I Paternesi - Francocrisafi.It
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PK<br />
41x46<br />
QUINDICINALE<br />
D’INFORMAZIONE LOCALE<br />
IPATERNESI PK<br />
41x46<br />
I <strong>Paternesi</strong> speciale di Free Press allegato de “La Sicilia” all’edizione di Catania del 9 febbraio 2006 - e-mail: melamedia@tiscali.it - Spedizione A.P. comma 20b - Art. 2<br />
legge 662/96 Pubblicità Publikompass Catania tel. 095 7306311 - Progetto grafico Studio Di Marco - Realizzazione Melamedia sas - Tipografia e stampa TI.ME. srl<br />
La Paternò di un<br />
tempo narrata<br />
dagli autori d’oggi<br />
il de<br />
Tutti i Santi combattenti della<br />
cappella del Castello<br />
Personaggi:<br />
Giovan Battista Nicolosi,<br />
il più grande geografo del Seicento<br />
Turi Marchese,<br />
un cuntastorie...<br />
del nuovo millennio<br />
alle pagine 17-18-19-20<br />
IL COMUNE INFORMA<br />
PK/<br />
244 mm x 56 mm colore<br />
9 FEBBRAIO 2006<br />
FUORI<br />
DAL<br />
RECINTO<br />
DELCARNEVALE
2<br />
pag. 3-4-5-6<br />
Nella foto:<br />
tra le maschere<br />
tipiche veneziane<br />
c’era anche quella<br />
della cortigiana<br />
I PATERNESI<br />
EDITORIALE<br />
Nel servizio principale di questo primo numero di febbraio de I <strong>Paternesi</strong>, Giovanna Iurato e Giuseppe<br />
Lazzaro Danzuso affrontano il tema dell’evoluzione del rapporto tra omosessuali e Carnevale. E si<br />
scopre come la comunità gay di Paternò, non abbia più bisogno di nascondersi - come avveniva un<br />
tempo in tutta Europa - dietro i riti carnascialeschi, anche se l’appuntamento con la festa e le sfilate<br />
resta fondamentale per il contributo in termini di creatività e gusto. Una conquista recente se pensiamo<br />
che fino a pochi decenni fa la situazione fosse decisamente diversa. Intanto, come emerge dalle dichiarazioni di alcuni<br />
intervistati, si ribadisce il patto stretto dalla comunità omosessuale con la città: integrazione e apertura, come si<br />
conviene a una società evoluta, ma... senza esagerare.<br />
Il secondo pezzo principale del numero, firmato da Giorgio Cicciarella, è dedicato ai vari Pippo<br />
Virgillito, Vincenzo Fallica, Angelino Cunsolo, Ezio Costanzo, Barbaro Conti, Carmine Rapisarda e<br />
tanti altri ancora. Scrittori e saggisti paternesi contemporanei impegnati a tramandare tradizioni,<br />
aneddoti, fatti e personaggi di tempi ormai trascorsi, che senza il loro prezioso lavoro sarebbero<br />
stati destinati all’oblio. Intervistiamo soltanto alcuni di loro semplicemente per una questione di<br />
spazio, non certo per stilare una qualsivoglia graduatoria di merito: tutti coloro i quali, con il loro<br />
impegno, si sono adoperati per portare alla luce aspetti e vicende, più o meno inediti, della storia<br />
di Paternò sono infatti degni di grande considerazione.<br />
Francesco Giordano ci parla poi della cappella del Castello di Paternò, un monumento che risale all’epoca sveva e,<br />
a parte il Cristo Pantocratore e quel Battista cui è dedicata, mostra nei suoi affreschi una teoria di santi cavalieri i<br />
quali, sui loro cavalli arabo-normanni, sembrano volere uscire dalle pareti per compiere ancora una volta la loro<br />
missione. D’altra parte, i dipinti furono realizzati quando era ancora vivo il fervore per le crociate.<br />
Nel Il Comune informa, l’inserto curato in collaborazione con l’Ufficio stampa di Palazzo Alessi, ci occupiamo del<br />
programma stilato dall’Amministrazione Failla per il Carnevale 2006; del baby Consiglio comunale; della mostra<br />
intitolata Gli argenti di Paternò; e dei lavori di riqualificazione in via Fonte Maimonide. L’inserto è chiuso, come<br />
sempre, dallo spazio riservato all’Ama Spa.<br />
Per la rubrica dedicata ai personaggi del passato, Pippo Virgillito ci parla di Giovan Battista Nicolosi, mentre per<br />
Personaggi di oggi, Salvo Spampinato traccia un ritratto di Turi Marchese, un cuntastorie... del nuovo millennio.<br />
All’interno del numero, anche la rubrica fotografica curata da Orazio Oliveri.<br />
Vi auguriamo una piacevole lettura, ricordandovi che il prossimo numero del nostro periodico sarà in edicola, sempre<br />
con La Sicilia, il prossimo 23 febbraio.<br />
I <strong>Paternesi</strong><br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006
3<br />
I PATERNESI<br />
FUORI DAL RECINTO<br />
DEL CARNEVALE<br />
di Giovanna Iurato<br />
e Giuseppe Lazzaro Danzuso<br />
foto di Orazio Oliveri<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 71<br />
COLORE<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
La comunità gay di Paternò<br />
non ha più bisogno di<br />
nascondersi, come avveniva un tempo in<br />
tutt’Europa, dietro i riti carnascialeschi<br />
L’appuntamento con la festa e le sfilate resta<br />
però fondamentale per il contributo in<br />
termini di creatività e gusto<br />
Intanto, si ribadisce il patto con la città:<br />
integrazione e apertura, ma...<br />
senza esagerare<br />
Nella pagina:<br />
due immagini delle sfilate<br />
carnevalesche a Paternò e<br />
una ricostruzione della<br />
maschera della gnaga ‘‘Il<br />
nostro legame con<br />
la città è solidissimo<br />
e si rinsalda ancora<br />
di più durante il<br />
Carnevale: ogni anno<br />
allestiamo un gruppo in maschera,<br />
che risulta sempre particolarmente<br />
apprezzato dai paternesi<br />
per l’originalità del tema e per la
4<br />
ricchezza dei costumi”.<br />
Ha parlare è Gianni, un omosessuale<br />
di 48 anni, che aggiunge<br />
ridendo: “D’altronde, quanto a<br />
creatività e gusto, la superiorità dei<br />
gay è indiscutibile”.<br />
GAY IMPICCATI E<br />
PONTI... DE LE TETTE<br />
Nella Venezia tra il Tre e il Cinquecento i sodomiti venivano inquisiti ogni venerdì da un<br />
apposito collegio dei deputati cui medici, barbieri e speziali avevano l’obbligo di riferire le<br />
confidenze amorose dei loro pazienti. E a venir riconosciuti dal collegio come omosessuali<br />
si rischiava di finire prima impiccati nelle due colonne della piazzetta di San Marco e poi<br />
bruciati. Lo stesso avveniva anche altrove: se tra greci e latini la sodomia non era peccato,<br />
dalla seconda metà del XIII secolo in Europa furono adottati degli atti legali allo scopo di<br />
renderla un crimine punibile con la morte.<br />
Di solito la più terribile, quella tra le fiamme, come dimostra una famosa stampa del 1482:<br />
Il rogo del cavaliere di Hohenberg e del suo servo sotto le mura di Zurigo.<br />
Fu però nel 1532 che Carlo V, con la Constitutio Criminalis Carolina produsse un fondamento<br />
per questo principio di legge rimasto valido nel Sacro Romano Impero fino alla fine del XVII<br />
secolo. Nonostante ciò la sodomia era talmente diffusa che, a Venezia, per distogliere li<br />
uomini dal peccare contro natura, il governo incentivava le cortigiane (nel 1509 erano ben<br />
11.164), cui era riservato un intero quartiere chiuso dal cosiddetto Ponte de le tette.<br />
I PATERNESI<br />
PK<br />
quarto di pagina<br />
mm 120 x mm 138<br />
Il legame tra omosessualità e<br />
Carnevale ha radici antichissime.<br />
Non dimentichiamo che un tempo,<br />
come accade oggi nei paesi islamici,<br />
anche da noi esistevano leggi<br />
rigorosissime per impedire l’omosessualità<br />
e che colpivano, per esempio,<br />
chi indossava abiti dell’altro<br />
sesso.<br />
A meno che, ovviamente, non fosse<br />
Carnevale.<br />
A Venezia, in quei giorni dell’<br />
anno i giovani omosessuali indossavano<br />
la cosiddetta gnaga, un vero<br />
e proprio travestimento da dama con<br />
l’aggiunta di una piccola maschera<br />
che copriva occhi e naso e serviva a<br />
raddolcire i lineamenti. Femminili<br />
erano anche tono di voce e atteggiamento<br />
e come donne le gnaghe<br />
giravano durante il periodo carnevalesco<br />
per le piazze e le osterie veneziane,<br />
facevano il loro ingresso<br />
trionfale alle feste con comportamenti<br />
decisamente licenziosi.<br />
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B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Ma ciò era consentito soltanto nel<br />
periodo consacrato al mondo alla<br />
rovescia, a sottolineare che la realtà<br />
era altro. Ecco perché ancor oggi,<br />
chi vuol colpire manifestazioni<br />
come il gay pride tira in ballo il<br />
Carnevale, come se fosse tutto uno<br />
scherzo.<br />
“Che motivo c’è di mettersi in<br />
mostra” si sostiene. Scordando che<br />
per centinaia d’anni - e ancor oggi<br />
nei paesi sottoposti alla legge coranica<br />
-, al di fuori del recinto del<br />
Carnevale l’omosessuale rischiava la<br />
vita (vedi box). E se non ci fossero<br />
state delle “esternazioni” - i siti gay<br />
su internet brulicano di biografie di<br />
omosessuali famosi, tanti da restarne<br />
stupiti - probabilmente anche<br />
oggi le cose non sarebbero così diverse.<br />
Giovanni Dall’Orto, 48 anni,<br />
