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Anno primo - Numero 02 - ITIS G. Marconi

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IL IL IL LINGUAGGIO LINGUAGGIO DEL DEL DEL CALCIO<br />

CALCIO<br />

Il calcio è uno<br />

degli sport più<br />

seguiti al mondo.<br />

Tutti, dai bambini<br />

agli anziani, ne<br />

parlano ogni giorno.<br />

Grazie anche<br />

ai giornalisti sportivi,<br />

che ci informanocostantemente<br />

sul calcio,<br />

riusciamo a discutere di questo mondo<br />

che ogni giorno cambia e diventa sempre<br />

più interessante e coinvolgente. Nel corso<br />

della storia, infatti, i vari giornalisti<br />

sportivi hanno inventato un linguaggio a<br />

sé, che rende lo sport del pallone ancora<br />

più affascinante e divertente.<br />

Questa specie di linguaggio è nata negli<br />

anni ’30, grazie al giornalista sportivo<br />

Bruno Roghi, che prese spunto da Orio<br />

Vergani, suo collega in campo ciclistico.<br />

Ecco alcuni esempi del suo fantasioso<br />

linguaggio, oggi sicuramente superato e<br />

cambiato, sono: “Il terzino si aggirava<br />

nell’area di rigore come un leone in cerca<br />

della preda”, “L’ala destra superava<br />

l’avversario con la stessa naturalezza<br />

con cui uno sposo infila l’anello nuziale<br />

alla sposa” e “La folla ammutolì come se<br />

l’avesse colpita la punta di un fioretto”.<br />

Roghi fu anche il <strong>primo</strong> ad utilizzare nomi<br />

sottintesi e spesso sinonimi nei suoi<br />

resoconti calcistici, ad esempio: i calciatori<br />

della Fiorentina hanno la maglia della<br />

divisa di colore viola e lui li chiama “i<br />

viola”; “i bianconeri” sono i giocatori<br />

della Juventus, “i nerazzurri” quelli dell’Inter,<br />

“i rossoneri” quelli del Milan, “i<br />

granata” quelli del Torino.<br />

Interessante citare anche un altro giornalista,<br />

Carlin Bergoglio che, per nominare<br />

le squadre, utilizzava soprannomi, simboli<br />

o nomi d’animali come, per esempio:<br />

“Toro” per il Torino, “Galletto” per<br />

il Bari, perché nello stemma della<br />

squadra c’è appunto un gallo, “Diavoli<br />

“ per il Milan.<br />

Ma Il massimo innovatore del<br />

“calcese” fu Gianni Brera che assegnò<br />

ai calciatori ed agli allenatori del passato,<br />

nomignoli molto azzeccati. Walter<br />

Zenga era soprannominato “il Deltaplano”,<br />

per le sue favolose parate.<br />

Osvaldo Bagnoli (il grande allenatore<br />

che portò il Verona allo scudetto), era<br />

soprannominato “Schopenhauer”, per<br />

il suo tono pessimistico con cui parlava<br />

delle prospettiove della sua squadra.<br />

Claudio Gentile, fu detto Sala-El-Din<br />

perché nato in Libia …<br />

Secondo Brera, che amava il gioco duro,<br />

i veri atleti dovevano essere<br />

“bipallici”, non dovevano “ciabattare”<br />

in campo, e se ci sapevano fare con i<br />

d r i b b l i n g , e r a n o c h i a m a t i<br />

“prestipedatori”. Fu lui il <strong>primo</strong> ad affermare<br />

che il colpo di testa è una<br />

”incornata” e, se si tira un “cannonata”<br />

e si segna, allora è un “prodigio balistico”.<br />

I modi di dire del passato, ma<br />

che in parte sopravvivono nel linguaggio<br />

del giornalismo sportivo e televisivo<br />

attuale, non sono nati per caso, ma<br />

sono frutto della fantasia, della spirito<br />

di osservazione e dell’originalità di<br />

alcuni giornalisti, che hanno scritto la<br />

storia del calcio.<br />

Cavazza Alvise<br />

Di fianco: Gianni<br />

Brera.<br />

In alto a sinistra:<br />

Osvaldo Bagnoli.

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