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Dicembre 2009 - Nel traffico intenso e<br />

caotico delle nostre città le motociclette<br />

che sbucano all’improvviso da<br />

ogni direzione, le auto parcheggiate<br />

in modo da ostacolare il passaggio e<br />

la stessa costante presenza di pedoni<br />

che attraversano improvvisamente la<br />

strada possono costituire altrettanti<br />

motivi di nervosismo per l’automobilista.<br />

Nel centro di Herat, la città afgana<br />

che ospita il Provincial Reconstruction<br />

Team italiano, gli ingorghi<br />

della circolazione stradale ed i mille<br />

ostacoli inattesi ed inaspettati rappresentano<br />

altrettante potenziali minacce<br />

mortali che si materializzano dal nulla.<br />

Ogni convoglio militare che attraversa<br />

la città deve farlo con la massima<br />

celerità, cercando di scansare o<br />

allontanare ogni possibile impedimento<br />

al movimento ed evitando che, con<br />

mossa veloce ed improvvisa, qualcuno<br />

ci affianchi o si inserisca tra i mezzi<br />

della colonna. Non è un compito<br />

facile e lo stress tra il personale militare<br />

impegnato negli spostamenti del<br />

contingente risulta molto alto, pur incanalato<br />

negli argini dell’addestramento<br />

e delle procedure operative<br />

standard. Ciò nonostante la tensione<br />

rimane palpabile e massima l’attenzione:<br />

nessun movimento deve divenire<br />

abitudinario e non ci si possono<br />

permettere comportamenti di rutine<br />

quando ogni ostacolo può celare un<br />

pericolo fatale, un ordigno esplosivo,<br />

un’autobomba o un attentatore suicida.<br />

E’ compito del militare in ralla,<br />

indifferentemente uomo o donna, avvertire<br />

la popolazione della nostra<br />

presenza e segnalare a veicoli e pedoni<br />

di allontanarsi. Per farlo utilizza il<br />

fischietto o, nei casi potenzialmente<br />

più difficili, le Minilux, piccoli lanciarazzi<br />

di segnalazione delle dimensioni<br />

i Documenti di <strong>Analisi</strong> <strong>Difesa</strong><br />

LA SASSARI IN AFGHANISTAN<br />

di Alberto Scarpitta<br />

di una penna. Se anche questa procedura<br />

fallisce si dovrà procedere<br />

con un colpo di avvertimento in aria. I<br />

capi macchina si tengono costantemente<br />

in contatto tra loro e con la<br />

sala operativa utilizzando una maglia<br />

radio VHF o HF, mentre danno istruzioni<br />

al mitragliere con la PRR, la<br />

Personal Role Radio di Selex Communications.<br />

Questo lo scenario operativo<br />

che affrontano giornalmente gli<br />

uomini e le donne del 131° Reggimento<br />

Carri della Brigata Garibaldi di<br />

Persano, che hanno ora la responsabilità<br />

del PRT di Herat. Con loro stiano<br />

andando al distretto di Pashtun<br />

Zarghun, circa 65 chilometri ad est di<br />

Herat, un percorso che richiede oltre<br />

due ore di percorrenza lungo una<br />

strada che si trasforma ben presto in<br />

una pista allagata, piena di buche ed<br />

ostacoli. Attraversiamo piccoli villaggi<br />

ed insediamenti di inusitata povertà,<br />

con piccole abitazioni di fango e pa-<br />

Anno 10 - N° 104<br />

Dicembre 2009<br />

glia, che sorgono improvvise nella<br />

pianura spoglia e quasi del tutto priva<br />

di vegetazione. Quello di Pashtun<br />

Zarghun è uno dei 16 distretti in cui è<br />

suddivisa la provincia di Herat e rappresenta<br />

una zona di minaccia potenziale<br />

ancora molto elevata. Nei mesi<br />

scorsi le forze dell’ANA, l’esercito<br />

afghano, e quelle alleate hanno subito<br />

più volte attacchi ed attentati in<br />

quest’area e solamente il 21 novembre,<br />

una settimana prima della nostra<br />

visita, circa 80 insorti capeggiati da<br />

Mula Sulaiman, un ex guardia di frontiera,<br />

vi hanno deposto le armi, accettando<br />

l’offerta di amnistia del presidente<br />

afghano Amid Karzai ed impegnandosi,<br />

in una solenne cerimonia di<br />

riconciliazione tenutasi presso il comando<br />

della polizia di Herat, a non<br />

ostacolare l’autorità centrale. Nonostante<br />

tali difficoltà la stabilizzazione<br />

dell’area risulta strategicamente importante<br />

in quanto il distretto si trova


Anno 10 - N° 104<br />

in posizione baricentrica<br />

sulla strada che conduce<br />

a Chishti Sharif, la località<br />

in cui un’impresa indiana<br />

sta costruendo una<br />

grande diga che ospiterà<br />

un impianto per la produzione<br />

di energia idroelettrica<br />

che nel giro di<br />

due anni soddisferà il<br />

30% del fabbisogno dell’intero<br />

Afghanistan, ora<br />

totalmente dipendente<br />

nel settore energetico<br />

dall’estero, importando<br />

energia in misura eguale<br />

dall’Iran e dal Turkmenistan<br />

Ci accompagna il colonnello Dei, comandante del<br />

PRT, la struttura civile e militare multinazionale italoslovena<br />

con sede a Camp Vianini, nel centro di Herat,<br />

incaricata delle opere di ricostruzione e degli aiuti alla<br />

popolazione. Ai suoi ordini, oltre ai carristi impegnati nel<br />

fornire la sicurezza e le scorte, molto personale del Multinational<br />

CIMIC Group di Motta di Livenza, che si occupa<br />

stabilmente di cooperazione civile-militare nei settori dell’istruzione,<br />

sanità, forniture agricole, elettriche ed idriche,<br />

in stretto contatto con le principali autorità locali. La duplice<br />

natura, civile e militare, del PRT permette inoltre di<br />

massimizzare gli sforzi complessivi a favore dei locali,<br />

inglobando nell’azione comune anche le donazioni di<br />

soggetti che non gradiscono interagire con il personale in<br />

divisa. Il comandante viene ben presto impegnato con il<br />

governatore locale in una serrata trattativa economica,<br />

degna di un suk arabo, sull’ammontare degli aiuti economici<br />

da elargire al distretto. Le richieste iniziali sono assai<br />

elevate e spaziano dalla completa asfaltatura delle<br />

strade principali alla fornitura di energia elettrica. Il PRT<br />

dispone ovviamente solo di mezzi limitati, assegnati dal<br />

ministero della <strong>Difesa</strong>, da quello degli Esteri, dall’Unione<br />