storico e direttore del mensile Pride,<br />
autore di diversi libri sulla storia<br />
gay, in una recente conferenza nell’
5<br />
VESTIRSI DA COW BOY<br />
NON È PIÙ MACHO<br />
Una volta per Carnevale ci si vestiva da cow boy per esaltare la mascolinità, ma dopo<br />
Brokeback mountain, che peraltro ha fatto incetta di nomination (ben 8) agli Oscar, chissà<br />
se si potrà ancora. La pellicola di Ang Lee - che ha già vinto quattro Golden globe e il leone<br />
d’oro a Venezia - racconta infatti una storia di omosessualità tra due mandriani, interpretati<br />
da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Il film ha suscitato polemiche negli stati americani più<br />
tradizionalisti come lo Utah ed è stato recentemente vietato in Cina (dove peraltro da poco<br />
l’omosessualità non è più bollata come malattia mentale).<br />
Ma l’aver spezzato un luogo comune come quello del cow boy macho ha soprattutto scatenato<br />
i comici americani, e sulle tv è un fiorire di battute. Ma queste non offendono i gay americani.<br />
“Il fatto che si possa scherzare senza pregiudizi sul film - ha detto Neil Giuliano, presidente<br />
della Gay & Lesbian Alliance Against Defamation - dimostra il livello di emancipazione<br />
raggiunta dal nostro movimento. E il fatto che se ne parli (o se ne rida) in prime time ha<br />
permesso al film di raggiungere l’America profonda dove altrimenti sarebbe rimasto tabù”.<br />
Università di Catania su Storie e<br />
aneddoti omosessuali all’ombra<br />
dell’Etna tra ‘800 e ‘900 ha parlato<br />
tra l’altro di un processo celebrato<br />
nel 1939 che culminò con l’invio al<br />
confino, nelle isole Tremiti, del maggiore<br />
gruppo di omosessuali, ben 42,<br />
catturati durante una grande retata<br />
nel Catanese.<br />
“Cinque di queste persone - ci rivela<br />
poi Dall’Orto - erano proprio di<br />
Paternò. Si trattava di un pittore, di<br />
un suo cugino e di altri tre omosessuali”.<br />
Ricordavamo nel numero scorso<br />
Sopra: Giovanni Dall’Orto<br />
I PATERNESI<br />
come mezzo secolo fa sotto i dòmino<br />
dei balli carnascialeschi paternesi<br />
gli omosessuali potessero<br />
spacciarsi per donne. E non erano<br />
rare, prima della festa, delle retate<br />
per evitare che questo potesse avvenire.<br />
Ancora negli anni Sessanta numerosi<br />
travestiti, provenienti anche<br />
dalle città vicine, per Carnevale si<br />
riversavano lungo le vie di Paternò<br />
suscitando stupore, riprovazione<br />
ma anche ammirazione, non soltanto<br />
negli uomini, per la loro femminilità,<br />
ma anche nelle donne,<br />
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piedone interno mm 244 x mm 161<br />
COLORE<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
per l’eccentricità e la libertà nell’<br />
abbigliarsi.<br />
A sentire coloro i quali hanno<br />
vissuto questo periodo, quando arrivavano<br />
nella piazza principale si<br />
diffondeva una curiosa allegria,<br />
che però durava poco, visto che i<br />
travestiti venivano caricati sulle<br />
camionette e subito condotti all’<br />
uscita del paese.<br />
Con la rivoluzione sessuale degli<br />
anni Settanta, tutto è cambiato.<br />
Sono passati esattamente trent’anni<br />
da quando i Pooh sferzarono l’<strong>It</strong>alia<br />
nazionalpopolare con una delicata
6<br />
segue da pagina 5 con i miei genitori e, nonostante il<br />
canzone intitolata Pierre<br />
(Penso a te<br />
nei tempi della scuola con noi<br />
sottile pallido e un po’ perso<br />
tu già da noi cosi diverso<br />
triste).<br />
“Per fortuna - commenta Dall’<br />
Orto - con l’evolversi della mentalità<br />
è venuta sempre meno l’esigenza<br />
di usare impropriamente il<br />
Carnevale”.<br />
“Questa festa - conferma Gianni -<br />
per la comunità gay locale rappresenta<br />
oggi soltanto un’occasione<br />
per divertirsi dando libero sfogo<br />
alla creatività. E dunque anche per<br />
far divertire i nostri concittadini.<br />
Insomma, è sì un momento atteso,<br />
ma non certo per indulgere a comportamenti<br />
che siamo costretti a<br />
reprimere per un intero anno”.<br />
L’accettazione della nostra città<br />
nei confronti dell’omosessualità,<br />
negli ultimi decenni, è sempre cresciuta.<br />
“Avevo otto anni - racconta Gianni<br />
- quando i miei genitori furono<br />
convocati dalla maestra, accortasi<br />
delle mie tendenze. Presi coscienza<br />
di com’ero intorno ai quindici anni.<br />
Fu allora che affrontai la questione<br />
Sopra: un’immagine del Gay Pride di Parigi<br />
loro atteggiamento non certo di<br />
rifiuto, scappai di casa, tornandoci<br />
soltanto dopo che erano venuti a<br />
cercarmi”.<br />
“Anch’io avevo quindici anni - aggiunge<br />
Roberto, che oggi ne ha 40 -<br />
quando mi resi conto che desideravo<br />
avere il fidanzatino piuttosto<br />
che la fidanzatina”.<br />
“A differenza di quelli di Gianni<br />
- aggiunge -, i miei genitori inizialmente<br />
la presero molto male. Poi<br />
però il loro amore nei miei confronti<br />
ebbe il sopravvento e oggi ho<br />
uno splendido rapporto con loro. E<br />
anche con la mia città”.<br />
“A Paternò - continua - oltre che<br />
vivere, lavoro. E non mi sono mai<br />
sentito discriminato, né mai sono<br />
stato offeso, eppure la mia omosessualità<br />
è evidentissima. Certo, ogni<br />
tanto può capitare qualche sorrisino,<br />
ma mai nulla di più”.<br />
Anche G., 34 anni, parla di un<br />
rapporto con la città molto buono.<br />
“La mia esperienza - afferma - è<br />
di perfetta integrazione”.<br />
Nonostante ciò non ci sono nella<br />
nostra città locali o associazioni gay.<br />
“Io - dice Gianni - non ho mai<br />
sentito il bisogno di fare parte di un’<br />
associazione. Qui a Paternò, tra noi<br />
omosessuali, ci conosciamo un po’<br />
tutti. Per quanto riguarda poi i locali<br />
per gay, a Catania ce ne sono<br />
diversi”.<br />
Tra quelli segnalati su una guida<br />
su internet troviamo il Pegaso’s<br />
Circus, nella zona della Plaia, e il<br />
Pegaso’s bar, in centro, Villa Romeo,<br />
proprio nel centro storico,<br />
con annessa una sauna dall’allusivo<br />
nome di Mykonos e l’Havana pub.<br />
“La vicinanza con Catania - commenta<br />
G. - credo sia il vero motivo<br />
per cui non ci sono ritrovi gay<br />
a Paternò, non certo perché simili<br />
locali potrebbero avere vita difficile<br />
in città”.<br />
Per quanto riguarda le associazioni,<br />
tra febbraio e marzo si<br />
svolgerà a Catania il Congresso<br />
fondativo del Comitato provinciale<br />
dell’Arcigay. Ma esistono già due<br />
associazioni che si connotano per<br />
un atteggiamento tra loro opposto<br />
nei confronti della chiesa cattolica:<br />
l’Open Mind, fortemente critico, e<br />
I PATERNESI<br />
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piedino interno mm 244 x mm 71<br />
B/N<br />
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quarto di pagina<br />
mm 120 x mm 138<br />
I fratelli dell’Elpis, che si definiscno<br />
omosessuali credenti.<br />
“Io - dice al proposito Roberto -<br />
sono stato e continuo a essere molto<br />
religioso ma sento di non essere<br />
accettato dalla Chiesa”.<br />
“Per quanto mi riguarda - aggiunge<br />
G. -, pur avendo fatto il chierichetto<br />
per molti anni, mi sono poi<br />
allontanato dalla pratica religiosa.<br />
Ma non certo dalla fede, anche<br />
quando mi sono sentito incompreso<br />
e discriminato”.<br />
Non si può non finire con il parlare<br />
del recente riconoscimento<br />
giuridico delle unioni tra individui<br />
dello stesso sesso in alcuni stati europei,<br />
anche a maggioranza cattolica,<br />
e della possibilità di introdurre<br />
simili iniziative legislative, i cosiddetti<br />
Pacs, anche nel nostro Paese.<br />
“Io non mi sposerei - dice Gianni -<br />
ma ritengo che sia giusto e utile che<br />
anche in <strong>It</strong>alia possano contrarsi i<br />
cosiddetti matrimoni gay. Sono<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
contrario invece al riconoscimento<br />
del diritto ad adottare bambini”.<br />
Della stessa opinione è anche G.,<br />
secondo il quale “Anche se oggi la<br />
mentalità è molto più aperta che in<br />
passato i tempi non sono ancora<br />
maturi e i bambini potrebbero soffrire<br />
per la diversità dei genitori”.<br />
Insomma, apertura ma... senza<br />
esagerare. Tant’è che i nostri intervistati<br />
non hanno voluto, con varie<br />
motivazioni, che fosse pubblicato il<br />
loro nome per esteso.<br />
Ed ecco che allora il Carnevale<br />
può avere ancora un suo valore di<br />
valvola di sfogo.<br />
“Quest’anno - afferma Gianni -<br />
stupiremo tutti con un gruppo in<br />
maschera che si intitola La città del<br />
sole, con sessanta componenti, ovviamente<br />
anche non omosessuali.<br />
Un carro che sfilerà anche a Milano.<br />
E vedrete che ci sarà da divertirsi”.
