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Mais o Granoturco - Zea mays L.

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<strong>Mais</strong> o <strong>Granoturco</strong> - <strong>Zea</strong> <strong>mays</strong> L.


Classe: Monocotyledones<br />

Ordine: Glumiflorae<br />

Famiglia: Graminaceae (Gramineae o<br />

Poaceae)<br />

Sotto famiglia: Andropogonoideae<br />

Tribù: Maydeae<br />

Specie: <strong>Zea</strong> <strong>mays</strong> L.<br />

Altri nomi comuni: frumentone, grano<br />

d'India, melica, formentazzo<br />

Francese: mais; Inglese: maize, Indian corn;<br />

Spagnolo: maiz; Tedesco: mais


PROCESSO PRODUTTIVO<br />

Il mais è una macchina vegetale di elevata efficienza, dotata di un<br />

altissimo potenziale produttivo.<br />

Il ciclo inizia con la germinazione della cariosside (0,3 g. di peso)<br />

termina con una pianta di 400 – 500 g. come peso secco.<br />

Produzioni medie 10 – 12 t/ettaro di granella<br />

Il periodo di massima intensità assimilatoria inizia con l’emissione<br />

del pennacchio, fioritura inizio granigione.


FATTORI CHE INFLUENZANO L’ATTIVITA’ ASSIMILATORIA<br />

MAX ATTIVITA’<br />

ASSIMILATORIA<br />

Apparato radicale sviluppato<br />

Apparato assimilatore ampio e<br />

longevo<br />

Presenza di magazzini di accumulo<br />

Lunghezza del ciclo vegetativo


Il mais è pianta di origine tropicale ed è quindi<br />

macroterma<br />

originariamente brevidiurna.<br />

Grazie alla forte variabilità esistente all'interno della<br />

Grazie alla forte variabilità esistente all'interno della<br />

specie e alla struttura genetica eterozigote delle<br />

popolazioni naturali, il mais ha allargato moltissimo la<br />

sua area di distribuzione, per autoadattamento e per<br />

selezione antropica, fino al 50°di latitudine Nord.<br />

Per quanto riguarda la reazione fotoperiodica, da tipi<br />

strettamente bre-vidiurni si è passati a tipi adattatisi alle<br />

latitudini medio-alte e quindi divenuti fotoindifferenti.


Temperatura<br />

Il mais esige temperature elevate per tutto il suo ciclo vitale,<br />

durante il quale manifesta esigenze via via crescenti.<br />

Il mais non germina e non si sviluppa (zero di vegetazione) se le<br />

tem­perature sono inferiori a 10 °C; in pratica per avere nascite<br />

non troppo lente e aleatorie si consiglia di iniziare a seminare<br />

quando la temperatura del terreno ha raggiunto stabilmente i 12<br />

°C.<br />

<br />

Abbassamenti di temperatura anche solo vicini a 0°C (4­5 °C)<br />

Abbassamenti di temperatura anche solo vicini a 0°C (4­5 °C)<br />

uccidono le piante o le lasciano irrimediabilmente stressate.<br />

La temperatura ottimale per l'accrescimento è di 22­24 °C; per la<br />

fiori­tura di 26 °C.<br />

Il mais in fase di granigione cessa di crescere sotto i 17 °C: è<br />

questa la soglia termica che segna il termine della stagione<br />

vegetativa del mais (II e III decade di settembre, in Italia).<br />

Anche eccessi termici, tuttavia, possono rivelarsi dannosi per la<br />

pro­duttività del mais.


