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Foglio della comunità italiana di Capodistria - CAN Capodistria

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quin<strong>di</strong> l’esodo. Moltissimi capo<strong>di</strong>striani lavoravano<br />

a Trieste. Insomma, io ero coinvolto con lo sciopero<br />

generale che poi doveva estendersi a Isola e a Pirano.<br />

Lo sciopero era stato concordato tra tutti i partiti.<br />

Era stato concordato con un incontro proprio a casa<br />

nostra. Un comitato sorto spontaneo, era venuto Armando<br />

Cattonar, che era comunista, iscritto al Partito comunista<br />

<strong>di</strong> Trieste. Avevamo dato la presidenza del comitato dello<br />

sciopero al <strong>di</strong>rettore <strong>della</strong> scuola elementare <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria,<br />

Fioranti. Non si fece nulla a Isola e Pirano perché<br />

Capo<strong>di</strong>stria fu invasa quel giorno da degli scalmanati i<br />

quali <strong>di</strong>cevano che a Capo<strong>di</strong>stria erano tornati i fascisti.<br />

Un falso storico. Spaccarono vetrine, assalirono i citta<strong>di</strong>ni<br />

che trovavano per la strada…<br />

Uccidendo vicino alla porta <strong>della</strong> Muda, il negoziante<br />

Zarli.<br />

Esatto. Di fatti, questo me lo <strong>di</strong>sse dopo la frattura del<br />

Cominform, Sandro Destra<strong>di</strong>, che a Capo<strong>di</strong>stria venne lui<br />

<strong>di</strong>rettamente inviato da Trieste.<br />

E chi era Sandro Destra<strong>di</strong>?<br />

Segretario del Partito comunista a Trieste nel secondo<br />

dopoguerra. Mi <strong>di</strong>sse che era venuto a Capo<strong>di</strong>stria, perché<br />

fortemente allarmati da questa vicenda, per placare gli<br />

animi e impe<strong>di</strong>re che ci fossero altri atti <strong>di</strong> violenza.<br />

La soppressione violenta <strong>di</strong> questo sciopero generale<br />

colpì molto, psicologicamente, gli abitanti <strong>di</strong><br />

Capo<strong>di</strong>stria?<br />

In quell’occasione ci recammo a Roma per riferire<br />

al governo <strong>di</strong> allora le vicende che erano accadute a<br />

Capo<strong>di</strong>stria con l’introduzione <strong>della</strong> jugo-lira. Fu l’inizio<br />

dell’esodo da Capo<strong>di</strong>stria. Mentre la popolazione del<br />

resto <strong>della</strong> Zona B esodò in massa dopo il memorandum<br />

<strong>di</strong> Londra del ’54.<br />

Attingendo da una cronologia <strong>di</strong> Aldo Cherini, mi sono<br />

segnato alcune date che la riguardano. 11 gennaio<br />

’46, nasce a Trieste il Comitato istriano del CLN del<br />

quale fanno parte, tra gli altri, Giorgio Cesare e Rino<br />

Apollonio.<br />

Beh dopo lo sciopero andai a Roma e non tornai più a<br />

Capo<strong>di</strong>stria fermandomi a Trieste, dove avevo gli zii.<br />

Sono entrato subito nel Partito socialista che poi abbiamo<br />

trasformato in Partito socialista <strong>della</strong> Venezia Giulia per<br />

evitare la scissione che era successa in Italia con palazzo<br />

Barberini. E quin<strong>di</strong> noi facevamo capo <strong>di</strong>rettamente<br />

all’Internazionale socialista.<br />

Era <strong>di</strong>fficile in quegli anni far capire il dramma che<br />

stavano vivendo gli istriani?<br />

Era <strong>di</strong>fficile soprattutto…in Italia non si comprese la<br />

rottura del Cominform del ’48. Neanche a Trieste: molti<br />

pensavano che fosse un trucco. Io mi ricordo, noi ci<br />

avevano invitato invece al congresso del Partito socialista<br />

italiano a Genova e Riccardo Lombar<strong>di</strong> e gli altri, chiesero<br />

a me proprio <strong>di</strong> spiegare cosa stava succedendo, perché<br />

non si rendevano conto <strong>di</strong> questa rottura verticale tra Stalin<br />

e Tito. Ci sono tre perio<strong>di</strong>, secondo me, <strong>della</strong> Jugoslavia:<br />

La città<br />

Manifestazione dei primi anni dopo la seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale. Si noti la scritta: »Qui siamo noi<br />

che deci<strong>di</strong>amo <strong>della</strong> nostra LIBERTA e del nostro<br />

AVVENIRE«.<br />

il periodo in cui Tito mantiene l’alleanza con l’Unione<br />

sovietica, pur mantenendo una certa in<strong>di</strong>pendenza da<br />

Mosca; poi il periodo <strong>della</strong> neutralità in cui la Jugoslavia<br />

fa da cuscinetto tra i due blocchi; e poi, l’ultimo periodo,<br />

quando Tito si schiera apertamente con l’Occidente.<br />

Come vede il ruolo <strong>di</strong> Tito? Con elementi sia negativi<br />

che positivi?<br />

Positivi perché ha mantenuto l’alleanza con l’Inghilterra<br />

anche durante il periodo in cui la Jugoslavia, per ragioni<br />

<strong>di</strong> politica estera, era alleata a Stalin. Cioè alla Conferenza<br />

<strong>di</strong> Parigi, alla Conferenza <strong>della</strong> pace, la Jugoslavia<br />

era schierata dalla parte dell’Unione sovietica…ma<br />

ovviamente, perché c’era questa riven<strong>di</strong>cazione territoriale<br />

nei confronti dell’Italia.<br />

Il Comitato istriano del CLN a Trieste, che tipo <strong>di</strong><br />

attività svolse?<br />

Diciamo che il fulcro dell’attività era la richiesta<br />

del plebiscito per la Venezia Giulia. C’è stato un<br />

pronunciamento dell’Internazionale socialista a favore<br />

dell’autodeterminazione dei popoli. Per noi il plebiscito<br />

non era visto con una scelta tra l’Italia e la Jugoslavia, ma<br />

per delimitare una linea etnica.<br />

Il che era molto <strong>di</strong>fficile quella volta, come lo sarebbe<br />

ancora oggi…<br />

Avevamo la precisa convinzione che il plebiscito non<br />

sarebbe stato concesso, però era l’unica carta democratica<br />

che avevamo nelle mani.<br />

Perché l’Italia non vedeva <strong>di</strong> buon occhio questo<br />

ipotetico referendum?<br />

Perché l’Italia intanto non era in grado <strong>di</strong> decidere. E<br />

poi perché il plebiscito nella Venezia Giulia avrebbe<br />

comportato il plebiscito dell’Alto A<strong>di</strong>ge. L’Italia non<br />

avrebbe potuto <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no all’Austria, e quin<strong>di</strong> avrebbe<br />

perso la provincia <strong>di</strong> Bolzano. Era escluso un plebiscito<br />

nella Venezia Giulia, senza il consenso dell’Unione<br />

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