Liberamente tratto da una storia vera - Ricerca e Cooperazione

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Tavola Rotonda nazionale per approfondire l’impatto della tutela della proprietà intellettuale sul settore sanitario e sul diritto alla salute. Convegno Internazionale conclusivo con la partecipazione di rappresentanti di Organizzazioni dei Paesi del Sud del mondo e che sarà aperto al pubblico e alle istituzioni nazionali e internazionali. Gli atti del convegno confluiranno nell’elaborazione di un Policy Paper che conterrà le linee guida ed i principi etici ritenuti irrinunciabili per garantire la sovranità dei saperi tradizionali e delle risorse naturali nel Sud del mondo, l’accesso ai farmaci essenziali e la tutela contro ogni forma di utilizzo dei Diritti di Proprietà Intellettuale che costituisca un danno per le popolazioni locali.Attraverso una attività di lobby sarà chiesto ai parlamentari nazionali ed europei di sottoscrivere tale documento e farsi latori dei suoi contenuti all’interno dei luoghi istituzionali deputati al varo delle normative relative ai Diritti di Proprietà Intellettuale. www.cocis.it/senzapatente 4 Gruppi di Lavoro che attraverso workshop tematici porteranno avanti un percorso di approfondimento, confronto ed elaborazione di proposte. Iniziative Strumenti 26 Stand Itinerante per 11 Eventi Locali (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Ile de France) con dibattiti, seminari universitari, proiezioni, laboratori didattici, attività ludiche e performance di artisti locali e stranieri Due Eventi Internazionali si soffermeranno sugli effetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale sui Commons, ovvero i beni comuni-collettivi e promuoveranno percorsi di riflessione su modalità concrete attraverso le quali promuovere il riconoscimento dei diritti delle popolazioni del Sud del mondo sulle proprie risorse e sui propri saperi. sito web, ufficio stampa, newsletter, ricerche di campo, pubblicazione, cartoni animati, manuale illustrato, programmi radiofonici, consulenza di un Comitato Scientifico realizzata in stretta collaborazione con i partner del Sud del Mondo.
Il concetto di “sviluppo”: lo sviluppo di un concetto La parola sviluppo indica l’accrescimento progressivo di qualcosa, il suo potenziamento. L’espressione Paesi in Via di Sviluppo indica, quindi, zone geografiche (Regioni, Nazioni, ecc.) che sono sulla strada di un accrescimento, di un miglioramento delle loro condizioni. Fino agli anni ’70 lo sviluppo fu concepito esclusivamente in termini di crescita economica e di modernizzazione. La soluzione ai problemi della fame e della povertà nel mondo veniva individuata nell’esportare nei Paesi del Terzo Mondo il modello di sviluppo economico dei Paesi ricchi-occidentali, che consisteva principalmente nell’aumento della produzione e delle infrastrutture (ponti, dighe, strade…). Gli insuccessi degli interventi adottati, le critiche degli studiosi dello sviluppo e le crescenti richieste da parte dei Paesi destinatari dei progetti di ottenere maggiore partecipazione, sono i fattori principali che hanno aperto la strada ad una nuova e più complessa visione del termine. Nel corso degli anni Ottanta,la crescita economica viene dunque messa in relazione con aspetti sociali.Alle due dimensioni dello sviluppo (quella economica e quella sociale) va ad aggiungersi, inoltre, quella ambientale. Queste tre dimensioni, economica, sociale, e ambientale, che interagiscono tra loro influenzandosi reciprocamente,confluiscono tutte nella definizione di: “sviluppo sostenibile”. Nel 1987 la Commissione Mondiale dello Sviluppo e dell’Economia delle Nazioni Unite redige il rapporto Our Common Future (Il nostro futuro comune, conosciuto anche come Rapporto Bruntland) che così definisce lo sviluppo sostenibile: "quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro". Negli anni più recenti, ai concetti tradizionali (investimenti, trasferimenti tecnici, prezzi, profitti, mercati, e così via) e a quello di sviluppo sostenibile si sono affiancate altre parole-chiave come: “uguaglianza”, “governabilità”, “diritti e democrazia”, “partecipazione popolare”... Sulla scia di questi mutamenti è emerso un nuovo ed importante concetto quello di “sviluppo umano” 27 che si riferisce ad un’idea di “sviluppo” che mette il benessere delle persone al primo posto e che considera la crescita economica (la ricchezza di un Paese) non più il fine del processo di sviluppo ma un mezzo per realizzare il suddetto benessere. Lo sviluppo comincia così ad essere inteso non solo come crescita economica ma anche come crescita sociale e culturale che comprende, a sua volta, cambiamenti nella qualità della vita, come l’accesso all'educazione, all'istruzione, alla salute ecc. Se il livello di ricchezza di un Paese viene calcolato con il PIL (Prodotto Interno Lordo, un indicatore economico internazionale, ottenuto dal confronto tra produzione, consumi e tasse di uno Stato), esso non si adatta però a segnalare il livello di sviluppo umano. Si pensi ad esempio al numero di medici per abitante o al numero di scuole: maggiore è la loro presenza, maggiore è la crescita sociale e culturale di un Paese ma maggiore è anche il costo di questi servizi per uno Stato; però, mentre l’investimento in capitale umano e sociale (medici e scuole…) hanno sempre un riflesso anche nella crescita economica, non è vero il contrario. E’ proprio per calcolare questi nuovi aspetti che l’ONU negli anni Novanta ha introdotto un nuovo indice, l’ISU “Indice di Sviluppo Umano”, ideato dall’economista pakistano Mahbub ul Haq. Tale indice, oltre alla ricchezza, cerca di dar conto anche di altre dimensioni fondamentali della vita umana, calcolando lo sviluppo come il congiunto di tre elementi: il reddito, l’aspettativa di vita (cioè la possibilità di vivere una vita quanto più lunga possibile) e il livello di istruzione (cioè la possibilità di acquisire ed utilizzare un dato livello di conoscenze).
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