N. 1 - 2012 - Dipartimento di Prevenzione
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Responsabile:<br />
Dott. Massimo Valsecchi<br />
Redazione:<br />
D.ssa Giuseppina Napoletano<br />
giuseppina.napoletano@ulss20.verona.it<br />
Dott. Federico Gobbi<br />
federico.gobbi@sacrocuore.it<br />
Dott.ssa Emma Conti<br />
econti@ulss20.verona.it<br />
Dott.ssa Chiara Postiglione<br />
Recapiti:<br />
tel. 045 8075918 – 5956<br />
tel. 045 601 3563<br />
La presente newsletter e le e<strong>di</strong>zioni<br />
precedenti sono reperibili nel sito della<br />
Regione del Veneto al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />
http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla<br />
+Persona/Sanita/<strong>Prevenzione</strong>/Stili+<strong>di</strong>+vit<br />
a+e+salute/Malattie+viaggiatori+interna<br />
zionali/Newsletter.htm<br />
Nel sito del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong><br />
ULSS 20 all’in<strong>di</strong>rizzo:<br />
http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn<br />
ews.html<br />
Supporto tecnico:<br />
Lucrezia Tognon<br />
Chiara Liera<br />
Andrea Comin<br />
NEWSLETTER<br />
N. 1 - <strong>2012</strong><br />
Caso clinico<br />
LEBBRA<br />
(MORBO DI HANSEN)<br />
Tratto dall’articolo “Tuberculoid Leprosy” Mohsen Esfandbod, M.D. N Engl J Med 2011;<br />
364:1657April 28, 2011<br />
Una donna iraniana <strong>di</strong> 30 anni giunge all’attenzione me<strong>di</strong>ca per uno strano rash<br />
cutaneo comparso sulla schiena da 4 mesi. L’esame obiettivo identifica la presenza<br />
<strong>di</strong> multiple e ampie macule ipopigmentate al centro e con i bor<strong>di</strong> rilevati<br />
eritematosi; le lesioni sono glabre, secche e prive <strong>di</strong> sensibilità e si sono formate<br />
con un andamento lento e progressivo (Fig. 1). Viene eseguita una biopsia cutanea<br />
e l’analisi istopatologica evidenzia la presenza <strong>di</strong> granulomi epitelioi<strong>di</strong> ben<br />
sviluppati, con linfociti e cellule <strong>di</strong> Langerhans circondanti le strutture neurovascolari<br />
all’interno del derma papillare. I nervi del derma sono gonfi e <strong>di</strong>strutti.<br />
La colorazione con Ziehl-Neelsen risulta negativa. Sulla base della clinica e dei<br />
riscontri istopatologici, viene fatta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> lebbra tubercoloide. La paziente è<br />
stata trattata con l’associazione rifampicina e dapsone per 6 mesi e al termine della<br />
terapia le lesioni sono pressoché completamente scomparse. In Iran la prevalenza<br />
della lebbra è molto rara (inferiore a 1:100.000) e all’anamnesi la paziente non<br />
presentava alcun contatto a rischio.<br />
Fig. 1<br />
Lesioni eritematose<br />
cutanee
Una finestra sul mondo<br />
Cos’è la lebbra<br />
E’ una malattia infettiva cronica causata dal Mycobacterium leprae, bacillo<br />
intracellulare obbligato, alcol-acido resistente, che colpisce principalmente il tessuto<br />
cutaneo, le mucose delle alte vie aeree e il tessuto nervoso periferico. Viene<br />
trasmessa all’uomo attraverso la via aerea (secrezioni nasali o orali <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduo<br />
infetto) con contatti stretti e prolungati; la <strong>di</strong>ffusione per contatto <strong>di</strong>retto con le<br />
lesioni cutanee è meno importante rispetto a quanto si riteneva in passato.<br />
Cenni storici: considerata come la malattia più antica del mondo, si pensa abbia<br />
avuto origine in In<strong>di</strong>a o in Africa e sia stata portata in Europa dai soldati <strong>di</strong><br />
Alessandro Magno nel 326 a.C.<br />
Nel XIII secolo <strong>di</strong>ventò endemica in Europa e cominciò a <strong>di</strong>minuire solo a partire<br />
dal XV secolo; a causa della paura del contagio e del loro aspetto fisico, i malati<br />
erano costretti a vivere nei lebbrosari situati al <strong>di</strong> fuori delle città ed erano oggetto<br />