8 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
LA PATERNÒ DI UN TEMPO<br />
NARRATA DAGLI AUTORI D’OGGI<br />
Il Castello di Paternò<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
COLORE<br />
di Giorgio Cicciarella<br />
foto di Orazio Oliveri<br />
Pippo Virgillito, Vincenzo Fallica, Angelino<br />
Cunsolo, Ezio Costanzo, Barbaro Conti,<br />
Carmine Rapisarda e tanti altri ancora:<br />
scrittori e saggisti paternesi contemporanei<br />
impegnati a tramandare tradizioni, aneddoti,<br />
fatti e personaggi di tempi ormai trascorsi, che<br />
senza il loro prezioso lavoro sarebbero stati<br />
destinati all’oblio<br />
Se non fosse per la loro<br />
inesauribile attività di<br />
studio e di ricerca noi<br />
tutti avremmo di Paternò<br />
un quadro storico<br />
privo non soltanto di importanti<br />
passaggi, ma anche di aneddoti,<br />
leggende, tradizioni e personaggi<br />
che qualcuno potrebbe considerare<br />
minori ma che non lo sono affatto.<br />
Tanti sono gli autori di saggi de-<br />
dicati alla città e sarebbe stato difficile<br />
ascoltarli tutti. Ma, intervistandone<br />
alcuni, non intendiamo certo<br />
stilare una qualsivoglia graduatoria<br />
di merito: tutti coloro i quali, con il<br />
loro impegno, si sono adoperati per<br />
portare alla luce aspetti e vicende,<br />
più o meno inediti, della storia di<br />
Paternò sono degni di grande considerazione.<br />
Cominciamo con Pippo Virgillito,
9<br />
Pippo Virgillito<br />
avvocato, membro dell’associazione<br />
culturale SiciliAntica, sol perché è<br />
un nostro collaboratore, oltre a rappresentare<br />
una delle memorie storiche<br />
della città. Autore di innumerevoli<br />
pubblicazioni, tutte incentrate<br />
su Paternò, ha un’altra innegabile<br />
dote, quella di essere un grande<br />
affabulatore: non ci si stancherebbe<br />
mai di ascoltarlo mentre racconta<br />
di fatti e personaggi della tradizione<br />
locale.<br />
L’ultima sua fatica letteraria C’<br />
erano una volta a Paternò… I<br />
bastonieri, illustra di una nobile<br />
arte, ai più sconosciuta, assiduamente<br />
esercitata nel secolo scorso<br />
da tanti paternesi, pronti a sacrificare<br />
se stessi per difendere, con un<br />
semplice bastone di legno e un’innegabile<br />
dose di maestria, il debole,<br />
la giustizia, l’onore delle donne.<br />
Quella di Virgillito è una delle<br />
opere attualmente più richieste nelle<br />
librerie della nostra città. I suoi<br />
scritti sono intrisi di aneddoti e personaggi,<br />
che non è eufemistico definire,<br />
nel loro piccolo, leggendari.<br />
“Grazie all’aiuto di alcuni mecenati<br />
- spiega Virgillito - ho avuto<br />
la gioia, la fortuna, di pubblicare<br />
numerose opere che parlano di<br />
Paternò: tutto nasce da un’intima<br />
esigenza di far conoscere le radici<br />
della mia terra. Delle mie opere non<br />
ho mai fatto un uso commerciale e<br />
cercherò di proseguire anche in<br />
futuro questa attività di carattere<br />
culturale e divulgativo. Ho, infatti,<br />
in progetto di dare alle stampe un<br />
testo intitolato Le Edicole Votive<br />
a Paternò, con le foto di Giuseppe<br />
Barbagiovanni, che racconterà la<br />
storia di 75 altarini, dai tempi della<br />
seconda guerra mondiale ai giorni<br />
nostri, e mi prefiggo di pubblicare<br />
pure due scritti che tratteranno<br />
della chiesetta di San Marco e di<br />
quella di San Giacomo”.<br />
Ottimo il rapporto di collaborazione<br />
tra Virgillito e gli altri, illustri,<br />
autori locali contemporanei.<br />
“Ho lavorato bene - dice - con<br />
Barbaro Conti, che ha pubblicato<br />
diversi testi di grande interesse,<br />
con Angelino Cunsolo, con Vincenzo<br />
Fallica, con Carmelo Ciccia, scrittore<br />
paternese insignito di numerosi<br />
premi a livello nazionale, i cui racconti<br />
sono stati tradotti in varie lingue,<br />
con Francesco Alberto Giunta,<br />
con cui ho un costante scambio di<br />
idee e che ha presentato il mio libro<br />
sui Bastonieri. Ciascuno di loro ha<br />
dato un contributo importante per<br />
la conoscenza della nostra città”.<br />
“Leggo, inoltre, con piacere - aggiunge<br />
- le pubblicazioni di Carmine<br />
Rapisarda, del quale ricordo il<br />
padre, Barbaro, autore di un testo<br />
corposo sui bombardamenti a cui<br />
fu sottoposta la nostra città nella<br />
Seconda Guerra Mondiale, dal titolo<br />
L’apocalisse a Paternò. Apprezzo<br />
inoltre le opere del giornalista Ezio<br />
Costanzo”.<br />
Quest’ultimo ha scritto di argomenti<br />
quali lo sbarco alleato del<br />
1943, e, con un altro noto giornalista<br />
- Aldo Forbice, il catanese conduttore<br />
della fortunata trasmissione<br />
radiofonica Zapping - I bambini e la<br />
guerra.<br />
Un altro grande narratore dei fatti<br />
storici della nostra città è il professor<br />
Vincenzo Fallica.<br />
“La nostra città - afferma -, e non lo<br />
dico per un malinteso senso di municipalismo,<br />
è una delle più belle<br />
I PATERNESI<br />
PK<br />
quarto di pagina<br />
mm 120 x mm 138<br />
B/N<br />
di tutta la Sicilia. La mia ricerca<br />
delle fonti cominciò da giovane: mi<br />
imbattei in una massa enorme di<br />
straordinari documenti, quali gli<br />
atti di fondazione e i lasciti dei<br />
monasteri benedettini. Ne venne<br />
fuori una Storia di Paternò che pubblicai<br />
nel 1990, che arricchisce<br />
quella di Gaetano Savasta, Memorie<br />
storiche della città di Paternò, pubblicata<br />
nell’ormai lontano 1905”.<br />
“Successivamente - prosegue Fallica<br />
- sono stato attratto dalle vicende<br />
di una sfortunata regina: Bianca<br />
di Navarra. Era un peso che sentivo<br />
fin da quando, da giovane professore,<br />
studiavo gli Aragonesi. Con<br />
Bianca di Navarra ho pensato di<br />
tracciare un profilo di quella che fu<br />
l’ultima regina di Sicilia che nel<br />
1415, con la persecuzione di Bernardo<br />
Cabrera, fu costretta a tornare in<br />
terra di Spagna”.<br />
Fallica spiega come la presenza<br />
di Bianca fu fondamentale per la<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 71<br />
B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
nostra città, perché Paternò diventò<br />
insieme a Mineo, Vizzini e Siracusa<br />
parte integrante della cosiddetta<br />
Camera Reginale.<br />
“Sarei felice - afferma - se si potesse<br />
valorizzare questo patrimonio<br />
storico e artistico creando, insieme<br />
a Motta Sant’Anastasia e Adrano,<br />
una Contea dei Castelli”.<br />
Il professore sottolinea come il suo<br />
fine sia quello di dare un contributo<br />
divulgativo quanto più possibile vasto<br />
su storie e personaggi della nostra<br />
città.<br />
“Del resto - afferma - quando i<br />
paternesi sono sollecitati nel modo<br />
giusto rispondono alle iniziative<br />
culturali con autentico entusiasmo”.<br />
E a proposito di personaggi poco<br />
noti il professore Fallica preannuncia<br />
la realizzazione di una pubblicazione<br />
dedicata a un sacerdote<br />
di origine emiliana, padre Vincenzo<br />
continua a pagina 11
11<br />
segue da pagina 9<br />
Ravazzini, che sacrificò la propria<br />
vita per i sofferenti durante i bombardamenti<br />
alleati del luglio 1943.<br />
“Una figura leggendaria - conclude<br />
- che i nostri giovani devono<br />
conoscere, anche se in verità pochi<br />
sembrano portati a proseguire l’<br />
attività di ricerca. Tra questi voglio<br />
citare il giornalista Francesco Giordano<br />
(nostro collaboratore n.d.r.),<br />
che ha già scritto alcuni articoli di<br />
carattere storico-divulgativo, e che<br />
mi auguro in futuro possa arrivare<br />
pure alle pubblicazioni”.<br />
Un’altra figura assai significativa<br />
nel vasto panorama dei saggisti<br />
locali è rappresentata dal professor<br />
Angelino Consolo, per decenni corrispondente<br />
de La Sicilia, ideatore<br />
e promotore del premio culturale<br />
Tirsi Etneo, che rappresenta una<br />
fonte pressoché inesauribile da cui<br />
attingere. Attualmente è in libreria<br />
con la pubblicazione Uomini illustri<br />
e Santa Barbara.<br />
“Provengo - afferma Cunsolo - da<br />
