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LAV Dossier Circo 2010

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Impronte – Anno XXVII - N.7 – Ottobre <strong>2010</strong> - Iscr. Trib. Roma 50/84 – Reg. Naz. Stampa 40/86/1993 – Roc 2263 – Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Direttore resp. Maria Falvo<br />

Liberiamo gli animali<br />

dai circhi<br />

di Nadia Masutti e Laura Panini<br />

<strong>LAV</strong>: Circhi, Zoo ed Esotici<br />

www.lav.it<br />

FOTO DREAMSTIME


Impronte N.7 – Ottobre <strong>2010</strong><br />

AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984<br />

ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993<br />

ISCR. ROC 2263 - anno 2001<br />

Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)<br />

DIRETTORE RESPONSABILE Maria Falvo<br />

DIREZIONE E REDAZIONE<br />

Sede Nazionale <strong>LAV</strong><br />

Via Piave 7 – 00187 Roma<br />

Tel. 064461325 – fax 064461326<br />

www.lav.it<br />

GRAFICA Michele Leone<br />

STAMPA Arti Grafiche “La Moderna”<br />

Via di Tor Cervara 171 - Roma<br />

CHIUSO IN TIPOGRAFIA<br />

Ottobre <strong>2010</strong><br />

Sommario<br />

La presenza degli animali nei circhi 4<br />

La doma 7<br />

Stress e malessere 8<br />

La provenienza degli animali dei circhi 9<br />

I numeri dei circhi 10<br />

Legislazione e contributi 10<br />

<strong>Circo</strong> Alex Hamar 12<br />

<strong>Circo</strong> di Barcellona 14<br />

<strong>Circo</strong> Martini - Orfei Cirque D’Europe 15<br />

<strong>Circo</strong> Martin Show 16<br />

<strong>Circo</strong> Miranda Orfei 18<br />

<strong>Circo</strong> Victor – Lo spettacolo delle meraviglie 20<br />

<strong>Circo</strong> Coliseum Roma 23


4<br />

Il circo piace perché coinvolge, affascina e regala magia.<br />

Le esibizioni di trapezisti, giocolieri, illusionisti e<br />

clown sono le espressioni artistiche che arricchiscono<br />

questo spettacolo, da sempre gradite ad adulti e bambini,<br />

e frutto di un’elaborata e faticosa preparazione da<br />

parte degli artisti.<br />

Più di 2000 animali, però, in Italia fanno ancora parte<br />

di questo spettacolo: non sono consenzienti, ma sono obbligati<br />

ad esibirsi.<br />

La legge considera addirittura il circo un’attività con “funzione<br />

sociale”. Indubbiamente lo spettacolo può essere<br />

utile alla collettività, ma per essere un’attività “sociale”<br />

deve soddisfare le esigenze di una comunità ampia - mentre<br />

sono sempre più numerosi gli italiani che disapprovano<br />

l’uso degli animali nei circhi - e deve avere in sé dei<br />

valori. L’arte e l’abilità degli artisti umani sono dei valori<br />

importanti ma non possono esserlo l’uso, la doma, l’addestramento<br />

e l’asservimento degli animali fatti esibire<br />

nei circhi.<br />

Il circo equestre, per stessa orgogliosa affermazione degli<br />

addetti ai lavori è “tradizione”. Ovvero passato. Un passato<br />

in cui il circo equestre era perfettamente in linea col<br />

pensiero comune che vedeva l’animale come “oggetto” da<br />

sottomettere e basta, un bruto e basta. Ma la società si<br />

è evoluta, la sensibilità collettiva si è evoluta, la scienza<br />

è avanzata e così la conoscenza e la consapevolezza dell’etologia<br />

animale, ovvero la scienza che studia il comportamento<br />

animale nel suo ambiente naturale. Per nessun<br />

animale il circo, con le sue gabbie e il palcoscenico,<br />

è un ambiente naturale: dunque, il forte condizionamento<br />

subito dagli animali nei circhi è inaccettabile sul piano<br />

etico, scientifico e culturale perché può rappresentare<br />

un grave maltrattamento. Nessuno spettacolo con tali requisiti<br />

può aspirare, al giorno d’oggi, ad avere una funzione<br />

sociale. Da questo presupposto nasce la proposta<br />

della <strong>LAV</strong> di un’indispensabile riforma legislativa che “liberi”<br />

gli animali dai circhi, valorizzando il grande talento<br />

degli artisti umani che possono davvero arricchire sul piano<br />

culturale e sociale questo spettacolo. Il circo contemporaneo<br />

che guarda al futuro e diventa di utilità sociale.<br />

Nell’Ottocento gli animali esotici iniziano ad essere esibiti<br />

nei cosiddetti “serragli” (mostre itineranti con al seguito<br />

un numero impressionante di animali prevalentemente<br />

composti da grandi felini). Precedentemente, alle soglie<br />

del Rinascimento, le “bestie feroci” erano portate ed esibite<br />

alle fiere/mercato, prevalentemente da zingari. Attualmente<br />

i “serragli” di antica concezione sono pressoché<br />

estinti, e ne rimangono in vita simbolicamente gli<br />

zoo annessi ai circhi, mentre il nuovo concetto di serraglio<br />

è stato sostituito dai “rettilari” e dai “circhi acquatici”<br />

che si ritiene soddisfino il concetto di “mostra faunistica<br />

itinerante”.<br />

Questa realtà non può aspirare a definirsi tradizione, intesa<br />

come valori che vanno tramandati, perché è l’espressione<br />

della prevaricazione sugli animali, di cui dovremmo<br />

voler fare ammenda.<br />

La presenza degli animali nei circhi<br />

Nei circhi tutti gli animali, indistintamente, passano la loro<br />

intera vita sui camion che li trasportano e, per quelli<br />

più fortunati, nelle ridotte gabbie in cui vengono posti<br />

quando il circo è attendato da qualche parte.<br />

Forse, per qualcuno, in tutto ciò non vi è nulla di tragico,<br />

ma proviamo a pensare...”sono una tigre siberiana<br />

che vive a temperature medie tra O° e 5° C, sto viaggiando<br />

da ore chiusa dentro il conteiner sotto un sole<br />

cocente d’estate. La temperatura è torrida, il circo arriva<br />

a destinazione e, per ore ed ore, attendo stremata<br />

che venga il momento in cui almeno apriranno la porta<br />

perché noi animali siamo gli ultimi ad essere sistemati,<br />

se così si può dire”.<br />

Oppure: “sono un elefante della savana, è gennaio ed ho<br />

viaggiato nel conteiner ghiacciato tutta la notte. Ho troppo<br />

freddo, lo dice anche la legge che non posso sopportare<br />

queste temperature. Arriviamo e quando finalmente<br />

mi fanno uscire sono in mezzo alla neve!”.<br />

Non c’è quindi da meravigliarsi se, a seguito di viaggi particolarmente<br />

lunghi, all’apertura dei camion gli animali<br />

siano stati trovati morti come successo di recente.<br />

In natura esistono climi diversi, quindi habitat diversi e<br />

questi habitat sono popolati da animali specializzati per<br />

affrontare i rischi dell’ambiente in cui vivono. È una specializzazione<br />

profonda, tipica, un modo di vivere applicabile<br />

solo a quell’ambiente e che fa parte dell’essere.<br />

Anche l’uomo è un animale specializzato, per quanto duttile.<br />

Non può vivere in un ambiente privo di luce, non<br />

può vivere in un ambiente privo di stimoli, fatica a sopravvivere<br />

con temperature corporee di solo due o tre<br />

gradi superiori o inferiori ai 37. E questo indipendentemente<br />

dal fatto che viva in una metropoli o nelle foreste<br />

amazzoniche.<br />

Gli stimoli esterni sono indispensabili alla vita normale,<br />

al benessere complessivo dell’individuo, e alcuni sono essenziali<br />

per la vita stessa. E così è anche per gli animali.<br />

Essere nato in un allevamento non incide sui cosiddetti<br />

“istinti”, ovvero sui marchi comportamentali propri della<br />

specie. E contraddire o reprimere il comportamento di un<br />

animale è andare contro la sua natura, dunque causa di<br />

malessere, anche se i circensi affermano di amare gli animali.<br />

Un amore non certo disinteressato.<br />

I gestori dei circhi equestri ed i proprietari/allevatori di<br />

animali continuano ad affermare che gli animali nei circhi<br />

stanno bene: la salute è controllata, l’alimentazione<br />

è sana ed abbondante, gli allenamenti sono dolci, sono<br />

coccolati e circondati d’amore. E mostrano animali apparentemente<br />

sani, addirittura giocherelloni ed affettuosi.<br />

Alcuni tendono a dar loro ragione. Perché? La ragione è<br />

da ricondursi ad una conoscenza superficiale del circo,<br />

priva di un’adeguata considerazione delle coercizioni subite<br />

dagli animali.<br />

Numerosi studi scientifici interdisciplinari, di cui il più recente<br />

è stato pubblicato da una equipe di studiosi della<br />

facoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Bristol, affermano<br />

