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Sheila Gaggetta Lavoro di maturità anno 2007<br />
<strong>Il</strong> <strong>miele</strong> è una sostanza che le api ricavano dalla melata o dal nettare dei fiori (in<br />
Svizzera quello di melata rappresenta i 2/3 della produzione, mentre il resto è <strong>miele</strong> di<br />
nettare).<br />
<strong>Il</strong> nettare è un liquido zuccherino secreto da particolari tessuti ghiandolari vegetali,<br />
solitamente situati alla base dei petali. Essenzialmente è costituito da acqua e<br />
zuccheri (i principali sono glucosio,<br />
fruttosio e saccarosio), ma sono presenti<br />
anche enzimi, sostanze aromatiche, acidi<br />
organici, aminoacidi, vitamine, pigmenti e<br />
sali minerali (sostanze che<br />
successivamente si ritrovano nel <strong>miele</strong>).<br />
La melata è una sostanza prodotta da<br />
alcuni insetti, i quali succhiano la linfa<br />
delle piante per nutrirsene, trattengono le<br />
sostanze azotate ed eliminano il liquido in<br />
eccesso, ricco di zuccheri. Le gocce di<br />
melata rimangono sulla superficie delle<br />
foglie o dei rami, in attesa che le api o altri<br />
insetti le raccolgano. Come il nettare,<br />
anche la melata è composta<br />
principalmente da acqua e zuccheri, ma<br />
presenta valori più alti di oligosaccaridi, che si formano per azione di enzimi secreti<br />
dagli insetti produttori di melata. Oltre agli zuccheri contiene anche aminoacidi,<br />
proteine, acidi organici, sali minerali, vitamine, enzimi, aromi, pigmenti. Le piante da<br />
cui si può ricavare melata sono moltissime, tra cui si possono citare l’abete, il pino, la<br />
quercia, il pioppo, l’acero, il castagno, la robinia e vari alberi da frutto.<br />
La composizione del nettare e della melata può variare molto a seconda della specie<br />
botanica di provenienza e determina le caratteristiche chimiche, fisiche e<br />
organolettiche del <strong>miele</strong> (per approfondimenti vedi anche capitoli 3 e 4).<br />
Una volta raccolti il nettare o la melata dalle api, vengono trasporti all’alveare, dove<br />
subiscono due processi che segnano la loro trasformazione in <strong>miele</strong>: la concentrazione e<br />
la trasformazione enzimatica degli zuccheri. La concentrazione avviene per<br />
evaporazione dell’acqua contenuta nel nettare e nella melata, grazie all’aria secca e<br />
calda dell’alveare e al continuo scambio della sostanza tra le api. L’evaporazione<br />
termina quando il <strong>miele</strong> viene definito maturo, ossia ha un tenore d’acqua attorno al<br />
18%, cosa molto importante per evitare fenomeni fermentativi (per approfondimento<br />
vedi punto 3.8). La trasformazione enzimatica del nettare e della melata avviene<br />
attraverso vari enzimi. Particolarmente importante è l’azione dell’invertasi, un enzima<br />
contenuto nelle ghiandole salivari delle api, che trasforma quasi tutto il saccarosio<br />
presente nel nettare e nella melata in glucosio e fruttosio. Attraverso la<br />
trasformazione enzimatica avviene una standardizzazione della composizione degli<br />
zuccheri; per questo motivo, mieli ottenuti da melate e nettari con concentrazioni<br />
zuccherine molto diverse tra loro hanno una composizione di zuccheri molto simile.<br />
2.2 Glucidi<br />
<strong>Il</strong> <strong>miele</strong> è composto principalmente da zuccheri (75-80%), che rappresentano più del<br />
95% della sostanza secca. Essi contribuiscono a caratterizzare numerose proprietà<br />
fisiche del <strong>miele</strong> quali la viscosità, l’igroscopicità, lo stato fisico (liquido o cristallino), il<br />
valore energetico e il potere dolcificante (per dettagli vedi capitolo 3 e punto 5.1). Gli<br />
6<br />
Figura 2: Un’ape che succhia il nettare dal<br />
calice di un fiore