Europea e, in misura minore, dalla cooperazione italiana<br />

e da enti e organismi non governativi. Alla fine la trattativa<br />

si conclude con il nostro impegno alla costruzione di<br />

un poliambulatorio e di una scuola, che si affiancherà a<br />

quelle già edificate nel 2005-2006 e che oggi, per la verità,<br />

giacciono in uno stato di avanzato degrado. La spesa<br />

complessiva viene valutata in circa 250.000 euro, che<br />

ricadranno in buona misura sull’economia del distretto<br />

tramite contratti con aziende della zona, che a loro volta<br />

impiegheranno lavoratori locali. E’ questo un aspetto importante<br />

e delicato della fornitura di aiuti sul quale la vigilanza<br />

del PRT è massima. Di recente è stato licenziato<br />

ed allontanato per gravi atti di corruzione un influente<br />

ingegnere locale, politicamente vicino al presidente Karzai.<br />

Il tentativo di imprimere una svolta importante nella<br />

lotta a corruzione e malgoverno dilaganti traspare anche<br />

dalle nuove nomine dei governatori, che provengono da<br />

località esterne a quelle in cui eserciteranno il loro mandato<br />

e non appartengono necessariamente all’etnia Pashtun,<br />

numericamente maggioritario nell’area (nel sistema<br />

politico afghano le elezioni amministrative designano<br />

solamente i membri del Provincial Council, i cui poteri<br />

però sono quasi esclusivamente consultiv)i. Così Sedishak,<br />

a capo del distretto in cui ci siamo diretti, è origina-<br />

Pagina 2<br />

rio di Herat ed è estraneo<br />

alle lotte di potere dei<br />

maggiorenti locali, mentre<br />

chi lo ha designato, il governatore<br />

di Herat Nuristani<br />

(a sua volta di nomina<br />

presidenziale) appartiene<br />

all’omonima minuscola<br />

etnia Nouristan, originaria<br />

dell’est del Paese.<br />

La Brigata Sassari<br />

Quella cui abbiamo assistito<br />

è solo una delle numerose<br />

iniziative di assistenza e national building messe<br />

in opera dal Regional Command West, il dispositivo alleato<br />

a guida italiana stanziato nelle quattro regioni occidentali<br />

dell’Afghanistan. L’RC-West si configura come un<br />

comando interforze e multinazionale di livello operativo la<br />

cui struttura portante e la maggior parte delle pedine di<br />

manovra sono fornite dal nostro Paese, con l’apporto statunitense,<br />

spagnolo e lituano, responsabili degli altri 3<br />

PRT della regione, ed il concorso minoritario di altri contingenti.<br />

La responsabilità di questo comando è stata assunta<br />

dalla metà di ottobre dalla brigata Sassari, subentrata<br />

alla Folgore che aveva sopportato nell’estate tutto il<br />

peso di una pesante offensiva degli insorgenti. Si tratta di<br />

un compito oneroso e di una eredità difficile, cui la grande<br />

unità sarda si è preparata minuziosamente in patria<br />

prima dello schieramento in teatro, con corsi ed addestramenti<br />

specifici, culminati a Civitavecchia con una complessa<br />

esercitazione continuativa per posti comando di<br />

due settimane che ha visto l’attivazione del comando brigata,<br />

di 4 task force dipendenti e la completa revisione ed<br />

approfondimento delle procedure esecutive di comando,<br />

controllo e delle comunicazioni. Tutto il personale, indipendentemente<br />

dall’incarico, ha frequentato uno stage di<br />

sensibilizzazione sulla minaccia rappresentata dagli IED,<br />

avvalendosi anche di apposite strisce addestrative con<br />

artifizi finalizzati all’individuazione ed al riconoscimento<br />

degli ordigni improvvisati, seguito dal corso BLS di primo<br />

soccorso cardio-polmonare tenuto presso le strutture della<br />

Croce Rossa in Sardegna. I reparti operativi hanno<br />

partecipato nel poligono di Capo Teulada, dove erano<br />

stati allestiti anche villaggi ed accampamenti simulati di<br />

nomadi, ad esercitazioni di vario livello in scenari sia<br />

WAR che CRO, affinando le tattiche di squadra e plotone<br />

in attacco e difesa, diurno e notturno, approfondendo le<br />

RAI, le reazioni automatiche individuali, sia montate sui<br />

mezzi che appiedate. In particolare in ambiente di Crisis<br />