che ben difficilmente un animale sta bene in un<br />

circo; altrettanti spiegano che non sta bene nemmeno in<br />

uno zoo con ben altro spazio a disposizione. Figuriamoci<br />

quindi nel circo! Quindi, la benevolenza degli animali di<br />

un circo nei confronti dell’addestratore, ben che vada, è<br />

classificabile come un caso di “sindrome di Stoccolma”<br />

(condizione psicologica nella quale la vittima mostra sentimenti<br />

positivi verso il suo sequestratore), che, in quanto<br />

sindrome, non è davvero un indicatore di benessere.<br />

Qualche veterinario in Italia afferma che non esistono parametri<br />

per valutare il benessere di un animale in cattività<br />

e attende che sia il legislatore a stabilirli.<br />

In generale il mondo veterinario tende ad associare la sanità<br />

fisica al benessere. Utilizzando lo stesso principio, si<br />

potrebbe affermare che un ergastolano fisicamente sano<br />

è anche nel pieno del benessere!<br />

I ricercatori però hanno stabilito, in base a prove cliniche,<br />

che:<br />

i viaggi chiusi nei carri bestiame, con le correlate e spesso<br />

sbrigative operazioni di carico e scarico, sono fonte di<br />

malessere per gli animali;<br />

i lunghi tempi di inattività in spazi angusti sono fonte di<br />

malessere per gli animali, non solo psichico ma anche fisico<br />

visto che porta all’obesità;<br />

FOTO Sam Haddock/PETA<br />

le escursioni termiche sono fonte di malessere per gli animali;<br />

la presenza imposta dell’uomo è fonte di malessere per<br />

gli animali selvatici;<br />

la mancanza di vie di fuga o luoghi ove nascondersi è<br />

fonte di malessere per gli animali;<br />

In definitiva il circo equestre è fonte di malessere per gli<br />

animali.<br />

Questa condizione riguarda gli animali “esotici”, ovvero<br />

le specie non domestiche presenti nei circhi (elefanti, tigri,<br />

leoni, puma, orsi…), ma anche cavalli, cani e bovidi:<br />

carica, viaggia, scarica, aspetta, esibizione, aspetta, carica,<br />

viaggia.<br />

C’è da chiedersi: dov’è la magia del circo per questi animali?<br />

Incredibilmente, per alcuni animali c’è anche una realtà<br />

“peggiore” e a questo proposito possiamo distinguere due<br />

tipologie di animali “da circo”: quelli esibiti e quelli fatti<br />

esibire.<br />

Quelli meramente esibiti, come ad esempio il rinoceronte,<br />

lo struzzo o il bisonte, servono perlopiù come animali<br />

da visita allo zoo del circo e ai quali, al massimo, viene<br />

fatto compiere un paio di giri della pista davanti al pubblico<br />

durante lo spettacolo.<br />

Il circo, oggi, è “anche” - e sempre di più - mostra itinerante<br />

con il suo zoo, acquario e rettilario come attrazioni,<br />

ovvero tende ad espandere il proprio “parco animali”<br />

con l’acquisizione di specie “non tipiche” con lo scopo di<br />

mostrarle, in qualche modo facendo concorrenza ai giardini<br />

zoologici e riprendendo inutilmente il concetto dell’antico<br />

“serraglio”.<br />

Gli animali artisti (come la tigre, il leone, l’elefante, l’orso<br />

o l’otaria) eseguono, al comando del loro domatore,<br />

determinati esercizi all’interno di un numero. E sono questi<br />

ultimi a stare peggio; capiamone il perché partendo<br />

da una breve premessa. Il vocabolario italiano spiega che:<br />

domare = rendere docile, mansueto, addomesticare una<br />

bestia feroce o selvatica o, in senso figurato, sottomettere,<br />

sedare;<br />

addestrare = rendere abile, ammaestrare, esercitare, allenare.<br />

In un circo, quale differenza ci può essere, ad esempio,<br />

5


6<br />

tra il cane, l’elefante e il rinoceronte?<br />

Il cane può essere semplicemente addestrato, vive con<br />

l’uomo da sempre e, inspiegabilmente, si fida di lui e fa<br />

di tutto per compiacerlo.<br />

Il rinoceronte non si può né domare né addestrare e non<br />

accetta alcun tipo di sottomissione, così come la iena. Per<br />

tutti gli animali da “serraglio” fu tentata nel tempo la<br />

doma, ma per alcuni non fu mai possibile nemmeno sottoponendoli<br />

alle peggiori vessazioni o privazioni.<br />

L’elefante da circo deve essere per forza domato e questo<br />

avviene fin dai primi mesi di vita. Il piccolo, sia prelevato<br />

in natura che nato in cattività, viene strappato alle<br />

amorevoli cure della madre ed inizia prestissimo il suo<br />

percorso di sofferenza.<br />

Il perché è molto semplice: le posizioni e gli esercizi che<br />

gli si impone di fare contrastano violentemente con la<br />

sua fisiologia, in pratica operano contro natura poichè il<br />

corpo di un elefante non è naturalmente in grado di riprodurli<br />

se non costretto a forza e con, nel tempo, gravi<br />

conseguenze fisiche. Perciò, a differenza di quanto avvie-<br />

FOTO Sam Haddock/PETA<br />

ne per gli elefanti da lavoro, la doma comincia prestissimo,<br />

e con violenza.<br />

Questo metodo, fino a poco tempo fa, si pensava essere<br />

utilizzato solo prevalentemente in Asia (Tailandia, India, etc.)<br />

e riguardasse animali liberi catturati alle madri. È stato sconvolgente<br />

scoprire che questo avviene, se possibile in modo<br />

ancor più crudele, anche su piccoli nati in cattività, come<br />

documentato dall’ex addestratore di elefanti Sam Haddock,<br />

all’interno del centro segreto di addestramento del circo<br />

Ringling Bros e Barlume & Bailey, il circo americano con il<br />

maggior numero di elefanti al mondo.<br />

Tiranti, pungoli, scosse elettriche e tanto, immenso dolore<br />

inferti ad un cucciolo indifeso da esseri umani che dovrebbero<br />

solo vergognarsi di quello che stanno facendo.<br />

Ma la crudeltà umana non ha limiti poiché al cucciolo,<br />

che è stato perfidamente allontanato dalla madre che pure<br />

vive a pochi metri e lo rimpiange, viene affiancato un<br />

altro elefante già “spezzato” ed asservito all’uomo che,<br />

più facilmente, porta ai risultati desiderati.<br />

Eh sì, che magia il circo!<br />

La doma<br />

Ma in generale, come avviene la doma di animali “artisti”?<br />

Proprio agli antichi serragli dobbiamo, purtroppo, il percorso<br />

dei primi domatori, improntato fortemente dal carattere<br />

aggressivo e violento nei confronti delle “belve<br />

pericolose”. Il messaggio da trasmettere al pubblico era il<br />

totale dominio della natura da parte dell’uomo, tipicamente<br />

di stampo colonialista.<br />

Anche per gli animali non feroci l’addestramento è stato<br />

di tipo violento e si è “apparentemente” protratto nel<br />

tempo fino al dopoguerra del secolo scorso quando si inizia<br />

a parlare di “addestramento in dolcezza”, un metodo<br />

che dovrebbe basarsi non più sulla violenza bensì su un<br />

rapporto di fiducia tra uomo e animali che dia corpo ad<br />

esibizioni più “naturali”.<br />

Peccato che siano proprio alcuni dei promotori di questo<br />

tipo di addestramento che, ripresi “fuori onda” a compiere<br />

violenze inaudite verso gli animali, vengono condannati<br />

per maltrattamento.<br />

In Italia sarà un Orfei, Orlando, che negli anni ’50 si segnalerà<br />

per questo tipo di addestramento, ma nel suo circo<br />

cresce ed agisce proprio Liana che in seguito rilascerà<br />

dichiarazioni su tecniche di addestramento sorprendenti<br />

per la loro crudeltà.<br />

Di fatto, che tale metodo di dolce non abbia proprio nulla,<br />

lo si evince dalla stessa descrizione datane dai padri<br />

fondatori che, nella “paura insita nell’animale” individuano<br />

la chiave stessa per l’addestramento.<br />

Non dimentichiamo che, anche se allevati in cattività, gli<br />

animali selvatici naturalmente rifuggono il contatto umano<br />

o di altre specie e mantengono un istinto naturale.<br />

Ciò significa che esisterà sempre un comportamento innato<br />

dell’animale, un vero e proprio patrimonio genetico<br />

che, ad esempio, non permetterà mai alla tigre di “percepire”<br />

ciò che la circonda alla stregua di un gatto abituato<br />

da sempre al contatto umano. Per tale motivi la<br />

“paura” va considerata a pieno titolo una gravissima<br />

forma di violenza sull’animale selvatico.<br />

Nell’ultimo ventennio, periodo che vede una crescita<br />

esponenziale della maturata sensibilità popolare nei confronti<br />

del mondo animale, le grandi famiglie circensi italiane,<br />

quali i Togni, Orfei, Montico, Casartelli, etc., si sono<br />

date un gran da fare per convincere l’opinione pubblica<br />

che i propri animali, rigorosamente nati in cattività<br />

e non prelevati in natura, sono acquisiti per curarne<br />

direttamente l’addestramento, ovviamente “in dolcezza”.<br />

Il loro rapporto con gli animali viene definito come<br />

improntato da amore, rispetto ed un rapporto costante<br />

uomo- animale che porterebbe a gravi conseguenze<br />

qualora fosse interrotto.<br />

Di fatto la questione si pone in ambito molto diverso.<br />

Innanzi tutto è opportuno specificare che vi è una sostanziale<br />

differenza tra la doma iniziale dell’animale, che<br />

è quella mirata a “spezzare” l’animale e a imprintare in<br />

lui la paura relativamente ad alcuni oggetti specifici<br />

(frusta, bullhook, ecc.) oltre che a fargli capire come sia<br />

impossibile liberarsi, ribellarsi o fuggire, e la fase successiva.<br />

Una volta compiuto questo primo, fondamentale, passo,<br />

ciò che l’animale viene chiamato a fare tutti i giorni sotto<br />

il tendone non può che definirsi mero allenamento, e<br />

cioè la ripetizione di esercizi, che possono anche subire<br />

delle variazioni, così come avviene per i funamboli, gli<br />

equilibristi e tutti gli altri artisti del circo.<br />

Il domare avviene una volta sola e serve, principalmente,<br />

non tanto a far compiere determinati esercizi all’animale,<br />

bensì a fargli capire chi comanda e quali saranno le conseguenze<br />

in caso di disobbedienza.<br />

Per tale motivo si reputano privi di significato gli inviti<br />

ad assistere alle “prove” che i circensi rivolgono a chi critica<br />

le tecniche di addestramento.<br />

Ed in questa prima fase, quanto è credibile l’affermazione<br />

che i domatori/proprietari svolgono personalmente la<br />

doma iniziale dei propri animali?<br />

Lo scorso anno il famoso circo di Nando Orfei (soc. Orfei-Bellucci)<br />

acquisì 4 nuove tigri arrivate dalla Spagna,<br />

già “preparate” da Mary Chipperfield che ne curò direttamente<br />

la consegna al domatore Emidio Bellucci (Fonte:<br />

Ufficio Stampa <strong>Circo</strong> Bellucci 18.7.2009).<br />

Anche le tigri del <strong>Circo</strong> Amedeo Orfei risultano di provenienza<br />

Chipperfield.<br />

Il marchio Chipperfield, riconducibile principalmente a<br />

Mary Chipperfield, è volutamente sconosciuto all’opinione<br />

pubblica, ma è invece assai conosciuto nel mondo<br />

circense.<br />

Mary Chipperfield, che in Spagna gestisce un blindatissimo<br />

centro di addestramento per animali da circo, dovette<br />

fuggire dall’Inghilterra dove subì un processo per gravi<br />

maltrattamenti a danno degli animali tanto che dovette<br />

riparare prima in Francia e poi in Spagna, dove è tutt’ora.<br />

La crudeltà dei suoi metodi fu documentata in maniera<br />

incontrovertibile ma la “signora”, con coniuge al seguito,<br />

continua ad operare nonostante abbia nominato la<br />

nipote titolare del centro.<br />

Il suo ruolo è sempre stato, e continua ad essere, quello<br />

di reperire ed addestrare animali da destinare ai vari circhi<br />

europei.<br />

I leoni di Martin Lacey junior, che ha vinto il Clown d’oro<br />

a Montecarlo, e proprietario di due leoni bianchi, provengono<br />

dagli allevamenti dei Chipperfield.<br />

Le tigri di Stefano Nones Orfei del circo di Moira Orfei<br />

provengono anch’esse dai Chipperfields e cosi i suoi due<br />

leoni bianchi, Ginevra ed Artù.<br />

Quindi, dagli italiani Orfei (Moira, Amedeo, etc.) ed altri,<br />

agli stranieri Knie, Pinder e Lacey, chi puo permetterselo<br />

rinnova il numero coi felini (prevalentemente tigri) e chi<br />

ha soldi (e il nome) va dai Chipperfields, rivendendo i<br />

“vecchi” felini ai circhi minori (vedi il <strong>Circo</strong> di Barcellona)<br />