Acqua Acqua<br />

Le regioni più adatte al mais sono quelle dove in estate le<br />

piogge sono frequenti e regolari.<br />

In Italia solo le regioni nord­orientali hanno una<br />

pluviometria abbastanza favorevole che spesso rende<br />

l'irrigazione non necessaria; ma nel resto del paese il<br />

regime pluviometrico è di tipo mediterraneo (piogge<br />

estive scarse e irregolari o assenti) per cui il mais qui<br />

fornisce produzioni che, senza l'ausilio<br />

dell'irrigazione, sono basse e aleatorie. Peraltro con<br />

l'irrigazione sotto ogni clima si può supplire alla<br />

deficienza delle piogge, purché l'acqua necessaria sia<br />

disponibile a costi contenuti e non abbia utilizzazione<br />

su colture più redditizie


Terreno<br />

Il mais è un ottimo esempio di adattabilità alle più varie<br />

condizioni di suolo:<br />

da quelli sabbiosi agli argillosi, da quelli sub­acidi ai<br />

sub­alcalini (purché non si verifichino deficienze di<br />

microelementi), dalle terre grigie, alle brune, alle<br />

rosse, alle torbose.<br />

Condizioni indispensabili perché il mais possa dare i<br />

migliori risultati sono: ampie disponibilità di elementi<br />

nutritivi assimilabili e buona aerazione della rizosfera.<br />

La maggiore insofferenza del mais è nei riguardi dei<br />

terreni asfittici e molto crepacciabili perché troppo<br />

compatti e mal strutturati


PARAMETRO VALORI<br />

Profondità utile<br />

> 0.5<br />

Drenaggio buono<br />

tessitura Franca – f. argillosa – f. sabbiosa<br />

Indici di incrostamento basso<br />

pH 6.1 – 7.8<br />

Calcare attivo < 10%<br />

salinità Non salino


miglioramento genetico<br />

Produttività<br />

La produttività di granella è stato ed è l'obiettivo principale di ogni<br />

programma di miglioramento genetico.<br />

E’ importante sia la potenzialità di assimilazione<br />

(«source») sia quella di immagazzinamento («sink»).<br />

In passato si è potenziata con successo questa seconda<br />

funzione, selezionando soprattutto per caratteri<br />

morfologici come la lunghezza e il numero delle file della<br />

spiga e la lunghezza («profondità») delle cariossidi.<br />

Ulteriori progressi potrebbero forse essere ottenuti<br />

anche con piante potenzialmente «poli­spiga», anziché<br />

monospiga come le attuali.<br />

.


POTENZIALITA’ DI ASSIMILAZIONE<br />

Il portamento eretto delle lamine fogliari, ad<br />

esempio, riduce la competizione per la luce perché<br />

le foglie superiori ombreggiano quelle inferiori<br />

meno rispetto alle foglie con portamento reclinato.<br />

In questo modo si può aumentare utilmente<br />

l'estensione dell'apparato fogliare mediante<br />

l'aumento della fittezza di allevamento.


Giusta PRECOCITA’<br />

Determinante della produttività di un mais è la lunghezza del<br />

suo ciclo, e in particolare dei sottoperiodi nei quali il ciclo<br />

può essere diviso. Sembra conveniente che il mais sia:<br />

piuttosto precoce nella fioritura,<br />

abbia lunga la fase di «riempimento» della granella,<br />

rapida l'essiccazione di questa dopo la maturazione<br />

fisiologica. I nuovi ibridi a rapida maturazione («fast dry<br />

down») soddisfano quest'ultima condizione


Resistenza al freddo.<br />

Ibridi capaci di germinare o<br />

di resistere senza danno a<br />

temperature relativamente<br />

basse sarebbero utilissimi<br />

nelle zone marginali, in<br />

quanto consentirebbero di<br />

anticipare di qualche<br />

giorno la semina e quindi<br />

di allungare la stagione di<br />

crescita<br />

Resistenza alle malattie<br />

fogliari.<br />

(Helminthosporium<br />

turcicum),.<br />

Resistenza ai marciumi.<br />

È importante che il mais<br />

possegga spiccati caratteri<br />

di resistenza gli agenti dei<br />

marciumi e, in genere, alla<br />

caduta delle spighe perché<br />

se ne possa ritardare la<br />

raccolta senza temere<br />

perdite di prodotto.


