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Rocche e castelli - Emilia Romagna Turismo

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Introduzione > Le difese dello stato malatestiano<br />

Fin dall’epoca romana Rimini ha esercitato la sua influenza<br />

su un’ampia fascia di territorio, tanto nella parte pianeggiante<br />

verso la <strong>Romagna</strong>, che in quella collinare verso le Marche. Nel<br />

Medio Evo la Rimini comunale si trovò a contrastare con le varie<br />

proprietà della chiesa locale, della chiesa romana e della chiesa<br />

ravennate e inoltre con le molte concessioni fatte a monasteri e a<br />

ricchi privati da parte dell’Arcivescovo di Ravenna, dal Papa,<br />

dall’Imperatore. Dal XII secolo vide insidiata la sua supremazia<br />

sulla parte collinare dai Malatesti, che da Pennabilli e da<br />

Verucchio potevano controllare la media valle del Marecchia,<br />

nella parte alta dominata dai Carpegna e dai Montefeltro.<br />

In seguito ad una serie di lotte e di accordi, dal XIV secolo i<br />

Malatesti ebbero la signoria di Rimini, che ressero con la carica di<br />

vicari della Santa Sede dal 1355 alla fine del Quattrocento. Per<br />

quasi due secoli le vicende di Rimini si identificano con quelle dei<br />

Malatesti, che riuscirono ad allargare il loro dominio nelle Marche<br />

fino ad Ascoli Piceno, in Toscana fino a Borgo San Sepolcro, in<br />

<strong>Romagna</strong> fino a Cesena, ma non riuscirono mai a disfarsi dei loro<br />

più potenti e astuti vicini: i Montefeltro, che probabilmente come<br />

loro avevano avuto origine ritagliandosi dei possedimenti nei<br />

domini comitali dei Carpegna, feudatari di antica origine imperiale<br />

che dominavano il monte di Carpegna e gran parte della regione.<br />

La lotta fra Malatesti e Montefeltro assunse una particolare<br />

asprezza nei decenni centrali del Quattrocento, quando a capo<br />

delle due famiglie rivali si trovarono Sigismondo e Federico, e<br />

soprattutto quando quest’ultimo riuscì a far acquistare al genero<br />

Alessandro Sforza la città di Pesaro con il suo territorio (1445),<br />

fino a quel momento malatestiani (di un cugino di Sigismondo, l’inetto<br />

Galeazzo Malatesta). Questo acquisto, mentre permetteva<br />

un libero sbocco sul mare al territorio urbinate, divideva in due<br />

tronconi il dominio di Sigismondo, che allora si estendeva nelle<br />

Marche fino a Fano, a Senigallia e a Fossombrone.<br />

Nelle valli del Marecchia e del Conca si può trovare un’ampia<br />

esemplificazione riguardante l’architettura militare fra il XII e il XV<br />

secolo: borghi più o meno fortificati si alternano a vere e proprie<br />

rocche capaci di contenere piccole guarnigioni e a torri di vedetta<br />

isolate, o con semplici recinti, per sorvegliare il territorio e inviare<br />

segnalazioni. Le costruzioni che ci sono giunte però sono quasi<br />

tutte molto rimaneggiate o ridotte a ruderi malamente leggibili. Si<br />

tenga presente che, per quanto numerose, costituiscono solo la<br />

parte superstite, assai limitata, di un sistema che aveva raggiunto<br />

il massimo di efficienza e di grandezza nel settimo decennio del

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