che li sfrutteranno ancora per qualche anno nell’attesa<br />

di un altro gruppo dismesso.<br />

Animali sconosciuti che arrivano già imprintati e che vengono<br />

“affittati” o “prestati” con estrema facilità: lo scorso<br />

Natale il <strong>Circo</strong> Americano a Roma presentava 3 tigri,<br />

mentre il resto del gruppo era stato noleggiato all’Herman<br />

Renz in Olanda e gli elefanti frazionati tra il Medrano<br />

Francese e l’Arlette Gruss.<br />

Lo stesso fa il circo di Praga dei fratelli Cristiani: le tigri<br />

vengono noleggiate con il domatore Redi Cristiani e nel<br />

circo tengono l’essenziale.<br />

Animali che vanno e vengono come pacchi in giro per<br />

l’Europa, molto spesso finendo nelle mani di altri doma-<br />

7


8<br />

tori proprio come nel caso degli stessi Artù e Ginevra, i<br />

due leoni bianchi acquistati nel 2007, che alla fine del<br />

2008 erano già stati prestati al circo Mundial in Spagna<br />

e che sono rientrati al Moira Orfei all’inizio del <strong>2010</strong>.<br />

Sono questi gli animali che morirebbero di dolore, a detta<br />

dei circensi, se fossero strappati ai loro domatori, ma<br />

è più giusto dire proprietari, che tanto li amano?<br />

Nel circo arrivano animali già “predisposti”; al domatore<br />

spetta il compito di farsi riconoscere ed accettare.<br />

I numerosi incidenti con felini nei circhi dipendono dal<br />

fatto che il domatore non è ancora riuscito a farsi accettare<br />

da almeno un individuo.<br />

Il solo circo di Moira Orfei vanta un incredibile numero<br />

di attacchi a domatori, di cui l’ultimo nel dicembre scorso<br />

al figlio Stefano Nones da parte di una tigre.<br />

Stress e malessere<br />

A questa dolorosa sopravvivenza vanno aggiunti ulteriori<br />

fattori critici: quelli derivanti da violenze e percosse gratuite<br />

inflitte agli animali, più volte documentate attraverso<br />

materiale video-fotografico, e quelle derivanti dallo<br />

spregio dei Criteri di detenzione degli animali nei circhi<br />

fissati dalla Commissione Scientifica CITES del Ministero<br />

dell’Ambiente. Con la promulgazione della legge<br />

n.426 del dicembre 1998, il legislatore richiese alla Commissione<br />

Scientifica CITES di valutare e concedere l’doneità<br />

a detenere animali esotici, a quei circhi e mostre<br />

viaggianti che ne garantissero il benessere.<br />

Nessuna idoneità fu concessa, a riprova dell’impossibilità<br />

che queste strutture di contenimento possano offrire il<br />

minimo benessere agli animali ivi detenuti. Si rese quindi<br />

necessario, per evitare di chiudere tutte le strutture, fissare<br />

dei criteri minimi di detenzione che la Commissione<br />

elaborò nel 2000, con aggiornamento nel 2006.<br />

Purtroppo, la maggior parte dei criteri relativi alla detenzione<br />

non vengono osservati in modo costante, puntuale<br />

ed uniforme e in molti casi il mancato rispetto è una<br />

prassi consolidata.<br />

Tra quelli maggiormente disattesi si possono valutare:<br />

• il rispetto delle temperature in base alla specie<br />

• gli arricchimenti ambientali (di ogni tipo, comprese le<br />

vasche per il bagno, i pali per l’affilatura delle unghie,<br />

le tavole a differenti altezze, ecc.)<br />

• la possibilità per gli animali di sottrarsi alla vista del<br />

pubblico<br />

• le dimensioni dei recinti (più spesso per gli animali non<br />

inseriti nelle linee guida CITES) e il fatto che alcuni animali<br />

non devono essere legati.<br />

La valutazione degli animali (documentazione, condizioni<br />

di detenzione, condizioni di salute) viene fatta dal Servizio<br />

Veterinario e/o dal nucleo del Corpo Forestale, non<br />

sempre dal Servizio CITES.<br />

Nella quasi totalità dei casi il sopralluogo non avviene a<br />

sorpresa e quindi le condizioni di detenzione degli animali<br />

possono essere modificate per l’ispezione.<br />

Qualora il sopralluogo venga effettuato solamente dal<br />

Servizio Veterinario ASL, e non anche dal Corpo Foresta-<br />

le, la mancanza di competenza relativamente agli animali<br />

esotici aggrava le già superficiali ispezioni che si concludono<br />

quasi sempre con una valutazione positiva in merito<br />

al trattamento degli animali, anche di fronte a palesi<br />

casi di maltrattamento.<br />

Di fatto le violazioni indicate come costanti non vengono<br />

quasi mai prese in considerazione come forma di mancato<br />

benessere, ma vengono quasi sempre accettate come<br />

mancanze minori sulle quali si può sorvolare. Alcuni<br />

tra i più intraprendenti rilasciano delle prescrizioni ma,<br />

dato l’esiguo tempo di attendamento del circo, non ci si<br />

cura di verificare se la struttura e sia adeguata o meno.<br />

A questo proposito dovrebbe essere fatto obbligo ai circhi<br />

di detenere un registro per l’annotazione di eventuali<br />

prescrizioni in seguito a carenze, con l’obbligo per i circhi<br />

di metterlo a disposizione delle autorità competenti<br />

nei successivi attendamenti.<br />

La provenienza degli animali dei circhi<br />

La presenza di animali nei circhi è conseguenza di:<br />

• acquisto da strutture specializzate nella riproduzione<br />

e/o primo addestramento;<br />

• nascite nel circo;<br />

• cessione da zoo (pratica illegale, ma ammessa dai circensi<br />

stessi);<br />

• prelievo in natura.<br />

Le nascite in cattività dovrebbero essere talmente numerose<br />

da soddisfare la richiesta non solo di semplici<br />

animali, ma di esemplari già adulti e pronti per esibirsi.<br />

È incredibile che si continui a credere che gli animali<br />

siano nati tutti nei circhi o comunque in cattività, dato<br />

che le rare nascite vengono pubblicizzate con enfasi e<br />

non sono certo tali da soddisfare le continue acquisizioni<br />

di animali. Vi sono più giraffe e zebre nei circhi di<br />

quante ne siano nate in tutti i circhi, zoo e parchi faunistici<br />

messi assieme!<br />

Il movimento interno degli animali non si limita alla cessione<br />

temporanea di numeri ma anche alla cessione definitiva,<br />

da parte di circhi “ricchi” a circhi con meno disponibilità<br />

finanziarie, di animali ormai vecchi. Vi sono<br />

anche stati casi di cessione a privati.<br />

Da questo emerge anche l’esistenza di una gerarchia tra<br />

strutture: i circhi ricchi e quelli minori; i circhi nazionali<br />

e internazionali e i circhi di nicchia che vivacchiano a livello<br />

regionale.<br />

Più che operare in concorrenza, si tratta di un vero e proprio<br />

cartello. Che si “ciba” anche delle nostre tasse.<br />

Una riflessione: questi circhi di nicchia potrebbero sganciarsi<br />

dal cartello semplicemente trasformandosi da<br />

“equestri” a “ginnici” rifiutando la logica, pro-grandi<br />

circhi, secondo la quale la presenza di animali, anche<br />

se estremamente costosa, è essenziale per la sopravvivenza<br />

del circo.<br />

Per quanto riguarda la riproduzione degli animali, molte<br />

sono le domande che emergono.<br />

Tigri, leoni, elefanti, ecc., invecchiano. Forse, e purtroppo<br />

per loro, a volte vivono più a lungo che non in natura,<br />

ma invecchiano anche nei circhi. Anche per loro vale comunque<br />

il principio biologico di età riproduttiva e quindi<br />

esiste un periodo di tempo entro cui i circhi possono<br />

9


10<br />

far accoppiare gli animali per ottenerne di nuovi. Ma<br />

scientificamente la riproduzione in cattività di molte specie<br />

è assai difficile, per altre impossibile.<br />

Ora, com’è normale, gli annunci di nascite nell’ambito del<br />

circo sono limitati mentre il “parco animali” rimane costante,<br />

se non in aumento. Da dove provengono, allora, gli<br />

animali che sostituiscono quelli troppo vecchi o deceduti?<br />

È possibile che tutti i circhi europei siano alimentati da<br />

un’unica struttura, per quanto grande?<br />

È possibile che nessun animale giovane si mostri refrattario<br />

all’addestramento? E allora, che fine fa?<br />

E tutte le tigri dei Chipperfield da dove provengono?<br />

L’affermazione che tutti gli animali nei circhi siano nati<br />

in cattività appare labile, quando gli stessi proprietari, in<br />

molti casi, non ne conoscono l’origine.<br />

Vi sono circhi che intraprendono lunghe tournée verso<br />

Paesi in cui ottenere animali esotici e false certificazioni<br />

Cites è un gioco da ragazzi: con quanti animali sono partiti<br />

e con quanti ritornano?<br />

Quanti animali vecchi vengono sostituiti con giovani?<br />

Quanti documenti vengono eventualmente falsificati e<br />

microchip sostituiti?<br />

I numeri dei circhi<br />

Quanti sono i circhi e quanti gli animali impiegano? In<br />

nessun settore economico è più difficile stabilire il numero<br />

effettivo delle imprese quanto nei circhi in quanto,<br />

al di là di pochissimi e famosi complessi che hanno<br />

tutto l’interesse a mantenersi riconoscibili, vi è un sottobosco<br />

di strutture che, nel corso degli anni, hanno<br />

mutato più e più volte l’insegna che dovrebbe caratterizzarli.<br />

Nei tempi andati sono stati i matrimoni tra membri<br />

di famiglie circensi diverse che hanno caratterizzato<br />

nascite e fusioni, mentre ora, per motivazioni che non<br />

è dato del tutto conoscere, tutta una serie di circhi assume<br />

una data insegna per poi cambiarla con frequenza.<br />

O, ancora, parti di circo si fondono con altre strutture<br />

solo per determinati periodi. Un esempio fra i tanti<br />

è quello del <strong>Circo</strong> Nazionale Viviana Orfei che ha debuttato<br />

lo scorso anno assorbendo una parte del <strong>Circo</strong><br />

Alex Hamar (mentre alcuni dei numeri hanno proseguito<br />

le tournée nella penisola balcanica), della famiglia<br />

Coda Prin, ed il <strong>Circo</strong> di Spagna della famiglia Carbonari<br />

(quest’ultimo nel corso degli anni si era già chiamato<br />

<strong>Circo</strong> Ariz, <strong>Circo</strong> Euro 2000, <strong>Circo</strong> Lina Orfei e Sool<br />