Miglioramento della qualità<br />

Il miglioramento genetico punta a migliorare la qualità delle<br />

proteine endospermiche (zeina), modificandone la<br />

composizione aminoacidica. Questa proteina contiene poca<br />

lisina, e ciò ne rende infimo il valore biologico per gli animali<br />

monogastrici. Orbene, sono stati scoperti geni capaci di<br />

modificare in senso favorevole la sintesi proteica<br />

nell'endosperma, inducendo una molto maggior quota di lisina.<br />

Il mutante più considerato è stato l'opaque­2 (02). Purtroppo ci<br />

sono ostacoli alla diffusione dei mais opaque: bassa produttività,<br />

granella farinosissima comportante cattivi caratteri organolettici,<br />

elevata umidità alla raccolta, suscettibilità della spiga alle<br />

malattie e delle cariossidi a essere lesionate durante la raccolta.


La ricchezza della granella di mais in xantofilla è<br />

molto apprezzata per l'alimentazione del pollame<br />

le cui uova devono avere un colore giallo: i più<br />

ricchi in xantofilla sono i mais a granella vitrea e di<br />

colore giallo intenso.<br />

Il colore bianco della granella è, invece, apprezzato<br />

per motivi di tradizione alimentare in certi paesi o<br />

regioni, e per certi usi industriali.


<strong>Mais</strong> transgenici.<br />

Attualmente due sono i caratteri ingegnerizzati:<br />

la resistenza alla piralide<br />

la resistenza al Glifosate.<br />

Nel primo caso la resistenza del mais al fitofago è stata realizzata<br />

intro­ducendo nel genoma del mais un gene (Bt) del Bacillus thuringensis,<br />

parassita delle larve di piralide; con questo inserimento il mais transgenico<br />

produce esso stesso nei suoi tessuti la tossina batterica che ucciderà le larve che<br />

lo attaccassero.<br />

Nel secondo caso l'ingegneria genetica ha inserito nel patrimonio genetico del<br />

mais un gene che detossifica un diserbante totale, il Glifosate. Si è così ottenuto<br />

un mais transgenico sul quale questo diserbante è assolutamente innocuo,<br />

mentre è letale per qualsiasi altra pianta infestante.<br />

L'Europa guarda con sospetto e preoccupazione questi tipi di OGM: possibile<br />

tossicità per l'uomo del mais Bt; possibile trasferimento della resistenza a<br />

specie infestanti che così diventerebbero incontrollabili (peraltro nel caso del<br />

mais quest'ultimo problema è trascurabile in quanto non ci sono specie<br />

interfertili con il mais).


IBRIDI DEL MAIS<br />

Il mais è, come si è detto, pianta a fecondazione quasi<br />

esclusivamente incrociata. Pertanto le popolazioni naturali<br />

di mais hanno una struttura genetica completamente<br />

eterozigote e quindi loro caratteristica è di essere<br />

eterogenee, con individui tutti diversi l'uno dall'altro.<br />

I primi tentativi di selezione sono stati quelli basati sulla<br />

selezione massale, da sempre praticata scegliendo le spighe<br />

migliori per la semina. L'insuccesso di questi tentativi<br />

deriva dalla citata natura eterozigote del mais per cui le<br />

progenie di buone piante non sono necessariamente<br />

buone, dato che il genitore maschile è sconosciuto.


L'era dei mais ibridi è cominciata nel 1909 con la<br />

contemporanea e indipendente pubblicazione dei lavori di<br />

Shull e East.<br />

1.Le piante di una popolazione naturale di mais sono ibridi<br />

complessi di genealogia ignota: nulla è possibile dedurre<br />

sul loro genotipo in base al fenotipo.<br />

2. Queste piante sottoposte forzatamente ad<br />

autofecondazione ripetuta tendono allo stato omozigote,<br />

per cui durante questo processo, detto di «inbreeding»,<br />

caratteri recessivi prima nascosti compaiono e possono<br />

essere eliminati con la selezione.


