notturni in seguito a <strong>di</strong>ssuasione.<br />

Avvalorano questa ipotesi le osservazioni compiute all’alba sui cormorani<br />

provenienti da roost esterni al bacino che raggiungono il Serchio per alimentarsi.<br />

Come si può osservare dalla tabella sottostante nella stagione 2003-2004 il<br />

numero massimo <strong>di</strong> cormorani provenienti da altri roost si è registrato nel mese<br />

<strong>di</strong> gennaio (53 in<strong>di</strong>vidui) in presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione notturna, ma questo dato<br />

non va colmare il vuoto <strong>di</strong> cormorani registrato rispetto agli anni precedenti.<br />

N. cormorani<br />

da altri roost<br />

1999/2000<br />

2003/2004<br />

Ottobre<br />

23<br />

Novembre<br />

42<br />

10<br />

Dicembre<br />

28<br />

37<br />

Gennaio<br />

26<br />

53<br />

Febbraio<br />

24<br />

8<br />

Marzo<br />

11<br />

24


RESOCONTO DELLA COLLABORAZIONE CON I DIVERSI GRUPPI<br />

INTERESSATI<br />

Durante le fasi iniziali del lavoro si è svolto un incontro con allevatori,<br />

conduttori <strong>di</strong> laghetti per la pesca sportiva, pescatori e locali dove è stato<br />

illustrato il contenuto del piano sperimentale in corso <strong>di</strong> esecuzione.<br />

L’obiettivo dell’incontro è stato quello <strong>di</strong> avviare un <strong>di</strong>alogo che permettesse<br />

loro <strong>di</strong> venire a conoscenza dell’impegno da parte della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> monitorare<br />

le popolazioni <strong>di</strong> uccelli ittiofagi del bacino del Serchio e <strong>di</strong> cercare delle<br />

soluzioni ai problemi che tali specie possono provocare.<br />

Il rapporto <strong>di</strong> collaborazione con i vari gruppi interessati al problema è risultato<br />

importante anche se poteva dare risultati migliori.<br />

Non tutti gli allevatori sono intervenuti all’incontro, ma molti si sono <strong>di</strong>mostrati<br />

<strong>di</strong>sponibili a dare informazioni permettendo <strong>di</strong> frequentare l’allevamento allo<br />

scopo <strong>di</strong> monitorare gli uccelli presenti e sperimentare i mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione.


Resoconto collaborazione<br />

Per quanto riguarda i conduttori <strong>di</strong> corpi idrici per la pesca a pagamento essi<br />

sono risultati <strong>di</strong>sponibili a sperimentare tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione e ad informare<br />

sull’evoluzione del fenomeno degli ittiofagi in relazione ai mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione.<br />

Non hanno però partecipato attivamente alla gestione dei <strong>di</strong>versi sistemi come<br />

proposto.<br />

Inoltre, hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong>ffidenza nei confronti della sperimentazione <strong>di</strong><br />

rifugi artificiali per pesci da mettere all’interno dei corpi idrici. Il timore<br />

principale era che potessero provocare malcontento tra i pescatori per<br />

l’eventualità che le lenze da pesca rimanessero imbrigliate nelle strutture<br />

artificiali a<strong>di</strong>bite a rifugio per pesci.<br />

Degna <strong>di</strong> nota la partecipazione attiva <strong>di</strong> volontari, appartenenti sia ad<br />

associazioni ambientaliste che ad associazioni <strong>di</strong> pesca sportiva, che hanno<br />

fornito informazioni utili sulla colonizzazione dei nuovi dormitori in seguito<br />

all’abbandono dei roost oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo.


CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />

La forte riduzione del numero <strong>di</strong> cormorani nella stagione <strong>di</strong> svernamento<br />

2003-2004<br />

• non riflette un andamento generalizzato delle popolazioni toscane indagate<br />

• non è da mettere in relazione a mancanza <strong>di</strong> risorsa trofica, come <strong>di</strong>mostrano<br />

i risultati dell’indagine ittica (Pascale 2005)<br />

Si può supporre, quin<strong>di</strong>, che essa sia associata al <strong>di</strong>sturbo provocato<br />

dai mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione applicati durante la stagione <strong>di</strong> svernamento<br />

2003-2004.


Considerazioni conclusive<br />

L’incremento del numero <strong>di</strong> cormorani della Garfagnana (dove non sono stati<br />

applicati meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione) quando era in atto una <strong>di</strong>ssuasione attiva nel<br />

restante territorio provinciale, fa supporre che quest’ultimo sia servito da roost<br />

sostitutivo per una parte degli uccelli scacciati. La parte restante <strong>di</strong> cormorani<br />

potrebbe essersi spostata in altre zone idonee, esterne al territorio <strong>di</strong><br />

intervento, come S.Rossore.<br />

ll successo potrebbe essere stato favorito anche dalle caratteristiche<br />

geomorfologiche della valle del Serchio che, stretta da elevate catene<br />

montuose, avrebbe limitato gli spostamenti interni degli uccelli e costituito un<br />

corridoio naturale verso la costa.