una famiglia in cui le espressioni<br />
artistiche e culturali sono state<br />
sempre preponderanti. Da mio<br />
nonno, a mio padre, a mio fratello.<br />
Da bimbo, arrivando dalla natìa<br />
Biancavilla rimasi affascinato non<br />
soltanto dai monumenti di Paternò,<br />
ma dalle storie che di questi monumenti<br />
si raccontavano. Fu così che<br />
cercai di approfondire la conoscenza<br />
sulla nostra città e diedi alle stampe,<br />
insieme a Barbaro Conti e Barbaro<br />
Rapisarda, due edizioni di Note storiche<br />
di Paternò, raccolte di vari<br />
autori antichi e moderni.<br />
“Fu poi la volta - ricorda - de Il<br />
Santuario della Consolazione in<br />
Paternò, con Barbaro Rapisarda, e<br />
nel ’93 uscì La triste estate del ’43<br />
a Paternò. Tra breve pubblicherò in-<br />
I PATERNESI<br />
Vincenzo Fallica Angelino Cunsolo<br />
oltre un libro, intitolato Il Castello<br />
di Paternò, piuttosto voluminoso e<br />
su cui lavoro da oltre dieci anni, in<br />
cui sovverto parecchi luoghi comuni<br />
sul maniero normanno”.<br />
L’altra grande passione di Cunsolo<br />
è la poesia: ogni anno, nell’ambito<br />
dei festeggiamenti in onore di Santa<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Barbara, organizza un recital di<br />
poesie dedicate alla Santa Patrona,<br />
che annovera già diverse edizioni.<br />
“Le poesie - spiega Cunsolo - sono<br />
una costante per la mia famiglia,<br />
basti pensare che conservo ancora<br />
un’antica raccolta di versi composti<br />
dal mio nonno materno. E io stesso<br />
ho sempre coltivato questa passione<br />
tanto che quest’anno spero di dare<br />
alle stampe una mia raccolta di<br />
circa trecento liriche”.<br />
Uscendo dalla casa del professor<br />
Cunsolo veniamo, letteralmente,<br />
rapiti dalla bellezza del centro<br />
storico paternese: di fianco a noi<br />
si staglia l’imponente sagoma<br />
della chiesa di Santa Barbara.<br />
Percorriamo le strade che solcano<br />
la Collina storica e, nei pressi della<br />
scalinata monumentale, ammiriamo<br />
come fosse la prima volta l’edicola<br />
votiva della Madonna delle<br />
Grazie. Ancora pochi passi ed ecco<br />
il Castello Normanno. Nell’aria pare<br />
aleggiare il peso di vicende e personaggi<br />
che hanno fatto la storia delle<br />
nostra città.<br />
Il nostro viaggio alla ricerca di una<br />
Paternò d’altri tempi finisce qui.<br />
Non si esaurirà, invece, l’opera<br />
certosina di questi preziosi testimoni<br />
che con i loro scritti perpetueranno,<br />
nel tempo, una cultura<br />
che non deve in alcun modo essere<br />
rimossa.
13 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
TUTTI I SANTI COMBATTENTI<br />
DELLA CAPPELLA<br />
DEL CASTELLO<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
COLORE<br />
Risale all’epoca sveva e, a parte<br />
il Cristo Pantocratore e quel Battista<br />
cui è dedicata, mostra nei suoi<br />
affreschi una teoria di santi cavalieri<br />
che, sui loro cavalli arabo-normanni,<br />
sembrano volere uscire dalle pareti<br />
per compiere ancora una volta<br />
la loro missione<br />
D’altra parte i dipinti furono realizzati<br />
quando era ancora vivo il fervore<br />
per le crociate<br />
A sinistra:<br />
l’abside con<br />
l’affresco, molto<br />
degradato,<br />
del Cristo<br />
Pantocratore<br />
di Francesco Giordano *<br />
Il Castello normanno, simbolo<br />
di Paternò, rappresenta il<br />
quinto punto cardinale per<br />
la città dato che il grande<br />
parallelepipedo in pietra lavica<br />
sulla collina storica è visibile da<br />
ogni quartiere. La Turri è il nostro<br />
continua a pagina 14
14<br />
segue da pagina 13<br />
SAN GIOVANNI BATTISTA<br />
E I CAVALIERI GEROSOLIMITANI<br />
L’Agnus dei posto sulla chiave di volta della porta d’ingresso della cappella è il simbolo<br />
di San Giovanni Battista. Lo stesso personaggio è raffigurato in un dipinto a destra dell’<br />
abside. Tutti questi elementi che lasciano supporre la presenza, nel castello di Paternò, di<br />
esponenti gerosolimitani, ossia di appartenenti all’ordine degli Ospedalieri di San Giovanni<br />
di Gerusalemme.<br />
I suoi adepti avrebbero successivamente preso il nome di cavalieri di Rodi e, nel 1530, di<br />
cavalieri di Malta.<br />
San Giovanni Battista è raffigurato a sinistra dell’abside rispettando gli stilemi del tempo.<br />
La sua figura è asciutta, quasi<br />
scarna, capelli e barba rossa sono<br />
incolti, in segno di penitenza. La<br />
vita ascetica del difensore del<br />
Santo sepolcro è simboleggiata da<br />
torso nudo e dalla veste di pelle<br />
di cammello. Il volto di Giovanni<br />
è scavato dai duri digiuni ma la<br />
sua espressione resta comunque<br />
ieratica. Regge con la mano<br />
sinistra un cartiglio che annuncia<br />
l’Avvento del Messia, e con la<br />
mano destra benedice.<br />
A sinistra: un particolare<br />
dell’affresco che rappresenta<br />
San Giovanni Battista<br />
I PATERNESI<br />
monumento per eccellenza, ma<br />
non molti tra i nostri concittadini<br />
lo conoscono come dovrebbero.<br />
Il dongione, per esempio, - ossia<br />
un ridotto ulteriormente fortificato<br />
all’interno del maniero, costruito<br />
tra il 1072 e il 1073 per volere del<br />
Gran conte Ruggero d’Altavilla -,<br />
non gode la stessa notorietà dei<br />
suoi quattro scabri e imponenti<br />
prospetti esterni. E tra le sue stanze,<br />
il visitatore meno attento, rischia<br />
di trascurare addirittura interi ambienti,<br />
soffermandosi magari a godere<br />
dello splendido panorama che si<br />
gode dalle bifore.<br />
Vittime illustri di questa distrazione<br />
sono gli affreschi della cappella<br />
interna al castello, un interessante<br />
espressione d’arte figurativa medievale<br />
guardata - ma non osservata -,<br />
dalla maggior parte dei visitatori,<br />
eccezion fatta per gli spiriti più<br />
sensibili all’arte e alla storia e per gli<br />
studiosi, che li hanno collegati con<br />
le pitture rupestri di Lentini e della<br />
cripta di San Marziano a Siracusa.<br />
Gli affreschi paternesi ornano la<br />
cappella di San Giovanni al piano<br />
terra del castello, un ambiente non<br />
molto grande (6 metri per 3,95)<br />
volto da oriente verso occidente e<br />
culminante con un’abside alta 2<br />
metri e 30 centimetri, larga m.1,53<br />
e profonda poco meno di un metro.<br />
Quest’abside, a sua volta, è affiancata<br />
da due edicole il cui originario<br />
utilizzo resta poco chiaro. La volta a<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
botte, un tempo azzurra, è trapuntata<br />
di stelle a sei e sette punte che<br />
conservano tracce di doratura. Fino<br />
al 1990, anno in cui la cappella,<br />
visto il gravissimo stato di degrado,<br />
fu restaurata, esistevano anche dei<br />
sedili in pietra ai lati della sala.<br />
La cappella - cui si accede attraverso<br />
una porta ad arco ogivale<br />
sormontato da un bassorilievo raffigurante<br />
l’Agnus dei (vedi box) -<br />
secondo l’illustre storico Giuseppe<br />
Agnello, risale all’epoca sveva, quindi<br />
al XIII secolo. E diversi artisti<br />
realizzarono fra il Due e Trecento<br />
l’intero ciclo di affreschi. Questi si<br />
dividevano in origine in tre ordini:<br />
superiore, con la rappresentazione<br />
di stemmi araldici del XIV secolo<br />
con scudi gotici moderni, mediano,<br />
con la rappresentazione di una teoria<br />
di santi, e inferiore, di cui non<br />
rimane più traccia.<br />
Nell’abside troneggia un’immagine<br />
- fortemente danneggiata - del<br />
Cristo Pantocratore, una tipica raffigurazione<br />
di stile bizantino così<br />
come se ne trovano in tutta l’area<br />
del Mediterraneo e nella stessa Sicilia.<br />
Celebre è il Pantocratore del<br />
Duomo di Cefalù, ma anche quello<br />
della cappella di Adelasia nel vicino<br />
castello di Adrano.<br />
A Paternò Cristo tiene nella mano<br />
sinistra il Vangelo aperto, indossa un<br />
manto azzurro, e la testa dalla fluente<br />
capigliatura è circondata da un<br />
nimbo, un’aureola dorata. In alto,
15<br />
segue da pagina 14<br />
come una cornice alla stessa abside,<br />