3. Durante il processo di «inbreeding» le discendenze<br />

perdono progressiva­mente vigore e produttività, ma<br />

tendono ad uniformizzarsi costituendo «linee inbred»<br />

(impropriamente dette anche «linee pure»), praticamente<br />

omozigoti.<br />

4. L'incrocio di due «inbreds» opportunamente scelte dà<br />

luogo a spettacolari manifestazioni del fenomeno<br />

dell'eterosi


IBRIDI A DUE VIE<br />

Un mais ibrido quindi è la prima generazione di un<br />

incrocio tra linee «inbred».<br />

Gli ibridi semplici o a due vie sono costosi per i<br />

seguenti motivi:<br />

a. rapporto (1:1) tra piante impollinanti e piante<br />

portaseme che porta a raccogliere seme ibrido solo<br />

sulla metà della superficie coltivata;<br />

b. bassissima produttività delle piante portaseme, che<br />

essendo «inbreds» sono<br />

estremamente deboli.


IBRIDI A QUATTRO VIE<br />

Si deve cioè disporre di 4 linee «inbred» (es. A, B, C e D) che<br />

abbiano tra loro una buona attitudine alla combinazione.<br />

Esse vengono combinate a 2 a 2, a costituire due ibridi<br />

semplici (AxB) e (CxD), seguendo le modalità indicate in<br />

precedenza.<br />

La produzione dell'ibrido doppio si fa in un campo isolato<br />

seminando alternativamente l'ibrido impollinante e quello<br />

portaseme in un rapporto che in questo caso è di 1:3, dato<br />

che le piante impollinanti sono ibride e hanno<br />

un'abbondante produttività di polline.


Il costo di produzione degli ibridi doppi è molto inferiore a quello<br />

degli ibridi semplici perché il seme ibrido viene raccolto sui 3/4<br />

della superficie coltivata e per di più su piante portaseme che,<br />

essendo ibride, danno un'alta pro­duzione di granella.<br />

Gli ibridi doppi sono un po' meno uniformi e vigorosi di quelli<br />

semplici, ma avendo una più larga base genetica dimostrano una<br />

maggiore capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni di<br />

ambiente.<br />

Una via di mezzo tra gli ibridi semplici e quelli doppi è<br />

rappresentata dagli ibridi a 3 vie: [(AxB)xC].<br />

Le caratteristiche di elasticità adattativa e il costo degli ibridi a 3<br />

vie sono intermedi tra quelli degli ibridi a 2 e a 4 vie.<br />

.


Per la potenzialità produttiva si considera<br />

pari a 100 quella degli ibridi a due vie,<br />

90 quella degli ibridi a tre vie,<br />

80 quella degli ibridi a 4 vie


Classificazione degli ibridi commerciali.<br />

Parecchi anni fa una classifica degli ibridi di mais in base<br />

alla precocità fu adot­tata dalla FAO. In base a questa<br />

classifica gli ibridi vengono suddivisi in 9 classi di<br />

precocità, contrassegnate con i numeri da 100 a 900 per<br />

ordine di precocità decrescente. L'attribuzione alle varie<br />

classi va fatta con riferimento ad ibridi standard, uno per<br />

classe, scelti opportunamente per la diversa lunghezza del<br />

loro ciclo vegetativo.<br />

È da tener presente che la durata del ciclo in giorni ha un<br />

valore puramente convenzionale e comparativo.<br />

Prima della comparsa dei mais ibridi, le varietàpopolazioni<br />

di mais ita­liane venivano classificate nelle<br />

seguenti cinque categorie di precocità cre­scenti:<br />

maggenghi, agostani, agostanelli, cinquantini e quarantini.


