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IL LABIRINTO - tavola di smeraldo

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IERUSALEM 1099: MINIMALIA DE PRIMA<br />

CROCIATA<br />

(a cura <strong>di</strong> Paolo Cavalla) 5° Parte e ultima<br />

Ma alla fine fu chiaro che i crociati, prima <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong><br />

ricongiungersi ai compagni ormai stanziati in<br />

Terrasanta, avevano intenzione <strong>di</strong> prendere d’assalto la<br />

fortezza <strong>di</strong> Niksar per liberare Boemondo, signore <strong>di</strong><br />

Antiochia. Venuto a conoscenza <strong>di</strong> ciò e pertanto del<br />

tragitto che i crociati avrebbero dovuto compiere per<br />

arrivare a Niksar, Kilij pre<strong>di</strong>spose una imboscata nei<br />

pressi del villaggio <strong>di</strong> Merzifun: fu un massacro.<br />

Scamparono al macello solo Raimondo <strong>di</strong> Saint Gillese<br />

e trecento cavalieri che fortunosamente riuscirono a<br />

giungere in Siria e da lì, con audacia e spregiu<strong>di</strong>catezza<br />

decisero <strong>di</strong> portarsi a Tripoli e <strong>di</strong> porla sotto asse<strong>di</strong>o. Il<br />

lettore a questo punto certo si domanderà a chi<br />

potrebbe aver chiesto aiuto il qa<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tripoli Fakr al-<br />

Mulk, certo non a quel Duqaq che aveva tra<strong>di</strong>to l’anno<br />

precedente avvertendo Baldovino dell’imboscata che gli<br />

aveva teso al Nar al-Kalb.<br />

E invece fece proprio così. Incre<strong>di</strong>bilmente Duqaq<br />

rispose alla richiesta <strong>di</strong> aiuto, ma appena i Tripolini<br />

furono schierati fuori le mura della città fece <strong>di</strong>etro front,<br />

ricambiando il favore a Fakr al-Mulk che, lasciato solo a<br />

battersi contro i Franchi, nonostante la netta superiorità<br />

numerica, perse la battaglia e lasciò sul campo ben<br />

settemila morti. In realtà Tripoli non cadde ancora.<br />

Sebbene Raimondo si premurasse <strong>di</strong> costruire una<br />

fortezza davanti alle porte della città impedendo così<br />

ogni tipo <strong>di</strong> commercio e <strong>di</strong> approvvigionamento via<br />

terra, mancando egli ancora dell’appoggio <strong>di</strong> una flotta,<br />

non era in grado <strong>di</strong> strangolare completamente la città.<br />

Non era neanche in grado <strong>di</strong> farla capitolare per la<br />

esiguità degli effettivi <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponeva e per la forza<br />

della <strong>di</strong>sperazione degli abitanti <strong>di</strong> Tripoli, timorosi <strong>di</strong><br />

fare la fine dei ierosolimiani. Il qa<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tripoli cercò per<br />

anni <strong>di</strong> ottenere l’aiuto <strong>di</strong> altri nobili musulmani,<br />

recandosi perfino in prima persona a Baghdad per<br />

implorare il Sultano selgiuchide ed il Califfo abasside <strong>di</strong><br />

dargli una mano, ma senza successo: il torpore del<br />

mondo arabo era irremovibile. La definitiva<br />

capitolazione <strong>di</strong> Tripoli avvenne il 12 luglio del 1109<br />

quando, me<strong>di</strong>ante un’azione congiunta tra le truppe<br />

terrestri, comprendenti <strong>di</strong>versi contingenti degli altri Stati<br />

Latini, e la flotta genovese, dopo duemila giorni <strong>di</strong><br />

resistenza, la città delle biblioteche e degli orologi, sede<br />

<strong>di</strong> arti e cultura, subì la furia della vendetta cristiana.<br />

Raimondo <strong>di</strong> Saint Gilles non potè unirsi ai<br />

festeggiamenti per la conquista <strong>di</strong> Tripoli in quanto morì<br />

per le ustioni riportate in seguito ad una sortita fatta dai<br />

Tripolini durante il lungo asse<strong>di</strong>o. Il suo posto venne<br />

preso dal figlio. Tra gli altri avvenimenti accaduti in<br />

quegli anni non possiamo non ricordare la liberazione <strong>di</strong><br />

Boemondo <strong>di</strong> Taranto, signore <strong>di</strong> Antiochia, avvenuta<br />

nel 1103 ad opera <strong>di</strong> Danishmend che ricevette come<br />

pagamento del riscatto centomila <strong>di</strong>nar e la figlia <strong>di</strong><br />