Responce Operations sono stati approfonditi tutti i compiti<br />

tradizionali: ceck point, scorta convogli, attivazioni su<br />

allarme a livello compagnia, impiego dei nuclei sniper,<br />

chiamata ed intervento della Quick Reaction Force, procedure<br />

radio con messaggi pre-formattati, richieste medevac<br />

a di appoggio aereo, reso più realistico dalla disponibilità<br />

di due AMX. In quest’ultimo settore è apparsa di<br />

importanza fondamentale la presenza dei nuclei JTAC<br />

per la cooperazione con i mezzi aerei. Costituiti da 4 elementi,<br />

un comandante qualificato FAC(maresciallo o ad-


Anno 10 - N° 104<br />

dirittura VSP), un operatore GLTD per la designazione<br />

laser dei bersagli, un radiofonista abilitato anche all’impiego<br />

del GLTD ed un conduttore, muovono su Lince e<br />

rappresentano uno straordinario valore aggiunto per il<br />

reparto cui sono aggregati, disponendo anche di un apparato<br />

Rover che consente di visualizzare immediatamente<br />

le immagini trasmesse dagli UAV Predator A+ o<br />

dai pod da ricognizione RecceLite degli AMX. Le esercitazioni<br />

di tiro hanno visto l’esteso impiego di sagome telecomandate<br />

mobili PROP-UP, con percorsi di tiro operativo<br />

di grande realismo in cui la minaccia si concretizza in<br />

maniera repentina. Parte del personale ha poi frequentato<br />

presso il 6° Reggimento Alpini di San Candido corsi di<br />

mobilità ambientale montana e, a Capo Teulada, di elitrasporto<br />

con i vari elicotteri in dotazione al contingente.<br />

Molto curata la preparazione dei vari nuclei scorta, formati<br />

con cicli di tre settimane sulle procedure di close protection<br />

a terra e sui mezzi presso le Forze Speciali o da<br />

un apposito nucleo addestrativo attivato presso il 9° Reggimento<br />

Fanteria Bari di Trani. In materia sanitaria la brigata<br />

ha iniziato la formazione, con corsi della durata di<br />

due settimane tenuti presso l’ospedale militare del Celio,<br />

del personale con incarico di primo soccorritore. Si tratta<br />

di una nuova figura operativa presente da tempo nei principali<br />

eserciti occidentali, alla quale il nostro esercito si è<br />

accostato con notevole ritardo: un combattente inserito<br />

organicamente nella propria unità cui viene impartita una<br />

formazione addizionale in materia sanitaria e delle procedure<br />

salva-vita e di primo soccorso in combattimento, che<br />

Pagina 3<br />

a regime dovrebbe essere presente in ogni plotone di<br />

fanteria e del genio. Dopo il nostro ritiro dall’area di Kabul,<br />

ora gestita dal contingente turco, la brigata Sassari<br />

dispone in teatro di tre battle group di manovra: la Task<br />

Force North ad Herat su base 151° Reggimento Fanteria<br />

Sassari, la Task Force Centre di Shindand del 1° Reggimento<br />

Bersaglieri della Garibaldi e la Task Force South a<br />

Farah, imperniata sul 152° Fanteria Sassari. Si tratta di<br />

gruppi tattici di varia consistenza che inglobano assetti e<br />

rinforzi specialistici, tra cui una compagnia del genio, un<br />

distaccamento del 41° Reggimento “Cordenons” di Sora<br />

con mini UAV Raven e radar di sorveglianza Ranger ed<br />

un nucleo JTAC. La TF North, ad esempio, dispone di<br />

circa 330 uomini con due compagnie di fanteria<br />

(interamente su veicoli leggeri Lince) ed una del Genio,<br />

fornita dal 5° Reggimento di Macomer. Di questi una<br />

compagnia rinforzata di 120 uomini occupa la FOB Columbus,<br />

la base operativa avanzata di Bala Murghab,<br />

mentre due plotoni presidiano, con un reparto dell’ANA,<br />

lo Sabzac Pass, in posizione intermedia tra Herat e Columbus.<br />

I plotoni di fanteria hanno assunto una particolare<br />

configurazione organica che si adatta al mezzo di trasporto<br />

assegnato. Quelli montati su VTLM comprendono<br />

24 uomini suddivisi in tre squadre di 8 elementi, ciascuna<br />

su due Lince. Il comandante di plotone risulta contemporaneamente<br />

al comando anche di una delle squadre. Notevole<br />

la potenza di fuoco a disposizione, che comprende<br />

per ogni squadra, oltre alle Browning e alle MG montate<br />

in ralla, due lanciagranate da 40 mm coassiali GLX-160,


