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ARGELATO n.2.indd - Comune di Argelato

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foglioaperto >> 2<br />

FONDAZIONE ANT ITALIA ONLUS<br />

www.ant.it<br />

Numero verde: 800 929 203<br />

Via Jacopo <strong>di</strong> Paolo, 36 Bologna<br />

tel. 051/71.90.175<br />

roberta.barbieri@ant.it<br />

(uffi cio stampa)<br />

“Ogni morente rappresenta un problema<br />

singolo, unico, non ripetibile e<br />

non vi sono due persone esattamente<br />

eguali neppure al momento della<br />

loro morte”- questo afferma il Prof.<br />

Pannuti, padre della Fondazione ANT<br />

Italia e promotore del Progetto Eubiosia.<br />

EUBIOSIA<br />

“Questa parola l’ha inventa mio padre,<br />

– afferma Raffaella Pannuti,<br />

Segretario Generale della Fondazione<br />

ANT Italia – deriva dal greco “buona<br />

vita” nel signifi cato della vita vissuta<br />

con <strong>di</strong>gnità dal primo all’ultimo respiro”.<br />

ANT è assistenza domiciliare gratuita<br />

da oltre 30 anni. I Sofferenti <strong>di</strong> tumore<br />

assistiti dal 1985 a <strong>di</strong>cembre 2009<br />

sono 75.071, che tradotto in giornate<br />

<strong>di</strong> assistenza signifi cano numeri da<br />

capogiro: oltre 12 milioni <strong>di</strong> giornate<br />

erogate. L’Emilia Romagna è la capolista,<br />

poiché è la città <strong>di</strong> Bologna che<br />

ha visto questa realtà crescere con più<br />

del 40% degli ammalati curati nella<br />

propria abitazione. ANT è quin<strong>di</strong> assistenza,<br />

ma anche formazione me<strong>di</strong>ca<br />

e <strong>di</strong>agnosi tempestiva: sono le tre anime<br />

che la muovono e che rendono il<br />

cuore <strong>di</strong> quest’Opera pulsante e vivo,<br />

pronto a generare persone e cifre<br />

importanti.<br />

Partiamo con il <strong>di</strong>re, banalmente, che<br />

il cancro rappresenta la seconda causa<br />

<strong>di</strong> morte in Italia e per molti pazienti<br />

le ultime settimane <strong>di</strong> vita sono caratterizzate<br />

da una ridotta autosuffi cienza<br />

e da una sempre più intensa richiesta<br />

assistenziale. Quando, negli anni<br />

’70, il Prof. Pannuti iniziò assieme ad<br />

altri 12 amici fedelissimi questa esperienza,<br />

erano in atto alcuni processi<br />

che sottolineavano con chiarezza la<br />

propensione, da parte delle strutture<br />

sanitarie del nostro paese, all’impiego<br />

delle alte tecnologie per alcuni tipi<br />

<strong>di</strong> Pazienti e alla sempre minore attenzione<br />

riservata ai cosiddetti Malati<br />

“terminali” <strong>di</strong> cancro. Allo stesso tem-<br />

16<br />

po si registravano crescenti <strong>di</strong>ffi coltà<br />

derivanti dalla minore <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> fon<strong>di</strong> necessari ad un’assistenza<br />

adeguata a tutti i livelli. L’esperienza<br />

dell’ANT è partita proprio dall’assunzione<br />

dell’impegno a riservare la massima<br />

attenzione ed energia operativa<br />

per i Sofferenti <strong>di</strong> tumore “inguaribili”<br />

e spesso emarginati dagli ospedali<br />

pubblici e privati: così incominciarono<br />

ad assisterli presso il loro domicilio, in<br />

collaborazione con le loro Famiglie,<br />

per una vita <strong>di</strong>gnitosa fi no all’ultimo<br />

respiro e gratuitamente.<br />

“Ero primario della <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> oncologia<br />

me<strong>di</strong>ca presso l’Ospedale<br />

Sant’Orsola-Malpighi – afferma il Prof.<br />

Pannuti interrogato al riguardo - mi<br />

resi subito conto agli inizi degli anni<br />

’70 <strong>di</strong> due situazioni critiche. La prima<br />

si riferiva ai Pazienti trattati in ospedale<br />

che una volta <strong>di</strong>messi dopo il ciclo<br />

<strong>di</strong> chemioterapia dovevano (e non lo<br />

erano) essere assistiti adeguatamente.<br />

La seconda criticità era legata alla<br />

decisione <strong>di</strong> ridurre il numero<br />

dei posti letto in ospedale per<br />

la spesa. Noi, prendendo<br />

atto <strong>di</strong> questa situazione, con<br />

l’assistenza domiciliare gratuita abbiamo<br />

dato vita ad un vero e proprio<br />

ammortizzatore sanitario. Abbiamo<br />

dato vita ad un progetto <strong>di</strong> solidarietà<br />

(l’abbiamo chiamato PROGETTO<br />

EUBIOSIA) per la migliore <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong><br />

questo tipo <strong>di</strong> Sofferenti. L’accoglienza<br />

da parte dei Pazienti e delle loro<br />

Famiglie è stata incon<strong>di</strong>zionata. Del<br />

pari abbiamo registrato molta in<strong>di</strong>fferenza<br />

da parte delle autorità sanitarie<br />

e qualche ostilità da parte dei Me<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> Famiglia”. Questo per il passato …<br />