quattordici tondi contengono serafini<br />
e cherubini, mentre, sopra la<br />
cornice degli angeli, quattro tondi<br />
più grandi contengono il bue, l’aquila,<br />
l’angelo e il leone, rispettivamente<br />
simboli degli Evangelisti Luca,<br />
Giovanni, Matteo e Marco. Al loro<br />
centro, un tondo contiene, ancora<br />
una volta, l’Agnus dei.<br />
A destra (per l’osservatore) dell’<br />
abside troviamo l’arcangelo Gabriele.<br />
E’ inquadrato da una cornice a<br />
bastoni, le sue grandi ali sono semi<br />
spiegate, mentre indossa il drappo<br />
simbolo divino.<br />
A sinistra del registro superiore<br />
troviamo raffigurata la Vergine, seduta<br />
in trono su cuscini, mentre ha<br />
rivolto lo sguardo all’arcangelo Gabriele<br />
annunziante, nel registro<br />
opposto.<br />
A sinistra dell’abside troviamo<br />
San Giovanni Battista (vedi box) che,<br />
dopo lo stesso Cristo, è la figura più<br />
importante della sala. Il Precursore,<br />
l’ultimo profeta prima della venuta<br />
del Salvatore, raffigura infatti il<br />
legame tra il Vecchio e il Nuovo<br />
testamento.<br />
Nel registro inferiore della Cappella,<br />
sotto la Vergine, troviamo San<br />
Nicola, simbolo della lotta contro i<br />
saraceni. Il padre della Chiesa orientale<br />
e vescovo di Mira è raffigurato<br />
frontalmente, nella tipica posizione<br />
del periodo aureo bizantino. La sua<br />
fronte è larga, ha lunghi capelli e<br />
barba, indossa la doppia stola (epitrachelio),<br />
e regge il Vangelo con<br />
la mano sinistra. La posa rigida e<br />
ieratica, lo sguardo severo, la figura<br />
solida, il gesto benedicente, i ricchi<br />
paramenti e la testa circondata dal<br />
nimbo, dovevano certamente indurre<br />
i fedeli del medioevo a un mistico<br />
rispetto.<br />
Girando lo sguardo sulle altre pareti<br />
della cappella troviamo i santi<br />
martiri militari e cavalieri che, sui<br />
muri settentrionale, occidentale e<br />
meridionale, si dispiegano come in<br />
una religiosa parata. Una processione<br />
militare che ha come destinazione<br />
il luogo ideale della difesa della<br />
fede cattolica. Nella parete ovest<br />
spiccano San Sebastiano - protettore<br />
delle milizie cristiane contro quella<br />
peste che terrorizzava i musulmani -<br />
e San Nestore. Nella parete sud troviamo<br />
San Michele, il santo-soldato<br />
per antonomasia, e San Demetrio.<br />
Nella parete nord, infine, San Giorgio<br />
e Sant’Ippolito.<br />
Si tratta dei dipinti meglio conservati<br />
dell’intero ciclo d’affreschi.<br />
Una teoria di santi cavalieri che, sui<br />
loro cavalli arabo-normanni, sembrano<br />
volere uscire dalle pareti per<br />
compiere ancora una volta la loro<br />
missione. D’altra parte gli affreschi<br />
furono realizzati quando era ancora<br />
vivo il fervore per le crociate in Terra<br />
santa.<br />
I PATERNESI<br />
Sotto: Un particolare dei dipinti della volta<br />
Le figure sono di grande suggestione:<br />
i Santi Giorgio e Michele<br />
uccidono il drago, Sant’Ippolito e<br />
San Nestore reggono degli stendardi<br />
svolazzanti mentre sono in<br />
corsa. I colori a tempera offrono una<br />
gamma cromatica alquanto vivace:<br />
l’azzurro e il rosso, il giallo e il nero,<br />
l’ocra e il bianco: un fantasmagorico<br />
ed essenziale cromatismo che alleggerisce<br />
notevolmente la tematica<br />
dell’opera. Tutti i soggetti sono eleganti,<br />
avvolti in ampi mantelli militari<br />
e hanno il loro comune punto<br />
d’osservazione nel Cristo Pantocratore<br />
dell’Abside.<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
COLORE<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Concludiamo con una notazione<br />
riguardante le epigrafi che accompagnano<br />
le figure degli affreschi di<br />
Paternò: esse costituiscono un interessante<br />
elemento di studio, così<br />
come i simboli cabalistici ed esoterici<br />
dell’intera Cappella.<br />
E visto l’interesse popolare scatenato<br />
da romanzi diventi best sellers<br />
- uno per tutti Il Codice Da Vinci -<br />
riteniamo che una loro lettura critica<br />
porterebbe interessanti sorprese.<br />
* foto dell’autore
16<br />
Personaggi di ieri<br />
MALEDISSE I PATERNESI<br />
IL PIÙ GRANDE<br />
GEOGRAFO<br />
DEL NOSTRO SEICENTO<br />
Poi però<br />
Giovan Battista Nicolosi<br />
dimenticò lo sdegno<br />
per la propria terra,<br />
esaltandola<br />
e magnificandola<br />
nei propri scritti<br />
Giovan Battista Nicolosi<br />
nacque a Paternò il 6<br />
ottobre 1610 da Antonina<br />
Corsaro e Mario<br />
Nicolosi. Di famiglia<br />
umile e numerosa trascorse i primi<br />
anni a Paternò e a Catania, dove ebbe<br />
modo di frequentare il Seminario.<br />
Quando, all’età di 40 anni, morì suo<br />
padre, era il 1628 e Giovan Battista<br />
non era stato ancora ordinato<br />
sacerdote.<br />
Quando ciò avvenne questo pretino<br />
esile, basso di statura, che<br />
vestiva con abiti frusti, si mise in<br />
mostra per le sue assai forbite prediche.<br />
Queste erano invidiate dai<br />
dotti della città, che lo osteggiavano.<br />
Gli era ostile persino il Clero,<br />
geloso per la sua intelligenza e la<br />
sua eloquenza. La situazione che<br />
rattristava Nicolosi, il quale decise<br />
di lasciare la terra natia per recarsi<br />
a Roma. Lasciando Paternò lanciò<br />
alla città versi pervasi di sdegno.<br />
Una dolorante e angosciata invettiva,<br />
una pietrata lanciata ai propri<br />
concittadini iniqui e scellerati. E’<br />
famosa la dolorante e angosciosa<br />
invettiva in dialetto siciliano, tradotta<br />
dal prof. Santi Correnti in lingua<br />
italiana:<br />
Patria ingratissima, empio ricetto<br />
Di gente iniqua, scellerata e ottusa<br />
Io parto da qui e getto di dietro<br />
Una pietra e fuggo le odiose mura<br />
Da te quali grazie e quali favori<br />
posso attendermi<br />
Se non miserie e tradimenti ognora?<br />
Mi hai dato una cattiva culla<br />
ed un peggiore letto<br />
Pessima mi daresti la sepoltura.<br />
A Roma Nicolosi si laureò in Sacra<br />
Teologia. Divenne presto poliglotta,<br />
poeta, letterato e matematico insi-<br />
I PATERNESI<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 71<br />
B/N<br />
PK<br />
quarto di pagina<br />
mm 120 x mm 138<br />
B/N<br />
gne, architetto ed esperto di arti<br />
militari. Fu docente di Geografia in<br />
case principesche; assai stimato dal<br />
Papa Alessandro VII (1655/1667), da<br />
Clemente IX (1667/1669), dall’Imperatore<br />
Leopoldo I, da scienziati,<br />
cardinali e magistrati dell’epoca. Si<br />
dice, anche, che per circa 18 mesi<br />
sia rimasto in Germania come maggiordomo<br />
del marchese Ferdinando<br />
Massimiliano di Baden. Tornato a<br />
Roma venne nominato dal principe<br />
Borghese cappellano della Borghesiana<br />
di Santa Maria Maggiore.<br />
Nel 1652 la sacra congregazione<br />
Propaganda Fide lo incaricò di descrivere<br />
il mondo in diverse carte<br />
geografiche. In meno di due anni<br />
Nicolosi compilò dieci grandi quadri<br />
descrivendo in tal modo analiticamente<br />
il mondo allora noto,<br />
procurandosi simpatie e lodi dai più<br />
colti geografi del tempo. Nel 1660<br />
pubblicò l’Hercole e lo studio geografico<br />
che lo fecero stimare come il<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
più grande geografo dell’epoca.<br />
Con il tempo Giovan Battista<br />
Nicolosi dimenticò lo sdegno per la<br />
propria terra, esaltandola e magnificandola<br />
nei propri scritti. Nel<br />
1659 donò alla sua ex parrocchia di<br />
Santa Maria dell’Alto un bellissimo<br />
dipinto del santo martire Nanieno e<br />
una tela raffigurante Sant’Emanuele<br />
in estasi.<br />
Morto nel 1670, Nicolosi fu sepolto<br />
nella Basilica di Santa Maria<br />
Maggiore a Roma ma dopo il 1905 il<br />
suo avello fu eliminato e s’ignora<br />
dove si trovi adesso la sua tomba e<br />
cosa avvenne dei suoi resti.<br />
A lui, Paternò ha dedicato la biblioteca<br />
di via Monastero; una via,<br />
una scuola media, un mezzo busto<br />
nella Villa comunale, una lapide<br />