Anno 10 - N° 104<br />

una mitragliatrice leggera Minimi, un mortaio commando<br />

da 60 mm ed un Panzerfaust 3. Nel plotone è di norma<br />

presente un tiratore scelto munito sia di fucile Sako TRG-<br />

41 in .338 Lapua Magnum che di Barrett da 12,7 mm,<br />

mentre a livello compagnia sono disponibili missili filoguidati<br />

Milan e mortai rigati da 120 mm, con fucilieri addestrati<br />

al loro impiego in caso di necessità. Gli AR-70/90<br />

sono tutti dotati di mirino “a punto rosso” Aimpoint Comp<br />

M2 Acies, mentre in ogni squadra un fuciliere agisce in<br />

veste di sharp shooter con un visore diurno compatto<br />

Trijicon ACOG 4x32. Qualche carenza si registra nel settore<br />

degli equipaggiamenti individuali, dove non è ancora<br />

iniziata la distribuzione dei nuovi giubbetti antiproiettile<br />

mod. EI Type 4 livello IV, più comodi e funzionali e che,<br />

essendo muniti di passanti del sistema MOLLE per il fissaggio<br />

di porta caricatori, contenitori ed accessori, elimina<br />

la necessita di indossare, sopra il corpetto, un combat<br />

vest, con conseguente riduzione di peso e migliore praticità.<br />

Anche le dotazioni per la visione notturna sono insufficienti<br />

(solo una piccola parte del personale è stabilmente<br />

dotato di NVG), mentre mancano quasi del tutto i<br />

puntatori laser che, accoppiati all’arma lunga, ne consentono<br />

un impiego ottimale in condizioni notturne. Qualche<br />

carenza numerica anche tra gli apparati radio, che andrebbero<br />

distribuiti capillarmente. Forse prima di investire<br />

significative risorse in programmi futuristici per la fanteria<br />

e la digitalizzazione del campo di battaglia sarebbe opportuno<br />

assegnare immediatamente i materiali disponibili<br />

con le tecnologie attuali a tutti i combattenti, senza trala-<br />

Pagina 4<br />

sciare alcuno sforzo che possa aumentare la loro sicurezza<br />

e l’efficacia in operazioni, sfruttando al massimo<br />

quel margine di superiorità tecnologica sugli insorti che ci<br />

consente di vedere ed agire in ambito notturno. La Task<br />

Force South è strutturata in modo analogo alla precedente,<br />

salvo la presenza di una compagnia ridotta di bersaglieri<br />

del 1° Reggimento, dotata di VCC Dardo. A Shindand<br />

questo stesso reggimento, comandato dal colonnello<br />

Ceravolo, fornisce la struttura di base della Task Force<br />

Centre con due compagnie, montate su Dardo e Lince. Il<br />

reggimento di Cosenza ha terminato recentemente la<br />

sperimentazione dei nuovi organici della fanteria meccanizzata<br />

e porta in teatro tale esperienza, con l’adozione<br />

della squadra meccanizzata di 9 uomini costituita dall’equipaggio<br />

del Dardo (pilota, cannoniere e capo-carro) e<br />

da un elemento appiedato di due gruppi fuoco di tre fucilieri.<br />

Anche l’integrazione con elementi di appoggio controcarri<br />

e mortai pesanti, organicamente previsti dalle<br />

nuove tabelle organiche a livello compagnia, facilita la<br />

costituzione, in operazioni, di complessi polivalenti e flessibili.<br />

Presente anche il plotone esplorante, montato su<br />

VTLM Lince.<br />

Il Genio<br />

Tutte le Task Force dispongono di una compagnia genio<br />

su due plotoni, uno EOD ed uno da ricognizione tecnica<br />

del genio, denominato Advanced Combat Recon Team –<br />

ACRT. Quest’ultimo rappresenta un’innovazione tattica e<br />

concettuale profonda, resa possibile dall’analisi delle lezioni<br />

apprese in teatro, da un’attenta revisione delle pro-


Anno 10 - N° 104<br />

cedure operative, dalla disponibilità di personale altamente<br />

addestrato e dalla distribuzione di nuovi materiali, rivelatisi<br />

di importanza cruciale. I plotoni ACRT svolgono prevalentemente<br />

compiti di route clearance e di verifica preventiva<br />

degli itinerari, per minimizzare il rischio rappresentato<br />

da mine ed ordigni esplosivi di qualunque tipo,<br />

ma assicurano anche altre valutazioni relative alla viabilità,<br />

alla effettiva percorribilità di certe piste, alla portata di<br />

ponti e strutture. Il tutto può avvenire in relativa autonomia<br />