COLTURA DA RINNOVO<br />

AVVICEDAMENTO<br />

Abbondanti<br />

concimazioni letamiche<br />

Lavorazioni profonde<br />

MONOSUCCESSIONE<br />

Coltura sarchiata , non lascia<br />

infestanti<br />

NO STANCHEZZA DEL<br />

SUOLO La monosuccessione prolungata favorisce la<br />

diffusione di patogeni e infestanti di difficile<br />

controllo.<br />

I disciplinari di produzione integrata (Reg.<br />

CE 1257/99 ) vietano la monosuccessione


TERRENI ARGILLOSI O<br />

MEDIO IMPASTO.<br />

­ l’aratura 3o ­35 cm di<br />

profondità costituisce la<br />

tradizione lavorazione<br />

principale;<br />

LAVORAZIONI DEL TERRENO<br />

­ Lavorazione a due strati:<br />

ripuntatura alla profondità<br />

di 40 cm e aratura<br />

superficiale 20­25 cm.<br />

minor richiesta energetica,<br />

eliminazione suola di<br />

lavorazione, minor<br />

interramento s.o.<br />

TERRENI SCIOLTI E BEN<br />

STRUTTURATI<br />

­ Lavorazione superficiale a<br />

10 ­15 cm. Consente<br />

l’interramento dei residui<br />

colturali coltura<br />

precedente.<br />

­ Semina diretta o non<br />

lavorazione: con apposite<br />

macchine seminatrici.<br />

Trattamento disseccante in<br />

caso della presenza di erbe<br />

infestanti


COLTURA PRINCIPALE<br />

SEMINA<br />

QUANDO LA TEMPERATURA DEL SUOLO è<br />

ALMENO 10°C. In passato alla prima decade di aprile ,<br />

attualmente si tende ad anticipare alla fine di marzo,<br />

allo scopo di ridurre i rischi di stress idrici e termici in<br />

fioritura e i danni causati dalla Piralide<br />

Seconda coltura<br />

Maggio- giugno<br />

Nei mais in seconda coltura dopo erbai autunno –<br />

vernini, raccolta orzo da trinciato, erba medica.


SCELTA IBRIDO<br />

GLI IBRIDI SONO CLASSIFICATI IN OTTO CLASSI FAO<br />

100 – 800 , CON AUMENTO DI 5 -10 GIORNIDI DURATA<br />

DI CICLO TRA UNA CLASSE E LA SUCCESSIVA.<br />

SCELTA DELL’IBRIDO<br />

EPOCA SEMINA<br />

DESTINAZIONE DELLA<br />

COLTURA (GRANELLA –<br />

FORAGGIO)<br />

TIPO DI TERRENO<br />

DISPONIBILITA’ ACQUA


CLASSIFICAZIONE IBRIDI SECONDO LA PRECOCICTA’<br />

CLASSE PRECOCITA’ CICLO GG.<br />

200 PRECOCISSIMI 86 – 95<br />

300 PRECOCI 96 – 105<br />

400 MEDIO - PRECOCI 106 – 115<br />

500 MEDI 116- 120<br />

600 MEDIO - TARDIVI 121 – 130<br />

700 TARDIVI 131 -140<br />

800 ULTRA - TARDIVI 141 - 155


se la coltura del mais è condotta in asciutto: varietà<br />

precoci ( le fasi più delicate del ciclo vengono completate<br />

prima dell’arrivo della stagione secca);<br />

se al mais seguono cereali autunno –vernini si dovrà<br />

dare preferenza a ibridi più precoci che ci permettono di<br />

anticipare la raccolta e di preparare meglio e<br />

tempestivamente il terreno;<br />

mais granella semina in coltura principale: ibridi 600,<br />

semina aprile, 500 semina maggio;<br />

<strong>Mais</strong> foraggio: classe 700 semina aprile, semina maggio<br />

classe 600


SCELTA IBRIDO IN FUNZIONE DELL’EPOCA E TERRENO<br />

Destinazione ed epoca semina TERENO<br />

SCIOLTO<br />

MAIS GRANELLA<br />

TERRENO<br />

ARGILLOSO<br />

Aprile 600 500<br />

Maggio 500 400<br />

Giugno 400 300<br />

MAIS FORAGGIO<br />

Aprile 700 600<br />

Maggio 600 500<br />

Giugno 500 400


Profondita’ di semina: 3 – 4 cm;<br />

il terreno deve essere ben livellato<br />

La distanza di semina tra le file 60 – 75 cm<br />

La distanza sulla fila viene calcolata in base alla densità<br />

finale (piante /m 2 );<br />

Per la densità si deve considerare: classe ibrido, epoca<br />

semina, destinazione coltura (granella – foraggio)<br />

La densità deve essere aumentata fino ad un massimo<br />

del 10 – 15% per compensare le prevedibile minore<br />

emergenza.