Universal Circus). Da pochissimo il sodalizio tra le due<br />

famiglie si è sciolto, la famiglia Coda Prin ha portato<br />

via i propri animali ed al Viviana Orfei sono stati mandati<br />

elefanti, giraffe ed un gran numero di altri esotici<br />

dal circo Medrano in tourneè nella penisola balcanica.<br />

Tutto questo dopo la sentenza con cui il Tribunale di<br />

Torino inibiva alla signora Viviana Orfei l’utilizzo, in tutto<br />

il territorio nazionale, del nome “Orfei”, in ogni cartellone,<br />

manifesto, sito internet e altro supporto pubblicitario<br />

o telematico, in funzione di marchio. Questo<br />

è solo un caso fra i molti che può far capire come sia<br />

difficile censire le strutture circensi.<br />

Possiamo affermare che il numero dei circhi con animali,<br />

comprese le mostre faunistiche itineranti e i circhi acquatici,<br />

è di circa 100 unità.<br />

Per quanto riguarda invece il numero degli animali al<br />

seguito dei circhi si è cercato di fare una stima il più<br />

possibile reale e con un minimo margine di scostamento.<br />

Il problema maggiore è stato censire volatili, serpenti<br />

e, soprattutto, pesci. Questa tipologia di animali,<br />

insieme ai rettili, ha visto un aumento esponenziale negli<br />

ultimi anni con la nascita dei circhi definiti “acquatici”<br />

che, in taluni casi, sono solo delle mostre itineranti<br />

senza che vi siano spettacoli accompagnati da esibizioni<br />

umane.<br />

Complessivamente gli animali impiegati, con stima effettuata<br />

per difetto, si attestano su più di 2.000, tra cui<br />

più di 400 equidi per la maggioranza cavalli, ma anche<br />

pony e asini e circa 50 zebre. Risultano anche un’ottantina<br />

di bovidi vari tra cui una decina di bisonti.<br />

E poi:<br />

circa 140 tra cammelli e dromedari<br />

9 giraffe<br />

una sessantina di lama<br />

6 rinoceronti<br />

più di 20 ippopotami<br />

più di 50 elefanti<br />

meno di 10 orsi<br />

6/8 scimmie<br />

circa 160 tigri comprese bianche e rosa<br />

circa 60 tra leoni ed altri felini<br />

40 tra struzzi, emù, etc.<br />

circa 350 volatili di cui la maggioranza pappagalli, ma<br />

anche rapaci, notturni, avvoltoi<br />

dai 70 agli 80 mammiferi di vario genere che comprendono<br />

anche animali tipicamente da fattoria<br />

più di 100 cani<br />

una ventina di mammiferi marini (otarie, etc.)<br />

circa 60 pinguini<br />

circa 400 rettili, tra cui 250 serpenti – prevalentemente<br />

pitoni, boa e anaconde – e 50 tra coccodrilli e alligatori<br />

più di 200 i pesci stimati, in gran numero piranha<br />

Mettendo insieme tutte le stime nazionali, la popolazione<br />

globale delle tigri è stimata in una quota che va dai<br />

3.402 ai 5.140 (fonte IUCN) e il trend è vertiginosamente<br />

in calo. Le sole tigri in possesso dei circhi della famiglia<br />

Vassallo potrebbero ripopolare un intero territorio a<br />

rischio d’estinzione. Ma si continua a prelevare in natura,<br />

ben sapendo che la riproduzione in cattività porterà a rarissimi<br />

parti e di nessuna utilità dal punto della conservazione<br />

della specie.<br />

Legislazione e contributi<br />

La prima forma di tutela giuridica dello Stato italiano nei<br />

confronti dei circhi e delle attività di spettacolo viaggiante<br />

risale al 1968. Con la Legge 337 - Art. 1 - “Lo stato<br />

riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello<br />

spettacolo viaggiante pertanto sostiene il consolidamento<br />

e lo sviluppo del settore” – prevedendo un fondo -<br />

Art. 19 - “per la concessione di contributi straordinari agli<br />

esercenti dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante.<br />

Oltre che a titolo di concorso nelle spese di ricostruzione,<br />

ammodernamenti e difficoltà di gestione, viene stabilito<br />

che questi fondi potranno essere erogati anche a<br />

favore di iniziative assistenziali od educative”.<br />

Nel 1985, con la Legge 163 viene istituito il Fondo Unico<br />

per lo Spettacolo (FUS) con lo scopo di finanziare “enti,<br />

istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti<br />

nei settori delle attività […] circensi e dello spettacolo<br />

viaggiante, nonché per la promozione ed il sostegno di<br />

manifestazioni ed iniziative di carattere e rilevanza nazionali<br />

da svolgere in Italia o all’estero”. Fanno seguito<br />

successivi decreti fino ad arrivare al D.M. del 20 novembre<br />

2007 – “Criteri e modalità di erogazione di contributi<br />

in favore delle attività circensi e di spettacolo viaggiante,<br />

in corrispondenza degli stanziamenti del Fondo<br />

unico per lo spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985,<br />

n. 163” – che, tra l’alto, si pone quali obiettivi:<br />

favorire il costante rinnovamento dell’offerta di spettacolo<br />

viaggiante e dell’arte circense italiana;<br />

particolare attenzione a consentire l’accesso alla cultura<br />

circense alle nuove generazioni e alle categorie meno favorite;<br />

sostenere la funzione sociale, ricreativa e pedagogica dell’attività<br />

circense e dello spettacolo viaggiante.<br />

Tralasciando l’obiettivo del rinnovamento dell’offerta e<br />

quello dell’accesso alla cultura (!) circense, evitando di<br />

tornare sull’argomento “funzione sociale” e dando per<br />

scontata la funzione ricreativa, una riflessione sulla presunta<br />

“funzione pedagogica” è necessaria.<br />

Il 2007 è ben distante dal 1909, anno in cui Maria Montessori<br />

pubblica il suo libro “Il metodo della pedagogia<br />

scientifica”, ma è evidente che chi ha definito per legge<br />

che il circo ha una funzione pedagogica probabilmente<br />

non sa chi fosse una delle più illustri scienziate italiane.<br />

Poiché la pedagogia è la “scienza dell’educazione che si<br />

occupa della riflessione critica e della progettazione della<br />

pratica educativa; essa si inserisce in un ambito costituito<br />

da un insieme di discipline che hanno come oggetto<br />

di studio il processo educativo ivi compresa l’istruzione”,<br />

qualcuno dovrebbe spiegare come interviene il circo<br />

nel processo educativo o nell’istruzione. La risposta viene<br />

da un documento firmato da più di cinquecento psicologi<br />

che tra l’altro: “esprimono motivata preoccupazione<br />

rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo,<br />

psicologico della frequentazione dei bambini di zoo,<br />

circhi e sagre in cui vengono impiegati animali. Queste<br />

realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati<br />

della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni<br />

non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti<br />

contrari alle loro caratteristiche di specie. Tali<br />

contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza<br />

per la realtà animale, sono veicolo di un’educazione<br />

al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al<br />

disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano<br />

lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento<br />

di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta<br />

incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio,<br />

all’ingiustizia.”<br />

Il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), relativo ai circhi<br />

e alle attività di spettacolo viaggiante, gestito dalla Direzione<br />

Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero per<br />

i Beni e le Attività Culturali, è stato così ripartito negli<br />

ultimi anni:<br />

2008: 6.793.976,00 di euro<br />

2009: 5.755.010,97 di euro<br />

Per l’anno <strong>2010</strong> lo stanziamento stabilito per i circhi è di<br />

11<br />

6.252.883,32 euro.<br />

Mentre appaiono condivisibili i contributi stanziati volti<br />

a supportare le scuole di circo contemporaneo, quale investimento<br />

per il futuro di giovani che intendano intraprendere<br />

una carriera nel variegato mondo circense, risulta<br />

invece incomprensibile lo sperpero di denaro pubblico<br />

attuato mediante l’attribuzione di grosse cifre del<br />

Fus nei confronti di talune strutture circensi, come ad<br />

esempio il colosso Togni, la famiglia Casartelli del circo<br />

Medrano e Moira Ofei.<br />

In contrapposizione, il riparto del Fus complessivamente<br />

destinato alle iniziative promozionali, assistenziali ed educative<br />

si è attestato al di sotto dì 1.000.000,00.<br />

Da rilevare come, negli ultimi anni si sia assistito ad un<br />

fiorire di iniziative benefiche da parte del mondo circense,<br />

oltre che particolare attenzione verso i disabili e la<br />

gioventù. A tal proposito è opportuno sapere che, tra i<br />

criteri che sono valutati per l’assegnazione del fondo, Art.<br />

5 Comma 3, lettera g, sono oggetto di punteggio “le agevolazioni<br />

previste a favore del mondo della scuola, del lavoro<br />

e dei disabili”.<br />

Nell’ultimo dossier pubblicato sullo spettacolo dal vivo<br />

dalla Direzione Generale si ribadisce che, in merito all’attribuzione<br />

del FUS in riguardo all’aspetto qualitativo, la<br />

valutazione viene fatta in relazione alla validità del progetto<br />

artistico, all’attendibilità del programma artistico<br />

in relazione al numero delle rappresentazioni preventivate,<br />

all’importanza culturale del progetto Artistico, al numero<br />

e la tipologia di città visitate, all’identità e la continuità<br />

del complesso circense a livello artistico, organizzativo<br />

ed occupazionale, alla rilevanza del complesso circense,<br />

alla regolarità gestionale nonché all’impiego di personale<br />

non familiare, alle agevolazioni previste a favore<br />

del mondo della scuola, del lavoro e dei disabili, alla presenza<br />

di eventuali tourneè all’estero.<br />

Va evidenziato come questo Decreto stabilisca che il contributo<br />

venga a decadere in caso (Art. 7, comma 2) di<br />

condanna definitiva a seguito di delitti di cui al Titolo IX<br />

bis del libro II del codice penale (dei delitti contro il sentimento<br />

per gli animali) o di ogni altra violazione di disposizioni<br />

normative statali e dell’UE in materia di protezione<br />

degli animali.<br />

Di fatto, tra i vari circhi che hanno avuto accesso al<br />

contributo ve ne sono alcuni, oltre a quelli con condanne,<br />

che hanno dato dimostrazione palese di maltrattamento<br />

animale e molti non in regola dal punto di vista<br />

documentale, sia per mancanza delle indispensabili certificazioni<br />

relative agli animali, sia per irregolarità amministrative.<br />

Inoltre, le regalie del FUS includono sostegni alle tourneè<br />

all’estero dove i nostri circhi dovrebbero rappresentare la<br />

tradizione circense italiana.<br />

Tra le pagine che seguono troveremo un esempio quanto<br />

mai illuminante in questo senso e, per citarne un altro,<br />

pensiamo al Darix Togni che continua all’estero la<br />

pratica vietata di far saltare le tigri attraverso il cerchio<br />

di fuoco.<br />

A titolo esemplificativo, oltre che per offrire un quadro,<br />

seppur limitato, sulla realtà dei circhi italiani, sono state<br />

prese in esame alcune strutture più o meno famose ma<br />

sicuramente rappresentative.


12<br />

<strong>Circo</strong> Alex Hamar<br />

Dal 1 gennaio 2006 il <strong>Circo</strong> Alex Hamar è inserito nel registro<br />

delle imprese con la denominazione <strong>Circo</strong> Nazionale<br />

Italia Alex Hamar di Coda Prim Pietro e tra le attività<br />

prevede unicamente quelle di attività circense e circo<br />

equestre.<br />

Dal 2008 al <strong>2010</strong> il <strong>Circo</strong> Alex Hamar ha ricevuto un totale<br />

di € 125.000,00 di finanziamenti pubblici suddivisi<br />

come indicato qui di seguito:<br />

2008 2009 <strong>2010</strong><br />

Attività Circense in Italia 20.000 25.000 25.000<br />

Attività Circense svolta all’estero<br />

Anno rendicontazione<br />

del contributo 2008 2009 <strong>2010</strong><br />

Anno tournée per cui è<br />

stato concesso il contributo 2007 2008 2009<br />

Luogo della tournée Turchia Grecia Grecia<br />

Importo del contributo 15.000 20.000 20.000<br />

TOTALE CONTRIBUTI DAL 2008 AL <strong>2010</strong> 125.000,00<br />

Il Decreto 20 novembre 2007, che stabilisce i criteri e le<br />

modalità di erogazione di contributi in favore delle attività<br />

circensi e di spettacolo viaggiante, stabilisce infatti<br />

che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali eroghi<br />

contributi per i circhi e gli spettacoli viaggianti al fine,<br />

tra gli altri, di “sostenere la funzione sociale, ricreativa<br />

e pedagogica dell’attività circense e dello spettacolo viaggiante”<br />

e di “sostenere la promozione internazionale della<br />

tradizione circense italiana all’estero”.<br />

È quindi interessante vedere quale sia la “tradizione<br />

circense italiana” di cui il circo si è fatto portatore in<br />

Grecia ricevendo in premio 40.000,00 euro di contributi<br />

pubblici.<br />

Nel maggio del 2009, nel corso della sua tournée in Grecia,<br />

il <strong>Circo</strong> Alex Hamar, con l’insegna di <strong>Circo</strong> Massimo,<br />

fu oggetto di un filmato che ha fatto il giro del mondo<br />

suscitando sdegno e indignazione.<br />

Ed altrimenti non poteva essere.<br />

Di seguito alcuni passi dalla denuncia presentata dall’Associazione<br />

Psichanimal Athens nel mese di luglio 2009<br />

a seguito dell’episodio.<br />

“Il 12 maggio 2009 alle 9.34 a.m. circa, è stato mostrato<br />

sul canale televisivo Greco “Skai”, e in particolare sulla<br />

trasmissione “ECO NEWS” un video amatoriale . Nel<br />

video è possibile vedere […] Davide Coda Prin, un uomo<br />

di quasi 50 anni, che tiene in mano un oggetto di ferro<br />

che ha un appuntito uncino di metallo ad una estremità,<br />

conosciuto come bullhook, e colpisce violentemente, furiosamente<br />

e senza ragione, un elefante, chiamato Andra,<br />

sulla testa. […] L’elefante, Andra, è una femmina di<br />

elefante Asiatico di circa 42 anni […]. L’uomo stava utilizzando<br />

simultaneamente il bullhook per pungere la pelle<br />

dell’elefante, tirare e poi sganciarlo, più e più volte ripetutamente.<br />

Il risultato è che l’uomo ha inflitto intenzionalmente<br />

molte ferite sul retro del lobo del suo orecchio<br />

sinistro.”<br />

La denuncia prosegue poi spiegando “Il comportamento<br />

di estrema crudeltà sopra descritto […] e rivolto contro<br />

un animale era inteso a domare l’elefante, ovviamente,<br />

in quanto in quel momento l’elefante stava mangiando<br />

tranquillamente, ma è stato perpetrato per evitare che<br />

l’elefante mangiasse il fieno che gli era di fianco. Essendo<br />

affamato, l’elefante avrebbe avuto motivo di “svolgere<br />

il suo lavoro” durante lo show per essere successivamente<br />

alimentato “come ricompensa”.<br />

“Il duro comportamento tenuto nei confronti dell’elefante,<br />

qui sopra descritto e risultante in danni fisici, ha causato<br />

inoltre anche danni psicologici all’elefante, come è<br />

risultato da un filmato amatoriale […] ripreso dopo che<br />

il circo ha cambiato il nome di cartellone in “<strong>Circo</strong> American<br />