e richiede pertanto una buona capacità combat di<br />

fanteria per tutto il personale, per assicurare completa<br />

capacità organica di force protection. Ogni plotone ACRT<br />

è dotato di due veicoli protetti Cougar 6x6, in grado di<br />

ospitare anche il robot sminatore, un Bufalo triposto munito<br />

di braccio estensibile per la verifica e rimozione speditiva<br />

degli ordigni e di alcuni Lince (che trasportano anche<br />

all’occorrenza un nucleo cinofilo con Mine Detection<br />

Dog ed Explosive Detection Dog). Una volta scoperti ed<br />

individuati, gli ordigni vengono di norma “passati” per la<br />

bonifica ai colleghi del plotone EOD, che dispone di elementi<br />

qualificati nelle tecniche di neutralizzazione esplosivi<br />

(EOD di primo e secondo livello) e degli ordigni improvvisati<br />

(capacità IEDD). Tutto il personale dei plotoni<br />

ha frequentato il corso Minex di 2 mesi alla Scuola del<br />

Genio per il maneggio e riconoscimento di mine ed esplosivi.<br />

Su questa base comune vengono selezionati gli elementi<br />

migliori che saranno avviati alla qualifica EOD di<br />

primo livello, ottenuta dopo un corso impegnativo e selettivo<br />

della durata di 3-4 mesi, che li abilita alla bonifica di<br />

ordigni convenzionali in superficie, non interrati. Dopo tre<br />

anni certificati di permanenza in questo incarico i guastatori<br />

possono accedere al secondo livello EOD, con un<br />

ulteriore stage formativo di tre mesi per la bonifica di ordigni<br />

convenzionali anche interrati. Conseguito questo traguardo<br />

gli elementi che dimostrano adeguate doti di freddezza,<br />

precisione, approccio equilibrato all’evento ed attitudine<br />

tecnica vengono avviati alla qualifica IEDD per la<br />

bonifica di ordigni improvvisati. Le tre compagnie del genio<br />

assegnate ai battle group dipendono per gli aspetti<br />

tecnici ed informativi dal comando della Task Force Genio,<br />

una nuova pedina presente per la prima volta in teatro<br />

con la Brigata Sassari. Tale organismo, molto snello<br />

ed imperniato sul comando di battaglione del 5° Reggimento,<br />

oltre a fungere da consulente del Comandante<br />

per le attività del genio, consente di coordinare l’azione<br />

dei reparti della specialità, verificandone costantemente<br />

l’adeguamento delle tecniche, tattiche e procedure, grazie<br />

anche ad un costante scambio informativo con le analoghe<br />

unità alleate e con l’ufficio J-Eng del comando RC-<br />

West, nel cui ambito agisce in particolare una cellula<br />

Counter IED. L’analisi degli ordigni improvvisati risulta<br />

essenziale non solo per mantenere le truppe aggiornate<br />

sull’evoluzione di questa terribile minaccia (responsabile<br />

della maggior parte delle perdite alleate), ma anche per<br />

studiarne le caratteristiche peculiari, in modo da risalire,<br />

attraverso l’individuazione di una sorta di “firma” tecnica e<br />

procedurale, agli esecutori ed ai fornitori del materiale.<br />

Gli assetti aerei<br />

La componente aerea del nostro contingente stabilmente<br />

presente in teatro è la terza per dimensioni, dopo Stati<br />

Uniti e Gran Bretagna, e comprende l’Air Battalion, fornito<br />

Pagina 5<br />

dall’Aeronautica Militare, e l’Aviation Battalion dell’AVES.<br />

Il contributo dell’AMI vede 4 UAV da ricognizione Predator<br />

A+, 4 caccia AMX ACOL, 4 elicotteri AB-212 e 2 aerei<br />

C-27J utilizzati per il trasporto tattico intra-teatro. I Predator<br />

del 28° Gruppo del 32° Stormo di Amendola forniscono<br />

un assetto da ricognizione ed intelligence di straordinaria<br />

efficacia, grazie alla grande autonomia (circa 40 ore<br />

di volo) che permette lunghissimi tempi di permanenza<br />

sugli obiettivi. Le macchine presenti attualmente appartengono<br />

allo standard A+, caratterizzato da numerosi<br />

miglioramenti al pacchetto di missione, al propulsore ed<br />

al sistema di atterraggio IR ogni-tempo. Il cuore del sistema<br />

è rappresentato dalla nuova Transportable Ground<br />

Control Station che gestisce il volo degli aerei senza pilota<br />

e si compone di 4 postazioni, sulle quali gli operatori si<br />