PROSPETTIVE<br />

Visto il decremento della popolazione <strong>di</strong> cormorani verificatosi in seguito<br />

all’applicazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione,<br />

visto che il bacino presenta comunque criticità <strong>di</strong> tipo ambientale,<br />

si ritiene importante portare avanti un piano <strong>di</strong> gestione che preveda:<br />

• il monitoraggio della popolazione <strong>di</strong> ittiofagi attraverso censimenti ai<br />

dormitori<br />

• l’applicazione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ssuasione prevalentemente visiva secondo il<br />

protocollo stilato in seguito alla sperimentazione attuata<br />

• una stretta collaborazione tra i portatori <strong>di</strong> interesse<br />

• il controllo sullo status della comunità ittica in acque libere associata ad un<br />

monitoraggio delle con<strong>di</strong>zioni ambientali del bacino idrografico<br />

• un approfon<strong>di</strong>mento delle indagini statistiche al fine <strong>di</strong> ottimizzare i risultati<br />

ottenuti.


Ringrazio<br />

Patrizia Giusti, Antonio Bertolucci, Massimo Pascale, Giovanni Mazzanti,<br />

Sergio Tofanelli, Carlo <strong>Chines</strong>, Maodo Sylla, Erio Bosi, Daniela Giorgi,<br />

Domenico Verducci, Riccardo Gambogi, Andrea Galar<strong>di</strong>ni, Rosita Mantovani,<br />

Stefano Volponi, Nicola Baccetti, Alessandro Costato, COT (Centro Ornitologico<br />

Toscano), Simone Stefani, Giuseppe Bertolucci, Massimo Tramontano,<br />

Raffaello Gui<strong>di</strong>, Giovanni Santi, Roberta Ban<strong>di</strong>ni, Sig. Coltelli, le guar<strong>di</strong>e<br />

provinciali e volontarie e tutti coloro che hanno collaborato a vario titolo alla<br />

realizzazione del progetto.


Letteratura citata<br />

Baccetti N., 1988 - Lo svernamento del Cormorano in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 15: 170 pp.<br />

Baccetti N., Giunti M., 2005 - Italian counts of wintering Great Cormorants (Phalacrocorax carbo) at the turn of the<br />

millenium - Wetlands International Cormorant Research Group Bulletin, 6 : 44-45.<br />

Cima O., <strong>Chines</strong> A., 2000 - “Valutazione dell’impatto sull’ecosistema della popolazione <strong>di</strong> cormorani svernanti nel bacino<br />

idrografico del fiume Serchio” Relazione tecnica finale per l’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong> – Settore Caccia pesca<br />

agricoltura e foreste.<br />

<strong>Chines</strong> A. e Cima O., 2001 - Dinamica della popolazione svernante <strong>di</strong> Cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) nel<br />

bacino idrografico del fiume Serchio. Avocetta, Journal of Ornithology, 25:49.<br />

C.O.T.- Centro Ornitologico Toscano. Banca Dati - Censimenti acquatici 1998-2004<br />

Giglioli E.H., 1889 - Primo resoconto della Inchiesta Ornitologica in Italia. Parte prima. Avifauna Italica. Le Monnier,<br />

Firenze.<br />

Giglioli E.H., 1890 - Primo resoconto della Inchiesta Ornitologica in Italia. Parte seconda. Avifaune Locali. Le Monnier,<br />

Firenze.<br />

Pascale M. 1999a - L'ittiofauna dei corsi d’acqua della me<strong>di</strong>a valle Serchio - Bacino del fiume Serchio, sottobacini dei<br />

torrenti Corsonna, Loppora, Ania, Turrite Cava, Segone, Suricchiana. Comune <strong>di</strong> Barga. 90 pp.<br />

Pascale M. 1999b - L'ittiofauna dei corsi d’acqua della me<strong>di</strong>a valle Serchio. 72 pp.<br />

Pascale M. 2005 - Interazione tra avifauna ittiofaga e comunità ittica del fiume Serchio: risultati preliminari e confronto<br />

con analoghe situazioni riscontrate nel bacino del fiume Po. Atti Tavola Rotonda “Cormorani e fauna ittica: esperienze a<br />

confronto” <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong>.<br />

Troillet B., 1993 - Un nouveau moyen d'effarouchement: le fucil laser. Bulletin Mensuel Office National Chasse, 178:50-<br />

54.<br />

Volponi S., 2001 - Il piano sperimentale per la riduzione dell'impatto <strong>di</strong> predazione indotto dal cormorano Phalacrocorax<br />

carbo (Linnaeus, 1758) svernante nel Delta del Po veneto. Atti 3° Convegno faunisti veneti. Associazione Faunisti Veneti,<br />

Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, suppl. al Vol. 51:52-61.<br />

Volponi S., 2005 - Progetto REDCAFE: un approccio pan-europeo per la risoluzione del conflitto tra cormorani e<br />

pescatori. Atti Tavola Rotonda “Cormorani e fauna ittica: esperienze a confronto” <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong>.

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