<strong>di</strong> punizioni e persecuzioni (Fig. 2).<br />
Nel XVI secolo arrivò anche in America latina, portata prima dai conquistatori<br />
spagnoli e portoghesi e poi dagli schiavi africani.<br />
Verso la fine del XIX secolo il me<strong>di</strong>co norvegese Gerhard Hansen identificò<br />
l’agente eziologico della lebbra (da cui il nome <strong>di</strong> morbo <strong>di</strong> Hansen) e negli anni ‘40<br />
fu scoperto il dapsone, primo farmaco ad essere utilizzato come cura efficace. In<br />
seguito alla successiva scoperta <strong>di</strong> altri farmaci attivi (rifampicina e clofazimina) e ai<br />
sempre più frequenti casi <strong>di</strong> lebbra farmaco-resistente, nel 1981 fu adottato<br />
dall’OMS il regime terapeutico combinato o MDT (multidrug therapy), attualmente<br />
in uso.<br />
Oggi la lebbra è una malattia dei poveri e degli emarginati. Oltre il 60% dei<br />
lebbrosi proviene dal Sud-Est asiatico (In<strong>di</strong>a in particolare), ma la malattia è<br />
endemica anche in altri paesi come Brasile, Madagascar, Mayotte, Tanzania,<br />
Mozambico e Nepal.<br />
L’OMS, nel 1991, si era prefissato l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre il tasso <strong>di</strong> prevalenza<br />
della lebbra a meno <strong>di</strong> 1 caso per 10.000 abitanti per l’anno 2000. La lebbra è stata<br />
eliminata in 119 dei 122 paesi in cui la malattia era endemica; attualmente solo<br />
pochi paesi o territori conservano dei tassi <strong>di</strong> prevalenza superiori all’obiettivo<br />
dell’OMS (WHO, february 2010).<br />
Patogenesi e clinica<br />
La patogenesi della lebbra è complessa e vede in causa non solo il micobatterio,<br />
che presenta un tipico tropismo per il sistema nervoso, ma anche lo stato<br />
immunitario del soggetto e, in particolare, l’abilità del sistema cellulo-me<strong>di</strong>ato <strong>di</strong><br />
sviluppare un’efficace risposta immunitaria.<br />
Per queste interazioni, infatti, il paziente può superare l’infezione senza<br />
ammalarsi, oppure sviluppare un ampio spettro <strong>di</strong> manifestazioni cliniche <strong>di</strong><br />
malattia: nella lebbra tubercoloide (LT) - forma pauci bacillare, la risposta<br />
immunitaria è iperergica e permette <strong>di</strong> controllare la moltiplicazione bacillare<br />
favorendo la formazione <strong>di</strong> granulomi organizzati; nella lebbra lepromatosa (LL) -<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
Fig. 2<br />
Raffigurazione <strong>di</strong> malato <strong>di</strong><br />
lebbra<br />
2
Una finestra sul mondo<br />
forma multi bacillare, la risposta immunitaria è anergica favorendo la<br />
<strong>di</strong>sseminazione della batteriemia in ogni organo.<br />
Tra questi due poli opposti della malattia, relativamente stabili, si situano le<br />
forme interme<strong>di</strong>e o borderline, immunologicamente instabili e che tendono ad<br />
evolvere verso il polo lepromatoso o verso quello tubercoloide.<br />
Una volta avvenuto il contagio, il micobatterio replica assai lentamente<br />
all’interno dei macrofagi e delle cellule <strong>di</strong> Schwann, così che il periodo <strong>di</strong><br />
incubazione è molto lungo, da 9 mesi a 20 anni, in me<strong>di</strong>a 4-8 anni. Per questo<br />
motivo la malattia si osserva raramente in bambini al <strong>di</strong> sotto dei 3 anni <strong>di</strong> età.<br />
Nella maggioranza dei casi, i primi sintomi della malattia si manifestano a livello<br />
cutaneo; le lesioni cutanee consistono in macule, papule, placche, noduli e<br />
infiltrazioni <strong>di</strong>ffuse.<br />
Nella forma tubercoloide (LT) la sintomatologia è caratterizzata dalle alterazioni<br />
neurologiche e sono più colpiti i nervi più superficiali come l’ulnare, il facciale e il<br />
tibiale; scompaiono nell’or<strong>di</strong>ne la branca sensoriale (termica, tattile e dolorifica),<br />