Show”, e nel quale l’elefante viene ripreso mentre<br />

muove ripetutamente la testa avanti e indietro. Stando<br />

a quanto sostiene Samantha Lindley (membro onorario<br />

alla Royal (Dick) School of veterinary studies, Università<br />

di Edimburgo, docente onorario all’Università di Glasgow<br />

e con 16 anni di esperienza come veterinaria comportamentista<br />

per il comportamento di animali selvatici in<br />

cattività), questo comportamento stereotipato costituisce<br />

prova dell’esistenza di un danno psicologico negli<br />

elefanti utilizzati nei circhi, a causa della vita in cattività<br />

e dell’impossibilità di fuggire, e anche a causa dei<br />

metodi di addestramento che si basano su violenza fisica<br />

o psicologica.<br />

G.A. Bradshaw (esperto internazionale di traumi su elefanti<br />

e altri animali in cattività, membro fondatore e Direttore<br />

del Kerulos Center per la psicologia animale e per<br />

il recupero da traumi) conferma che l’estrema forza fisica,<br />

la crudeltà e il trauma emozionale al quale Andra è<br />

stata sottoposta nel video, sono indiscutibili. Le pratiche<br />

comunemente utilizzate nei circhi sono ad esempio le<br />

percosse violente, l’isolamento, l’incatenamento, la deprivazione<br />

di cibo e acqua, e tutta una vasta gamma di<br />

strumenti utilizzati per invalidare l’elefante psicologicamente<br />

attraverso dolore e dominazione. I traumi psico-<br />

13<br />

logici causati agli elefanti dall’uso di queste pratiche e<br />

la cattività, possono anche essere causa di una serie di<br />

disordini, quali: infanticidio, iperaggressività, depressione,<br />

poca salute, anoressia, asocialità, automutilazione.<br />

La denuncia precisa infine che: “Il 5 luglio 2009, il circo<br />

si è ritirato dal territorio Greco per la risonanza avuta<br />

dall’episodio e per poter evitare le sanzioni penali contro<br />

i responsabili, nonostante gli spettacoli del circo fossero<br />

stati programmati fino ad ottobre 2009 stando […]<br />

a loro dichiarazioni. Prima del ritiro dalla Grecia, in giugno<br />

2009, lo stesso circo ha messo in scena alcune esibizioni<br />

nella città di Volos cambiando la propria insegna<br />

in “<strong>Circo</strong> American Show” in quanto i responsabili volevano<br />

evitare il sequestro dell’elefante, l’imposizione di<br />

sanzioni penali ma anche le reazioni di protesta dei gruppi<br />

per i diritti degli animali.”<br />

Insieme alla denuncia è stata presentata inoltre una lettera<br />

del Ministero Greco dello sviluppo rurale (numero di<br />

protocollo 3221/29-05-2009) relativa ad una proposta di<br />

proibire l’ingresso in Grecia, che non ha propri circhi, ai<br />

circhi con animali.<br />

“È incredibile che un Paese come l’Italia continui a ‘riconoscere<br />

il valore dell’attività circense’ e a finanziare le<br />

tournée di circhi implicati in tali situazioni. Veramente<br />

un bel modo di promuovere la tradizione circense italiana<br />

all’estero. Inoltre, se l’erogazione del contributo è finalizzata<br />

al raggiungimento di determinati obiettivi, perché<br />

non vi sono stati dei controlli in tal senso? O il contributo<br />

viene dato ‘a pioggia’, senza alcuna verifica? “<br />

La <strong>LAV</strong> ha quindi scritto al Ministro per i Beni e le Attività<br />

Culturali, On. Sandro Bondi, per chiedergli di intervenire<br />

nel merito, affinché siano ritirati i fondi 2009-<br />

<strong>2010</strong> concessi al circo Hamar, escludendolo di dovere dalle<br />

future erogazioni.


14<br />

<strong>Circo</strong> di Barcellona<br />

Il <strong>Circo</strong> di Barcellona è inserito nel registro delle imprese<br />

con la denominazione <strong>Circo</strong> di Barcellona di Franchetti<br />

Enis.<br />

Nel dicembre 2006, al <strong>Circo</strong> di Barcellona veniva negata<br />

la concessione di attendamento nella città di Milano in<br />

quanto il Servizio Veterinario ASL, a seguito di sopralluogo,<br />

verificava gravi carenze in merito alle prescritte documentazioni.<br />

In particolar modo risultavano non presenti:<br />

• autorizzazione prefettizia alla detenzione di animali pericolosi<br />

• certificazione CITES (Convenzione sul commercio internazionale<br />

delle specie animali e vegetali in via di estinzione,<br />

firmata a Washington nel 1973) per tre tigri<br />

• documentazione identificativa per due cavalli<br />

• cartelle cliniche degli animali<br />

• registro di carico e scarico degli animali<br />

• piano di alimentazione, di pulizia e disinfestazione<br />

• modalità di smaltimento delle deiezioni<br />

• attestazione della formazione del personale<br />

• valutazione del veterinario curante su gabbie, alloggi,<br />

mezzi di trasporto e modalità di manipolazione degli<br />

animali<br />

• descrizione della tipologia degli spettacoli in cui sono<br />

utilizzati animali<br />

Data la mancanza della necessaria documentazione, nel<br />

2007, tre tigri furono sequestrate.<br />

La documentazione relativa agli animali, lungi dall’essere<br />

una futilità burocratica, è infatti uno strumento fondamentale<br />

per garantire che alcuni dei basilari diritti degli<br />

animali vengano rispettati: dalla garanzia che le specie<br />

animali in pericolo di estinzione non vengano più prelevati<br />

in natura fino al controllo dei corretti parametri di<br />

nutrizione, cura e detenzione.<br />

Continuando a monitorare l’attività del <strong>Circo</strong> la <strong>LAV</strong> ha<br />

avuto modo di verificare che durante gli spettacoli almeno<br />

una delle tigri sottoposte a sequestro veniva ancora<br />

utilizzata come attrazione sulla pista.<br />

A seguito della denuncia della <strong>LAV</strong> nel gennaio 2009 il<br />

Sig. Franchetti, proprietario del circo, è stato ritenuto colpevole,<br />

in primo grado, del reato di detenzione di grandi<br />

felini sprovvisti di certificazioni Cites, oltreché di aver<br />

continuato a trarre profitto dall’esibizione in pubblico di<br />

questi animali.<br />

Il Franchetti è stato quindi condannato a 4 mesi di arresto<br />

e a 5.000,00 euro di ammenda, ancorché col beneficio<br />

della pena sospesa.<br />

Il Tribunale ha stabilito inoltre la confisca delle tigri<br />

ancora in vita, purtroppo una solamente perché le altre<br />

due sono morte nel frattempo.<br />

È stata una sentenza di grande importanza in quanto si<br />

basa sulla corretta applicazione della Legge 7 febbraio<br />

1992 n.150 che, rispettivamente agli art. 1 e 2, stabilisce<br />

il sistema sanzionatorio in caso di violazione di quanto<br />

previsto dal regolamento (CE) 338/97 (relativo alla protezione<br />

di specie della flora e della fauna selvatiche mediante<br />

il controllo del loro commercio) per gli esemplari<br />

appartenenti alle specie elencate negli Allegati A, B e C<br />

del Regolamento medesimo.<br />

La tigre è un animale che rientra di diritto nell’Allegato<br />

A del Regolamento 338/97, e cioè viene ritenuta in grave<br />

pericolo di estinzione, tuttavia le tigri nate in cattività<br />

vengono inserite nell’Allegato B in quanto considerate<br />

oggetto di minore tutela. Fortunatamente la norma<br />

si estende ad entrambe le possibilità per cui non vi è dubbio<br />

che la confisca diventi un obbligo così come sancito<br />

dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 18805/06,<br />

per cui è vietato detenere in Italia animali appartenenti<br />

alla fauna selvatica protetta della Convenzione CITES, e<br />

del quale non sia possibile dimostrare la regolarità dell’importazione<br />

o della detenzione. Quindi - passaggio importantissimo<br />

- anche se il reato possa cadere in prescrizione<br />

andando a sanare l’illecito penale, la confisca rimane<br />

obbligatoria come tutela assoluta dell’animale.<br />

Negli anni tra il 2007 e il 2009 il Ministero per i Beni e<br />

le Attività Culturali ha rendicontato un totale di 60.000,00<br />

euro di contributi stanziati per il Sig. Franchetti Enis, legale<br />

rappresentante del <strong>Circo</strong> di Barcellona.<br />

2007 2008 2009<br />

Attività circense in Italia 20.000,00 20.000,00 20.000,00<br />

<strong>Circo</strong> Martini - Orfei Cirque D’Europe<br />

Il <strong>Circo</strong> di Martini – Cirque D’Europe è di proprietà di Dario<br />

Martini ed ha come direttore artistico Rinaldo Orfei.<br />

Nel dicembre 2009 volontarie <strong>LAV</strong> hanno provveduto ad<br />

effettuare un sopralluogo presso il circo Martini – Cirque<br />

d’Europe, visitando lo zoo annesso al circo.<br />

Nel corso della visita è stata rilevata la presenza di due<br />

elefanti legati a catena.<br />

Due delle quattro zampe di ciascun elefante risultavano<br />

legate ad una catena corta e fissate ad una sottostante<br />

pedana in legno, rendendo in questo modo impossibile,<br />

per gli animali, qualsiasi tipo di movimento.<br />

In questo contesto non stupisce che uno dei due elefanti<br />

presentasse anche un movimento stereotipato, classico<br />

segno di stress negli elefanti presenti nei circhi: il continuo<br />

ed ossessivo dondolio della testa.<br />

È incredibile come, a distanza di dieci anni dall’entrata in<br />

vigore delle Linee Guida CITES, alcuni dettami, chiari specifici,<br />

sembrino ancora non essere del tutto recepiti dal<br />

mondo circense. Le linee guida specificano infatti “L’uso<br />

di catene è consentito solo per brevi periodi durante il<br />

trasporto, ma in linea di principio è da evitare. Le catene<br />

devono essere rivestite di materiale morbido, devono<br />

consentire all’animale di sdraiarsi su un lato, e di poter<br />

restare in questa posizione; inoltre non devono impedirgli<br />

di rialzarsi autonomamente. Gli animali, pur con le<br />

catene, devono poter disporre liberamente di tutto lo spazio<br />

loro concesso per effettuare i loro movimenti. Le zampe<br />

cui sono assicurate le catene devono essere cambiate<br />

a rotazione ogni giorno[…]. Qualora gli elefanti, durante<br />

l’attendamento dei circhi, siano detenuti all’esterno<br />

le catene non sono accettabili.”<br />

Oltre a questo, altri criteri “minimi” di benessere per gli<br />

animali detenuti presso il circo non fossero posti in essere:<br />

gli elefanti non avevano infatti alcun arricchimento<br />

ambientale e, sia per loro che per le tigri non vi era la<br />

possibilità di nascondersi alla vista del pubblico.<br />

15<br />

La <strong>LAV</strong> ha pertanto provveduto a inoltrare una prima richiesta<br />

di intervento al Corpo Forestale dello Stato perché<br />

provvedesse ad una verifica delle condizioni di detenzione<br />

degli animali e alle conseguenti azioni da porre<br />

in essere.<br />

Nel frattempo, da ulteriori verifiche da parte della <strong>LAV</strong>,<br />

le condizioni degli elefanti erano invariate: erano ancora<br />

detenute a catena.<br />

Questo poiché, da informazioni assunte, il Corpo Forestale,<br />

pur avendo rilevato la presenza degli elefanti incatenati<br />

in esterni nel corso del sopralluogo, e quindi in piena<br />

difformità con quanto esplicitato nelle linee guida CI-<br />

TES, non aveva ritenuto di procedere nei confronti dei<br />

circensi in quanto questi ultimi avevano garantito che le<br />

catene venivano usate solamente come misura temporanea<br />

durante la notte per evitare la fuga degli animali.<br />

In seguito la Redazione di “Striscia la notizia” (Canale 5),<br />

è intervenuta nella vicenda documentando come le dichiarazioni<br />

dei circensi relativamente agli elefanti incatenati<br />

“temporaneamente” fossero false, riprendendo la continuità<br />

di questa condizione in vari momenti nell’arco di<br />

due giorni.<br />

Da testimonianze raccolte ed elementi in fase di acquisizione<br />

si teme, purtroppo, che non si tratti di un caso isolato,<br />

e a molto poco valgono le ispezioni richieste in merito<br />

alle Autorità, poiché le giustificazioni addotte dei circensi<br />

(ad esempio: “li abbiamo appena messi a catena per<br />

fare le pulizie”) sono difficilmente confutabili a meno di<br />

non disporre di una costante sorveglianza nel tempo, così<br />

come fatto da “Striscia la notizia”. Nel frattempo la vita<br />

di questi elefanti prosegue nello stesso inaccettabile<br />

modo e l’unica alternativa possibile è che non sia più permesso<br />

detenere tali animali nei circhi.