di marmo nell’ex Palazzo Alessi, numerose<br />
pubblicazioni, circoli culturali<br />
e centro studi.<br />
PIPPO VIRGILLITO
17<br />
I PATERNESI<br />
GIOVEDÌ<br />
IL COMUNE INFORMA<br />
I PATERNESI<br />
con la collaborazione dell’Ufficio stampa del Comune di Paternò e l’Ama Spa<br />
L’Amministrazione Failla ha realizzato un programma<br />
ricco e ambizioso, che soddisferà i paternesi e i visitatori<br />
UN CARNEVALE DI QUALITÀ<br />
ALL’INSEGNA<br />
DELLA MUSICA<br />
E DEL DIVERTIMENTO<br />
Oltre alle sfilate dei carri e dei gruppi in maschera,<br />
spiccano le esibizioni dei Matia Bazar, de I Brigantini,<br />
di Paolo Meneguzzi e dei Tropical latin sound<br />
Pippo Failla, sindaco di Paternò<br />
Si preannuncia “grasso” il<br />
Carnevale 2006 a Paternò.<br />
Per la storica kermesse,<br />
infatti, l’Amministrazione<br />
Failla ha allestito un programma<br />
ricco e ambizioso. Concentrando<br />
tempo ed energie, l’assessorato<br />
alla Cultura si è posto come fine<br />
quello di offrire, a paternesi e forestieri,<br />
una festa di qualità, con sette<br />
carri allegorici, dieci carri infiorati<br />
e undici gruppi in maschera che sfileranno<br />
lungo le strade e le piazze<br />
della città.<br />
Non mancheranno spettacoli musicali<br />
di grande richiamo: la sera<br />
di domenica 26 febbraio, in piazza<br />
Indipendenza, si esibiranno i Matia<br />
Bazar, con la presentazione di Rug-<br />
gero Sardo; lunedì 27 sarà la volta<br />
de I Brigantini, e per la serata del<br />
28 febbraio, martedì grasso, sempre<br />
in piazza Indipendenza, si terranno<br />
il concerto di Paolo Meneguzzi e<br />
della band musicale dei Tropical latin<br />
sound, mentre a presentare sarà<br />
Salvo La Rosa. La manifestazione<br />
verrà seguita da diverse dirette televisive,<br />
anche via satellite.<br />
Ad accrescere questo già ricco<br />
programma, vi saranno una serie<br />
di manifestazioni sportive e di solidarietà.<br />
Innanzitutto La festa dei<br />
bambini - realizzata in collaborazione<br />
con la Croce rossa italiana -<br />
nel giorno di giovedì grasso; e, con<br />
l’associazione Città viva, la mattina<br />
del 28 febbraio, si svolgeranno una<br />
serie di attività sportive al Palazzetto<br />
dello sport: La coppa di Carnevale<br />
è il titolo della manifestazione che<br />
vedrà la partecipazione di diverse<br />
associazioni sportive e atleti diversamente<br />
abili.<br />
“Continua sempre con impegno<br />
- afferma Nino Naso, assessore alla<br />
Cultura, Sport e Spettacolo - il<br />
nostro impegno per fare crescere<br />
di anno in anno il Carnevale di<br />
Paternò. Le novità di quest’anno<br />
riguardano soprattutto le modalità<br />
di partecipazione alle sfilate per<br />
gruppi e carri; abbiamo eliminato i<br />
premi finali istituendo, invece, una<br />
doppia categoria (A e B), un sistema<br />
che, preso in prestito dal mondo<br />
calcistico, stimolerà maggiormente<br />
Nino Naso, assessore alla Cultura,<br />
Sport e Spettacolo<br />
9FEBBRAIO 2006<br />
i partecipanti alla manifestazione”.<br />
“Abbiamo puntato molto - conclude<br />
- sulla qualità dei carri e dei<br />
costumi in maschera, dando spazio<br />
ai giovani talenti, e specialmente ai<br />
nostri artigiani. Così, il Carnevale<br />
di Paternò non sarà la pallida imitazione<br />
di un passato che non esiste<br />
più ma, in linea coi tempi, si presenterà<br />
come richiamo turistico<br />
per la diffusione dell’immagine della<br />
nostra città. Il tutto senza perdere<br />
di vista il tradizionale divertimento”.<br />
Francesco Giordano<br />
Addetto stampa<br />
Comune di Paternò
18 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
La città avrà anche quest’anno una Giunta<br />
e un Consiglio comunale interamente composti da bambini<br />
Virgolini:<br />
questa iniziativa dà la giusta<br />
importanza ai paternesi<br />
più giovani, una grandissima<br />
risorsa per l’intera città<br />
Le istituzioni formato baby<br />
stanno per prendere posto<br />
a Palazzo Alessi.<br />
La città, infatti, avrà anche quest’anno<br />
una propria Giunta così<br />
come anche un Consiglio comunale<br />
in miniatura... interamente<br />
composti da bambini, alunni delle<br />
scuole di ogni ordine e grado della<br />
città.<br />
Dopo quella che per i ragazzi, lo<br />
scorso autunno, è stata una vera e<br />
A PALAZZO ALESSI<br />
I PICCOLI AMMINISTRATORI<br />
PROVENIENTI DALLE SCUOLE<br />
propria campagna elettorale - con<br />
tanto di proclamazione di sindaco,<br />
vicesindaco e assessori - adesso è il<br />
momento dell’insediamento.<br />
Gli incontri - il cui calendario<br />
è stato stilato dal presidente dell’<br />
assise paternese, Alfio Virgolini -<br />
sono e saranno ospitati nella sala<br />
consiliare della nuova sede di rap-<br />
presentanza della residenza municipale,<br />
l’ex Palazzo Alessi.<br />
Il via è stato dato lo scorso due<br />
febbraio, quando a far visita al Comune<br />
è arrivato il baby Consiglio<br />
dell’ Istituto comprensivo don<br />
Milani. All’incontro, oltre ad alunni<br />
e insegnanti, hanno preso parte il<br />
sindaco di Paternò, Pippo Failla, e il<br />
LA CITTÀ METTE IN MOSTRA I SUOI<br />
ANTICHI ARGENTI<br />
Verranno esposti in questi giorni<br />
i celebri oggetti rinvenuti a Paternò nel 1909,<br />
ora di proprietà di un Museo tedesco,<br />
e dati in prestito al Comune per esporli al pubblico<br />
La mostra Gli argenti di<br />
Paternò, appena inaugurata<br />
dall’Amministrazione<br />
comunale nei locali della<br />
Galleria d’arte moderna,<br />
rappresenta indubbiamente uno<br />
degli eventi culturali più importanti<br />
dell’anno. Si tratta dell’esposizione<br />
dei celebri argenti greco-romani<br />
rinvenuti a Paternò nel 1909, ora<br />
di proprietà dell’Antikensammlung<br />
Staatliche Museen di Berlino, e dati<br />
in prestito al nostro Comune per<br />
poterli esporre alla visione del pubblico.<br />
La storia di questo tesoro - risalente<br />
al V-IV secolo a.C., e costituito<br />
da sette pezzi - è molto particolare.<br />
Venne scoperto a Paternò, vicino al<br />
Castello, da una contadina che li<br />
vendette per pochi soldi. Quindi, attraverso<br />
le mani di vari ricettatori<br />
giunsero fino in Germania.<br />
“Si tratta di reperti estremamente<br />
rari e preziosi, - hanno dichiarato<br />
il sindaco di Paternò, Pippo Failla e<br />
l’assessore alla Cultura Nino Naso -,<br />
gli Argenti di Paternò sono stati<br />
esposti nei mesi scorsi al Museo<br />
archeologico Ibleo di Ragusa, e Pa-<br />
ternò non poteva lasciarsi sfuggire<br />
l’occasione di questo ritorno in patria<br />
dei preziosi oggetti. L’amministrazione<br />
Comunale si è fortemente<br />
impegnata per allestire questa<br />
importante mostra che prevede<br />
anche una serie di eventi collaterali,<br />
e un convegno con la presenza<br />
presidente del Consiglio comunale<br />
Virgolini. È poi toccato ai piccoli del<br />
quarto circolo didattico e a quelli<br />
dell’Istituto comprensivo Marconi.<br />
Dopo una prima pausa, si è ricominciato,<br />
lo scorso sei febbraio, con<br />
l’insediamento dell’Istituto comprensivo<br />
Giovanni XXIII; mentre a<br />
seguire prenderanno posto rispettivamente<br />
gli studenti della scuola<br />
paritaria Maria del Tindari, quelli<br />
del secondo circolo didattico, della<br />
scuola media statale Nicolosi, del<br />
terzo e del primo circolo didattico.<br />
Venerdì 17, infine, il programma<br />
prevede l’insediamento del baby<br />
sindaco di tutte le scuole.<br />
“Sono davvero soddisfatto - afferma<br />
Alfio Virgolini - di aver programmato,<br />
anche nel 2006 questa<br />
iniziativa, che dà la giusta importanza<br />
ai piccoli paternesi, il futuro<br />
della nostra città”.<br />
Agnese Virgillito<br />
Addetto stampa<br />
Comune di Paternò<br />
di esperti del settore”.<br />
Intanto, la mostra resterà visibile<br />
a tutti per due, per offrire ai paternesi<br />
la possibilità di ammirare questi<br />
splendidi oggetti.<br />
Francesco Giordano<br />
Addetto stampa Comune di Paternò
19<br />
I PATERNESI<br />
Un importante progetto<br />
di ristrutturazione urbana<br />