alternano ogni due ore. La prima ospita il pilota, responsabile<br />

della missione e delle fasi di volo, soprattutto in<br />

decollo ed atterraggio, la seconda è del Sensor Operator,<br />

che segue i sensori del velivolo: telecamera diurna, camera<br />

termica di quarta generazione, laser marker per<br />

l’illuminazione e la designazione di obiettivi, itinerari e<br />

punti di atterraggio, e laser designator per la guida terminale<br />

del munizionamento di precisione (funzione come<br />

noto non attivata in teatro). La terza postazione è affidata<br />

al Mission Monitor, un ufficiale della branca Informazioni<br />

che effettua una prima valutazione preventiva delle immagini<br />

in collegamento con la Cellula <strong>Analisi</strong>, mentre l’ultima<br />

è destinata al Flight Engineer, che controlla il corretto<br />

funzionamento degli apparati delle telecomunicazioni e<br />

dei computer della stessa TGCS. Fisicamente non lontana<br />

è la Cellula <strong>Analisi</strong>, ospitata in un altro container, che<br />

provvede alla successiva verifica dei filmati, al controllo<br />

dei dati raccolti ed agli accertamenti ed approfondimenti<br />

del caso. Un apposito software permette, ad esempio,<br />

una precisa lettura tridimensionale delle immagini ed un’accurata<br />

valutazione delle dimensioni degli oggetti ripresi,<br />

a condizione che la permanenza sugli stessi sia di almeno<br />

8-12 secondi. Gli AMX hanno rimpiazzato la coppia<br />

di Tornato in precedenza schierati a Mazar-el-Sheriff, nel<br />

nord del Paese. Le loro caratteristiche di autonomia e<br />

rusticità e gli apparati elettronici aggiornati di cui dispongono<br />

non hanno certo fatto rimpiangere i pesanti bimotori.<br />

Le macchine sono allo standard ACOL, completamente<br />

revisionate e munite di significativi aggiornamenti: monitor<br />

multifunzione, miglioramenti all’HUD, strumentazione<br />

compatibile con l’uso degli NVG per il colo notturno e<br />

possibilità di impiegare le bombe JDAM a guida GPS.<br />

Permane qualche lacuna nei sistemi di auto protezione, i<br />

cui lancia artifizi IR sono azionati manualmente dal pilota<br />

e non si attivano automaticamente. In Afghanistan gli<br />

AMX del 51° e del 32° stormo sono impiegati esclusivamente<br />

in missioni di ricognizione a media quota in una<br />

configurazione che consente un raggio di azione senza<br />

rifornimento in volo di circa 370 miglia, con due serbatoi<br />

supplementari e l’impiego del pod RecceLite di produzione<br />

Israeliana. La “palla” IR del sistema trasmette le immagini<br />

riprese direttamente alla base o, in alternativa, al<br />

Rover assegnato ad un JTAC e che permette agli operatori<br />

sul terreno di vedere in tempo reale ciò che vede il<br />

pilota. L’importanza di questo assetto ricognitivo sta crescendo<br />

nel periodo invernale, che vede i voli dei Predator<br />

ostacolati dal maltempo e dalla dalle basse temperature,<br />

che potrebbero portare alla formazione di ghiaccio sulle


Anno 10 - N° 104<br />

superfici alari. I quattro elicotteri AB-212 del 9° Stormo di<br />

Grazzanise sono destinati prevalentemente a missioni di<br />

evacuazione medica su allarme, ospitando a bordo 2 piloti,<br />

2 mitraglieri, un medico ed un infermiere, questi ultimi<br />

provenienti dall’Infermeria Principale di Pratica di Mare.<br />

Le macchine prescelte per la missione dispongono di<br />

sedili corazzati per i piloti, pavimentazione del vano di<br />

carico con protezione in kevlar e due lancia-flares ad azionamento<br />

manuale. Una conformazione relativamente<br />

pesante, che con 6 membri di equipaggio non lascia molti<br />

margini di autonomia ad una macchina che, in situazioni<br />

di elevata temperatura e quota elevata, mostra tutti i limiti<br />

della potenza disponibile. L’AMI assicura inoltre i collegamenti<br />

tra Al Bateen (Abu Dhabi) e l’Afghanistan, con l’impiego<br />

di 3-4 C-130J, anche della versione allungata (la<br />

tratta tra la madrepatria e l’emirato viene invece generalmente<br />

coperta con vettori charter Alitalia (Airbus 320)<br />

noleggiati dall’Amministrazione della <strong>Difesa</strong>. L’Aeronautico<br />