quella vegetativa (ipo-anidrosi) e motoria (paralisi muscolare) con secondaria<br />
atrofia muscolare. La paralisi del nervo facciale porta a lagoftalmo. Le lesioni<br />
cutanee, se presenti, sono poco numerose.<br />
Nella forma lepromatosa (LL) sono tipiche le lesioni cutanee nodulari<br />
(eritematose, ipopigmentate o senza alterazioni cromatiche), più frequentemente<br />
localizzate agli arti e al volto (facies leonina) (Fig. 3) e l’interessamento della<br />
mucosa nasale, con perforazione del setto nei casi avanzati. Frequente è il<br />
coinvolgimento dei testicoli che porta alla sterilità e quello oculare con conseguente<br />
cecità.<br />
Gli esiti a lungo termine sono rappresentati dalle ulcere trofiche che facilitano le<br />
infezioni della cute e delle strutture ossee e dalle mutilazioni deturpanti e<br />
invalidanti (Fig 4-5).<br />
Fig. 3<br />
Facies leonina nella LL.<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
Fig. 4<br />
Ulcere croniche nella LL.<br />
3
Una finestra sul mondo<br />
La lebbra è caratterizzata, in generale, da un decorso cronico progressivo,<br />
spesso intervallato da fasi <strong>di</strong> remissioni e <strong>di</strong> esacerbazioni.<br />
Una forma clinica particolare è quella del paziente coinfetto con HIV che, in<br />
seguito alla terapia antiretrovirale HAART, può sviluppare la lebbra per una<br />
sindrome infiammatoria da immuno-ricostituzione (IRIS).<br />
Diagnosi<br />
Al <strong>di</strong> fuori dei contesti geografici <strong>di</strong> endemia, la <strong>di</strong>agnosi della lebbra risulta<br />
<strong>di</strong>fficile nella fase iniziale, in quanto, la maggior parte dei quadri clinici, si presenta<br />
in maniera aspecifica (lebbra indeterminata) e dopo molto tempo dall’effettivo<br />
contagio.<br />
Il sospetto clinico si basa, oltre che sul rilievo anamnestico (paese <strong>di</strong> origine,<br />
soggiorno in aree endemiche, sintomatologia), sull’esame obiettivo del paziente con<br />
la ricerca dei segni <strong>di</strong> interessamento cutaneo (prove <strong>di</strong> sensibilità e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scriminazione della temperatura) e <strong>di</strong> interessamento del sistema nervoso<br />
periferico (palpazione del nervo ulnare, nervo peroneale e nervo grande<br />
auricolare).<br />
La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> conferma è rappresentata dall’esame istologico del pezzo bioptico<br />
con la <strong>di</strong>mostrazione del micobatterio. Il microrganismo non è coltivabile sui terreni<br />
<strong>di</strong> coltura, né in vivo né in vitro.<br />
Utile è anche l’esame batterioscopico <strong>di</strong>retto con la colorazione <strong>di</strong> Ziehl-Neelsen<br />
negli strisci cutanei o nelle biopsie (Fig. 6); tuttavia, tale meto<strong>di</strong>ca nelle forme<br />
tubercoloi<strong>di</strong> e indeterminate, dà spesso esito negativo.<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
Fig. 5<br />
Mani ad artiglio nella LL.<br />
Fig. 6<br />
Esame batterioscopico. M.<br />
leprae (colorazione Ziehl-<br />
Neelsen).<br />
4
Una finestra sul mondo<br />
Per l’identificazione dei micobatteri in prelievi bioptici si hanno ottimi risultati<br />
anche con la meto<strong>di</strong>ca PCR (reazione <strong>di</strong> amplificazione del DNA), utile in particolare<br />
nelle forme pauci-bacillari.<br />
L’intradermoreazione alla lepromina non viene più utilizzata.<br />
Per quanto riguarda la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale, vanno considerate numerose<br />
malattie dermatologiche e neurologiche, come il lupus eritematoso sistemico, la<br />
sarcoidosi, l’eritema nodoso, la neurofibromatosi e anche altre malattie infettive,<br />
come la leishmaniosi cutanea, la sifilide e alcune micosi.<br />
In Italia, la lebbra è soggetta a notifica obbligatoria <strong>di</strong> classe 3.<br />
Terapia e prevenzione<br />