COMINCIATI I LAVORI<br />
DI RIQUALIFICAZIONE<br />
IN VIA FONTE MAIMONIDE<br />
Il sindaco Failla:<br />
un importante iniziativa che punta al miglioramento della zona e a snellire il traffico<br />
Previsti il rifacimento del manto stradale, la realizzazione di una rotatoria, la costruzione di un nuovo marciapiede,<br />
l’installazione di un’aiuola centrale e di un impianto di irrigazione<br />
In primavera il quartiere rivivrà i fasti di un tempo<br />
Iniziata, la scorsa settimana,<br />
la riqualificazione di via<br />
Fonte Maimonide, essenziale<br />
arteria considerata strategica<br />
nello scacchiere della viabilità<br />
cittadina, soprattutto in ordine<br />
al mercato trisettimanale.<br />
I lavori, disposti dall’Amministrazione<br />
comunale per oltre 600 mila<br />
euro, sono stati avviati già nello<br />
scorso mese di novembre, anche se<br />
hanno riguardato soltanto l’area<br />
limitrofa alla strada.<br />
Dalla passata settimana, invece,<br />
gli operai sono al lavoro proprio<br />
sulla strada che, per tre volte a<br />
settimana, ospita il mercato. La<br />
fiera in questi ultimi anni è stata<br />
al centro di un braccio di ferro continuo<br />
tra l’Amministrazione e gli<br />
operatori commerciali, che hanno<br />
contestato con ogni mezzo l’idea<br />
di spostamento delle bancarelle nel<br />
vicino parcheggio dello stadio Falcone-Borsellino.<br />
Oggi, però, sembra sia stato trovato<br />
un accordo.<br />
Il progetto di restyling dell’arteria<br />
prevede il rifacimento del manto<br />
stradale, la realizzazione di una<br />
rotatoria con area a verde tra la via<br />
Fonte Maimonide e la via Po, la<br />
costruzione di un marciapiede a<br />
scendere da via Nazario Sauro - più<br />
largo dell’attuale e comprensivo di<br />
aiuole - l’installazione di un’aiuola<br />
centrale e di un impianto di irrigazione.<br />
La vicina Fonte Acque grasse<br />
verrà dotata di una piazzetta comprensiva<br />
di arredo urbano, proprio<br />
dove sono stati iniziati i lavori in<br />
attesa di potersi estendere anche in<br />
via Fonte Maimonide, ma ciò solo<br />
all’atto del trasloco del mercato,<br />
previsto per il 23 febbraio prossimo.<br />
La consegna dei lavori è attesa per<br />
la prossima primavera.<br />
Una novità in assoluto sarà la<br />
postazione fissa, nei giorni di mercato,<br />
degli agenti di polizia municipale,<br />
prevista nelle adiacenze dei<br />
campi da tennis dove verranno allocati<br />
anche i servizi igienici. Il progetto<br />
dall’Amministrazione è da<br />
inquadrare nell’ottica di una riqualificazione<br />
della zona, attualmente<br />
in forte stato di degrado.<br />
Per quel che concerne il mercato,<br />
lo spostamento non porterà mutamento<br />
di dimensioni: i posti resteranno<br />
189. Nei tre giorni (lunedì,<br />
giovedì e sabato) si alterneranno ben<br />
263 operatori commerciali aventi<br />
diritto. Nel riassetto, inoltre, saranno<br />
divisi i due settori - alimentare<br />
e non - in modo da non arrecare<br />
Attilio Lombardo,<br />
assessore alle Attività produttive<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
danno a nessun ambulante.<br />
“Si tratta - ha dichiarato il sindaco,<br />
Pippo Failla - di un importante progetto<br />
che punta tanto alla riqualificazione<br />
della zona quanto a snellire<br />
il problema di circolazione viario; in<br />
primavera il quartiere rivivrà i fasti<br />
di un tempo”.<br />
Della stessa linea l’Assessore alle<br />
attività produttive, Attilio Lombardo.<br />
“Il trasferimento degli ambulanti<br />
- rileva l’amministratore - è un atto<br />
dovuto nei confronti della città<br />
tutta”.<br />
Agnese Virgillito<br />
Addetto stampa<br />
Comune di Paternò
20 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Il percorso compiuto dall’acqua potabile<br />
per giungere fino ai rubinetti<br />
delle nostre case<br />
ACQUA: IMPIANTI NUOVI E RETE...<br />
MOLTO VECCHIA<br />
Pozzi, serbatoi e condotta adduttrice sono in ottime condizioni e molti sono anche di recente realizzazione<br />
Ma problemi non indifferenti sono causati da una rete di distribuzione davvero vetusta,<br />
che dovrebbe essere ammodernata nei prossimi anni dall’Ato<br />
Ogni mattina ciascuno di<br />
noi è abituato ad aprire<br />
il rubinetto della propria<br />
casa, da cui esce<br />
un flusso, più o meno<br />
abbondante, di acqua che ci aiuta a<br />
cominciare la giornata nel migliore<br />
dei modi.<br />
Ma bisognerebbe chiedersi da<br />
dove questa acqua provenga e quale<br />
percorso abbia seguito. Affinché<br />
l’acqua giunga nelle nostre case<br />
sono necessarie infatti una serie di<br />
complesse operazioni che proviamo<br />
di seguito a elencare.<br />
Innanzitutto è necessario possedere<br />
delle fonti in grado di fornire<br />
il giusto quantitativo di acqua, possibilmente<br />
costante al variare delle<br />
stagioni, e dopo dotarle di idonei<br />
impianti di sollevamento per consentire<br />
all’acqua di essere sollevata<br />
sino alla superficie.<br />
Attualmente nella zona di Paternò<br />
l’acqua proviene dai seguenti im-<br />
pianti, tutti dotati delle necessarie<br />
autorizzazioni sanitarie e della Regione:<br />
l/s = litri per secondo<br />
Pozzo Di Natale: 50 l/s<br />
Pozzo Currone: 10 l/s<br />
Pozzo San Vito: 35 l/s<br />
Pozzo Lo Jacono: 15 l/s<br />
Pozzo Ardizzone: 15 l/s<br />
Sorgente Ardizzone: 60 l/s<br />
Pozzi Raffo: 45 l/s<br />
Pozzo Acque Nord: 40 l/s<br />
La profondità da cui viene prelevata<br />
l’acqua varia dai 124 metri<br />
del Pozzo Di Natale ai 24 del Pozzo<br />
Ardizzone, mentre dalla Sorgente<br />
Ardizzone l’acqua fuoriesce senza<br />
necessità di alcuna forza motrice.<br />
L’acqua, a eccezione di quella proveniente<br />
dal Pozzo e dalla Sorgente<br />
Ardizzone viene convogliata in una<br />
condotta di 250 mm di diametro e<br />
lunga quasi un chilometro e mezzo,<br />
realizzata negli scorsi dall’Azienda,<br />
che partendo dalla contrada Ardizzone<br />
raggiunge il Serbatoio Palazzolo<br />
situato nell’omonima contrada<br />
a circa.<br />
Lungo in tragitto l’acqua provenientente<br />
dai vari pozzi viene<br />
immessa nella condotta e successivamente<br />
immagazzinata nei serbatoi<br />
in funzione delle effettive esigenze<br />
di distribuzione. Ciascun serbatoio,<br />
infatti, serve di una zona<br />
definita, e questo rispetto sia alla<br />
disponibilità della rete ma soprattutto<br />
alle quote altimetriche.<br />
Così il Serbatoio Currone Vecchio<br />
( 900 mc) serve la Zona Ardizzone,<br />
il Serbatoio Currone Nuovo (3.000<br />
mc) serve la Zona via Mazzini,<br />
Via Libertà, c.so <strong>It</strong>alia, i Serbatoi<br />
Palazzolo (3.900 mc) zona via<br />
Sardegna-Villetta, mentre il centro<br />
storico resta servito dalla Sorgente<br />
Ardizzone anche attraverso l’utilizzo<br />
del Serbatoio Collina.<br />
Tutti gli impianti sin qui citati,<br />
pozzi, serbatoi e condotta adduttrice<br />
sono in ottime condizioni di<br />
manutenzione e molti sono anche<br />
di recente realizzazione.<br />
Problemi non indifferenti vengono<br />
invece creati dalla vetustà<br />
della rete idrica di distribuzione.<br />
Infatti l’ultimo intervento di realizzazione<br />
della rete idrica risale<br />
ormai a oltre un quarto di secolo,<br />
senza tenere ovviamente in debita<br />
considerazione lo sviluppo urbanistico<br />
che da li a poco avrebbe interessato<br />
l’intero territorio paternese.<br />
L’Ufficio Tecnico del Comune, di<br />
concerto con l’Azienda, negli scorsi<br />
anni si è dotato di un parco progetti<br />
esecutivi relativi alla zona in cui<br />
la rete versa in peggiori condizioni,<br />
ovvero zona Villetta - via Fiume, ma<br />
Giovanni Rao<br />
la realizzazione delle opere ormai<br />
è di competenza del gestore unico<br />
per l’intero Ato di Catania di recente<br />
formazione e pertanto nei prossimi<br />
anni, grazie anche a previsti e<br />
cospicui finanziamenti pubblici,<br />
dovrebbero iniziare i lavori di<br />
ammodernamento della rete idrica.<br />
ing. Giovanni Rao<br />
Direttore Generale Ama