16<br />

<strong>Circo</strong> Martin Show<br />

Il <strong>Circo</strong> Martin è inserito nel registro delle imprese con la<br />

denominazione <strong>Circo</strong> Equestre Martin Show di Martino Eusanio.<br />

Diversamente da molti altri circhi le attività autorizzate<br />

sono strettamente legate all’attività circense: circo<br />

equestre, spettacoli viaggianti, mostra faunistica itinerante.<br />

Nell’ottobre 2008 la <strong>LAV</strong> effettua una prima verifica presso<br />

il circo in questione, attendato a Bolzano. Rilevando<br />

situazioni di detenzione non corretta di animali, vengono<br />

richiesti anche l’intervento del Servizio Veterinario ASL<br />

e del Corpo Forestale.<br />

Le loro risposte ribadiscono che “in contraddizione all’allegata<br />

planimetria di posizionamento degli animali sottoscritta<br />

dal titolare stesso, l’ippopotamo pigmeo era rinchiuso<br />

all’interno del rimorchio di trasporto e non disponeva<br />

di un parchetto esterno per la movimentazione nel<br />

rispetto delle esigenze etologiche proprie della specie (in<br />

particolare di tenere costantemente umida la cute) e la<br />

detenzione all’aperto non garantiva le condizioni di sicurezza<br />

per l’incolumità pubblica”, che “La voliera nella<br />

quale era detenuto un pappagallo Ara era di dimensioni<br />

tali da non raggiungere le dimensioni minime previste<br />

dal punto 7 dell’allegato alla legge provinciale nr.9 (n.d.t.<br />

“Interventi per la protezione degli animali e prevenzione<br />

del randagismo 2000”) e che “il rettilario era di dimensioni<br />

troppo ridotte rispetto allo sviluppo dei rettili ed<br />

inoltre la temperatura interna troppo fredda per le esigenze<br />

fisiologiche delle specie detenute, non vi era disponibilità<br />

di sufficiente acqua.”<br />

Vengono inoltre rilevate importanti mancanze documentali:<br />

“dal registro di carico e scarico avrebbero dovuto<br />

essere presenti un Tegu Argentino e un Pitone Moluro,<br />

mentre assolutamente non era registrato il Pitone di Seba<br />

[…] Per quanto riguarda la documentazione mancava<br />

quella relativa all’Ara ed era lacunosa quella relativa al<br />

Pitone di Seba […].”<br />

Nei mesi successivi la <strong>LAV</strong> continua a richiedere agli Enti<br />

Pubblici di effettuare controlli presso il <strong>Circo</strong> ma le risposte,<br />

quando arrivano, dichiarano che tutto risulta in<br />

regola o, in alternativa che “la licenza di pubblico spettacolo<br />

[…] è stata concessa in data 18 dicembre 2008<br />

senza alcuna prescrizione relativa alla detenzione di animali<br />

in quanto non ne risulta la presenza nella documentazione<br />

presentata”.<br />

Dall’anno 2009 si unisce poi al <strong>Circo</strong> Martin Show la domatrice<br />

Maxy Niedermayer, conosciuta con il nome di<br />

“Maxymova“.<br />

La signora Niedermayer rimane una delle poche domatrici<br />

ad utilizzare, nei suoi numeri, degli orsi. Fino all’anno<br />

2008 si esibiva con lei persino un orso polare, in seguito<br />

deceduto.<br />

Le motivazioni per le quali gli orsi non sono animali generalmente<br />

utilizzati nei circhi sono estremamente evidenti<br />

da quanto specificato nei “Criteri per il mantenimento<br />

di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti”<br />

emanati nel 2000 dall’Autorità Scientifica CITES del Ministero<br />

dell’Ambiente:<br />

“Gli orsi sono dei predatori di grosse dimensioni, dalle<br />

abitudini principalmente solitarie, assai robusti, dotati di<br />

artigli pericolosi, il che li rende poco adatti alla vita del<br />

circo. Infatti è impossibile mantenere degli orsi nei circhi<br />

in maniera compatibile con le loro caratteristiche biologiche<br />

e con i peculiari comportamenti sociali di ogni<br />

individuo. Ad esempio bisogna ricordare che diverse specie<br />

originarie delle regioni più settentrionali trascorrono<br />

i mesi più freddi riducendo il loro metabolismo e andando<br />

in letargo. Inoltre diverse specie sono minacciate di<br />

estinzione e sono tutte incluse nelle appendici della CI-<br />

TES.<br />

Oltre alle considerazioni in merito al benessere degli animali,<br />

i circhi non sono adatti ad ospitare le diverse specie<br />

di orsi anche per ragioni legate alla sicurezza del pubblico<br />

e degli operatori. […]<br />

Si ribadisce che le indicazioni sui requisiti minimi indicate<br />

di seguito non devono pertanto essere considerate come<br />

una giustificazione o un invito a tenere queste specie nei<br />

circhi o mostre viaggianti. Considerata l’assoluta impossi-<br />

bilità di detenere nei circhi l’Orso polare (Ursus maritimus),<br />

i requisiti seguenti non si riferiscono a questa specie”.<br />

La Maxymova dimostra, quindi, già da tempo un chiaro<br />

disinteresse sia delle normative italiane, sia del benessere<br />

degli animali.<br />

Nel marzo 2009, durante un attendamento a Reana del<br />

Rojale, viene fatto un ulteriore sopralluogo presso il circo.<br />

Le prime e più evidenti mancanze riguardano le pessime<br />

condizioni dell’ippopotamo che reiterano il mancato rispetto<br />

dei Criteri di Detenzione CITES, non essendo per lui possibile,<br />

fra l’altro, nascondersi alla vista del pubblico<br />

I volontari <strong>LAV</strong> hanno inoltre avuto modo di assistere alla<br />

preparazione dello spettacolo della signora Niedermayer:<br />

un assurdo numero costituito da un cavallo, una tigre e<br />

un orso. Il cavallo, con in groppa la tigre traina un carretto<br />

con un orso a bordo.<br />

Ancora una volta risulta estremamente evidente la violazione<br />

delle Linee Guida CITES che specificano molto chiaramente<br />

che “Particolare attenzione deve essere posta a<br />

non imporre la vicinanza di specie per loro natura non<br />

compatibili” e che “In nessun caso esemplari di specie<br />

diverse potranno essere trasportati o mantenuti in strutture<br />

attigue, con particolare riguardo alle differenze di<br />

età e gerarchie sociali e soprattutto se le relative specie<br />

sono in rapporto preda-predatore”.<br />

Di nuovo, ad aprile 2009, i volontari <strong>LAV</strong> videro che nuovamente<br />

il numero della Maxymova veniva portato in<br />

pista.<br />

Sembrano bastare solo due mesi, però, per cambiare il basilare<br />

istinto di sopravvivenza di un animale. Nel giugno<br />

del 2009, infatti, il cavallo viene dissequestrato e restituito<br />

a Martino Maxi Jutta, il proprietario. La motivazione<br />

rileva che il cavallo, portando la tigre in groppa da<br />

quando questa era ancora cucciolo, era ormai abituato<br />

alla sua vicinanza.<br />

Nulla si dice sulla vicinanza dell’orso, da poco acquistato<br />

e inserito nel numero.<br />

E nulla si dice delle Linee Guida CITES che, essendo redatte<br />

da esperti della materia, non stabiliscono parametri<br />

entro cui specie etologicamente in conflitto possono<br />

essere detenute insieme, ma lo vietano del tutto.<br />

Ancora una volta, a distanza di mesi, il numero oggetto<br />

di denuncia è tornato in pista, questa volta a Cagliari:<br />

Negli anni tra il 2006 e il <strong>2010</strong> il Ministero dei Beni e<br />

delle Attività Culturali ha rendicontato un totale di €<br />

73.087,00 di contributi stanziati per il Sig. Martino Eusanio,<br />

legale rappresentante del <strong>Circo</strong> Martin Show.<br />

I contributi, richiesti con costanza e in aumento ogni anno,<br />

sono così suddivisi:<br />

2006 2007 2008 2009 <strong>2010</strong><br />

Attività Circense in Italia<br />

8.000,00 7.000,00 10.000,00 12.000,00 15.000,00<br />

Acquisto di nuovi impianti, macchinari,<br />

attrezzature e beni strumentali 21.087,00


18<br />

<strong>Circo</strong> Miranda Orfei<br />

Il <strong>Circo</strong> Miranda Orfei è inserito nel registro delle imprese<br />

con la denominazione <strong>Circo</strong> Miranda Orfei S.r.l. e tra<br />

le attività registrate vi è solo quella di circo.<br />

Nel gennaio 2009, volontari <strong>LAV</strong> hanno effettuato un sopralluogo<br />

presso il <strong>Circo</strong> attendato a Como, rilevando condizioni<br />

di detenzione degli animali inadeguate.<br />

Gli animali, in particolare un’elefantessa, un ippopotamo,<br />

un dromedario, diversi struzzi, sei cani di razza boxer e<br />

alcune zebre, erano detenuti all’aperto con una temperatura<br />

di 0°.<br />

Le linee guida CITES del Ministero dell’Ambiente stabiliscono<br />

precisi criteri di detenzione per gli animali e tra<br />

queste vi sono anche indicazioni per le temperature:<br />

“Criterio 11: gli animali dovranno avere a disposizione<br />

sia strutture di ricovero per ripararsi da condizioni climatiche<br />

avverse […]Le relative strutture di mantenimento<br />

dovranno essere attrezzate con strumenti atti a regolare<br />

la temperatura degli ambienti in funzione delle singole<br />

esigenze degli esemplari ospitati.<br />

Elefanti: in caso di temperature esterne inferiori ai 15°C,<br />

gli elefanti devono avere la possibilità di proteggersi in<br />

un’area riparata dal vento e da altre condizioni meteorologiche<br />

avverse, ed in cui viene mantenuta una temperatura<br />

di circa 15°C. In caso di gelo gli animali devo-<br />

no poter disporre di ambienti riscaldati (almeno 20°C),<br />

privi di correnti d’aria, grandi abbastanza da permetterne<br />

la permanenza a tutti gli esemplari pur garantendo<br />

loro la possibilità di muoversi liberamente. La struttura<br />

deve essere progettata in maniera tale da poter essere<br />

pulita e lavata giornalmente su pareti e pavimento.<br />

Zebre: Generalmente in caso di temperature esterne sotto<br />

i 12°C tutti gli animali devono avere la possibilità di ripararsi<br />

in ambienti in cui la temperatura sia di circa 12°C<br />

o meno, a seconda delle zone di origine degli animali.”<br />

Nonostante queste indicazioni i recinti che gli animali<br />

avevano a disposizione erano ancora innevati e l’unica<br />

fonte di riparo era il container - che per alcuni animali<br />

era estremamente piccolo, non consentendo loro di muoversi,<br />

girarsi e sdraiarsi liberamente - utilizzato per gli<br />

spostamenti, mantenuto aperto e che non poteva quindi<br />

garantire le temperature minime richieste.<br />

I cani venivano invece detenuti in un box o legati, con<br />

scarsa possibilità di movimento e scarso riparo.<br />

È stata inoltre rilevata la presenza di uno scimpanzé all’interno<br />

di una struttura chiusa.<br />

Anche in questo caso, come sottolineano le Linee Guida<br />

CITES, “Numerose considerazioni di ordine biologico, comportamentale<br />

e conservazionistico rendono assolutamente<br />

inaccettabile ed inopportuna la detenzione di tutte le<br />

specie appartenenti all’ordine dei Primati nei circhi in<br />

particolar modo per tutte le scimmie antropomorfe.”<br />

La <strong>LAV</strong> ha quinti presentato denuncia per maltrattamento<br />

e detenzione incompatibile, subito dopo aver richiesto<br />

l’intervento degli enti preposti perché si procedesse a garantire<br />

che almeno i criteri minimi per il benessere animale<br />

venissero rispettati.<br />

La <strong>LAV</strong> ha continuato a seguire gli spostamenti del circo<br />

Miranda Orfei. La situazione degli animali, negli attendamenti<br />

che è stato possibile seguire e verificare, come ad<br />

esempio a Bassano del Grappa (Vicenza), si presentava sostanzialmente<br />

invariata, nonostante la situazione climatica<br />

particolarmente fredda.<br />

In data 30 novembre 2009 il Tribunale di Como ha fatto<br />

richiesta di emissione di<br />

decreto penale di condanna<br />

nei confronti dell’Amministratore<br />

del circo per<br />

aver detenuto in condizioni<br />

incompatibili con la loro<br />

natura animali esotici<br />

e non, sottoponendoli<br />

inoltre a lavori insopportabili<br />

per le loro caratteristiche<br />

etologiche; in particolare<br />

[…] veniva riscontrata<br />

la detenzione di:<br />

1 ippopotamo, detenuto in<br />

mezzo alla neve;<br />

1 elefante femmina e un dromedario, detenuti su autocarri<br />

al freddo e di dimensioni tali da non permettere<br />

loro alcun movimento;<br />

1 scimpanzé, detenuto in una gabbia angusta e al buio;<br />

Diversi cani di razza boxer, legati con la possibilità di<br />

strozzarsi ed esposti alle intemperie, uno di questi presentava<br />

lesioni da morso ad un orecchio;<br />

Alcuni struzzi utilizzati come cavalcature negli spettacoli,<br />

presentavano estese lesioni cutanee sul dorso.<br />

Nell’attendamento del maggio <strong>2010</strong> in provincia di Ferrara,<br />