La terapia della lebbra è costituita dall’associazione <strong>di</strong> 3 farmaci, il dapsone, la<br />
rifampicina e la clofazimina, la cui modalità <strong>di</strong> somministrazione varia a seconda<br />
della forma <strong>di</strong> lebbra <strong>di</strong>agnosticata.<br />
Lebbra lepromatosa e LL borderline: dapsone 100 mg al giorno (dose pe<strong>di</strong>atrica<br />
1 mg/kg) + clofazimina 50 mg al giorno e 300 mg al mese + rifampicina 600 mg al<br />
mese (dose pe<strong>di</strong>atrica 10 mg/kg). Il trattamento va proseguito per almeno due<br />
anni e dopo la negativizzazione degli strisci nasali e cutanei.<br />
Lebbra tubercoloide e LT borderline: dapsone 100 mg al giorno + rifampicina<br />
600 mg al mese, per sei mesi.<br />
L’uso combinato dei farmaci (MDT, multidrug therapy) permette <strong>di</strong> ridurre il<br />
rischio <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> resistenze; dal 1995 la MDT viene <strong>di</strong>spensata gratuitamente<br />
attraverso l’OMS.<br />
I pazienti vanno seguiti a livello ambulatoriale per monitorare l’eventuale<br />
insorgenza <strong>di</strong> effetti collaterali, ma non è necessario il ricovero ospedaliero o<br />
l’isolamento; si prevengono così le stigmate dell’emarginazione sociale che da<br />
sempre accompagnano questa malattia. E’ quin<strong>di</strong> fondamentale affiancare il<br />
trattamento farmacologico con l’educazione sanitaria e l’appropriato counselling.<br />
Tra gli eventi avversi della terapia è ben nota la leproreazione, processo<br />
infiammatorio acuto immunome<strong>di</strong>ato che può comparire anche durante il decorso<br />
della malattia. Si classifica in due tipi principali: tipo 1 caratterizzato dalla comparsa<br />
<strong>di</strong> nuove lesioni cutanee con dolore e gonfiore delle lesioni già presenti; tipo 2 (o<br />
eritema nodoso lebbroso - ENL) che si verifica nelle forme multibacillari. In questo<br />
tipo, oltre alla comparsa <strong>di</strong> noduli cutanei rossi e dolenti, vi sono anche febbre,<br />
poliartralgia migrante, linfoadenomegalia e splenomegalia.<br />
Le reci<strong>di</strong>ve sono rare (0,01-0,14%) e la prognosi è migliore nella lebbra<br />
tubercoloide. Il danno permanente dei nervi periferici è evitabile se la <strong>di</strong>agnosi e la<br />
corretta terapia sono precoci e se le leproreazioni sono prontamente identificate e<br />
trattate.<br />
Alla terapia me<strong>di</strong>ca, talvolta, può far seguito la terapia chirurgica, con funzione<br />
ricostruttiva e la fisioterapia.<br />
Per quanto riguarda la prevenzione della <strong>di</strong>ffusione della lebbra, non sono<br />
necessarie precauzioni particolari: sono sufficienti quelle standard, come l’igiene<br />
delle mani e la <strong>di</strong>sinfezione delle secrezioni nasali dei pazienti infetti.<br />
La luce solare è altamente battericida sul M. leprae ed è, quin<strong>di</strong>, utile aeare<br />
l'ambiente. Le procedure <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione degli ambienti, degli arre<strong>di</strong> e degli oggetti<br />
sono quelle in uso per il trattamento micobattericida. In particolare è raccomandato<br />
l’uso <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o ipoclorito, opportunamente <strong>di</strong>luito.<br />
Evidenze cliniche e <strong>di</strong> laboratorio suggeriscono che l’infettività, nella maggior<br />
parte dei casi, viene persa entro un giorno dall’inizio della terapia farmacologica.<br />
Generalmente non viene raccomandata alcuna chemioprofilassi ai contatti stretti<br />
per il rischio <strong>di</strong> selezione <strong>di</strong> ceppi batterici farmaco-resistenti, anche se, da un<br />
recente stu<strong>di</strong>o, emerge che una singola dose <strong>di</strong> rifampicina sia una strategia <strong>di</strong><br />
prevenzione “cost-effective”.<br />
La vaccinazione con il bacillo <strong>di</strong> Calmette-Guérin (BCG) sembra offrire una<br />
