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Liberamente tratto da una storia vera - Ricerca e Cooperazione

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Il concetto di “sviluppo”: lo sviluppo di un concetto<br />

La parola sviluppo indica l’accrescimento progressivo<br />

di qualcosa, il suo potenziamento. L’espressione Paesi<br />

in Via di Sviluppo indica, quindi, zone geografiche<br />

(Regioni, Nazioni, ecc.) che sono sulla stra<strong>da</strong> di un<br />

accrescimento, di un miglioramento delle loro condizioni.<br />

Fino agli anni ’70 lo sviluppo fu concepito esclusivamente<br />

in termini di crescita economica e di modernizzazione.<br />

La soluzione ai problemi della fame e della<br />

povertà nel mondo veniva individuata nell’esportare<br />

nei Paesi del Terzo Mondo il modello di sviluppo economico<br />

dei Paesi ricchi-occidentali, che consisteva<br />

principalmente nell’aumento della produzione e delle<br />

infrastrutture (ponti, dighe, strade…).<br />

Gli insuccessi degli interventi adottati, le critiche degli<br />

studiosi dello sviluppo e le crescenti richieste <strong>da</strong> parte<br />

dei Paesi destinatari dei progetti di ottenere maggiore<br />

partecipazione, sono i fattori principali che hanno<br />

aperto la stra<strong>da</strong> ad <strong>una</strong> nuova e più complessa visione<br />

del termine.<br />

Nel corso degli anni Ottanta,la crescita economica viene dunque<br />

messa in relazione con aspetti sociali.Alle due dimensioni<br />

dello sviluppo (quella economica e quella sociale) va ad aggiungersi,<br />

inoltre, quella ambientale. Queste tre dimensioni, economica,<br />

sociale, e ambientale, che interagiscono tra loro influenzandosi<br />

reciprocamente,confluiscono tutte nella definizione di:<br />

“sviluppo sostenibile”.<br />

Nel 1987 la Commissione Mondiale dello Sviluppo e<br />

dell’Economia delle Nazioni Unite redige il rapporto<br />

Our Common Future (Il nostro futuro comune, conosciuto<br />

anche come Rapporto Bruntland) che così definisce<br />

lo sviluppo sostenibile: "quello sviluppo che consente alla<br />

generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza<br />

compromettere la possibilità delle generazioni future di<br />

soddisfare i loro".<br />

Negli anni più recenti, ai concetti tradizionali (investimenti,<br />

trasferimenti tecnici, prezzi, profitti, mercati, e<br />

così via) e a quello di sviluppo sostenibile si sono<br />

affiancate altre parole-chiave come: “uguaglianza”,<br />

“governabilità”, “diritti e democrazia”, “partecipazione<br />

popolare”...<br />

Sulla scia di questi mutamenti è emerso un nuovo ed<br />

importante concetto quello di “sviluppo umano”<br />

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che si riferisce ad un’idea di “sviluppo” che mette il<br />

benessere delle persone al primo posto e che considera<br />

la crescita economica (la ricchezza di un Paese)<br />

non più il fine del processo di sviluppo ma un mezzo<br />

per realizzare il suddetto benessere.<br />

Lo sviluppo comincia così ad essere inteso non solo<br />

come crescita economica ma anche come crescita<br />

sociale e culturale che comprende, a sua volta, cambiamenti<br />

nella qualità della vita, come l’accesso<br />

all'educazione, all'istruzione, alla salute ecc.<br />

Se il livello di ricchezza di un Paese viene calcolato con<br />

il PIL (Prodotto Interno Lordo, un indicatore economico<br />

internazionale, ottenuto <strong>da</strong>l confronto tra produzione,<br />

consumi e tasse di uno Stato), esso non si a<strong>da</strong>tta<br />

però a segnalare il livello di sviluppo umano.<br />

Si pensi ad esempio al numero di medici per abitante<br />

o al numero di scuole: maggiore è la loro presenza,<br />

maggiore è la crescita sociale e culturale di un Paese<br />

ma maggiore è anche il costo di questi servizi per uno<br />

Stato; però, mentre l’investimento in capitale umano e<br />

sociale (medici e scuole…) hanno sempre un riflesso<br />

anche nella crescita economica, non è vero il contrario.<br />

E’ proprio per calcolare questi nuovi aspetti che l’ONU<br />

negli anni Novanta ha introdotto un nuovo indice,<br />

l’ISU “Indice di Sviluppo Umano”, ideato <strong>da</strong>ll’economista<br />

pakistano Mahbub ul Haq. Tale indice, oltre alla<br />

ricchezza, cerca di <strong>da</strong>r conto anche di altre dimensioni<br />

fon<strong>da</strong>mentali della vita umana, calcolando lo sviluppo<br />

come il congiunto di tre elementi: il reddito, l’aspettativa<br />

di vita (cioè la possibilità di vivere <strong>una</strong> vita quanto<br />

più lunga possibile) e il livello di istruzione (cioè la possibilità<br />

di acquisire ed utilizzare un <strong>da</strong>to livello di conoscenze).

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