è poi presente ad Herat con un contingente di Fucilieri<br />

dell’Aria che assicura la bolla di sicurezza dell’aeroporto<br />

e dell’intera base. Questo reparto, di base a Martina<br />

Franca con tre compagnie operative, sta ricevendo un<br />

ulteriore impulso con la creazione di una quarta compagnia<br />

di stanza a Grazzanise. Il personale dispone di<br />

VTLM con mitragliatrici pesanti Browning munite di mirino<br />

Aimpoint MPS3 ed è equipaggiato con corpetti antiproiettile<br />

di ultima generazione, fucili SCP-70/90 con Aimpoint,<br />

mortai leggeri e Panzerfaust 3: nel complesso appaiono<br />

perfettamente all’altezza del compito. L’Aviation Battalion<br />

dell’AVES fornisce un contributo essenziale alla mo-<br />

Pagina 6<br />

bilità ed alla sicurezza del contingente nella regione occidentale.<br />

Strutturato su base reggimentale agli ordini del<br />

colonnello Barone, rappresenta un’unità flessibile e potente,<br />

capace di assicurare in modo autonomo tutte le<br />

potenzialità della specialità, potendo eseguire missioni di<br />

trasporto tattico e logistico con vettori medi ed utility, operazioni<br />

aeromeccanizzate con una forte componente di<br />

macchine da combattimento ed azioni aeromobili, grazie<br />

alla presenza organica di un plotone del 66° Reggimento<br />

Aeromobile “Trieste” di Forlì che può essere impiegato<br />

quale nucleo avanzato a premessa di un elitrasporto di<br />

più ampie dimensioni. La capacità verificata di utilizzare<br />

punti di rifornimento avanzati amplia inoltre il raggio d’azione<br />

delle macchine, consentendo di raggiungere molte<br />

località remote e permettendo operazioni in profondità,<br />

sulla base delle più avanzate dottrine sull’impiego delle<br />

unità aeromobili.<br />

La linea volo del reparto include uno squadrone da ricognizione<br />

e combattimento, con 8 AW-129C Mangusta,<br />

uno da trasporto medio con 5 CH-47C , uno utility su 3<br />

AB-412 ed uno manutenzione.<br />

I Mangusta rappresentano un assetto decisivo in teatro<br />

ed hanno contribuito in numerose occasioni a risolvere<br />

situazioni tattiche molto delicate e compromesse, dando<br />

prova di elevate capacità operative, anche “incassando”<br />

senza problemi proiettili di mitragliatrici pesanti in varie<br />

posizioni, incluse le pale del rotore. Le macchine si sono<br />

anche dimostrate assai affidabili, con un alto tasso di disponibilità<br />

reso possibile anche dalla presenza di specialisti<br />

del reggimento di sostegno di Bergamo, che assicu-


Anno 10 - N° 104<br />

rano la manutenzione di 2° livello. Volano normalmente<br />

con 2 missili filoguidati TOW (portata 4200 metri), 250<br />

colpi per il cannoncino da 20 mm ed un serbatoio ausiliario<br />

riempito parzialmente (160 litri a fronte di una capienza<br />

di 330). E’ una configurazione che consente di conciliare<br />

un discreto raggio d’azione con una sufficiente potenza<br />

di fuoco, ma altre soluzioni sono ovviamente possibili<br />

in base alle necessità della missione, per privilegiare<br />

l’autonomia (2 serbatoi supplementari ai punti di attacco<br />

esteri) o il carico bellico (fino a 8 Tow, e/o razzi non guidati<br />

da 70 e 81 mm, peraltro mai impiegati). Gli AW-129<br />

sono nella configurazione più aggiornata G-15, che include<br />

il sistema di auto protezione SIAP che attiva automaticamente<br />

il lancio di artifizi IR in caso di manifestazione<br />

della minaccia. Lo squadrone CH-47C impiega gli elicotteri<br />

da trasporto più flessibili, gli unici impiegabili con autonomia<br />

adeguata e carichi significativi in montagna e<br />

con alte temperature esterne, grazie alla notevole potenza<br />

installata. Alcuni esemplari sono stati portati alla configurazione<br />

C+ che include alcune migliorie del modello D,<br />

come la presenza del verricello esterno e l’applicazione<br />

di 3 ganci ventrali per un più agevole trasporto dei carichi<br />

esterni (incluso il VTLM Lince), mentre tutti dispongono<br />

del sistema automatico SIAP di autoprotezione. Il caso di<br />

trasporto tattico il personale può essere sbarcato in modo<br />

rapido con la tecnica del fast rope, applicando le funi a<br />

quattro vie di uscita: due sulla rampa posteriore, una al<br />

portellone laterale ed una alla botola ventrale. La linea<br />

volo si completa con uno squadrone di 3 AB-412 Griffon,<br />

una macchina ancora in grado di esprimere un buon potenziale<br />

operativo e con molte ore di volo residue. Purtroppo<br />