protezione del 50% rispetto alla forma tubercoloide della lebbra.<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
5
La lebbra in Italia<br />
Una finestra sul mondo<br />
In Italia i focolai autoctoni della Liguria, Puglia, Sicilia e Sardegna sono<br />
praticamente estinti; permane alquanto attivo il focolaio calabrese. Oggi, in Italia,<br />
la lebbra, compresa tra le malattie rare con co<strong>di</strong>ce esenzione RA0010 (elenco<br />
malattie rare), può comparire in ogni parte del territorio e si presenta come<br />
patologia <strong>di</strong> importazione in italiani che hanno soggiornato in paesi con lebbra<br />
endemica e in immigrati provenienti da queste regioni.<br />
Casi <strong>di</strong> Morbo <strong>di</strong> Hansen in Italia<br />
Anni 1970-1979: 102 nuovi casi (16% immigrati)<br />
Anni 1980-1989: 76 nuovi casi (33% immigrati)<br />
Anni 1990-1999: 112 nuovi casi (69% immigrati)<br />
Il controllo della lebbra si basa sulla Legge n. 31 del 24 gennaio 1986 e sul DPR<br />
del 21 settembre 1994, conosciuto come " Atto <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo e coor<strong>di</strong>namento alle<br />
Regioni e alle Provincie autonome in materia <strong>di</strong> Morbo <strong>di</strong> Hansen" che istituisce 4<br />
Centri <strong>di</strong> riferimento nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen: Genova, Gioia del Colle-Bari,<br />
Messina e Cagliari.<br />
Nel 1999 sono state emesse le "Linee guida per il controllo del Morbo <strong>di</strong> Hansen<br />
in Italia", un documento che dà in<strong>di</strong>cazioni su epidemiologia, terapia e controllo<br />
della malattia; inoltre in<strong>di</strong>vidua, presso il Centro <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> Genova, il<br />
laboratorio sovraregionale a <strong>di</strong>sposizione del SSN (Ve<strong>di</strong> elenco “Centri <strong>di</strong> riferimento<br />
nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen” a pag. 7).<br />
La lebbra nel mondo<br />
Al primo trimestre del 2011, il numero dei casi <strong>di</strong> lebbra registrati nel mondo<br />
(prevalenza) è stato <strong>di</strong> 192.246 su un totale <strong>di</strong> 130 paesi o territori così <strong>di</strong>stribuiti:<br />
36 Africa, 27 Americhe, 10 Sud-Est asiatico, 22 regione del Me<strong>di</strong>terraneo orientale<br />
e 35 regione del Pacifico occidentale (Fig. 7).<br />
Fig. 7 Tasso <strong>di</strong> prevalenza della lebbra nel mondo<br />
Questi dati ufficiali danno un quadro dell’epidemiologia mon<strong>di</strong>ale sicuramente<br />
impreciso, in quanto sono sottostimati per la presenza <strong>di</strong> quadri clinici<br />
paucibacilliferi, misconosciuti o non <strong>di</strong>agnosticati, ma si può notare comunque un<br />
miglioramento della situazione sia in termini <strong>di</strong> prevalenza che <strong>di</strong> incidenza rispetto<br />
al passato (228.474 nuovi casi nel 2010, contro i 244.796 nel 2009).<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
6
Una finestra sul mondo<br />
I 17 paesi che notificano ciascuno un numero <strong>di</strong> nuovi casi uguale o maggiore<br />
<strong>di</strong> 1000, totalizzano il 95% <strong>di</strong> tutti i nuovi casi <strong>di</strong>agnosticati nel mondo. Al primo<br />
posto si trova l’In<strong>di</strong>a con 126.800 casi, seguono il Brasile con 34.894 casi,<br />
l’Indonesia con 17.012 casi e la Repubblica Democratica del Congo con 5.049 casi.<br />
Esistono ancora sacche <strong>di</strong> alta endemia in altri paesi dell’Africa, del Sud-Est asiatico<br />
e dell’America latina, ma alcuni <strong>di</strong> essi hanno raggiunto l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre la<br />
prevalenza a livello nazionale.<br />
Le isole Marshall e la Micronesia sono territori del Pacifico occidentale dove<br />
l’endemia resta preoccupante e la prevalenza <strong>di</strong> questa malattia elevata (più <strong>di</strong><br />