poi si sa che il “nuovo” porta sempre<br />

<strong>di</strong>ffi denza, ma quando si impara a capirne<br />

il valore lo si accetta, anzi lo si<br />

propone come modello. Infatti, negli<br />

ultimi anni è stata posta grande attenzione<br />

verso un modello assistenziale<br />

che privilegi la permanenza al domicilio<br />

del paziente oncologico in fase<br />

avanzata <strong>di</strong> malattia (dando ragione<br />

all’intuizione da noi avuta 31 anni or<br />

sono).<br />

I malati oncologici terminali in fase<br />

avanzata (con malattia non più guaribile)<br />

e avanzatissima (i cosiddetti malati<br />

in fase terminale) necessitano <strong>di</strong><br />

assistenza continuativa per un periodo<br />

che può variare dai 90 ai 120 giorni.<br />

Moltissimi necessitano <strong>di</strong> trattamenti<br />

mirati al controllo della sofferenza<br />

provocata dal tumore, defi nita “dolore<br />

totale” e caratterizzata dalla <strong>di</strong>ffi -<br />

coltà a sod<strong>di</strong>sfare i bisogni primari e<br />

dal deteriorarsi dell’identità corporea,<br />

dell’equilibrio psicofi sico, del ruolo<br />

sociale e dello status economico. Per<br />

questi malati le cure più idonee sono<br />

sicuramente le cure palliative (<strong>di</strong> recente<br />

hanno ottenuto l’ok dal Senato)<br />

che si propongono <strong>di</strong> garantire la<br />

associazionismo<br />

miglior qualità <strong>di</strong> vita possibile compatibilmente<br />

alla patologia <strong>di</strong> base e<br />

a una morte <strong>di</strong>gnitosa. Le esigenze <strong>di</strong><br />

larga parte <strong>di</strong> questi ammalati sono:<br />

vivere i propri giorni a casa con i familiari,<br />

non essere lasciati soli, godere <strong>di</strong><br />

ambienti idonei alle proprie esigenze<br />

(il tipo <strong>di</strong> letto, il bagno attrezzato, il<br />

telefono, ecc.), ricevere regolarmente<br />

le cure necessarie per il controllo dei<br />

sintomi, essere accu<strong>di</strong>ti in base alle<br />

necessità fi siche, psicologiche e sociali.<br />

L’attenzione inoltre non va rivolta<br />

solo al paziente, ma anche ai suoi familiari;<br />

ancora, questa attenzione non<br />

va tolta alla famiglia una volta che il<br />

morente li ha lasciati.<br />

La scelta <strong>di</strong> un appropriato regime assistenziale<br />

quale prosecuzione della<br />

fase post-acuta ed un effi cace coor<strong>di</strong>namento<br />

delle attività sanitarie e socio-assistenziali,<br />

dopo la <strong>di</strong>missione,<br />

deve permettere la riduzione <strong>di</strong> inappropriati<br />

prolungamenti della degenza<br />

ospedaliera nonché <strong>di</strong> ricoveri ripetuti.<br />

Nel contempo la <strong>di</strong>missione protetta<br />

non deve essere assolutamente<br />

intesa come una <strong>di</strong>missione “precoce”<br />

del ricoverato rispetto ai tempi<br />

richiesti da una degenza ospedaliera<br />

che completi l’iter assistenziale necessario,<br />

bensì deve essere concepita<br />

come l’organizzazione <strong>di</strong> un sistema<br />

<strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> integrazione<br />

ospedale-territorio al fi ne <strong>di</strong> garantire<br />

la continuità assistenziale del paziente.<br />

Un ulteriore obiettivo nella scelta<br />

del percorso deve essere quello <strong>di</strong> privilegiare<br />

un rientro “protetto” al proprio<br />

domicilio attraverso lo sviluppo<br />

e la <strong>di</strong>ffusione dei servizi domiciliari,<br />

come fa ANT, che offre gratuitamente<br />

una completa assistenza domiciliare e<br />

tutte le terapie palliative e <strong>di</strong> supporto<br />

necessarie ad affrontare in piena <strong>di</strong>gnità<br />

le ultime fasi della vita.<br />

In conclusione, la risposta del Prof.<br />

Pannuti, padre della Fondazione ANT,<br />

a questo tipo <strong>di</strong> problema è stata decisa<br />

e precisa: contano poco le conferenze<br />

e ancor meno le tavole rotonde.<br />

E’ determinante progettare azioni che<br />

<strong>di</strong>mostrino che la vita può essere <strong>di</strong>fesa,<br />

che la <strong>di</strong>gnità della vita può essere<br />

mantenuta fi no all’ultimo respiro e<br />

per far ciò occorrono fon<strong>di</strong>, personale<br />

specializzato e nuove strutture per la<br />

formazione del personale sotto il profi<br />

lo tecnico e morale. Tutto ciò è stato<br />

messo in campo da ANT offrendo<br />

servizi altamente specifi ci a domicilio,<br />

completamente gratuiti, mettendo<br />

a <strong>di</strong>sposizione strutture formative<br />

adeguate e non abbandonando mai<br />

i Sofferenti e le loro Famiglie, né da<br />

un punto <strong>di</strong> vista sanitario né sociale.<br />

Alla fi ne, dulcis in fundo, anche l’economia<br />

ci ha stretto la mano!<br />

Fondazione ANT Italia Onlus<br />

www.ant.it

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