il Servizio Veterinario rileva come la detenzione degli<br />

animali nuovamente presenti notevoli lacune e come<br />

non sia ovviamente possibile garantire il benessere di alcuni<br />

animali.<br />

In particolar modo viene evidenziato che:<br />

“si riporta in primo luogo che il <strong>Circo</strong> detiene un singolo<br />

elefante indiano; tale condizioni risulta sconsigliata dai<br />

criteri specifici previsti dall’Allegato B della dgr 647/2000.<br />

Si segnala inoltre che tra gli animali a seguito del <strong>Circo</strong>,<br />

è presente un esemplare di scimpanzé di trent’anni di età,<br />

femmina. […] si riporta una sintetica raccomandazione:<br />

> […] il<br />

soggetto esaminato non<br />

viene utilizzato per le esibizioni<br />

ma unicamente per<br />

l’esposizione, l’area in cui<br />

vive presso il <strong>Circo</strong> ha una<br />

superficie di m. 2,5 x 2,5,<br />

dispone di qualche arricchimento<br />

ambientale ed è<br />

19<br />

riscaldata. […] Poiché è apparso evidente che le attuali<br />

modalità di detenzione dell’animale non garantiscono il<br />

soddisfacimento dei bisogni minimi sopra descritti, in particolare<br />

per quanto attiene lo spazio disponibile, i contatti<br />

sociali frequenti, la ricchezza di stimoli, si è prescritto<br />

ai titolari del <strong>Circo</strong> di trasferire quanto prima l’animale<br />

presso la struttura di Latina dove si auspica possa fruire<br />

di condizioni migliori rispetto alle attuali.”<br />

Il Servizio Veterinario ASL di Ferrara, relativamente agli<br />

altri animali presenti nella struttura, ha inoltre espresso:<br />

“Si è rilevato in particolare che venivano detenuti un singolo<br />

esemplare di elefante indiano e di scimpanzé, specie<br />

altamente sociali” che “Lo spazio disponibile per i seguenti<br />

animali: camelidi, zebra, leoni, uccelli corridori,<br />

cani, deve essere aumentato secondo le misure indicate<br />

nell’autorizzazione sanitaria rilasciata” e che “si esprime<br />

una considerazione in merito all’utilizzo nel periodo autunno-inverno<br />

negli spettacoli itineranti, di animali che<br />

necessitano di temperature ambientali non inferiori a 15°,<br />

(elefante, ippopotamo, zebra, grandi felini). La necessità<br />

di evitare a quegli esemplari l’esposizione alle basse temperature,<br />

fa sì che gli stessi trascorrano tutto il loro tempo<br />

nei carri di trasporto, ovvero in spazi assai limitati<br />

[…] si ritiene dunque necessario chiarire se la condizione<br />

sopra descritta possa ritenersi ostativa già in via preventiva,<br />

ai fini del rilascio del parere per l’attendamento<br />

dei circhi nel periodo autunno-inverno”.<br />

Anche in questo caso la <strong>LAV</strong> ha presentato denuncia nei<br />

confronti del circo Miranda Orfei.<br />

Da controlli successivi al circo Miranda Orfei, i volontari<br />

<strong>LAV</strong> hanno potuto rilevare che, nonostante il Servizio Veterinario<br />

ASL e il Corpo Forestale di Ferrara abbiano più<br />

volte sottolineato l’esigenza di spostare al più presto lo<br />

scimpanzé, nel corso dell’attendamento a Viterbo, a giugno<br />

<strong>2010</strong>, lo stesso risultava essere ancora presso il circo.<br />

La struttura di Latina, che nel verbale viene indicata come<br />

“zoo denominato ‘Safari Park’, via del Malconsiglio –<br />

Latina Borgo Grappa”, risulterebbe essere di proprietà della<br />

Signora Montemagno Maria Olga, detentrice dello scimpanzé<br />

e sorella del titolare del <strong>Circo</strong> Miranda Orfei, Montemagno<br />

Daviso, e zona di stallo per gli animali del circo<br />

sui quali, quindi, non si cessa mai di lucrare.<br />

Tale struttura risulta attualmente sottoposta a sequestro<br />

in quanto, a seguito di un intervento della Polizia Municipale<br />

del Comune di Latina, è stata rilevata la mancanza<br />

del nulla-osta di cui all’art. 80 del T.U.L.P.S. (sicurezza)<br />

e di autorizzazioni relative all’esecuzione di opere edilizie.


20<br />

<strong>Circo</strong> Victor<br />

Lo spettacolo delle meraviglie<br />

Il Registro delle Imprese non ha dati sull’impresa Victor<br />

David Show; si può dedurre che questa dicitura sia solo<br />

un’insegna e non individui quindi un’azienda.<br />

Il Registro delle Imprese fornisce invece questi dati:<br />

denominazione Calvaruso Vittorio.<br />

Sede legale: Via Largo Amedeo Moscati 5 - Salerno<br />

Attività: spettacoli viaggianti, mostra faunistica.<br />

Si tratta di un’attività di spettacolo viaggiante, un’esposizione<br />

di animali leggermente diversa dal <strong>Circo</strong> comunemente<br />

inteso e compresa nelle attività della citata legge<br />

337/68; gli animali sono considerati “attrazioni” inserite<br />

nell’elenco delle attività spettacolari, attrazioni e trattenimenti<br />

di cui all’art.4 della legge 18.3.1968, approvato<br />

e aggiornato con vari Decreti Interministeriali tra cui ultimo,<br />

noto, il decreto 28-02-2005, precisamente tra le<br />

“medie attrazioni”, sotto la voce:“mostre faunistiche zoo.<br />

Trattasi di strutture, padiglioni o di automezzi o rimorchi<br />

aperti da un lato, riparati con sbarre di ferro o vetri, nell’interno<br />

dei quali sono posti animali feroci o non, o riproduzioni<br />

di animali, anche animate, con eventuale esibizione<br />

davanti al pubblico”.<br />

La struttura<br />

La struttura è perfettamente adeguata alla definizione<br />

contenuta nell’elenco e al momento dell’allestimento i<br />

mezzi di trasporto sono accostati al tendone/ teatro di<br />

cui rappresentano il fondale.<br />

Non sono allestite aree esterne rispetto a quelle in cui<br />

viene eseguito lo spettacolo perciò le gabbie che ospitano<br />

gli animali durante lo show sono la loro dimora abituale,<br />

nonché mezzo di trasporto.<br />

Lo spettacolo, gli animali e il maltrattamento<br />

Va ricordato che la Commissione Scientifica Cites ha fornito,<br />

in data 10 maggio 2000, precisi “Criteri per il mantenimento<br />

degli animali nei circhi e nelle mostre viaggianti”,<br />

che forniscono parametri minimi per la corretta<br />

sopravvivenza degli animali cui si riferiscono, nonché le<br />

indicazioni di carattere sanitario ed amministrativo che<br />

devono essere osservate dalle strutture che vogliono detenere<br />

animali da utilizzare negli spettacoli.<br />

“Criterio 11: gli animali dovranno essere mantenuti in strutture,<br />

sia fisse che mobili, che permettano agli stessi di potersi<br />

liberamente sottrarre alla vista del pubblico.<br />

Inoltre, gli animali dovranno avere a disposizione sia<br />

strutture di ricovero per ripararsi da condizioni climatiche<br />

avverse, sia idonei arricchimenti ambientali atti ad<br />

evitare comportamenti stereotipati. Le relative strutture<br />

di mantenimento dovranno essere attrezzate con strumenti<br />

atti a regolare la temperatura degli ambienti in<br />

funzione delle singole esigenze degli esemplari ospitati.”<br />

Di contro, la situazione al Victor più volte documentata:<br />

un centinaio di uccelli, compresi grandi rapaci ma anche<br />

notturni, avvoltoi, pellicani, marabù, ed altri tra cui alcuni<br />

particolarmente protetti perché in grave pericolo di<br />

estinzione, sono costretti in anguste gabbie che ne impediscono<br />

non solo il volo ma anche normali movimenti<br />

di estensione delle ali e che non hanno all’interno alcu-<br />

no stimolo ambientale e nemmeno la presenza degli indispensabili<br />

trespoli. Gli animali vengono fatti uscire per<br />

una breve esibizione attirati dal cibo e poi rientrano, sempre<br />

attirati dal cibo, in quella che la presentatrice dello<br />

spettacolo definisce “casa loro”. Il fondale su cui si muove<br />

lo spettacolo è costituito dal rimorchio che trasporta<br />

gli animali.<br />

Le gabbie, non certo adeguate, possono contenere anche<br />

uno svariato numero di animali che, a parte i pochi minuti<br />

dello spettacolo, vivono perennemente imprigionati<br />

nelle gabbie, per la maggior parte del tempo al buio.<br />

Molte gabbie sono chiuse da pannelli di legno scorrevoli,<br />

che quindi “piombano” letteralmente gli animali, e che<br />

vengono abbassati solo al momento dell’esibizione .<br />

Durante l’intervallo un gufo reale, uccello notturno per eccellenza,<br />

viene messo in bella mostra sotto i fari accecanti<br />

sul palcoscenico, per le foto di rito con gli spettatori.<br />

Quindi si passa agli animali acquatici.<br />

Con un automatismo sale una piattaforma che alza a livello<br />

di palcoscenico due contenitori che contengono, rispettivamente,<br />

anaconda e alligatori: si aprono uno alla<br />

volta, si mostrano e subito dopo ritornano nelle segrete.<br />

Gli anaconda sono immobili, mentre gli alligatori vengono<br />

forzati ad uscire, ma si vedono sofferenti e in difficoltà<br />

a stare in piedi e fare quattro passi.<br />

Dulcis in fundo: un leone marino di 400 chilogrammi, tenuto<br />

nella solita scatola di ferro, e due squali in una specie<br />

di vasca da bagno.<br />

Inoltre, vengono fatti sfilare due poveri istrici e due pinguini.<br />

In poco più di una vasca da bagno due squali nutrice,<br />

ora morti.<br />

Il percorso<br />

La <strong>LAV</strong> segue il Victor da anni. Nonostante numerosi solleciti<br />