21 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Èl’impresa<br />
paternese<br />
leader nella<br />
realizzazione<br />
di spettacoli,<br />
animazione e intrattenimento<br />
per i bambini.<br />
Nata il 14 Febbraio del<br />
2004 dall’entusiasmo<br />
dell’appena ventunenne<br />
Milos Virgillito, da anni<br />
attivo nel settore dell’<br />
animazione, Crazy Fun<br />
può contare sull’espe-<br />
rienza di una settantina di animatori qualificati.<br />
Dalle semplici feste per bambini ai grandi<br />
eventi organizzati dai comuni, l’azienda si occupa<br />
di curare tutti quei dettagli che trasformano<br />
un avvenimento qualsiasi in una grande festa:<br />
con clown, animazione, musica, giochi e luci.<br />
“L’idea - spiega Milos Virgillito - è quella di<br />
creare un’azienda in grado di soddisfare pienamente<br />
il cliente, liberandolo dalla responsabilità<br />
di mettere su una festa per bambini, un party o<br />
semplicemente una serata fra amici. Credo che il<br />
segreto del nostro successo consista nel capire<br />
ciò di cui le persone hanno bisogno, soprattutto<br />
CON<br />
CRAZY FUN,<br />
IL DIVERTIMENTO<br />
È UNA COSA SERIA<br />
Dalle semplici feste per bambini ai grandi eventi organizzati dai Comuni,<br />
l’azienda si occupa di curare tutti quei dettagli che trasformano un avvenimento qualsiasi<br />
in una grande festa<br />
per fare in modo che possano godersi la festa organizzata,<br />
lasciando che siano i nostri animatori<br />
a occuparsi del resto”.<br />
Un successo, quello raggiunto dalla Crazy Fun,<br />
decretato anche dalle migliori strutture turistiche,<br />
siciliane e non soltanto.<br />
“La nostra azienda - aggiunge -, soprattutto in<br />
estate, collabora con i villaggi vacanze, prendendo<br />
in gestione il settore in cui siamo più bravi: l’animazione.<br />
Siamo inoltre stati più volte incaricati<br />
da diverse amministrazioni<br />
locali per animare feste<br />
comunali, serate in piazza e<br />
momenti d’intrattenimento<br />
per i più piccoli”.<br />
Crazy Fun è dunque riuscita<br />
a riscuotere tanto successo<br />
offrendo un buon prodotto a<br />
prezzi contenuti.<br />
“Con un prezzo - conferma<br />
Milos Virgillito - che può<br />
oscillare tra i settanta e gli<br />
ottanta euro, siamo in grado<br />
di organizzare una festa con<br />
i fiocchi, animando la serata<br />
nel migliore dei modi. Con<br />
i nostri ragazzi vestiti da<br />
clown, la nostra musica e<br />
tantissime luci colorate il<br />
divertimento per i bambini è assicurato, tanto<br />
che spesso anche i più grandi si fanno trascinare<br />
nei nostri balli”.<br />
Per chiunque desiderasse avere maggiori informazioni,<br />
Crazy Fun ha un proprio sito internet<br />
(www.crazyfun.it) dove si possono scoprire tutte<br />
le fantastiche offerte proposte dal team.<br />
“Il campo dell’animazione - spiega Virgillito - è<br />
uno tra i più esigenti in assoluto. Non basta una<br />
radio e qualche pezzo di carta colorata per organizzare<br />
una serata.<br />
Dietro il successo di un evento o di un party c’è<br />
il lavoro, a dire il vero non tanto silenzioso, di un<br />
team di animatori che ha come unico obiettivo la<br />
soddisfazione del cliente”.<br />
Uno dei lavori che a breve ultimerà il team di<br />
Crazy Fun è l’organizzazione della prossima festa<br />
del Liceo classico di Paternò, nella discoteca<br />
Martini Plaza di Catania.<br />
“Porteremo l’intera scuola - conclude - in una<br />
delle migliori piste da ballo di Catania. Il numero<br />
elevato di persone presenti non sarà affatto<br />
un problema, anzi… più saremo e più ci divertiremo”.<br />
BARBARA D’ASERO
22 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
Le vostre istantanee<br />
Strette in un forte abbraccio, Maria Barbara e Annalisa Pelleriti,<br />
rispettivamente di quattro e otto anni, si presentano a tutti<br />
i lettori del nostro periodico con il loro sorriso contagioso e<br />
gli splendidi occhi scuri.<br />
Ai genitori di queste bellissime bimbe, Rino e Consuelo, porgiamo<br />
gli auguri e i complimenti di tutta la nostra redazione<br />
Le immagini da pubblicare vanno fatte pervenire al nostro fotografo: Foto flash di Orazio Oliveri, via Vittorio Emanuele 324 Paternò Tel.095/841087 -. 347/1742823<br />
o inviate agli indirizzi e-mail: fotoflash.o@tiscalinet.it o melamedia@tiscali.it<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 161<br />
COLORE
23<br />
Personaggi di oggi<br />
TURI MARCHESE,<br />
UN CUNTASTORIE...<br />
DEL NUOVO<br />
MILLENNIO<br />
Insegna nel primo circolo didattico di Paternò e,<br />
come poeta dialettale, ha ottenuto numerosi<br />
riconoscimenti<br />
nazionali<br />
e internazionali<br />
Sebbene la sua prima<br />
poesia sia datata 1991,<br />
in appena quindici anni<br />
di produzione letteraria,<br />
Turi Marchese è riuscito<br />
a farsi conoscere come uno dei<br />
migliori rappresentanti della poesia<br />
dialettale cittadina.<br />
53 anni, sposato e padre di due<br />
figli, Marchese insegna nel primo<br />
circolo didattico di<br />
Paternò e come poeta<br />
ha ottenuto numerosi<br />
riconoscimenti nazionali<br />
e internazionali.<br />
Soltanto dal 2002, però,<br />
i suoi componimenti<br />
hanno trovato seguito<br />
fra i suoi stessi concittadini.<br />
Di quell’anno, infatti,<br />
è La strata di la cruci,<br />
opera in versi a rima<br />
baciata in cui Marchese<br />
dipinge, con pennellate<br />
attinte dalla ricca tavolozza<br />
dialettale, il<br />
Cristo immerso nella<br />
sua opera salvifica: ‘U<br />
mali è ammucciatu<br />
arreri i gnuni, e non si<br />
vidi ma spissu è patruni;<br />
ma ccu Gesù non<br />
cci po’ fari nenti pirchì l’amuri<br />
vinci li so’ ntenti.<br />
Dopo aver rappresentato la Passione<br />
del Cristo, nel 2005 ha mandato<br />
alle stampe La vita di Santa<br />
Barbara, sua seconda opera dialettale.<br />
Lo scritto, per metrica, non si<br />
scosta dal precedente, facendo scorrere<br />
la vicenda della Santa patrona<br />
paternese sotto formadi cuntu in<br />
I PATERNESI<br />
PK<br />
quarto di pagina<br />
mm 120 x mm 138<br />
B/N<br />
quartine a rima baciata.<br />
La produzione di Turi Marchese<br />
non si esaurisce però soltanto con la<br />
poesia. Nonostante questa rappresenti<br />
la più ampia fetta della sua<br />
espressione artistica, lo scrittore paternese<br />
si è fatto apprezzare anche<br />
come rappresentante di un’antica<br />
arte poetica tanto cara alla tradizione<br />
cittadina, quella del cuntastorie.<br />
I suoi scritti, infatti, pur battezzati<br />
dalla poesia ben si sposano con la<br />
tradizione orale tipica dei cantastorie<br />
siciliani. Lo stesso Marchese,<br />
durante una delle rappresentazioni<br />
della Strata di la cruci ha recitato i<br />
suoi versi accompagnato dal suono<br />
della sua chitarra e dalle immagini<br />
disegnate su un cartellone, proprio<br />
come facevano i cantastorie.<br />
“Ricordo con profonda ammirazione<br />
- spiega Turi Marchese - la<br />
maestria con cui questi cantastorie,<br />
anni fa, raccontavano vicende tratte<br />
dalla cronaca locale come fossero<br />
PK<br />
piedino interno mm 244 x mm 71<br />
B/N<br />
GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006<br />
favole da raccontare ai bambini”.<br />
“Era il più poetico - riprende - dei<br />
modi con cui un uomo poteva tenersi<br />
informato ed è molto brutto<br />
constatare che stiamo barattando la<br />
nostra lingua siciliana, il nostro essere<br />
siciliani, per una new culture di<br />
dubbia necessità”.<br />
Di recente, in occasione del Seicentesimo<br />
anniversario dalla promulgazione<br />
delle Consuetudini di<br />
Paternò, Marchese ha presentato la<br />
sua più recente creazione, anche questa<br />
in forma di cuntu, sulla Regina<br />
Bianca di Navarra. Completano la<br />
sua produzione diversi componimenti,<br />
rigorosamente in dialetto,<br />
scritti per onorare le maggiori festività<br />
cristiane. Altre opere di vario<br />
genere attendono pubblicazione.<br />
Tutte plasmate dalla spontaneità<br />
della lingua siciliana, vero vessillo<br />
dell’arte di Turi Marchese.<br />
SALVO SPAMPINATO