Densità di semina consigliate in funzione della coltura e della classe<br />

Classe FAO densità ad aprile -<br />

maggio<br />

<strong>Mais</strong> granella<br />

Densità giugno<br />

Classe 300 - 6.7<br />

Classe 400 7.2 6.5<br />

Classe 500 6.9 -<br />

Classe 600 6.7 -<br />

<strong>Mais</strong> foraggio<br />

Classe 400 7.2<br />

Classe 500 8.0 6.9<br />

Classe 600 7.7<br />

Classe 700 7.2


Esempio di calcolo distanza sulla fila<br />

Epoca semina: aprile<br />

Classe FAO 500<br />

Destinazione granella<br />

Densità piante ottimale 6.9 piante a mq<br />

Semi per mq necessari (mancata emergenza del 10%):<br />

6.9/(1-0.1)= circa 7.5 semi mq<br />

Distanza dei semi sulla fila: 1 mq/7.5 semi/0.75= 0.178 m=<br />

17.8 cm<br />

Semi per ettaro necessari: 75000 pari a tre unità (sacchetti)<br />

da 25.000 semi l’una.


CONCIMAZIONE MAIS<br />

IL MAIS E’ UNA COLTURA ESIGENTE SOTTO IL<br />

PROFILO NUTRIZIONALE;<br />

CONSENTE DI OTTENERE ELEVATE PRODUZIONI A<br />

PATTO CHE LA DISPONIBILITA’ DI ELEMENTI DEL<br />

TERRENO SIA BUONA;<br />

L’INTENSITA’ DI ASSORBIMENTO E’ BASSA<br />

ALL’INIZIO DEL CICLO, AUMENTA DURANTE LA<br />

LEVATA, RAGGIUNGE IL SUO MASSIMO IN<br />

CORRISPONDENZA DELLA FIORITURA<br />

IL PERIODO CHE VA DA 20 GG. PRIMA DELLA<br />

FIORITURA A 20 GG DOPO RAPPRESENTA QUELLO<br />

IN CUI SI CONCENTRA IL MAGGIOR ASSORBIMENTO<br />

DI ELEMENTI NUTRIVITI


PER QUANTIFICARE LA QUANTITA’ DI CONCIMI DA<br />

APPORTARE, E’ NECESSARIO QUANTIFICARE I<br />

FABBISOGNI DELLA COLTURA<br />

N 2,5 Kg/ 100 Kg granella 1/3 nei residui<br />

P 20 5 1Kg/ 100 Kg granella 1/3 nei residui<br />

K K20 0 2Kg/ 100 Kg granella ¾ nei residui<br />

CONCIMAZIONE FOSFO –POTASSICA<br />

Se le dotazioni del suolo sono elevate è possibile evitare la<br />

concimazione fosfo-potassica.<br />

E’ consigliabile distribuire piccole quantità di fosforo alla<br />

semina, per l’effetto positivo che l’elemento ha nelle<br />

prime fasi di crescita


Tipo terreno P 2O 5 (ppm) K2O (ppm)<br />

sabbioso 11­21 102­ 144<br />

Medio impasto 30­30 120­ 180<br />

argilloso 25 ­ 30 144 ­ 200


In condizioni di dotazioni medie, i quantitativi consigliati di<br />

P 2O 5 sono:<br />

70 -90 Kg /ha incorporati con una erpicatura;<br />

Per quanto riguarda il K2O, la maggior parte dei terreni<br />

italiani è ben dotata di questo elemento.

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