5000 nuovi casi all’anno).<br />
Il programma attuale dell’OMS, denominato “Enhanced global strategy for<br />
further reducing the <strong>di</strong>sease burden due to leprosy (plan period: 2011- 2015), mira<br />
a ridurre il tasso <strong>di</strong> nuovi casi <strong>di</strong> lebbra con <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong> grado 2 (presenza <strong>di</strong><br />
deformità o <strong>di</strong> lesioni visibili) <strong>di</strong> almeno il 35% per la fine del 2015 a livello<br />
mon<strong>di</strong>ale.<br />
Anche se, come detto, la lebbra rimane endemica solo in alcune regioni del<br />
mondo, i fenomeni migratori delle popolazioni nell’era della globalizzazione hanno<br />
portato alla <strong>di</strong>ffusione dell’infezione anche nei Paesi più industrializzati (patologia <strong>di</strong><br />
importazione), come negli USA dove, ad esempio, nel 2007 sono stati riportati 101<br />
nuovi casi <strong>di</strong> lebbra, soprattutto tra gli immigrati provenienti dalla Micronesia ; gli<br />
Stati più colpiti sono le Hawaii, il Texas, la California e la Louisiana.<br />
Per informazioni e aggiornamenti sulla lebbra nel mondo è possibile consultare<br />
anche il sito: http://www.promedmail.org<br />
Centri <strong>di</strong> riferimento nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen<br />
• Centro <strong>di</strong> Riferimento Nazionale e Laboratorio Sovraregionale per il<br />
Morbo <strong>di</strong> Hansen, Sezione <strong>di</strong> Dermatologia Sociale - Azienda<br />
Ospedaliera San Martino, Largo R. Benzi, 10, 16132 Genova, Tel. 010<br />
5552578/9 – 010 3538415, Fax 010 3538427<br />
• Centro <strong>di</strong> Riferimento Nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen – Azienda USL<br />
8, Divisione <strong>di</strong> Dermatologia – Reparto Hanseniani, Via Is Mirrionis – 09100<br />
Cagliari, Tel. 070 6095910, Fax 070 6095911<br />
• Centro <strong>di</strong> Riferimento Nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen - Ospedale<br />
Regionale Miulli <strong>di</strong> Acquaviva delle Fonti, Via Provinciale per Matera km.<br />
100,400 – 70023 Gioia Del Colle (BA), Tel. 080 3430061, Fax 080 3499273<br />
• Centro <strong>di</strong> Riferimento Nazionale per il Morbo <strong>di</strong> Hansen – Azienda<br />
Ospedaliera Piemonte, Via Spadafora – 98124 Messina, Tel. 090 2224228, Fax<br />
090 2224364<br />
Bibliografia<br />
1. Moroni M., Esposito R., De Lalla F. Malattie Infettive 6° ed. Masson E<strong>di</strong>tore, pag 314-<br />
318.<br />
2. E<strong>di</strong>sanflash “Mondo. La lebbra nel 2010” newsletter del 13 ottobre 2011 e 22 febbraio<br />
2010. C.D. Conseil. http://e<strong>di</strong>san.a<strong>di</strong>mi.fr//E<strong>di</strong>sanEn.htlm<br />
3. WHO, Leprosy, me<strong>di</strong>acentre, fact sheet n. 101, February 2010, http://www.who.int<br />
4. WHO, Weekly epidemiological record, 2 Settembre 2011, No. 36, 2011, 86, pag 389-400<br />
5. Documento <strong>di</strong> linee-guida per il controllo del morbo <strong>di</strong> Hansen in Italia. (G.U. Serie<br />
Generale n. 176 del 29 luglio 1999)<br />
6. Idema WJ, et al. “Cost-effectiveness of a chemoprophylactic intervention with single<br />
dose rifampicin in contacts of new leprosy patients. PLoS Negl Trop Dis. 2010 Nov<br />
2;4(11):e874.<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
7
Una finestra sul mondo<br />
AGGIORNAMENTI IN<br />
EPIDEMIOLOGIA<br />
Il morbillo in Europa oggi<br />
I Paesi della Sezione europea dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità si sono<br />
proposti <strong>di</strong> eliminare il morbillo entro il 2015. Per raggiungere tale obiettivo è<br />
necessaria un’efficace campagna vaccinale con una copertura, con due dosi <strong>di</strong><br />
vaccino, <strong>di</strong> almeno il 95%.<br />
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha dato vita<br />