Yaghi Siyan, l’antico padrone <strong>di</strong> Antiochia, che<br />

Boemondo teneva prigioniera. Negli anni successivi, in<br />

seguito a <strong>di</strong>ssapori tra lui e gli altri crociati, Boemondo<br />

preferì ritornare in Occidente, dove concluse la sua<br />

esistenza senza mai più tornare in Terrasanta.<br />

<strong>IL</strong> <strong>LABIRINTO</strong> N.17 Marzo 2013<br />

Perio<strong>di</strong>co telematico <strong>di</strong> informazione culturale a cura del Circolo Culturale Tavola <strong>di</strong> Smeraldo<br />

Epilogo<br />

I primi decenni che seguirono la presa <strong>di</strong> Gerusalemme<br />

videro lo sviluppo dell’espansione dei posse<strong>di</strong>menti latini in<br />

oriente concentrata soprattutto sulla costa me<strong>di</strong>terranea.<br />

Caddero tutte le città costiere del Libano e della Palestina.<br />

Tra le più importanti, oltre ad Antiochia e Tripoli, possiamo<br />

ricordare Beirut, Sidone ed Acri. Molto importante la<br />

posizione strategica <strong>di</strong> quest’ultima, perché l’unica a<br />

<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un porto riparato in grado <strong>di</strong> permettere l’attracco<br />

delle navi con qualsiasi con<strong>di</strong>zione meteorologica sia<br />

d’estate che d’inverno. Non a caso sarà elevata al rango <strong>di</strong><br />

capitale del Regno <strong>di</strong> Gerusalemme dopo la riconquista<br />

musulmana della città santa ad opera del Sala<strong>di</strong>no nel 1089<br />

con il nome <strong>di</strong> San Giovanni d’Acri. Nonostante tutto però,<br />

l’espansione territoriale risulto sempre molto <strong>di</strong>fficile e<br />

ad<strong>di</strong>rittura impossibile dopo i primi slanci iniziali, perché il<br />

movimento crociato fu cronicamente affetto da ingenti<br />

carenze <strong>di</strong> organico. La crociata era stata indetta per<br />

liberare Gerusalemme e non per creare degli inse<strong>di</strong>amenti<br />

in cui stanziarsi. Pertanto molti crociati, una volta adempiuto<br />

gli obblighi assunti con il voto, facevano ritorno in patria, in<br />

Occidente. Questo valeva soprattutto per i più umili, ma vi<br />

furono defezioni importanti anche tra gli uomini più in vista.<br />

Roberto II <strong>di</strong> Norman<strong>di</strong>a 1054-1134<br />

Un esempio è quello del duca Roberto <strong>di</strong> Norman<strong>di</strong>a che,<br />

sebbene <strong>di</strong>mostratosi uno dei più vali<strong>di</strong> e determinati capi<br />

della prima crociata, dopo la caduta <strong>di</strong> Gerusalemme preferì<br />

ritornare in patria, carico <strong>di</strong> bottino, per <strong>di</strong>fendere il suo titolo<br />

dalle mire usurpatrici dei suoi fratelli Enrico e Guglielmo. Per<br />

cui, anche se <strong>di</strong>versi capi della prima crociata, erano partiti<br />

con l’intenzione <strong>di</strong> rimanere in Oriente, si trovavano così a<br />

fare i conti con una penuria <strong>di</strong> fanti e cavalieri che fu una<br />

costante <strong>di</strong> tutti i due secoli in cui il movimento sopravvisse,<br />

anzi si accentuò con l’andare del tempo. Paradossalmente,<br />

quello che fu il più grande han<strong>di</strong>cap per i crociati, ebbe un<br />

risvolto positivo che in definitiva garantì la lunga<br />

permanenza cristiana in Terrasanta. Infatti la penuria <strong>di</strong><br />

uomini fornì l’incentivo che determinò la costruzione <strong>di</strong><br />

imponenti roccaforti fortificate, tanto ben protette da<br />

permettere ad un pugno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fensori <strong>di</strong> tenere in scacco una<br />

moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> asse<strong>di</strong>anti.<br />

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