la trasmissione installata sul modello acquisito a<br />

suo tempo dall’Esercito non permette di sfruttare pienamente<br />

la notevole potenza erogata dal gruppo propulsore,<br />

ma ciò nonostante è possibile operare efficacemente<br />

con 4-5 membri di equipaggio (2 piloti, capo-equipaggio e<br />

uno o due mitraglieri-specialisti) trasportando 4-6 uomini<br />

completamente equipaggiati. Per risparmiare peso ed<br />

ingombri viene installato stabilmente il cosiddetto “ragno”,<br />

un cavo fissato alla base del vano di carico a cui il personale<br />

trasportato, di norma membri della Task Force 45 di<br />

Forze Speciali o del plotone aeromobile del 66° Rgt) si<br />

aggancia con un moschettone, sedendo sul pavimento<br />

anziché sui seggiolini. Anche questi elicotteri, come gli<br />

AB-212 dell’Aeronautica, dispongono di sedili corazzati<br />

per i piloti e di 330 kg di kevlar a protezione del comparto<br />

passeggeri, mentre l’armamento include le solite due<br />

MG-42/59 (da notare che, contrariamente a quanto avviene<br />

nell’Arma Azzurra, i mitraglieri e responsabili del carico<br />

che volano nell’AVES sono gli stessi specialisti che<br />

assicurano il rifornimento e la manutenzione di primo<br />

livello delle macchine).<br />

I nuovi scenari<br />

Il contributo offerto al RC-WEST dalla Brigata Sassari e<br />

dagli altri reparti impiegati è indubbiamente assai pregiato<br />

e di qualità elevata. Tuttavia l’area di responsabilità è<br />

enorme, come grandissimi i rischi potenziali, che potrebbero<br />

ingigantirsi nei prossimi mesi se la pressione alleata<br />

esercitata sugli insorgenti nelle province meridionali e<br />

soprattutto in quella di Helmand dovesse spingere il nemico<br />

in fuga verso il nostro settore ed in particolare nella<br />

provincia di Farah. Questa la sfida potenziale della pros-<br />

Pagina 7<br />

sima primavera, che richiederebbe unità di intenti e regole<br />

condivise tra i vari contingenti di ISAF, oggi assurdamente<br />

divisi da mille caveat e distinguo procedurali. I rinforzi<br />

promessi ai primi di dicembre dal governo italiano<br />

all’amministrazione Obama richiederanno diversi mesi<br />

per divenire pienamente operativi, ed il potenziamento<br />

del nostro contingente non dovrebbe interessare la Sassari,<br />

ma piuttosto i reparti che la seguiranno in Afghanistan,<br />

inizialmente la brigata alpina Taurinense e poi la<br />

Julia o, forse, la Garibaldi. Qualche potenziamento dovrebbe<br />

interessare anche il contingente spagnolo. L’afflusso<br />

di personale aggiuntivo dovrebbero progressivamente<br />

portare, verosimilmente dopo la metà del 2010,<br />

alla costituzione di un quarto battle group italiano, necessario<br />

per presidiare meglio il settore meridionale più esposto<br />

della nostra area di responsabilità, mentre potrebbe<br />

aumentare la componente aerea (si parla dell’arrivo di<br />

alcuni AB-205 dell’AVES, ma francamente non sono certo<br />

queste le macchine di cui si avverte la necessità,<br />

quanto piuttosto di elicotteri molto potenti in grado di essere<br />

impiegati senza restrizioni: NH-90 e EH-101 della<br />

Marina: troppo delicati e costosi per essere “sprecati” in<br />

operazioni? Essenziale sarà poi il contributo offerto dall’esercito<br />

nazionale afgano, che dispone nel settore di una<br />

brigata pronta al combattimento e di una seconda in fase<br />

di approntamento. I team di istruttori dei nostri OMLT,<br />

Operational Mentoring and Liaison Team, svolgono in tal<br />

senso un compito prezioso, addestrando ed accompagnando<br />

in azione i vari reparti, anche con l’apporto di nuclei<br />

di militari statunitensi appartenenti all’82a Airborne<br />

Division. Il governo italiano ha tuttavia precisato che le<br />

regole di ingaggio rimarranno immutate, restrizione che<br />

potrebbe rendere difficile sostenere nelle posizioni avanzate<br />

la probabile pressione crescente degli insorgenti.<br />

Certo la possibilità di impiegare munizionamento di precisione<br />

da parte degli AMX e magari l’invio, con procedura<br />

di urgenza, di alcuni reparti di artiglieria (a similitudine di<br />

quanto fanno molti altri contingenti, incluso quello francese)<br />

potrebbe aumentare l’efficacia dell’azione delle nostre<br />

forze, oltre che la sicurezza del relativo personale. Purtroppo<br />

il copione della missione sembra orientato a mantenere<br />

l’attuale alto livello di ipocrisia politica. Aumenterà<br />

solo il numero degli attori.


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