all’EMMO (European monthly measles monitoring), un sistema <strong>di</strong> monitoraggio della<br />
trasmissione del morbillo in Europa, basato sulla registrazione mensile dei casi<br />
riportati dai 29 Paesi membri dell’Unione Europea (EU) e della Comunità Economica<br />
Europea (CEE). Ogni mese viene pubblicato sul sito dell’ECDC un report con i casi<br />
notificati e sottoposti al sistema europeo <strong>di</strong> sorveglianza, l’European Surveillance<br />
System (TESSy). I dati dell’EMMO sulla copertura vaccinale contro il morbillo sono<br />
tratti dal CISID (Computerized Information System for Infectious Diseases), che a<br />
sua volta si basa sui report <strong>di</strong> OMS e UNICEF.<br />
Il proposito <strong>di</strong> questa iniziativa è <strong>di</strong> rendere nota, mese per mese, la situazione<br />
relativa al morbillo in Europa, ai fini <strong>di</strong> un efficace controllo della malattia in vista<br />
dell’obiettivo del 2015.<br />
Il report n. 9 dell'ECDC sulla sorveglianza mensile del morbillo, pubblicato il 19<br />
marzo <strong>2012</strong>, riporta che nel 2011 in Europa sono stati notificati 30.474 casi (Fig.<br />
1).<br />
Fig. 1: Distribuzione dei casi <strong>di</strong> morbillo riportati al TESSy dai Paesi EU e EEA da gennaio a<br />
<strong>di</strong>cembre 2011 (n=30.474) e copertura con due dosi <strong>di</strong> vaccino* (2010 CISID)<br />
Fonti: TESSy e CISID* la copertura (%) è ufficiale secondo i dati della copertura annuale del<br />
OMS/UNICEF Joint Reporting Form e l’Ufficio regionale dell’OMS per i report europei (al 27 gennaio <strong>2012</strong>).<br />
A gennaio <strong>2012</strong> i casi <strong>di</strong> morbillo tra i 29 Paesi europei aderenti alla rete (Fig 2)<br />
sono stati 584 (Fig. 2). E’ un numero considerevolmente più basso rispetto a quello<br />
dello stesso mese del 2011 (2.689 casi) (Fig. 3) e del 2010 (2.673 casi).<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
8
Una finestra sul mondo<br />
Nel mese in questione, la Romania, è stata l’unico Paese europeo con più <strong>di</strong> un<br />
caso per 100.000 abitanti e ha contribuito al 63% <strong>di</strong> tutti i casi. Quin<strong>di</strong>ci Stati<br />
hanno riportato 0 casi in gennaio, e tra questi ci sono anche Islanda e Cipro, gli<br />
unici Paesi <strong>di</strong>chiarati liberi da morbillo nel 2011, come riportato nel precedente<br />
EMMO.<br />
La più alta incidenza è stata tra i bambini al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> un anno, seguiti dai<br />
bambini tra 1 e 4 anni.<br />
Lo stato vaccinale è noto per il 94% (547) dei casi riportati. Di questi, 83%<br />
(450) non era vaccinato, e il 17% (97) sì. Tra i vaccinati che hanno contratto<br />
l’infezione, l’ 89% (86) aveva ricevuto una sola dose <strong>di</strong> vaccino e l’ 11% (11) due o<br />
più dosi.<br />
Dalla Romania, Paese come già detto maggiormente interessato, la malattia si<br />
sta <strong>di</strong>ffondendo nella vicina Ucraina e ci si aspetta che la trasmissione raggiunga il<br />
picco massimo a giugno <strong>2012</strong>.<br />
Al momento, l’epidemia è concentrata nella parte ovest dell’Ucraina, al confine<br />
con Ungheria, Polonia e Slovacchia e ci si aspetta la massima espansione nei mesi<br />
tra febbraio e giugno. Dato che il Paese, in quel periodo, ospiterà i Campionati<br />
Europei <strong>di</strong> Calcio, sarebbe opportuno che i visitatori della manifestazione si<br />
assicurassero <strong>di</strong> essere stati vaccinati per il morbillo.<br />
Fig 2. Distribuzione dei casi <strong>di</strong> morbillo riportati al TESSy dai Paesi EU e EEA in gennaio<br />
<strong>2012</strong> (n=584) e copertura con due dosi <strong>di</strong> vaccino* (2010 CISID)<br />
Fig. 3. Distribuzione dei casi <strong>di</strong> morbillo nel 2011 e a gennaio <strong>2012</strong>, per mese<br />
1 - <strong>2012</strong> – Lebbra<br />
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