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Anno primo - Numero 02 - ITIS G. Marconi

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A ROVERETO,<br />

MI SONO EMOZIONATO...<br />

Il 28 novembre scorso si e’ svolta un’<br />

uscita didattica con altre quinte a Rovereto,<br />

in tre siti importanti che si accostano<br />

alle vicende storico-letterarie da noi<br />

studiate recentemente: le tre tappe principali<br />

della nostra visita sono state il Sacrario<br />

militare di Castel Dante, il Museo<br />

della guerra ed il Mart.<br />

Tralasciando le parti piu’ didattiche che<br />

riguardavano in particolare i due musei,<br />

vorrei soffermarmi sulla visita all’ Ossario<br />

Militare, una visita che in prima battuta<br />

sembrava doversi svolgere con abbastanza<br />

sterilita’ e celerita’…anche le<br />

caratteristiche architettoniche dell’edificio<br />

sembravano suggerire all’inizio questa<br />

sensazione, era costituito da materiali<br />

freddi ed inespressivi come il cemento<br />

armato ed il granito , era spoglio nell’arredamento<br />

interno costituito quasi esclusivamente<br />

da migliaia di loculi.<br />

Nonostante questi aspetti esteriori che<br />

possono in un <strong>primo</strong> momento condizionare<br />

il visitatore, la forza emotiva che<br />

poi riesce a pervaderlo e’ tale che e’ difficile<br />

che quest’ultimo non si lasci toccare<br />

anche solo in minima parte.<br />

Una volta entrati nell’immensa sala circolare<br />

che ospita i visitatori si e’ subito<br />

presi nel guardarsi attorno quasi consapevoli<br />

di quella nudita’ che ospita solo<br />

due tombe, quelle di Damiano Chiesa e<br />

Fabio Filzi. Li’ abbiamo ascoltato in piedi<br />

una lezione di storia “vera”,<br />

e sono entrato in naturale empatia con i<br />

poveri caduti del grande conflitto; la<br />

mente viene assalita da pensieri di carattere<br />

e spessore quasi infinito, ci si chiede<br />

come fossero umanamente sopportabili<br />

le condizioni della guerra e piu’ in particolare<br />

quelle della trincea. Non possiamo<br />

minimamente avvicinarci alla condizione<br />

umana di quei poveri ragazzi del<br />

’99, cosa volesse dire per esempio<br />

andare a dormire sapendo che all’indomani<br />

saresti stato il <strong>primo</strong> a vedere negli occhi<br />

un nemico e molto probabilmente<br />

quello sarebbe stato il tuo ultimo sonno.<br />

Passeggiare e toccare quelle lapidi e’ stata<br />

un’ esperienza quasi inebriante, si riusciva<br />

a percepire un minimale sensazione di<br />

redenzione, quasi come se si fosse finalmente<br />

attuata una resa dei conti con degli<br />

uomini a cui dobbiamo molto.<br />

Mentre si toccano quei loculi sembra quasi<br />

di accarezzare i visi spaventati di quei<br />

ragazzi che hanno avuto coraggio da leoni…<br />

mi sembrava di portare loro un po’ di<br />

conforto.<br />

Questa visita e’ stata un’esperienza unica<br />

che e’ riuscita a trasmettere un forte mix<br />

di emozioni che certamente servono piu’<br />

di mille documentazioni per far capire la<br />

Grande Guerra.<br />

Alessandro Cavara

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