alle Istituzioni preposte al controllo, non succede<br />

assolutamente nulla.<br />

In modo particolare, si nota che nessuna attenzione è stata<br />

rivolta alle prescrizioni della Commissione Scientifica Cites<br />

in quanto, in nessuno dei verbali di ispezione emessi e<br />

in possesso di questa Associazione, vengono menzionati i<br />

“criteri” e specificato se siano stati rispettati o meno.<br />

Infatti, la scarsa attenzione degli organi che hanno effettuato<br />

i controlli è stata unicamente posta da una parte<br />

all’assenza di malattie in atto (soprattutto infettive) e<br />

dall’altra all’esistenza dei previsti certificati di origine e<br />

gli altri requisiti CITES, mentre si è “voluto” sorvolare sulle<br />

condizioni di detenzione degli animali.<br />

Emblematica la risposta data dall’ASL di Pescara, riguardante<br />

un sopralluogo eseguito, in cui, mentre si parla di<br />

benessere animale, contestualmente si fa riferimento a<br />

delle ventole che avrebbero il compito di mantenere la<br />

temperatura all’interno di un “tunnel”, termine che, in<br />

tutti i vocabolari italiani, sta a significare un luogo angusto<br />

o una situazione pericolosa o comunque negativa.<br />

Ma il 18 marzo 2009 sembra che la situazione possa veramente<br />

cambiare, la trasmissione televisiva Striscia la<br />

Notizia (Canale 5), trasmette un servizio sul <strong>Circo</strong> ‘‘Victor<br />

lo spettacolo delle meraviglie”, attendato in provincia di<br />

Ravenna. Dal servizio televisivo, durante il quale si raccoglie<br />

anche la testimonianza<br />

del dottor Nardini, Veterinario<br />

e membro del Consiglio<br />

Direttivo della SIVAE, si<br />

evincono le gravissime condizioni<br />

di detenzione di tutti<br />

gli animali utilizzati nell’esibizione<br />

e l’evidente stato di<br />

sofferenza di alcuni di loro.<br />

La vicenda assume una forte<br />

rilevanza, viene presentata<br />

addirittura un’interrogazione<br />

21<br />

parlamentare e l‘Ente Nazionale Circhi prende le distanze<br />

dal Victor, auspicando maggiori e sempre più severi controlli<br />

‘’nei confronti di mostre faunistiche o similari che<br />

con il circo hanno in comune poco o niente’‘ ed invitando<br />

le autorità competenti a predisporre i provvedimenti<br />

necessari nei confronti di chi non rispetta la legge.<br />

Ma nel maggio del 2009 il Victor arriva in provincia di<br />

Pistoia, e precisamente a Montecatini Terme, dove finalmente<br />

non ci si gira dall’altra parte per non vedere . La<br />

ASL è decisa a procedere al sequestro preventivo degli<br />

animali del Victor, ravvisando gli estremi dei reati di maltrattamento<br />

e di detenzione in condizioni incompatibili<br />

con la loro natura.<br />

Il 27 maggio tutti gli animali del Victor vengono posti<br />

sotto sequestro dall’Asl di Montecatini e dagli Agenti del<br />

NIRDA (Nucleo Investigativo Reati a Danno di Animali)<br />

del Corpo Forestale dello Stato. Al momento del sequestro,<br />

gli animali vengono trovati completamente al buio.<br />

Il sequestro preventivo e probatorio viene convalidato dalla<br />

Procura della Repubblica di Pistoia ma non vi è la possibilità<br />

di trasferire subito gli animali in strutture adeguate<br />

in quanto, dagli accertamenti sanitari eseguiti, emergono<br />

delle zoonosi (quali la clamidiosi e la salmonellosi)<br />

a causa delle quali diventa necessario porre il <strong>Circo</strong> in<br />

quarantena.


22<br />

Inoltre Calvaruso, il proprietario del Victor, si appella al<br />

Tribunale del Riesame che, con una discutibile sentenza<br />

del 19 giugno, dispone il dissequestro degli animali ad eccezione<br />

degli uccelli. Avuto il via libera sanitario dopo le<br />

cure prescritte, il 4 agosto, nel tardo pomeriggio e per tutta<br />

la notte, sono state effettuate le operazioni di trasferimento<br />

degli 82 animali. Tutto si è svolto con la massima<br />

attenzione al benessere degli animali e ciò è stato reso<br />

possibile anche grazie alla collaborazione professionale del<br />

personale tecnico e scientifico del WWF, che ha garantito<br />

l’accoglienza di numerosi animali e ha supportato il Corpo<br />

Forestale dello Stato e il NIRDA del Corpo Forestale dello<br />

Stato nel corso dell’intera operazione.<br />

Tutti gli “ex reclusi” sono giunti nei centri di accoglienza,<br />

che sono la loro nuova dimora e hanno iniziato un<br />

percorso di monitoraggio per verificare le fasi di acclimatamento,<br />

oltreché una seria indagine per accertarne lo<br />

stato di salute.<br />

Ottantadue sono partiti ma 17 animali sono rimasti. Dal<br />

canto suo il Calvaruso, con i suoi avvocati, presenta una<br />

nuova istanza di dissequestro degli uccelli nonché ricorso<br />

in Cassazione contro il provvedimento del riesame.<br />

E, dalla fine di agosto, ricomincia i suoi spettacoli itineranti<br />

con i pochi animali rimasti.<br />

Ma lo squalo nutrice dal gozzo pronunciato, che il dott.<br />

Brunetti aveva asserito sarebbe guarito in breve tempo,<br />

non c’è più e al suo posto sono state poste due delle numerose<br />

anaconde giganti lasciate riprodurre incoscientemente<br />

in gran numero.<br />

Viene spontaneo chiedersi, dato che questi animali rientrano<br />

nella lista di<br />

quelli pericolosi, se la<br />

prescritta denuncia sia<br />

stata fatta alla Prefettura<br />

locale e come si<br />

possa permettere a<br />

chiunque una riproduzione<br />

selvaggia di questa<br />

tipologia di animali.<br />

La situazione non è<br />

molto cambiata, il leone<br />

marino è sempre<br />

costretto a fare il<br />

clown ornando una<br />

trombetta con le narici.<br />

Che tristezza.<br />

Ma, cosa ancor più<br />

grave, al Victor riap-<br />

paiono i primi uccelli quando è ancora in Toscana, negli<br />

spettacoli del Lazio sono diventati addirittura 13, una beffa<br />

nei confronti delle aule di giustizia!<br />

Ma, incredibilmente, la Corte di Cassazione da ragione al<br />

Calvaruso e il Tribunale di Pistoia si pronuncia sul caso e<br />

ordina il dissequestro e la restituzione degli animali al<br />

proprietario. Appare incredibile una serie di sentenze così<br />

approssimative, insensibili ed indifferenti.<br />

Il caso, con le sue implicazioni, ha scosso il mondo politico,<br />

veterinario, circense e tutte le persone che hanno<br />

creduto nella legge contro il maltrattamento animale.<br />

Come finirà?<br />

Il procedimento penale nei confronti del Calvaruso è in<br />

corso, si attende giustizia.<br />

È vero che la legislazione non da indicazioni specifiche<br />

per ogni specie animale detenuta, cosa impossibile, ma a<br />

questo punto dovrebbero essere applicate “scienza e coscienza”<br />

da parte dei controllori.<br />

“Coscienza”, di cui fa parte il comune buon senso, che<br />

impone, ad esempio, le seguenti domande:<br />

1) è possibile che un’Aquila americana (Haliaetus leucocephalus)<br />

che raggiunge i 110 cm di lunghezza e l’apertura<br />

alare di quasi 3 metri. non soffra minimamente chiusa<br />

in una gabbia?<br />

2) È possibile che un’Aquila siberiana (Chrysaetus kamtschatica)<br />

con una lunghezza di 74-87 cm e con un’apertura<br />

alare di 203-220 cm, che nidifica tra i 1700 e i 2200<br />

metri gioisca e sia grata al padrone per vivere in una gabbia<br />

buia tutto l’anno?<br />

3) È possibile che un Pellicano gigante (Pelecanus onocrotalus<br />

+ crispus) di Altezza 170 cm, Peso 11 kg, apertura<br />

alare circa 3 metri, il cui habitat è acquatico o almeno<br />

umido (laghi interni, paludi, coste) stia benissimo<br />

al sicuro dentro un contenitore piombato?<br />

4) È possibile che un alligatore (Alligator mississippiensis)<br />

che vive prevalentemente in stagni di acqua dolce e paludi<br />

ma anche in fiumi, laghi e corsi d’acqua, in zone a<br />

clima temperato-caldo, che si iberna quando cala la temperatura,<br />

sia felice di vivere in un triangolo lungo meno<br />

del suo corpo?<br />

Queste domande si ripropongono per ogni specie detenuta<br />

e sono più di cento gli individui utilizzati.<br />

<strong>Circo</strong> Coliseum Roma<br />

Il <strong>Circo</strong> Coliseum Roma è inserito nel registro delle imprese<br />

con la denominazione <strong>Circo</strong> Coliseum di Vassallo<br />

Eugenio e ha come attività registrata quella di circo equestre.<br />

La situazione relativa ai finanziamenti ricevuti da questo<br />

circo risulta piuttosto complessa.<br />

Negli anni dal 2005 al <strong>2010</strong> il Legale rappresentante, Vassallo<br />

Eugenio, ha infatti ricevuto contributi a suo nome<br />

relativamente a tre diverse attività circensi con nomi simili,<br />

per un totale di €357.000,00. I contributi sono suddivisi<br />

come indicato nella tabella a fondo pagina.<br />

Le modalità di accesso ai contributi non sono l’unico<br />

aspetto degno di nota relativo a questo circo, anche la<br />

gestione degli animali presenta infatti caratteristiche peculiari.<br />

Su un totale di 53 animali registrati in ingresso sui registri<br />

CITES del <strong>Circo</strong> dal 2003 al 2009, nessuno di loro risulta<br />

acquistato. Tutti gli animali, secondo la compilazione<br />

del registro, risultano infatti arrivati al circo grazie a<br />

“donazione”, “acquisizione gratuita” o un generico “altro”.<br />

Tra questi animali - sempre stando ai dati contenuti nei<br />

registri - alcuni, in particolar modo, destano attenzione.<br />

È il caso di 4 tigri, registrate il giorno stesso della loro<br />

nascita, in Grecia, e purtroppo tutte morte, una dopo po-<br />

23<br />

co più di un mese e le altre tre a circa un anno di età.<br />

È il caso anche di due elefanti, registrati in ingresso a<br />

febbraio 2009 e in uscita, anche questa volta in Grecia,<br />

nel luglio dello stesso anno, a soli 5 mesi di distanza.<br />

Il fatto che però sconcerta maggiormente è relativo ad<br />

un sequestro di due tigri e due elefanti del <strong>Circo</strong>, avvenuto<br />

nel gennaio del 2007 a causa della mancanza della<br />

prescritta documentazione relativa agli animali, tanto<br />

che gli elefanti non risultavano nemmeno inseriti nel registro<br />

di carico.<br />

Le tigri sono state in seguito confiscate con sentenza del<br />

Tribunale di Lucca del 21 dicembre 2009 e attualmente<br />

si trovano presso il Centro CRASE del WWF di Semproniano,<br />

in attesa di una definitiva destinazione.<br />

Gli elefanti, a quanto risulta, sono stati rapidamente<br />

portati all’estero dal proprietario e di loro si sono perse<br />

le tracce. Sembra impossibile che animali posti sotto<br />

sequestro, e di taglia notevole, possano essere fatti sparire<br />

uscendo dal territorio senza essere fermati ai punti<br />

d’ispezione. Esiste un nuovo manuale operativo recante<br />

modalità e procedure relative ai controlli in ambito doganale<br />

sul commercio internazionale di specie di fauna e<br />

flora selvatiche minacciate d’estinzione che spiega esaustivamente<br />

come e chi debba effettuare i controlli.<br />

Ma gli elefanti sono spariti e il circo continua tranquillamente<br />

ad operare nonostante il grave reato commesso.<br />

Com’è possibile?<br />

Tutto è possibile, magia del circo.<br />

FUS 2005 2006 2007 2008 2009 <strong>2010</strong><br />

Denominazione: CIRCO COLISEUM DI VASSALLO EUGENIO - Sede Legale: SALERNO<br />

Attività circense in Italia 32.000,00 32.000,00 35.000,00 35.000,00<br />

Attività circense all’estero 30.000,00 30.000,00<br />

Denominazione: VASSALLO EUGENIO - Insegna: CIRCO COLOSSEO - Sede Legale: MAGLIE<br />

Attività circense in Italia 18.000,00 25.000,00<br />

Attività circense all’estero 125.000,00<br />

Denominazione: CIRCO COLISEUM ROMA - Sede Legale: FORMIA<br />

Attività circense all’estero 25,000,00<br />

Attività circense in Italia


FOTO DREAMSTIME<br />

FOTO DREAMSTIME

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